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Titolo originale: The Vampire Diaries. The Hunters:<br />
Phantom<br />
(Capitoli 22-Epilogo)<br />
Copyright © 2011 by L.J. Smith<br />
Published by agreement with Rights People, London<br />
Traduzione dall’inglese di Maria Luisa Amodio<br />
Prima edizione ebook: agosto 20<strong>12</strong><br />
© 20<strong>12</strong> Newton Compton editori s.r.l.<br />
Roma, Casella postale 6214<br />
Edizione elettronica realizzata da Gag srl<br />
ISBN 978-88-541-4481-1<br />
www.newtoncompton.com
Lisa Jane Smith<br />
Il diario del vampiro<br />
Fantasmi<br />
Newton Compton editori
1<br />
Elena non riusciva a respirare. Aveva la vaga<br />
sensazione che le sue labbra si stessero muovendo, ma<br />
non ne usciva una sola parola. Non sentiva più le mani e<br />
i piedi.<br />
Damon le rivolse un timido sorriso – buffo, visto che<br />
era tutt’altro che timido – e fece spallucce. «Allora,<br />
principessa, non volevi che fossi qui con te?».<br />
La ragazza saltò fuori dal letto, come se l’elastico<br />
invisibile che la tratteneva si fosse improvvisamente<br />
spezzato, e schizzò fra le braccia di Damon.<br />
«Sei reale?», chiese fra i singhiozzi. «Tutto questo è<br />
reale?».<br />
Lo baciò con passione e lui ricambiò con uguale<br />
fervore. Toccandolo pensò che sembrava vero: la pelle<br />
e la giacca erano fresche, e la morbidezza di quelle<br />
labbra contro le sue era familiare.
«Sono proprio qui», le sussurrò lui fra i capelli, mentre<br />
la stringeva. «Questa è la realtà, te lo giuro».<br />
Elena fece un passo indietro e lo schiaffeggiò con<br />
forza. Damon la guardò offeso e sollevò una mano per<br />
massaggiarsi la guancia. «Ahi», disse, poi strinse le<br />
labbra in un sorrisetto irritante. «Non posso dire che<br />
fosse del tutto inaspettato. Le donne mi prendono a<br />
schiaffi più spesso di quanto tu possa immaginare. Ma<br />
non è una bella accoglienza per un amore che credevi<br />
perduto per sempre, mia cara».<br />
«Come hai potuto?», chiese Elena, con gli occhi<br />
asciutti e furenti. «Come hai potuto, Damon? Eravamo<br />
tutti in lutto per te. Stefan è distrutto. Bonnie incolpa se<br />
stessa. Io… Io… Una parte del mio cuore è morta. Da<br />
quanto tempo ci stavi osservando? Non te ne importava<br />
niente? Era solo un gioco per te? Ridevi mentre noi<br />
piangevamo?».<br />
Damon sussultò. «Tesoro», disse. «Principessa. Non<br />
sei felice di vedermi, neanche un po’?»<br />
«Ma certo che lo sono!», esclamò Elena, indignata.<br />
Fece un respiro profondo e si calmò un po’. «Damon,<br />
cosa ti è passato per la testa? Pensavamo tutti che fossi
morto! Morto per sempre, non “morto, ma tanto fra un<br />
paio di giorni mi presento nella tua stanza da letto, sano<br />
come un pesce”! Che sta succedendo? Sono state le<br />
Guardiane? Le ho implorate di salvarti, ma mi hanno<br />
detto che non era possibile, che la seconda morte è<br />
quella definitiva per un vampiro».<br />
Damon la gratificò con un sincero sorriso di gioia:<br />
«Be’, tu più di tutti dovresti sapere che la morte non<br />
sempre è definitiva».<br />
Elena scrollò le spalle e si strinse le braccia al petto.<br />
«Le Guardiane hanno detto che nel mio caso era<br />
diverso», rispose con voce flebile, travolta da emozioni<br />
contrastanti. Sei sconvolta, disse una voce saggia in un<br />
angolino della sua testa. «Per ragioni mistiche e quelle<br />
robe lì, insomma. Non era ancora arrivata la mia ora.<br />
Ehi!». Lo toccò con un dito, rincuorandosi. «Sei umano<br />
adesso? Io ero umana quando sono tornata».<br />
Damon scrollò le spalle in modo teatrale. «Dio ce ne<br />
scampi. Ho già sopportato abbastanza quando quel<br />
kitsune ficcanaso mi ha trasformato in un mortale.<br />
Grazie al cielo – o a chi ti pare – stavolta non devo<br />
andare a cercare un’altra principessa compiacente che
mi trasformi in vampiro». Le rivolse un sorriso scaltro.<br />
«Sono sempre il solito succhiasangue, mia cara». Le<br />
guardò il collo. «A proposito, sono piuttosto<br />
affamato…».<br />
Elena lo schiaffeggiò di nuovo, anche se con meno<br />
irruenza. «Piantala, Damon».<br />
«Posso sedermi ora?», le chiese e, al suo cenno<br />
affermativo, si accomodò ai piedi del letto e la tirò giù a<br />
sedere accanto a sé. Elena lo guardò attentamente negli<br />
occhi, e con delicatezza passò la mano sugli zigomi<br />
affilati, sulla bocca scolpita, fra i morbidi capelli corvini.<br />
«Eri morto, Damon», disse con calma. «Ne sono<br />
sicura. Ti ho visto morire».<br />
«Sì», disse lui, e sospirò. «Ho vissuto la mia morte.<br />
Era terribilmente dolorosa e sembrava che non dovesse<br />
finire mai, eppure è finita, allora è sembrato che fosse<br />
durata solo pochi secondi». Rabbrividì. «Ma una<br />
piccola parte di me era ancora cosciente dopo la<br />
morte». Elena annuì. «Stefan disse, anzi… chiese a quel<br />
frammento della mia coscienza di volare via. Invece tu<br />
l’hai trattenuto – mi hai trattenuto – e mi hai detto di<br />
chiudere gli occhi. E alla fine se n’è andata anche quella
piccola parte di me, e con essa il dolore. Poi… sono<br />
tornato». Damon spalancò gli occhi scuri al ricordo<br />
dello stupore che aveva provato.<br />
«Ma come?», chiese Elena.<br />
«Ricordi la sfera stellata?»<br />
«Come potrei dimenticarla? È stata la radice di tutti i<br />
nostri problemi con i kitsune. È esplosa e il liquido<br />
contenuto all’interno è evaporato quando io… Oh,<br />
Damon, ho usato le Ali della Distruzione contro l’albero<br />
del Mondo Sotterraneo. Così ho distrutto anche la sfera<br />
stellata dei kitsune e ho dovuto rivolgermi alle<br />
Guardiane per salvare Fell’s Church. Le Ali della<br />
Distruzione erano… qualcosa che non avevo mai visto<br />
né sentito prima». Rabbrividì.<br />
«Ho visto ciò che hai fatto a quella luna», disse<br />
Damon, abbozzando un sorriso. «Se sapessi che<br />
usando quel Potere e distruggendo la sfera stellata mi<br />
hai salvato la vita, ti sentiresti meglio, mio angelo<br />
adorato?»<br />
«Non chiamarmi così», ribatté Elena, aggrottando le<br />
sopracciglia. Le Guardiane erano le creature più vicine<br />
agli angeli che avesse mai visto, e di loro non serbava
un buon ricordo. «In che modo ti avrei salvato?»<br />
«Non v’insegnano a scuola, oggigiorno, come funziona<br />
la condensazione?», chiese Damon, con l’espressione<br />
altezzosa che assumeva sempre quando criticava per<br />
scherzo il mondo moderno rispetto a quello in cui era<br />
cresciuto. «Gli insegnanti vi parlano solo di educazione<br />
sessuale, sentimenti e romanzetti dozzinali oppure vi<br />
passano anche qualche nozione di scienza? So che<br />
avete abbandonato il latino e il greco per materie come<br />
“teatro” e “crescita della consapevolezza personale”».<br />
La sua voce trasudava disprezzo.<br />
Elena decise di non rispondere alla provocazione.<br />
Giunse le mani in grembo, con ostentazione. «Penso che<br />
tu sia rimasto indietro di qualche decennio», disse. «Ma<br />
ti prego, o sapiente, supponi che la mia educazione non<br />
contempli il nesso fra condensazione e resurrezione, e<br />
illuminami».<br />
«Bene». Damon fece un sorrisetto compiaciuto.<br />
«Apprezzo che una giovane donna sia rispettosa nei<br />
confronti di chi è più vecchio e migliore di lei». Elena lo<br />
guardò minacciosa, con un sopracciglio alzato. «A ogni<br />
modo», continuò, «il liquido contenuto nella sfera
stellata non è svanito nel nulla. Era magia allo stato puro<br />
e non è facile liberarsi di un incantesimo così potente.<br />
Appena l’atmosfera si è raffreddata, quella magia,<br />
trasformatasi in vapore, è tornata allo stato liquido ed è<br />
caduta su di me, con la pioggia di cenere. Il Potere ha<br />
impregnato il mio corpo per ore, riportandomi<br />
lentamente in vita».<br />
Elena lo guardò a bocca aperta. «Che vipere!», disse<br />
indignata. «Le Guardiane mi hanno detto che te n’eri<br />
andato per sempre, e hanno preso pure i tesori kitsune<br />
che avevamo portato per corromperle». Pensò<br />
fugacemente all’ultimo tesoro che aveva tenuto per sé:<br />
una bottiglia piena d’Acqua dell’Eterna Giovinezza,<br />
nascosta nello scaffale più alto del suo armadio, e<br />
scacciò subito il pensiero. Non poteva permettersi di<br />
congratularsi neppure per un attimo con se stessa per<br />
quella fortuna nascosta, nel timore che le Guardiane si<br />
accorgessero che l’aveva presa, né poteva usarla. Non<br />
ancora almeno, e forse mai.<br />
Damon alzò una spalla. «Ho sentito dire che talvolta le<br />
Guardiane imbrogliano. Ma è più verosimile che<br />
stavolta pensassero di dire la verità. Non sono
onniscienti, anche se fingono di esserlo. E sia i kitsune<br />
sia i vampiri sono un po’ al di là della loro area di<br />
competenza».<br />
Le raccontò di come si era svegliato, sepolto in<br />
profondità sotto la cenere e il fango, di come, scavando<br />
con le unghie, si era fatto strada verso la superficie e si<br />
era incamminato sulla luna desolata, senza sapere chi<br />
fosse e cosa fosse accaduto, e di come era quasi morto<br />
di nuovo e Sage l’aveva salvato.<br />
«E poi che è successo?», chiese Elena con<br />
impazienza. «Come ti è tornata la memoria? Come sei<br />
tornato sulla Terra?»<br />
«Be’, questa è una storia buffa», disse Damon,<br />
rivolgendole un sorriso affettuoso. Infilò la mano in una<br />
delle tasche interne della giacca di pelle e tirò fuori un<br />
fazzoletto di lino bianco ben ripiegato. Elena sbatté le<br />
palpebre. Somigliava al fazzoletto che lui le aveva<br />
offerto in sogno. Damon notò la sua espressione e il suo<br />
sorriso si allargò, come sapesse che l’aveva<br />
riconosciuto dal sogno. Lo aprì e lo tenne nella mano<br />
tesa, lasciando che lei lo ispezionasse.<br />
Annidate nel fazzoletto c’erano due ciocche di capelli.
Elena notò che avevano un aspetto molto familiare. Lei<br />
e Bonnie si erano tagliate ognuna una ciocca e<br />
l’avevano deposta sul corpo di Damon, per lasciargli<br />
una parte di sé, giacché non potevano portarlo via dalla<br />
luna desolata su cui era morto. Di fronte a lei giacevano<br />
un ricciolo rosso e un ciuffo biondo e ondulato, vividi e<br />
luminosi come se, anziché abbandonarli in un mondo<br />
dove cadeva una pioggia di cenere, li avessero appena<br />
tagliati dopo aver lavato i capelli.<br />
Damon osservò le ciocche con un’espressione fatta di<br />
tenerezza e un pizzico di reverenza. Elena notò di non<br />
avergli mai visto uno sguardo così aperto, quasi<br />
speranzoso.<br />
«Il Potere della sfera stellata ha ridato vita anche ai<br />
vostri capelli», disse. «All’inizio erano bruciacchiati,<br />
quasi ridotti in cenere, ma poi si sono rigenerati. E<br />
mentre li stringevo, li osservavo, li accarezzavo, hai<br />
cominciato a tornarmi in mente. Sage mi aveva detto il<br />
mio nome, e mi suonava corretto, ma non riuscivo a<br />
ricordare altro su di me. Poi, mentre tenevo in mano<br />
queste ciocche di capelli, ho cominciato, poco alla<br />
volta, a ricordare il tuo nome e tutto ciò che avevamo
passato insieme, e tutte le cose che io…». Fece una<br />
pausa. «Le cose che sapevo di te e i sentimenti che<br />
provavo. Poi mi sono ricordato anche del piccolo<br />
pettirosso, tutto mi è tornato in mente come la piena di<br />
un fiume ed ero di nuovo me stesso».<br />
Distolse lo sguardo e perse quell’aria sentimentale,<br />
assumendo il solito sguardo freddo e inespressivo,<br />
come se fosse in imbarazzo, poi richiuse le ciocche di<br />
capelli nel fazzoletto e lo ripose con cura nella giacca.<br />
«Be’», aggiunse in fretta, «poi è dipeso tutto da Sage,<br />
che mi ha prestato i vestiti, mi ha rimpinzato di tutto<br />
quello che avevo perso e mi ha dato un passaggio per<br />
tornare a Fell’s Church. Ed eccomi qui».<br />
«Scommetto che era sbalordito», disse Elena, «ed<br />
estasiato». Il vampiro che rivestiva il ruolo di Guardiano<br />
dei Cancelli fra i Mondi era un caro amico di Damon,<br />
l’unico, a dire il vero, di cui lei fosse a conoscenza, a<br />
parte se stessa. I conoscenti di Damon finivano per<br />
diventare suoi nemici o ammiratori, più che amici.<br />
«Era piuttosto contento», ammise Damon.<br />
«Quindi sei appena tornato sulla Terra?».<br />
Damon annuì.
«Be’, ci sei mancato tantissimo», disse Elena e si<br />
lanciò in un compendio degli ultimi giorni, cominciando<br />
con il nome di Celia scritto col sangue e terminando con<br />
il ricovero di Caleb.<br />
«Wow». Damon emise un basso fischio. «Devo<br />
supporre che il comportamento da pazzo furioso di mio<br />
fratello nei confronti di Caleb sia la spia di un problema<br />
più grave? Perché, sai, potrebbe trattarsi di pura e<br />
semplice gelosia. La gelosia è sempre stata il suo punto<br />
debole». Disse l’ultima parola storcendo la bocca in una<br />
smorfia compiaciuta ed Elena gli diede un’amichevole<br />
gomitata nelle costole.<br />
«Non criticare Stefan», disse in tono di rimprovero,<br />
sorridendo fra sé. Era così bello poterlo sgridare di<br />
nuovo. Era sempre il solito esasperante, volubile e<br />
meraviglioso individuo. Damon era tornato.<br />
Un attimo. Oh, no, pensò. «Anche tu sei in<br />
pericolo!», ansimò, ricordandosi di colpo che potevano<br />
ancora portarglielo via. «Prima che tornassi, è apparso<br />
il tuo nome, scritto con le alghe che trattenevano<br />
Meredith sott’acqua. Noi non capivamo cosa potesse<br />
significare, perché pensavamo che fossi morto. Ma,
giacché sei vivo, sembra che tu sia il prossimo<br />
bersaglio». Fece una pausa. «A meno che l’attacco<br />
rivolto a te non fosse la voragine che ti ha inghiottito<br />
sulla luna».<br />
«Non preoccuparti per me, Elena. Probabilmente hai<br />
ragione sul fatto che il mio “incidente” fosse l’attacco<br />
sulla luna. Ma questi tentativi non stanno avendo molto<br />
successo, giusto?», disse con aria pensosa. «Sembra<br />
che il nostro misterioso avversario non si stia<br />
impegnando più di tanto per ucciderci. Ho una vaga<br />
idea su chi potrebbe essere il responsabile di tutto ciò».<br />
«Davvero?», chiese Elena. «Dimmi».<br />
Damon scosse la testa. «È appena il barlume di<br />
un’intuizione adesso», rispose. «Lasciami prima trovare<br />
qualche conferma».<br />
«Ma Damon», disse implorante Elena, «un barlume<br />
d’intuizione è più di quanto noi siamo riusciti a cavare<br />
da questa storia. Vieni con me domattina e parla a tutti<br />
della tua idea, così possiamo lavorarci assieme».<br />
«Oh, certo», disse Damon, fingendo di rabbrividire.<br />
«Io, tu, Mutt e la cacciatrice di vampiri, che bel<br />
gruppetto. Ah, ci sono anche il mio bigotto fratello e la
streghetta dai capelli rossi. E la vecchia fattucchiera e<br />
l’insegnante. No, preferisco investigare ancora un po’<br />
per conto mio. Inoltre, Elena», disse, fissandola con uno<br />
sguardo cupo, «non devi dire a nessuno che sono vivo.<br />
Soprattutto non devi dirlo a Stefan».<br />
«Damon!», protestò Elena. «Non immagini quanto lui<br />
sia devastato. Dobbiamo fargli sapere che stai bene».<br />
Damon fece un sorriso sarcastico. «Penso che una<br />
parte di lui sia piuttosto felice che io sia uscito di scena.<br />
Non ha alcun motivo di volermi qui». Elena scosse<br />
furiosamente la testa in segno di diniego, ma lui<br />
continuò. «È così. Ma forse è ora che le cose cambino<br />
fra noi. A tal fine, devo mostrargli che io posso<br />
cambiare. In ogni caso, non posso fare un’indagine<br />
accurata se gli altri sanno che sono nei paraggi. Silenzio,<br />
per ora, Elena». Lei aprì la bocca per muovere un’altra<br />
obiezione, ma lui la zittì con un bacio repentino e<br />
appassionato. Quando si separarono, le disse:<br />
«Promettimi che per ora non dirai nulla, e io ti giuro che<br />
appena avrò capito qualcosa di questa storia potrai<br />
annunciare al mondo la mia resurrezione».<br />
Elena annuì, dubbiosa. «Se è questo che vuoi
veramente, Damon, e se pensi che sia davvero<br />
necessario, lo farò», disse. «Ma non sono felice della<br />
tua decisione».<br />
Damon si alzò e le diede una pacca sulla spalla. «Le<br />
cose cambieranno», disse. Abbassò lo sguardo su di lei,<br />
con un’espressione grave. «Non sono più la stessa<br />
persona, Elena».<br />
Elena annuì di nuovo, ma con più convinzione.<br />
«Manterrò il tuo segreto», promise.<br />
Lui le rivolse un sorrisetto forzato e fece tre passi<br />
verso la finestra aperta. Un attimo dopo era sparito, e<br />
un grosso corvo nero si era alzato in volo nella notte.
2<br />
Il mattino dopo Elena si sentiva leggera e felice, come<br />
chi serba un enorme, meraviglioso segreto tutto per sé.<br />
Damon era ancora vivo. Era in camera sua la notte<br />
prima.<br />
Era successo davvero?<br />
Ne aveva passate così tante che non riusciva<br />
nemmeno a fidarsi della propria memoria. Scese dal<br />
letto e notò che le nuvole avevano ancora le sfumature<br />
rosee e dorate dell’alba, quindi doveva essere molto<br />
presto. Si avvicinò con cautela alla finestra. Non sapeva<br />
con certezza cosa stesse cercando, ma si mise gattoni e<br />
iniziò a perlustrare il pavimento.<br />
Eccolo. Un granello di terra sull’asse cigolante,<br />
staccatosi da una scarpa. E lì, sul davanzale, lunghi<br />
graffi solcati dagli artigli di un uccello. Ritenne di avere<br />
prove a sufficienza.
