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CONCORRENZA OLIGOPOLISTICA MODELLO DI BERTRAND

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<strong>CONCORRENZA</strong> <strong>OLIGOPOLISTICA</strong><br />

Con oligopolio si indica la situazione in cui ci sono pochi<br />

concorrenti, il numero delle imprese è compreso tra 1 e molte.<br />

In questo caso sono importanti le reazioni dei concorrenti.<br />

C’è interdipendenza strategica.<br />

Es. : Coca Cola aumenta il prezzo del 5%. Aumentano i profitti?<br />

Dipende dalla reazione della Pepsi: potrebbe ridurre i margini<br />

di profitto per aumentare le quote di mercato. Nelle decisioni,<br />

la Coca deve tener conto di come le sue azioni influenzano i<br />

profitti di Pepsi e quindi le sue ripercussioni.<br />

<strong>MODELLO</strong> <strong>DI</strong> <strong>BERTRAND</strong><br />

La decisione strategica più importante è il PREZZO.<br />

Le vendite dell’impresa dipendono dalla D(p) e dai prezzi fissati<br />

dalle altre imprese.<br />

Consideriamo la concorrenza duopolistica (2 imprese) con:<br />

un bene omogeneo,<br />

scelta simultanea del prezzo,<br />

stessa tecnologia,<br />

MC costante,<br />

domanda lineare.<br />

I prodotti dei duopolisti sono perfetti sostituti,<br />

quindi TUTTA la domanda si rivolge all’impresa col prezzo più<br />

basso.<br />

Se Pi < Pj Di è D(pi) e Dj = 0<br />

Se Pi = Pj = P Di = Dj = ½ D(p)<br />

Qual è la strategia migliore per l’impresa?<br />

1


Il prezzo ottimale dipende da congetture sul comportamento<br />

dell’altra impresa e viceversa.<br />

• Supponiamo che 1 si aspetti P2 > Pmon.<br />

Per 1 il P* (=P ottimale) è Pmon.<br />

• Se 1 si aspetta CMg < P2 < Pmon,<br />

imporrà un prezzo P1< P2, appena inferiore in modo da<br />

catturare tutta la domanda.<br />

• Se 1 si aspetta che P2 < CMg, imporrà un prezzo P2 < P1= CMg.<br />

Analisi per vedere risposta ottimale dell’impresa 1 a ogni<br />

possibile scelta dell’impresa 2.<br />

Si determina la funzione di reazione dell’impresa i, ovvero<br />

Pi * (Pj), che rappresenta per ciascun prezzo dell’impresa j, il prezzo<br />

ottimale dell’impresa i.<br />

Fig.7.1: La funzione di reazione dell’impresa 1 nel modello di Bertrand<br />

P1<br />

p<br />

MC<br />

MC<br />

pM<br />

45°<br />

P1 * (P2)<br />

L’equilibrio di Nash: coppia di strategie (coppia di prezzi), tale<br />

per cui nessuna impresa può aumentare i suoi profitti cambiando<br />

unilateralmente il proprio prezzo.<br />

FIGURA 7.2 L’equilibrio di Nash è N: entrambe fissano un<br />

prezzo P = MC.<br />

P2<br />

2


Fig.7.2: L’equilibrio nel modello di Bertrand<br />

P1<br />

P1 N =MC<br />

N<br />

P2 N =MC<br />

P2 * (P1)<br />

IPOTESI: P’ > MC. È equilibrio?<br />

Se entrambe scelgono p’ π = ½ D(p’) (p’ – MC)<br />

Ma se una sceglie P’ – ε π = D(p’ – ε ) (p’- ε – MC)<br />

per ogni P’ > MC<br />

L’unico equilibrio è P = MC.<br />

Quando si è in concorrenza di prezzo (Bertrand), con prodotto<br />

omogeneo, ed i costi marginali sono costanti e uguali P * = MC.<br />

Da ciò risulterebbe che solo due concorrenti sono sufficienti per<br />

garantire la concorrenza perfetta (2 is enough for competition).<br />

In realtà questa conclusione NON è molto realistica.<br />

Nei mercati reali, all’↑ del numero delle imprese, ↓p.<br />

Mentre con Bertrand non ci sono ∆p.<br />

45°<br />

P1 * (P2)<br />

Inoltre, in molti casi, quando il numero delle imprese è pari a 2, i<br />

profitti sono positivi (π>0).<br />

In Bertrand, quando p> MC, incentivo a ridurre Pi < Pj per<br />

