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Disertace Brož - Theses

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esplicito, ma è comunque presente: nella promessa della preservazione dalla<br />

morte. Ora, nel c. 10 il tema della missione di Gesù è dominante. Gesù si<br />

presenta come il Buon Pastore che compie la sua missione, l’evntolh, datagli<br />

dal Padre, donando la sua vita per le pecore. Il dono della vita rivela non<br />

solo il modo di svolgere la missione, l’impegno personale, il suo fervore,<br />

che tanto contrasta la negligenza del mercenario, ma è il contenuto stesso<br />

della missione del Buon Pastore Gesù: per dare la vita ai suoi (v. 10) egli dà<br />

la sua propria vita. La sua conoscenza del Padre è ora inserita nel tema<br />

pastorale. Infatti, la conoscenza mutua tra il Padre e Gesù serve a chiarire il<br />

rapporto tra Gesù e i suoi. Rispetto alla conoscenza mutua tra Gesù e i suoi<br />

quella tra il Padre e Gesù è in un certo senso secondaria. Il tema<br />

fondamentale della pericope è il rapporto tra Gesù, il Buon Pastore, e le sue<br />

pecore.<br />

Questo rapporto tra Gesù e i soui viene caratterizzato dalla conoscenza<br />

mutua e dal dono della vita di Gesù. Sono due realtà inseparabili. La<br />

conoscenza di cui Giovanni parla non è «una conoscenza puramente<br />

intellettuale e nozionale; nel senso biblico “conoscere qualcuno” significa<br />

soprattutto avere un rapporto personale con lui, vivere in certo qual modo in<br />

comunione con lui» 273 . Questo è il senso del biblico ginw,skein, come hanno<br />

notato già gli antichi scrittori cristiani. Per esempio Origene: «Quando la S.<br />

Scrittura parla di quelli che vivono in stretto rapporto e in perfetta unione<br />

con qualcosa dice che conoscono questa cosa, perché sono interamente in<br />

comunione con essa». Oppure Teofilatto: «“Conoscere” può significare<br />

“sapere qualcosa” oppure “essere perfettamente uniti a qualcuno”» 274 . La<br />

conoscenza personale deve essere per la sua propria natura bilaterale: «Il<br />

ginw,skein non designa una conoscenza teorica-razionale, bensì un’unità<br />

personale secondo l’antico senso semitico, un conoscere che porta alla<br />

comunione. Perciò si può dire d’un fiato che anche le pecore lo conoscono.<br />

È infatti un legame mutuo...» 275 . È una comunione di amore, e l’amore si<br />

compie nel dono della vita. Il rapporto, fondato sulla conoscenza, benché sia<br />

reciproco, non è simmetrico. La conoscenza è mutua, vero, ma non il dono<br />

della vita, quello è la prerogativa del Pastore. Possiamo forse dire che il<br />

dono della vita per le pecore da parte del Buon Pastore è il punto di<br />

273 I. DE LA POTTERIE, «Il Buon Pastore», 102.<br />

274 Ambedue le citazioni sono riprese da I. DE LA POTTERIE, «Il Buon Pastore», 102.<br />

275 R. SCHNACKENBURG, Das Johannesevangelium, II, 373: «Das ginw,skein<br />

bezeichnet nicht eine theoretisch-rationale Erkenntnis, sondern im atl.-semitischen Sinn<br />

personale Verbundenheit, zur Gemeinschaft führendes Kennen. Darum kann es in einem<br />

Atemzug heißen, dass die Schafe auch ihn kennen. Es ist eine gegenseitige<br />

Verbundenheit».<br />

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