Disertace Brož - Theses

Detto lapidariamente: «È chiaro che qui la metafora esplode sotto il peso
della realtà nuova di cui Gesù la carica» 193 .
3.2.4 Composizione e strutturazione del testo
La struttura del brano è determinata da alcune espressioni che si ripetono
e collegano varie parti del discorso di Gesù. La prima parte, i vv. 11-15,
forma un’inclusione. Gesù si presenta due volte: VEgw, eivmi o` poimh.n o`
kalo,j, (vv. 11a.14a), fondando sempre tale affermazione: in primo luogo
definendo il buon pastore come colui che dà la vita per le pecore (v. 11b) e
indicando il mercenario come suo contrario (vv. 12-13), quindi dichiarando
il rapporto della mutua conoscenza tra sé e i suoi (v.14) secondo il prototipo
della conoscenza reciproca tra il Padre e sé (v. 15a). Alla fine egli afferma di
dare la vita per le pecore (il secondo elemento dell’inclusione) (v. 15b).
I versetti 17-18 riprendono l’idea dell’offerta, da parte del Gesù-Pastore,
della sua vita: è il motivo perché il Padre lo ama e nello stesso tempo il
contenuto del comando ricevuto dal Padre. Il path,r sta all’inizio e alla fine,
creando una nuova inclusione.
Il v. 16, inserito tra queste due piccole unità, è in un certo modo
indipendente, anzi disturba la fluidità del discorso. Non a caso molti autori
lo ritengono eterogeneo, inserito posteriormente nel testo originale 194 .
3.3 Analisi semantica
I concetti più significativi in questa pericope possono essere raggruppati
attorno ai personaggi che appaiono nel discorso: 1) il buon pastore e le sue
caratteristiche: o` poimh.n o` kalo,j, ti,qhmi th.n yuch,n u`pe,r, evcousi,a, evntolh,,
ginw,skw; 2) le pecore: ta. pro,bata e h` poi,mnh; 3) i personaggi pericolosi per
le pecore e le loro attività: misqwto,j e lu,koj, avfi,hmi, feu,gw, a`rpa,zw,
skorpi,zw.
not any earthly shepherd who came that the sheep might have life in abundance, nor is it
any earthly shepherd who has other sheep, not of this fold, whom he must bring together.
The shepherd in fact is all through a thin disguise for Jesus Himself, and the details are
obviously selected, because they aptly symbolize aspects of His work» (trad. it.
L’Interpretazione del Quarto Vangelo, 175-176).
193 D. MOLLAT, Dodici meditazioni sul Vangelo di San Giovanni, 96.
194 Cf. R. SCHNACKENBURG, Das Johannesevangelium, II, 376: l’autore enumera gli
autori che sostengono tale opinione (J. Wellhausen, E. Hirsch, E. Schweizer, R.
Bultmann), senza condividerla lui stesso.
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