catturare tutta la domanda.<br />

P2<br />

3


Questo “paradosso di Bertrand” si raggiunge per le assunzioni<br />

fatte:<br />

1. Stesso prodotto; se fosse differenziato, Pi < Pj non<br />

prenderebbe tutta la domanda;<br />

2. Concorrenza statica; il modello assume che la fissazione del<br />

prezzo avvenga una sola volta. Se si considerasse la<br />

concorrenza dinamica, ossia la possibilità di interazioni, ci<br />

sarebbero rappresaglie se Pi < Pj, ed in equilibrio si avrebbe<br />

P > CM.<br />

3. Vincoli di capacità: se Pi < Pj, non si ha beneficio perché non<br />

riesce a soddisfare tutta la domanda. Bertrand, invece, assume<br />

che non ci siano vincoli di capacità.<br />

<strong>BERTRAND</strong> CON VINCOLI <strong>DI</strong> CAPACITA’<br />

Supponiamo, ora, che valgano le stesse ipotesi ma che ogni<br />

impresa sia vincolata dalla propria capacità produttiva, Ki.<br />

Con Bertrand se P1>P2, la domanda dell’impresa 1 sarebbe 0; ora,<br />

dati i vincoli di capacità, questo non è più vero.<br />

Se P1 < P2 e D(P1) > K, cioè l’impresa 1 è vincolata, 1 vende tutta<br />

K1 ma a 2 rimarrebbe una domanda (residua) data da D(P2) – K1,<br />

dove D(P2) è la domanda senza rivale.<br />

FIGURA 7.3 D(P) curva di domanda; le rette verticali sono i<br />

vincoli di capacità con K1 < K2.<br />

MC=0 e costanti.<br />

P(Q) è la curva di domanda inversa<br />

4


P(K1 + K2) è il prezzo tale che la domanda totale = capacità<br />

produttiva totale.<br />

Fig.7.3: La scelta ottimale dell’impresa 2<br />

P(k1+k2)<br />

P k1+k2<br />

k1 k2<br />

r2<br />

q1,q2<br />

Proposizione: L’equilibrio è tale che P = P(K1 + K2), ovvero tale<br />

che la domanda totale eguaglia la capacità produttiva aggregata.<br />

Problema per impresa 2: Dato che 1 fissa P1 = P(K1 + K2), 2 può<br />

ottenere un profitto più alto rispetto a quello che otterrebbe<br />

fissando un prezzo allo stesso livello se fissasse prezzo diverso?<br />

Es. P2 < P(K1 + K2)<br />

a 2 viene richiesta tutta la domanda di mercato, ma non<br />

ottiene alcun vantaggio perché è già vincolata dalla sua<br />

capacità produttiva, quindi otterrebbe soltanto un profitto più<br />

basso.<br />

P2 > P(K1 + K2)<br />

1 è vincolata a P(K1 + K2), 2 può fissare un prezzo maggiore<br />

e realizzare comunque vendite positive.<br />

Ma aumenta il profitto? FIGURA 7.3<br />

d2 è la domanda residua: vende D(P2) – K1;<br />

Notare che il MR > MC per ogni Q < K2.<br />

d2<br />

D<br />

5


P2 > P(K1 + K2) (= Q2 MC se K è bassa<br />

anche con Bertrand se ci sono vincoli di capacità.<br />

6


<strong>MODELLO</strong> <strong>DI</strong> COURNOT<br />

In questo caso, si assume che le imprese competano sulla quantità.<br />

La domanda è: quali livelli produttivi fissano le imprese per<br />

competere?<br />

Si assume che decidano simultaneamente la q prima di fissare P.<br />

Sapendo che per ogni coppia (q1, q2) i prezzi saranno P1 = P2 =<br />

P(q1+ q2) con πi = qi [P(q1+ q2) – C] con costi marginali costanti<br />

pari a C.<br />

In Cournot, il prodotto è OMOGENEO e la scelta di q è<br />

SIMULTANEA.<br />

EQUILIBRIO?<br />

In primo luogo bisogna calcolare la scelta ottimale di ciascuna<br />

impresa date le sue congetture sul comportamento del rivale,<br />

ovvero partendo dalla funzione di reazione dell’impresa.<br />

Poi, si combinano le due funzioni di reazione e si cerca la<br />

combinazione di decisioni e congetture compatibili.<br />

Fig.7.4: La scelta ottimale dell’impresa 1<br />

P<br />

P(q2)<br />

P(q1+q2)<br />

q2<br />

D<br />

r1(q2)<br />

