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Disertace Brož - Theses

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Anche questo verbo appartiene ai concetti fondamentali della teologia<br />

giovannea.<br />

Il donatore per eccellenza è Dio, il Padre, che è soggetto del verbo almeno<br />

35 volte 308 . Il primo destinatario dei suoi doni è il Figlio, Gesù. Il Padre gli<br />

dà tutta la gamma dei doni 309 . È sigificativo che il Figlio è per il Padre il<br />

destinatario primario dei suoi doni, ma non viceversa il Padre per il Figlio! Il<br />

Padre dona al Figlio tutto, del Figlio invece non si dice mai di dare qualcosa<br />

al Padre. Con il verbo di,dwmi Giovanni mostra il rapporto tra il Padre e il<br />

Figlio come un rapporto polarizzato: il Padre è assolutamente donatore, il<br />

Figlio ricevente.<br />

Non solo il Figlio, ma anche gli uomini e il mondo sono destinatari dei<br />

doni del Padre, tra i quali il dono dei doni è il Figlio unigenito stesso (3,16),<br />

il «pane del cielo» (6,31.32) 310 . Gesù come dono per eccellenza del Padre<br />

dona a sua volta agli uomini i suoi doni che prefigurano, riflettono,<br />

contengono o suppongono il dono di se stesso, della sua prorpia vita 311 . Ciò<br />

308 In due altri casi (3,34; 7,39) il soggetto è discusso, lo può essere sia il Padre che il<br />

Figlio. Tutti e due i casi riguardano il dono dello pneu/ma, che viene dato «senza misura»<br />

(3,34), ma non prima della glorificazione di Gesù (7,39). È vero che il Padre è, in Gv,<br />

l’unico soggetto esplicito di di,dwmi con pneu/ma come complemento (14,16). Dall’altra<br />

parte lo stesso pneu/ma è «mandato» sia dal Padre (14,26: nel nome di Gesù!; 15,26) che<br />

dal Figlio (15,26; 16,7). Quando i discepoli ricevono effettivamente lo pneu/ma, allora è<br />

Gesù risorto che glielo dona (20,22).<br />

309 Il Padre gli ha dato complessivamente pa,nta (3,5; cf. 6,39; 13,3; 17,7) o pa/n inteso<br />

nel senso personale, cioè «ognuno» (6,37; 17,2), gli uomini (o pecore) (6,37; 10,29;<br />

17,6.9.24; 18,9) e l’evxousi,a su di loro (17,2), l’evxousi,a di fare la kri,sij (5,27), anzi la<br />

kri,sij stessa (5,22), ta. e;rga o to. e;rgon da compiere (5,36; 17,4), qualsiasi cosa gli<br />

chieda (11,22), l’evntolh, riguardo a che cosa dire (12,49), anzi ta. r`h,mata (17,8), il suo<br />

proprio o;noma (17,11.12), la sua do,xa (17,22.24) e finalmente to. poth,rion da bere<br />

(18,11). Detto brevemente, il Padre ha dato al Figlio la partecipazione a tutto quanto lui<br />

ha ed è, alla sua propria vita: w[sper ga.r o` path.r e;cei zwh.n evn e`autw/|( ou[twj kai. tw/|<br />

ui`w/| e;dwken zwh.n e;cein evn eàutw/| (5,26).<br />

310 Il Padre poi dà ad alcuni di poter venire a Gesù (6,65) e dà loro qualsiasi cosa gli<br />

chiedano nel nome di Gesù (15,16; 16,23) e il Paraclito (14,16). Tutto è il dono di Dio<br />

cosicché nessuno può ricevere niente, eva.n mh. h=| dedome,non auvtw/| evk tou/ ouvranou/ (3,27).<br />

Anche Pilato non avrebbe nessun potere se non gli fosse dedome,non a;nwqen (19,11).<br />

311 Gesù dona l’acqua viva (4,10.14.15), il pane moltiplicato (6,11), il cibo che<br />

permane per la vita eterna (6,27), il pane del cielo e in esso la sua propria carne<br />

(6,34.51.52; cf. 21,13), la vita eterna (10,28; 17,2), l’esempio da seguire (13,15), il nuovo<br />

comandamento di amore (13,34), la sua pace (14,27), le sue parole (17,8,14), la sua gloria<br />

(17,22). Un dono misteriosamente strano è il boccone dato a Giuda durante l’ultima cena<br />

con cui entra il Satana in lui (13,26). Una volta Gesù non dà qualcosa: la risposta a Pilato<br />

(19,9).<br />

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