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Exibart. - Emmi srl

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82.libri <strong>Exibart</strong>.onpaper<br />

a cura di marco enrico giacomelli<br />

memorie dal suolo<br />

Una decina di recenti volumi invita alla riflessione sui rapporti fra arte, architettura, paesaggio e società.<br />

Dalla fabbrica fordiana alle periferie in fiamme, attraverso sintesi e rotture. In direzione di un'opera d'arte<br />

totale che coinvolga (in) ogni senso...<br />

"Gli urbanisti del XX secolo<br />

dovranno costruire delle avventure" *<br />

Mentre le banlieues francesi ardevano,<br />

"l'Unità" pubblicava un'inchiesta<br />

atipica. Sei racconti - ora raccolti<br />

in volume da Stefania Scateni<br />

- nati dal calpestìo periferico, protagonisti<br />

uno scrittore e un artista.<br />

Per Torino, nella zona che si dipana<br />

spazio-temporalmente fra gli<br />

interventi urbanistici per il centenario<br />

dell'Unità d'Italia e quelli per<br />

le Olimpiadi invernali del 2006, la<br />

narrazione era affidata alla penna<br />

di Silvio Bernelli e ai foto-collage di<br />

Botto & Bruno.<br />

Spesso a marcare le periferie<br />

nostrane è ancora la fabbrica,<br />

seppur dismessa, con i suoi indotti,<br />

compresi i complessi abitativi<br />

nati per ospitare gli operai. Se per<br />

progettare il futuro occorre comprendere<br />

il passato, allora è<br />

importante studiare il libro<br />

Fabbriche di Gillian Darley.<br />

Fabbriche come metafore del progresso<br />

e fulcro dell'organizzazione<br />

sociale (per restare a Torino, si<br />

pensi al Lingotto, dal progetto fordiano<br />

di Giacomo Mattè Trucco<br />

all'intervento di Renzo Piano). Ma<br />

soprattutto, per quel che c'interessa<br />

qui, oggetti architettonici che<br />

connotano alcuni arditi progetti<br />

urbanistici, come le varie tipologie<br />

di città-giardino. Un modello che<br />

ha come capostipite il fourieriano<br />

familistère di Guise, che trova la<br />

sua consacrazione con Ebezener<br />

Howard sul finire del XIX secolo e<br />

che ha il suo esempio più impressionante<br />

nell'organizzazione aziendale<br />

sviluppata dal moravo Tomáš<br />

Bata (il cui architetto è Vladimir<br />

Karfik, collaboratore di Frank<br />

Lloyd Wright e Le Corbusier).<br />

Modelli superati? Non pare, a<br />

guardare complessi come quello<br />

della Ricola a Mulhouse, progettato<br />

da Herzog & de Meuron:<br />

"Questo ambiente sicuro e protetto<br />

è la versione del XXI secolo del<br />

villaggio industriale paternalistico".<br />

no dust.<br />

"IL GUSTO DELLA VITA E<br />

DELL'ARTE"<br />

Si arricchisce la bibliografia<br />

brandiana. È uscito un ricco volume<br />

che raccoglie decine di lettere<br />

del/al critico senese. L'elenco<br />

dei nomi è impressionante, da<br />

Afro a Tacchi, per un arco di<br />

tempo che va dal 1932 al 1983.<br />

Ci coglie un po' d'invidia a leggere<br />

frasi come questa, scritta da<br />

Morandi: "La prego di salutare<br />

Longhi, Argan e tutti gli amici".<br />

Gli Ori - ill. b/n - 336 pp.<br />

35 euro - www.gliori.it<br />

La città-giardino è fonte di<br />

ulteriori problematiche<br />

quando si passa dall'iniziativa<br />

privata all'impresa<br />

urbanistica pubblica. È il<br />

tema affrontato da Hans<br />

Bernoulli in Die Stadt und<br />

ihr Boden, tradotto dal<br />

neonato editore Corte del<br />

Fontego. Il cuore della<br />

questione è la proprietà<br />

del suolo: in mano ai privati,<br />

rende quasi impossibile<br />

l'elaborazione di un<br />

master plan, e di conseguenza<br />

l'urbanistica diviene<br />

mera "speculazione<br />

fondiaria". Bernoulli guarda<br />

allora alla città medievale<br />

e vi innesta le riflessioni<br />

di Howard, concependo<br />

città-giardino in cui il terreno<br />

