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Essere persone eucaristiche.
Faccio mie le parole e, nella mia povertà, anche i
sentimenti di Paolo espressi in 1 Cor 11,23-26: ” Io,infatti,
ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho
trasmesso: il Signore Gesù nella notte in cui fu tradito,
prese anche il calice, dicendo: Questo calice è la nuova
alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne
bevete, in memoria di me. Ogni volta infatti che mangiate
di questo pane e bevete di questo calice, voi annuciate la
morte del Signore fi nchè egli venga”.
San Paolo, attraverso la sua esperienza di incontro
con il Gesù Eucaristico, ci aiuta a capire come vivere ed
incarnare personalmente ed esistenzialmente il vertice
della preghiera contemplativa che lo porta a proclamare:
“ho incontrato lui, mi sono nutrito di lui”, quindi,
“per me vivere è Cristo e morire un guadagno” (Fil
1,21), “Sono stato crocifi sso con Cristo, non sono più
io che vivo ma Cristo vive in me”(Gal 2,20). Nel testo
emerge tutta la tensione eucaristica della vita di Paolo,
conquistato e sedotto da quel Gesù che incontra sulla
via di Damasco e lo chiama a seguirlo, anche se non c’è
stata antecedentemente, come per gli altri apostoli, la
prossimità amicale. Per questo motivo è molto importante
e vitale per Paolo il culto della presenza eucaristica di
Cristo per sperimentare quanto questo Gesù lo ami, lo
desideri, e quanto sia importante per lui… “Paolo”-
sembra dirgli Gesù in continuazione-“non ho amore più
grande di questo: dare tutto me stesso per te” (cf. Gv 15,
13). Questa esperienza eucaristica introduce nella intimità
con Cristo che gli apostoli avevano goduto, sperimento e
contemplato. In certo senso, Paolo, nell’Eucaristia, può
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