Exibart. - Emmi srl
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80.arteatro <strong>Exibart</strong>.onpaper<br />
a cura di piersandra di matteo<br />
dispositivi della visione<br />
Orthographe, Pathosformel, Limitrophy Theatre. Quando il teatro diviene il luogo d'elaborazione di una materia<br />
immaginale metamorfica e in fermentazione, e la visione si genera da soluzioni analogiche capaci di produrre<br />
una defamiliarizzazione dello sguardo sulle forme…<br />
Da più parti e da qualche<br />
tempo si avverte, nella scena<br />
contemporanea, l'urgenza di<br />
dover sancire a livello critico un<br />
avvicendamento generazionale,<br />
con tanto di tentativi di accaparramento<br />
ed etichette da apporre<br />
a liste di nomi noti e meno<br />
noti. Libri coniano definizioni.<br />
Definizioni siglano teatri in via di<br />
definirsi. Difficile entrare nel<br />
contenzioso. Ai margini di queste<br />
elaborazioni emerge un<br />
dato interessante qualora si<br />
guardi alla scena senza istanze<br />
categorizzanti: si assiste, da<br />
parte di alcune realtà giovani, a<br />
lavori che sanno fare piazza pulita<br />
da un lato con il pregiudizio<br />
del training attoriale, con i bozzetti<br />
dialettali di interni indolorati,<br />
dall'altro con qualsiasi patinatura<br />
glamour estetizzate, con<br />
tecniche di découpage multimediali,<br />
mettendo, in qualche<br />
modo, a margine ogni legame di<br />
continuità con i territori tecnologici<br />
dell'immagine. Appaiono in<br />
scena dispositivi analogici capaci<br />
di generare un immaginario<br />
che privilegia i processi di formazione<br />
dell'immagine e la visione<br />
teatrale vale per il potere<br />
che ha di inaugurare un altro<br />
mondo e un altro tempo. Un hic<br />
et nunc che si coniuga con un<br />
altrove. Ecco che il teatro diviene,<br />
una volta di più, il luogo di un<br />
problema della visione, qualora<br />
sia in grado di innescare un'alterazione<br />
percettiva sullo spettatore,<br />
e di mettere in gioco una<br />
diversa rete di somiglianze e differenze<br />
con il reale.<br />
Il gruppo ravennate<br />
Orthographe, apparso per la<br />
prima volta nella Biennale di<br />
Teatro di Venezia (2005) con lo<br />
spettacolo Orthographe de la<br />
physionomie en mouvement, ha<br />
presentato lo scorso settembre<br />
in anteprima a Rotterdamse<br />
Schouwburg il nuovo lavoro,<br />
Tentativi di Volo, che radicalizza<br />
sipari.<br />
BEAUBOURG IN PERFORMANCE<br />
Attenzione all'ottobre parigino! Seguendo le<br />
attività performative del Centre Pompidou è<br />
infatti possibile vedere gli sviluppi della ricerca<br />
suono-gesto condotta dal coreografo<br />
Xavier Le Roy. Dopo aver lavorato sulla<br />
"messa in scena di un concerto", esperimento<br />
condotto attraverso le musiche del compositore<br />
tedesco Helmut Lachenmann, presenta<br />
The Rite of Spring: un'indagine sui<br />
movimenti del suono e sul suono prodotto<br />
dal movimento. Musica e immagini per il<br />
sound artist giapponese Ryoji Ikeda che dopo<br />
la prima apparizione nel 2001 con<br />
Memorandum, e poi nel 2004 con c4i, fa<br />
ritorno al Pompidou con Datamatics. Con l'utilizzo<br />
di puri dati come sorgenti di suoni e<br />
visioni, combina questa volta astrazione e<br />
rappresentazioni mimetiche. Ma ecco uno<br />
spazio anglo-belga: Tim Etchells/VICTORIA<br />
presenta That Night Follows Day, mentre<br />
l'ungherese Eszter Salamon, con And then<br />
torna a interrogarsi sulla nozione di identità<br />
dopo Reproduction. Ma la programmazione<br />
va avanti fino a dicembre con Emmanuelle<br />
Huynh, Alain Buffard, Raimund Hoghe e altro<br />
ancora…<br />
www.centrepompidou.fr<br />
la propria ricerca<br />
di un linguaggio<br />
ibrido tra pittura,<br />
fotografia<br />
e cinema, trasformando<br />
il<br />
trattamento più<br />
cinematografico<br />
della materia<br />
visiva della<br />
