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cane (Brasile, Argentina, Paraguay ecc.), asiatiche o africane (Indonesia, Myanmar, Camerun, Nigeria, Costa d’Avorio ecc.) per la produzione di legname per l’edilizia è probabilmente il caso più clamoroso. Greenpeace denuncia stabilmente dal proprio sito internet la quasi totale impossibilità di conoscere la provenienza del legname commercializzato. Saper trovare la soluzione progettuale vincente significa partire col piede giusto, ovvero utilizzare prodotti certificati e, nel caso del legno, materiali certificati FSC – Forest stewardship council - che garantiscano sull’origine degli stessi, sul processo produttivo e sulla gestione della foresta che ha fornito la materia prima. Tecniche e lavorazioni Il termine inglese deck (e per, estensione, decking) così comune quando si vuole identificare un parquet in esterni, si riferisce al ponte della nave, ossia la struttura orizzontale permanente che forma il “tetto” dello scafo, solitamente composto da una fasciame di tavole la cui impermeabilizzazione avviene tramite la tecnica del calafataggio: le fughe tra una tavola e l’altra sono intasate di fibre di canapa impregnate di catrame. Sono disponibili anche altre soluzioni che prevedono l’impiego di cotonina e resine sintetiche. Questa tecnica è spesso utilizzata per i terrazzi o per quegli ambiti in cui lo spessore a disposizione è molto ridotto e dove le tavole (o le liste) di legno sono posate direttamente su una caldana di cemento e quindi impermeabilizzate. In questi casi il piano va sempre 47 • ACER 6/2010 PROGETTAZIONE La certificazione PEFC (Pan-european forest certification) è un sistema di certificazione alternativo a quello FSC, per consentire anche alle proprietà forestali di piccole dimensioni che attuano una gestione ecologicamente appropriata di certificare i propri prodotti. Basata su un documento adottato dalle organizzazioni di 14 Paesi europei (Helsinki 1993, Lisbona 1998), sull’applicazione a livelli regionali o di gruppo e su verifiche ispettive e certificazioni affidate a una terza parte indipendente e accreditata, mira anch’essa a mantenere la biodiversità, la produttività, la capacità di rinnovarsi e di garantire anche nel futuro le “importanti funzioni ecologiche, economiche e sociali a livello locale, nazionale e globale” delle foreste. Tutto ciò partendo dalla considerazione che circa il 25% delle foreste globali viene gestito da gruppi famigliari o da piccole comunità che pur essendo legate al proprio territorio e motivate a gestirlo in modo sostenibile, non possono affrontare i costi e le trafile richieste dagli standard nati in ambito nazionale. I costi della FSC per le proprietà singole sono infatti di 0,4 - 0,5 Euro/ha fra costi di predisposizione della documentazione necessaria, tariffe dell’ente accreditato per la certificazione e costi di mantenimento (sorveglianza annuale da parte dell’ente certificatore La certificazione PEFC e costi aziendali). (Dati forniti da esperienze in Germania e Svezia – Dott. Simone Falorni, Fondazione Toscana sostenibile: http://www.dea.unipi.it/db/UtentiEA/sfalorni/ Parte%20IIc%20-%20Certificazione%20forestale.pdf). Circa il 95% delle foreste italiane certificate ha il marchio PEFC, ma solo l’8% dei suoi 10 milioni di ettari circa è certificato. La crescita della consapevolezza riguardo alla provenienza del legname è particolarmente importante per l’Italia, che detiene il 10% del mercato dell’arredamento mondiale, e che è il più grande importatore europeo di legno in Europa, e il quarto al mondo. inclinato verso il sistema di raccolta e allontanamento delle acque meteoriche. Altro tipo di pavimento è il parquet, parte degli interni di una casa e certamente origine dell’idea di lusso che esprime una pavimentazione in legno. Il termine francese significa piccolo parco e invita a portare il legno “fuori casa”. Generalmente si tratta di pavimenti galleggianti su sottostrutture spesso in legno, a volte completate da supporti di materiale plastico (per esempio Pedestal di Eterno Ivica: martinetti regolabili che rendono più rapido l’assemblaggio degli elementi), semplicemente appoggiate a un piano di posa in cemento, consentendo il passaggio non solo dell’acqua ma anche di cavi e tubazioni. Il tavolato consiste in una serie di listelli o doghe (verghe) di spessore compreso tra 1,5 e 2,2 cm, di larghezze tra 9 e 30 cm, e di una lunghezza compresa tra 2 e 3 m. Le verghe sono fissate a una sottostruttura anch’essa in legno. La semplicità di posa è evidente se si considera il fatto che la pavimentazione può essere preventivamente preparata e successivamente posata oppure realizzata sul posto adattandola al contesto. Le tecniche di posa sono tre. • Posa su magatelli: posa delle verghe, una a una, su superficie di traversi (magatelli) tramite sistemi a incastro in acciaio. ERICA KUSTERLE ▼ ESTRATTO DA ACER ©IL VERDE EDITORIALE MILANO La pavimentazione in legno disegna un particolare belvedere lungo le sponde del Lago Maggiore.
