Exibart. - Emmi srl

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13.06.2013 Views

40.approfondimenti Exibart.onpaper a cura di alfredo sigolo l'italia in fiera Andrea Bellini e Massimo Simonetti. Stesse domande, diverse risposte. Mentre la stagione sta ripartendo in quarta e mentre si preparano i due principali eventi fieristici italiani che la animeranno, abbiamo rivolto ai direttori di Artissima (la fiera d'arte contemporanea di Torino) e di ArtVerona una serie di domande sul mondo dell'arte, il mercato dell'arte, il futuro dell'arte. Vediamo cosa ci hanno risposto… Vedo positivamente la nascita di nuove fiere d'arte, queste creano nuovi collezionisti ed un crescente interesse nei confronti dei linguaggi visivi contemporanei. Ho sempre sostenuto che Artissima non è e non vuole essere come Frieze o ArtBasel. Solo uno sciocco potrebbe pensare di replicare modelli nati altrove, in luoghi strutturalmente diversi dal nostro. Tuttavia credo ci sia spazio anche in Italia per una fiera di grande qualità, in grado di porsi come un osservatorio credibile della migliore ricerca contemporanea. Artissima vuole essere un prodotto specifico per una realtà specifica, non ci interessa imitare nessuno. L'arte è effimera a causa della sua debolezza, non per colpa delle fiere. L'opera d'arte rimane tale ovunque, non esiste un luogo in grado di deprimerla o destrutturarla. Per quanto riguarda i cataloghi, non so, credo se ne stampino anche troppi. Le fiere d'arte stanno vivendo, a livello internazionale, un momento storico di grande competizione e propulsione. Come lo interpreti e quale futuro prevedi? Meglio una mezza fiera internazionale o la seconda fiera nazionale? In fondo Artissima non diventerà mai Frieze o ArtBasel e Verona, salvo clamorosi passi falsi della concorrente, difficilmente farà le scarpe a ArtFirst di Bologna, no? Ci sono molte gallerie emergenti che dichiarano senza paura che il loro mercato dipende quasi esclusivamente dalla partecipazione alle fiere. Non credi che le fiere finiscano per penalizzare le programmazioni espositive tradizionali e trasformare le gallerie in ambulanti dell'arte? Le mostre collettive sono diventate una rarità e, quando anche ci sono, sono ben poco "pensate" e piuttosto dettate da necessità contingenti. Quasi più nessuno documenta le proprie mostre con i cataloghi… insomma non ti sembra un'arte sempre più effimera, anche a causa delle fiere? L'overdose può essere un'esperienza molto stimolante, purché non si tratti di eroina. Io credo che non esistano opere da fiera, ma solo opere nelle fiere, spesso si tratta di opere brutte ma questa è un'altra questione. ANDREA BELLINI Per quello che mi risulta i collezionisti italiani comprano anche all'estero, e questa mi sembra una cosa positiva, se così non fosse sarebbero dei provinciali. Da alcuni anni ormai mi pare terminata anche in Italia, salvo eccezioni, l'epoca delle importanti mostre prodotte dalle gallerie private, era una produzione e una distribuzione di cultura. Seguendo il momento storico questa domanda di cultura è ora soddisfatta dalle fiere di qualità. La fiera d'altra parte, per il collezionista e per l'appassionato è sempre di più un momento in cui confrontarsi con i suoi simili e con tutto il mondo dell'arte, frequentando il quale viene rassicurato rispetto alle sue scelte e avvolto in quell'atmosfera che tanto ama. In autunno Verona e poi Torino, in inverno Bologna e in primavera Milano: mi sembra che dieci o quindici anni fa questo sarebbe stato un sogno in Italia, in ogni periodo dell'anno un appassionato incontra un week-end appassionante. Naturalmente ogni manifestazione ha le sue caratteristiche che la rendono difficilmente paragonabile alle altre, ArteFiera-ArtFirst è la madre di tutte le fiere italiane, inarrivabile con il fascino dei suoi trenta e più anni, Artissima ha una forza di ricerca negli ambiti contemporanei internazionali di cui non potremmo certo fare a meno, Miart è nella capitale del mercato. ArtVerona ha scelto di essere all'inizio di ogni stagione "la fiera delle gallerie italiane", per fare il punto sul valore del mercato nazionale con i migliori operatori italiani, di modo che incontrandosi ogni anno quando si apre il mercato possano misurare il proprio valore ormai assai importante. Abbiamo cioè fornito un luogo e un forum dove possano confrontarsi e chiarire i loro obiettivi e le loro esigenze. Secondo