Si alzò e fece un saltello di gioia, battendo forte le<br />
mani, una sola volta, mentre un sorriso incontenibile le si<br />
allargava sul volto. Damon era vivo!<br />
Poi trasse un profondo respiro e rimase immobile,<br />
cercando di assumere uno sguardo inespressivo. Se<br />
davvero aveva intenzione di mantenere quel segreto – e<br />
supponeva di non avere scelta: l’aveva promesso, in fin<br />
dei conti – doveva comportarsi come se non fosse<br />
cambiato niente. In effetti, le cose andavano ancora<br />
piuttosto male. Se analizzava gli eventi, era ancora<br />
presto per festeggiare.<br />
Il ritorno di Damon non aveva cambiato il fatto che<br />
qualcosa di oscuro stava ancora perseguitando lei e i<br />
suoi amici, e che Stefan si comportava in modo violento<br />
e irrazionale. Ebbe un tuffo al cuore quando pensò a<br />
Stefan, ma una bolla di felicità continuava a gonfiarsi<br />
dentro di lei. Damon era vivo!<br />
E, meglio ancora, forse si era fatto un’idea di ciò che<br />
stava succedendo. Era tipico di Damon tenersi stretta<br />
un’idea e non condividere con lei i suoi pensieri, ma,<br />
anche se quel comportamento la faceva infuriare, la sua<br />
intuizione accendeva una speranza, ed era più di quanto
chiunque altro fosse stato in grado di offrirle. Forse<br />
c’era la luce alla fine del tunnel, dopotutto.<br />
Sentì il suono secco di un sassolino lanciato contro la<br />
finestra.<br />
Quando si affacciò, vide Stefan, con le spalle curve e<br />
le mani in tasca, che la guardava dal prato sotto casa.<br />
Gli fece segno di rimanere dov’era, infilò un paio di<br />
jeans, un top bianco merlettato, le scarpe, e andò di<br />
sotto a riceverlo. Camminava sull’erba coperta di<br />
rugiada, lasciando orme sul terreno bagnato. Il calore<br />
stordente del sole aveva già sostituito il fresco dell’alba:<br />
si preannunciava un’altra afosa giornata estiva della<br />
Virginia.<br />
Mentre si avvicinava a Stefan, Elena rallentò il passo.<br />
Non sapeva bene cosa dirgli. Dalla sera prima, ogni<br />
volta che pensava a lui, rivedeva, senza volerlo, Caleb<br />
lanciato in aria e sentiva di nuovo l’angosciante<br />
scricchiolio prodotto dall’impatto del suo corpo contro<br />
il monumento di marmo. Rivedeva la rabbia selvaggia<br />
sul volto di Stefan mentre attaccava Caleb, anche se<br />
Damon era convinto che avesse avuto un buon motivo<br />
per farlo. Damon. Come avrebbe fatto a evitare che
Stefan capisse la verità su suo fratello?<br />
Lui la guardava con aria afflitta: era evidente che<br />
avvertiva la sua apprensione. Le porse la mano. «So<br />
che non capisci perché mi sia comportato così ieri»,<br />
disse, «ma c’è una cosa che devi vedere».<br />
Elena si fermò, senza prendere la sua mano tesa.<br />
Stefan s’incupì ancora di più. «Dimmi dove stiamo<br />
andando», chiese lei.<br />
«Devo mostrarti una cosa che ho trovato», disse<br />
pazientemente. «Capirai quando arriveremo lì. Per<br />
favore, Elena. Non ti farei mai del male».<br />
Elena rimase a fissarlo. Non aveva alcun dubbio sulla<br />
verità di quell’affermazione.<br />
«D’accordo», disse. «Aspetta un minuto. Torno<br />
subito».<br />
Lasciò Stefan nel cortile, alla luce del primo mattino, e<br />
si ritirò nella silenziosa oscurità della casa. Tutti<br />
dormivano ancora: una rapida occhiata all’orologio<br />
della cucina le disse che erano appena le sei.<br />
Scribacchiò un biglietto per zia Judith, dicendo che<br />
andava a fare colazione con Stefan e che sarebbe<br />
tornata più tardi. Agguantando la borsetta, si fermò un
attimo per accertarsi che dentro ci fosse ancora<br />
nascosto un ramoscello secco di verbena. Non pensava<br />
che lui avrebbe mai potuto farle del male… Ma è<br />
sempre bene essere preparati.<br />
Quando uscì, Stefan l’accompagnò alla macchina<br />
parcheggiata accanto al marciapiede, le aprì lo sportello<br />
del lato passeggero e rimase a fissarla mentre si<br />
allacciava la cintura di sicurezza.<br />
«Quanto è lontano?», chiese Elena.<br />
«Non tanto», le rispose semplicemente. Guardandolo<br />
guidare, Elena notò le rughe di preoccupazione agli<br />
angoli degli occhi, la piega triste della bocca, la tensione<br />
nelle spalle, e desiderò abbracciarlo e consolarlo, alzare<br />
una mano e appianare le rughe intorno alle palpebre.<br />
Ma il ricordo del suo viso stravolto dalla rabbia, la notte<br />
prima, la tratteneva. Non se la sentiva di cercare un<br />
contatto con lui.<br />
Non molto tempo dopo, Stefan svoltò in un vicolo<br />
cieco fiancheggiato da ville lussuose.<br />
Elena si sporse in avanti. Accostarono di fronte a una<br />
grande casa bianca con un ampio portico a colonnato<br />
sul davanti. Lo riconobbe subito. Lei e Matt si erano
seduti su quei gradini a guardare l’alba, dopo il ballo<br />
della scuola, con ancora indosso gli abiti della festa.<br />
Aveva scalciato via i sandali di satin, aveva appoggiato<br />
la testa sulla spalla di Matt, sentendo sotto la guancia la<br />
stoffa dello smoking, ed era rimasta ad ascoltare le voci<br />
e la musica del dopo ballo nella villa alle loro spalle. Era<br />
stata una bella serata, ma apparteneva a un’altra vita.<br />
Guardò Stefan con aria d’accusa. «Questa è la villa di<br />
Tyler Smallwood, Stefan. Non so cosa tu abbia in<br />
mente ma Caleb non è qui. È in ospedale».<br />
Stefan sospirò. «So che non è qui, Elena. Nemmeno i<br />
suoi zii sono qui, e pare che manchino da diversi<br />
giorni».«Sono fuori città», rispose automaticamente<br />
Elena. «Zia Judith ha parlato con loro ieri».<br />
«Bene», disse torvo Stefan. «Almeno loro sono al<br />
sicuro».<br />
Lanciò uno sguardo preoccupato su e giù per la<br />
strada. «Sei sicura che Caleb non sia uscito<br />
dall’ospedale oggi?»<br />
«Sì», rispose acida Elena. «Era ridotto troppo male.<br />
Lo stanno tenendo sotto osservazione».<br />
Elena uscì dalla macchina, sbatté lo sportello e avanzò
verso la villa degli Smallwood, senza girarsi a<br />
controllare che Stefan la stesse seguendo.<br />
Lui la raggiunse subito. Lei maledisse fra sé la sua<br />
velocità da vampiro e affrettò il passo.<br />
«Elena», disse Stefan, piazzandosi davanti a lei per<br />
costringerla a fermarsi. «Sei arrabbiata perché voglio<br />
tenerti al sicuro?»<br />
«No», lo fulminò lei. «Sono arrabbiata perché hai<br />
quasi ucciso Caleb Smallwood».<br />
Il volto di Stefan s’intristì, mostrando un’estrema<br />
stanchezza e tanta malinconia, ed Elena si sentì subito in<br />
colpa. Aveva ancora bisogno di lei, qualunque cosa gli<br />
stesse succedendo. E lei non sapeva come fronteggiare<br />
i suoi scoppi di violenza. Si era innamorata di Stefan per<br />
il suo animo poetico, per la sua gentilezza. Damon era<br />
quello pericoloso. L’essere pericoloso si addice a<br />
Damon molto più che a Stefan, osservò una voce<br />
caustica in un angolino della sua mente; Elena non poté<br />
negare che fosse vero.<br />
«Mostrami ciò che volevi farmi vedere e basta», disse<br />
alla fine.<br />
Stefan sospirò, poi si girò e la guidò lungo il viale di
casa Smallwood. Si aspettava che si dirigesse alla porta<br />
d’ingresso, invece girò intorno alla casa e si avviò verso<br />
un piccolo capanno sul retro.<br />
«Il capanno per gli attrezzi?», chiese Elena in tono<br />
ironico. «C’è un’emergenza prato incolto che bisogna<br />
affrontare prima di colazione?».<br />
Stefan ignorò la battuta e continuò a camminare verso<br />
l’ingresso del capanno. Elena notò che il lucchetto che<br />
chiudeva la doppia porta era stato forzato e fatto a<br />
pezzi. Una parte dell’anello di metallo pendeva dalla<br />
maniglia. Senza dubbio l’aveva rotto Stefan.<br />
Lo seguì all’interno. All’inizio, abituata alla luce intensa<br />
dell’alba, non riuscì a vedere nulla nell’oscurità. Poco a<br />
poco si accorse che le pareti erano ricoperte di fogli di<br />
carta. Stefan aprì di più la porta per far entrare la luce<br />
del giorno.<br />
Elena osservò i fogli appesi alle pareti, poi fece un<br />
passo indietro emettendo un rantolo spaventato: la<br />
prima cosa che era riuscita a distinguere era<br />
un’immagine del proprio volto. Strappò la foto dal muro<br />
e la esaminò più da vicino. Era il ritaglio di un giornale<br />
locale, che la ritraeva mentre ballava tra le braccia di
Stefan, vestita con un abito argentato. La didascalia<br />
sotto la foto diceva: “La reginetta del ballo della Robert<br />
E. Lee High School, Elena Gilbert, e il re del ballo<br />
Stefan Salvatore”.<br />
Reginetta del ballo? Nonostante la serietà della<br />
situazione, le sue labbra si piegarono in un sorriso.<br />
Aveva davvero finito il liceo circonfusa da un’aura di<br />
gloria.<br />
Staccò un altro ritaglio dal muro e il suo viso s’incupì.<br />
Mostrava una bara trasportata da quattro uomini sotto<br />
la pioggia battente, circondata dai volti afflitti di parenti<br />
e amici in lutto. Nella folla, Elena riconobbe zia Judith,<br />
Robert, Margaret, Meredith e Bonnie, con le labbra<br />
serrate e le guance rigate di lacrime. La didascalia<br />
recitava: “La città è in lutto per la studentessa del liceo<br />
locale Elena Gilbert”.<br />
Serrò inconsciamente le dita, accartocciando il ritaglio.<br />
Si girò a guardare Stefan. «Non dovrebbe essere qui»,<br />
disse. Una nota d’isteria le vibrò nella voce. «Le<br />
Guardiane hanno cambiato il passato. Non dovrebbe<br />
essere rimasto nessun articolo di giornale, niente».<br />
Stefan la fissò di rimando. «Lo so», disse. «Ci ho
iflettuto a lungo, e l’ipotesi migliore che riesca a<br />
elaborare è che forse le Guardiane hanno solo cambiato<br />
la mente delle persone. Non possono vedere nessuna<br />
prova di ciò che abbiamo chiesto alle Guardiane di<br />
cancellare. Vedono solo quello che conferma i loro<br />
nuovi ricordi, i ricordi di un normale paesino e di un<br />
comune gruppo di adolescenti. Per loro è stato solo un<br />
altro anno scolastico».<br />
Elena agitò il foglio di giornale. «Ma allora perché<br />
questo si trova qui?».<br />
Stefan abbassò la voce. «Forse l’incantesimo delle<br />
Guardiane non funziona con tutti. Caleb ha scritto<br />
alcune note su un taccuino che ho trovato, e pare si<br />
ricordi due diverse serie di eventi. Senti qui».<br />
Rovistò nel mucchio di fogli sparsi sul pavimento e tirò<br />
fuori un taccuino. «Scrive: “Ora in città girano delle<br />
ragazze, però io so che sono morte. Era pieno di mostri<br />
qui. La città è stata distrutta e siamo scappati prima che<br />
potessero prendere anche noi. Ma ora mi trovo di<br />
nuovo qui e nessuno di noi è partito, anche se sono<br />
l’unico a ricordare. È tutto normale: non ci sono né<br />
mostri, né morti».
«Uhm». Elena prese il taccuino e ne esaminò le pagine<br />
con attenzione. Caleb aveva stilato delle liste. Vickie<br />
Bennet, Caroline, lei. C’erano tutti. Aveva elencato tutti<br />
quelli che avevano una storia diversa nelle due versioni<br />
di Fell’s Church. C’erano degli appunti su come se li<br />
ricordava. Appunti sui ricordi che aveva della morte di<br />
Elena e su quello che stava succedendo nel “nuovo”<br />
presente. Girò qualche pagina e spalancò gli occhi.<br />
«Stefan, ascolta. Tyler gli ha raccontato di noi: “Tyler<br />
aveva paura di Stefan Salvatore. Pensava che avesse<br />
ucciso il signor Tanner e che ci fosse qualcosa di strano<br />
in lui, qualcosa d’innaturale. E pensava che Elena<br />
Gilbert e i suoi amici fossero strettamente coinvolti in<br />
ciò che stava succedendo”. E qui c’è un asterisco che<br />
rinvia a una nota in cui dice che in una serie di eventi il<br />
signor Tanner è vivo, mentre nell’altra è morto». Elena<br />
scorse in fretta alcune pagine. «Sembra che si sia<br />
concentrato su di noi e che ci ritenga responsabili di<br />
questi cambiamenti. Ha capito che eravamo al centro di<br />
tutto. Perché noi siamo quelli che hanno subìto più<br />
cambiamenti, oltre alle vittime dei kitsune e dei vampiri,<br />
e perché sapeva che Tyler sospettava di noi. Inoltre ci
addossa la colpa della scomparsa di Tyler».<br />
«Due serie di ricordi», ripeté Stefan, aggrottando la<br />
fronte. «E se Caleb non fosse l’unico a ricordare<br />
entrambe le realtà? E se le creature soprannaturali, o le<br />
persone consapevoli della loro esistenza, fossero<br />
immuni dall’incantesimo?».<br />
Elena si raggelò. «Margaret… Mi sono chiesta se<br />
ricordasse qualcosa. Sembrava davvero sconvolta la<br />
prima volta che mi ha visto. Ricordi che aveva paura<br />
che me ne andassi di nuovo? Pensi che lei rammenti la<br />
mia morte oltre ai ricordi che le hanno dato le<br />
Guardiane?».<br />
Stefan scosse la testa. «Non lo so, Elena. Hai motivo<br />
di pensare che Margaret non sia una bambina normale?<br />
I bambini piccoli possono avere reazioni esagerate<br />
senza un valido motivo. Margaret ha molta<br />
immaginazione».<br />
«Non lo so», disse Elena frustrata. «Ma se le<br />
Guardiane si sono limitate a coprire i vecchi ricordi con<br />
i nuovi, questo spiegherebbe perché il mio diario è<br />
ancora dove l’ho lasciato, nella mia stanza da letto, e<br />
perché c’è ancora scritto tutto quello che è successo da
quando sono andata via di casa. Quindi secondo te<br />
Caleb sospetta che ci sia sotto qualcosa perché è<br />
davvero un lupo mannaro?»<br />
«Guarda qui», disse Stefan, indicando le pareti del<br />
capanno.<br />
Per la prima volta, Elena osservò l’intera scena e ne<br />
comprese le implicazioni. Le pareti erano tappezzate di<br />
foto. Foto che ritraevano lei. Foto di Bonnie e<br />
Meredith, persino foto della povera Caroline, che<br />
documentavano il suo cambiamento: dall’altezzosa<br />
debuttante dagli occhi verdi al mostro selvaggio che nel<br />
vistoso pancione portava il figlio (o il cucciolo?) di<br />
Tyler. Elena era sconvolta: si era appena resa conto di<br />
non aver pensato per niente a Caroline negli ultimi<br />
giorni. Era ancora incinta? Si stava ancora trasformando<br />
in un lupo mannaro perché portava in grembo il figlio di<br />
Tyler? Si ricordò anche che c’era un numero<br />
spaventosamente alto di lupi mannari a Fell’s Church. Si<br />
trattava di persone importanti, potenti. Se le cose non<br />
erano cambiate e il branco ricordava tutto, o almeno<br />
una parte di ciò che era davvero accaduto, allora era<br />
probabile che stessero solo prendendo tempo.
Sulle pareti non c’erano solo ritagli, ma anche<br />
fotografie originali. Vide una foto scattata dalla finestra<br />
della pensione che la ritraeva piegata in avanti, mentre<br />
parlava in modo concitato con Meredith, che stava<br />
carezzando con noncuranza il suo micidiale bastone da<br />
combattimento. Da come era vestita, doveva essere<br />
stata scattata subito dopo che avevano prelevato Alaric<br />
e Celia dalla stazione. Caleb non si era limitato a<br />
indagare sulle due differenti serie di ricordi degli ultimi<br />
mesi, ma li aveva spiati.<br />
Poi notò qualcos’altro. In un angolo, sul pavimento,<br />
c’era un enorme mazzo di rose. «Ma che…?»,<br />
esclamò, chinandosi per raccoglierlo. Poi lo vide.<br />
Intorno alle rose, qualcuno aveva disegnato un<br />
pentacolo. Una serie di fotografie circondava il disegno:<br />
c’erano lei, Bonnie, Meredith, Matt, Stefan, Damon.<br />
«La rosa che ti ha dato Caleb somigliava a queste,<br />
non è vero?», chiese Stefan a bassa voce. Elena annuì.<br />
Erano fiori delicati e perfetti, di un rosso voluttuoso che<br />
le faceva venir voglia di toccarli.<br />
«La rosa che ha dato inizio a tutto», mormorò.<br />
«Bonnie si è punta con le spine e il sangue ha formato le
lettere del nome di Celia. Doveva provenire da qui».<br />
«Caleb non è soltanto un lupo mannaro», disse Stefan.<br />
«Non so cosa facesse qui di preciso, ma questa mi<br />
sembra proprio magia nera». La fissò con uno sguardo<br />
implorante. «Ho scoperto tutto ieri», continuò. «Dovevo<br />
affrontarlo, Elena. So che ti ho spaventata, ma devo<br />
proteggere te e gli altri».<br />
Elena annuì, troppo stordita per parlare. Ora capiva<br />
perché Stefan aveva agito così. Pensava che lei fosse in<br />
pericolo. Eppure… non poteva evitare di sentire un<br />
senso di nausea ogni volta che pensava all’arco<br />
compiuto dal corpo di Caleb quando l’aveva lanciato in<br />
aria. Forse Caleb li aveva attaccati con incantesimi<br />
pericolosi, ma i suoi appunti esprimevano confusione e<br />
paura. Lei e i suoi amici avevano cambiato il suo<br />
mondo, e ora non riusciva più a capire quale fosse la<br />
realtà.<br />
«È meglio che raccogliamo tutta questa roba e<br />
torniamo alla pensione», disse sbrigativa. «Ci sono altri<br />
taccuini?». Stefan annuì. «Allora ci conviene studiarli<br />
bene. Se ci ha lanciato un incantesimo – o una qualche<br />
maledizione – potrebbe essere ancora attivo, anche se
per il momento Caleb è confinato in ospedale.<br />
L’incantesimo che ha usato potrebbe essere in uno dei<br />
taccuini, o almeno potremmo trovare qualche indizio su<br />
cosa sia e come agisca di preciso. E, speriamo, su<br />
come è possibile annullarlo».<br />
Stefan aveva un’aria un po’ smarrita, e la guardava<br />
con gli occhi verdi pieni di domande. Le braccia erano<br />
leggermente staccate dal busto, come se si fosse<br />
aspettato un abbraccio, e vedendo che lei non si<br />
muoveva si fosse dimenticato di rimetterle giù. Tuttavia,<br />
per un motivo che non riusciva a identificare bene,<br />
Elena non se la sentiva di abbracciarlo. Distolse lo<br />
sguardo e disse: «Hai qualche sacchetto di plastica in<br />
macchina, o qualcosa che possiamo usare per<br />
raccogliere tutta questa roba e portarla alla pensione?».
3<br />
Elena chiuse il cellulare mentre Stefan fermava la<br />
macchina davanti alla pensione. «L’infermiera dice che<br />
Caleb è ancora in ospedale privo di sensi», disse.<br />
«Bene», esclamò Stefan. Lei gli lanciò un’occhiata di<br />
rimprovero e lui le rispose con uno sguardo esasperato.<br />
«Se è privo di sensi», spiegò, «avremo più possibilità di<br />
capire che incantesimo ci ha lanciato».<br />
Avevano riempito tre grandi sacchi della spazzatura<br />
con i quaderni, i ritagli di giornale e i libri che avevano<br />
trovato nel capanno per gli attrezzi da giardino degli<br />
Smallwood. Elena aveva preferito non toccare il<br />
pentacolo disegnato sul pavimento, con tutte le rose e le<br />
foto intorno, temendo di poter influenzare l’incantesimo<br />
in qualche modo, ma aveva scattato un paio di<br />
fotografie con il cellulare.<br />
Matt uscì e prese uno dei sacchi. «Portate dentro un
po’ di spazzatura?»<br />
«Qualcosa del genere», rispose torva Elena, e lo<br />
aggiornò su quello che avevano scoperto alla villa degli<br />
Smallwood.<br />
Matt fece una smorfia. «Pazzesco. Ma forse ora<br />
potremo finalmente fare qualcosa per quello che sta<br />
succedendo».<br />
«Come mai sei qui così presto?», chiese Elena,<br />
seguendolo verso la pensione, «pensavo che il tuo turno<br />
di guardia cominciasse alle dieci». Stefan arrancava<br />
dietro di lei con altri sacchi della spazzatura.<br />
«Ho passato la notte qui», rispose Matt, «dopo che è<br />
apparso il nome di Bonnie, non volevo perderla di<br />
vista».<br />
«È apparso il nome di Bonnie?». Elena si girò di scatto<br />
verso Stefan, con uno sguardo accusatore. «Perché non<br />
me lo hai detto?».<br />
Stefan scrollò le spalle, a disagio. «Non lo sapevo»,<br />
confessò esitante.<br />
«Stefan, ti avevo chiesto di proteggere Meredith e<br />
Celia», sbraitò Elena. «Avresti dovuto restare qui.<br />
Anche prima che saltasse fuori il nome di Bonnie, erano
Meredith e Celia a essere in pericolo. Contavo su di te<br />
perché le tenessi d’occhio».<br />
Stefan le rispose con uno sguardo rabbioso. «Non<br />
sono il tuo cagnolino, Elena», disse con tranquillità. «Ho<br />
avvertito una misteriosa minaccia che pensavo andasse<br />
indagata a fondo. Ho agito per proteggerti. E avevo<br />
ragione. Il pericolo era più immediato per te che per gli<br />
altri. E ora abbiamo l’opportunità di ricostruire<br />
l’incantesimo».<br />
Elena batté le palpebre, sorpresa da quel tono di<br />
voce, ma non poteva negare la verità delle sue parole.<br />
«Scusa», disse contrita. «Hai ragione. Sono contenta<br />
che abbiamo scoperto il capanno di Caleb».<br />
Matt aprì la porta. Posarono i sacchi all’ingresso e si<br />
diressero in cucina, dove la signora Flowers, Alaric e<br />
Meredith stavano facendo una bella colazione a base di<br />
cornetti, marmellata, frutta e salsicce.<br />
«Celia è partita», annunciò Meredith appena misero<br />
piede nella stanza. L’aveva detto con voce neutra,<br />
come se stesse dando una banale informazione, ma i<br />
suoi occhi grigi, solitamente freddi, sprizzavano allegria<br />
mentre scambiava un sorriso d’intesa con Elena.
«E dove sarebbe andata?», chiese Elena con pari<br />
disinvoltura, allungando una mano sul tavolo per<br />
prendere un cornetto. Era stata una lunga mattinata, e<br />
stava morendo di fame.<br />
«All’università della Virginia», rispose Alaric. «Spera<br />
di trovare qualche indizio facendo ricerche sulle<br />
maledizioni e la magia popolare».<br />
«Forse abbiamo già qualche informazione in più»,<br />
annunciò Elena, masticando un boccone del delizioso<br />
cornetto al burro. Riferì cosa avevano trovato nel<br />
capanno: «Abbiamo portato tutte le carte e i taccuini di<br />
Caleb. E ora vi mostro che cosa ha lasciato sul<br />
pavimento». Tirò fuori il cellulare, caricò la foto e lo<br />
porse alla signora Flowers.<br />
«Santo cielo!», disse l’anziana signora. «Questa<br />
sembra proprio magia nera. Mi chiedo che cosa<br />
pensasse di fare quel ragazzino».<br />
Stefan sbuffò. «Non è un ragazzino, signora Flowers.<br />
Ho il forte sospetto che sia un lupo mannaro e un<br />
praticante di magia nera».<br />
La signora Flowers lo freddò con uno sguardo duro.<br />
«Ha scelto di certo il modo sbagliato di andare in cerca
di suo cugino. Ma questo pentacolo mi sembra opera di<br />
un dilettante. Se ha funzionato, dev’essere stato più per<br />
caso che per progetto».<br />
«Se ha funzionato?», chiese Meredith. «A mio parere,<br />
le prove suggeriscono che qualunque cosa abbia fatto,<br />
ha funzionato».<br />
«Certo, sarebbe una coincidenza troppo singolare se<br />
Caleb avesse tentato di lanciare un incantesimo su di noi<br />
e un’inspiegabile maledizione ci avesse effettivamente<br />
colpiti», osservò Alaric.<br />
«Dov’è Caleb adesso?», chiese Matt, aggrottando la<br />
fronte. «Sa che avete trovato le sue cose? Dobbiamo<br />
scovarlo e tenerlo d’occhio?».<br />
Stefan incrociò le braccia al petto. «È all’ospedale».<br />
Seguì un minuto di silenzio, in cui tutti si guardarono<br />
negli occhi e decisero, sulla base del contegno glaciale<br />
di Stefan, di non indagare oltre. Meredith rivolse uno<br />
sguardo interrogativo a Elena, che le rispose con un<br />
lieve cenno del capo, come per dire: “Ti spiego dopo”.<br />
Elena si girò verso la signora Flowers: «Può dirci<br />
quale magia stesse usando Caleb? Che cosa stava<br />
cercando di fare?».
