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Disertace Brož - Theses

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o`ra,w, ble,pw e avkou,w. Non si tratta certamente di una percezione fisica,<br />

dato che l’oggetto di tale percezione è proprio Dio che – in quanto<br />

«spirito» (4,24) – non si può vedere (1,18). Si tratta comunque di una<br />

percezione intensa e reale. Rispetto a un più astratto «conoscere», il<br />

«vedere» e l’«ascoltare» esprimono forse una percezione più concreta,<br />

immediata e personale. Comunque sia, Giovanni usa questi verbi in un<br />

modo che ci permette di ritenerli per sinonimi dei verbi di conoscenza.<br />

1) o`ra,w: Nel dialogo con Nicodemo Gesù dice: o] oi;damen lalou/men kai. o]<br />

e`wra,kamen marturou/men (3,11: Parliamo di ciò che sappiamo e<br />

testimoniamo quanto abbiamo visto), mettendo in parallelo la conoscenza e<br />

la visione. Da notare è anche la connessione causale tra l’esperienza di<br />

conoscere-vedere e l’azione di parlare-testimoniare nella quale sussiste il<br />

nucleo essenziale della missione di Gesù.<br />

Più avanti, nel discorso eucaristico, Gesù esplicita un principio generale<br />

che però vale in senso pieno soltanto per lui: o` w'n para. tou/ qeou/( ou-toj<br />

e`w,raken to.n pate,ra (6,46: Colui che è da Dio, lui ha visto il Padre). Qui la<br />

possibilità di vedere il Padre è condizionata dall’essere da Dio. È un<br />

importante parallelo di 7,29.<br />

In 8,38 Gesù insiste sull’origine divina della sua parola che ha la potenza<br />

di rendere liberi quanti rimangono in essa: a] evgw. e`w,raka para. tw/| patri.<br />

lalw/ (Ciò che ho visto presso il Padre, lo dico). Anche qui c’è un nesso<br />

chiaro tra l’esperienza del Padre e la missione definita come il parlare.<br />

2) ble,pw: Difendendo la sua pretesa di poter operare di sabato come il<br />

Padre, interpretata dai Giudei come la pretesa di uguaglianza con Dio<br />

(5,17s.), Gesù insiste sulla sua dipendenza dal Padre in tutto ciò che fa: ouv<br />

du,natai o` ui`o.j poiei/n avfV eàutou/ ouvde.n eva.n mh, ti ble,ph| to.n pate,ra poiou/nta\<br />

a] ga.r a'n evkei/noj poih/|( tau/ta kai. o` ui`o.j o`moi,wj poiei/ (5,19: Il Figlio non può<br />

fare niente da se stesso, se non ciò che vede il Padre fare. Infatti, ciò che lui<br />

fa, il Figlio lo fa ugualmente). Il Figlio si ispira all’opera del Padre. Da se<br />

stesso non può fare niente. Il collegamento del suo operare con quello del<br />

Padre avviene mediante la visione. Ma lo stesso collegamento di<br />

dipendenza causa anche l’ugualglianza: il Figlio fa letteralmente o`moi,wj<br />

quanto fa il Padre.<br />

3) avkou,w: La stessa idea come in 5,19, Gesù l’esprime un po’ più avanti,<br />

sostituendo il verbo vedere con quello ascoltare: Ouv du,namai evgw. poiei/n avpV<br />

evmautou/ ouvde,n\ kaqw.j avkou,w kri,nw( kai. h` kri,sij h` evmh. dikai,a evsti,n( o[ti ouv<br />

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