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Disertace Brož - Theses

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è e fa, parla del Padre. Gesù lo rivela con le sue parole (8,28) e con le opere<br />

(5,36; 10,25.37-38), che, accolte con la disponibilità a credere, possono<br />

condurre fino alla conoscenza della suprema verità. Le opere di Gesù hanno<br />

la funzione rivelatoria, sono chiamate «segni», in quanto indicano e si<br />

riferiscono ad una realtà superiore: la sua divinità.<br />

Un ruolo non trascurabile nell’opera rivelatoria di Gesù, lo svolge anche<br />

la sua straordinaria conoscenza degli uomini; anch’essa è un «segno»: rivela<br />

che egli è onnisciente quanto Dio stesso. Conoscendo gli uomini, Gesù fa<br />

conoscere se stesso, il mistero della sua persona, rivela la sua divinità,<br />

sempre in rapporto a quella del Padre. In tal modo questa conoscenza degli<br />

uomini è in funzione della sua missione di rivelatore, in quanto lo legittima<br />

come uno che è mandato da Dio. Mediante questa conoscenza Gesù infatti<br />

attira su di sé l’attenzione degli uomini, desta il loro stupore e porta alcuni<br />

alla fede 397 . I dicepoli, impressionati da questa sua conoscenza, arrivano alla<br />

convinzione che Gesù viene da Dio, dunque toccano il cuore del suo<br />

mistero: nu/n oi;damen o[ti oi=daj pa,nta kai. ouv crei,an e;ceij i[na ti,j se evrwta/|\ evn<br />

tou,tw| pisteu,omen o[ti avpo. qeou/ evxh/lqej (16,30). La conoscenza straordinaria<br />

che Gesù ha degli uomini è un segno della sua onniscenza in generale, della<br />

onniscienza la cui possibilità più alta è la conoscenza di Dio, la quale a sua<br />

volta è presupposto della sua missione rivelatore.<br />

Sia per i discepoli che per il mondo Gesù rappresenta l’unica possibilità<br />

di conoscere Dio. Mentre per Gesù Dio è accessibile immediatamente, per<br />

gli uomini la conoscenza di Dio dipende dalla fede in Gesù 398 . La<br />

397 Natanaele, dopo aver sperimentato la conoscenza meravigliosa di Gesù, gli<br />

domanda, tutto stupito: Po,qen me ginw,skeij (1,48) e diventa suo discepolo. Gesù,<br />

sapendo tutto, non ha bisogno di esser informato riguardo agli uomini: auvto.j ga,r<br />

evgi,nwskwn ti, h=n evn tw/| avnqrw,pw| (2,25). Per la Samaritana la svolta decistiva avviene nel<br />

momento in cui Gesù dimostra di conoscere la sua vita personale; da quel momento la<br />

donna apre gli occhi, riconosce in Gesù il Messia e subito diventa la sua apostola (4,16-<br />

29). Gesù sa che nel cuore dei Giudei non c’è l’amore di Dio (5,42). Conosce<br />

l’intenzione dei Galilei di rapirlo e farlo re (6,15). In se stesso riconosce il mormorio dei<br />

discepoli (6,61) e sin dall’inizio sa quanti non credono e chi lo tradirà (6,64; cf. 13,11).<br />

Conosce quelli che si è scelto (13,18). Riconosce che lo vogliono interrogare (16,19).<br />

Nella scena finale (21,15-17) Pietro fa del fatto che Gesù lo conosce il contenuto della<br />

sua confessione di fede (Ku,rie( pa,nta su. oi=daj), strettamente unita alla confessione<br />

d’amore, e la garanzia del suo amore verso il Maestro: Pietro, dovendo confessare di<br />

amare Gesù, non si può richiamare alla sua convinzione o esperienza personale (esse<br />

l’hanno tradito nel suo rinnegamento), si richiama invece esclusivamente alla<br />

conoscenza che Gesù ha di lui.<br />

398 Per approfondire questo punto cf. H. SCHLIER, «Glauben, Erkennen, Lieben nach<br />

dem Johannesevangelium», in Besinnung auf das Neue Testament, 279-293.<br />

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