è di proprietà pubblica e sul<br />

quale il cittadino si avvale del diritto<br />

di fabbricazione:"Il suolo alla<br />

comunità, la casa alla proprietà<br />

privata".<br />

Questa prospettiva riformatrice è<br />

ampiamente superata da quella<br />

rivoluzionaria dei Situazionisti, il cui<br />

impegno nella riflessione urbanistica<br />

è ricostruito da un saggio di<br />

Leonardo Lippolis, che risale fino al<br />

1947. Ritroviamo il riferimento al<br />

Medio Evo, ma nel caso di Debord<br />

e compagni il punto focale è il<br />

Carnevale. La città (la New<br />

Babylon di Constant, e dapprima<br />

le esperienze di CoBrA a<br />

Bregneröd, di Jorn ad Albisola<br />

Marina e del Laboratorio<br />

Sperimentale ad Alba; e quella<br />

descritta da Ivan Chtcheglov e<br />

Raoul Vaneigem) è il terreno inaudito<br />

dove sintetizzare arte, architettura<br />

e vita quotidiana.<br />

Gesamtkunstwerk in cui si progetta<br />

in permanenza l'habitat - gratuito,<br />

effimero, nomadico, partecipativo,<br />

dedalico - dell'homo ludens. Al<br />

capo opposto rispetto alla città<br />

corbusiana, nata per soddisfare<br />

funzionalmente i bisogni dell'homo<br />

œconomicus. In altri termini: urba-<br />

MONDO LETTONE MADE IN ITALY<br />

Consacra anni d'impegno con<br />

l'Associazione culturale italo-baltica<br />

questo volume di Enzo Rossi-<br />

Ròiss, dedicato ai rapporti fra<br />

Lettonia e Italia. Dal viaggio a<br />

Riga di Giuseppe Tomasi di<br />

Lampedusa all'ultima partecipazione<br />

alla Biennale di Venezia,<br />

con un padiglione nazionale che<br />

ha suscitato non poche polemiche.<br />

Quattroventi - ill. b/n e col.<br />

158 pp. + t.f.t. - 18,50 euro<br />

www.edizioniquattroventi.it<br />

nismo unitario versus urbanistica<br />

parcellizzante.<br />

Chiusa l'esperienza dell'Internazionale<br />

Situazionista nel 1972, la sua<br />

eredità è in parte raccolta da alcuni<br />

architetti radicali. Fra questi,<br />

Eric Owen Moss, il cui lavoro è<br />

presentato in un'agile monografia<br />

firmata da Emilia Giorgi. Nella "pianificazione-guerriglia"<br />

di Culver City<br />

tornano il dialogo con l'arte e l'apertura<br />

dionisiaca al camaleontismo:<br />

"Una città complessa, labirintica,<br />

ormai lontana dall'ideale<br />

modernista di razionalità e funzionalità".<br />

E, tornando a Torino, si può<br />

citare l'opera di Luca Moretto, ad<br />

esempio il Collegio universitario<br />

Einaudi-San Paolo che fronteggia<br />

la Fontana-Igloo di Merz. In questo<br />

caso riemergono il colorismo spaziale<br />

di Constant e Aldo van Eyck -<br />

"reazione spontanea al ruolo passivo<br />

assegnato al colore nell'architettura<br />

moderna" -, la necessità di<br />

arricchire l'architettura con l'espressività<br />

del colore espressa da<br />

Asger Jorn, l'immaginismo di<br />

Ettore Sottsass jr.<br />

Ciò che contraddistingue queste<br />

esperienze è il profondo rapporto<br />

col suolo e il paesaggio: Landform<br />

architetcture ampiamente "debi-<br />

no italian.<br />

TWO FILMS<br />

Gli autori sono la coppia svedese<br />

composta dal sound artist Carl<br />

Michael von Hausswolff e da<br />

Thomas Nordanstad, autore di<br />

documentari e video presentati<br />

in varie Biennali. Una conversazione<br />

filmata accompagna due<br />

loro produzioni: Hashima e Al<br />

Qasr. La prima, successione di<br />

singole immagini, è dedicata all'isola<br />

giapponese; la seconda è<br />

stata girata in Egitto.<br />

Errant Bodies - dvd - 16 euro<br />

www.errantbodies.org<br />

trice" della cosiddetta arte pubblica.<br />

Tema, quest'ultimo, del saggio<br />

di Lorenza Perrelli sottotitolato<br />

Arte, interazione e progetto urbano,<br />

nel quale si riflette sulle potenzialità<br />

di una progettazione che<br />

coinvolga artisti, architetti (del paesaggio)<br />

