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Disertace Brož - Theses

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nei confronti di Dio e di chi Egli ha inviato: odia Gesù (7,7; 15,18), si chiude<br />

alla salvezza, diventando impotente a ricevere il Paraclito (14,17), a vedere<br />

Gesù (14,19) e a dare la vera pace (14,27). Questo mondo, sotto il dominio<br />

di o` a;rcwn tou/ ko,smou tou,tou (12,31; 14,30; 16,11), non ha speranza. Gesù<br />

non prega per esso (17,9). La salvezza non riguarda più questo mondo, ma<br />

solo coloro che «sono nel mondo» (17,11), che però Gesù ha eletto dal<br />

mondo (15,19) cosicché loro, come lui, non sono evk tou/ ko,smou (15,19;<br />

17,14.16), perché il Padre glieli ha dati evk tou/ ko,smou (17,6). Per questa<br />

ragione il mondo li odia come ha odiato lui (15,18.19; 17,14): saranno<br />

perseguitati, scomunicati, uccisi in onore di Dio (16,2), piangeranno e<br />

saranno tristi (16,20). Insomma, nel mondo avranno solo tribolazione<br />

(16,33), eppure Gesù non prega perché siano strappati dal mondo (17,15).<br />

La ragione di ciò sta nel fatto che il mondo creato-umano, pur diventando<br />

sotto il dominio del maligno un mondo di peccato, rimane pur sempre il<br />

mondo che Dio ha tanto amato da mandare il suo Figlio unigenito (3,16) per<br />

togliere il peccato del mondo (1,29). È sempre un mondo da salvare. E i<br />

discepoli non solo non devono essere tolti dal mondo, ma persino sono<br />

mandati nel mondo, allo stesso modo e in continuazione dell’invio di Gesù<br />

da parte del Padre (17,18; 20,21). Il mondo, che non ha conosciuto Dio<br />

(17,25), deve aprire gli occhi. Perciò Gesù affronta la passione con il fine<br />

i[na gnw/| o` ko,smoj o[ti avgapw/ to.n pate,ra (14,31); per la stessa ragione Gesù<br />

prega per il compimento della sua opera nei discepoli, per la loro unità, i[na o`<br />

ko,smoj pisteu,h| o[ti su, me avpe,steilaj (17,21), i[na ginw,skh| o` ko,smoj o[ti su, me<br />

avpe,steilaj kai. hvga,phsaj auvtou.j kaqw.j evme. hvga,phsaj (17,23). I discepoli<br />

vengono corroborati nella loro missione con l’assicurazione di Gesù che il<br />

principe di questo mondo è già stato condannato (16,11) e lui, Gesù, ha già<br />

vinto il mondo (16,33).<br />

4.4 Analisi narrativa<br />

Nella conclusione della sua preghiera (17,24-26) Gesù menziona quattro<br />

personaggi: il Padre, se stesso, «loro», cioè i suoi discepoli o forse anche<br />

coloro che crederanno per mezzo della loro parola (v. 20), e il mondo.<br />

Siccome tutto si svolge dentro il discorso di Gesù, tutti gli attori hanno il<br />

ruolo che Gesù attribuisce loro.<br />

Il Padre, cui Gesù si rivolge in tutta la preghiera, è descritto sempre in<br />

rapporto a Gesù, l’unico destinatario di tutte le sue azioni, che sono ormai<br />

kri,sij (3,19). Così il Figlio, che non è stato mandato per giudicare il mondo ma per<br />

salvarlo (3,17; 12,47), essendo «il salvatore del mondo» (4,42), deve alla fine annunciare<br />

il giudizio sul mondo (9,39; 12,31).<br />

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