L’anziana signora studiò la foto con attenzione. «È una<br />
domanda interessante», disse. «Le rose di solito si<br />
usano per gli incantesimi d’amore, ma il pentacolo e le<br />
foto che lo circondano suggeriscono un intento<br />
malevolo. È probabile che l’insolito colore cremisi delle<br />
rose servisse a renderle più efficaci. Si possono usare<br />
anche per evocare passioni di altro genere. La mia<br />
migliore ipotesi è che Caleb stesse cercando di<br />
controllare le vostre emozioni, in qualche modo».<br />
Elena si girò di scatto a guardare Stefan, cogliendone<br />
l’espressione guardinga e la tensione delle spalle.<br />
«Ma questo è quanto posso dirvi per ora», continuò la<br />
signora Flowers. «Se avete voglia di esaminare i<br />
taccuini di Caleb in cerca di indizi, Bonnie e io<br />
possiamo fare delle ricerche sulle proprietà magiche<br />
delle rose e sugli incantesimi in cui potrebbero essere<br />
utilizzate».<br />
«Dov’è Bonnie?», chiese Elena. Anche se aveva avuto<br />
fin dall’inizio la sensazione che mancasse qualcosa, si<br />
era accorta solo in quel momento che la minuta ragazza<br />
dai capelli rossi non era con loro in cucina.<br />
«Sta ancora dormendo», disse Meredith. «Sai che
adora dormire fino a tardi». Sorrise. «Bonnie di sicuro<br />
si è divertita a recitare la parte della damigella in<br />
pericolo per averci tutti al suo servizio ieri sera».<br />
«Io penso che sia stata molto coraggiosa», disse<br />
inaspettatamente Matt. Elena lo osservò. Non è che<br />
stava cominciando a provare del tenero per Bonnie?<br />
Pensò che sarebbero stati una bella coppia, e fu<br />
sorpresa di sentire una piccola fitta di rabbia possessiva<br />
nel mezzo di quelle congetture da mezzana. Dopotutto,<br />
Matt è sempre stato tuo, le sussurrò una voce dura.<br />
«Vado su a svegliarla», disse allegramente Meredith.<br />
«Non c’è pace per le streghe». Saltò in piedi e si<br />
diresse verso le scale. Zoppicava, ma si notava appena.<br />
«Come sta la tua caviglia?», chiese Elena. «Hai un<br />
aspetto di gran lunga migliore».<br />
«Guarisco in fretta», disse Meredith. «Immagino sia<br />
una conseguenza del mio addestramento da cacciatrice<br />
di vampiri. Non uso il bastone da quando sono andata a<br />
letto, ieri sera, e stamattina sembra che la gamba sia<br />
quasi tornata alla normalità».<br />
«Sei fortunata», disse Elena.<br />
«Già», concordò Meredith, rivolgendo un gran sorriso
ad Alaric, che le rispose con uno sguardo di<br />
ammirazione. Fece di corsa gli ultimi gradini, ostentando<br />
agilità, piegandosi solo un poco per appoggiarsi alla<br />
ringhiera.<br />
Elena prese un altro cornetto e ci spalmò sopra la<br />
marmellata. «Noi intanto possiamo cominciare a<br />
esaminare tutte le carte e gli oggetti che abbiamo preso<br />
dal capanno di Caleb. Alaric, visto che sei l’unico<br />
esperto di magia, oltre a Bonnie e alla signora Flowers,<br />
puoi prendere questo taccuino mentre io…».<br />
S’interruppe sentendo un urlo provenire dal piano di<br />
sopra.<br />
«Meredith!», gridò Alaric.<br />
Più tardi, Elena non riuscì nemmeno a ricordare come<br />
fosse arrivata di sopra. Aveva solo un vago ricordo di<br />
gambe e braccia che spingevano e di una gran<br />
confusione mentre cercavano di salire tutti insieme per<br />
la stretta scalinata. Meredith, con il volto pallido e<br />
spaventato, stava davanti alla porta della cameretta rosa<br />
e panna in fondo al corridoio. Si girò a guardarli con gli<br />
occhi grigi pieni di terrore e mormorò: «Bonnie».<br />
Nella stanza, il corpo minuto di Bonnie giaceva
immobile sul pavimento, con la faccia a terra e un<br />
braccio proteso verso la porta. Candele bianche e nere,<br />
ormai spente, erano disposte in cerchio dietro di lei.<br />
Una delle candele nere era rovesciata. All’interno del<br />
cerchio c’era una macchia che sembrava sangue, quasi<br />
del tutto secco, e accanto c’era un libro segnato dal<br />
tempo.<br />
Elena spinse da parte Meredith e s’inginocchiò<br />
accanto alla figura immobile sul pavimento, toccandole il<br />
collo per sentire il battito. Lasciò andare il respiro<br />
trattenuto quando sentì sotto le dita il battito forte e<br />
regolare del cuore.<br />
«Bonnie», disse, scuotendola per spalle, poi la girò<br />
con delicatezza sul dorso. La ragazza ricadde a peso<br />
morto sulla schiena. Il suo respiro era regolare, ma gli<br />
occhi rimanevano chiusi, con le lunghe ciglia che<br />
proiettavano ombre sulle guance lentigginose.<br />
«Qualcuno chiami un’ambulanza», implorò subito<br />
Elena.«Ci penso io», disse Meredith, uscendo dalla sua<br />
immobilità.<br />
«Non ci serve un’ambulanza», disse con calma la<br />
signora Flowers, fissando Bonnie con una smorfia di
dolore sul viso.<br />
«Ma cosa sta dicendo?», gridò Meredith. «È priva di<br />
sensi! Dobbiamo chiamare qualcuno che possa<br />
aiutarla».<br />
Negli occhi della signora Flowers c’era uno sguardo<br />
risoluto. «I dottori e le infermiere dell’ospedale non<br />
sarebbero in grado di aiutare Bonnie», disse.<br />
«Potrebbero persino danneggiarla intervenendo con<br />
inefficaci soluzioni mediche in un problema estraneo alla<br />
medicina. Bonnie non è malata; è sotto incantesimo.<br />
Sento che l’aria è carica di magia. La cosa migliore da<br />
fare è tentare di metterla comoda e accudirla, mentre<br />
cerchiamo una cura».<br />
Matt fece un passo avanti. Sul viso aveva<br />
un’espressione inorridita, ma non stava guardando il<br />
corpo immobile di Bonnie. Alzò una mano e puntò il<br />
dito: «Guardate», disse.<br />
Un vassoio contenente una teiera, una tazza e un<br />
piattino si era rovesciato a terra. La tazza era andata in<br />
pezzi, la teiera giaceva su un fianco e le foglie di tè, che<br />
si erano versate sul pavimento, disegnavano una lunga<br />
curva scura.
Una curva che formava le lettere di un nome.<br />
elena
4<br />
Lo sguardo terrorizzato di Matt vagava tra la figura<br />
prona di Bonnie, il nome sul pavimento e il volto pallido<br />
di Elena. Dopo qualche minuto di shock, Elena si girò di<br />
scatto e lasciò la stanza. Stefan e Matt la seguirono,<br />
mentre Meredith e gli altri si occupavano di Bonnie. Nel<br />
corridoio, Elena si avventò contro Stefan: «Avresti<br />
dovuto badare a loro. Se fossi rimasto qui, Bonnie<br />
avrebbe avuto un po’ di protezione».<br />
Matt, che aveva seguito Stefan fuori dalla stanza, fece<br />
qualche passo indietro. Elena fissava Stefan con i denti<br />
scoperti e gli occhi azzurri che mandavano lampi. Anche<br />
Stefan la guardava infuriato.<br />
«Non è stata colpa sua, Elena», obiettò con garbo.<br />
«Alaric e la signora Flowers avevano attivato degli<br />
incantesimi di protezione. Non era previsto che<br />
qualcosa riuscisse a superare le difese. Anche se Stefan
fosse rimasto qui, non avrebbe potuto passare tutta la<br />
notte nella camera di Bonnie».<br />
«Avrebbe dovuto, invece, se era necessario per la sua<br />
protezione», ribatté aspra Elena. Guardava Stefan con il<br />
volto contratto dall’ira.<br />
Anche se era intervenuto per difenderlo, Matt non<br />
riusciva a sopprimere un caldo sentimento di<br />
soddisfazione nel vedere che Stefan ed Elena avevano<br />
finito per litigare. Era ora che Elena si accorgesse che<br />
Stefan non è perfetto, suggerì la parte peggiore di lui,<br />
gongolando.<br />
Alaric e la signora Flowers uscirono di corsa dalla<br />
stanza, allentando la tensione fra i due. La signora<br />
Flowers scosse la testa: «Pare che Bonnie stesse<br />
tentando di contattare i morti. Davvero sciocco da<br />
parte sua, ma non capisco come possa essersi ridotta in<br />
quello stato da sola. Deve essere l’effetto della stessa<br />
forza misteriosa che ha messo in pericolo gli altri. Per<br />
ora Meredith resterà al suo capezzale, intanto noi<br />
indaghiamo».<br />
Matt guardò Elena e Stefan. «Se non sbaglio, avevate<br />
detto che Caleb era uscito di scena».
«Infatti, era quello che pensavo!», rispose Stefan<br />
mentre si dirigevano tutti al piano di sotto. «Forse quel<br />
che è successo a Bonnie è cominciato prima del nostro<br />
scontro al cimitero».<br />
Alaric aggrottò la fronte. «Se le cose stanno così e<br />
l’incantesimo è ancora attivo, lo stesso Caleb potrebbe<br />
non essere in grado di fermarlo. Forse si tratta di una<br />
maledizione che si autoperpetua e nemmeno la sua<br />
morte riuscirebbe a bloccarla».<br />
Elena si diresse decisa all’ingresso, strappò il primo<br />
sacco della spazzatura che le capitò sottomano e prese<br />
a rovistarci dentro, tenendo la mascella serrata.<br />
«Dobbiamo capire cosa ha fatto». Tirò fuori una pila di<br />
taccuini e li distribuì agli altri. «Cercate i passaggi<br />
effettivi di un incantesimo. Se riusciamo a capire come<br />
lo ha attivato, forse Alaric o la signora Flowers<br />
troveranno il modo di annullarlo».<br />
«Il libro di incantesimi che stava usando Bonnie è uno<br />
dei miei», disse la signora Flowers. «Non c’è niente in<br />
quel libro che possa aver avuto effetti simili su di lei, ma<br />
ci darò lo stesso uno sguardo, nel caso mi fosse sfuggito<br />
qualcosa».
Presero un taccuino a testa e una pila di fogli e li<br />
sparsero sul tavolo della cucina.<br />
«Nel mio ci sono dei disegni», disse Stefan, un minuto<br />
dopo. «C’è un pentacolo, ma mi sembra diverso da<br />
quello che abbiamo visto sul pavimento del capanno».<br />
Alaric prese il taccuino ed esaminò il disegno, poi<br />
scosse la testa. «Non sono un esperto, ma mi pare che<br />
questo faccia parte di un comune incantesimo di<br />
protezione».<br />
Sul taccuino che aveva preso Matt c’erano soprattutto<br />
appunti scritti a mano. “Il primo decesso è stato quello<br />
del signor Tanner?”, si chiedeva Caleb. “È successo ad<br />
Halloween?”, “Elena, Bonnie, Meredith, Matt, Tyler,<br />
Stefan: erano tutti presenti”. Mentre leggeva, Matt<br />
sentiva i passi inquieti di Meredith al piano di sopra,<br />
vicino al letto di Bonnie, e le parole gli si confusero<br />
davanti. Si strofinò gli occhi con le nocche, per evitare<br />
l’imbarazzo delle lacrime. Era tutto inutile. Anche se ci<br />
fosse stata qualche informazione importante in quel<br />
taccuino, lui non sarebbe mai stato in grado di<br />
riconoscerla.<br />
«Ma non sembra strano anche a voi che Celia sia stata
la prima vittima di questa misteriosa forza maligna?»,<br />
chiese Elena. «Non c’era niente su di lei nel capanno. E<br />
non ha mai incontrato Tyler, figuriamoci Caleb. Se<br />
Caleb stava cercando di vendicarsi di noi per la<br />
scomparsa di suo cugino, perché avrebbe dovuto<br />
attaccare Celia per prima? Anzi, perché avrebbe<br />
dovuto prendersela con lei, in generale?».<br />
Matt pensò che era proprio una buona osservazione,<br />
e stava per dirlo quando vide la signora Flowers. Dritta<br />
in piedi, la vecchia stava guardando fisso un punto<br />
dietro il suo orecchio sinistro, e annuiva leggermente.<br />
«Davvero la pensi così?», disse sottovoce. «Oh, questo<br />
cambia le cose. Sì, capisco. Grazie».<br />
Prima che il suo sguardo tornasse a focalizzarsi su di<br />
loro, anche gli altri avevano notato quella conversazione<br />
unilaterale, ed erano rimasti in silenzio ad aspettare che<br />
terminasse.<br />
«Sua madre sa cos’è successo a Bonnie?», chiese con<br />
impazienza Matt. Mentre i suoi amici viaggiavano nella<br />
Dimensione Oscura, Matt era rimasto a Fell’s Church a<br />
combattere i kitsune con la signora Flowers, e il tempo<br />
trascorso insieme come compagni d’armi gli aveva reso
familiari le frequenti conversazioni che l’anziana donna<br />
intratteneva con il regno degli spiriti. Se la madre della<br />
signora Flowers li aveva interrotti, aveva di sicuro<br />
qualcosa di importante e utile da dire.<br />
«Sì», disse la signora Flowers, rivolgendogli un<br />
sorriso. «In effetti, Mama è stata davvero d’aiuto». Il<br />
suo viso si fece serio mentre si guardava intorno.<br />
«Mama è riuscita a percepire l’essere che si è<br />
impossessato dell’anima di Bonnie. Ha cominciato a<br />
osservarlo appena è entrato in casa, anche se non<br />
aveva i mezzi per combatterlo. È sconvolta per non<br />
essere riuscita a salvare Bonnie. Le è piuttosto<br />
affezionata».<br />
«Ma Bonnie se la caverà?», chiese Matt, mentre gli<br />
altri domandavano: «Allora che cos’è?» e «Quindi si<br />
tratta di un demone o di un’altra creatura, non di una<br />
maledizione?».<br />
La signora Flowers guardò prima Matt. «Forse<br />
riusciremo a salvarla. Di sicuro ci proveremo. Ma<br />
dobbiamo prima sconfiggere la cosa che si è<br />
impossessata di lei. E anche voi siete tuttora in grave<br />
pericolo».
Li guardò uno per uno. «È uno spirito».<br />
Ci fu un attimo di silenzio.<br />
«In che senso uno spirito?», chiese Elena. «Intende un<br />
fantasma?»<br />
«Ma certo, uno spirito», disse con tranquillità Stefan,<br />
scuotendo la testa come se non riuscisse a capacitarsi<br />
che l’idea non gli fosse venuta in mente prima. «Tanti<br />
anni fa, quando ero ancora in Italia, visitai un paese<br />
dove si raccontava di uno spirito che infestava le strade<br />
dell’Umbria. Non era un fantasma, ma un essere creato<br />
da emozioni forti. Si narrava che un uomo, reso folle<br />
dalla gelosia, avesse ucciso la moglie infedele e il suo<br />
amante, e poi si fosse tolto la vita. Da queste azioni era<br />
scaturito qualcosa: un essere composto delle loro<br />
emozioni. Uno a uno, quelli che vivevano nelle vicinanze<br />
impazzirono. Fecero cose terribili». Stefan sembrava<br />
profondamente sconvolto.<br />
«È questo che abbiamo di fronte? Una specie di<br />
demone evocato dalla rabbia che farà impazzire tutti?».<br />
Elena si rivolse alla signora Flowers in tono implorante.<br />
«Perché francamente penso che questa città ne abbia<br />
avuto abbastanza di roba del genere».
«Non può succedere di nuovo», disse Matt. Anche lui<br />
guardava la signora Flowers. La donna era l’unica che<br />
avesse assistito con lui alla rovina della città, che per<br />
poco non era stata distrutta. Gli altri c’erano stati<br />
all’inizio, ma quando erano cominciati a succedere fatti<br />
davvero tremendi e le cose si erano volte al peggio,<br />
erano andati nella Dimensione Oscura a combattere le<br />
loro battaglie per riportare la situazione alla normalità.<br />
La signora Flowers incrociò il suo sguardo e annuì con<br />
decisione, come se stesse facendo una promessa. «Non<br />
succederà», disse. «Stefan, probabilmente quello di cui<br />
parli era uno spirito della rabbia, ma sembra che la<br />
spiegazione popolare di quegli eventi non fosse molto<br />
accurata. Secondo Mama, gli spiriti si nutrono di<br />
emozioni, come i vampiri si nutrono di sangue. Più forte<br />
è un’emozione, meglio si nutrono e più sono attivi. Sono<br />
attratti da persone o comunità che già provano forti<br />
emozioni, e creano quasi un circolo vizioso,<br />
incoraggiando e alimentando i pensieri che<br />
rafforzeranno tali emozioni, così da poter continuare a<br />
nutrirsi. Hanno poteri psichici piuttosto sviluppati, ma<br />
sopravvivono solo fintanto che le loro vittime
continuano a nutrirli».<br />
Elena ascoltava con attenzione. «Ma questo cosa<br />
c’entra con Bonnie?». Guardò Stefan. «In questa città<br />
dell’Umbria, la gente cadeva in coma a causa dello<br />
spirito?».<br />
Stefan scosse la testa. «Non che io sappia», disse.<br />
«Forse è qui che entra in gioco Caleb».<br />
«Chiamo Celia», disse Alaric. «Questo la aiuterà a<br />
concentrare le sue ricerche. Se c’è qualcuno che ha del<br />
materiale su questi argomenti, è la dottoressa Beltram».<br />
«Sua madre può dirci di che tipo di spirito si tratta?»,<br />
chiese Stefan alla signora Flowers. «Se sapessimo di<br />
che emozioni si nutre, potremmo tagliargli i<br />
rifornimenti».<br />
«Non lo sa», rispose lei. «E non sa nemmeno come<br />
sconfiggere uno spirito. E c’è un’altra cosa che<br />
dobbiamo prendere in considerazione: Bonnie possiede<br />
un’enorme quantità di potere psichico innato. È<br />
probabile che, se lo spirito l’ha presa, si sia connesso al<br />
suo potere».<br />
Matt annuì, seguendo il filo del discorso. «E se è<br />
così», concluse torvo, «questo spirito non può che
diventare più forte e più pericoloso».
5<br />
Fecero molte ricerche quel giorno, ma ottennero ben<br />
pochi risultati, il che fece aumentare la preoccupazione<br />
di Elena per lo stato comatoso dell’amica. Quando<br />
scese la sera e arrivò la telefonata di zia Judith, che le<br />
chiese, in tono seccato, se avesse intenzione di farsi<br />
vedere dalla sua famiglia, avevano vagliato con<br />
attenzione i quaderni e i ritagli del primo sacco, mentre<br />
Alaric, brontolando per la pessima calligrafia, aveva<br />
esaminato circa un terzo del taccuino in cui Caleb aveva<br />
tenuto traccia dei suoi esperimenti di magia.<br />
Elena, sfogliando un’altra risma di carta, aggrottò la<br />
fronte. Un’attenta analisi delle foto e dei ritagli aveva<br />
confermato che Celia non era tra le vittime designate di<br />
Caleb. Se lo spirito aveva colpito prima lei, doveva<br />
essere perché l’emozione di cui si nutriva, qualunque<br />
fosse, in Celia era molto forte.
«La tendenza a criticare tutto?», suggerì Meredith,<br />
attenta a non farsi sentire da Alaric.<br />
Stampe e ritagli mostravano anche che Caleb era<br />
davvero ossessionato dalla scomparsa di Tyler, e che<br />
aveva prove e ricordi di due diverse linee temporali per<br />
lo stesso periodo, una in cui Fell’s Church era stata<br />
distrutta ed Elena era morta, e una in cui nella ridente<br />
cittadina della Virginia la vita era andata avanti come al<br />
solito, e nulla aveva interrotto il regno della meravigliosa<br />
studentessa dell’ultimo anno Elena Gilbert. La doppia<br />
serie di ricordi copriva soltanto l’estate, ma Caleb<br />
aveva ricevuto frequenti telefonate da Tyler, che<br />
durante l’autunno e l’inverno passati l’aveva aggiornato<br />
sui misteriosi eventi che circondavano la morte del<br />
signor Tanner e su tutto ciò che era accaduto in seguito.<br />
Tuttavia, stando agli appunti, pareva che Tyler avesse<br />
parlato solo dei suoi crescenti sospetti su Stefan, senza<br />
far cenno alla sua trasformazione in lupo mannaro e alla<br />
cospirazione con Klaus.<br />
«Tyler», borbottò Elena. «Riesce a creare problemi<br />
anche quando non si vede da un pezzo».<br />
Il taccuino che Alaric aveva esaminato fino a quel
momento dimostrava che Caleb conosceva la magia e<br />
che stava pianificando di usarla sia per vendicarsi di<br />
loro, sia per localizzare Tyler. Ma non dava indizi su<br />
come avesse evocato il fantasma.<br />
E anche se Alaric aveva sottoposto all’esame della<br />
signora Flowers qualsiasi appunto gli sembrasse<br />
significativo, qualsiasi formula magica o disegno, non<br />
avevano ancora scoperto quale incantesimo avesse<br />
usato Caleb o a che cosa servisse la rosa.<br />
Stefan accompagnò Elena a casa per cena, poi tornò<br />
alla pensione per continuare ad aiutare gli altri nelle<br />
ricerche. Avrebbe voluto restare con lei, ma aveva la<br />
sensazione che sua zia non avrebbe apprezzato un<br />
ospite per cena all’ultimo momento.<br />
Appena oltrepassò la soglia, Elena avvertì le tracce<br />
della presenza di Damon e le tornò in mente che, solo<br />
qualche ora prima, erano stati l’uno fra le braccia<br />
dell’altra, al piano di sopra. Durante la cena, mentre<br />
raccontava la favola della buonanotte a Margaret, e poi<br />
quando aveva telefonato a Meredith per controllare se<br />
avessero fatto progressi, non aveva mai smesso di<br />
pensare a lui, con desiderio, chiedendosi se l’avrebbe
ivisto quella notte. Questo le procurava pungenti<br />
scrupoli nei confronti di Stefan e Bonnie. Era così<br />
egoista da parte sua nascondere a Stefan il ritorno del<br />
fratello e pensare a se stessa mentre Bonnie era in<br />
pericolo. Quel circolo vizioso di felicità e senso di colpa<br />
era stancante, tuttavia non riusciva a contenere<br />
l’entusiasmo al pensiero che Damon fosse vivo.<br />
Una volta sola nella sua stanza, si passò la spazzola fra<br />
i morbidi capelli dorati e infilò la camicia da notte<br />
semplice e fresca che aveva indosso la notte prima.<br />
L’aria fuori era calda e umida, e dalla finestra sentiva il<br />
frinire dei grilli. Le stelle luccicavano e la mezzaluna<br />
fluttuava in alto nel cielo, sopra le cime degli alberi.<br />
Augurò la buonanotte a zia Judith e a Robert, e si mise<br />
a letto, sprimacciando i cuscini.<br />
Pensò che avrebbe potuto aspettare a lungo. A<br />
Damon piaceva scherzare e adorava le entrate in scena<br />
in grande stile, quindi era probabile che avrebbe<br />
aspettato finché non avesse pensato che si fosse<br />
addormentata, e poi si sarebbe introdotto di soppiatto<br />
nella sua stanza. Ma aveva appena spento la luce<br />
quando le parve che un pezzetto di tenebra si separasse
dalla notte, fuori dalla finestra. Sul pavimento s’intravide<br />
l’orma di una scarpa, e il materasso cigolò quando<br />
Damon si sedette ai piedi del letto.<br />
«Ciao, amore», disse dolcemente.<br />
«Ciao», rispose lei, sorridendo. Lui la guardava dalle<br />
ombre con i suoi lucenti occhi neri, e d’un tratto Elena si<br />
sentì elettrizzata e felice, nonostante tutto.<br />
«Che mi racconti?», chiese. «Ho notato un bel po’ di<br />
trambusto alla pensione. Qualcosa ha messo in ansia i<br />
tuoi piccoli amici?». Il suo tono era indifferente e<br />
sarcastico, ma lo sguardo era intenso, ed Elena sapeva<br />
che era preoccupato.<br />
«Se mi permettessi di dire a tutti che sei vivo, potresti<br />
stare con noi, e allora sapresti quello che sta<br />
succedendo direttamente dalla fonte», scherzò. Poi<br />
s’incupì. «Damon, ci serve il tuo aiuto. È successa una<br />
cosa terribile».<br />
Gli raccontò di Bonnie e di quello che avevano<br />
scoperto nel capanno per gli attrezzi degli Smallwood.<br />
Lo sguardo di Damon era ardente: «Uno spirito ha<br />
preso il piccolo pettirosso?»<br />
«Così dice la madre della signora Flowers», rispose
Elena. «Stefan ci ha raccontato di aver già sentito<br />
parlare di uno spirito della rabbia da qualche parte in<br />
Italia».<br />
Damon sbuffò. «Sì, me lo ricordo. Fu divertente<br />
all’epoca, ma non ha niente a che fare con quello che<br />
hai descritto. Cosa c’entra questa teoria di Stefan con<br />
la possessione di Bonnie? O con il fatto che quando<br />
qualcuno è in pericolo appare il suo nome?»<br />
«È anche la teoria della signora Flowers», rispose<br />
indignata Elena. «O di sua madre, credo. Ed è l’unica<br />
che abbia senso».<br />
Damon le carezzava il braccio con la mano leggera<br />
come una piuma, e questo la faceva sentire bene. Le<br />
venne la pelle d’oca e non riuscì a trattenere un brivido<br />
di piacere. Basta, pensò severa. Questa è una cosa<br />
seria. Mise il braccio fuori dalla sua portata.<br />
Quando parlò, Damon aveva un tono divertito e<br />
indolente. «Non posso biasimare la vecchia strega e il<br />
fantasma di sua madre», disse. «Gli umani di solito<br />
restano nella loro dimensione; persino il più dotato<br />
apprende solo una minima parte di ciò che succede. Ma<br />
se Stefan si comportasse come un vampiro che si
ispetti e non se ne andasse in giro cercando in<br />
continuazione di essere umano, avrebbe capito<br />
qualcosina in più. Non si è nemmeno degnato di<br />
viaggiare nella Dimensione Oscura, se non quando vi è<br />
stato trascinato con la forza per stare seduto in una<br />
gabbia o per salvare Bonnie. Magari se l’avesse fatto,<br />
avrebbe capito cosa sta succedendo e sarebbe in grado<br />
di proteggere un po’ meglio i suoi piccoli umani da<br />
compagnia».<br />
Elena si stizzì. «Umani da compagnia? Sarei anch’io<br />
una di questi umani da compagnia?».<br />
Damon ridacchiò, ed Elena capì che l’aveva detto<br />
apposta per farla arrabbiare. «Un’umana da<br />
compagnia? Tu, principessa? Giammai. Una tigre,<br />
magari. Qualcosa di selvaggio e pericoloso».<br />
Elena alzò gli occhi al cielo. Poi colse l’implicazione<br />
delle sue parole. «Un attimo, stai dicendo che non è<br />
uno spirito? E che tu sai cos’è in realtà? Viene dalla<br />
Dimensione Oscura?».<br />
Damon le si avvicinò di nuovo. «Ti piacerebbe sapere<br />
ciò che so io?», disse. La sua voce sembrava una<br />
carezza. «Ci sono tantissime cose che potrei dirti».
