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ealizzazione. Il “buono” non è solo buono interiormente (avgaqo,j), ma<br />
percepito come buono (kalo,j)» 213 . In tal modo il termine kalo,j riferito a<br />
Gesù-pastore unisce in sé tutti gli aspetti: verità, bontà e bellezza.<br />
2) ti,qhmi th.n yuch,n: Il Buon Pastore è caratterizzato, oltre alla<br />
conoscenza reciproca (tra lui e le pecore e tra il Padre e lui), mediante l’atto<br />
di offrire la sua vita per le pecore. La formula viene ripetuta all’interno della<br />
pericope cinque volte e determina il senso fondamentale di essa.<br />
Cominciamo col complemento oggetto, yuch,. Il termine designa la forza<br />
vitale dell’uomo la cui presenza è attestata tra altro dal respiro<br />
(etimologicamente è affine a yu,cw, soffiare). Nel pensiero greco il vocabolo<br />
è diventato un importante concetto antropologico 214 . Nei LXX yuch, rende<br />
l’ebraico vp,n< (dalla radice vpn, alitare, respirare). Siccome il respiro è il<br />
segno decisivo della vita, allora il sostantivo vp,n< indica, oltre a gola o collo<br />
(il significato originale), la vita, l’essere vivente e designa pure l’uomo<br />
stesso. L’antropologia ebraica considera uomo nella sua totalità, compreso<br />
non nella sua natura astratta, ma sempre come l’uomo concreto, come una<br />
realtà carnale e nello stesso tempo spirituale, come l’immagine di Dio che<br />
può comprendersi solo nel rapporto col suo archetipo divino. In questo senso<br />
dell’antropologia israelitica il termine yuch, viene usato per lo più nei<br />
LXX 215 . Nella stessa linea prosegue anche il NT che con yuch, (103 volte)<br />
intende il principio vitale, la forza vitale, la vita stessa, ma anche l’uomo, la<br />
persona umana 216 . In Gv la maggioranza delle 9 ricorrenze di yuch, si trova<br />
nella costruzione ti,qhmi th.n yuch,n 217 .<br />
213 B.F. WESTCOTT, The Gospel according to St. John, 154 : «Christ is not only the<br />
true shepherd (o` poimh.n o` kalo,j), who fulfils the idea of the shepherd, but He is the good<br />
shepherd who fulfils the idea in its attractive loveliness. The epithet implies the<br />
correspondence between the nobility of the conception and the beauty of the realization.<br />
The “good” is not only good inwardly (avgaqo,j), but good as perceived (kalo,j)».<br />
214 Cf. A. DIHLE, «yuch, im Griechischen», in ThWNT, IX, 604-614.<br />
215 Cf. E. JACOB, «yuch,, B. Die Anthropologie des Alten Testaments», in ThWNT, IX,<br />
614-629.<br />
216 Per i riferimenti precisi cf. A. SAND, «yuch, psychē (Seele), Leben, Mensch», in<br />
EWNT, III, 1198-1200.<br />
217 Il Buon Pastore (e) Gesù dà la vita per le pecore (10,11.15.17). Pietro è disposto di<br />
fare lo stesso per Gesù, che però non accetta la sua disponibilità preannuciandogli invece<br />
il triplice rinnegamento (13,37.38); alla fine Gesù definisce l’amore di cui nessuno ha più<br />
grande: dare la propria yuch, per gli amici (15,13). In 12,25 si tratta del loghion, simile a<br />
quello sinottico, sull’amore per la propria vita che la fa perdere e dell’odio di essa che la<br />
fa salvare (cf. Mc 8,35; Mt 16,25; Lc 17,33). L’ultima ricorrenza di yuch, in Gv sta un po’<br />
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