me (e sono stato per ventisei anni uno di loro) tutto ciò sarà molto utile: ne vedremo il risultato in pochi anni, per esempio con l'aumento delle partecipazioni a fiere internazionali. Quest'anno poi, a conferma di questo interesse, sarà presente in fiera uno stand dell'Associazione Nazionale Gallerie. Visitare una fiera è come farsi un'overdose d'arte. Secondo te ci sono artisti e opere "da fiera"? Si dice che i collezionisti italiani che contano preferiscano comprare alle fiere all'estero. Come mai? La sezione Present Future è pensata per la prossima edizione come una mostra, sarà articolata nello spazio e supererà la logica rigida dello stand. La sezione Constellations è curata da Daniel Birnbaum (direttore di Portikus, Francoforte) e Marc Olivier Wahler (direttore del Palais de Tokyo, Parigi), due delle figure di maggiore spicco nel panorama curatoriale internazionale. La video lounge è progettata come un luogo nel quale riposare, rilassarsi e guardare al tempo stesso la migliore produzione video contemporanea. Presenteremo poi vari eventi espositivi e musicali in città, e per sabato 10 novembre tutto il territorio urbano sarà coinvolto in una speciale notte bianca dedicata all'arte contemporanea ed alla musica elettronica. In collaborazione con Club to Club stiamo preparando infatti un grande party finale aperto a tutti. Non capisco perché mercato e cultura debbano essere considerate come una dicotomia. Il fatto che Giotto fosse l'artista meglio pagato del suo secolo lo fa diventare meno interessante culturalmente? Il mercato è sempre stato strettamente legato all'arte, meglio fare poco gli ingenui al riguardo. Le fiere d'arte di alto livello, questo è uno dei dati più significativi degli ultimi anni, rappresentano necessariamente degli eventi culturali. Andrea Bellini nello studio di Willoughby Sharp Quali novità ci riserverà la prossimaedizione della tua fiera? Il punto debole è sempre e solo la paura, che ci rende immobili e ci spinge ad accettare lo status quo. Io la paura la combatto ogni giorno dentro di me perché credo nella forza del cambiamento e nella potenzialità dei sogni. Il punto di forza sono le straordinarie gallerie che quest'anno parteciperanno ad Artissima e tutta la città di Torino che mi sostiene con grande generosità. Il grande successo del sistema delle fiere all'estero è esploso da molti anni, insieme all'interesse preponderante per l'arte contemporanea, senza provocare un rallentamento così evidente dell'attività delle singole gallerie. Forse è un sistema di mercato che si evolve inarrestabile, come una specie di piccola globalizzazione. Forse in parte il mercato italiano in anni non floridissimi come i presenti non ha retto il peso e le spese di molte mostre, strutturate, curate e dei cataloghi relativi, e ben felicemente si è adeguato al sistema delle fiere. Ciò non toglie che sono d'accordo. Sono d'accordo che un giovane gallerista debba sforzarsi di sostenere un minimo di lavoro espositivo: è fondamentale perché possa capire lui stesso la sua maniera di fare questo mestiere, perché se è una maniera troppo comune vuole dire che non uscirà mai dall'anonimato. E questo è un mestiere di spettacolo (le esposizioni e le inaugurazioni sono vere rappresentazioni, come le fiere d'altra parte) prima ancora che di mercato. Per questo, come il regista, è un mestiere culturale. È inevitabile che molte gallerie preparino per ogni fiera un certo numero di opere di artisti di grande moda nel momento, per assicurarsi un immediato rientro delle spese, mito di ogni galleria non potentissima che partecipi ad una manifestazione. Certo ogni anno esplodono degli artisti che "tutti hanno" e "tutti chiedono". Forse dovrebbero gli artisti cercare di evitare questi falsi trionfi, che spesso bruciano la loro immagine e denotano le gallerie insicure e banali. Ho sentito spesso a casa di collezionisti colloqui tra appassionati: "L'ho preso a Basilea!" oppure "L'ho comprato a Bologna". È chiaro che sta diventando altrettanto importante la fiera dove hai acquistato un'opera come la galleria. Anche in questo caso si tratta di "qualità della provenienza". Insomma: i galleristi sono dei solisti più o meno bravi e genialoidi, una fiera è un'orchestra, che trae qualità ed accordi anche dalla direzione, con la fondamentale partecipazione della comunicazione e dall'amministrazione (vedi per esempio il fondamentale appoggio