«Damon», disse decisa Elena. «Smettila di flirtare e<br />
concentrati. È importante. Se sai qualcosa, per favore,<br />
dimmelo. Altrimenti, smettila di prendermi in giro. È in<br />
gioco la vita di Bonnie. E siamo tutti in pericolo. Anche<br />
tu sei in pericolo, non dimenticartelo: è apparso il tuo<br />
nome e non possiamo sapere per certo se ciò che è<br />
successo sulla Luna Oscura fosse l’attacco diretto a<br />
te».<br />
«Non sono tanto preoccupato». Damon fece un gesto<br />
sprezzante con la mano. «Ci vuole ben altro che uno<br />
spirito per ferire me, principessa. Ma, sì, ne so un po’<br />
più di Stefan sull’argomento». Le rigirò la mano e le<br />
sfiorò il palmo con le dita fredde. «È uno spirito», disse.<br />
«Ma è diverso da quello che abbiamo visto in Italia,<br />
tanto tempo fa. Ricordi che Klaus era un Originario,<br />
uno dei primi vampiri? Non è stato generato come me,<br />
Stefan o Katherine; non è mai stato umano. Gli<br />
Originari come Klaus considerano i vampiri che prima<br />
erano esseri umani degli spregevoli mezzosangue. Era<br />
molto più forte di noi e molto più difficile da uccidere.<br />
Anche gli spiriti possono appartenere a specie diverse.<br />
Gli spiriti nati sulla Terra possono intensificare e
suscitare le emozioni da cui sono sorti. In ogni caso,<br />
non hanno una grande consapevolezza di se stessi, e<br />
non diventano mai molto forti. Sono solo parassiti. Se<br />
vengono separati dalle emozioni di cui si nutrono, si<br />
dissolvono molto in fretta».<br />
Elena aggrottò la fronte. «Ma tu pensi che questo sia<br />
uno spirito di una specie differente, più potente?<br />
Perché? Te l’ha detto Sage?».<br />
Damon le batté le dita sulla mano, mentre contava.<br />
«Uno: i nomi. Questo va oltre i poteri di uno spirito<br />
normale. Due: ha preso Bonnie. Uno spirito normale<br />
non ci sarebbe riuscito, e, anche se l’avesse fatto, non<br />
ci avrebbe ricavato nulla. Uno spirito Originario, invece,<br />
può rapire la sua anima e riportarla nella Dimensione<br />
Oscura. Può prosciugare la sua forza vitale e le sue<br />
emozioni per accrescere il proprio potere».<br />
«Un attimo», esclamò Elena, allarmata. «Bonnie è<br />
tornata nella Dimensione Oscura? Ma le può succedere<br />
di tutto! Potrebbero farla di nuovo schiava!». Calde<br />
lacrime le bruciarono gli angoli degli occhi quando<br />
pensò a come venivano trattati gli esseri umani nella<br />
Dimensione Oscura.
Damon le strinse la mano. «No, non preoccuparti. Si<br />
trova lì solo la sua anima. Lo spirito l’avrà rinchiusa in<br />
una cella, da qualche parte; vorrà tenerla al sicuro.<br />
Penso che la cosa peggiore che possa capitarle sia di<br />
annoiarsi». Aggrottò la fronte. «Le sta togliendo la forza<br />
vitale, comunque, e questo alla lunga la indebolir໫Tu<br />
pensi che annoiarsi sia la cosa peggiore che possa<br />
capitarle… oh, almeno finché non l’avrà prosciugata di<br />
tutta la sua forza vitale? Non mi pare che vada tanto<br />
bene, Damon. Dobbiamo aiutarla». Elena si fermò un<br />
attimo a riflettere. «Quindi gli spiriti vivono nella<br />
Dimensione Oscura?».<br />
Damon esitò. «Non da sempre. I <strong>fantasmi</strong> Originari<br />
furono relegati sulla Luna Oscura dalle Guardiane».<br />
«La luna dove sei morto».<br />
«Già», concordò caustico Damon. Poi le massaggiò il<br />
dorso della mano come per scusarsi in silenzio del suo<br />
tono di voce. «I <strong>fantasmi</strong> Originari sono tenuti in una<br />
specie di prigione nella Luna Oscura, e aspettano solo<br />
l’occasione di uscire. Come i geni della lampada. Se<br />
qualcosa rompe le mura della prigione, il loro obiettivo<br />
finale è raggiungere la Terra e nutrirsi delle emozioni
umane. Sage ha detto che, dopo la distruzione del<br />
Grande Albero, le cose sono cambiate, ed è<br />
comprensibile che uno spirito sia riuscito a fuggire<br />
approfittando del trambusto».<br />
«Ma perché percorrere tutta questa strada per<br />
arrivare sulla Terra?», chiese Elena. «Ci sono tutti quei<br />
demoni e vampiri nella Dimensione Oscura…».<br />
Nella penombra, vide che Damon sorrideva.<br />
«Immagino che le emozioni umane siano più saporite.<br />
Come il sangue, del resto. E gli umani che vivono nella<br />
Dimensione Oscura non bastano per una vera<br />
scorpacciata. Sulla Terra ci sono così tanti esseri umani<br />
che uno spirito Originario può continuare a ingozzarsi di<br />
emozioni all’infinito, diventando sempre più potente».<br />
«Quindi ci ha seguito dalla Luna Oscura?», chiese<br />
Elena.<br />
«Deve essersi fatto dare un passaggio da voi quando<br />
siete tornati sulla Terra. Di sicuro voleva allontanarsi il<br />
più possibile dalla sua prigione, quindi avrà trovato<br />
irresistibile un’apertura tra le Dimensioni».<br />
«Ed è evaso quando ho usato le Ali della Distruzione e<br />
ho fatto esplodere la Luna Oscura?».
Damon fece spallucce: «Sembra la spiegazione più<br />
plausibile».<br />
Elena si sentì morire. «Quindi la visione di Bonnie era<br />
corretta. L’ho portato io qui. È colpa mia».<br />
Lui le scostò con delicatezza i capelli e le baciò il<br />
collo. «Non pensarla in questo modo», disse. «Che<br />
avresti potuto fare per fermarlo? Non lo sapevi. E sono<br />
felice che tu abbia usato le Ali della Distruzione: mi<br />
hanno salvato, dopotutto. Ciò che conta, adesso, è<br />
combattere lo spirito. Dobbiamo rimandarlo indietro<br />
prima che diventi troppo forte. Se prende davvero<br />
piede, comincerà a influenzare sempre più persone.<br />
Tutto il mondo potrebbe essere in pericolo».<br />
Elena, quasi senza rendersene conto, piegò il collo di<br />
lato così che Damon potesse avere un’angolazione<br />
migliore, e lui le sfiorò una vena con le labbra prima che<br />
lei si rendesse conto di quello che stavano facendo e lo<br />
allontanasse di nuovo con una spinta. «Comunque non<br />
capisco. Perché dovrebbe dirci chi sarà il prossimo?»,<br />
disse. «Perché ci dà i nomi?»<br />
«Oh, non dipende da lui», disse Damon, e le baciò le<br />
spalle. «Anche lo spirito più potente deve seguire delle
egole. Dipende dall’incantesimo con cui le Guardiane<br />
hanno legato gli spiriti Originari, quando li hanno relegati<br />
sulla Luna Oscura. Una misura di sicurezza nel caso<br />
fossero riusciti a scappare. In questo modo, le loro<br />
prede sanno che stanno arrivando e questo dà loro<br />
l’opportunità di resistere».<br />
«Le Guardiane l’hanno imprigionato», disse Elena.<br />
«Pensi che ci aiuterebbero a riportarlo indietro?»<br />
«Non lo so», rispose brusco Damon. «Non chiederei<br />
a loro se potessi evitarlo, comunque. Io non mi fido, e<br />
tu?».<br />
Elena pensò alla fredda efficienza delle Guardiane, al<br />
modo in cui avevano liquidato la morte di Damon come<br />
irrilevante. O al modo in cui avevano provocato la<br />
morte dei suoi genitori. «No», disse, rabbrividendo.<br />
«Lasciamole fuori, se possibile».<br />
«Lo sconfiggeremo da soli, Elena», disse Damon, e le<br />
carezzò la guancia.<br />
«Smettila», disse Elena. «Ci dobbiamo concentrare».<br />
Damon per un attimo rinunciò ai tentativi di toccarla e<br />
si mise a riflettere. «Parlami dei tuoi piccoli amici. Ti<br />
sono sembrati nervosi? Hanno litigato? Si sono
comportati in modo insolito?»<br />
«Sì», rispose subito. «Nessuno si è comportato<br />
normalmente. Da quando siamo tornati c’è qualcosa di<br />
molto strano, anche se non saprei dire di preciso cosa».<br />
Damon annuì. «Giacché probabilmente è venuto con<br />
voi, è normale che vi abbia preso di mira insieme alle<br />
persone a voi collegate. Siete le sue prime vittime».<br />
«Ma come possiamo fermarlo?», chiese Elena. «Le<br />
storie che hai sentito sugli spiriti Originari cosa dicono a<br />
riguardo? C’è un modo per riacciuffarli una volta<br />
scappati dalla loro prigione?».<br />
Damon sospirò e abbassò un po’ le spalle. «Niente»,<br />
disse. «Non so altro. Devo tornare nella Dimensione<br />
Oscura e vedere se riesco a scoprire qualcosa, o se<br />
posso combattere lo spirito da lassù».<br />
Elena s’irrigidì. «È troppo pericoloso, Damon».<br />
Lui ridacchiò, un suono secco nel buio, ed Elena sentì<br />
che le passava le mani fra i capelli, lisciando le morbide<br />
ciocche e poi arrotolandole intorno alle dita, tirando<br />
dolcemente. «Non per me», disse. «La Dimensione<br />
Oscura è un posto fantastico se sei un vampiro».<br />
«Se non fosse che lì sei morto», gli ricordò Elena.
«Per favore, Damon. Non potrei sopportare di perderti<br />
un’altra volta».<br />
Damon fermò la mano fra i suoi capelli, poi cominciò a<br />
baciarla con dolcezza e sollevò l’altra mano per<br />
carezzarle la guancia. «Elena», disse, smettendo a<br />
malincuore di baciarla. «Non mi perderai».<br />
«Deve esserci un altro modo», insisté lei.<br />
«Be’, allora faremmo meglio a trovarlo, e presto»,<br />
rispose torvo, «altrimenti il mondo intero sarà in<br />
pericolo».<br />
Damon era saturo di Elena. Aveva il suo profumo<br />
dolce e corposo nelle narici, il battito del suo cuore<br />
nelle orecchie, la seta dei suoi capelli e il raso della sua<br />
pelle sotto le dita. Voleva baciarla, stringerla, affondare<br />
i denti nella sua carne e assaggiare l’inebriante nettare<br />
del suo sangue, che aveva un sapore unico e intenso.<br />
Ma lei lo costrinse ad andare, anche se lui sapeva che<br />
non era ciò che voleva davvero.<br />
Non disse che lo mandava via a causa di suo fratello,<br />
ma lui lo sapeva lo stesso. Era sempre colpa di Stefan.<br />
Appena si congedò da lei, con un movimento<br />
aggraziato si trasformò di nuovo in un grosso corvo
nero e volò dalla finestra della stanza a un vicino albero<br />
di mele cotogne. Una volta lì, ripiegò le ali e si spostò<br />
da una zampa all’altra, sistemandosi sul ramo per<br />
sorvegliarla. Riusciva a sentirla attraverso il vetro: era<br />
inquieta all’inizio, con i pensieri in subbuglio, ma presto<br />
le sue pulsazioni rallentarono, e lui capì che si era<br />
addormentata. Sarebbe rimasto lì di guardia.<br />
Non c’erano dubbi: doveva salvarla. Se Elena voleva<br />
il suo cavaliere senza macchia e senza paura, qualcuno<br />
che la proteggesse nobilmente, l’avrebbe avuto: era lì<br />
per quello. Perché lasciare tutta la gloria a quello<br />
smidollato di Stefan?<br />
Tuttavia non era sicuro su come procedere. Anche se<br />
Elena l’aveva implorato di non andarci, tornare nella<br />
Dimensione Oscura gli sembrava la mossa più logica<br />
per combattere lo spirito. Ma come avrebbe fatto ad<br />
arrivarci? Non c’erano scorciatoie. Non aveva tempo<br />
per raggiungere di nuovo uno dei portali, né era<br />
disposto a lasciare Elena da sola per il tempo<br />
necessario a viaggiare fin lì. Non poteva aspettarsi di<br />
trovare per caso un altro oggetto utile come una sfera<br />
stellata.
Inoltre, non gli conveniva tornare nella Dimensione<br />
Oscura, perché era un posto particolarmente pericoloso<br />
per lui in quel momento. Non pensava che le Guardiane<br />
sapessero che era tornato dalla morte e non riusciva a<br />
immaginare come avrebbero reagito alla notizia.<br />
Preferiva non doverlo scoprire. Le Guardiane non si<br />
curavano molto dei vampiri, e preferivano che le cose<br />
restassero al loro posto. Bastava vedere come avevano<br />
spogliato Elena dei suoi Poteri, quando si erano accorte<br />
di lei.<br />
Damon curvò le spalle e arruffò le piume, irritato.<br />
Doveva esserci un altro modo, sì.<br />
Sentì un leggerissimo fruscio provenire dal basso. Solo<br />
un vampiro, con il suo udito ipersensibile, avrebbe<br />
potuto avvertirlo: chiunque avesse prodotto quel suono<br />
si stava muovendo con estrema cautela. Ma Damon lo<br />
udì. Scattò sull’attenti e si guardò in girò con attenzione.<br />
Nessuno avrebbe preso la sua principessa.<br />
Oh. Damon si rilassò di nuovo e, stizzito, chiuse il<br />
becco di scatto. Stefan. L’ombrosa figura del suo<br />
fratellino era ai piedi dall’albero, con la testa all’indietro,<br />
e fissava con devozione la finestra oscurata di Elena.
Era ovvio che fosse lì pronto a difenderla da tutti gli<br />
orrori della notte.<br />
Di colpo Damon capì cosa fare: se voleva conoscere<br />
meglio lo spirito, doveva abbandonarsi a lui.<br />
Chiuse gli occhi, lasciandosi sommergere da tutti i<br />
sentimenti negativi che aveva nei confronti di Stefan.<br />
Pensò che suo fratello aveva sempre preso ciò che lui<br />
voleva, rubandolo, se necessario.<br />
Dannato Stefan, pensò con amarezza. Se suo fratello<br />
non fosse arrivato in città per primo, avrebbe avuto<br />
l’opportunità di conquistare Elena, sarebbe stato lui a<br />
ricevere la completa devozione che le scorgeva negli<br />
occhi ogni volta che guardava Stefan.<br />
Invece lui era solo una seconda scelta. Non era<br />
bastato neppure a Katherine: anche lei aveva preferito<br />
suo fratello. Elena, una tigre rispetto alla gattina che era<br />
stata Katherine, sarebbe stata una compagna perfetta<br />
per lui. Bella, forte, scaltra, capace di grande amore.<br />
Insieme sarebbero stati i signori della notte.<br />
Ma lei si era innamorata di quello smidollato codardo<br />
di suo fratello. Gli artigli di Damon si serrarono sul<br />
ramo.
È triste, non trovi?, suggerì una voce tranquilla<br />
accanto a lui. Anche se continui a sforzarti, non sei<br />
mai abbastanza per le donne che ami.<br />
Gelide spire di bruma gli toccarono le ali. Damon si<br />
raddrizzò e si guardò attorno. Una nebbia oscura si<br />
stava raccogliendo intorno all’albero, serpeggiando<br />
proprio intorno al suo ramo. Stefan se ne stava ignaro ai<br />
piedi dell’albero. La nebbia era venuta solo per lui.<br />
Sorridendo fra sé, Damon sentì che lo avviluppava,<br />
poi calò l’oscurità.
6<br />
Il giorno successivo faceva di nuovo molto caldo.<br />
L’aria era così umida e pesante che camminando per<br />
strada si aveva la sgradevole sensazione di essere<br />
schiaffeggiati con un asciugamano intriso di acqua calda.<br />
Persino in macchina con l’aria condizionata accesa,<br />
Elena sentiva i capelli incresparsi per l’umidità.<br />
Stefan si era presentato a casa sua subito dopo<br />
colazione, stavolta con una lista di erbe e attrezzature<br />
magiche che la signora Flowers gli aveva chiesto di<br />
prendere in città per i suoi nuovi incantesimi di<br />
protezione.<br />
Mentre lui guidava, Elena guardava scorrere dal<br />
finestrino le case imbiancate e i prati verdi e ben curati<br />
dei quartieri residenziali, che man mano lasciavano il<br />
posto agli edifici di mattoni e alle vetrine eleganti delle<br />
vie commerciali del centro.
Stefan parcheggiò sulla strada principale, davanti al<br />
delizioso caffè in cui si erano fermati a sorseggiare un<br />
cappuccino l’autunno precedente, subito dopo che lei<br />
aveva saputo della sua vera natura. Mentre sedevano a<br />
uno di quei tavolini, Stefan le aveva spiegato come<br />
preparare un cappuccino italiano tradizionale, e questo<br />
gli aveva fatto tornare in mente i sontuosi banchetti della<br />
sua giovinezza, durante il Rinascimento: zuppe<br />
aromatiche cosparse di chicchi di melograno;<br />
sostanziosi arrosti innaffiati di acqua di rose; pasticcini<br />
con fiori di sambuco e di castagno. Una sfilza di piatti<br />
dolci, elaborati, fortemente speziati, che un italiano<br />
moderno non avrebbe nemmeno riconosciuto come<br />
parte della sua cucina nazionale.<br />
Elena aveva riflettuto su quanto fosse cambiato il<br />
mondo dall’ultima volta che Stefan aveva mangiato del<br />
cibo umano, provando soggezione. Lui aveva<br />
accennato di sfuggita che le forchette erano appena<br />
diventate di moda quando era ragazzo e che suo padre<br />
le aveva definite con spregio “un’usanza frivola e<br />
passeggera”. Prima che Katherine introducesse a casa<br />
loro la sua sensibilità femminile e l’attenzione alle mode,
mangiavano solo con cucchiai e coltelli affilati. «Con<br />
educazione, però», aveva detto, sorridendo per<br />
l’espressione che le si era disegnata in faccia.<br />
«Avevamo tutti ottime maniere a tavola. A malapena te<br />
ne saresti accorta».<br />
All’epoca Elena pensava che le sue differenze rispetto<br />
ai ragazzi che conosceva – e la portata di tutti gli eventi<br />
storici di cui era stato testimone – fossero una cosa<br />
molto romantica.<br />
Adesso… Be’, non sapeva cosa pensare.<br />
«Credo sia questo», disse Stefan, prendendole la<br />
mano e riportandola al presente. «La signora Flowers<br />
ha parlato di un negozio new age aperto da poco che<br />
dovrebbe avere la maggior parte delle cose che le<br />
servono».<br />
Il negozio si chiamava L’anima e lo spirito, ed era<br />
piccolo ma vivace, ingombro di cristalli e figurine di<br />
unicorni, tarocchi e acchiappasogni. Tutto era dipinto in<br />
toni porpora e argentati, e arazzi di seta fluttuavano<br />
nella corrente d’aria prodotta dal condizionatore sul<br />
davanzale. Tuttavia il condizionatore non era<br />
abbastanza potente da incidere sull’afa intensa di quella
giornata, e la donna minuta e gracile come un uccellino<br />
che emerse dal retro del negozio, con i lunghi capelli<br />
ricci e le collane tintinnati, appariva stanca e sudata.<br />
«Come posso aiutarvi?», disse con una voce bassa e<br />
musicale. Elena sospettò che parlasse così per intonarsi<br />
all’atmosfera del negozio.<br />
Stefan tirò fuori il pezzo di carta coperto dall’intricata<br />
grafia della signora Flowers e lo scrutò con gli occhi<br />
socchiusi. Nonostante la sua vista da vampiro, decifrare<br />
la scrittura dell’anziana signora poteva essere una sfida.<br />
Oh, Stefan. Era sincero, dolce e nobile. Il suo animo<br />
di poeta risplendeva nei meravigliosi occhi verdi. Non<br />
poteva pentirsi di amarlo. Ma talvolta, in segreto,<br />
desiderava averlo incontrato in una situazione diversa,<br />
meno complicata, sperava che in qualche modo anche<br />
un normale ragazzo di diciotto anni potesse avere la<br />
stessa sensibilità e intelligenza, la stessa capacità di<br />
amare e passione, la stessa raffinatezza e gentilezza; e<br />
avrebbe voluto che lui fosse il ragazzo che aveva finto di<br />
essere la prima volta che l’aveva incontrato: misterioso,<br />
esotico, ma umano.<br />
«Ha qualche oggetto di ematite?», stava chiedendo
Stefan. «Gioielli o magari qualche soprammobile? E<br />
incenso…». Fissò il foglio aggrottando la fronte.<br />
«Incenso all’altea? Le suona corretto?»<br />
«Certo!», rispose con entusiasmo la negoziante.<br />
«L’altea è ottima per la protezione e la sicurezza. E ha<br />
un buon profumo. I diversi tipi d’incenso sono di qua».<br />
Stefan la seguì all’interno del negozio, mentre Elena<br />
indugiava vicino alla porta. Si sentiva esausta, anche se<br />
la giornata era appena iniziata.<br />
Accanto alla vetrina c’era una rastrelliera per i vestiti<br />
con cui giocherellò distrattamente, spostando le grucce<br />
avanti e indietro. Prese una sottile casacca rosa ornata<br />
di specchietti, un po’ da hippy, ma carina. A Bonnie<br />
potrebbe piacere, pensò automaticamente, poi<br />
sussultò.<br />
Dalla vetrina aveva intravisto un volto conosciuto. Si<br />
girò, dimenticando di avere in mano la casacca.<br />
Cercò di ricordare il nome del ragazzo. Tom Parker,<br />
ecco come si chiamava. Era uscita con lui un paio di<br />
volte al liceo, prima di mettersi con Matt. Sembrava<br />
fosse passato molto più di un anno e mezzo. Tom era<br />
abbastanza attraente e simpatico, e uscire con lui era
stato molto piacevole, ma tra loro non era scoccata la<br />
scintilla così, come le aveva suggerito Meredith, aveva<br />
praticato con lui “un po’ di pesca sportiva”, per poi<br />
lasciarlo “libero di nuotare nel mare dell’amore”.<br />
Tom si era preso una bella cotta per lei, purtroppo.<br />
L’aveva lasciato libero, ma lui aveva continuato ad<br />
andarle dietro, guardandola con occhi da cucciolo e<br />
implorandola di riprenderlo con sé.<br />
Se le cose fossero andate diversamente, se avesse<br />
provato qualcosa per Tom, la sua vita sarebbe stata più<br />
semplice?<br />
Lo osservò. Passeggiava sorridente, mano nella mano<br />
con Marissa Peterson, la ragazza che aveva cominciato<br />
a frequentare verso la fine dell’anno passato. Tom era<br />
alto, così per sentire quello che diceva Marissa doveva<br />
chinare la testa ispida e scura. Si scambiarono un<br />
sorriso, poi lui alzò la mano libera per tirarle i lunghi<br />
capelli, piano, solo per scherzo. Sembravano felici<br />
insieme.<br />
Be’, buon per loro. Facile essere felici quando si era<br />
innamorati e senza problemi, quando nella vita non<br />
c’era niente di più complicato di un’estate passata con
gli amici prima di andare al college. Facile essere felici<br />
quando non si aveva neanche memoria del caos in cui<br />
era piombata la città prima che lei li salvasse. Non le<br />
erano nemmeno grati. Erano troppo fortunati: non<br />
sapevano nulla delle tenebre che stavano in agguato ai<br />
confini delle loro vite tranquille e benedette dal sole.<br />
Le si strinse lo stomaco. Vampiri, demoni, spiriti, un<br />
amore sventurato. Perché proprio a lei doveva<br />
capitare tutto questo?<br />
Rimase un attimo in ascolto. Stefan stava ancora<br />
consultando la negoziante. Sentì la sua ansiosa<br />
domanda: «Ma i ramoscelli di sorbo rosso avranno lo<br />
stesso effetto?», e il rassicurante mormorio di risposta<br />
della donna. Ne avrebbe avuto ancora per un bel po’.<br />
Era circa a un terzo della lista che gli aveva dato la<br />
signora Flowers.<br />
Elena rimise la casacca a posto sulla rastrelliera e uscì.<br />
Attenta a non farsi vedere dalla coppia che<br />
camminava dall’altra parte della strada, li seguì a<br />
distanza, studiando a lungo Marissa. Era scheletrica,<br />
aveva le lentiggini e il naso era un bulbo informe.<br />
Supponeva che non fosse tanto male, con quei lunghi
capelli scuri e lisci e la bocca carnosa, ma non era<br />
particolarmente attraente. Non era un granché<br />
nemmeno la sua carriera scolastica. Forse era stata<br />
nella squadra di pallavolo. Nell’annuario scolastico.<br />
Voti discreti, ma non eccellenti. Aveva amici, ma non<br />
era popolare. Magari era uscita con qualcuno, ma non<br />
era una ragazza che attirava gli sguardi dei maschi. Un<br />
lavoretto part-time in un negozio, forse in una libreria.<br />
Era ordinaria. Niente di speciale.<br />
Quindi perché una ragazza così banale e ordinaria<br />
aveva una vita priva di complicazioni e alla luce del sole,<br />
mentre lei per cercare di ottenere il rapporto che<br />
Marissa sembrava avere con Tom aveva dovuto<br />
passare letteralmente l’inferno e ancora non ci era<br />
riuscita?<br />
Un freddo alito di vento le sfiorò la pelle, facendola<br />
rabbrividire nonostante la calura estiva. Alzò lo<br />
sguardo.<br />
Intorno a lei si stavano raccogliendo oscure e gelide<br />
spire di nebbia, mentre sul resto della strada continuava<br />
a splendere il sole. Il suo cuore cominciò a battere forte<br />
prima che il cervello capisse cosa stava succedendo.
