opuscolo venerdì santo.indd - Diocesi di San Severo

libri sapienziali e profetici, lo usa per esprimere il concetto
di purifi cazione dei metalli attraverso il crogiuolo portato
ad alte temperature: “scrutami, hai conosciuto il mio
cuore, i miei reni” (cf. sal 26 (25); 139 (138); ecc.) Tutto va
“fatto bollire”, perché sia purifi cato dallo Spirito ardente,
quello da non spegnere e da tenere alto per giungere al
“più dell’amore”: il meglio di me e del Figlio in me, di
cui il Padre si compiace.
“Tenete ciò che è buono, astenetevi da ogni sorta di
male” (vv.21b-22). Ecco la fi ne di questa nostra pericope.
Paolo nel testo greco dice letteralmente:” ciò che è
bello”. Il bene è anche il bello. S. Giovanni nel vangelo,
parlando di Gesù, Lo chiama il “bel pastore” (cf. Gv 10).
Si può dire che il bello è quel Gesù che vive in me e negli
altri. L’ Apostolo delle genti ci insegna ad anelare, non
solo a qualcosa di bello, ma al bello stesso, cioè al Cristo;
e al rifi uto di ciò che è il non bello, il male, che, a volte,
si riveste da “angelo di luce” (cf. 2 Cor 11,14). EgliSan
Paolo, in altre parole, ci sollecita al discernimento, cioè
a sapere e volere distinguere tra ciò che è bene e ciò è
male, tra ciò che Dio vuole e ciò che non vuole. Per la
rifl essione personale, suggerisco, in merito, alcuni tra i
testi classici:
Rom 12,2 : “Non conformatevi alla mentalità di
questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra
mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è
buono a lui gradito e perfetto”. Dio gradisce in noi è
l’essere come il Suo Figlio, nel quale Egli si compiace.
Motivo del discernimento è il piacere a Dio, il fare quello
che lui vuole; quello che è perfetto in quanto ci rende
simili al Padre. Ce ne da conferma l’espressione di Paolo
“rinnovando la mente”. Il verbo greco usato è dokimàzein,
19