economico che Torino riceve dagli enti pubblici e privati piemontesi e che gli permette di lanciarsi con tanta forza nella ricerca). Autolimitazione del numero degli espositori a centosettanta: concentrazione della qualità e sviluppo poi proporzionato alla crescita generale della manifestazione. Nuovo Comitato Consultivo, che è ora composto da Beatrice Buscaroli, critica d'arte, docente all'Università di Ravenna e direttrice artistica delle Collezioni d'Arte e di Storia della Carisbo; Francesca Pini, responsabile per l'arte del Corriere della Sera Magazine; Manuela Magliano Pellegrini, collezionista d'arte moderna di Milano; Giorgio Fasol, collezionista d'arte contemporanea di Verona. Banca Aletti, main sponsor di ArtVerona, presenta direttamente in fiera l'opera vincitrice del Premio Aletti, certamente confermando l'autorevolezza che questa iniziativa si è guadagnata negli anni scorsi. Campagna pubblicitaria ancora più potente e finemente dislocata, riconosciuta dagli espositori come una delle migliori tra le fiere italiane per visibilità e personalità. Da quest'anno il concorso Icona seleziona l'opera che compare nell'immagine della comunicazione di ArtVerona dell'anno successivo, infatti sulla copertina troverete un'opera di Julia Bornefeld, scelta nel 2006 come Icona 2007. Una grande mostra, di spessore e dimensioni inusuali rispetto alle normali iniziative interne alle fiere, viene presentata nel padiglione 7: "Le stanze della fotografia", una rassegna importante, curata da Fabio Castelli - collezionista pioniere nel suo campo, assurto giustamente al livello di grande conoscitore e studioso - che attraverso duecento opere fotografiche di rilievo internazionale rappresenta i molti aspetti del mercato della fotografia. Nel tradizionale spazio che ArtVerona dedica all'Outsider Art, sezione speciale curata con grande successo da Daniela Rosi, quest'anno ci sono grandi novità: saranno presenti alcune fra le migliori gallerie europee di arte irregolare e una mostra dal forte, assoluto, multiforme interesse: "Il bestiario dei minori", presentata da 'L'Atelier dell'errore', diretto dall'artista Luca Santiago Mora presso la Neuropsichiatria infantile dell'ASL di Reggio Emilia. Ma insomma, diciamolo una volta per tutte: le fiere d'arte d'oggi sono soprattutto eventi di mercato o grandi eventi culturali? E perché? Vietato rispondere cinquanta e cinquanta… Un punto debole e un punto di forza della tua fiera. MASSIMO SIMONETTI Sono al cento per cento eventi culturali, capaci di intervenire realmente negli anni sul pubblico (in questo caso parliamo ormai dell'Italia intera) con cui si relazionano, sviluppandone le sensibilità artistiche e quindi culturali a tutti gli effetti. Certo le fisionomie delle varie fiere intervengono in maniera diversa in questo processo di costruzione di conoscenze oltre che di mercato, alcune mantengono vivi interessi e legami anche con l'arte moderna, altre si spingono fortemente in avanti verso il futuro. Del resto non possiamo dimenticare che gran parte della storia dell'arte nei secoli è stata mutuata se non creata tramite i "mercanti". Difficile: da principio, creare una nuova fiera nazionale partendo da una locazione di provincia - seppur di città d'arte assai piacevolmente visitabile anche per un intero week-end - e convincere i galleristi importanti della possibilità di un successo immediato, tanto più in un contesto territoriale che non sempre predilige l'arte contemporanea. Ora questo contesto va ulteriormente conquistato; il nostro lavoro affiancherà l'opera sinora svolta da Palazzo Forti e dal Museo di Castelvecchio. Per esempio questa estate abbiamo contribuito all'installazione di Herbert Hamak sugli spalti del castello , dove rimarrà sino ad ottobre. Facile: creare la nuova fiera nazionale all'inizio della stagione del mercato, quando gli appassionati hanno grande desiderio di situazioni ed eventi relativi alla loro passione, certo un punto di forza questo se sostenuto da investimenti coraggiosi, quali uno staff scelto - assai entusiasta e generoso - consulenti di comunicazione di alto livello, una amministrazione insomma (del tutto privata e autonoma, senza alcun aiuto economico istituzionale per il momento) moderna e soprattutto con ampio orizzonte. Questa sinergia ci ha portato ad essere da subito fiera nazionale ed ora fiera ambita, con una importante lista di new entry annuale.