prima creazione<br />
in direzione di<br />
un uso pittorico<br />
e per brevi<br />
momenti scultoreo dell'immagine,<br />
solo a patto, però, che si origini<br />
come processo di generazione<br />
delle forme attraverso i<br />
link.<br />
www.pathosformel.org<br />
www.limitrophytheatre.net<br />
www.viefestivalmodena.com<br />
www.drodesera.it<br />
www.spielart.org<br />
www.rotterdamseschouwburg.nl<br />
www.festivaldellecolline.it<br />
gradienti dell'informe. Prodotto<br />
da Spielart Festival di Monaco<br />
su indicazione di Romeo<br />
Castellucci per il progetto<br />
What's next. A theatre generation<br />
project, e presentato in<br />
anteprima nazionale a VIE<br />
Scena Contemporanea Festival<br />
di Modena (13-15 ottobre),<br />
Tentativi di Volo è una complessa<br />
macchina analogica capace<br />
di produrre e scatenare una<br />
poiesis imaginale tutta sua propria<br />
in virtù di un complesso set<br />
VIE DI MODENA<br />
Cartellone ricchissimo per la terza edizione di<br />
VIE Scena Contemporanea Festival che, dal 12<br />
al 20 ottobre, ospita a Modena, Carpi e<br />
Vignola, le più interessanti realtà dello spettacolo<br />
contemporaneo. Ideato da ERT, il festival<br />
apre i battenti con la compagnia belga VICTO-<br />
RIA. Romeo Castellucci presenta i quadri preparatori<br />
del futuro lavoro sulla Divina<br />
Commedia; mentre Chiara Guidi e Scott<br />
Gibbons con Madrigale appena narrabile<br />
danno vita a una complessa partitura sinfonica<br />
per voci. È la volta di Speaking Dance, lavoro<br />
con cui il duo Burrows & Fargion conclude il<br />
trittico iniziato con Both Sitting Duet e The<br />
Quiet Dance, il gruppo sloveno VIA NEGATIVA<br />
continua il progetto sui vizi capitali e indaga l'invidia,<br />
e gli Orthographe presentano in anteprima<br />
nazionale un viaggio allucinatorio per<br />
camera ottica. Grande attesa anche per il<br />
ritorno del regista lettone Alvis Hermanis. Altri<br />
nomi? Stefan Oertli, Emanuelle Huynh, Patricia<br />
Allio, Márcia Lança, Vincenzo Pirrotta, La<br />
Compagnia Abbondanza/Bertoni, Virgilio Sieni<br />
e Sandro Lombardi, Danio Manfredini, Teatro<br />
Delle Albe, Mariangela Gualtieri, Roberto<br />
Castello. Buone visioni...<br />
www.viefestivalmodena.com<br />
qui a lato:<br />
Eupalinos<br />
in basso:<br />
Pathosformel -<br />
Timidezza delle<br />
ossa<br />
artificiale ideato da<br />
Alessandro Panzavolta: un<br />
dispositivo ottico costituito<br />
da una camera chiara che<br />
ospita attori e fonti luminose,<br />
lenti convergenti, e una<br />
camera oscura che accoglie<br />
gli spettatori. Questa macchina<br />
scenica produce un evento<br />
in cui l'immagine, divenuta<br />
quasi una sostanza gassosa,<br />
rappresa su una superficieschermo,<br />
si sfalda, si vaporizza,<br />
assestandosi nell'immediato<br />
prima e subito oltre lo<br />
sfuocato. Le presenze corporeo-oggettuali<br />
sono inserite in<br />
una modulazione della luce che<br />
consiste in rapporti di espansione<br />
e contrazione, che compromettono<br />
i contorni netti delle<br />
cose. La loro opacizzazione arriva<br />
fino al punto in cui le forme si<br />
rapprendono in tracciati di luce<br />
che si espandono (e contraggono)<br />
in un fluire distillato di macchie<br />
cariche di sospensioni,<br />
come minacciate da essenze<br />
BOLOGNA FA RAUM<br />
Riparte la stagione autunnale del Raum di<br />
Bologna con le serie Desco Music, Living<br />
Room e Phonorama. L'ex convento seicentesco<br />
ristrutturato in 'white cube' polifunzionale<br />
attrezzato per la visione e l'ascolto di progetti<br />
dal formato insolito dà il via alle nuove attività il<br />
6 ottobre 2007, in occasione della Giornata<br />
del Contemporaneo, promossa da AMACI e<br />
sostenuta da DARC. È la performance Più che<br />
piccola, media, ideata e realizzata da Muna<br />
Mussie, ad aprire la stagione. Si tratta di una<br />
