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LATINO Anno accademico 2008/09 UN’AGGRESSIONE POLITICO-GIUDIZIARIA CONTRO CICERONE Atque haec cum ita sint, tamen se Cicero dicit in concilio deorum immortalium fuisse, inde missum huic urbi civibusque custodem absque carnificis nomine, qui civitatis incommodum in gloriam suam ponit. Quasi vero non illius coniurationis causa fuerit consulatus tuus, et idcirco res publica disiecta eo tempore, quo te custodem habebat. Sed, ut opinor, illa te magis extollunt, quae post consulatum cum Terentia uxore de re publica consuluisti, cum legis Plautiae iudicia domi faciebatis; ex coniuratis alios pecunia condemnabas, cum tibi alius Tusculanam, alius Pompeianam villam exaedificabat, alius domum emebat: qui vero nihil poterat, is erat calumniae proximus, is aut domum tuam oppugnatum venerat aut insidias senatui fecerat, denique de eo tibi compertum erat. Quae si tibi falsa obicio, redde rationem, quantum patrimonii acceperis, quid tibi litibus accreverit, qua ex pecunia domum paraveris, Tusculanum et Pompeianum infinito sumptu aedificaveris. Aut, si retices, cui dubium potest esse? Opulentiam istam ex sanguine et miseriis civium parasti. Verum, ut opinor, homo novus Arpinas, ex M. Crassi familia, illius virtutem imitatur, contemnit simultatem hominum nobilium, rem publicam caram habet, neque terrore neque gratia removetur a vero, amicitia tantum ac virtus est animi. Immo vero homo levissimus, supplex inimicis, amicis contumeliosus, modo harum, modo illarum partium, fidus nemini, levissimus senator, mercennarius patronus, cuius nulla pars corporis a turpitudine vacat: lingua vana, manus rapacissimae, gula immensa, pedes fugaces; quae honeste nominari non possunt, inhonestissima. Atque is cum eius modi sit, tamen audet dicere: «O fortunatam natam me consule Romam!»
STORIA 1) Analizzate e commentate il passo seguente: Anno accademico 2008/09 “La verità è che il presente sistema delle nostre leggi, come la nostra lingua e la nostra cultura, è un ammasso molto misto ed eterogeneo; per alcuni aspetti del tutto nostro, per altri preso in prestito da altre nazioni e messo insieme, alterato e variamente modificato, a seconda delle varie necessità che i costumi, la religione e il commercio del popolo hanno imposto in epoche diverse” (E. Burke, Essay Towards a History of the Laws ofEngland, 1757 circa). 2) Analizzate e commentate il passo seguente: “Libertas credendi nihil aliud est quam libertas peccandi” (Card. Roberto Bellarmino, 1542-1621, Controversìae) 3) Giovanni Botero, affermando l’importanza dell’esperienza per chi deve avere il “maneggio della republica” , la distingue tra quella che si impara dai viventi e quella che si ha dai morti. Tra le due “molto maggior campo d’imparare è quello che ci porgono i morti con l’istorie scritte da loro, perché questi comprendono tutta la vita del mondo e tutte le parti di esso; ed invero “l’istoria è il più vago teatro che si possa imaginare: ivi a spese d’altri l’uomo impara quel che conviene a sé, ivi si veggono i naufragi senza orrore, le guerre senza pericolo, i costumi di varie genti e gl’istituti di diverse republiche senza spesa, ivi si scorgono i princìpi, i mezzi e i fini e le cagioni degli accrescimenti e delle rovine degl’imperi...” {Della ragion di stato, cap. III, Della istoria). Analizzate e commentate questo passo. 4) Analizzate e commentate il passo seguente: “L’abolizione dei fedecommessi, nella sua crudezza rivoluzionaria...altro non è che l’ammodernamento dell’economia pubblica in quello stadio estremo di dissoluzione sociale, che abolisce il più sacro dei legami, l’unità ed autorità domestica...Spogliata la Chiesa, spogliato il monarca, saccheggiata la Provincia e il Comune, s’introduce nella famiglia l’individualismo morale. Si abolisce col Beccaria il ben di famiglia perché si è detto con lui: la repubblica non è composta di famiglie ma di individui, e gli individui hanno tutti egual diritto, di godere”. (Luigi Taparelli D’Azeglio (1793-1862), Esame critico degli ordini rappresentativi nella società moderna, Roma 1854, pp. 290-92).
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