40.approfondimenti <strong>Exibart</strong>.onpaper<br />

a cura di alfredo sigolo<br />

l'italia in fiera<br />

Andrea Bellini e Massimo Simonetti. Stesse domande, diverse risposte. Mentre la stagione sta ripartendo in<br />

quarta e mentre si preparano i due principali eventi fieristici italiani che la animeranno, abbiamo rivolto ai direttori<br />

di Artissima (la fiera d'arte contemporanea di Torino) e di ArtVerona una serie di domande sul mondo dell'arte,<br />

il mercato dell'arte, il futuro dell'arte. Vediamo cosa ci hanno risposto…<br />

Vedo positivamente la<br />

nascita di nuove fiere<br />

d'arte, queste creano<br />

nuovi collezionisti ed un<br />

crescente interesse nei<br />

confronti dei linguaggi<br />

visivi contemporanei.<br />

Ho sempre sostenuto che<br />

Artissima non è e non vuole essere<br />

come Frieze o ArtBasel. Solo uno<br />

sciocco potrebbe pensare di replicare<br />

modelli nati altrove, in luoghi<br />

strutturalmente diversi dal nostro.<br />

Tuttavia credo ci sia spazio anche<br />

in Italia per una fiera di grande qualità,<br />

in grado di porsi come un<br />

osservatorio credibile della migliore<br />

ricerca contemporanea. Artissima<br />

vuole essere un prodotto specifico<br />

per una realtà specifica, non ci interessa<br />

imitare nessuno.<br />

L'arte è effimera a<br />

causa della sua debolezza,<br />

non per colpa<br />

delle fiere. L'opera d'arte<br />

rimane tale ovunque,<br />

non esiste un<br />

luogo in grado di deprimerla<br />

o destrutturarla.<br />

Per quanto riguarda i<br />

cataloghi, non so,<br />

credo se ne stampino<br />

anche troppi.<br />

Le fiere d'arte stanno<br />

vivendo, a livello internazionale,<br />

un momento storico<br />

di grande competizione<br />

e propulsione. Come lo<br />

interpreti e quale futuro<br />

prevedi?<br />

Meglio una mezza<br />

fiera internazionale<br />

o la seconda fiera<br />

nazionale? In fondo<br />

Artissima non<br />

diventerà mai<br />

Frieze o ArtBasel e<br />

Verona, salvo clamorosi<br />

passi falsi<br />

della concorrente,<br />

difficilmente farà le<br />

scarpe a ArtFirst di<br />

Bologna, no?<br />

Ci sono molte gallerie emergenti che dichiarano<br />

senza paura che il loro mercato dipende quasi<br />

esclusivamente dalla partecipazione alle fiere. Non<br />

credi che le fiere finiscano per penalizzare le programmazioni<br />

espositive tradizionali e trasformare<br />

le gallerie in ambulanti dell'arte? Le mostre collettive<br />

sono diventate una rarità e, quando anche ci<br />

sono, sono ben poco "pensate" e piuttosto dettate<br />

da necessità contingenti. Quasi più nessuno documenta<br />

le proprie mostre con i cataloghi… insomma<br />

non ti sembra un'arte sempre più effimera,<br />

anche a causa delle fiere?<br />

L'overdose può essere un'esperienza molto stimolante,<br />

purché non si tratti di eroina. Io credo che non<br />

esistano opere da fiera, ma solo opere<br />

nelle fiere, spesso si tratta di opere<br />

brutte ma questa è un'altra questione.<br />

ANDREA BELLINI<br />

Per quello che mi risulta i<br />

collezionisti italiani comprano<br />

anche all'estero, e questa<br />

mi sembra una cosa<br />

positiva, se così non fosse<br />

sarebbero dei provinciali.<br />

Da alcuni anni ormai mi pare terminata anche in Italia, salvo eccezioni, l'epoca delle<br />

