opuscolo venerdì santo.indd - Diocesi di San Severo

ebrei, che Paolo aveva ricevuto ben cinque volte (cf. 2
Cor 11,24) – fi no a quando “tutto è compiuto” (cf. Gv
19,30-34).
Ecco la logica dell’inserimento della sequela del
Cristo Eucaristico, che Paolo vuole trasmetterci (cf. 1
Cor 15,2), che però va approfondita alla luce di alcune
frasi che troviamo nel vangelo di Giovanni al capitolo
6 nei versetti 56 e 57: “Chi mangia la mia carne e beve
il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre,
che ha la vita, ha mandat o me e io vivo per il Padre, così
anche colui che mangia di me vivrà per me”. Ed ancora:
“Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là s arà
anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà”.
(Gv 12,26).
San Paolo sperimenta nella sua carne queste
parole. Il suo apostolato si basa sull’immedesimazione
ontologica con il mistero del Cristo Eucaristico, morto
e risorto. Suo vivo desiderio e costante impegno: partire
dalla comunione col Cristo redentore, e realizzare
un’esistenza come “sacrifi cio vivente , santo e gradito a
Dio”. Egli, ad imitazione di Gesù, è “vittima, sacrifi cio
ed altare”.
Carissimi, come consacrati, siamo chiamati a
incarnare e fare nostra questa esperienza paolina, come
immersione vitale nel mistero d’amore rivelato dalla vita
donata di Gesù, che ancora ha bisogno dei nostri “si” per
portare a compimento “ciò che manca ai suoi patimenti a
favore del suo corpo, che è la Chiesa” (cf. Col 1,24).
E’ anche il messaggio dell’Eucaristia, che
celebriamo quotidianamente come banchetto dell’
Agape, cioè dell’amore che caratterizza tutto l’essere di
Paolo; dell’amore seducente che crocifi gge Paolo alla
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