creazione costruita intorno a un sistema abitativo<br />
come luogo fisico e spazio mentale dell'artista,<br />
in cui è prevista l'intrusione della performer<br />
Sonia Brunelli e la presenza di oggetti di<br />
scena a cura di Flavio Favelli. Proprio a partire<br />
da questo primo lavoro, Silvia Fanti, curatrice<br />
della sezione Living Room, dichiara di voler fare<br />
del Raum "un luogo in cui dare impulso e supporto<br />
produttivo a nuove personalità artistiche,<br />
offrendo occasioni di creazione e presentazione<br />
di nuovi lavori in una dimensione 'tarata' per<br />
la ricerca, e le collaborazioni trasversali si configurano<br />
come un'ulteriore verifica di percorsi<br />
individuali oltre che un tentativo di delineazione<br />
di scenari…".<br />
www.xing.it<br />
fantasmatiche e allucinatorie.<br />
Coscienza sceno-tecnica ed elaborazione<br />
concettuale sono rintracciabili<br />
negli "studi sul corpo"<br />
della formazione veneta<br />
Pathosformel (e il nome del<br />
gruppo si direbbe warburghianamente<br />
"sintomatico"), apparsa<br />
sulla scena italiana con La<br />
timidezza delle ossa e Volta,<br />
l'uno segnalato al Premio<br />
Scenario e l'altro presentato a<br />
Drosedera FIES. Si tratta di<br />
creazioni di breve durata che<br />
conducono lo spettatore dentro<br />
traiettorie aptico-visuali prodotte<br />
da partiture a scatti, visioni<br />
discontinue e traballanti di segni<br />
non riconoscibili che pongono<br />
un rapporto di tensione tra<br />
esterno/interno del corpo. La<br />
timidezza delle ossa è un dispositivo<br />
scenico fatto di un telaio<br />
elastico, latteo, illuminato da<br />
quattro neon e luci frontali, dietro<br />
il quale movimenti, prima<br />
accennati e segmentati, si<br />
fanno via via più dettagliati: porzioni<br />
di ossa affiorano come<br />
tracce fino a ricomporre l'intera<br />
struttura scheletrica. Volta,<br />
pur muovendosi in una simile<br />
direttrice, intensifica in negativo<br />
la condizione ottica e fa del<br />
buio il luogo di un'interdizione<br />
della visione del corpo dei due<br />
performer, che riemergono<br />
sulla scena attraverso frammenti<br />
di forma, simulacri, visioni<br />
millimetriche (per effetto di una<br />
cera bianca quasi fluorescente)<br />
che demarca protuberanze e<br />
ossa.<br />
Un dispositivo di calcolo è<br />
Eupalinos dell'artista bulgara<br />
Snejanka Mihaylova, fondatrice<br />
insieme a Nickolai Nickolov del<br />
Limitrophy Theatre. Dopo uno<br />
sviluppo per fasi iniziato nel<br />
2001, Eupalinos, presentato al<br />
Festival delle Colline Torinesi, si<br />
configura come "una condizione<br />
di possibilità della visione" che<br />
dispone la scena allo sguardo<br />
delle forze elementari della rappresentazione:<br />
tempo, spazio,<br />
materia, suono. Si tratta di una<br />
congegno costituito da piccole<br />
carrucole e apparati meccanici,<br />
posti sotto la superficie di un<br />
praticabile attrezzato<br />
[210mmX120mm] dal quale<br />
affiorano sottili pellicole di plexiglas<br />
e compensato, moduli stilizzati<br />
in legno che attraversano<br />
letteralmente il corpo solido<br />
della struttura grazie alle azioni<br />
silenti di un performer ricondotto<br />
alla condizione di esecutore<br />
matematico. Di fronte allo spettatore<br />
si dispone un pensiero in<br />
azione che è un dispiegarsi di<br />
potenzialità, di forze composte<br />
in un corpo urbano. La visione<br />
che si genera è il prodotto di<br />
rapporti di calcolo e proporzioni<br />
di elementi materiali in un controllato<br />
ambiente sonoro e<br />
luminoso, ma queste configurazioni<br />
portano a emersione<br />
come una linea segreta di<br />
inquietudine dell'immagine in<br />
cui la scena, interrogando la<br />
relazione tra il pensabile e il visibile,<br />
indaga il punto critico in cui<br />
i suoi singoli elementi collassano<br />
nel proprium teatrale.