Corri!, urlò una vocina dentro di lei, ma era troppo<br />
tardi. D’un tratto sentì le gambe pesanti come il<br />
piombo.<br />
Alle sue spalle parlò una voce fredda e secca:<br />
somigliava al sussurro spettrale che negli ultimi giorni<br />
aveva sentito spesso nella propria testa, la stessa voce<br />
che le aveva rivelato scomode verità di cui non voleva<br />
sapere nulla. Come mai, le chiese, riesci ad amare<br />
solo i mostri?<br />
Elena non osò voltarsi.<br />
Oppure la verità è che solo i mostri possono<br />
amarti davvero, Elena?, continuò la voce, assumendo<br />
un tono dolce e trionfante. Tutti quei ragazzi al liceo ti<br />
volevano solo come trofeo. Vedevano i tuoi capelli<br />
dorati, i tuoi occhi blu e i tuoi lineamenti perfetti e<br />
pensavano solo all’ammirazione e all’invidia che<br />
avrebbero suscitato camminando con te al braccio.<br />
Facendosi coraggio, la ragazza si voltò lentamente.<br />
Non c’era nessuno, ma la nebbia s’infittiva. Una donna<br />
che spingeva un passeggino le passò accanto e le<br />
rivolse uno sguardo placido. Non vedeva che stava per<br />
essere inghiottita dalla sua personale nuvola di nebbia?
Elena aprì la bocca per gridare, ma le parole le<br />
rimasero in gola.<br />
La nebbia era più fredda e pareva un corpo solido che<br />
la tratteneva. Con un grande sforzo di volontà, si<br />
costrinse ad andare avanti, ma riuscì a trascinarsi<br />
vacillando solo fino alla panchina di un negozio vicino.<br />
La voce parlò di nuovo, sussurrandole compiaciuta<br />
nell’orecchio. Quei ragazzi non ti vedono mai per<br />
quello che sei. Ragazze come Marissa, come<br />
Meredith, possono trovare l’amore ed essere felici.<br />
Solo i mostri si danno la pena di cercare la vera<br />
Elena. Povera, povera Elena, non sarai mai<br />
normale, non è vero? Non sarai mai come le altre<br />
ragazze. Scoppiò in una risata sommessa, perversa.La<br />
nebbia, sempre più fitta, le si stringeva intorno. Non<br />
riusciva più a vedere la strada, non riusciva a vedere<br />
nulla al di là delle tenebre. Tentò di alzarsi e fare<br />
qualche passo, cercando di scrollarsi quella bruma di<br />
dosso. Ma non riusciva a muoversi. La foschia, simile a<br />
una pesante coperta, la immobilizzava, ma lei non<br />
poteva toccarla né combatterla.<br />
Si fece prendere dal panico e tentò ancora una volta
di alzarsi in piedi, socchiudendo le labbra per chiamare:<br />
Stefan! Ma la nebbia, turbinando, le entrò in bocca e la<br />
soffocò, penetrando in ogni poro della sua pelle.<br />
Incapace di reagire o di gridare aiuto, Elena svenne.<br />
Faceva ancora un freddo cane.<br />
«Almeno stavolta ho dei vestiti addosso», borbottò<br />
Damon, prendendo a calci un pezzo di legno<br />
carbonizzato mentre arrancava sulla superficie arida e<br />
deserta della Luna Oscura.<br />
Doveva ammettere che cominciava ad abituarsi al<br />
posto. Gli sembrava di vagare in quel paesaggio<br />
desolato da giorni, anche se l’immutabile oscurità gli<br />
impediva di sapere per certo quanto tempo fosse<br />
passato.<br />
Quando si era svegliato, aveva creduto di trovare<br />
accanto a sé il piccolo pettirosso, entusiasta della sua<br />
compagnia e protezione. Invece era da solo, sdraiato<br />
per terra. Non c’erano né spiriti né ragazze<br />
riconoscenti.<br />
Aggrottò la fronte e affondò con cautela il piede in un<br />
mucchietto di cenere, che pareva abbastanza ampio da<br />
nascondere un corpo, ma non fu sorpreso di trovare
solo fango, che imbrattò ancora di più i suoi non più<br />
lustri stivali neri. Da quando era arrivato lì e aveva<br />
cominciato a cercare Bonnie, si era aspettato di<br />
inciampare da un momento all’altro sul suo corpo privo<br />
di sensi. Aveva un’immagine molto chiara di come<br />
l’avrebbe trovata: pallida e silenziosa nel buio, con i<br />
lunghi riccioli rossi incrostati di cenere. Ma ora<br />
cominciava a credere che, ovunque lo spirito l’avesse<br />
portata, la ragazza non fosse lì.<br />
Era tornato lì per fare l’eroe. Avrebbe sconfitto lo<br />
spirito, salvato Bonnie e, infine, conquistato l’amore di<br />
Elena. Che idiota, pensò, arricciando le labbra in una<br />
smorfia di disprezzo per la propria stupidità.<br />
Lo spirito non l’aveva portato nello stesso posto in cui<br />
teneva Bonnie. Solo su quella luna, seduto su un cumulo<br />
di cenere, si sentì stranamente reietto. Nemmeno lo<br />
spirito lo voleva?<br />
Lo travolse un forte vento, che si era levato<br />
all’improvviso, e lo fece retrocedere di qualche passo,<br />
vacillando, prima di riacquistare l’equilibrio. Il vento<br />
portò con sé un suono: era forse un lamento? Damon<br />
cambiò direzione, curvando le spalle e avviandosi verso
il punto da cui credeva fosse venuto il lamento.<br />
Poi lo sentì di nuovo: un triste, singhiozzante gemito<br />
che echeggiava alle sue spalle.<br />
Si girò, ma i suoi passi erano brevi e meno sicuri del<br />
solito. E se si fosse sbagliato e la piccola strega fosse<br />
stata ferita, sola e sperduta su quella luna abbandonata<br />
da Dio?<br />
Aveva una fame tremenda. Premette la lingua sui<br />
canini doloranti, sentendoli diventare affilati come<br />
coltelli. La bocca era molto secca; immaginò un flusso<br />
di sangue dolce e corposo, la vita stessa che gli pulsava<br />
sulle labbra. Sentì di nuovo la voce, da sinistra stavolta,<br />
e deviò ancora per seguirla. Il vento gli soffiava sul viso,<br />
freddo e umido di bruma.<br />
Era tutta colpa di Elena.<br />
Lui era un mostro. Tutti si aspettavano che si<br />
comportasse come tale, che succhiasse il sangue senza<br />
battere ciglio, che uccidesse senza un ripensamento e<br />
senza un rimorso. Elena aveva cambiato tutto.<br />
Conquistato da lei, aveva desiderato proteggerla. Poi<br />
aveva cominciato a badare anche ai suoi amici e alla<br />
fine aveva persino salvato la sua piccola città
provinciale, quando qualsiasi vampiro degno di quel<br />
nome avrebbe da tempo tagliato la corda all’arrivo dei<br />
kitsune, o avrebbe goduto della devastazione con il<br />
sangue caldo sulle labbra.<br />
Aveva fatto tutto questo per lei, era persino cambiato,<br />
ma lei ancora non lo amava.<br />
Non abbastanza, comunque. La notte prima, mentre le<br />
baciava la gola e le carezzava i capelli, a chi stava<br />
pensando? A quello smidollato di Stefan.<br />
C’è sempre di mezzo lui, non è vero?, disse una<br />
voce limpida e fredda alle sue spalle. Damon si raggelò<br />
e gli venne la pelle d’oca.<br />
Qualunque cosa tu cerchi di sottrargli, continuò la<br />
voce, stai solo lottando per pareggiare i conti,<br />
perché la verità è che lui ha tutto, e tu non hai niente<br />
di niente. Vuoi solo mettere le cose a posto.<br />
Damon rabbrividì, ma non si girò. Nessuno l’aveva<br />
mai capito. Lui voleva solo mettere le cose a posto.<br />
Tuo padre voleva bene a lui molto più che a te.<br />
L’hai sempre saputo, continuò la voce. Tu eri il<br />
primogenito, eri l’erede, ma era Stefan il prediletto<br />
di tuo padre. Eri sempre due passi dietro di lui
anche con le ragazze. Katherine era già la sua<br />
amante prima che tu la incontrassi; poi la stessa,<br />
triste storia si è ripetuta con Elena. Dicono di<br />
amarti, le ragazze, ma non sei mai l’unico e solo e<br />
più grande amore, neppure quando dai loro il tuo<br />
cuore, senza riserve.<br />
Damon rabbrividì di nuovo. Sentì una lacrima<br />
scorrergli sulla guancia e l’asciugò con un gesto<br />
rabbioso.<br />
E tu sai perché, non è vero, Damon? La creatura<br />
continuava a parlare in tono carezzevole. Stefan!<br />
Stefan ha sempre preso tutto ciò che desideravi.<br />
Prendeva le cose che volevi ancor prima che avessi<br />
il tempo di vederle, e non lasciava niente per te.<br />
Elena non ti ama. Non ti ha mai amato né mai ti<br />
amerà.<br />
A quelle parole, Damon sentì qualcosa infrangersi<br />
dentro e tornò in sé di colpo. Come osava lo spirito<br />
fargli mettere in discussione l’amore di Elena? Era<br />
l’unica certezza che aveva.<br />
Una fredda brezza gli agitò i vestiti. Non riusciva più a<br />
udire il lamento. Poi calò il silenzio.
«So cosa stai facendo», ringhiò Damon. «Credi di<br />
potermi imbrogliare? Pensi davvero di potermi mettere<br />
contro Elena?».<br />
Alle sue spalle risuonò un passo che affondava nel<br />
fango soffice e acquoso. Oh, piccolo vampiro, disse la<br />
voce in tono canzonatorio.<br />
«Oh, piccolo spirito», ribatté Damon, con lo stesso<br />
tono. «Non hai idea dell’errore che hai appena fatto».<br />
Tese i muscoli, preparandosi al balzo, e si voltò di<br />
colpo, con i canini allungati al massimo. Ma prima che<br />
potesse saltare, mani robuste e gelide lo afferrarono per<br />
la gola e lo sollevarono in aria.<br />
«Se posso darti un consiglio, seppellisci dei pezzi di<br />
ferro intorno all’oggetto che cerchi di proteggere»,<br />
suggerì la proprietaria del negozio. «I ferri di cavallo<br />
sono un classico, ma va bene qualsiasi oggetto di ferro,<br />
specialmente se tondeggiante e ricurvo». Aveva<br />
attraversato vari stadi d’incredulità mentre Stefan<br />
cercava di comprare ogni singolo oggetto, erba e<br />
talismano protettivo presente nel negozio, ed era<br />
diventata servizievole in modo maniacale.<br />
«Penso di aver preso tutto ciò che mi serve per il
momento», disse Stefan educatamente. «Grazie tante<br />
per l’aiuto».<br />
Le fossette sul viso della donna splendevano mentre<br />
batteva i suoi acquisti sull’antiquato registratore di cassa<br />
in metallo cromato, e lui sorrise di rimando. Pensava di<br />
essere riuscito a decifrare correttamente tutte le voci<br />
della lista della signora Flowers ed era piuttosto fiero di<br />
sé.<br />
Qualcuno aprì la porta e una fredda brezza entrò nel<br />
negozio sibilando e facendo tremare gli arazzi e i vari<br />
articoli magici.<br />
«Senti che freddo?», chiese la donna. «Penso che stia<br />
arrivando un temporale». I suoi capelli svolazzarono al<br />
vento.<br />
Stefan, che stava per rispondere con una battuta<br />
garbata, la fissò atterrito. I lunghi riccioli della donna<br />
restarono un attimo sospesi per aria e, avvitandosi,<br />
formarono con agghiacciante chiarezza le lettere di un<br />
nome:<br />
matt<br />
Ma se lo spirito aveva trovato un nuovo bersaglio,
significava che Elena…<br />
Stefan si girò di scatto e scrutò con ansia l’ingresso<br />
del negozio. Elena non c’era.<br />
«Va tutto bene?», chiese la negoziante mentre Stefan<br />
si guardava freneticamente attorno. Lui la ignorò e<br />
corse verso l’uscita, cercando in ogni angolo e tra le file<br />
di vestiti.<br />
Infine irradiò il suo Potere, alla ricerca di una qualsiasi<br />
traccia della presenza di Elena. Niente. Non era nel<br />
negozio. Come aveva fatto a non accorgersi che era<br />
uscita?<br />
Si premette i pugni sugli occhi finché non gli esplosero<br />
delle stelline sotto le palpebre. Era colpa sua. Non si<br />
era nutrito di sangue umano e i suoi poteri si erano<br />
gravemente indeboliti. Come aveva potuto ridursi in<br />
quello stato di spossatezza? Se fosse stato nel pieno<br />
delle forze, avrebbe capito subito che Elena se n’era<br />
andata. Era autoindulgenza cedere alla propria<br />
coscienza quando aveva delle persone da proteggere.<br />
«Va tutto bene?», chiese di nuovo la donna. L’aveva<br />
seguito fra gli scaffali, reggendo il suo sacchetto degli<br />
acquisti, e lo fissava con uno sguardo preoccupato.
Stefan prese il sacchetto. «La ragazza che era con<br />
me», disse in tono pressante. «Ha visto dov’è andata?»<br />
«Oh», rispose la donna, aggrottando la fronte. «È<br />
uscita quando siamo andati di là, nel reparto incensi».<br />
Era passato tutto quel tempo. Persino la negoziante<br />
si era accorta che Elena era uscita.<br />
Stefan la ringraziò con un cenno del capo e si<br />
precipitò fuori nell’abbagliante luce del giorno. In preda<br />
all’ansia, guardò su e giù per il corso principale.<br />
Sentì un’ondata di sollievo quando la scorse seduta su<br />
una panchina davanti alla drogheria a poche porte di<br />
distanza. Poi notò la sua postura accasciata, con gli<br />
splendidi capelli biondi che pendevano sulle spalle inerti.<br />
Fu al suo fianco in un lampo: grazie al cielo il respiro<br />
era debole ma regolare e il polso era forte. Ma era<br />
priva di sensi.<br />
«Elena», disse, carezzandole dolcemente una guancia.<br />
«Elena, svegliati. Torna da me». Non si mosse. Allora le<br />
scosse il braccio un po’ più forte. «Elena!». Il suo<br />
corpo cadde di peso sulla panchina, ma continuò a<br />
respirare e il battito del cuore rimase stabile.<br />
Come Bonnie. Lo spirito aveva preso anche Elena.
Stefan sentì qualcosa dentro spaccarsi in due. Non era<br />
riuscito a proteggerla, non era riuscito a proteggere né<br />
lei né Bonnie.<br />
Con delicatezza fece scivolare una mano sotto il corpo<br />
di Elena, l’altra la mise a coppa sotto la testa, con fare<br />
protettivo, e la prese in braccio. La strinse con<br />
delicatezza e, canalizzando il poco Potere che gli era<br />
rimasto, cominciò a correre.<br />
Meredith controllò l’orologio forse per la centesima<br />
volta, chiedendosi perché Stefan ed Elena non fossero<br />
ancora tornati.<br />
«Non riesco proprio a capire questa parola», si<br />
lamentava Matt. «Incredibile, pensavo che la mia grafia<br />
fosse pessima. Sembra che Caleb qui abbia scritto con<br />
gli occhi chiusi». Per la frustrazione aveva continuato a<br />
passarsi le mani fra i capelli, così ora gli stavano dritti<br />
sul capo e disordinati come spighe mosse dal vento, e<br />
aveva le borse sotto gli occhi.<br />
Meredith bevve un sorso di caffè e gli tese la mano.<br />
Matt le passò il taccuino che stava esaminando.<br />
Avevano scoperto che lei riusciva a capire meglio la<br />
grafia minuta e angolosa di Caleb. «Questa è una o,
credo», disse. «Deosil è una parola?»<br />
«Sì», disse Alaric, raddrizzandosi un po’ sulla sedia.<br />
«Significa in senso orario. Rappresenta il trasferimento<br />
dell’energia spirituale nelle forme materiali. Forse lì c’è<br />
qualcosa. Posso vedere?».<br />
Meredith gli porse il taccuino. Aveva gli occhi<br />
arrossati e i muscoli irrigiditi per essere stata seduta<br />
tutto il giorno a esaminare i taccuini di Caleb, i ritagli e<br />
le foto. Roteò le spalle e si sgranchì.<br />
«No», disse Alaric dopo aver letto per un paio di<br />
minuti. «Non va bene. Descrive il procedimento per<br />
creare un cerchio magico».<br />
Meredith stava per parlare quando Stefan apparve nel<br />
vano della porta, pallido e con gli occhi spiritati. Elena<br />
giaceva svenuta fra le sue braccia. Meredith mollò la<br />
tazza di caffè. «Stefan!», gridò, fissandoli sconvolta.<br />
«Che è successo?»<br />
«Lo spirito l’ha intrappolata», disse Stefan, con un<br />
tono rotto dall’emozione. «Non so come».<br />
A Meredith sembrò di cadere nel vuoto. «Oh no, oh<br />
no», si sentì dire con una voce sottile e scioccata. «Non<br />
può aver preso anche Elena».
Matt si alzò, con uno sguardo torvo. «Perché non l’hai<br />
fermato?», disse con fare accusatorio.<br />
«Non c’è tempo per litigare», rispose con freddezza<br />
Stefan, e procedette deciso verso le scale, scansandoli<br />
e stringendosi Elena al petto, protettivo.<br />
Come per un tacito accordo, Matt, Meredith e Alaric<br />
lo seguirono di sopra, nella stanza in cui Bonnie giaceva<br />
addormentata.<br />
La signora Flowers sferruzzava al suo capezzale e aprì<br />
la bocca in un’espressione di smarrimento quando vide<br />
Elena. Stefan posò la ragazza sull’altro lato del letto a<br />
due piazze, accanto al corpo minuto e pallido di Bonnie.<br />
«Scusa», disse lentamente Matt. «Non avrei dovuto<br />
prendermela con te. Ma… Che cosa è successo?».<br />
Stefan si limitò a scrollare le spalle con aria afflitta.<br />
Meredith si sentì stringere il cuore alla vista delle sue<br />
due migliori amiche adagiate sul letto come bambole di<br />
pezza. Erano così immobili. Anche mentre dormiva,<br />
Elena era sempre stata più irrequieta, più espressiva di<br />
così. Da quando erano piccole avevano dormito<br />
insieme forse un migliaio di volte, e Meredith aveva<br />
sempre visto Elena sorridere nel sonno, stringersi
addosso le lenzuola o strofinare il viso sui cuscini. Ora i<br />
suoi capelli dorati e la sua carnagione rosea apparivano<br />
spenti e sbiaditi, e la luce che ardeva dentro di lei si era<br />
raffreddata.<br />
E Bonnie, Bonnie che era sempre così vivace e piena<br />
di vita, e che a stento era rimasta ferma un secondo o<br />
due in tutta la sua vita. Ora era immobile, paralizzata,<br />
quasi incolore tranne che per i puntini delle lentiggini<br />
contro il pallore delle guance e la ricca massa dei capelli<br />
rossi sul cuscino. Non fosse stato per il lieve movimento<br />
dei loro petti, che si alzavano e si abbassavano al ritmo<br />
del respiro, sarebbero sembrate dei manichini.<br />
«Non lo so», ripeté Stefan, più teso e spaventato di<br />
prima. Poi alzò lo sguardo per incontrare gli occhi di<br />
Meredith. «Non so cosa fare».<br />
Meredith si schiarì la gola. «Abbiamo chiamato in<br />
ospedale per controllare Caleb mentre eravate via»,<br />
disse misurando le parole, consapevole dell’effetto che<br />
avrebbero avuto. «È stato dimesso».<br />
Negli occhi di Stefan balenò un lampo omicida.<br />
«Penso che dovremmo fargli una visita», disse con voce<br />
tagliente come un coltello.
