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Disertace Brož - Theses

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conoscenza umana di Dio equivale alla fede in Dio, mentre di Gesù non si<br />

dice mai che crede in Dio. Semplicemente egli lo conosce. Come tale<br />

diventa il mediatore per gli uomini. Se sono disposti a credere in lui,<br />

possono conoscere Dio tramite lui. Tutti e due, i discepoli e il mondo,<br />

hanno a disposizione le parole e i segni di Gesù che rivelano il suo mistero,<br />

la sua gloria e la presenza del Padre in lui. Prima della Pasqua, però, questa<br />

conoscenza è molto limitata. Non solo perché la risurrezione è la prova più<br />

convincente della pretesa divina di Gesù, ma anche per altre due ragioni<br />

collegate con l’Ora di Gesù: 1) perché la rivelazione che Gesù realizza nella<br />

sua vita culmina, secondo Giovanni, proprio nell’Ora di sofferenza e di<br />

morte; 2) perché quest’Ora sarà anche il momento del dono dello Spirito il<br />

quale assicura la «condizione soggettiva» per accogliere la rivelazione di<br />

Gesù.<br />

a) L’Ora è il momento culminante della rivelazione del mistero di Gesù,<br />

del suo rapporto col Padre. Gesù, conoscendo la struttura psico-somatica<br />

dell’essere umano e la difficoltà, che ne deriva, di credere senza vedere dei<br />

segni (4,48), ha offerto come prova di credibilità le sue opere nelle quali si<br />

potevano riconoscere le opere del Padre stesso (cf. 5,36; 10,25.37-38).<br />

Anche nel suo insegnamento passava dal più semplice al più difficile,<br />

dall’evidente allo sconosciuto, dalle cose della terra a quelle del cielo. Ma<br />

tutto questo è risultato inutile: avmh.n avmh.n le,gw soi o[ti o] oi;damen lalou/men<br />

kai. o] e`wra,kamen marturou/men( kai. th.n marturi,an h`mw/n ouv lamba,neteÅ eiv ta.<br />

evpi,geia ei=pon u`mi/n kai. ouv pisteu,ete( pw/j eva.n ei;pw u`mi/n ta. evpoura,nia<br />

pisteu,seteÈ (3,11-12: Amen, amen, ti dico: noi parliamo di ciò che<br />

sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo visto e voi non accogliete la<br />

nostra testimonianza. Se vi ho detto cose terrene – e non credete, come<br />

crederete qualora vi dica cose celesti?). Tou/to u`ma/j skandali,zeiÈ eva.n ou=n<br />

qewrh/te to.n ui`o.n tou/ avnqrw,pou avnabai,nonta o[pou h=n to. pro,teronÈ (6,61-62:<br />

Questo vi scandalizza? E qunado vedrete il Figlio dell’uomo ascendere là<br />

dove era prima?). Se questo procedimento più semplice non funziona, allora<br />

Gesù ne sceglie un altro, molto drastico, con una minima probabilità di<br />

riuscita: {Otan u`yw,shte to.n ui`o.n tou/ avnqrw,pou( to,te gnw,sesqe o[ti evgw, eivmi<br />

(8,28: Quando innalzerete il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che IO<br />

SONO). Se per conoscere chi è Gesù non hanno aiutato i suoi segni, allora<br />

deve aiutare la croce. Se il mondo non l’ha riconosciuto nella sua potenza,<br />

deve ora conoscerlo nella sua debolezza. La croce è la più grande delle<br />

ironie di Giovanni: ciò che Gesù non è riuscito a compiere con la sua<br />

azione, lo compie attraverso la sua passione. Innalzato dalla terra attira tutti<br />

a sé (12,32). Anche per i discepoli l’Ora è una svolta, come si è già visto.<br />

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