q1’ q1’+q2<br />

q1 * (q2)<br />

d1(q2)<br />

q2<br />

c<br />

q1,q2<br />

7


Il concorrente 1 pensa che 2 produca q2, qual è q1 * ?<br />

Se q1 = 0, P = P(0 + q2);<br />

se q1 = q1’ > 0, P = P(q1’+ q2)<br />

d1(q2) curva di domanda residua: qualunque sia la quantità<br />

scelta da q1, il P è dato dalla curva di domanda residua d1(q2) che<br />

esprime la relazione tra q1 e P, per un dato q2.<br />

La scelta ottimale di q1 è analoga a quella del monopolista,<br />

calcolata però sulla domanda residua, e si deve trovare il punto in<br />

cui MR = MC, cioè q1 * (q2).<br />

Per trovare l’equilibrio, bisogna considerare come varia q1 per<br />

ogni q2. FIGURA 7.5<br />

Se q2 = 0, d1 (0) = D, cioè all’intera domanda di mercato;<br />

quindi la quantità q1 * = q M (q monopolio)<br />

Se q2 = qc, con qc tale che P(qc) = C, q1 * (qc) = 0 (che è il punto<br />

in cui MR = MC)<br />

Con una curva di domanda lineare e costi marginali costanti, la<br />

funzione q1 * ( q2) è lineare.<br />

Poiché ora abbiamo 2 punti di questa retta, la possiamo disegnare.<br />

FIGURA 7.6<br />

8


Fig.7.5: I due casi estremi<br />

P<br />

d1(q c )<br />

q1 * (q c ) q1 * (0)=q M<br />

D=d1(0)<br />

q c<br />

q1,q2<br />

Fig.7.6: La funzione di reazione dell’impresa 1<br />

q1<br />

q M<br />

q1 * (q2)<br />

q c<br />

Visto che abbiamo preso come assunto che la domanda e la<br />

tecnologia siano uguali per tutti i concorrenti, q2 (q1) è<br />

simmetrica.<br />

c<br />

q2<br />

EQUILIBRIO<br />

quando le scelte sono basate su congetture<br />

corrette, (q1, q2) è un equilibrio quando q1 è<br />

reazione ottimale a q2 e q2 è reazione ottimale a<br />

q1.<br />

9


L’equilibrio è l’intersezione delle curve di reazione,<br />

N è il solo punto in cui: q1 = q1 * ( q2)<br />

q2 = q2 * ( q1)<br />

Fig.7.7: L’equilibrio di Cournot<br />

q1<br />

q1 N<br />

q2 * (q1)<br />

N<br />

q2 N<br />

q1 * (q2)<br />

q2<br />

10


EQUILIBRIO COURNOT: DERIVAZIONE ALGEBRICA<br />

P(Q) = a – bQ Q = q1 + q2 C(Q) = cq<br />

π1 = P q1 – c(q1) = [a – b(q1+ q2)] q1 – c q1<br />

per massimizzare il profitto rispetto a q1: ∂π1 / ∂ q1= 0<br />

quindi risulta: -b q1 + a –b(q1+ q2) = c<br />

q1= (a-c)/2b – q2/2 = q1 * ( q2) curva di reazione<br />

Equilibrio:<br />

A) 1 sceglie in base alle congetture su 2, cioè q2 eq q1 * ( q2 eq )<br />

B) la congettura deve essere corretta q2 eq = q2 N q1 N = q1 * ( q2 N )<br />

La stessa cosa vale per impresa 2: q2 N = q2 * ( q1 N )<br />

L’equilibrio è la soluzione del sistema di equazioni:<br />

q1 N = q1 * (q2 N )<br />

q1 N = q2 * ( q1 N )<br />

Nel nostro caso: q1 N = (a-c)/2b – q2 N /2<br />

Dato che le equazioni sono simmetriche, anche l’equilibrio<br />

risulterà simmetrico: q1 N = q2 N = q N<br />

q N = (a – c)/2b – q N /2<br />

q N = (a – c)/3b<br />

11


MONOPOLIO, DUOPOLIO, CONC. PERFETTA<br />

Il duopolio è la forma di mercato intermedia tra monopolio (max<br />

concentrazione) e concorrenza perfetta (min. concentrazione).<br />

Il duopolio e l’oligopolio sono forme intermedie.<br />

Fig.7.8: Confronto tra Cournot, monopolio e concorrenza<br />

q1<br />

q c<br />

q M<br />

q1 c + q2 c = q c<br />

q1 m + q2 m = q m<br />

Come uso queste informazioni?<br />

q c > q oligop > q m<br />

p c < p oligop < p m<br />

Piani industriali http://www.dse.univr.it/docenti/zago/zago.htm<br />

Project Financing: ponte di Malmo, concorrenza delle navi.<br />

Esercizi<br />

q1+q2=q c<br />

N<br />

q1+q2=q M<br />

q2<br />

12


<strong>BERTRAND</strong> E COURNOT A CONFRONTO<br />