Elena era sospesa nel buio. Ma non era preoccupata.<br />
Le sembrava di galleggiare lentamente nell’acqua calda,<br />
sospinta con delicatezza dalla corrente, e una parte di<br />
lei si chiese, con distacco e senza paura, se era<br />
possibile che non fosse mai uscita dal bacino della<br />
cascata di Hot Springs. Per tutto quel tempo era forse<br />
andata alla deriva, passando di sogno in sogno?<br />
Poi, tutt’a un tratto, prese velocità, lanciata verso<br />
l’alto come un razzo, aprì gli occhi nell’abbagliante luce<br />
del sole e trasse un respiro lungo ed esitante.<br />
Dal viso pallido che la sovrastava, due occhi castani<br />
scrutavano nei suoi con un’espressione preoccupata e<br />
commossa.<br />
«Bonnie?», esclamò Elena.<br />
«Elena! Grazie al cielo», strillò Bonnie, afferrandola<br />
per le braccia come una lottatrice. «Sono qui tutta sola<br />
da giorni e giorni, o almeno credo che siano passati<br />
giorni e giorni perché qui la luce non cambia mai, quindi<br />
non posso regolarmi con il sole. E non c’è niente da<br />
fare. Non riesco a capire come uscire e non c’è da<br />
mangiare, anche se stranamente non ho fame, quindi<br />
immagino che non sia importante. Ho cercato di
dormire per far passare il tempo, ma non sono<br />
nemmeno stanca. E all’improvviso sei arrivata tu ed ero<br />
così felice di vederti, ma tu non ti svegliavi e mi stavo<br />
preoccupando da morire. Che sta succedendo?»<br />
«Non lo so», disse Elena, intontita. «L’ultima cosa che<br />
ricordo è che stavo su una panchina. Credo di essere<br />
stata presa da una specie di nebbia mistica».<br />
«Anch’io!», esclamò Bonnie. «Mi riferisco alla nebbia,<br />
non alla panchina. Ero nella mia stanza alla pensione e<br />
quella strana nebbia mi ha intrappolata». Rabbrividì in<br />
modo teatrale. «Non riuscivo a muovere un muscolo. E<br />
faceva molto freddo». Di colpo spalancò gli occhi con<br />
espressione colpevole. «Stavo facendo un incantesimo<br />
quando è successo, e qualcuno è arrivato alle mie spalle<br />
e ha cominciato a dire delle cose. Delle brutte cose».<br />
Elena rabbrividì. «Anch’io ho sentito una voce».<br />
«Secondo te ho… liberato qualcosa quando ho fatto<br />
l’incantesimo? Continuo a preoccuparmi di aver liberato<br />
qualcosa senza volerlo». Il viso di Bonnie era pallido.<br />
«Non è stata colpa tua», la rassicurò Elena.<br />
«Pensiamo che l’essere che sta provocando gli incidenti<br />
sia uno spirito. Ha rubato la tua anima per sfruttarne il
potere. E ora temo che abbia preso anche la mia».<br />
Raccontò brevemente a Bonnie dello spirito, poi si<br />
sollevò sui gomiti e si guardò attorno per la prima volta.<br />
«Non riesco a credere che siamo di nuovo qui».<br />
«Dove?», chiese con ansia Bonnie. «Dove siamo?».<br />
Era mezzogiorno e la volta assolata e azzurra del cielo<br />
si estendeva luminosa su di loro. Elena era abbastanza<br />
sicura che in quel luogo fosse sempre mezzogiorno.<br />
Erano in un grande campo che sembrava estendersi<br />
all’infinito. Fin dove arrivava lo sguardo, c’erano fila di<br />
alti cespugli. Cespugli di rose con fiori perfetti di un<br />
nero vellutato.<br />
Rose mezzanotte. Rose piene di magia, coltivate per<br />
contenere incantesimi, anche se soltanto i kitsune<br />
sapevano come rivestire i sortilegi con i loro petali. Una<br />
volta un kitsune aveva mandato a Stefan una di quelle<br />
rose, con un incantesimo per farlo tornare umano, ma la<br />
rosa era finita per caso nelle mani di Damon, con gran<br />
disappunto di entrambi i fratelli.<br />
«Siamo nel campo di rose magiche dei kitsune, quello<br />
su cui si apriva una delle porte della Guardiola dei Sette<br />
Tesori», disse a Bonnie.
«Oh», fece Bonnie. Si fermò un attimo a riflettere, ma<br />
poi non riuscì a trattenersi e chiese: «Che ci facciamo<br />
qui? Lo spirito è un kitsune?»<br />
«Non penso», rispose Elena. «Forse gli era comodo<br />
tenerci qui».<br />
Elena trasse un profondo sospiro. Stare in compagnia<br />
di Bonnie in un momento di crisi non era male. Certo,<br />
avere accanto Meredith sarebbe stato meglio. Meredith<br />
sapeva sempre come architettare e portare a termine un<br />
piano, ma la faceva stare bene lo stesso avere Bonnie<br />
che la guardava fiduciosa con i suoi grandi occhi<br />
innocenti e le faceva domande, sicura che conoscesse la<br />
risposta. Si sentiva di colpo protettiva e competente,<br />
come se fosse in grado di affrontare qualsiasi situazione<br />
in cui si fossero imbattute. Come quella, per esempio.<br />
Con Bonnie che dipendeva da lei, la sua mente era<br />
lucida ed efficiente come non succedeva da giorni. Da<br />
un momento all’altro avrebbe escogitato un piano per<br />
tirarle fuori da lì. Da un momento all’altro, ne era sicura.<br />
Bonnie intrecciò lentamente le dita fredde alle sue.<br />
«Secondo te siamo morte?», chiese con una vocina<br />
lamentosa.
Siamo davvero morte?, si chiese Elena. No, non lo<br />
pensava. Bonnie era ancora viva dopo che lo spirito<br />
l’aveva presa, solo non riusciva a svegliarsi. Era più<br />
probabile che le loro anime fossero giunte lì<br />
attraversando il piano astrale e che i loro corpi fossero<br />
ancora a Fell’s Church.<br />
«Elena?», ripeté con ansia Bonnie. «Pensi che siamo<br />
morte?».<br />
Elena aprì la bocca per rispondere quando un rumore<br />
crepitante e cadenzato la interruppe. I cespugli di rose<br />
cominciarono a fremere violentemente, e si udivano<br />
rumori sempre più forti, come se qualcosa corresse<br />
verso di loro da tutte le direzioni. Il suono dei rami che<br />
si spezzavano era assordante: sembrava che<br />
un’immensa creatura si stesse facendo largo a spintoni<br />
tra le felci. Intorno a loro, i rami spinosi dei cespugli di<br />
rose sfrecciavano su e giù come fruste, anche se non<br />
c’era vento. Elena gridò quando uno dei rami<br />
ondeggianti la colpì, aprendole uno squarcio sul<br />
braccio.<br />
Bonnie emise un lamento ed Elena sentì il cuore che le<br />
batteva al doppio della velocità. Si girò di scatto,
spingendo dietro di sé Bonnie. Strinse i pugni e si<br />
acquattò, cercando di ricordare le istruzioni di Meredith<br />
su come difendersi da un aggressore. Ma guardandosi<br />
attorno vedeva solo rose, per miglia. Perfette rose nere.<br />
Bonnie emise un piccolo gemito e le si strinse di più<br />
contro la schiena.<br />
D’un tratto Elena sentì uno strappo forte e doloroso,<br />
come se le stessero estraendo qualcosa dal torace<br />
lentamente, ma con costanza. Restò senza fiato,<br />
incespicò e si premette le mani sullo stomaco. Ecco,<br />
pensò stordita, sentendosi come se stessero riducendo<br />
in poltiglia ognuna delle ossa del suo corpo. Sto per<br />
morire.
7<br />
Nessuno rispose quando suonarono alla porta di villa<br />
Smallwood. Il viale d’ingresso era deserto, le persiane<br />
abbassate e pareva che non ci fosse nessuno in casa.<br />
«Forse Caleb non c’è», disse nervosamente Matt. «E<br />
se fosse andato da qualche altra parte quando è uscito<br />
dall’ospedale?»<br />
«Riesco a sentire il suo odore. Lo sento respirare»,<br />
ringhiò Stefan. «È qui, puoi starne certo. Si sta<br />
nascondendo».<br />
Matt non aveva mai visto Stefan così arrabbiato. I<br />
suoi occhi verdi, di solito tranquilli, mandavano lampi di<br />
rabbia, e sembrava che i canini si fossero allungati<br />
d’istinto, così ogni volta che apriva la bocca si<br />
vedevano le piccole punte affilate. Stefan si accorse che<br />
Matt lo fissava e aggrottò la fronte, passandosi<br />
imbarazzato la lingua sui canini.
Matt guardò Alaric, pensando che fosse l’unica<br />
persona normale rimasta nel gruppo oltre a lui, ma dal<br />
modo in cui fissava Stefan, era decisamente più<br />
affascinato che preoccupato. Allora nemmeno lui è<br />
tanto normale, pensò.<br />
«Possiamo entrare», disse Meredith con voce pacata.<br />
Guardò Alaric. «Avvisatemi se arriva qualcuno». Lui<br />
annuì e le si parò davanti in modo da nasconderla agli<br />
occhi dei passanti. Con fredda efficienza, Meredith<br />
infilò una delle estremità del bastone nella fessura della<br />
porta d’ingresso e cominciò a fare leva per aprirla.<br />
Era una massiccia porta di quercia e per di più aveva<br />
due serrature e un catenaccio tirato, che resisteva alla<br />
pressione del bastone. La ragazza imprecò, poi<br />
borbottò: «E dai, su», raddoppiando gli sforzi. Le<br />
serrature e il catenaccio all’improvviso cedettero e la<br />
porta si spalancò, sbattendo forte contro il muro.<br />
«Possiamo dire addio all’idea di entrare in sordina»,<br />
disse Stefan. Stava inquieto sulla soglia, mentre gli altri<br />
entravano passandogli davanti.<br />
«Sei invitato a entrare», disse Meredith, ma lui scosse<br />
la testa.
«Non posso», disse. «Funzionerebbe solo se tu<br />
abitassi qui».<br />
Meredith serrò le labbra, poi si girò e corse su per le<br />
scale. Sentirono un breve grido di sorpresa e una serie<br />
di colpi ovattati. Alaric lanciò un’occhiata ansiosa a<br />
Matt e poi guardò la cima delle scale.<br />
«Non dovremmo andare ad aiutarla?», disse.<br />
Matt era piuttosto sicuro che non fosse Meredith ad<br />
aver bisogno d’aiuto, ma, prima che potesse<br />
rispondere, la vide tornare: scendeva le scale spingendo<br />
Caleb davanti a sé e torcendogli un braccio dietro la<br />
schiena.<br />
«Invitalo a entrare», intimò mentre Caleb incespicava<br />
sull’ultimo gradino. Il ragazzo scosse la testa e lei gli<br />
strattonò il braccio verso l’alto, facendolo guaire di<br />
dolore.<br />
«No», disse lui, testardo. «Tu non puoi entrare».<br />
Meredith lo spinse verso Stefan, bloccandolo proprio<br />
sulla soglia della porta.<br />
«Guardami», disse a voce bassa Stefan e gli occhi di<br />
Caleb si alzarono di scatto a incontrare i suoi. Le pupille<br />
di Stefan si dilatarono, ingoiando le iridi verdi in due
profondi cerchi neri, e Caleb scosse la testa. Era<br />
disperato, ma sembrava incapace di distogliere lo<br />
sguardo.<br />
«Fammi entrare», ordinò Stefan scandendo le sillabe.<br />
«E va bene, entra», disse cupamente Caleb. Meredith<br />
lo lasciò andare e i suoi occhi si schiarirono. Si girò e si<br />
precipitò al piano di sopra.<br />
Stefan gli schizzò dietro come un proiettile e lo inseguì<br />
su per le scale. I suoi movimenti fluidi e furtivi<br />
ricordarono a Matt quelli di un predatore. Di un leone o<br />
di uno squalo. Rabbrividì. A volte dimenticava quanto<br />
fosse pericoloso Stefan.<br />
«Meglio che vada con lui», disse Meredith. «Non<br />
vogliamo che faccia qualcosa di cui poi potrebbe<br />
pentirsi». Fece una pausa. «Non prima di scoprire ciò<br />
che ci serve sapere, comunque. Alaric, tra noi sei quello<br />
che conosce meglio la magia, quindi vieni con me. Matt,<br />
resta di guardia alla porta e avvisaci se vedi arrivare<br />
l’auto degli Smallwood». Lei e Alaric seguirono Stefan<br />
su per le scale.<br />
Matt aspettò che cominciassero le urla, ma di sopra<br />
c’era un inquietante silenzio. Tenendo d’occhio il
vialetto dalla finestra, il ragazzo camminava avanti e<br />
indietro nel soggiorno. Un tempo lui e Tyler erano<br />
amici, o perlomeno si frequentavano, perché entrambi<br />
erano giocatori titolari della squadra di football. Si<br />
conoscevano fin dalle medie.<br />
Tyler beveva troppo, esagerava alle feste ed era<br />
volgare e sessista, ma c’erano aspetti del suo carattere<br />
che qualche volta gli erano piaciuti. Come la tendenza a<br />
buttarsi a capofitto nelle cose, che fosse il placcaggio<br />
senza esclusione di colpi del quarterback della squadra<br />
avversaria o l’organizzazione della festa più folle che si<br />
fosse mai vista. O quando in seconda media gli era<br />
venuta l’ossessione di vincere a Street Fighter sulla<br />
PlayStation 2. Ogni giorno aveva costretto Matt e gli<br />
altri ragazzi ad andare a casa sua, così avevano passato<br />
ore e ore seduti sul pavimento della sua camera a<br />
mangiare patatine, parlare di cavolate e pigiare il<br />
pulsante del controller finché Tyler non aveva capito<br />
come vincere tutte le partite.<br />
Matt emise un sospiro e guardò di nuovo fuori dalla<br />
finestra.<br />
Da sopra venne un breve colpo attutito che lo fece
aggelare. Silenzio.<br />
Quando ricominciò a camminare avanti e indietro nel<br />
soggiorno, notò una particolare foto nella fila ordinata di<br />
cornici sopra il pianoforte. Attraversò la stanza e la<br />
prese in mano.<br />
Doveva essere stata scattata al banchetto della<br />
squadra di football, al terzo anno di liceo. Nella foto,<br />
Matt teneva il braccio attorno alla vita di Elena, che<br />
allora era la sua ragazza, e lei lo guardava sorridente.<br />
Tyler era accanto a loro e teneva per mano una ragazza<br />
di cui Matt non ricordava il nome. Alison, forse, o<br />
Alicia. Era più grande di loro, frequentava l’ultimo anno<br />
e dopo il diploma aveva lasciato la città. Erano tutti<br />
vestiti bene, lui e Tyler in giacca e cravatta, le ragazze in<br />
abito da sera. Elena indossava un vestitino bianco,<br />
semplice in modo ingannevole, ed era così bella da<br />
togliere il fiato.<br />
Allora la vita era facile. I quarterback uscivano con le<br />
ragazze più carine della scuola. Erano una coppia<br />
perfetta.<br />
Poi Stefan è arrivato in città, gli sussurrò una voce<br />
fredda e meccanica, e ha distrutto tutto.
Stefan, che aveva finto di essere suo amico, Stefan,<br />
che aveva finto di essere come loro, umano. Stefan, che<br />
aveva fatto la corte alla sua ragazza, l’unica che avesse<br />
mai davvero amato. Probabilmente l’unica per cui<br />
avrebbe mai provato sentimenti così forti. È vero, si<br />
erano lasciati prima che Elena incontrasse Stefan, ma<br />
forse sarebbero tornati insieme, se non fosse apparso<br />
lui.<br />
Matt fece una smorfia e gettò la foto sul pavimento. Il<br />
vetro non si ruppe e la foto rimase lì: Matt, Elena, Tyler<br />
e la ragazza di cui non ricordava il nome sorridevano<br />
innocenti, lo sguardo al soffitto, ignari di ciò che stava<br />
per succedere, del caos che sarebbe scoppiato meno di<br />
un anno dopo. A causa di Stefan.<br />
Stefan. Matt sentiva il viso bollente di rabbia. E un<br />
ronzio nella testa. Stefan il traditore. Stefan il mostro.<br />
Stefan che aveva rubato la sua ragazza.<br />
Mise deliberatamente un piede sulla foto e la schiacciò<br />
sotto il tacco. La cornice di legno si spezzò con uno<br />
scatto secco. Sentire il vetro che si frantumava sotto la<br />
scarpa gli diede una strana soddisfazione.<br />
Senza guardarsi indietro, attraversò a grandi passi il
soggiorno, diretto alle scale. Era giunto il momento di<br />
affrontare il mostro che gli aveva rovinato la vita.<br />
«Confessa!», ringhiò Stefan, facendo del suo meglio<br />
per soggiogare Caleb. Ma era troppo debole e Caleb<br />
continuava a erigere muri mentali. Non c’erano dubbi:<br />
quel ragazzo aveva accesso al Potere.<br />
«Non so di cosa stiate parlando», disse Caleb,<br />
premendo la schiena contro il muro, come se potesse<br />
scavarci dentro un tunnel. Spostava nervosamente lo<br />
sguardo dalla faccia arrabbiata di Stefan a Meredith,<br />
che teneva il bastone in equilibrio fra le mani, pronta a<br />
colpire. «Lasciatemi stare, giuro che non andrò alla<br />
polizia. Non voglio guai».<br />
Caleb sembrava più basso e più pallido di quanto<br />
ricordasse Stefan. Aveva la faccia coperta di lividi e un<br />
braccio ingessato, sostenuto da una fascia. Nonostante<br />
tutto, Stefan sentiva il tarlo del senso di colpa quando lo<br />
guardava.<br />
Non è umano, ricordò a se stesso.<br />
Tuttavia… Caleb non aveva l’aspetto di un licantropo.<br />
Non avrebbe dovuto esserci almeno qualcosa di<br />
animalesco in lui? Stefan non conosceva molti lupi
mannari, ma Tyler aveva grandi denti bianchi e<br />
reprimeva a stento l’aggressività.<br />
Accanto a lui, Alaric guardò sorpreso il ragazzo ferito.<br />
Lo esaminò, piegando la testa da un lato e parafrasò i<br />
pensieri di Stefan chiedendo scettico: «Siete sicuri che<br />
sia un lupo mannaro?»<br />
«Un lupo mannaro?», disse Caleb. «Siete tutti<br />
pazzi?».<br />
Ma Stefan, che lo stava osservando con attenzione,<br />
notò che aveva brevemente battuto le palpebre. «Stai<br />
mentendo», affermò con freddezza e, cercando di<br />
nuovo di leggergli nel pensiero, trovò finalmente una<br />
crepa nelle sue difese. «Non pensi che siamo pazzi. Sei<br />
solo sorpreso che sappiamo di te».<br />
Caleb sospirò. Il suo volto era ancora pallido e teso,<br />
ma era emersa una certa falsità nella sua espressione<br />
mentre Stefan parlava. Abbassò le spalle e si allontanò<br />
un poco dal muro, chinando il capo con aria esausta.<br />
Meredith s’irrigidì, pronta a scattare non appena<br />
Caleb avesse accennato il minimo movimento in avanti.<br />
Lui si fermò e alzò le mani. «Non sto cercando di fare<br />
nulla. E non sono un lupo mannaro. Ma, sì, so che lo è
Tyler e immagino che lo sappiate anche voi».<br />
«Anche tu hai ereditato il gene della licantropia», disse<br />
Stefan. «Sarebbe facile per te diventare un lupo<br />
mannaro».<br />
Caleb scosse le spalle e guardò Stefan dritto negli<br />
occhi. «Penso di sì. Ma non è successo a me, è<br />
successo a Tyler».<br />
«Successo?», chiese Meredith, alzando la voce con<br />
sdegno. «Sai che ha fatto Tyler per diventare un lupo<br />
mannaro?».<br />
Caleb la guardò diffidente. «Che ha fatto? Tyler non<br />
ha fatto niente. La maledizione di famiglia lo ha<br />
reclamato, tutto qui». Il suo viso era cupo e<br />
preoccupato.<br />
Stefan, suo malgrado, addolcì il tono. «Caleb, devi<br />
uccidere qualcuno per diventare un lupo mannaro,<br />
anche se ne porti il gene. A meno che tu non venga<br />
morso a tua volta da un lupo mannaro, ci sono certi<br />
rituali da compiere. Riti di sangue. Tyler ha assassinato<br />
una ragazza innocente».<br />
All’improvviso parve che Caleb non riuscisse più a<br />
reggersi sulle ginocchia e scivolò a terra con un tonfo
sordo. Sembrava malato. «Tyler non l’avrebbe mai<br />
fatto», disse, ma la sua voce era incerta. «Tyler è stato<br />
come un fratello per me dopo la morte dei miei genitori.<br />
Non avrebbe mai ucciso nessuno. Io non vi credo».<br />
«L’ha fatto», confermò Meredith. «Tyler ha<br />
assassinato Sue Carson. Abbiamo negoziato il suo<br />
ritorno in vita, ma questo non cambia il fatto che lui<br />
l’abbia uccisa».<br />
La sua voce aveva l’inconfondibile timbro della verità<br />
e sembrò che Caleb avesse perso ogni desiderio di<br />
lottare. Si accasciò ancora di più e appoggiò la fronte<br />
sulle ginocchia. «Che cosa volete da me?». Appariva<br />
così esile e malmesso che Stefan, nonostante l’urgenza<br />
della loro missione, si distrasse. «Ma non eri più alto di<br />
così?», chiese. «Più robusto? Più… ben fatto? L’ultima<br />
volta che ti ho visto, intendo».<br />
Caleb borbottò qualcosa fra le ginocchia, ma le parole<br />
erano troppo attutite e distorte perché persino un<br />
vampiro potesse udirle. «Che hai detto?», chiese<br />
Stefan.<br />
Caleb alzò lo sguardo: il suo volto era rigato di<br />
lacrime. «Era un incantesimo di seduzione, va bene?»,
disse con amarezza. «Ho migliorato il mio aspetto<br />
perché volevo che Elena mi desiderasse». Stefan pensò<br />
al colorito radioso di Caleb, al suo volto pieno di salute,<br />
alla sua statura e all’aureola di riccioli dorati. Non c’era<br />
da meravigliarsi che gli fosse parso sospetto;<br />
inconsciamente doveva aver capito quanto fosse<br />
improbabile che un semplice essere umano somigliasse<br />
tanto a un arcangelo. Ora capisco perché mi era<br />
sembrato così leggero quando l’ho lanciato in aria<br />
al cimitero, pensò Stefan.<br />
«Quindi sei uno stregone, ma non un lupo mannaro?»,<br />
chiese in fretta Meredith.<br />
Caleb scrollò le spalle. «Lo sapete già», disse. «Ho<br />
visto quello che avete fatto al mio laboratorio nel<br />
capanno. Che cosa volete ancora da me?».<br />
Meredith fece un passo avanti, minacciosa, con il<br />
bastone in mano, lo sguardo limpido e spietato, e Caleb<br />
si ritrasse. «Quello che vogliamo», disse, pronunciando<br />
ogni parola in modo chiaro e distinto, «è che tu ci dica<br />
come hai evocato lo spirito, e come possiamo<br />
liberarcene. Rivogliamo indietro le nostre amiche».<br />
Il ragazzo la fissò a occhi sgranati. «Giuro che non so
di cosa tu stia parlando».<br />
Stefan gli si avvicinò minaccioso dall’altro lato,<br />
impedendogli di riacquistare l’equilibrio; lo sguardo di<br />
Caleb guizzava nervoso dall’uno all’altra.<br />
Poi Stefan si fermò. Si era reso conto che era<br />
sinceramente confuso. Possibile che stesse dicendo la<br />
verità? S’inginocchiò per poterlo guardare negli occhi e<br />
tentò un tono più gentile. «Caleb?», chiese, dando<br />
fondo a tutte le riserve di Potere per costringerlo a<br />
parlare. «Puoi dirci che tipo di incantesimo hai usato?<br />
Qualcosa con le rose, giusto? Quali dovrebbero essere<br />
gli effetti?».<br />
Caleb deglutì e il suo pomo d’Adamo andò su e giù.<br />
«Dovevo scoprire cosa era successo a Tyler», disse.<br />
«Così sono venuto qua per l’estate. Nessuno sembrava<br />
preoccupato, ma io sapevo che non poteva essere<br />
sparito e basta. Tyler mi aveva parlato di voi, di tutti<br />
voi, e di Elena Gilbert. Ti odiava, Stefan, e all’inizio<br />
Elena gli piaceva, poi ha cominciato a odiare davvero<br />
anche lei. Comunque, quando sono arrivato, tutti<br />
pensavano che Elena fosse morta. La sua famiglia era<br />
ancora in lutto per lei. E tu eri sparito, Stefan; avevi
lasciato la città. Ho cercato di mettere insieme i pezzi<br />
per capire cosa fosse successo. Giravano storie<br />
piuttosto curiose e poi in città sono accadute tantissime<br />
altre cose strane. Violenza ovunque, ragazze che<br />
impazzivano e bambini che aggredivano i loro genitori.<br />
E poi, di colpo, tutto finito; quel caos si è<br />
semplicemente fermato e mi sembrava di essere l’unico<br />
a sapere cosa fosse successo. Ma ricordavo anche<br />
un’estate normale. Elena Gilbert era stata sempre qui e<br />
nessuno lo trovava strano, perché nessuno ricordava<br />
che fosse morta. A quanto pareva, ero l’unico con due<br />
serie di ricordi. Persone che avevo visto gravemente<br />
ferite», rabbrividì al ricordo, «o persino uccise, stavano<br />
di nuovo bene. Mi sembrava di impazzire».<br />
Caleb si scostò dal viso i capelli biondi e stopposi, si<br />
strofinò il naso e prese fiato. «Qualunque cosa stesse<br />
succedendo, sapevo che tutto ruotava attorno a voi e a<br />
Elena Gilbert. L’avevo capito dalle differenze fra i miei<br />
ricordi. E avevo immaginato che foste legati anche alla<br />
scomparsa di Tyler. O gli avevate fatto qualcosa,<br />
oppure sapevate cosa gli era successo. Pensavo che se<br />
fossi riuscito a dividervi, ne avrei ricavato qualcosa.
