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Disertace Brož - Theses

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Padre anche per l’altra ragione: dalla croce Gesù dà lo Spirito santo che i<br />

discepoli ricevono alla sera della domenica di Pasqua. Con il dono dello<br />

Spirito comincia una nuova tappa. È vero che la rivelazione si è compiuta<br />

con l’Ora di Gesù, ma non si è chiusa con essa. I discorsi d’addio ne<br />

promettono una continuazione e un prolungamento. Gesù ha già detto ai<br />

discepoli «tutto ciò che ha udito dal Padre» (15,15), ma nello stesso tempo<br />

promette di dire ancora «molte cose» (16,12) e di non parlare più evn<br />

paroimi,aij, ma di annunciare il Padre parrhsi,a| (16,25). Vi sono dunque<br />

due tappe della rivelazione.<br />

Durante il suo ministero terreno Gesù ha rivelato pienamente il Padre; ha fatto<br />

intendere al mondo tutto quello che il Padre gli ha fatto intendere (8,26; 12,50).<br />

(…) Eppure, al termine di questa prima tappa, Gesù non è ancora per i suoi<br />

intimi che uno sconosciuto (14,9). La rivelazione nel suo nocciolo essenziale<br />

rimane per loro velata. Nel «Figlio» essi non hanno riconosciuto realmente la<br />

presenza del Padre. Bisognerà che, in un secondo momento, essi scoprano la<br />

realtà di ciò che hanno visto e udito senza discernere e senza comprendere: «In<br />

quel giorno voi riconoscerete che io sono nel Padre, e voi in me e io in voi»<br />

(14,20). (…) Questo secondo livello non è esteriore rispetto alla rivelazione<br />

portata da Gesù; non si aggiunge ad essa. La compie. Ne è una componente<br />

essenziale. In effetti, la rivelazione non attinge il suo termine se non quando è<br />

divenuta effettivamente luce e vita nel cuore dei credenti 400 .<br />

Lo Spirito santo svolge un ruolo molto importante in tutta la missione di<br />

Gesù: gli rende testimonianza. Il Battista riconosce Gesù a causa dello<br />

Spirito che discende e rimane su di lui e promette che egli battezzerà con lo<br />

Spirito santo (1,32-34). Lo Spirito è presente nella vita pubblica di Gesù:<br />

egli riceve (o dà?) lo Spirito senza misura (3,34), le sue parole sono «spirito<br />

e vita» (6,63). Durante la sua missione terrena però Gesù non dà ancora lo<br />

Spirito, perché non è stato ancora glorificato (7,39). Lo dona proprio<br />

nell’Ora della sua glorificazione, sulla croce, con l’ultimo respiro, in cui<br />

Giovanni vede il compimento di tutta l’opera di Gesù: VIhsou/j ei=pen(<br />

Tete,lestai( kai. kli,naj th.n kefalh.n pare,dwken to. pneu/ma (19,30). Questo<br />

dono dello Spirito viene subito dopo simboleggiato nell’acqua che esce<br />

insieme col sangue dal costato aperto di Gesù (19,34-37). I discepoli,<br />

assenti sotto la croce, ricevono effettivamente lo Spitrito la sera della<br />

domenica di risurrezione, dalla bocca del Risorto il quale evnefu,shsen kai.<br />

le,gei auvtoi/j( La,bete pneu/ma a[gion (20,22). «L’invio e la condivisione dello<br />

Spirito, il quale ha parlato già mediante le parole del Gesù terreno, avviene<br />

solo mediante il Signore glorificato. Solo l’esaltazione del Verbo fatto carne<br />

400 D. MOLLAT, Giovanni maestro spirituale, Roma 1984, 53-55.<br />

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