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Colui che è la volontà del Padre:“questa è la volontà di
Dio a vostro riguardo in Cristo” (v. 18b). In altre parole,
tutto ciò che noi chiediamo, cerchiamo, otteniamo è in
rapporto a Cristo: il Padre ci dona tutto in ; e in nessun altro
modo, se non in rapporto al Cristo che vive in noi. Dopo
aver delineato gli elementi o atteggiamenti essenziali per
discernere la volontà la volontà di Dio, Paolo indica anche
tre “imperativi operativi” per concretizzare nel vissuto
quotidiano i frutti di tale discernimento per crescere nel
“più dell’amore”.
“Non spegnete lo Spirito” (v. 19). Lo Spirito ha
un ruolo preminente all’interno dell’intera Scrittura.
Paolo ne parla nelle varie forme e nei vari sensi ben 120
volte nelle lettere autentiche (nelle 13 lettere 146 volte),
delle quali cinque nel testo che stiamo meditando: delle
cinque, quattro volte in riferimento allo Spirito Santo.
Il pensiero di Paolo spazia dal ruolo dello Spirito nella
predicazione(vv. 1,5 e 6), alla sua presenza come principio
di vita santa(vv. 4, 8), al trinomio “spirito— anima —
corpo” (vv. 5,23, di complessa interpretazione). Alla luce
del pensiero paolino si può asserire che l’azione dello
Spirito è legata alla sua potenzialità di manifestare al
cristiano attraverso carismi una particolare ispirazione in
vista ed in funzione del bene comune. Lo Spirito, quindi,
è Colui che ci dona il meglio di Sé del Figlio Gesù che
vive in noi, e diviene slancio operativo, orientamento
fondamentale di vita (cf. 2Cor 3,6).
“Non disprezzate le profezie” (v. 20); cioè saper
vedere i “semina Verbi” anche nel cuore dei fratelli e
delle sorelle; individuare, in essi, una parola di Dio per
il nostro cuore e per la nostra vita. La parola di Dio non è
solo quella scritta nella Bibbia, ma c’è anche una parola
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