Una volta che vi avessi messo uno contro l’altro, sarei<br />
riuscito a introdurmi nel vostro gruppo e a scoprire cosa<br />
stesse succedendo. Magari, con un incantesimo di<br />
seduzione, sarei riuscito a far innamorare di me Elena o<br />
una delle altre ragazze. Dovevo sapere la verità». Li<br />
guardò uno dopo l’altro. «L’incantesimo delle rose<br />
doveva rendervi irrazionali, mettervi l’uno contro<br />
l’altro».<br />
Alaric aggrottò la fronte. «Vuoi dire che non hai<br />
evocato nulla?».<br />
Caleb scosse la testa. «Guardate», disse, tirando fuori<br />
da sotto il letto un corposo volume rilegato in pelle.<br />
«L’incantesimo che ho usato è qui. È tutto ciò che ho<br />
fatto, giuro».<br />
Alaric prese il libro e sfogliò le pagine finché trovò<br />
l’incantesimo giusto. Lo esaminò, corrugando la fronte,<br />
e disse: «Sta dicendo la verità. In questo libro non c’è<br />
nulla su come evocare uno spirito. E questo incantesimo<br />
coincide con quello che abbiamo visto nel laboratorio di<br />
Caleb e con quello che ho letto nei suoi taccuini. Quello<br />
della rosa è un incantesimo di discordia di livello<br />
piuttosto basso; serve a intensificare leggermente ogni
emozione negativa: odio, rabbia, gelosia, paura, dolore.<br />
Inoltre ci rende un po’ più propensi a incolparci l’un<br />
l’altro quando va storto qualcosa».<br />
«Ma se unito ai poteri di uno spirito che per caso si<br />
aggira nei paraggi, l’incantesimo genera un circolo<br />
vizioso, amplificando le nostre emozioni e rendendo lo<br />
spirito più potente, proprio come ha detto la signora<br />
Flowers», disse Stefan, scandendo le parole.<br />
«Gelosia», disse pensosa Meredith. «Sapete, odio<br />
ammetterlo, ma ero tremendamente gelosa di Celia<br />
quando era qui». Guardò Alaric come per scusarsi, e lui<br />
allungò il braccio e le sfiorò la mano con tenerezza.<br />
«Anche lei era gelosa di te», disse Stefan in tono<br />
distaccato. «Lo sentivo». Sospirò. «E anch’io non ero<br />
immune dalla gelosia».<br />
«Quindi potrebbe essere uno spirito della gelosia?»,<br />
disse Alaric. «Questo ci offrirà più di un indizio per<br />
cercare le formule di esorcismo. Io, comunque, non mi<br />
sentivo per niente geloso».<br />
«Ovvio che no», osservò tagliente Meredith. «Avevi<br />
due ragazze che si azzuffavano per te».<br />
D’un tratto Stefan si sentì così esausto che gli
tremarono le gambe. Aveva bisogno di nutrirsi, subito.<br />
Rivolse a Caleb un cenno imbarazzato. «Mi dispiace…<br />
per quello che è successo».<br />
Caleb alzò lo sguardo verso di lui. «Per favore, dimmi<br />
che ne è stato di Tyler», implorò. «Devo saperlo. Vi<br />
lascerò in pace se mi direte la verità, promesso».<br />
Meredith e Stefan si guardarono, poi Stefan sollevò<br />
leggermente un sopracciglio. «Tyler era vivo quando<br />
abbiamo lasciato la città lo scorso inverno», disse<br />
lentamente Meredith. «Questo è tutto ciò che sappiamo<br />
di lui, lo giuro».<br />
Caleb la fissò per un lungo momento, poi annuì.<br />
«Grazie», disse semplicemente.<br />
Lei rispose con un cenno risoluto del capo, come un<br />
generale che saluta le truppe, e fece strada fuori dalla<br />
stanza.<br />
Proprio allora, dal pianterreno venne un grido attutito,<br />
spezzato, seguito da un tonfo. Stefan e Alaric seguirono<br />
di corsa Meredith giù per le scale, e le finirono quasi<br />
addosso quando lei, di colpo, si fermò.<br />
«Che c’è?», chiese Stefan. Meredith si scostò.<br />
Matt giaceva faccia a terra ai piedi della scala, con le
accia spalancate come per impedirsi di cadere.<br />
Meredith scese in fretta gli ultimi gradini e lo girò con<br />
delicatezza.<br />
I suoi occhi erano chiusi, il volto pallido. Respirava,<br />
lentamente ma a ritmo regolare. Meredith gli tastò il<br />
polso, poi lo scosse gentilmente per le spalle. «Matt»,<br />
gridò. «Matt!». Alzò la testa per guardare Stefan e<br />
Alaric. «Proprio come gli altri», disse torva. «Lo spirito<br />
l’ha preso».
8<br />
Non morirò di nuovo, pensò Elena con rabbia,<br />
mentre si contorceva dal dolore e la morsa invisibile la<br />
stritolava sempre di più.<br />
Bonnie cadde sull’erba, più pallida che mai, e si strinse<br />
lo stomaco con le mani: era l’immagine speculare di<br />
Elena.<br />
Non può prendermi!<br />
E poi, di colpo com’era iniziato, il rombo assordante<br />
cessò e quell’insopportabile dolore si placò. Elena<br />
crollò a terra, l’aria le tornò nei polmoni.<br />
Ha finito di macinare le nostre ossa per farsi il<br />
pane 1 , pensò, in uno stato di semi-isteria, e quasi<br />
ridacchiò.<br />
Bonnie annaspò rumorosamente in cerca d’aria,<br />
emettendo un piccolo singulto.<br />
«Che cosa ci è successo?», chiese Elena.
Bonnie scosse la testa. «Sembrava che stessero<br />
risucchiando qualcosa dai nostri corpi», disse,<br />
ansimando. «Mi è già successo, prima che tu arrivassi».<br />
«Quella sensazione…». Elena fece una smorfia,<br />
mentre i pensieri le turbinavano nella mente. «Penso che<br />
sia lo spirito. Damon dice che vuole prosciugare il<br />
nostro potere. Ecco come avviene».<br />
Bonnie la fissava a occhi sgranati, la bocca<br />
leggermente aperta. Si leccò le labbra. «Damon dice?»,<br />
chiese. Aggrottò la fronte, con un’espressione<br />
preoccupata. «Damon è morto, Elena».<br />
«No, è vivo. La sfera stellata l’ha riportato in vita<br />
dopo la nostra partenza dalla Luna Oscura. L’ho<br />
scoperto dopo che lo spirito ti aveva rapita».<br />
Bonnie emise un gridolino, un suono che ricordò a<br />
Elena il verso di un coniglietto o di un’altra creatura,<br />
soffice e minuta, colta di sorpresa. Tutto il sangue<br />
sembrava essere defluito dal suo viso, trasformando le<br />
lentiggini chiare in vividi puntini scuri che spiccavano<br />
contro il pallore delle guance. Si premette le mani<br />
tremanti sulla bocca, fissando Elena con i grandi occhi<br />
scuri.
«Senti, Bonnie», disse Elena con fervore. «Non lo sa<br />
ancora nessuno. Lo sappiamo solo noi due. Damon<br />
voleva tenerlo segreto finché non avesse trovato il<br />
modo giusto per tornare. Quindi dobbiamo mantenere il<br />
silenzio a riguardo».<br />
Bonnie annuì, ancora a bocca aperta. Le sue guance<br />
avevano ripreso colore e sembrava in bilico tra la gioia<br />
e la confusione totaleElena notò che c’era qualcosa<br />
nell’erba, sotto il cespuglio di rose dietro Bonnie, un<br />
corpo pallido e inerte. Si sentì attraversare da un<br />
brivido gelido quando ricordò il corpo di Caleb ai piedi<br />
del monumento nel cimitero.<br />
«Che cos’è?», chiese bruscamente. L’espressione di<br />
Bonnie si stabilizzò sulla confusione totale. Elena le<br />
passò accanto, sfiorandola appena, e si diresse verso il<br />
corpo, strizzando gli occhi nella luce del sole.<br />
Quando fu abbastanza vicina, vide meravigliata che si<br />
trattava di Matt: era disteso, immobile e muto, sotto il<br />
cespuglio di rose. Il suo petto era cosparso di petali<br />
neri. Quando fu più vicina, gli occhi del ragazzo ebbero<br />
uno spasmo. Elena notò il rapido movimento delle<br />
orbite sotto le palpebre, avanti e indietro, come se
stesse facendo un sogno molto vivido. Alla fine Matt<br />
spalancò gli occhi e inalò una lunga e tremula sorsata<br />
d’aria. La guardò con le sue iridi celesti.<br />
«Elena!». Restò senza fiato. Si sollevò sui gomiti e si<br />
guardò alle spalle. «Bonnie! Grazie al cielo! State bene?<br />
Dove ci troviamo?»<br />
«Lo spirito ci ha catturate, ci ha portate nel Mondo<br />
Sotterraneo e ci sta sfruttando per diventare più<br />
potente», spiegò in breve Elena. «Come ti senti?»<br />
«Un po’ stordito», scherzò Matt con voce flebile. Si<br />
guardò attorno, poi si leccò nervosamente le labbra.<br />
«Ehm, quindi questo è il Mondo Sotterraneo? È più<br />
carino di quanto avessi immaginato dalle vostre<br />
descrizioni. Il cielo non dovrebbe essere rosso? E dove<br />
sono tutti i vampiri e i demoni?». Le guardò con<br />
espressione severa. «Sicure di aver detto la verità su<br />
tutto ciò che vi è successo quaggiù? Perché mi sembra<br />
un posto piuttosto gradevole per essere una dimensione<br />
infernale. Inoltre come mi spiegate le rose e il resto?».<br />
Elena lo fissò perplessa. Può darsi che ci siano<br />
capitate troppe cose strane.<br />
Poi colse una sfumatura di panico sul volto di Matt. La
sua indifferenza per ciò che stava succedendo era<br />
innaturale: cercava solo di farsi coraggio, di mostrare<br />
sicurezza per tenere alto lo spirito in quella situazione<br />
pericolosa e tutta nuova.<br />
«Be’, volevamo impressionarti», scherzò a sua volta<br />
Elena con un timido sorriso, poi andò subito al sodo.<br />
«Che sta succedendo a Fell’s Church?», gli chiese.<br />
«Uhm», disse Matt, «Stefan e Meredith stavano<br />
interrogando Caleb per scoprire come ha evocato lo<br />
spirito».<br />
«Non è stato Caleb», disse con fermezza Elena. «Lo<br />
spirito ci ha seguiti a casa da questo posto. Dobbiamo<br />
tornare subito ad avvisarli che stanno affrontando uno<br />
degli Spiriti Originari. Sarà molto più difficile per noi<br />
liberarcene».<br />
Matt fissò Bonnie con uno sguardo interrogativo.<br />
«Come fa a sapere queste cose?»<br />
«Be’», disse Bonnie, con quella sfumatura di allegria<br />
nella voce che aveva sempre quando si facevano dei<br />
pettegolezzi, «a quanto pare, glielo ha detto Damon. È<br />
vivo e lei lo ha visto!».<br />
Possiamo dire addio al segreto di Damon!, pensò
Elena, alzando gli occhi al cielo. In fondo però, non era<br />
molto importante che Matt lo sapesse. Non era con lui<br />
che Damon stava mantenendo il segreto, ed era<br />
improbabile che Matt potesse riferirlo a Stefan<br />
nell’immediato futuro.<br />
Le esclamazioni stupite di Matt e le spiegazioni di<br />
Bonnie diventarono un brusio di sottofondo mentre<br />
Elena esaminava la zona. Sole. Cespugli di rose.<br />
Ancora cespugli di rose. Ancora sole. Erba. Limpido<br />
cielo azzurro. Il paesaggio era sempre lo stesso.<br />
Ovunque guardasse, perfetti e vellutati fiori neri<br />
ondeggiavano tranquilli nel lucente sole di mezzogiorno.<br />
I cespugli erano tutti uguali, equidistanti e con lo stesso<br />
numero di rose. Persino le posizioni dei fiori su ogni<br />
cespuglio erano identiche. I fili d’erba erano uniformi. Si<br />
fermavano tutti alla stessa altezza. Il sole non si era<br />
mosso da quando erano arrivati.<br />
A prima vista, pareva un posto piacevole e rilassante,<br />
ma dopo qualche minuto quella monotonia diventava<br />
snervante.<br />
«C’era un cancello», disse a Bonnie e Matt. «Quando<br />
abbiamo osservato questo campo dalla Guardiola dei
Sette Tesori. C’era un’entrata, quindi deve esserci<br />
anche un’uscita. Dobbiamo trovarla».<br />
Erano appena riusciti ad alzarsi, quando, senza alcun<br />
avvertimento, ricominciarono le acute fitte di dolore e la<br />
sensazione che qualcuno li stesse strattonando. Elena si<br />
portò le mani allo stomaco. Bonnie perse l’equilibrio e<br />
cadde di nuovo a terra, seduta, con gli occhi serrati.<br />
Matt emise un grido strozzato e ansimò. «Che<br />
cos’è?».<br />
Elena aspettò che il dolore si quietasse di nuovo prima<br />
di rispondergli. Le tremavano le ginocchia. Aveva<br />
nausea e si sentiva stordita. «Un altro motivo per cui<br />
dobbiamo andarcene», disse. «Lo spirito ci sta usando<br />
per accrescere il suo potere. Penso che debba tenerci<br />
qui per farlo. E se non troviamo subito il cancello,<br />
potremmo essere troppo deboli per riuscire a tornare a<br />
casa».<br />
Si guardò di nuovo attorno e l’uniformità del<br />
paesaggio le fece quasi girare la testa. Ogni cespuglio di<br />
rose era al centro di un piccolo letto circolare di argilla<br />
scura dall’aspetto fertile. Fra i letti di argilla, l’erba era<br />
liscia e vellutata come il prato di un maniero inglese, o
un campo da golf molto ben curato.<br />
«Bene», disse Elena e trasse un profondo respiro per<br />
calmarsi. «Dividiamoci e cerchiamo con attenzione.<br />
Staremo a circa tre metri l’uno dall’altro e<br />
perlustreremo da cima a fondo questo giardino di rose.<br />
Guardatevi bene attorno. Qualunque cosa ci sembri<br />
diversa dal resto del campo potrebbe essere l’indizio<br />
che ci serve per trovare l’uscita».<br />
«Dobbiamo perlustrare l’intero campo di rose?»,<br />
chiese Bonnie, con aria sgomenta. «È immenso».<br />
«Faremo solo un poco alla volta», disse Elena<br />
incoraggiante.<br />
Si sparpagliarono su una linea immaginaria, scrutando<br />
con attenzione avanti e indietro, a destra e a sinistra.<br />
All’inizio erano silenziosi e concentrati solo nella ricerca.<br />
Non c’era alcun segno del cancello. Man mano che<br />
avanzavano nel campo, non notarono alcun<br />
cambiamento. File di cespugli di rose identici si<br />
estendevano all’infinito, in ogni direzione, a circa un<br />
metro di distanza l’uno dall’altro, lo spazio sufficiente al<br />
passaggio di una sola persona.<br />
L’eterno sole di mezzogiorno batteva sulle loro teste,
endendo ancor più difficoltosa la ricerca. Elena si<br />
asciugò le goccioline di sudore dalla fronte. L’odore di<br />
rose stagnava pesantemente nell’aria torrida; all’inizio<br />
l’aveva trovato gradevole, ma ora era nauseante, come<br />
un profumo troppo dolce. I perfetti fili d’erba si<br />
piegavano sotto i suoi passi, poi saltavano di nuovo su,<br />
dritti e intatti, come se non fosse mai passata di lì.<br />
«Vorrei ci fosse almeno un po’ di brezza», si lamentò<br />
Bonnie. «Ma non penso che soffi mai il vento da queste<br />
parti».<br />
«Questo campo dovrà pur finire prima o poi», disse<br />
Elena disperata. «Non può estendersi all’infinito».<br />
Tuttavia, la nausea che sentiva alla bocca dello stomaco<br />
le suggeriva che forse era un’ipotesi plausibile.<br />
Dopotutto, quello non era il suo mondo. Le regole<br />
erano diverse.<br />
«Quindi dov’è adesso Damon?», chiese d’un tratto<br />
Bonnie. Non guardò Elena. Continuò a tenere un passo<br />
sostenuto e a scrutare intorno a sé con uno sguardo<br />
assorto e metodico. Ma c’era una tesa stanchezza nella<br />
sua voce ed Elena interruppe la ricerca per darle una<br />
breve occhiata.
