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Disertace Brož - Theses

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Nel NT o;noma ricorre 230 volte, di cui 24 in Gv. Per quanto riguarda il<br />

nome di Dio, il NT segue l’AT. Anche qui vale che chi conosce il nome di<br />

Dio, conosce Dio stesso, o meglio quanto Dio gli rivela di se stesso. Questa<br />

rivelazione di Dio nel NT è data in Gesù Cristo. Gli autori neotestamentari,<br />

soprattutto Luca negli Atti e Giovanni, usano volentieri l’espressione «il<br />

nome di Gesù» che viene equiparata al «nome di Dio» nell’AT. Gesù è la<br />

rivelazione di Dio e la presenza concreta di Dio in mezzo al suo popolo.<br />

Similmente come «il nome di Dio» nell’AT equivaleva a Dio stesso,<br />

esattamente così succede col «nome di Gesù» nel NT 303 .<br />

Giovanni usa o;noma per lo più in riferimento al Padre (8 volte) e a Gesù<br />

(12 volte) 304 . Per quanto riguarda il nome di Dio, esso fa alcune volte parte<br />

della costruzione evn tw|/ ovno,mati. Gesù, per rivendicare la sua unità con Dio,<br />

afferma di esser venuto nel nome del Padre (5,43) e di fare nel suo nome le<br />

sue opere (10,25). La gente lo accoglie a Gerusalemme acclamando (una<br />

citazione del Salmo 118): euvloghme,noj o` evrco,menoj evn ovno,mati kuri,ou<br />

(12,13). Gesù, poi, chiede nella sua preghiera al Padre di conservare i suoi<br />

discepoli evn tw/| ovno,mati, sou (17,11), poiché Gesù, che li ha conservati evn tw/|<br />

ovno,mati, sou finché permaneva con loro (17,12), se ne va. Questo essere<br />

conservati nel nome del Padre significa «trovarsi nell’ambito dell’amore del<br />

Padre e del Figlio, stare nell’ambito di una potenza che protegge i discepoli<br />

da ogni pericolo esterno come un proprio possesso intoccabile e li unisce tra<br />

di loro» 305 .<br />

In tre ricorrenze Gesù collega o;noma del Padre con l’idea della gloria o<br />

della rivelazione. In 12,28 prega: pa,ter( do,xaso,n sou to. o;noma, mentre nella<br />

«preghiera sacerdotale» costata: VEfane,rwsa, sou to. o;noma toi/j avnqrw,poij…<br />

(17,6); evgnw,risa auvtoi/j to. o;noma, sou kai. gnwri,sw (17,26). Il compito di<br />

Gesù riguardo al nome del Padre è dunque doppio: glorificarlo e renderlo<br />

noto. In realtà si tratta dell’unico compito che Gesù compie con la sua<br />

propria glorificazione, dolorosa e cruenta, per cui la sua anima è turbata<br />

giudaica postesilica di accentuare la trascendenza di Dio e di delegare la sua opera agli<br />

esseri intermediari, alla sua parola, allo spirito ecc. Cf. H. BIETEMHARD, «o;noma», in<br />

ThWNT, V, 251-263.<br />

303 Cf. L. HARTMAN, «o;noma onoma Name», in EWNT, II, 1268-1277.<br />

304 Con o;noma Giovanni solo due volte indica semplicemente un nome personale,<br />

quello di Giovanni Battista (1,6) e di Nicodèmo (3,1) e una volta sta a esprimere il<br />

rapporto di intima conoscenza tra il pastore e le sue pecore che chiama kat’ o;noma (10,3).<br />

305 H. BIETENHARD, «o;noma», 271: « vEn tw/| ovno,mati erhalten werden, heißt in dem<br />

Liebesbereich des Vaters und des Sohnes. Das bedeutet, in dem Bereich einer Kraft zu<br />

stehen, die die Jünger nach außen als sein unantastbares Eigentum gegen alles Verderben<br />

schützt und sie in ihrem Verhältnis untereinander eint».<br />

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