importanti mostre prodotte dalle gallerie private, era una produzione e una distribuzione<br />

di cultura. Seguendo il momento storico questa domanda di cultura è ora soddisfatta<br />

dalle fiere di qualità. La fiera d'altra parte, per il collezionista e per l'appassionato è<br />

sempre di più un momento in cui confrontarsi con i suoi simili e con tutto il mondo dell'arte,<br />

frequentando il quale viene rassicurato rispetto alle sue scelte e avvolto in quell'atmosfera<br />

che tanto ama.<br />

In autunno Verona e poi Torino, in inverno Bologna e in primavera Milano: mi sembra che<br />

dieci o quindici anni fa questo sarebbe stato un sogno in Italia, in ogni periodo dell'anno<br />

un appassionato incontra un week-end appassionante. Naturalmente ogni manifestazione<br />

ha le sue caratteristiche che la rendono difficilmente paragonabile alle altre,<br />

ArteFiera-ArtFirst è la madre di tutte le fiere italiane, inarrivabile con il fascino dei suoi<br />

trenta e più anni, Artissima ha una forza di ricerca negli ambiti contemporanei internazionali<br />

di cui non potremmo certo fare a meno, Miart è nella capitale del mercato.<br />

ArtVerona ha scelto di essere all'inizio di ogni stagione "la fiera delle gallerie italiane", per<br />

fare il punto sul valore del mercato nazionale con i migliori operatori italiani, di modo che incontrandosi ogni anno quando<br />

si apre il mercato possano misurare il proprio valore ormai assai importante. Abbiamo cioè fornito un luogo e un<br />

forum dove possano confrontarsi e chiarire i loro obiettivi e le loro esigenze. Secondo me (e sono stato per ventisei anni<br />

uno di loro) tutto ciò sarà molto utile: ne vedremo il risultato in pochi anni, per esempio con l'aumento delle partecipazioni<br />

a fiere internazionali. Quest'anno poi, a conferma di questo interesse, sarà presente in fiera uno stand<br />

