Disertace Brož - Theses

sempre fraintendono ciò che egli vuole dire loro riguardo al mistero della
sua persona e del Padre che egli rivela 393 . Non solo Dio e Gesù sono
l’oggetto dell’ignoranza di chi è dal mondo, ma lo è anche lui stesso,
l’uomo ignorante, e la direzione di via della sua propria vita: o` peripatw/n evn
th/| skoti,a| ouvk oi=den pou/ u`pa,gei (12,35). L’ignoranza del mondo non è
causata dalla mancante capacità di comprendere, ma dalla mancante
disposizione della volontà; è il problema spirituale-morale. L’ignoranza del
mondo infatti non porta a una curiosità, a una voglia maggiore di sapere. Il
mondo «sa», vale a dire pretende di sapere. Ironicamente i Giudei ignoranti
si armano contro gli attacchi della verità con il loro stereotipo h`mei/j oi;damen
(6,42; 7,27; 9,24.29; cf. 8,52.55). Quando la verità si fa troppo evidente il
mondo reagisce con agressività: i Giudei perseguiteranno Gesù e i
discepoli, perché non hanno conosciuto né Dio né Gesù (15,21; 16,2).
Eppure il mondo rimane il destinatario dell’opera rivelatoria di Gesù. Alla
fine il mondo deve conoscere… (14,31; 17,23).
Non solo il mondo degli avversari di Gesù, chiuso alla verità, ma anche
gli uomini apperti alla grazia della verità condividono col mondo la comune
ignoranza di partenza. Giovanni Battista, rendendo testimonianza a Gesù
davanti ai suoi discepoli, dice: me,soj u`mw/n e[sthken o]n u`mei/j ouvk oi;date
(1,26). Ma persino lui stesso deve confessare: kavgw. ouvk h;|dein auvto,n
(1,31.33). La sua ignoranza però è intrinsecamente legata alla sua
testimonianza: evidenzia che la verità su Gesù non proviene dallo spirito
umano, ma dalla rivelazione divina, è di origine soprannaturale (1,33).
Perciò anche i discepoli di Gesù, se abbandonati alle proprie capacità, non
possono che fraintendere 394 . E anche quando pretendono di sapere, spesso si
sbagliano 395 . Eppure Gesù stesso attribuisce ai suoi discepoli una
393 Nelle dispute con Giudei Gesù sempre torna alla loro ignoranza: u`mei/j de. ouvk
oi;date po,qen e;rcomai h' pou/ u`pa,gw (8,14); ou;te evme. oi;date ou;te to.n pate,ra mou (8,19); ouvk
e;gnwsan o[ti to.n pate,ra auvtoi/j e;legen (8,28); th.n lalia.n th.n evmh.n ouv ginw,skete (8,43);
ouvk evgnw,kate auvto,n (8,55); evkei/noi de. ouvk e;gnwsan ti,na h=n a] evla,lei auvtoi/j (10,6).
394 Non conoscono il cibo di Gesù (4,32), non capiscono la portata messianica della
venuta di Gesù a Gerusalemme (12,16), Pietro non capisce il senso della lavanda dei
piedi, però Gesù gli promette che lo conoscerà più tardi (13,7), nessuno comprende
l’ordine di Gesù dato a Giuda (13,28). Tommaso confessa a nome di tutti: Ku,rie( ouvk
oi;damen pou/ u`pa,geij (14,5), e tutti un po’ dopo: ouvk oi;damen ti, lalei/ (16,18).
395 Pietro confessa a nome di tutti i Dodici di aver creduto e conosciuto che Gesù è il
«Santo di Dio», ignorando che uno di loro è diavolo (6,69-70). E persino quando alla
fine tutti i discepoli arrivano ad una conoscenza matura e oggettivamente esatta di Gesù
– nu/n oi;damen o[ti oi=daj pa,nta kai. ouv crei,an e;ceij i[na ti,j se evrwta/|\ evn tou,tw| pisteu,omen
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