Disertace Brož - Theses

sparse in diversi loghia e parabole. Da nessuna parte se ne fa una sintesi. La
si trova solo nel c. 10 di san Giovanni. Solo qui tutti i dati si unificano,
precisandosi. L’immagine acquista tutta la sua profondità e si sviluppa fino a
abbracciare l’intera opera della salvezza» 204 .
Nella sua autopresentazione Gesù determina il sostantivo o` poimh,n con
l’aggettivo kalo,j. Esso esprime nel greco antico una moltitudine di
caratteristiche positive riferite sia alle persone, sia alle cose 205 . Nei LXX
kalo,j per lo più traduce hp,y", bello all’apparenza esteriore 206 , oppure bAj,
buono, soprattutto nel senso morale. In confronto con il pensiero greco l’AT
sorprende per il poco interesse per il bello 207 .
Nel NT kalo,j ricorre un centinaio di volte, di cui 7 volte in Gv (2,11;
10,11.14.32.33). Nella costruzione o` poimh.n o` kalo,j non si tratta sicuramente
di una mera valutazione estetica dell’aspetto esteriore, ma nemmeno solo di
una bontà morale. Altrove in Gv tale aggettivo si riferisce ancora al vino
(2,10) o alle opere di Gesù (10,32.33). Se teniamo conto del profondo senso
simbolico del oi=noj kalo,j di Cana e del valore rivelatorio di e;rga kala, di
Gesù, possiamo attribuire a kalo,j, anche in riferimento al pastore, un valore
profondo. La formula solenne di autopresentazione con evgw, eivmi fa suppore
che in essa kalo,j «ha un significato assoluto, quasi paragonabile
all’avlhqino,j di Gv 6,31 (“il pane vero”) o 15,1 (“la vite vera”)» 208 . Possiamo
quindi dire che kalo,j ha in Gv un valore cristologico. Infatti, «l’aggettivo
giudizio Gesù-giudice come pastore dividerà le pecore dai capri (Mt 25,32). Alla sua
sofferenza e morte attribuisce un senso teologico, citando la profezia di Zaccaria:
«Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse» (Mc 14,27; Mt 26,31; cf. Zac 13,7).
204 D. MOLLAT, «Le Bon Pasteur», BibVieChrét 52 (1963) 29: «Mais tous ces éléments
se trouvent dispersés dans des logions et des paraboles très diverses; nulle part la
synthèse n’est faite. Celle-ci se rencontre dans le seul chapitre 10 de saint Jean. Là
seulement toutes les données, an se précisant, s’unifient. L’image atteint toute sa
profondeur et se développe jusqu’à embrasser l’oevre entière de salut».
205 W. GRUNDMANN, «kalo,j», in ThWNT, III, 539-545, ne enumera i seguenti: sano,
adatto, abile, usabile, conveniente, genuino, puro, senza difetti, in ordine, integro, felice,
bello, piacevole, affascinante, amabile, moralmente buono. Tutti questi significati si
possono classificare e raggruppare in 3 campi: genuinità-utilità, bellezza estetica, bontà
morale. Alla fine tutti i sensi di kalo,j sono inclusi in quello di ordinato, di ciò che
possiede ta,xij e summetri,a. Il concetto greco di kalo,j è complessivo: designa chi è sano,
integro, ordinato, in cui l’apparenza esteriore e l’atteggiamento interiore sono uniti. Il
sostantivo to. kalo,n conserva tutti i significati dell’aggettivo: il bene, la virtù, il bello, la
bellezza. Questo concetto apparteneva agli ideali greci più alti e desiderati.
206 Cf. p.es. Gen 12,14; 29,17; 39,6; 41,2; 1Sam 16,12.
207 Cf. W. GRUNDMANN, «kalo,j», 545-546.
208 J. WANKE, «kalo,j kalos schön, gut», in EWNT, II, 603.
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