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Silvano Bracci - Le statue lignee e gli stucchi - Fondazione Cassa di ...

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Di buona fattura sono tre <strong>statue</strong>: San Francesco<br />

(cm 161 x 105), San Giacomo della Marca (cm<br />

163 x 83) e San Diego d’Alcalà (cm 163 x 51).<br />

L’intenso realismo mostra una esecuzione raffinata<br />

delle mani e dei pie<strong>di</strong>, ma soprattutto dei<br />

volti un po’ segnati nelle guance ma non scarnificati,<br />

le teste leggermente piegate e girate, lo<br />

sguardo raccolto nella adorazione o contemplazione,<br />

esile ed elegante la struttura corporea che si<br />

manifesta oltre il panneggio dell’abito francescano<br />

che al petto mostra pieghe raccolte in modo<br />

naturale dal cordone in vita, con l’orlo inferiore<br />

quasi svolazzante ma ben modellato con le pieghe<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>versa misura che seguono il movimento<br />

dato da una gamba un po’ piegata, sottolineato<br />

anche da una leggera torsione del busto. I simulacri<br />

dei primi due santi sono caratterizzati dalle<br />

braccia staccate dal corpo, nel terzo invece sono<br />

piegate ad angolo verso il petto davanti al quale<br />

le mani si ergono raccolte in preghiera; infine<br />

anche le maniche sono un piccolo capolavoro <strong>di</strong><br />

inta<strong>gli</strong>o, con il rigonfiamento all’altezza del gomito<br />

dove poteva alloggiare una tasca. <strong>Le</strong> uguali<br />

caratteristiche, tra cui il cingolo liscio, invitano<br />

ad assegnarle ad uno stesso scultore <strong>di</strong> cui sarebbe<br />

interessante poter conoscere il nome, sono<br />

comunque databili post 1726, anno <strong>di</strong> canonizzazione<br />

del santo pre<strong>di</strong>catore marchigiano attivo<br />

più volte anche a Fano (si veda la scheda San<br />

Giacomo della Marca e altri Frati Santi a Fano <strong>di</strong><br />

<strong>Silvano</strong> <strong>Bracci</strong>), e quin<strong>di</strong> più recenti rispetto alle<br />

altre. Il San Diego, conservato nel locale <strong>di</strong> deposito,<br />

presenta i segni dell’incuria, non così le altre<br />

due <strong>statue</strong> restaurate dalla <strong>di</strong>tta Paola Bartoletti<br />

nel 2005 per trovare collocazione nel vano della<br />

grande nicchia rettangolare aperta sopra il quarto<br />

altare a destra ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> un crocifisso ligneo,<br />

come leggiamo in un documento: “1958 lu<strong>gli</strong>o.<br />

Ta<strong>gli</strong>o in forza <strong>di</strong> muratura per formazione della<br />

nicchia dove è stato collocato il SS. Crocifisso,<br />

costruzione dell’architrave in cemento armato<br />

su detta nicchia, sistemazione della medesima;<br />

demolizione <strong>di</strong> un altare” 13 .<br />

Nella chiesa vi era la statua <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no<br />

da Siena che nel 1981 con quella <strong>di</strong> San Pietro<br />

d’Alcántara venne trasferita nel convento <strong>di</strong><br />

LE STATUE LIGNEE E GLI STUCCHI<br />

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