I due modelli, arrivano a conclusioni molto diverse.<br />

Ad esempio, per i prezzi:<br />

P Bertrand = p c<br />

p c < p Cournot < p m<br />

Qual è il modello più realistico? <strong>DI</strong>PENDE DAI MERCATI<br />

Si supponga che le imprese debbano decidere anche la capacità<br />

produttiva, K, oltre al prezzo.<br />

In questo caso è molto importante l’ordine temporale: bisogna<br />

distinguere le scelte di BREVE da quelle di LUNGO PERIODO e<br />

tener presente che le prime sono condizionate dalle seconde.<br />

Allora:<br />

A) Se le scelte produttive sono le più difficili da modificare,<br />

allora le imprese sceglieranno prima K e dopo P; in questo caso<br />

il modello adatto è Cournot. Es. automobili, cemento, acciaio,<br />

personale computers.<br />

B) Se è più facile modificare l’output (=breve periodo), prima<br />

scelgo il livello del prezzo, poi la quantità; il modello da<br />

utilizzare è Bertrand, dove c’è la scelta simultanea del prezzo, e<br />

poi l’output si adegua alla domanda. Es. assicurazioni, banche,<br />

software.<br />

ESEMPIO:<br />

Agosto 1999, la Sony riduce il prezzo da 129 a 99 $. Negli USA,<br />

dopo un’ora, la Nintendo fa altrettanto ed esaurisce le scorte in<br />

breve tempo. In questo caso è più facile modificare il prezzo e<br />

quindi il modello da considerare è Cournot.<br />

13


Nel caso dei Software, risulta più facile modificare la quantità e<br />

quindi si usa Bertrand (es. posso spedire un software anche per<br />

email). Anche le enciclopedie sono un mercato alla Bertrand.<br />

Un altro esempio è il caso dell’Enciclopedia Britannica che<br />

veniva venduta su carta a 1600$. Nel ’90 la Microsoft, entra sul<br />

mercato con Encarta, enciclopedia su CD venduta a circa 100$.<br />

Anche la Britannica viene messa su CD e il prezzo di entrambe è<br />

sceso a circa 90$, quasi pari al costo marginale.<br />

14


STATICA COMPARATA<br />

Domanda: Come varia equilibrio al variare del prezzo del fattore<br />

di produzione o di un prodotto sostituto?<br />

La statica comparata mette a confronto 2 equilibri, corrispondenti<br />

a due valori diversi delle variabili esogene, per capire in che modo<br />

la variazione della variabile esogena modifica l’equilibrio.<br />

È statica perché non ci si chiede in che modo si arriva al nuovo<br />

equilibrio ma semplicemente cosa succede dopo che si è raggiunto<br />

il nuovo equilibrio.<br />

1. COSTO DEI FATTORI E PREZZO DELL’OUTPUT<br />

Alitalia e British Airways offrono entrambe il collegamento Roma<br />

– Londra. Esse hanno lo stesso costo marginale, formato per ½ dal<br />

costo del lavoro (L) e per ½ dal costo del carburante (K).<br />

Supponiamo che il prezzo del petrolio ↑10$ al barile, provocando<br />

un ↑80% del costo del carburante.<br />

Che effetto ha sul biglietto aereo? Usiamo Cournot:<br />

↑80% del carburante, provoca un↑40% del costo marginale per<br />

entrambe le imprese. Come varia il prezzo?<br />

Fig.7.9: Un aumento del costo marginale sposta i due estremi delle curve di reazione<br />

p<br />

q M<br />

q c<br />

c1=1,4c0<br />

c0<br />

q1<br />

15


La curva di reazione, che dipende dal costo marginale, si sposta<br />

verso l’interno<br />

(FIGURA 7.10).<br />

Fig.7.10: Spostamento della curva di reazione dell’impresa 1<br />

q1<br />

q M<br />

q1 * (q2)<br />

q C<br />

Nella FIGURA 7.11 è rappresentato il nuovo equilibrio, N, che è<br />

inferiore a N’; ciò significa che la quantità è↓ e quindi il P è<br />

aumentato.<br />

Fig. 7.11: Il nuovo equilibrio di Cournot dopo l’aumento dei costi marginali<br />

