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Exibart. - Emmi srl

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38.approfondimenti <strong>Exibart</strong>.onpaper<br />

viaggio di un collezionista<br />

alla moda<br />

Alla moda nel senso più nobile del termine sia chiaro, perché è dal mondo della moda - sua la griffe Max Mara,<br />

alfiere indiscusso del made in Italy - che parte il sogno di Achille Maramotti. Quale sogno? Un'eccezionale<br />

collezione da esporre nella sua azienda. Cento autori per duecentotre opere. La Collezione Maramotti si mostra<br />

oggi finalmente al pubblico in tutto il suo splendore. <strong>Exibart</strong> l'ha visitata in anteprima...<br />

È un vecchio sogno, quello di<br />

Achille Maramotti. Un sogno da<br />

industriale della Bassa, innamorato<br />

dell'arte. Esporre la sua collezione,<br />

esempio delle idee artistiche<br />

più avanzate del suo<br />

tempo, luogo di fruizione estetica<br />

e intellettuale, nella vecchia sede<br />

dei suoi stabilimenti, allestita<br />

come un museo. Ma come<br />

nasce questa straordinaria raccolta<br />

da oggi aperta al pubblico?<br />

La collezione nasce per curiosità<br />

intellettuale verso i nuovi linguaggi,<br />

nel momento in cui Achille, già<br />

attento conoscitore e collezionista<br />

di arte moderna, alla fine<br />

degli anni '60 inizia ad avvicinarsi<br />

alle opere di artisti suoi contemporanei<br />

- Burri e Manzoni,<br />

Fontana e Twombly - concretizzando<br />

poi l'idea di corpus organico<br />

a metà degli anni Settanta. Gli<br />

artisti in mostra sono per la<br />

maggior parte rappresentati con<br />

opere significative dei loro esordi,<br />

quando il loro lavoro introduceva<br />

elementi di fondamentale o<br />

sostanziale novità nella ricerca<br />

contemporanea.<br />

La passione di una vita, insomma,<br />

ora è in mostra, grazie<br />

anche alla lungimiranza della<br />

famiglia, che ha perseguito il fervido<br />

desiderio del mecenate -<br />

dopo la sua scomparsa nel gennaio<br />

del 2005 - di rendere la vecchia<br />

sede dell'azienda Max Mara<br />

di via Fratelli Cervi, a pochi chilometri<br />

dal centro urbano di<br />

Reggio Emilia, sede permanente<br />

della collezione. Il vecchio edificio<br />

- in cui le opere venivano esposte<br />

ciclicamente - è stato difatti recuperato<br />

mantenendone le peculiarità<br />

che lo caratterizzavano<br />

come un progetto architettonico<br />

radicalmente innovativo per l'epoca,<br />

in primo luogo l'illuminazione<br />

naturale e la versatilità.<br />

Obiettivo visibile del collezionista:<br />

mettere l'opera d'arte sempre al<br />

centro e mostrarla attraverso il<br />

rigore di un allestimento minimale,<br />

degno di un'esposizione<br />

museale. La sua logica fondamentale:<br />

comprare nel momento<br />

più innovativo, anche precorrendo<br />

i tempi, direttamente dall'artista,<br />

attraverso un rapporto<br />

di fiducia, o dare la caccia alle<br />

opere desiderate alle aste internazionali,<br />

come nel caso della<br />

Transavanguardia.<br />

La pittura era il grande amore di<br />

Achille Maramotti, ma il suo interesse<br />

verteva anche su sculture<br />

ed installazioni, sempre comunque<br />

ricche di riferimenti pittorici.<br />

La sua volontà era - e tuttora gli<br />

eredi se ne fanno interpreti -<br />

quella di non fermarsi alle opere<br />

esposte, ma di procedere come<br />

un vero e proprio work in progress,<br />

con l'intenzione di rispecchiare<br />

puntualmente i nuovi percorsi<br />

evolutivi dell'arte attuale.<br />

E questo è soltanto l'inizio. Basti<br />

pensare che quella esposta è<br />

soltanto una minima parte delle<br />

“<br />

Quella esposta è soltanto una<br />

minima parte delle centinaia di opere<br />

raccolte ad oggi dalla famiglia<br />

Maramotti. Si renderanno necessarie<br />

mostre temporanee

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