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Disertace Brož - Theses

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17. «Quelle due preghiere sono dunque “preludi” di questa preghiera finale<br />

con cui Gesù conclude la sua missione» 357 .<br />

Alcuni autori, tra cui A. Poppi, osservano che vi è un’altra inclusione, più<br />

grande di quella dei discorsi d’addio, che abbraccia tutto il vangelo dal<br />

Prologo fino alla «preghiera sacerdotale». Tra queste due pagine si trovano<br />

parecchi parallelismi: «Gesù Cristo» (1,17; 17,3: si trova in tutto il Quarto<br />

Vangelo solo qui!), preesistenza, la gloria di Dio e di Gesù contemplata dai<br />

discepoli, la verità, la vita, la fede dei discepoli e l’incredulità del mondo 358 .<br />

Ulrich Wilckens rileva l’importanza di quest’inclusione: 359<br />

Nella struttura complessiva del vangelo di Giovanni, il prologo e questa<br />

preghiera hanno una rilevanza essenziale. Sono come i due piloni portanti di un<br />

ponte. Il prologo descrive il «punto di partenza» del percorso della missione di<br />

Gesù, la grande preghiera il «punto d’arrivo». A questa situazione corrisponde<br />

il particolare linguaggio teologico liturgico dei due brani.<br />

Rilegendo la pericope conclusiva della preghiera di Gesù nel contesto di<br />

tutto il Quarto Vangelo, possiamo determinare con più sicurezza il senso di<br />

alcune locuzioni di Gesù in questa pericope. Si tratta prima di tutto<br />

dell’espressione o[pou eivmi. evgw, e della visione della do,xa eterna di Gesù.<br />

Egli esprime il desiderio che i suoi discepoli siano con lui, senza menzionare<br />

un preciso momento in cui ciò dovrebbe compiersi. Dalla pericope 17,24-26<br />

non risulta univocamente se si tratta della gloria eterna o di un momento<br />

entro la storia e la vita dei discepoli. Ora il contesto più largo può fornirci<br />

degli elementi per la risposta a questa domanda. Da una parte troviamo dei<br />

testi in cui Gesù dice di rimanere ancora solo per poco con gli uomini e di<br />

andarsene da colui che l’ha mandato: «Voi mi cercherete, e non mi troverete.<br />

E dove sono io, voi non potrete venire» (7,34; 8,21). Quest’impossibilità di<br />

essere con lui, Gesù la predice ai Giudei increduli. Si potrebbe perciò<br />

pensare che Gesù intenda dire che la sua partenza cambierà il modo della<br />

sua presenza in maniera che gli increduli non la percepiscano più, mentre<br />

sarà sempre accessibile ai discepoli: «Poco ancora e il mondo non mi vedrà<br />

357 U. WILCKENS, Das Evangelium nach Johannes, 258: «So sind jene beiden Gebete<br />

“Präludien” dieses Schlussgebetes Jesu, mit dem er seine Sendung beschließt» (trad. it. Il<br />

vangelo secondo Giovanni, 325).<br />

358 Cf. A. POPPI, Sinossi dei Quattro vangeli, 514.<br />

359 U. WILCKENS, Das Evangelium nach Johannes, 259: «Der Prolog und dieses Gebet<br />

haben im Gesamtaufbau des Joh zentrale Bedeutung. Sie sind wie die beiden<br />

Basiselemente einer Brücke. Wie der Prolog den “Ausgangspunkt” des Sendungsweges<br />

Jesu beschreibt, so das Gebet seinen “Zielpunkt”. Dem entspricht die besondere<br />

liturgisch-theologische Sprache dieser beiden Stücke» (trad. it. Il vangelo secondo<br />

Giovanni, 326-327).<br />

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