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Dopo l’inserzione dedicata alle altre pecore da condurre (v. 16) Gesù<br />
riprende il tema della consegna della sua vita, espresso già due volte in<br />
connessione con la sua identità di Buon Pastore. Adesso, nei vv. 17-18,<br />
l’espressione «dare la vita» ricorre ancora 3 volte, ma senza il complemento<br />
«per le pecore». Ora Gesù parla della consegna della sua vita non più in<br />
relazione alle pecore, ma in relazione al Padre: è un’espressione<br />
dell’obbedienza a colui che gli ha dato il comando di farlo. «Le osservazioni<br />
conclusive che finiscono in modo impressionante con il richiamo al<br />
comando del Padre, ricollegano tutte le dichiarazioni precedenti con il Padre.<br />
Lui sta dietro Gesù che come il pastore reale e vero viene alle pecore nel<br />
cortile» 257 . Infatti l’amore di Gesù per i suoi ha le sue radici più profonde nel<br />
suo rapporto con il Padre. Nel donare la sua vita Gesù non è determinato<br />
dagli uomini: né dalle pecore per cui la darà, né (anzi tanto meno) da coloro<br />
per le cui mani effettivamente la perderà: nessuno gli potrebbe togliere la<br />
vita, se non la volesse dare da se stesso.<br />
3.5 Analisi pragmatica<br />
Gesù definisce se stesso come il buon pastore e i discepoli come le sue<br />
pecore. Il primo compito del lettore è di riconoscersi in una pecora del Buon<br />
Pastore Gesù. Per i discepoli venuti dal giudaismo, dall’auvlh,, questo<br />
significa lasciarsi condurre da Gesù fuori (10,3) – il che può avere anche una<br />
forma concreta assai dura, quella di essere avposuna,gwgoj (9,22) – e seguirlo<br />
(10,4). Per i discepoli venuti dal paganesimo, che non sono «di quest’ovile»,<br />
significa ascoltare la sua voce e lasciarsi condurre in mi,a poi,mnh. Da tutti si<br />
esige di accettare umilmente il suo dono di vita «per le pecore», il suo amore<br />
crocifisso. Pietro vorebbe fare il contrario: dare la sua vita per Gesù, ma alla<br />
fine invece lo rinnega per salvare la propria vita (13,37s.). La sequela di<br />
Gesù non comincia con la sua imitazione nell’autodedizione sulla croce, ma<br />
nell’accettare l’amore disinteressato del Signore e Maestro. L’uomo deve<br />
prima lasciarsi lavare i piedi da lui, solo dopo può aver parte con lui e<br />
imitare il suo esempio (13,6-17), dando la vita non per Gesù in persona, ma<br />
per gli amici (15,13). L’amore reciproco tra i discepoli, che Gesù esige come<br />
il suo comandamento nuovo (13,34; 15,12), ha la sua fonte nell’amore del<br />
Buon Pastore.<br />
257 L. SCHENKE, Johannes, 197: «Die abschließenden Bemerkungen, die mit dem<br />
Hinweis auf Auftrag und Gebot des Vaters eindrucksvoll enden, binden alle vorher<br />
gemachten Aussagen an den Vater zurück. Er steht hinter Jesus, der als echter und wahrer<br />
Hirt zu den Schafen im Hof kommt».<br />
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