Disertace Brož - Theses

«condurrà in tutta la verità», prendendo da ciò che è di Gesù e glorificandolo
(16,13-15). R.E. Brown vede l’accenno allo Spirito santo anche nell’amore
che deve dimorare, come Gesù stesso, nei discepoli 360 . In 17,26 Gesù non
dice che a manifestare il nome del Padre sarà il Paraclito, ma lui stesso. «È
però chiaro che lo fa mediante lo Spirito, mediante il quale continua ad
essere presente e vicino nella sua comunità» 361 . Ma perché allora Gesù non
nomina il Paraclito, se lo ha menzionato più volte nei discorsi d’addio? A
questa domanda è Ulrich Wilckens che dà una risposta molto illuminata: 362
In questa preghiera si ritrovano tutti i pensieri e i motivi dei discorsi di
commiato – tranne la promessa dell’invio dello Spirito. Ciò si spiega con lo
scopo teologico della preghiera: tutte le affermazioni si concentrano sulla
circostanza che i discepoli di Gesù che restano sulla terra, vengono resi
partecipi del rapporto perfetto tra Padre e Figlio. Come questo avvenga – cioè
mediante l’opera dello Spirito in e tra loro – resta fuori dall’orizzonte della
preghiera. Nei dialoghi con i discepoli, resi inquieti dal distacco, la promessa
della venuta dell’«altro difensore» in sua vece aveva una funzione importante –
tanto che Gesù, parallelamente alla venuta del Paraclito, aveva parlato loro
anche della sua venuta. Lo Spirito trasmette loro la vicinanza con lui innalzato,
nella loro condizione di lontananza da lui. L’intercessione di Gesù per i suoi in
terra è la premessa dell’invio dello Spirito.
360 R.E. BROWN, The Gospel according to John XIII-XXI, 781: «If the last two lines of
26 are compared, it will be noted that the presence of Jesus in the Christian stands in
parallelism with the presence of the love of God in the Christian. This means that Jesus’
presence is dynamic, expressive of love and expressed in love. The medieval scholar
Rupert of Deutz (…) identifies the indwelling love described in 26c (“the love you have
for me”) as the Holy Spirit – clearly a reflection of later Trinitarian theology where the
Spirit is the love between the Father and the Son».
361 R. SCHNACKENBURG, Das Johannesevangelium, III, 225: «Doch es ist klar, dass er
dies durch den Geist tut, durch den er seiner Gemeinde weiter gegenwärtig und nahe ist».
362 U. WILCKENS, Das Evangelium nach Johannes, 268: «Alle wesentlichen Gedanken
und Motive der Abschiedsreden finden sich in diesem Gebet wieder – außer der
Verheißung der Sendung des Geistes. Dies erklärt sich aus dem theologischen Ziel des
Gebets: Alle Aussagen konzentrieren sich hier darauf, dass die Jünger Jesu, die auf der
Erde zurückbleiben, an dem vollendeten Verhältnis zwischen Vater und Sohn Anteil
erhalten. Wie dies geschieht – nämlich durch das Wirken des Geistes in und unter ihnen –
fällt außerhalb des Blickwinkels dieses Gebetes. In den Gesprächen mit seinen Jüngern in
ihrer Abschieds-Irritation hatte die Verheißung des Kommens des “anderen Anwalts” an
seiner Statt ihren wichtigen Platz – freilich auch dort so, dass Jesus parallel dazu von
seinem eigenen Kommen zu ihnen gesprochen hat. Der Geist vermittelt ihnen die Nähe
zu ihm als Erhöhtem in ihrer Situation irdischer Entferntheit von ihm. Die Fürbitte Jesu
für die Seinen auf Erden ist die Voraussetzung der Sendung des Geistes» (trad. it. Il
vangelo secondo Giovanni, 338).
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