q1 N<br />

q N<br />

q2 * (q1)<br />

N<br />

q N<br />

N’<br />

q1 * (q2)<br />

45°<br />

q2 N<br />

q2<br />

16


ALGEBRICAMENTE:<br />

q N = (a – c)/3b Q N = 2((a – c)/3b), sostituendo nella funzione di<br />

domanda, otteniamo il prezzo di equilibrio: p N = (a + 2c)/3.<br />

Se derivo: ∂p N / ∂c = 2/3<br />

quindi se c ↑40%, p↑ 26.6% (ovvero 2/3 * 40%).<br />

2. TASSI <strong>DI</strong> CAMBIO E QUOTE <strong>DI</strong> MERCATO<br />

Consideriamo un duopolio con imprese in Paesi diversi, che<br />

producono microchips.<br />

1 opera in Europa (es. STMicroelectronics), quindi i suoi costi<br />

saranno espressi in €;<br />

2 opera in USA (es. Intel), costi in $.<br />

Supponiamo che i microchips vengano venduti solo in USA, in $.<br />

Mercato con competizione alla Cournot.<br />

Nel tempo t0, entrambe hanno lo stesso costo e ciascuna ha una<br />

quota di mercato del 50%; il tasso di cambio $/€ = 1.<br />

Cosa succede se l’euro si svaluta del 20% nel periodo t1?<br />

Il deprezzamento dell’euro corrisponde ad una diminuzione del<br />

MC per l’impresa europea (chiamiamolo Ce).<br />

Supponiamo che il costo iniziale fosse di 10$ per l’impresa<br />

americana e 10€ per quella europea.<br />

Il deprezzamento dell’€ del 20%, significa che bastano 80 cent $<br />

per acquistare 1€; quindi il MC dell’impresa europea (Ce) è ora di<br />

10*0.8 = 8$, la sua curva di reazione si sposta verso l’esterno.<br />

In questo caso vale solo per l’impresa 1 europea.<br />

17


Fig.7.13: Il nuovo equilibrio di Cournot dopo il deprezzamento dell’euro<br />

q1<br />

Q N<br />

q1 N<br />

q2 * (q1)<br />

N ’’<br />

q2 N<br />

N’<br />

Dalla FIGURA 7.13 si vede che il nuovo equilibrio si è spostato<br />

in alto, sopra la diagonale, quindi l’impresa europea ha ora una<br />

quota di mercato maggiore di quella USA, cioè S1>S2.<br />

ALGEBRICAMENTE<br />

Con equilibrio simmetrico abbiamo visto prima che<br />

q N = (a – c)/3b<br />

Con costi marginali diversi:<br />

q1 * ( q2) = (a – c1)/2b – q2/2<br />

q2 * ( q1) = (a – c2)/2b – q1/2<br />

45°<br />

q1 N = (a – 2 c1 + c2)/3b<br />

q2 N = (a – 2 c2 + c1)/3b<br />

q1 * (q2)<br />

Q N = (2a – c1 – c2)/3b<br />

S1 = q1 N /Q N = (a - 2 c1 + c2)/(2a – c1 – c2)<br />

q2<br />

18


CALIBRAZIONE:<br />

Nella situazione iniziale c1 = c2=10, poi c1 = 0.8c2.<br />

Le informazioni iniziali siano che P= 16.66$.<br />

Sappiamo che con equilibrio simmetrico P = (a + 2c)/3, ovvero<br />

che 16.66 = a + 20/3<br />

a = 30<br />

Dopo deprezzamento dell’euro, poi c1 = 8, c2=10.<br />

Sostituisco nell’espressione per la quota di mercato: con a = 30,<br />

S1 = 57%.<br />

Con un deprezzamento dell’euro del 20%, la quota di<br />

mercato dell’impresa europea passa dal 50% al 57%.<br />

19


3. INNOVAZIONE E PROFITTI<br />

Consideriamo il mercato di un prodotto chimico:<br />

l’impresa 1 ha un CM = 15;<br />

l’impresa 2, più moderna, ha un CM = 10.<br />

Ipotizziamo che: p Cournot = 16.66 Q = 8.3<br />

Quesito: Quanto sarebbe disposta a pagare l’impresa 1 per<br />

utilizzare la tecnologia dell’impresa 2?<br />

Si deve guardare la differenza tra profitti:<br />

WTP1=π1(con nuova tecnologia) – π1 (con vecchia tecnologia)<br />

Situazione inversa rispetto a quella di prima, nel senso che<br />

partiamo da un duopolio asimmetrico per raggiungerne uno<br />

simmetrico.<br />

Da [7.4] sappiamo che Q N = q1 N + q2 N = (2a – c1 – c2)/3b<br />

sostituisco nella funzione di domanda inversa:<br />

[7.6] p N = a – bQ N = (a + c1 + c2)/3<br />

sostituendo con i valori che conosco (p N = 16.66; c1 = 15; c2 = 10),<br />

ricavo a=25. sia b=1.<br />

Da [7.3] so che q1 N = (a – 2 c1 + c2)/3b<br />

π1 N = (a – 2c1 + c2)² / 9b<br />

Ne segue che l’impresa sarebbe disposta a pagare<br />

WTP1= π1 N (CM=10) – π1 N (CM=15)<br />

= (15/3)² - (5/3)²@ 22.22<br />

20


ALTERNATIVE:<br />

a) se invece di calcolare il profitto si fosse calcolato soltanto<br />

PRODUZIONE INIZIALE X RIDUZIONE <strong>DI</strong> COSTO si<br />

sarebbe trovato come valore 8,3, più basso di quello effettivo<br />

perché non considera la maggior produzione;<br />

b) considerando che l’impresa 1, adottando la nuova tecnologia,<br />

avrebbe gli stessi costi dell’impresa 2, si potrebbe calcolare la<br />

differenza tra i profitti di 2 e quelli di 1 con la vecchia<br />

tecnologia. Risulterebbe 41,6, in eccesso. Questo perché<br />

l’impresa 1 con la nuova tecnologia, espande la sua<br />

produzione e l’impresa 2 è costretta a vendere meno.<br />

La statica comparata consente di tener conto di tutti gli effetti<br />

contemporaneamente.<br />

21


LA COLLUSIONE<br />

In un mercato oligopolistico, il profitto delle imprese è inferiore a<br />

quello di monopolio.<br />

Questo perché c’è un’ESTERNALITA’, ossia ogni impresa<br />

massimizza i suoi profitti a spese dei concorrenti.<br />

E’ quindi naturale che le imprese cerchino di aumentare il loro<br />