ESTRATTO DA ACER ©IL VERDE EDITORIALE MILANO La pavimentazione del parco Oerlikon di Zurigo, in Svizzera, alterna legno e gomma. Sotto, un particolare del deck. ▼ • Posa delle verghe su traversi di legno o metallo sulla superficie da pavimentare, tramite viti autofilettanti in acciaio. Le viti, a testa piana, possono essere avvitate dall’alto e quindi rimanere a vista oppure dal basso e quindi rimanere nascoste. • Posa su orditura. L’orditura è preparata in laboratorio prima di arrivare in cantiere e questo accelera i tempi: i moduli più diffusi sono i quadrotti che possono raggiungere anche dimensioni ragguardevoli (80 x 200 cm). In tutte e tre le tecniche le fughe sono distanziate tra loro di circa 3-5 mm, onde assorbire i movimenti naturali del legno e consentire che l’acqua percoli al di sotto. La posa può essere continua o sfalsata, a spina di pesce o, più raramente, può dare origine a disegni più complessi. La lavorazione della superficie solitamente prevede di segnare delle gradinature che rendono più scabra la verga diminuendone la scivolosità: queste incisioni sono più o meno profon- PROGETTAZIONE ERICA KUSTERLE ERICA KUSTERLE Guida alla scelta del legno Greenpeace sostiene il ruolo essenziale dell’acquirente nell’evoluzione del mercato del legname. Fare scelte consapevoli e informate è uno strumento di controllo a disposizione di chiunque. Il primo suggerimento è quello di scegliere legnami e prodotti certificati FSC. Quando ciò non fosse possibile, è fondamentale scegliere con attenzione fra le essenze a disposizione. Per aiutare il consumatore, Greenpeace ha approntato una guida che indica, attraverso la luce di un semaforo simbolico, pro e contro dei legnami più diffusi sul mercato italiano. Anche le specie con la luce verde richiedono attenzione: spesso la loro provenienza deriva da attività illecite o non ecosostenibili. Come ad esempio il Larice (Larix decidua), valida alternativa ai legni tropicali grazie alla sua resistenza agli agenti atmosferici, è accettabile se di provenienza austriaca ma da evitare se di provenienza siberiana, dove alimenta il mercato dei tagli illegali. Anche il Castagno (Castanea sativa) richiede attenzione: gli esemplari in grado di dare un buon legno hanno fra i duecento e i trecento anni, sempre meno frequenti in Italia e sempre più spesso importati dall’Europa orientale (tipico il caso dei castagni tagliati illegalmente in Georgia). ■ www.greenpeace.it/guidalegno/scheda _legno.php de, distanziate regolarmente o a disegno. Le sottostrutture in legno costruiscono generalmente un telaio fatto di traversi di circa 4-5 cm di spessore disposti con un passo di circa 50 cm a seconda delle necessità (è possibile realizzare una pavimentazione carrabile con passi minori e introducendo traversi con sezioni molto ampie). Questo telaio si appoggia su supporti di materiale plastico o di alluminio (oppure direttamente sul piano di posa) costituendo un appoggio puntuale che non ostacola l’allontanamento dell’acqua percolata. Le aziende che commercializzano questi prodotti propongono sistemi di assemblaggio che accelerano la messa in opera: la manodopera resta infatti una voce di costo molto alto. Non esistono però solo pavimenti galleggianti. Il legno può anche essere posato direttamente a contatto con il terreno o fissato a un sottofondo di cemento, come in pavimentazioni realizzate in cubetti o tozzetti di legno di larice, rovere e castagno. In questi casi gli elementi sono posati su uno strato di ghiaione regolato da un letto di sabbia con la quale intasare anche ACER 6/2010 • 48
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