opuscolo venerdì santo.indd - Diocesi di San Severo

ed esaltante del Cristo crocifi sso e risorto; vuole gridare
con la sua vita questo vangelo nella speranza di contagiare
tutti con la sua passione per il Signore, indicandoLo come
l’unica “via” di realizzazione e di umanizzazione” per
ogni uomo. Un’eco straordinaria è costituita dalle parole,
pronunciate tanti secoli dopo, da un altro Paolo, Papa
Paolo VI: “ l’uomo oggi ascolta più volentieri i maestri
se questi sono per prima cosa testimoni” (cf. Evangelii
Nuntiandi, 41).
“In seguito”- ci dice -, continuando questo suo
racconto contemplativo ed autobiografi co, “Gesù appare
a Cefa ed ai Dodici; appare a tutti gli apostoli, e per ultimo,
come ad un aborto, appare anche a me”. Paolo si ritiene
l’infi mo degli apostoli; anzi non si reputa degno neppure
di essere chiamato apostolo perché ha perseguitato la
Chiesa di Dio. “Ma per grazia Dio sono quello che sono
e la sua grazia in me non è stata vana” (vv. 9-l0).
Siamo, e Paolo ne è cosciente, nella logica del
disegno gratuito di Dio, della sua libertà positiva ed
amante. E’ la logica dello sguardo di compiacimento
di Dio, che ancora sceglie ed attua la sua “logica della
croce”, la logica di ciò che è contro tutte le logiche umane
dell’apparenza, perché solo attraverso la “logica della
croce” si è avvolti dall’ aurora della risurrezione.
La “logica della croce” è logica di fatica, di sudore,
di lotta, di conquista e Paolo e ci testimonia, anche questo,
con verità e senza tanti discorsi “romantici” e melensi:
“ho faticato più di tutti loro, non io però ma la grazia di
Dio che è con me”.
La “logica della croce” è vissuta, per primo dal
Signore Gesù,che chiama all’apostolato, e che per primo
fatica, suda, lotta e conquista “il premio” (cf. Fil 3,14) dell’
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