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Disertace Brož - Theses

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Per quanto riguarda il genere letterario della preghiera, ossia la questione<br />

del modello che Giovanni abbia usato per creare quest’ultimo discorso di<br />

Gesù, Schnackenburg menziona come un’ipotesi possibile, senza<br />

condividerla lui stesso, l’opinione di alcuni studiosi secondo cui Giovanni si<br />

sia ispirato ai discorsi delle ultime parole di famosi personaggi<br />

dell’antichità. Esistono infatti parecchi discorsi di questo tipo, cosicché<br />

possiamo parlare di un genere letterario, di un «typus». Ma Gv 17 non è una<br />

glorificazione di un eroe come lo erano le ultime parole nell’antichità<br />

pagana 286 . Bisogna dunque cercare altrove, nella tradizione bibblica e<br />

giudaica. Secondo molti autori si trovano infatti diversi paralleli tra Gv 17 e<br />

l’AT. Giorgio Zevini nel suo commento spirituale al Quarto Vangelo scrive<br />

a proposito: «Far pregare un personaggio importante prima che questi vada<br />

incontro al suo destino finale ha un fondamento nella tradizione biblica: ad<br />

esempio la preghiera di Giacobbe (Gen 49), di Mosè (Dt 33), di Samuele<br />

(1Sam 12), di Paolo a Mileto (At 20,17-38)» 287 . Ma questi paralleli, a dire il<br />

vero, sono molto problematici. I discorsi di Samuele e di Paolo infatti non<br />

sono una preghiera, ma piuttosto un ammonimento, non sono indirizzati a<br />

Dio, ma agli uomini. Giacobbe e Mosè eprimono le loro benedizioni ai<br />

dodici figli/tribù d’Israele, non si tratta dunque nemmeno qui delle preghiere<br />

nello stesso senso come quella di Gesù in Gv. Similmente non vale l’ipotesi<br />

di Poppi al riguardo di Dt 32, perché anche questo discorso di Mosè è<br />

piuttosto un ammonimento al popolo. La sua seconda proposta invece, la<br />

preghiera di Davide in 1Cr 29,10-19, pur essenso soprattutto una lode,<br />

contiene alla fine anche un’intercessione per il popolo e per l’erede al trono,<br />

il figlio Salomone (vv. 18.19) 288 . Schnackenburg menziona alcuni paralleli<br />

più vicini che si trovano nella letteratura giudaica extrabiblica. Nel Libro dei<br />

Giubilei (1,19-21) Mosè, ancora sul monte Sinai, esprime un’intercessione<br />

in vista dei tempi futuri. Ma la preghiera di Gesù si distanzia assai da questa.<br />

Anche la letteratura ermetica conosce la preghiera del Redentore, ma quella<br />

è piuttosto un rendimento di grazie dei già redenti, non si parla dei fratelli<br />

ancora non iniziati, ignoranti. Secondo il genere letterario questa preghiera<br />

gnostica è qualcosa di diverso dall’intercessione per i suoi da parte di Gesù<br />

in Gv 17 289 . Il parallelo più vicino alla preghiera di Gesù in Gv 17 potrebbe<br />

essere invece il cosidetto «inno di giubilo» sinottico (Mt 11,25-27; Lc 10,21-<br />

22) che secondo Ulrich Wilkens tradisce «una così evidente affinità di<br />

286 Cf. R. SCHNACKENBURG, Das Johannesevangelium, III, 226.<br />

287 G. ZEVINI, Vangelo secondo Giovanni, II, Roma 6 1998, 196.<br />

288 Cf. A. POPPI, Sinossi dei Quattro vangeli, 514.<br />

289 Cf. R. SCHNACKENBURG, Das Johannesevangelium, III, 226-227.<br />

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