Disertace Brož - Theses

Chiesa non è una côterie dello gnosticismo che gode della conoscenza esoterica,
bensì una comunità dell’amore 351 .
Il fine ultimo di tutta l’opera di Gesù che egli chiede al Padre è
l’inabitazione di Gesù e dell’amore del Padre nei discepoli. In tal modo loro
diventano alla fine destinatari dell’amore di Dio, anche se, come già detto, in
questa pericope non si dice che Dio ama gli uomini. Loro ricevono l’amore
del Padre grazie a Gesù. «L’unico proprio oggetto dell’amore con cui il
Padre ama il Figlio è il Figlio, ed è perché Questi è nei discepoli e tra di
loro, che si può dire di loro che anch’essi godono di quest’amore» 352 .
4.5 Analisi pragmatica
La funzione pragmatica della preghiera sacerdotale può essere paragonata
all’efficacia della parola di Gesù data a Pietro nell’ultima cena nel vangelo
di Luca: «Simone, Simone, ecco Satana ha cercato di passarvi al vaglio
come il grano. Ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno»
(Lc 22,31-32). Gesù assicura Pietro che la sua debolezza è avvolta dalla
premura di Gesù e inserita nel rapporto tra Dio e Gesù che si esprime
appunto con la preghiera. Forse questa coscienza darà a Pietro, dopo il
rinnegamento, la forza di non chiudersi nella sua desolazione. Lo stesso vale
qui in Gv. Gesù nei discorsi d’addio ha predetto ai discepoli un futuro molto
travagliato, pieno di inimicizia del mondo, di persecuzioni e di morte
violenta. A Pietro ha predetto il suo triplice rinnegamento (13,38). Ora i
discepoli sanno che Gesù prega per loro, che loro stessi sono inclusi in
questa preghiera e dunque nel rapporto tra il Padre e il Figlio. Questo deve
dar loro conosolazione e forza: essi sentono dalla bocca di Gesù stesso la sua
decisa volontà di averli con sé nella gloria eterna. Li aspetta un futuro
meraviglioso! Con questa promessa si può sopportare molto nel tempo
presente. Inoltre Gesù dà loro l’assicurazione che fin d’ora sono degni della
vita eterna, sono approvati da lui, in quanto hanno conosciuto il mistero
della sua missione che è il riflesso del suo rapporto eterno d’amore col
351 C.K. BARRETT, The Gospel according to St John, 515: «It is impossible to draw a
sharp line between the two interpretations, and it may be said that each implies the other.
If we take the former it means that the love of God as an active divine principle is at work
within the heart of the Christian; but if this is so the same divine love cannot fail to be the
relation existing between those who are so inspired. Because the love of God is in them it
must needs be among them; and vice versa. The church is not a côterie of Gnostics
enjoying knowledge but a community of love».
352 C.K. BARRETT, The Gospel according to St John, 515: «The only proper object of
the love with which the Father loves the Son is the Son, and it is because he is in the
disciples, and in their midst, that they can be said to enjoy this love».
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