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Disertace Brož - Theses

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tutto ciò che Gesù fa sta un Altro, il Padre che l’ha mandato. Designando il<br />

Padre come o` pe,myaj me, Gesù esprime la sua dipendenza da lui e la sua<br />

sottomissione a lui 384 . Ma ci sono anche delle ricorrenze di o` pe,myaj me dove<br />

si afferma piuttosto che Gesù ha la stessa dignità del Padre 385 . Questa gli<br />

appartiene sia a causa dell’invio con autorità, sia in forza del suo stato<br />

precedente in cui stava presso il Padre e che è punto di partenza per l’invio.<br />

In ogni caso Gesù, in quanto mandato dal Padre, lo rappresenta con la sua<br />

stessa autorità.<br />

Anche il verbo pe,mpw è collegato con l’idea del fine della missione di<br />

Gesù. In 6,38 Gesù esprime la volontà di o` pe,myaj me: Gesù non deve<br />

perdere nessuno di quanti gli ha dati, ma risuscitarli nell’ultimo giorno. In<br />

9,4 Gesù parla delle opere che deve compiere per incarico del Padre, in<br />

12,49 parla di quanto ha da parlare. In 12,45 Gesù esprime il fine ultimo<br />

della sua missione: che l’uomo possa vedere Colui che l’ha mandato (cf.<br />

14,7.9; 17,3).<br />

Possiamo dunque concludere che Giovanni, usando i verbi avposte,llw e<br />

pe,mpw per parlare del fine della missione di Gesù, l’esprime nei termini<br />

delle parole e delle opere che Gesù compie per la salvezza del mondo,<br />

definita come la vita eterna, la risurrezione e la visione di Dio.<br />

Ci sono tanti altri passi nel Quarto Vangelo in cui Gesù parla del fine<br />

della sua vita terrena e della sua opera senza adoprare i verbi di «mandare».<br />

Talvolta usa il verbo «venire» (nel mondo), talvolta il verbo «cercare». È<br />

impossibile menzionare qui tutte le ricorrenze al riguardo, mi limito perciò<br />

solo a presentare le categorie di tali asserzioni. Dunque alla domanda<br />

perché Gesù sia venuto nel mondo, che fine e senso abbia la sua esistenza,<br />

Giovanni risponde: per compiere la volontà di Dio, la sua opera (4,34), per<br />

glorificare il Padre (12,27-28); in ciò si compie anche la sua propria gloria<br />

(13,31-32; 17,1). Glorificare il Padre, compiendo la sua opera, consiste nel<br />

rivelare il suo nome agli uomini. La rivelazione è il concetto centrale che<br />

indica il fine della vita e dell’opera di Gesù: viene espresso non solo con i<br />

verbi di far conoscere o mostrare, ma anche con i concetti di luce e verità.<br />

384 Gesù cerca la volontà del Padre (4,34; 5,30; 6,38), deve compiere le sue opere<br />

(9,4); è sua la dottrina di Gesù (7,16), la sua parola (14,24), perché gli ha dato il<br />

comando di come parlare (12,49), è lui che rende testimonianza a Gesù (5,37; 8,18), è<br />

con Gesù (8,16.29) e Gesù se ne va verso di lui (7,33; 16,5).<br />

385 Chi non onora il Figlio non onora nemmeno il Padre (5,23); ascoltare la parola di<br />

Gesù e credere a Colui che l’ha mandato hanno per l’uomo lo stesso effetto: la vita<br />

eterna (5,24); tutte e due, il Padre e Gesù, rendono la comune testimonianza a Gesù<br />

(8,18); chi crede o vede Gesù crede e vede Colui che l’ha mandato (12,44-45),<br />

accogliere Gesù significa accogliere Colui che l’ha mandato (13,20).<br />

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