dell'Associazione Nazionale Gallerie.<br />

Visitare una fiera è<br />

come farsi un'overdose<br />

d'arte. Secondo te ci<br />

sono artisti e opere "da<br />

fiera"?<br />

Si dice che i collezionisti<br />

italiani che<br />

contano preferiscano<br />

comprare alle<br />

fiere all'estero.<br />

Come mai?<br />

La sezione Present Future è pensata per la<br />

prossima edizione come una mostra, sarà articolata<br />

nello spazio e supererà la logica rigida<br />

dello stand. La sezione Constellations è curata<br />

da Daniel Birnbaum (direttore di Portikus,<br />

Francoforte) e Marc Olivier Wahler (direttore<br />

del Palais de Tokyo, Parigi), due delle figure di<br />

maggiore spicco nel panorama curatoriale internazionale.<br />

La video lounge è progettata come un<br />

luogo nel quale riposare, rilassarsi e guardare al<br />

tempo stesso la migliore produzione video contemporanea.<br />

Presenteremo poi vari eventi espositivi<br />

e musicali in città, e per sabato 10 novembre<br />

tutto il territorio urbano sarà coinvolto in una<br />

speciale notte bianca dedicata all'arte contemporanea<br />

ed alla musica elettronica. In collaborazione<br />

con Club to Club stiamo preparando infatti<br />

un grande party finale aperto a tutti.<br />

Non capisco perché mercato e cultura debbano essere considerate<br />

come una dicotomia. Il fatto che Giotto fosse l'artista<br />

meglio pagato del suo secolo lo fa diventare meno interessante<br />

culturalmente? Il mercato è sempre stato strettamente<br />

legato all'arte, meglio fare poco gli ingenui al riguardo. Le fiere<br />

d'arte di alto livello, questo è uno dei dati più significativi degli<br />

ultimi anni, rappresentano necessariamente<br />

degli eventi culturali.<br />

Andrea Bellini nello studio di Willoughby Sharp<br />

Quali<br />

novità ci<br />

riserverà<br />

la prossimaedizione<br />

della<br />

tua fiera?<br />

Il punto debole è sempre e<br />

solo la paura, che ci rende<br />

immobili e ci spinge ad accettare<br />

lo status quo. Io la paura<br />

la combatto ogni giorno dentro<br />

di me perché credo nella<br />

forza del cambiamento e<br />

nella potenzialità dei sogni. Il<br />

punto di forza sono le straordinarie<br />

gallerie che quest'anno<br />

parteciperanno ad<br />

Artissima e tutta la città di<br />

Torino che mi sostiene con<br />

grande generosità.<br />

Il grande successo del sistema delle fiere all'estero è esploso da molti anni, insieme all'interesse<br />

preponderante per l'arte contemporanea, senza provocare un rallentamento così<br />

evidente dell'attività delle singole gallerie. Forse è un sistema di mercato che si evolve inarrestabile,<br />

come una specie di piccola globalizzazione. Forse in parte il mercato italiano in<br />

anni non floridissimi come i presenti non ha retto il peso e le spese di molte mostre, strutturate,<br />

curate e dei cataloghi relativi, e ben felicemente si è adeguato al sistema delle fiere.<br />

Ciò non toglie che sono d'accordo. Sono d'accordo che un giovane gallerista debba sforzarsi<br />

di sostenere un minimo di lavoro espositivo: è fondamentale perché possa capire lui stesso<br />

la sua maniera di fare questo mestiere, perché se è una maniera troppo comune vuole<br />

dire che non uscirà mai dall'anonimato. E questo è un mestiere di spettacolo (le esposizioni<br />

e le inaugurazioni sono vere rappresentazioni, come le fiere d'altra parte) prima ancora<br />

che di mercato. Per questo, come il regista, è un mestiere culturale.<br />

È inevitabile che molte gallerie preparino per ogni fiera un certo numero di opere di artisti di grande<br />

moda nel momento, per assicurarsi un immediato rientro delle spese, mito di ogni galleria non<br />

potentissima che partecipi ad una manifestazione. Certo ogni anno esplodono degli artisti che<br />

"tutti hanno" e "tutti chiedono". Forse dovrebbero gli artisti cercare di evitare questi falsi trionfi,<br />

che spesso bruciano la loro immagine e denotano le gallerie insicure e banali.<br />

Ho sentito spesso a casa di collezionisti colloqui tra appassionati: "L'ho preso a Basilea!" oppure "L'ho comprato a<br />

Bologna". È chiaro che sta diventando altrettanto importante la fiera dove hai acquistato un'opera come la galleria.<br />

Anche in questo caso si tratta di "qualità della provenienza". Insomma: i galleristi sono dei solisti più o meno bravi e<br />

genialoidi, una fiera è un'orchestra, che trae qualità ed accordi anche dalla direzione, con la fondamentale partecipazione<br />

della comunicazione e dall'amministrazione (vedi per esempio il fondamentale appoggio economico che<br />

Torino riceve dagli enti pubblici e privati piemontesi e che gli permette di lanciarsi con tanta forza nella ricerca).<br />

Autolimitazione del numero degli espositori a centosettanta: concentrazione della qualità e sviluppo poi proporzionato<br />

alla crescita generale della manifestazione. Nuovo Comitato Consultivo, che è ora composto da Beatrice<br />

Buscaroli, critica d'arte, docente all'Università di Ravenna e direttrice artistica delle Collezioni d'Arte e di Storia<br />

della Carisbo; Francesca Pini, responsabile per l'arte del Corriere della Sera Magazine; Manuela Magliano<br />

Pellegrini, collezionista d'arte moderna di Milano; Giorgio Fasol, collezionista d'arte contemporanea di Verona.<br />

