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Disertace Brož - Theses

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convergenza delle due conoscenze e la mediazione tra di esse. Gesù per<br />

primo conosce i suoi, loro lo conoscono invece in dipendenza dalla sua<br />

conoscenza di loro. La sua conoscenza di loro rappresenta un profondo<br />

interesse per loro, l’offerta della comunione che è l’iniziativa del tutto<br />

gratuita di lui e si rivela appunto nel dono della vita per loro. Ma proprio<br />

questo dono, vale a dire la morte di Gesù, lo fa conoscere a loro. La<br />

conoscenza di lui da parte dei discepoli deriva dal suo sacrificio della vita:<br />

«Da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli ha dato la sua vita per noi»<br />

(1Gv 3,16) 276 .<br />

La conoscenza mutua tra Gesù e i suoi viene paragonata alla conoscenza<br />

reciproca tra il Padre e Gesù. Ma non si tratta di un mero paragone. Infatti, la<br />

congiunzione kaqw,j significa non solo (così) come, ma anche secondo che e<br />

siccome 277 e in Gv spesso esprime non solo una somiglianza, un’analogia,<br />

ma anche giustificazione e causalità (15,9.10; 17,11.21.22). Anzi, «kaqw,j<br />

implica una partecipazione» 278 . La conoscenza di Gesù da parte del Padre e<br />

viceversa è per la conoscenza reciproca tra Gesù e i suoi non solo modello,<br />

ma anche fondamento 279 . I vv. 14-15 sono formati da un periodo un po’<br />

complicato, in cui l’affermazione della conoscenza mutua tra il Padre e Gesù<br />

è contenuta in una frase incisa inserita nel periodo principale che si occupa<br />

del rapporto tra Gesù e le sue pecore (cf. l’analisi sintattica). In tal modo<br />

l’affermazione di Gesù, di dare la vita per le pecore, non segue subito dopo<br />

la costatazione della conoscenza mutua tra lui e i suoi, bensì solo dopo il<br />

paragone con la conoscenza reciproca tra il Padre e Gesù. Così quest’ultima<br />

riceve la posizione centrale e fontale. Il dono di vita di Gesù deriva dalla<br />

mutua conoscenza tra il Padre e lui! «Poiché viene dopo l’affermazione della<br />

276<br />

H. VAN DEN BUSSCHE, Giovanni, 384: «La conoscenza reciproca raggiunge il suo<br />

punto culminante nella morte di Gesù (15,13-15). Perché nella morte di Gesù si realizza<br />

in pienezza ciò che il Padre voleva far conoscere mandandolo, ed è pure nella sua morte<br />

che viene sigillata la scelta delle pecore. Perché non è per un gregge già esistente che<br />

Gesù dà la sua vita. No, con la sua morte egli costituisce il gregge. La sua morte è l’atto<br />

che fonda il gregge, è la base della sua unità, è essa che dà l’impulso alla sua crescita».<br />

277<br />

Cf. W. RADL, «kaqw,j kathōs wie», in EWNT, II, 556-557.<br />

278<br />

D. MOLLAT, «Le Bon Pasteur», 33: «L’adverb kathôs – comme – implique une<br />

participation».<br />

279<br />

R. SCHNACKENBURG, Das Johannesevangelium, II, 374 parla del «archetipo»<br />

(Urmodell) e del «fondamento primario» (Urgrund). Similmente M. THEOBALD, Das<br />

Evangelium nach Johannes. Kapitel 1-12, 679: «Der Autor (…) sieht die personale<br />

Verbundenheit Jesu mit den Seinen in der entsprechenden Gemeinschaft von Vater und<br />

Sohn urbildlich grundgelegt. Denn das „Wie“ von V. 15a, das die beinden<br />

Aussagenreihen miteinander verbindet, will nicht einfach nur vergleichen bzw. eine<br />

Analogie feststellen, sondern hat darüber hinaus begründenden Sinn».<br />

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