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per riprenderla di nuovo.<br />
18 Nessuno me la toglie, ma io la do da me stesso.<br />
Ho il potere di darla e ho il potere di riprenderla di nuovo.<br />
Questo comando ho ricevuto dal Padre mio».<br />
3.1 Critica testuale<br />
Il v. 11 presenta una variante che riguarda l’espressione chiave del brano:<br />
il buon pastore th.n yuch.n auvtou/ ti,qhsin per le pecore. Alcuni manoscritti<br />
(P 45 , a, D, la Vulgata e altre traduzioni latine, versioni siriache e copte)<br />
sostituiscono la forma verbale ti,qhsin con di,dwsin. Lo stesso vale per il v.<br />
15 dove il verbo ha per soggetto Gesù (1 a singolare): qui si aggiungono<br />
come testimoni per di,dwmi ancora P 66 , W, mentre le versioni latine e siriache<br />
rendono il greco ti,qhmi. È da notare che questa variante con di,dwmi si trova<br />
solo nei vv. 11.15, mentre nei vv. 17.18, nella stessa costruzione, rimane<br />
ti,qhmi. Può darsi che con il cambio del verbo si voglia dare un senso diverso<br />
alla stessa costruzione in due parti del discorso, dato che la consegna della<br />
vita di Gesù è un espressione del suo rapporto prima alle peccore, poi al<br />
Padre 186 . Ma la maggioranza dei manoscritti ha lo stesso verbo, ti,qhmi, in<br />
tutte le parti del discorso; ciò suggerisce che si tratta dell’unico atto di<br />
autoconsegna di Gesù, che esprime contemporaneamente sia l’amore<br />
pastorale per le pecore, sia l’amore obbediente del Figlio per il Padre.<br />
Alla fine del v. 12, dopo la descrizione dell’attività distruttiva del lupo,<br />
alcuni manoscritti (A, Y, maggioranza dei testi latini e siriaci) inseriscono la<br />
frase: o` de misqwto,j feu,gei; si tratta ovviamente di una correzione stilistica,<br />
siccome nel v. 13 segue la frase causale (o[ti misqwto,j evstin…) che non si<br />
collega bene alla frase precedente che ha per soggetto il lupo.<br />
Nel v. 14 ci sono delle testimonianze (A, Q, Y e altri) per una diversa<br />
lettura della conoscenza di Gesù da parte dei suoi: invece dell’attivo<br />
ginw,skousi, me ta. evma, leggono in modo passivo: ginw,skomai u`po. tw/n evmw/n.<br />
Ma questa variante, a parte le poche e non tanto singificative testimonianze,<br />
è da scartare anche per motivi stilistici: distrugge infatti la simmetria del<br />
paragone tra la conoscenza mutua di Gesù e i suoi, da una parte, e del Padre<br />
e Gesù, dall’altra.<br />
186 Infatti anche alcuni autori recenti, pur accettando solo ti,qhmi per tutto il testo, vi<br />
trovano una sfumatura diversa nel senso dell’espressione di disposizione di Gesù, a dare<br />
la propria vita, nelle due parti del discorso: si tratta prima del rischio di vita a favore delle<br />
pecore, quindi della dedizione totale rispetto al Padre.<br />
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