Banca Aletti, main sponsor di ArtVerona, presenta direttamente in fiera l'opera vincitrice del Premio Aletti, certamente<br />

confermando l'autorevolezza che questa iniziativa si è guadagnata negli anni scorsi. Campagna pubblicitaria<br />

ancora più potente e finemente dislocata, riconosciuta dagli espositori come una delle migliori tra le fiere<br />

italiane per visibilità e personalità. Da quest'anno il concorso Icona seleziona l'opera che compare nell'immagine<br />

della comunicazione di ArtVerona dell'anno successivo, infatti sulla copertina troverete un'opera di Julia<br />

Bornefeld, scelta nel 2006 come Icona 2007. Una grande mostra, di spessore e dimensioni inusuali rispetto<br />

alle normali iniziative interne alle fiere, viene presentata nel padiglione 7: "Le stanze della fotografia", una rassegna<br />

importante, curata da Fabio Castelli - collezionista pioniere nel suo campo, assurto giustamente al livello di<br />

grande conoscitore e studioso - che attraverso duecento opere fotografiche di rilievo internazionale rappresenta i molti aspetti<br />

del mercato della fotografia. Nel tradizionale spazio che ArtVerona dedica all'Outsider Art, sezione speciale curata con grande<br />

successo da Daniela Rosi, quest'anno ci sono grandi novità: saranno presenti alcune fra le migliori gallerie europee di arte<br />

irregolare e una mostra dal forte, assoluto, multiforme interesse: "Il bestiario dei minori", presentata da 'L'Atelier dell'errore',<br />

diretto dall'artista Luca Santiago Mora presso la Neuropsichiatria infantile dell'ASL di Reggio Emilia.<br />

Ma insomma, diciamolo<br />

una volta per tutte: le<br />

fiere d'arte d'oggi sono<br />

soprattutto eventi di<br />

mercato o grandi eventi<br />

culturali? E perché?<br />

Vietato rispondere cinquanta<br />

e cinquanta…<br />

Un punto<br />

debole e un<br />

punto di forza<br />

della tua fiera.<br />

MASSIMO SIMONETTI<br />

Sono al cento per cento eventi culturali, capaci di intervenire realmente negli anni<br />

sul pubblico (in questo caso parliamo ormai dell'Italia intera) con cui si relazionano,<br />

sviluppandone le sensibilità artistiche e quindi culturali a tutti gli effetti. Certo le fisionomie<br />

delle varie fiere intervengono in maniera diversa in questo processo di<br />

costruzione di conoscenze oltre che di mercato, alcune mantengono vivi interessi<br />

e legami anche con l'arte moderna, altre si spingono fortemente in avanti verso il<br />

futuro. Del resto non possiamo dimenticare che gran parte della storia dell'arte nei<br />

secoli è stata mutuata se non creata tramite i "mercanti".<br />

Difficile: da principio, creare una nuova fiera nazionale partendo da una locazione di provincia -<br />

seppur di città d'arte assai piacevolmente visitabile anche per un intero week-end - e convincere<br />

i galleristi importanti della possibilità di un successo immediato, tanto più in un contesto territoriale<br />

che non sempre predilige l'arte contemporanea. Ora questo contesto va ulteriormente<br />

conquistato; il nostro lavoro affiancherà l'opera sinora svolta da Palazzo Forti e dal Museo di<br />

Castelvecchio. Per esempio questa estate abbiamo contribuito all'installazione di Herbert<br />

Hamak sugli spalti del castello , dove rimarrà sino ad ottobre.<br />

Facile: creare la nuova fiera nazionale all'inizio della stagione del mercato, quando gli appassionati<br />

hanno grande desiderio di situazioni ed eventi relativi alla loro passione, certo un punto di<br />

forza questo se sostenuto da investimenti coraggiosi, quali uno staff scelto - assai entusiasta e<br />

generoso - consulenti di comunicazione di alto livello, una amministrazione insomma (del tutto<br />

privata e autonoma, senza alcun aiuto economico istituzionale per il momento) moderna e<br />

soprattutto con ampio orizzonte. Questa sinergia ci ha portato ad essere da subito fiera nazionale<br />

ed ora fiera ambita, con una importante lista di new entry annuale.

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