13.06.2013 Views

Exibart. - Emmi srl

Exibart. - Emmi srl

Exibart. - Emmi srl

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

32.trailers <strong>Exibart</strong>.onpaper<br />

ADVARTISING.<br />

di raffaele bifulco<br />

Deus et machina. Imbrigliati tra le vie della perdizione dei media, i<br />

fedeli sembrano ormai disertare la messa. La loro second life è in<br />

internet, il confessionale in televisione. Ma le vie (di comunicazione)<br />

del Signore sono infinite e allora, se la montagna non va a<br />

Maometto, Maometto va alla montagna (per essere religiously<br />

correct), devono aver pensato Oleksiy Pasichnyk (direttore creativo),<br />

Leonid Tsymbal (capogruppo creativo) e Ekaterina<br />

Amirkhanova (art director) della "Adventa Lowe", agenzia pubblicitaria<br />

di Kiev in Ucraina che, probabilmente con l'aiuto della provvidenza,<br />

sono stati capaci di inventarsi una Creazione michelangiolesca<br />

in cui Adamo smette di essere terreno per diventare virtuale.<br />

La mano venosa del primo uomo sulla Terra diventa icona, protesi<br />

di ognuno di noi nel mondo on line, luogo dove, ovviamente,<br />

non poteva mancare anche il Verbo rintracciabile all'indirizzo<br />

www.bible.com.ua…<br />

Dio veda e provveda.<br />

COLLEZIONISTI<br />

a cura di marianna agliottone<br />

sul prossimo numero i collezionisti saranno<br />

Bruna Girodengo e Matteo Viglietta<br />

BIANCA ATTOLICO<br />

Quando è cominciato il suo amore per l'arte contemporanea?<br />

Non esiste una data precisa. Mio padre ha iniziato a collezionare<br />

quando io ero appena adolescente e in realtà ho avuto<br />

tante prime volte: per quanta emozione poteva darmi già il<br />

solo passeggiare con Alberto Ziveri a Castel Gandolfo, andare<br />

con mio padre a Grottaferrata a trovare la famiglia<br />

Pirandello, o a Roma negli studi di Mario Mafai e di Renato<br />

Guttuso. Diciamo che, come collezionista, sono nata con gli<br />

artisti della 'Scuola romana'; riuscendo a superare il classicismo<br />

della mia splendida città, ho guardato avanti con<br />

grande passione per l'arte contemporanea, il bello e la cultura,<br />

e tanta curiosità per il nuovo generata - forse - dalla<br />

mia inquietudine.<br />

Quanti pezzi in collezione oggi?<br />

Circa duecento opere.<br />

(roma)<br />

Come fa a scegliere?<br />

Leggendo riviste specializzate in arte moderna e contemporanea;<br />

visitando musei e, ovviamente, gallerie private; scambiando<br />

opinioni con critici, storici dell'arte, artisti, e, perché<br />

no, con altri collezionisti.<br />

Ha un consulente particolare? Un gallerista, un esperto?<br />

Non ho mai avuto un consulente o un esperto, ma ho sempre<br />

fruito di un piccolo gruppo di galleristi che stimo.<br />

Qualche nome?<br />

Alfonso Artiaco, Emi Fontana, Massimo Minini e Norberto<br />

Ruggeri, Mauro Nicoletti, Franco Noero, Lia Rumma, Gian<br />

Enzo Sperone, solo per citarne qualcuno…<br />

C'è un progetto di formazione, un filo conduttore che lega<br />

la sua collezione?<br />

Sì, c'è ed è quello che mi ha fatto mantenere buona parte<br />

della collezione creata da mio padre, anche a costo di sembrare<br />

fuori moda: l'amore nei confronti della pittura. Pur<br />

essendo fortemente attratta anche da tecniche espressive<br />

diverse come la fotografia, il video, o il ricamo…<br />

Qual è il migliore affare che ha fatto? Può vantare qualche<br />

vera 'scoperta'?<br />

Era il 1970. Nella bottega di un rigattiere romano, in un<br />

angolo, trovai un'enorme tela di colore rosa pallido. Mi emozionai<br />

molto e (cosa piuttosto anomala per un collezionista)<br />

RSI<br />

rassegna stampa internazionale<br />

la comprai immediatamente, senza bisogno di pensarci<br />

sopra. Insomma un vero colpo di fulmine! L'opera era uno<br />

dei 'Paesaggi anemici' di Mario Schifano che all'epoca era<br />

praticamente uno sconosciuto…<br />

Gli ultimi acquisti?<br />

Vedovamazzei, Eva Marisaldi, Vik Muniz e Guy Tillim, fotografo<br />

sudafricano presentato qualche mese fa alla galleria<br />

Extraspazio.<br />

Il desiderio che non ha ancora soddisfatto?<br />

Vorrei un trittico di Francis Bacon, una piscina di David<br />

Hockney e un Botticelli! Perché no?<br />

Dove trova posto la sua raccolta?<br />

Nella mia casa a Roma e nelle case dei miei figli in Umbria.<br />

Secondo lei, il collezionista privato deve avere anche una<br />

sorta di impegno pubblico?<br />

No, in linea di massima direi di no.<br />

Differenze tra il collezionismo italiano e quello internazionale?<br />

Il provincialismo italiano, il suo asservimento all'estero, la<br />

mancanza di attenzione e di sostegno da parte delle istitu-<br />

illustrazione di Nicola Toffolini<br />

La competizione tra musei e collezionismo<br />

privato non esiste più. Lo afferma<br />

Lee Rosenbaum sulle pagine del L.A.<br />

Times. Non perché, come ci si immaginerebbe,<br />

i musei vivano un periodo flori-<br />

do assolvendo ineccepibilmente alla loro funzione. Al contrario è il collezionismo<br />

