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Disertace Brož - Theses

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conosce anche se stesso, poiché conosce Dio come Padre. Conoscere Dio<br />

come padre significa riconoscersene figlio. Gesù conosce il Padre che gli<br />

sta di fronte e nello stesso momento riconosce in sé lo stesso essere, la<br />

stessa vita, la stessa potenza e la stessa gloria che ha il Padre il quale gli<br />

dona tutto quanto. Gesù conosce Dio come Padre, il Donatore della vita al<br />

Figlio, come Colui che ha il Figlio, che con tutto il suo essere è eternamente<br />

rivolto al Figlio nell’atto di donare la vita. Gesù dunque nello stesso atto di<br />

conoscere conosce il Padre e riconosce se stesso come suo Figlio, perché<br />

conosce Dio proprio come Padre. Essere figlio significa essere dal padre.<br />

Gesù è il Figlio in quanto è dal Padre e si riconosce ciò che è, il Figlio, in<br />

quanto conosce il Padre. Conoscere il Padre da parte di Gesù significa<br />

essere aperto e accogliente per il Padre, accettarlo nella sua paternità, cioè<br />

nell’atto di donare la vita. Conoscere il Padre dunque significa accettare la<br />

vita che il Padre dona e dunque essere suo Figlio. L’essere filiale è l’essere<br />

ricevuto dal Padre. Ricevere la vita dal Padre è conoscere il Padre. Il<br />

conoscere il Padre e l’essere Figlio, cioè l’essere dal Padre, si identificano<br />

pienamente.<br />

Gesù è in quanto conosce Dio e in quanto è da lui. Da qui deriva la sua<br />

imparagonabile autocoscienza (espressa tra l’altro con il suo evgw, eivmi,<br />

ripetuto più volte) che stupisce tanto i Giudei e implica la pretesa di<br />

divinità, ma anche, nello stesso tempo, la sua perfetta umiltà, siccome la sua<br />

autocoscienza non è fondata nel suo essere in sé, ma nel suo essere da un<br />

Altro, dal Padre. In Gesù l’autocoscienza si identifica con la conoscenza<br />

della sua origine e del suo fine nel Padre. Gesù è l’unico degli uomini che<br />

conosca se stesso, che possa testimoniare di se stesso, perché sa donde<br />

viene e dove va: avlhqh,j evstin h` marturi,a mou( o[ti oi=da po,qen h=lqon kai. pou/<br />

u`pa,gw\ u`mei/j de. ouvk oi;date po,qen e;rcomai h' pou/ u`pa,gw (8,14).<br />

La conoscenza di Dio da parte di Gesù la quale fonda l’essere divino di<br />

quest’ultimo, non è una conoscenza astratta, impersonale. Gesù conosce<br />

Dio non come un essere assoluto, perfetto, immobile…, ma come una<br />

persona alla quale è legato con un intimo rapporto. È una conoscenza<br />

personale e personalizzante, fa parte della relazione personale tra Gesù e il<br />

Padre. Il contenuto di questa conoscenza è la persona, il Padre. L’atto della<br />

conoscenza è l’atto personale di apertura, di accoglienza e d’adorazione.<br />

L’esito di questa conoscenza è l’autocoscienza del Figlio di Dio. Con il<br />

concetto «Figlio» Giovanni «caratterizza l’unico rapporto di Gesù con Dio,<br />

col “Padre”, la sua origine da lui, il suo legame, anzi l’unità con lui, e ciò<br />

non solo in rapporto alla sua opera, ma anche in rapporto alla sua<br />

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