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Disertace Brož - Theses

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un’implicazione blasfema della sua pretesa che gli è, a loro avviso, sfuggita:<br />

«Sei forse più grande del nostro padre Abramo?» La formulazione della<br />

domanda – mh. su. mei,zwn ei=... – esclude che Gesù possa pretendere una cosa<br />

simile 168 . Come per svegliarlo da una smania megalomane e spropositata gli<br />

pongono un’ulteriore domanda: ti,na seauto.n poiei/jÈ (v. 53). Come se<br />

dicessero: «Renditi conto finalmente di ciò che dici! Perché ciò che dici non<br />

lo puoi pensare sul serio». Infatti, la pretesa che Gesù sembra rivendicare per<br />

la sua persona supera ogni autoesaltazione, anche la più ambiziosa: nessun<br />

uomo, anche il più grande e santo, può assicurare ad un altro la protezione<br />

dalla morte e comunicargli la vita eterna; lo potrebbe solo Dio!<br />

Gesù risponde alla domanda «Chi ti fai?» indirettamente: prima riprende<br />

la sua parola precedente, ripetendo la stessa idea (che onora/glorifica il<br />

Padre), ma rispondendo nello stesso tempo all’obiezione e alla domanda dei<br />

Giudei: egli non è un pazzo, ossesso di megalomania. Se infatti glorificasse<br />

se stesso, la sua gloria non sarebbe nulla e i Giudei avrebbero ragione con il<br />

loro giudizio sulla sua persona. Così apparentemente ritira la sua pretesa di<br />

essere uguale a Dio. Eppure la sua gloria è stragrande, perché lo glorifica il<br />

Padre stesso! L’Assoluto, il solo degno di ogni gloria, Egli stesso glorifica<br />

Gesù! E ora Gesù si confronta con gli interlocutori tramite il rapporto tra sé<br />

e il Padre da una parte e tra loro e il Padre dall’altra parte. Lui lo chiama<br />

«Padre mio», loro dicono che è «il Dio nostro». Ma loro non lo conoscono in<br />

realtà (v. 54), mentre lui lo conosce, e ci insiste ripetendo la stessa parola<br />

ancora due altre volte: la prima volta escludendo il contrario (se dicesse di<br />

non conoscerlo, sarebbe come loro mentitore) e l’altra volta completando<br />

l’affermazione «lo conosco» con un’altra: «osservo la sua parola» la quale è<br />

ripresa dai vv. 51.52 in cui la stessa espressione si riferisce a chi vuole<br />

seguire Gesù e a colui cui Gesù promette di non «vedere» la morte.<br />

Dopo aver confrontato se stesso con i Giudei, mediante il rapporto a Dio,<br />

Gesù torna ad Abramo; infatti non ha risposto ancora alla domanda se fosse<br />

più grande di quest’ultimo. Tornando dunque al tema di Abramo, Gesù trova<br />

un altro punto di confronto con i Giudei. Lui, e non loro, figli del diavolo,<br />

può richiamarsi ad Abramo. «Poiché Abramo è il primo grande testimone di<br />

168 La domanda mh. su. mei,zwn ei= tou/ patro.j h`mw/n VAbraa,m è formulata nello stesso<br />

modo come quella della Samaritana: mh. su. mei,zwn ei= tou/ patro.j h`mw/n VIakw,b (4,12);<br />

la donna, avendo sentito dalla bocca di Gesù la promessa di acqua viva, gli ha<br />

domandato, forse con una ironia incredula, se fosse più grande del nostro padre<br />

Giacobbe. La differenza sta nel fatto che il dialogo con Gesù ha portato la Samaritana<br />

alla fede, mentre i Giudei rimangono bloccati nella loro incredulità.<br />

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