privato ad essere divenuto detentore di gran parte del patrimonio<br />

artistico, e non solo contemporaneo. Sempre meno sono i fondi<br />

che le amministrazioni statali concedono ai musei e sulla base di questa<br />

lacuna si inseriscono i collezionisti privati che negli ultimi decenni hanno<br />

accaparrato patrimoni inestimabili, ovviamente a discapito del bene<br />

comune. E poi si pone il problema della qualità. Proporzionalmente alla<br />

richiesta da parte dei privati e all'incremento del potere d'acquisto da<br />

parte di questi ultimi, gli enti istituzionali non sono in grado di arricchire<br />

il proprio patrimonio con opere di un certo livello; la scarsità di grandi<br />

opere della tradizione storico-artistica in circolazione non fa che acuire questa tendenza, così che le strutture<br />

pubbliche preferiscono investire sulla quantità piuttosto che sulla qualità. L'interazione dei musei con i collezionisti<br />

privati si è spostata in direzione della vendita piuttosto che sull'acquisto. Come nel caso della<br />

Albright-Knox Gallery di Buffalo, che ha recentemente venduto la sua collezione di bronzi ellenico-tardo romani<br />

in luogo dell'acquisto di opere d'arte contemporanea. Anche in questo caso l'acquirente non era un altro<br />

museo, ma un collezionista privato europeo.<br />

Donatori e "benefattori" spesso cedono temporaneamente le loro opere ai musei, incentivati dalla concessione<br />

di sgravi fiscali che possono durare anche per decenni.<br />

Cosa possiamo sperare affinché avvenga un revival del collezionismo museale? Forse che gli equilibri economici<br />

cambino e che l'abbassamento dei prezzi induca i grandi collezionisti privati a mettere in vendita i loro<br />

"pezzi" migliori.<br />

A proposito dei limiti del collezionismo privato s'interroga Judith Flanders in un articolo pubblicato per il<br />

Guardian. L'autrice prende spunto dal "ritrovamento" della Madonna delle Rose di Raffaello, rimasta celata<br />

per cinquant’anni nella collezione del duca di Northumberland. Il duca ha addirittura proposto l'acquisto dell'opera<br />

alla National Gallery, chiedendo in cambio svariati milioni di euro. Il caso porta a riflettere sulla liceità<br />

del possesso privato di quelle opere d'arte che dovrebbero essere ormai considerate patrimonio pubblico<br />

per il loro valore storico e culturale.<br />

I musei stanno perdendo non solo le opere delle loro collezioni ma anche manager e curatori, attratti da gallerie<br />

private e case d'aste internazionali. The Art Newspaper ha riportato numerosi esempi, riferiti agli ultimi<br />

mesi: Johnathan Binstock ha lasciato in questi giorni la Corcoran Gallery per lavorare come art advisor<br />

per Citibank. Circa un anno fa Amin Jaffer è passato dal Victoria & Albert Museum a Christie's, Emma Dexter<br />

dalla Tate alla Timoty Taylor Gallery; anche Ben Tufnell se ne è andato dalla Tate, per lavorare con la galleria<br />

privata Haunch of Venison; per la stessa galleria lavora Nina Miall, proveniente dalla Royal Academy. Il settore<br />

commerciale piace ai curatori perché offre maggiori soddisfazioni economiche, ma anche opportunità<br />

di crescita professionale e un lavoro meno burocratico.<br />

rubrica di luca vona<br />

Bianca Attolico, fotografata per <strong>Exibart</strong> da Daniela Perego - 2007<br />

zioni pubbliche nei confronti dei nostri giovani artisti (ne<br />

abbiamo tanti e bravi), direi che è ciò che fondamentalmente<br />

ci differenzia dal collezionismo internazionale. Oltre all'inesistenza<br />

di una legislazione che faciliti - sulla scorta delle<br />

esperienze vincenti di paesi come la Germania, la Svizzera e<br />

gli Stati Uniti - al collezionista l'acquisto di nuove opere (sgravi<br />

fiscali, tasse ereditarie...).<br />

Vademecum per chi vuole iniziare…<br />

Leggere riviste specializzate, consultare i cataloghi delle<br />

grandi aste nazionali e internazionali, viaggiare (visitando<br />

musei e gallerie private), e frequentare amici che hanno la<br />

stessa passione. La cosa più importante? Comprare a ventaglio!<br />

In questo ventaglio troverete sempre un artista che<br />

vi ripagherà del tempo e dell'energia spesa.<br />

identikit.<br />

Nome e Cognome: Bianca Attolico<br />

Luogo e data di nascita: Roma, 2 gennaio 1931<br />

Formazione: classica<br />

Attività lavorativa: imprenditrice agricola e vitivinicola<br />

Stato civile: sposata con Giuseppe Attolico; due figli,<br />

Elena e Lorenzo, e tre nipotine

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!