potere di mercato e per questo stipulino degli accordi. Questo tipo<br />

di comportamento è chiamato COLLUSIONE.<br />

Ci sono diversi tipi di collusione:<br />

• accordi di cartello: Opec (ottobre 1973);<br />

• accordi segreti perché spesso i cartelli sono illegali: turbine<br />

elettriche USA (1950);<br />

• accordi taciti o per ragioni storiche o perché costituiscono<br />

punti focali;<br />

INTERAZIONE E STABILITA’ DEGLI ACCOR<strong>DI</strong><br />

COLLUSIVI<br />

Consideriamo un duopolio alla Bertrand in cui le due imprese<br />

hanno la stessa tecnologia.<br />

Se t = 1 p = MC<br />

Se t > 1, GIOCO RIPETUTO<br />

E’ equilibrio?<br />

Una possibilità è che le imprese giochino l’equilibrio di Bertrand –<br />

Nash.<br />

22


L’alternativa è la STRATEGIA DEL GRILLETTO (trigger –<br />

strategy):<br />

- in t1, p = p m π = ½ π m<br />

- da t2 in poi, se pti = p m , ripeti p = p m<br />

se pti-1 < p m , p = CM per sempre.<br />

Ovvero, 1 fissa p = p m , fino a che 2 fissa p = p m ;<br />

se 1 osserva p ≠ p m , punizione con p = CM forever.<br />

Questa strategia è un equilibrio?<br />

Bisogna controllare se ci sono deviazioni profittevoli, cioè che ci<br />

siano vincoli di non deviazione:<br />

1. se EQUILIBRIO; profitti scontati:<br />

V = ½ π m + δ ½ π m + δ² ½ π m + δ 3 ½ π m +..<br />

δ fattore di sconto (cioè il valore di 1€ tra un periodo in €<br />

correnti).<br />

Più δ è elevato, più il futuro diventa importante.<br />

V = ½ π m 1/(1- δ) (valore attuale del flusso dei profitti)<br />

2. se DEVIAZIONE:<br />

la migliore deviazione è massimizzare i profitti di breve<br />

periodo, quindi si impone un p = p m – ε, con ε numero piccolo<br />

a piacere.<br />

In questo modo cattura tutto il mercato e ottiene<br />

approssimativamente π m .<br />

23


Quindi il profitto della deviazione ottimale è :<br />

V’ = π m .<br />

Per verificare se questo è effettivamente un equilibrio, deve<br />

soddisfare la condizione<br />

V ≥ V’ ½ π m 1/(1- δ) ≥ π m<br />

δ > ½<br />

δ: valore di un euro disponibile tra un periodo in euro correnti<br />

In genere 0 < δ < 1. Perché è < 1 ?<br />

1. Perché è il COSTO OPPORTUNITA’ DEL TEMPO:<br />

l’investitore potrebbe usare un € oggi per avere (1 + r) nel periodo<br />

successivo, dove r è il tasso d’interesse per quel periodo.<br />

2. Infatti, δ può essere anche visto come: 1/(1+r)<br />

r può essere considerato tasso annuale<br />

Notare che:<br />

A. se le imprese modificano i prezzi più volte in un anno (ƒ volte):<br />

δ = 1/(1+r/ƒ) se ↑ ƒ allora ↑ δ<br />

B. nei periodi successivi ci saranno profitti con sicurezza?<br />

Nel periodo ti: A e B colludono, ma supponiamo che al tempo<br />

ti+1 l’impresa C scopra un farmaco migliore.<br />

Sia h la probabilità di esistere, in una certa industria, nel<br />

periodo successivo;<br />

24


E’ noto che h(cemento) > h(farmaceutico)<br />

δ = (1/(1+r/ƒ)) * h 0 ≤ h ≤ 1<br />

C. caso opposto: CRESCITA DEL MERCATO<br />

la domanda aumenta al tasso g<br />

πt+1 = (1+g) πt<br />

δ = [1/(1+r/ƒ)] * h* (1+g)<br />

cioè, un € nel periodo futuro vale più di un € nel periodo<br />

corrente di 1+g<br />

δ > ½ può essere letta:<br />

è tanto più probabile che in equilibrio si osservi collusione di<br />

prezzo quanto maggiore è:<br />

• frequenza di interazione tra imprese<br />

• probabilità di continuazione<br />

• tasso di crescita della domanda<br />

25


PERCHE’ IMPRESE NON COLLUDONO PIU’ SPESSO?<br />

PARADOSSO <strong>DI</strong> <strong>BERTRAND</strong>: p = MC<br />

Se c’è interazione e r è basso, si sostiene p m<br />

PARADOSSO OPPOSTO<br />

In pratica le imprese non colludono sempre, perché:<br />

- POLITICA ANTITRUST<br />

- Oltre a r c’è anche h, la probabilità di scomparsa dal mercato;<br />

dove c’è turnover, ↓collusione<br />

- La collusione potrebbe non essere ragionevole, realistica (anche<br />

se è Eq. di Nash): se si devia, guerra dei prezzi infinita.<br />

L’impresa deviante potrebbe, però, contattare l’altra per<br />

mettersi d’accordo ad abbandonare questa guerra di prezzo.<br />

Ma se si accordano, la minaccia non è più credibile<br />

le deviazioni potrebbero essere profittevoli!<br />

- A volte i prezzi NON sono osservati con precisione<br />

possibilità di riduzioni segrete.<br />

Il caso De Beers<br />

Dal 1870 l’impresa è dominante nel mercato mondiale dei diamanti. La sua<br />

quota di mercato nell’estrazione dei diamanti è esigua, ma ottiene l’80% di<br />

tutti i diamanti estratti grazie al marketing, attraverso la Central Selling<br />

Organization.<br />

Fornisce due beni pubblici: PUBBLICITA’ e STABILIZZAZIONE DEI<br />

PREZZI.<br />

Inoltre i concorrenti hanno TIMORE <strong>DI</strong> RITORSIONI: nel 1981 il<br />

presidente dello Zaire, Mobutu, fece degli accordi con Anversa e con<br />

inglesi. Dopo 2 mesi: un milione di carati industriali invase il mercato e il<br />

