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Disertace Brož - Theses

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mettono Gesù sul livello più alto. «Giovanni usa la priorità cronologica<br />

come un segno della superiorità ontologica come ha fatto già prima in 1,5<br />

mettendo in contrasto Gesù con [...] Giovanni Battista» 172 . Gesù non si<br />

antepone ad Abramo nel senso cronologico, anche se il senso delle sue<br />

parole implica pure la preesistenza. Ma Gesù mira ad un senso molto più<br />

profondo. Con l’assoluto «IO SONO» fa l’eco del nome divino JHWH, «IO<br />

SONO» (Es 3,14). Secondo R. Brown nel v. 58 «è evidente la distinzione tra<br />

gene,sqai, che è usato per i mortali, e l’uso divino di ei=nai, “essere”, nella<br />

forma “IO SONO”. Questa stessa distinzione si è vista nel Prologo: la Parola<br />

era, ma attraverso di lei tutte le cose avrebbero avuto origine» 173 . Il verbo<br />

gene,sqai infatti si può tradutrre sia con il verbo «nascere» che «divenire»<br />

ossia «venire all’esistenza». Mentre dunque Abramo era un mortale, che una<br />

volta è nato e così divenne un uomo la cui vita è ormai passata, «IO SONO» di<br />

Gesù vuol dire: Io sono eternamente: prima che Abramo nascesse io già<br />

sono ciò che sono adesso e sempre sarò 174 . È dunque questa la risposta che<br />

Gesù dà alla domanda: «Chi ti fai?».<br />

I Giudei capiscono bene ciò che Gesù vuole dire e la loro reazione è<br />

corrispondente a una tale bestemmia. La sua parola infatti significa per loro<br />

la profanazione del nome di Dio, del Dio unico. Essi esprimono la loro<br />

esasperazione non verbalmente, ma con un’azione: cercano di lapidarlo. È la<br />

prima volta in Gv che si tenta di lapidare Gesù. Lui però fugge: si nasconde<br />

e esce dal tempio. Il motivo deve essere quello espresso altrove: non è<br />

ancora venuta la sua Ora (7,30; 8,20). Con questo gesto conclusivo finisce<br />

172 C.S. KEENER, The Gospel of John, I, 768: «John uses chronological priority as a<br />

mark of ontological superiority as early in the Gospel as 1:15, contrasting Jesus with<br />

another hero of the writer’s contemporaries, John the Baptist».<br />

173 R.E. BROWN, The Gospel according to John I-XII, 360: «In this verse the<br />

distinction is obvious between gi,nesqai, which is used of mortals, and the divine use of<br />

ei;nai, “to be”, in the form “I AM”. This same distinction was seen in the Prologue: the<br />

Word was, but through him all things came into being» (trad. it. Giovanni, 469). Lo<br />

stesso dice anche M. THEOBALD, Das Evangelium nach Johannes, 620: «An sich steht<br />

hinter dem evgw. eivmi, (…) die alttestamentliche Offenbarungsfromel (…) Hier hat die<br />

Formel aber aufgrund der Opposition zum „Werden“ im Vordersatz einen besonderen<br />

Klang: ist Abraham ein Mensch, der ins Dasein trat, als er „wurde“, so ist Jesus der<br />

Ewig-Seiende. Er gehört nicht der Ordnung des „Werdens“, des Geschöpflichen an,<br />

sondern der des göttlichen „Seins“». Cf. anche C.S. KEENER, The Gospel of John, I, 768.<br />

174 D. MOLLAT, Dodici meditazioni sul Vangelo di San Giovanni, Brescia 1966, 79:<br />

«Prima che Abramo esistesse, Gesù era, come è oggi e come sarà domani (Ap 1,4). Come<br />

Dio stesso, di cui fa suo il Nome, IO SONO (Es 3,14; Is 43,13), egli domina e trascende<br />

il tempo e la storia».<br />

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