e designer interessati<br />

all'ambito urbano, nella comune<br />

tensione al coinvolgimento strutturale<br />

del "pubblico". In questo<br />

senso, necessaria ma non sufficiente<br />

è la componente site specific,<br />

come avviene nella straordinaria<br />

collezione Gori allestita nella<br />

Fattoria di Celle e ricapitolata dal<br />

volume edito da Gli Ori.<br />

Per compiere il passo successivo<br />

si può ricorrere al concetto di<br />

Artscape, oggetto del recente<br />

libro di Luca Galofaro, che denota<br />

una pratica nella quale interagiscono<br />

arte, architettura e paesaggio,<br />

e in cui "i fruitori smettono di<br />

essere normali osservatori e si<br />

trasformano in elementi indispensabili<br />

alla definizione dello spazio<br />

che li ospita". Ancora una volta,<br />

sono le conseguenze dell'esperienza<br />

situazionista - riletta da Deleuze<br />

e finanche da Rosalind Krauss - a<br />

impregnare gli esempi scelti da<br />

Galofaro. Due fra molti: il progetto<br />

LEO CASTELLI<br />

È atipico che la biografia di un<br />

personaggio contemporaneo<br />

rechi in calce una nutrita bibliografia<br />

secondaria. D'altra parte,<br />

atipico è il soggetto biografato<br />

da Allan Jones. Incarnazione del<br />

miglior stereotipo del mittleuropeo,<br />

Leo Castelli ha interpretato<br />

da protagonista pagine gloriose<br />

della storia dell'arte e della sua<br />

circolazione.<br />

Castelvecchi - ill. b/n<br />

432 pp. - 26 euro<br />

www.castelvecchieditore.com<br />

qui a fianco: Collegio universitario<br />

Einaudi "San Paolo", Torino.<br />

Progetto di Luca Moretto. In primo<br />

piano: Fontana-Igloo di Mario<br />

Merz. Photo Michele D'Ottavio<br />

del gruppo Stalker che trasforma<br />

un confine in una frontiera porosa,<br />

o le abitazioni provvisorie e deambulanti<br />

di Casagrande & Rintala.<br />

Esempi che paradossalmente<br />

sfruttano un termine wagneriano,<br />

opera d'arte totale. Opere totali<br />

ma non totalizzanti, che non<br />

dovranno scordarsi dell'importanza<br />

di ogni senso percettivo. L'udito<br />

innanzitutto, visto il riferimento al<br />

musicista. Verso un'eco-soundscape,<br />

come propone David Toop<br />

in Land Art: A Cultural Ecology<br />

Handbook. <br />

* Guy Debord, L'urbanismo unitario alla fine<br />

degli anni Cinquanta, "Internationale situationniste",<br />

3, dicembre 1959, p. 16<br />

I volumi segnalati.<br />

. Max Andrews (ed.), Land Art,<br />

RSA-Arts Council England, pp.<br />

208, £ 20<br />

. Hans Bernoulli, La città e il<br />

suolo urbano, Corte del Fontego,<br />

pp. 147, 18 euro<br />

. Gillian Darley, Fabbriche,<br />

Pendragon, pp. 216, 20 euro<br />

. Fattoria di Celle. Collezione<br />

Gori, Gli Ori, pp. 264, 25 euro<br />

. Luca Galofaro, Artscape, postmedia<br />

books, pp. 136, 19 euro<br />

. Emilia Giorgi, Eric Owen Moss,<br />

Marsilio, pp. 94, 9,90 euro<br />

. Leonardo Lippolis, La nuova<br />

Babilonia, costa & nolan, pp. 336,<br />

18,80 euro<br />

. Luca Moretto, L'architettura della<br />

formazione. Educational Architecture,<br />

Marsilio, pp. 126, 18 euro<br />

. Lorenza Perelli, Public Art,<br />

FrancoAngeli, pp. 124, 15 euro<br />

. Stefania Scateni (a cura di),<br />

Periferie, Laterza, pp. 118, 9 euro<br />

PESCI ROSSI<br />

S'ispira a Emilio Cecchi, via<br />

Magritte, il nome della neonata<br />

collana Electa. Si tratta di brevi<br />

saggi corredati da copiose illustrazioni,<br />

il tutto in una confezione<br />

stilosa ma non esosa. Per iniziare,<br />

segnaliamo Futurismo da<br />

ripensare di Giorgio de Marchis,<br />

Cézanne a Firenze di Francesca<br />

Bardazzi e Le Danze di Matisse<br />

di Bruno Contardi.<br />

Electa - ill. b/n e col.<br />

ca. 85 pp. - ca. 15 euro<br />

www.electaweb.com

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