prezzo scese da 3$ a 1.8$.<br />

26


LE GUERRE <strong>DI</strong> PREZZO<br />

Rispetto ai modelli di Cournot e Bertrand, l’aggiunta della<br />

dimensione dinamica aumenta il realismo all’analisi della<br />

concorrenza duopolistica, anche se il modello rimane ancora<br />

troppo stilizzato e non riesce a spiegare tutti i comportamenti dei<br />

diversi mercati.<br />

Perché i prezzi oscillano, come si nota dall’osservazione della<br />

realtà (fatto stilizzato)?<br />

1) RIDUZIONI SEGRETE <strong>DI</strong> PREZZO (fluttuazioni della<br />

domanda NON osservabili).<br />

Nei mercati dei clienti (es. calcestruzzo e trasporti oceanici),<br />

ogni acquirente è talmente grande da far sì che i prezzi vengano<br />

negoziati caso per caso → difficile giungere ad accordi<br />

collusivi perché la domanda non è osservabile.<br />

Da ciò nasce un PROBLEMA:<br />

come fa l’impresa a stabilire se la sua domanda è bassa perché<br />

il mercato è in crisi o perché l’impresa concorrente ha ridotto<br />

segretamente il prezzo?<br />

La risposta di questo dilemma è importante per l’impresa per<br />

decidere come reagire:<br />

- non punire mai: non costituirebbe un equilibrio perché<br />

l’impresa j ridurrebbe segretamente il prezzo;<br />

- punire sempre → GUERRA INFINITA: una punizione<br />

così dura sarebbe sufficiente da disincentivare j a ridurre<br />

segretamente il prezzo, ma si tradurrebbe in una punizione<br />

per j anche quando la riduzione di domanda fosse dovuta ad<br />

un peggioramento delle condizioni di mercato;<br />

27


- intermedia: ogni volta che si osserva una domanda bassa, si<br />

inizia una guerra di prezzo per un numero finito T di periodi,<br />

dopo di che si torna all’accordo collusivo.<br />

Equilibrio con fasi di collusione alternate a fasi di<br />

guerra di prezzo<br />

Anche se si verificano guerre di prezzo in equilibrio le<br />

imprese non deviano mai dall’accordo collusivo, quindi le<br />

guerre di prezzo sono un male necessario per garantire<br />

l’equilibrio.<br />

2) FLUTTUAZIONI <strong>DI</strong> DOMANDA<br />

Supponiamo che la domanda sia osservabile e che gli SHOCKS<br />

siano indipendenti<br />

i profitti futuri di deviazione non dipendono dalla domanda<br />

attuale mentre i profitti correnti invece dipendono dalla<br />

domanda attuale<br />

maggiori vantaggi a deviare quando la domanda è maggiore,<br />

quindi il vincolo di non deviazione è più stringente quando la<br />

domanda è alta.<br />

Per ridurre l’incentivo a deviare e raggiungere l’equilibrio,<br />

potrebbe essere necessario ridurre il prezzo quando la<br />

domanda è elevata. Con prezzi più bassi, infatti, i vantaggi da<br />

deviazione sono minori.<br />

Quindi:<br />

- In equilibrio si hanno prezzi più bassi quando la domanda<br />

è elevata;<br />

- I PREZZI fluttuano in maniera anticiclica (contrario di<br />

prima, caso 1);<br />

- Sono importanti le ipotesi di partenza, ovvero se gli<br />

shocks della domanda sono osservabili o meno.<br />

28


L’analisi empirica suggerisce che entrambe le ipotesi rispecchiano<br />

la realtà, alcune imprese mostrano prezzi prociclici<br />

(TRASPORTI), altre anticiclici (CEMENTO).<br />

3) SHOCKS ASIMMETRICI<br />

In entrambi i modelli precedenti, le guerre di prezzo sono un<br />

fenomeno di equilibrio, necessarie per sostenere la collusione<br />

nel lungo periodo.<br />

A volte le guerre di prezzo osservate NON si spiegano così.<br />

ES.: INDUSTRIA TRASPORTO AEREO:<br />

Alcuni sostengono che le tariffe aeree siano dettate dalle<br />

imprese con maggiori difficoltà finanziarie che fanno le guerre<br />

di prezzo.<br />

Supponiamo 2 diversi fattori di sconto:<br />

Al tempo t0, saggio δ 0<br />

Al tempo t1, saggio δ 1 con Probabilità > 0.<br />

δ 0 > δ 1 FUTURO MENO IMPORTANTE<br />

Diminuisce la probabilità di esserci in futuro<br />

Chi ha difficoltà finanziarie avrà δ più bassa ( cala la probabilità<br />

di essere presente in futuro).<br />

Se δ 0 - δ 1 è grande abbastanza, la collusione potrebbe essere<br />

sostenibile per le imprese con δ 0 ma non per quelle con δ 1 .<br />

29


COSA FACILITA LA COLLUSIONE?<br />

A. CONCENTRAZIONE: è più facile raggiungere e mantenere<br />

l’accordo collusivo quando c’è un minor numero d’imprese.<br />

La tentazione di deviare, infatti, è maggiore quando ci sono<br />

più imprese ( π m – π c (2) < π m – π c (n) ).<br />

B. SIMMETRIA: la collusione è più facile se le imprese sono<br />

simmetriche.<br />

c1 < c2<br />

p m > c2 > c1<br />

L’accordo efficiente prevederebbe p1 = p m , p2 > p1<br />

D(p2) = 0<br />

MAX PROFITTI CONGIUNTI.<br />

Questo, però, è un accordo non stabile, perché impresa 2 è<br />

incentivata a ridurre p2 al di sotto di p1 ed ottenere così π > 0,<br />

PROFITTI nel breve periodo<br />

nessuna punizione può trattenere 2 dal deviare.<br />

L’alternativa: p1 = p2 = P < p m<br />

In questo caso 2 devia meno, ma potrebbe deviare 1 perché<br />

avrebbe un guadagno maggiore (avrebbe un maggio profitto<br />

unitario) perché la punizione imposta da 2 è debole anche se<br />

p2 = c2 > c1<br />

se c’è asimmetria è necessario accordarsi anche sulla<br />

distribuzione dei profitti.<br />

30


C. INTERAZIONE SU PIU’ MERCATI: l’evidenza empirica<br />

suggerisce che se le imprese competono tra loro in più mercati,<br />

sono più incentivate a colludere o colludono più strettamente.<br />

- Consideriamo un DUOPOLIO omogeneo:<br />

p = p m π = ½ π m<br />

in questo caso si ha collusione soltanto se δ ≥ ½.<br />

- Consideriamo il caso in cui le due imprese competono su<br />

due mercati e ogni impresa ha un vantaggio comparato su un<br />

mercato:<br />

l’impresa 1 è efficiente c nel mercato 1 e meno c in<br />

mercato 2;<br />

l’impresa 2 viceversa: c in mercato 1 e c in mercato 2;<br />

notare che c > c<br />

impresa 1 è efficiente in mercato 1 e 2 è efficiente in 2<br />

Per esempio, pensiamo alla localizzazione in diversi paesi,<br />

con c = c + t<br />

Accordo: p = p m .<br />

Se tale accordo viene considerato singolarmente (in un solo<br />

mercato) è instabile, ma se si considerano i due mercati nel<br />

complesso: l’impresa 1 potrebbe convincere 2 a non ridurre il<br />

prezzo nel mercato 2 minacciando la ritorsione su 1.<br />

La collusione è più facile quando interazione su diversi mercati<br />

31


D. FATTORI ISTITUZIONALI: Ossia le clausole o le<br />

regolamentazioni imposte dalle imprese o dal Governo.<br />

Es. Clausola del consumatore più favorito: non si possono<br />

offrire sconti ad un particolare consumatore senza estenderlo a<br />

tutti.<br />

Queste clausole proteggono i consumatori evitando<br />

comportamenti discriminanti e, nello stesso tempo, riducono<br />

l’incentivo delle imprese a seguire una strategia di prezzo<br />

aggressiva.<br />

Altro esempio sono le regole per la trasparenza del mercato<br />

(es. direttiva per il cemento).<br />

Un mercato più trasparente è migliore per il consumatore?<br />

Sicuramente non sono più permesse riduzioni segrete di prezzo<br />

ma, visto che sono contratti segreti, con la trasparenza è più<br />

facile verificare il rispetto dell’accordo collusivo.<br />

LA POLITICA ANTITRUST PER LA COLLUSIONE<br />

L’efficienza allocativa prevede che p = CM<br />

Le INTESE dovrebbero essere illegali perché provocano una<br />

riduzione del benessere sociale,<br />

Le perdite nette di benessere economico (DWL) crescono più che<br />

proporzionalmente rispetto al crescere della differenza tra p e CM<br />

Anche se la perdita di efficienza fosse trascurabile, un prezzo<br />

maggiore del costo marginale comporterebbe comunque un<br />

trasferimento di risorse dai consumatori alle imprese.<br />

In pratica ciò che muove l’antitrust sembra essere il benessere dei<br />

consumatori (CS) piuttosto che il benessere sociale (SW).<br />

32


Le INTESE SUI PREZZI sono vietate dall’ ART. 81 del Trattato<br />

di Roma, che è ricalcato su questo punto dalla Legge italiana<br />

(Legge 10/10/1990 n.287).<br />

La prima normativa antitrust è stata introdotta negli USA, con lo<br />

Sherman Act nel 1890. Dall’esame della legislazione dei singoli<br />

Paesi sembra che ci sia consenso sull’illegalità delle imprese<br />

collusive ma, in pratica, le cose sono più complesse e articolate.<br />

ESEMPIO:<br />

ALITALIA su Milano- Amsterdam;<br />

KLM su Amsterdam – Helsinki;<br />

Nessuna offre Milano – Helsinki.<br />

Senza accordi: doppio check-in, 2 biglietti, ecc.<br />

Con accordi: vantaggi per i consumatori ma, per le imprese,<br />

diventa più facile colludere su altre rotte.<br />

Cosa si fa?<br />

Simili problemi si presentano con gli accordi di R&S o con quelli<br />

per scambi di informazioni.<br />

ESEMPIO: RC AUTO<br />

Nel Luglio 2000, l’Autorità condanna diverse compagnie che<br />

attraverso LOGOS si erano scambiate informazioni sulle tariffe,<br />

arrivando ad intese esplicite o a collusione tacita. In questo caso,<br />

però, anche i consumatori ne beneficiavano perché conoscevano i<br />

prezzi.<br />

Dopo luglio 2000, le tariffe sono continuate ad aumentare.<br />

Quale aspetto della trasparenza prevale?<br />

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