Poi le venne in mente una possibile risposta alla sua<br />
domanda e si fermò di colpo. «Ho capito!», disse.<br />
«Bonnie, Matt, penso che Damon possa essere qui.<br />
Magari non proprio qui, nel giardino di rose, ma da<br />
qualche altra parte del Mondo Sotterraneo, nella<br />
Dimensione Oscura». La guardarono perplessi.<br />
«Damon stava cercando di venire qui per cercare lo<br />
spirito», spiegò Elena. «Era convinto che ci avesse<br />
seguiti fino a casa quando siamo tornati nel nostro<br />
mondo, quindi è probabile che abbia cominciato da qui<br />
le ricerche per trovare il corpo materiale dello spirito.<br />
L’ultima volta che l’ho visto, mi ha detto che pensava di<br />
poterlo combattere meglio nel suo luogo d’origine. E se<br />
Damon si trova qui, forse può aiutarci a tornare a Fell’s<br />
Church».<br />
Damon, vorrei tanto che tu fossi qui, da qualche<br />
parte. Ti prego, aiutaci, implorò in silenzio.<br />
Proprio allora, qualcosa attrasse la sua attenzione.<br />
Davanti a loro, fra due cespugli di rose del tutto simili a<br />
qualsiasi altro cespuglio di rose del giardino, c’era<br />
qualcosa di leggermente insolito, una lievissima<br />
distorsione. Somigliava all’aria calda e tremolante che
appare talvolta sull’autostrada nelle giornate estive più<br />
afose e senza vento, quando i raggi del sole rimbalzano<br />
sull’asfalto.<br />
Non c’era asfalto lì che potesse riflettere il calore del<br />
sole. Ma quello sfarfallio doveva pur essere provocato<br />
da qualcosa. A meno che non lo stesse immaginando.<br />
Si trattava forse di un’illusione ottica? Era un miraggio?<br />
«Lo vedete anche voi?», chiese agli altri. «Laggiù,<br />
appena un po’ sulla destra».<br />
Si fermarono e aguzzarono lo sguardo.<br />
«Forse», disse esitante Bonnie.<br />
«Sì, lo vedo», disse Matt. «Come aria calda che sale,<br />
giusto?»<br />
«Esatto», disse Elena. Aggrottò la fronte, calcolando<br />
la distanza. Forse cinque metri. «È meglio prenderla di<br />
corsa», disse. «Nel caso ci fosse qualche problema ad<br />
attraversarla. Potrebbe essere necessario infrangere<br />
delle barriere per uscire. Non penso che l’esitazione ci<br />
sarà d’aiuto».<br />
«Teniamoci per mano», suggerì nervosamente Bonnie.<br />
«Non voglio perdervi ragazzi».<br />
Elena non distolse gli occhi dallo sfarfallio dell’aria. Se
l’avesse perso di vista, non l’avrebbe più ritrovato<br />
nell’assoluta uniformità del paesaggio. E, se si fossero<br />
voltati, non sarebbero stati più in grado di distinguere<br />
quel punto da tutti gli altri.<br />
Si presero per mano, fissando la piccola distorsione e<br />
sperando che fosse un cancello. Bonnie, che era al<br />
centro, strinse la mano sinistra di Elena con le sue dita<br />
calde e sottili.<br />
«Uno, due, tre, via», disse Bonnie, e cominciarono a<br />
correre. Inciamparono sull’erba, zigzagarono tra i<br />
cespugli di rose. Riuscivano a stento a correre fianco a<br />
fianco, tanto era stretto lo spazio tra i cespugli, e un<br />
ramo pieno di spine si impigliò fra i capelli di Elena.<br />
Non poteva mollare la mano di Bonnie, né poteva<br />
fermarsi, quindi mosse la testa di scatto in avanti,<br />
nonostante il dolore che le fece venire le lacrime agli<br />
occhi, e continuò a correre, lasciando una ciocca<br />
aggrovigliata appesa al cespuglio.<br />
Giunsero davanti allo sfarfallio. Era ancora più difficile<br />
vederlo da vicino, ed Elena avrebbe dubitato che si<br />
trovassero nel posto giusto se non fosse stato per un<br />
cambiamento della temperatura. Da lontano poteva
essere parso un tremolio di aria torrida, ma era freddo e<br />
tonificante come un lago di montagna, nonostante il<br />
calore del sole.<br />
«Non vi fermate!», gridò. E si immersero nel gelo.<br />
Un istante dopo, tutto si oscurò, come se qualcuno<br />
avesse spento la luce del sole.<br />
Elena si sentì cadere e si aggrappò disperata alla mano<br />
di Bonnie.<br />
Damon, gridò in silenzio. Aiutami!<br />
1 Citazione dalla fiaba Jack e il fagiolo magico.
9<br />
Stefan guidò come un pazzo fino alla pensione. «Non<br />
posso credere di aver dimenticato di dirgli che era<br />
uscito il suo nome», ripeté forse per la centesima volta.<br />
«Non posso credere di averlo lasciato solo».<br />
Prese una curva a tutta velocità, con un terribile stridio<br />
di freni. «Rallenta», disse Meredith, cercando di tenere<br />
fermo sul sedile posteriore il corpo esanime di Matt.<br />
«Stai correndo troppo».<br />
«Dobbiamo sbrigarci», ringhiò Stefan, facendo una<br />
brusca sterzata a destra. Alaric, che si era seduto<br />
davanti, si girò e lanciò a Meredith un’occhiata<br />
terrorizzata quando Stefan per un pelo non centrò un<br />
bidone della spazzatura. Lei sospirò. Sapeva che Stefan<br />
si sentiva in colpa perché non li aveva informati subito<br />
che il nome di Matt era apparso nell’erboristeria e stava<br />
cercando di rimediare, ma ucciderli tutti in una corsa
forsennata verso casa non era proprio la soluzione<br />
giusta. Inoltre, anche se l’avessero saputo e avessero<br />
agito diversamente, era probabile che l’esito per Matt<br />
sarebbe stato lo stesso. Le loro precauzioni, infatti, non<br />
erano servite a salvare Elena e Bonnie.<br />
«Almeno hai i riflessi da vampiro», disse, più per<br />
rassicurare Alaric che per una reale fiducia nelle<br />
capacità di guida di Stefan.<br />
Aveva insistito per sedersi dietro con Matt, così si<br />
concentrò su di lui. Gli mise una mano sul petto per<br />
trattenerlo ed evitare che cadesse mentre l’auto<br />
sobbalzava e sbandava.<br />
Era così immobile. Non mostrava nessuna delle<br />
contrazioni e dei movimenti oculari che di solito si hanno<br />
nel sonno, solo il petto si alzava e si abbassava al ritmo<br />
regolare e leggero del respiro. Non russava neppure. E<br />
Meredith sapeva fin dal campeggio in prima media che<br />
Matt russava come una motosega. Sempre.<br />
Meredith non piangeva mai. Nemmeno quando<br />
succedevano le cose peggiori. E non aveva intenzione di<br />
cominciare adesso, soprattutto perché i suoi amici<br />
avevano bisogno che restasse calma e concentrata per
trovare il modo di salvarli. Se fosse stata il tipo di<br />
ragazza che piange al minimo problema, invece del tipo<br />
che elabora strategie, sarebbe già scoppiata in un pianto<br />
dirotto. Il respiro trattenuto in gola le faceva un po’<br />
male, finché, grazie all’autodisciplina, non tornò alla sua<br />
impassibile calma.<br />
Era l’unica rimasta. Dei quattro amici di lunga data che<br />
avevano condiviso le mattinate scolastiche, le vacanze<br />
estive, gli anni dell’adolescenza e tutti gli orrori che il<br />
mondo soprannaturale aveva loro scagliato contro, lei<br />
era l’unica che lo spirito non avesse catturato. Non<br />
ancora, almeno.<br />
Meredith strinse i denti e trattenne Matt.<br />
Stefan accostò e parcheggiò davanti alla pensione: in<br />
qualche modo aveva evitato di provocare danni ai<br />
pedoni e alle altre macchine durante il tragitto. Alaric e<br />
Meredith cominciarono a tirar fuori Matt dall’auto con<br />
estrema cautela, passandosi le sue braccia sul collo ed<br />
estraendolo lentamente dall’abitacolo, un centimetro per<br />
volta, in posizione semi-eretta. Poi arrivò Stefan che<br />
strappò Matt alle loro cure e se lo buttò sulle spalle.<br />
«Andiamo», disse, e si diresse a grandi passi verso la
pensione, tenendo in equilibrio Matt con una sola mano,<br />
senza guardarsi indietro.<br />
«Si comporta in modo piuttosto strano ultimamente»,<br />
commentò Alaric, osservandolo preoccupato. La luce<br />
radente gli illuminò la barba corta e ispida sul mento non<br />
rasato, dandole una sfumatura dorata. Si girò verso<br />
Meredith e le rivolse un sorriso mesto e disarmante: «Di<br />
nuovo in azione…».<br />
Meredith gli prese la mano e la sentì solida e calda<br />
nella sua. «Dai, andiamo», disse.<br />
Non appena entrati nella pensione, Stefan salì<br />
rumorosamente le scale per depositare Matt accanto<br />
agli altri corpi. Agli altri dormienti, rammentò a se<br />
stessa Meredith con decisione.<br />
Tenendo per mano Alaric, si diresse in cucina.<br />
Appena spinse la porta, udì la voce della signora<br />
Flowers.<br />
«Davvero molto utile, mia cara», stava dicendo, con<br />
una calda nota di approvazione nella voce. «Hai fatto un<br />
ottimo lavoro. Te ne sono davvero grata».<br />
Meredith restò a bocca aperta. Seduta al tavolo della<br />
cucina con la signora Flowers, misurata, tranquilla e
graziosa nel suo vestito di lino azzurro, c’era la<br />
dottoressa Celia Connor intenta a sorseggiare del tè.<br />
«Ciao, Alaric. Ciao, Meredith», disse Celia. Lanciò a<br />
Meredith uno sguardo gelido e penetrante. «Non<br />
immaginerete mai che cosa ho trovato».<br />
«Cosa?», chiese con ansia Alaric, lasciando la mano<br />
di Meredith. Lei sentì una stretta al cuore.<br />
Celia si chinò su un borsone posato sul pavimento,<br />
accanto alla sedia, e ne estrasse un pesante libro<br />
rilegato in pelle marrone. Sorrise trionfante e annunciò:<br />
«È un libro sugli spiriti. Alla fine la dottoressa Beltram<br />
me l’ha spedito dal Dalcrest College, che, in effetti, ha<br />
una collezione molto vasta di testi sul paranormale».<br />
«Suggerisco di trasferirci nello studio», disse la signora<br />
Flowers. «Lì staremo più comodi e potremo esaminare<br />
con calma i contenuti del libro».<br />
Si spostarono nello studio, ma Stefan, quando li<br />
raggiunse, sembrava tutt’altro che calmo e tranquillo.<br />
«Diversi tipi di spiriti», disse Stefan, prendendo il libro<br />
dalle mani di Celia e sfogliandone rapidamente le<br />
pagine. «La storia degli spiriti nella nostra dimensione.<br />
Dov’è il rituale di esorcismo? Perché questo coso non
ha un indice?».<br />
Celia scrollò le spalle. «È un volume molto raro e<br />
antico», disse. «Non è stato facile trovarlo ed è l’unico<br />
sull’argomento su cui probabilmente riusciremo a<br />
mettere le mani, forse l’unico in circolazione, quindi direi<br />
che possiamo soprassedere su cose come la mancanza<br />
di un indice. In questi libri antichi, l’autore voleva che tu<br />
leggessi dall’inizio alla fine per imparare bene<br />
l’argomento trattato, che comprendessi a fondo il<br />
messaggio, non che trovassi subito la pagina che ti<br />
serviva, ignorando il resto. Comunque, potresti provare<br />
a cercare verso la fine».<br />
Con uno sguardo sofferente, Alaric osservò Stefan<br />
maltrattare le pagine. «È un libro raro, Stefan», disse.<br />
«Potresti fare più attenzione, per favore? Che ne dici di<br />
lasciar guardare me? Ho esperienza con questo genere<br />
di libri e sono bravo a trovare ciò che mi serve».<br />
Stefan gli ringhiò contro, letteralmente, e Meredith si<br />
sentì la pelle d’oca. «Faccio da solo, professore. Ho<br />
una certa fretta».<br />
Guardò il testo, socchiudendo gli occhi. «Perché<br />
utilizzavano questi caratteri ornati?», si lamentò. «Non
ditemi che è perché è antico. Io sono più vecchio di<br />
questo libro e a stento riesco a leggerlo. Uh. “Spiriti che<br />
si nutrono come vampiri di un dato vizio, che si tratti del<br />
senso di colpa, della disperazione o del rancore; oppure<br />
della gola per cibi e bevande, del demone del vino o<br />
della lussuria per le donne di malaffare. Più forte è il<br />
vizio, più nefaste saranno le manifestazioni dello spirito<br />
creato”. Penso che avremmo potuto anche arrivarci da<br />
soli».<br />
La signora Flowers stava un po’ in disparte dal resto<br />
del gruppo. Aveva lo sguardo fisso nel vuoto e<br />
sembrava stesse borbottando tra sé mentre comunicava<br />
con sua madre.<br />
«Capisco», disse. «Glielo dirò». Socchiudendo gli<br />
occhi, mise a fuoco gli altri, che stavano alle spalle di<br />
Stefan. «Mama dice che il tempo sta scadendo», li<br />
avvisò.<br />
Stefan saltò in piedi ed esplose. «So che sta<br />
scadendo», le urlò dritto in faccia, mentre lei lo<br />
guardava stupita e incredula. «Sua madre non potrebbe<br />
dirci qualcosa di utile una volta tanto?».<br />
Vacillando, la signora Flowers si allontanò da lui e
impugnò lo schienale di una sedia per riprendere<br />
l’equilibrio. Era pallida e d’un tratto parve più vecchia e<br />
fragile che mai.<br />
Stefan spalancò gli occhi e le sue iridi verdi presero il<br />
colore del mare in tempesta, poi tese le mani verso di lei<br />
con un’espressione inorridita. «Mi scusi», disse. «Mi<br />
scusi, signora Flowers. Non intendevo spaventarla.<br />
Non so cosa mi abbia preso… È solo che sono molto<br />
preoccupato per Elena e gli altri».<br />
«Lo so, Stefan», disse con gravità la signora Flowers.<br />
Aveva riacquistato l’equilibrio e appariva di nuovo<br />
forte, calma e saggia. «Li riavremo indietro. Devi avere<br />
fede. Mama ha fede».<br />
Stefan tornò a sedere, di nuovo con gli occhi sul libro,<br />
le labbra serrate in una linea sottile.<br />
Sentendo prudere la pelle per il nervosismo, Meredith<br />
strinse la presa sul bastone mentre lo osservava.<br />
Quando aveva rivelato agli altri che i membri della sua<br />
famiglia erano cacciatori di vampiri da generazioni e che<br />
toccava a lei finire il lavoro dei suoi antenati, aveva<br />
promesso a Elena che non se la sarebbe mai presa con<br />
Stefan, poiché capiva che non era malvagio come gli
altri vampiri, che era buono. Innocuo e benevolo verso<br />
gli umani.<br />
Non aveva fatto la stessa promessa per Damon, ed<br />
Elena e Stefan non le avevano chiesto di farla.<br />
Condividevano la tacita opinione che Damon non<br />
potesse essere definito innocuo, neppure quando, a<br />
malincuore, collaborava con loro, e che Meredith aveva<br />
bisogno di una certa libertà di scelta quando si trattava<br />
di lui.<br />
Stefan… Non aveva mai pensato che sarebbe potuto<br />
accadere, ma ora temeva che un giorno o l’altro non<br />
sarebbe più stata in grado di mantenere le sue<br />
promesse. Non l’aveva mai visto come negli ultimi<br />
giorni: irrazionale, rabbioso, violento, imprevedibile.<br />
Sapeva che il suo comportamento era probabilmente<br />
provocato dallo spirito, ma se invece Stefan fosse<br />
diventato pericoloso? Sarebbe riuscita a ucciderlo se<br />
necessario? Era un suo amico.<br />
Sentiva il cuore battere all’impazzata. Si accorse di<br />
stringere il bastone così forte che le sue nocche erano<br />
sbiancate, e le faceva male la testa. Capì che avrebbe<br />
affrontato Stefan e avrebbe cercato di ucciderlo, se
necessario. Era vero, era suo amico, ma il dovere<br />
veniva prima dell’amicizia.<br />
Trasse un profondo respiro e rilassò le mani,<br />
allentando la presa sul bastone. Calma, si ripeté.<br />
Respira. Stefan stava più o meno mantenendo<br />
l’autocontrollo. Non era costretta a prendere quella<br />
decisione. Non ancora, comunque.<br />
Pochi minuti dopo, Stefan smise di girare le pagine.<br />
«Ecco», disse. «Penso che sia questo». Porse il libro<br />
alla signora Flowers. La donna esaminò velocemente la<br />
pagina e annuì. «Sembra il rituale giusto», disse con<br />
convinzione. «In casa dovrei avere tutto il necessario<br />
per eseguirlo».<br />
Alaric prese il volume. Anche lui lesse l’incantesimo,<br />
aggrottando la fronte. «Dev’essere proprio un rituale di<br />
sangue?», chiese alla signora Flowers. «Se fallisce lo<br />
spirito potrebbe ritorcerlo contro di noi».<br />
«Temo che dovremo fare un rituale di sangue»,<br />
rispose la signora Flowers. «Ci servirebbe più tempo<br />
per tentare di modificare il rituale, e il tempo è l’unica<br />
cosa che non abbiamo. Se le nostre supposizioni sul<br />
modo in cui lo spirito sfrutta i suoi prigionieri sono
esatte, vuol dire che ogni secondo che passa diventa più<br />
potente».<br />
Alaric fece per controbattere ma fu interrotto.<br />
«Un attimo», disse Celia, con un’insolita nota stridula<br />
nella voce roca. «Un rituale di sangue? Che cosa<br />
significa? Non voglio essere coinvolta in nulla di…»,<br />
cercò la parola giusta, «riprovevole».<br />
Fece per prendere il libro, ma Stefan glielo impedì,<br />
battendoci una mano sopra. «Riprovevole o no, è ciò<br />
che faremo», disse con un tono calmo, ma duro come<br />
l’acciaio. «Tu ne fai parte. È troppo tardi per tirarsi<br />
indietro. Non te lo permetterò».<br />
Celia fu scossa da un brivido convulso e si rannicchiò<br />
contro lo schienale della sedia. «Non osare<br />
minacciarmi», ribatté con voce tremante.<br />
«Datevi una calmata, tutti quanti», disse brusca<br />
Meredith. «Celia, nessuno ti obbligherà a fare nulla<br />
senza il tuo consenso. Ti proteggerò io stessa, se<br />
necessario». Il suo sguardo volò ad Alaric, che<br />
osservava tutti con aria preoccupata. «Ma abbiamo<br />
bisogno del tuo aiuto. Per favore. Forse ci hai salvati<br />
tutti trovando l’incantesimo, e te ne siamo grati, ma
Stefan ha ragione: anche tu fai parte di questa storia.<br />
Non so se funzionerà senza di te». Esitò un attimo. «O,<br />
se funzionasse, potresti restare l’unico bersaglio dello<br />
spirito», aggiunse scaltra.<br />
Celia rabbrividì di nuovo e si portò le braccia al petto.<br />
«Non sono una codarda», disse mestamente. «Sono<br />
una scienziata, e questo… misticismo irrazionale mi<br />
preoccupa. Ma ci sono dentro. E farò quel che posso<br />
per aiutarvi».<br />
Meredith, per la prima volta, provò un guizzo di<br />
simpatia per lei. Capiva come doveva essere difficile<br />
continuare a ritenersi una persona razionale mentre i<br />
confini di ciò che aveva sempre accettato come reale le<br />
crollavano intorno.<br />
«Grazie, Celia». Meredith guardò gli altri, uno per<br />
uno. «Abbiamo il rituale. Abbiamo gli ingredienti.<br />
Dobbiamo solo mettere tutto insieme e cominciare ad<br />
attuare l’incantesimo. Siamo pronti?».<br />
Tutti si raddrizzarono sulla sedia e assunsero<br />
un’espressione di ferma risolutezza. Per quanto<br />
spaventoso, era un bene avere finalmente un piano e<br />
uno scopo.
Stefan fece dei respiri profondi: era evidente che stava<br />
cercando di controllarsi, rilassando le spalle e<br />
assumendo un atteggiamento meno minaccioso.<br />
«D’accordo, Meredith», disse. I suoi tempestosi occhi<br />
verdi incontrarono le iridi grigie della ragazza, in perfetto<br />
accordo. «Facciamolo».
10<br />
Sapendo di non poter eseguire il rituale a stomaco<br />
vuoto, Stefan andò a caccia di scoiattoli nel cortile, poi<br />
tornò nel garage della pensione. Meredith aveva<br />
parcheggiato la Ford d’epoca della signora Flowers nel<br />
vialetto e lo spazio era più che sufficiente a sistemare<br />
tutto il materiale necessario per il rituale di esorcismo.<br />
Stefan inclinò la testa, sentendo un lieve scalpiccio<br />
nell’ombra, e identificò i rapidi battiti del cuore di un<br />
topolino. L’atmosfera non era molto rassicurante, ma<br />
quella stanza ampia con il pavimento di cemento era<br />
perfetta per l’incantesimo.<br />
«Passatemi il metro a nastro, per favore», disse Alaric,<br />
sdraiato al centro del pavimento del garage. «La linea<br />
che sto disegnando dev’essere della lunghezza giusta».<br />
La signora Flowers aveva scovato una scatola di<br />
gessetti colorati da qualche parte nella pensione e Alaric
stava fedelmente ricopiando sul cemento liscio i cerchi, i<br />
simboli arcani, le parabole e le ellissi dalle pagine del<br />
libro che teneva aperto accanto a sé.<br />
Stefan gli passò il metro e lo osservò mentre prendeva<br />
minuziosamente le misure di ogni tratto, dai cerchi al<br />
centro del disegno alla fila di strane rune vicino ai<br />
margini esterni. «La precisione è fondamentale», disse<br />
Alaric, aggrottando la fronte mentre ricontrollava le<br />
estremità del metro a nastro. «Se commettiamo il<br />
minimo errore rischiamo di liberare quella cosa a Fell’s<br />
Church».<br />
«Ma non è già libera?», chiese Stefan.<br />
«No», spiegò Alaric. «Questo rituale permetterà allo<br />
spirito di apparire nella sua forma materiale, che è molto<br />
più pericolosa della forma incorporea in cui ci appare<br />
adesso».<br />
«Allora è meglio che tu non faccia errori», concordò<br />
torvo Stefan.<br />
«Se tutto va come previsto, lo spirito resterà<br />
intrappolato nel cerchio centrale», disse Alaric,<br />
indicandolo. «Noi ci metteremo ai margini del disegno,<br />
laggiù, dietro quelle rune. Lì dovremmo essere al
sicuro». Alzò lo sguardo e rivolse a Stefan un sorriso<br />
mesto. «Almeno spero. Purtroppo è la prima volta che<br />
faccio un rito d’invocazione nella vita reale, anche se ho<br />
letto parecchio a riguardo».<br />
Fantastico, pensò Stefan, ma si limitò a ricambiare il<br />
sorriso di Alaric senza fare commenti. Quell’uomo stava<br />
facendo del suo meglio. Potevano soltanto sperare che<br />
bastasse a salvare Elena e gli altri.<br />
Meredith e la signora Flowers entrarono nel garage<br />
con una busta di plastica a testa. Celia le seguiva.<br />
«Acqua santa», disse Meredith, tirando fuori dalla<br />
sporta un nebulizzatore per mostrarlo a Stefan.<br />
«Non funziona con i vampiri», le ricordò lui.<br />
«Non dobbiamo evocare un vampiro», rispose lei e<br />
andò a nebulizzare gli spazi esterni del disegno, attenta a<br />
non toccare le linee di gesso.<br />
Alaric si alzò e, cominciando a muoversi con brevi,<br />
cauti saltelli, uscì dall’enorme disegno multicolore, con il<br />
libro stretto in mano. «Dovremmo essere quasi pronti»,<br />
disse.<br />
La signora Flowers guardò Stefan: «Abbiamo bisogno<br />
anche degli altri», disse, «tutti quelli che hanno subito gli
effetti del potere dello spirito devono essere presenti».<br />
«Posso dare una mano a portarli giù», si offrì Alaric.<br />
«Non è necessario», disse Stefan e andò da solo al<br />
piano di sopra. Rimase in piedi accanto al letto della<br />
camera con le pareti rosa e crema a guardare Elena,<br />
Matt e Bonnie. Le due ragazze non si erano mosse da<br />
quando aveva messo lì Matt.<br />
Sospirò e prese in braccio Elena per prima. Dopo un<br />
attimo di esitazione, afferrò anche il cuscino e una<br />
coperta. Almeno poteva tentare di farla stare comoda.<br />
Qualche minuto dopo, i tre ragazzi addormentati<br />
giacevano davanti alla saracinesca del garage,<br />
abbastanza lontani dal disegno, con le teste sostenute<br />
dai cuscini.<br />
«E adesso che facciamo?», chiese Stefan.<br />
«Ora prendiamo una candela a testa», disse la signora<br />
Flowers, aprendo la sua busta di plastica. «Dovete<br />
scegliere quella del colore che vi rappresenta. Stando al<br />
libro, le candele devono essere coniche e molto<br />
profumate, ma non ci sono altre indicazioni a riguardo.<br />
Io non ne prenderò una», disse porgendo la sporta a<br />
Stefan. «Lo spirito non ha concentrato i suoi poteri su di
me ed è dal 1943 che non provo invidia per qualcuno».<br />
«Che è successo nel 1943?», chiese Meredith,<br />
incuriosita.<br />
«Nancy Sue Baker mi ha soffiato la corona al<br />
concorso di Little Miss Fell’s Church», rispose la<br />
signora Flowers. Vedendo che Meredith la fissava a<br />
bocca aperta, alzò le braccia al cielo. «Sono stata<br />
bambina anch’io, sapete? Ero davvero adorabile con i<br />
miei boccoli alla Shirley Temple, e a mia madre piaceva<br />
farmi indossare vestitini pieni di balze e gale e mostrarmi<br />
in giro».<br />
Scacciando dalla mente l’inusitata immagine della<br />
signora Flowers con i boccoli alla Shirley Temple,<br />
Stefan rovistò nell’assortimento di candele e ne scelse<br />
una di colore blu scuro. Gli sembrava adatta al proprio<br />
carattere in qualche modo. «Ci servono candele anche<br />
per gli altri», disse. Scelse con cura una candela dorata<br />
per Elena e una rosa per Bonnie.<br />
«Le stai scegliendo solo in base al colore dei capelli?»,<br />
chiese Meredith. «Sei proprio un maschio».<br />
«Comunque, lo sai anche tu che questi sono i colori<br />
giusti per loro», ribatté Stefan. «E i capelli di Bonnie
sono rossi, non rosa».<br />
Meredith annuì con riluttanza. «Suppongo che tu abbia<br />
ragione. Bianco per Matt, comunque».<br />
«Dici?», chiese Stefan. Non sapeva che candela<br />
scegliere per Matt. A stelle e strisce, forse, se ce ne<br />
fosse stata una.<br />
«È la persona più pura che io conosca», disse con<br />
dolcezza Meredith. Alaric la guardò con un sopracciglio<br />
alzato e lei gli diede una gomitata. «Puro di spirito,<br />
intendo. Non ci sono sorprese con Matt, ed è un<br />
ragazzo buono, onesto fino in fondo».<br />
«Direi di sì», disse Stefan e osservò senza<br />
commentare Meredith che prendeva per sé una candela<br />
marrone scuro.<br />
Alaric rimescolò le candele nella busta e ne scelse una<br />
verde scuro, e Celia una color lavanda chiaro. La<br />
signora Flowers prese la busta con le candele rimanenti<br />
e la ripose su uno scaffale alto vicino alla porta del<br />
garage, tra una confezione di terriccio da giardino e una<br />
vecchia lampada a cherosene.<br />
Si sedettero tutti sul pavimento, fuori dal disegno, di<br />
fronte al cerchio vuoto al centro dello schema, con le
candele spente in mano. I dormienti giacevano dietro di<br />
loro. Meredith teneva in grembo la candela di Bonnie;<br />
Stefan aveva quella di Elena e Alaric quella di Matt.<br />
«Ora le consacreremo con il nostro sangue», disse<br />
Alaric. Tutti si girarono a guardarlo e lui scrollò le<br />
spalle, sulla difensiva. «È quello che dice il libro».<br />
Meredith prese un coltellino dalla borsa, s’incise un<br />
dito e, con un movimento veloce e disinvolto, lo passò<br />
dalla punta alla base della sua candela marrone,<br />
lasciandovi una striscia di sangue, poi porse il coltello<br />
ad Alaric, insieme a una boccetta di disinfettante. Uno a<br />
uno, gli altri seguirono il suo esempio.<br />
«Questa è proprio una pazzia», disse Celia. Trasalì,<br />
ma non si tirò indietro.<br />
Stefan era molto sensibile all’odore del sangue umano<br />
in quello spazio ristretto. Anche se si era appena nutrito,<br />
sentì un istintivo formicolio alla base dei canini.<br />
Meredith prese le candele, si avvicinò ai suoi amici<br />
addormentati e, uno a uno, sollevò le loro mani e fece<br />
un taglietto rapido e preciso, strofinando il sangue sulle<br />
rispettive candele. Nemmeno un brivido, da parte loro.<br />
Quando ebbe finito, Meredith ridistribuì le candele dei
dormienti e tornò al suo posto.<br />
Alaric cominciò a leggere le prime righe<br />
dell’incantesimo in latino. Dopo un paio di frasi, esitò<br />
sulla pronuncia di una parola e Stefan, in silenzio, prese<br />
il grimorio. Continuò a leggere fluentemente dal punto in<br />
cui si era interrotto Alaric. Le parole scorrevano senza<br />
intoppi dalle sue labbra e parlare di nuovo in latino gli<br />
ricordò l’infanzia, le ore trascorse con il suo tutore,<br />
centinaia di anni prima, e il periodo in cui aveva vissuto<br />
in un monastero inglese nei primi anni della sua lotta<br />
contro il vampirismo.<br />
Al momento opportuno, schioccò le dita e, con un<br />
tocco di Potere, la sua candela si accese da sola. La<br />
porse a Meredith, che fece cadere qualche goccia di<br />
cera fusa sul pavimento del garage, ai bordi del disegno,<br />
e vi fissò la candela. Al momento prescritto dal rito,<br />
accese anche le altre, una alla volta, mentre Meredith le<br />
fissava sul pavimento, finché fra loro e la linea di gesso<br />
del disegno ci fu una piccola schiera di candele che<br />
ardevano con coraggio.<br />
Stefan continuò a leggere. All’improvviso le pagine del<br />
libro cominciarono a svolazzare. Un vento freddo e
innaturale si levò all’interno del garage chiuso e le<br />
fiamme delle candele guizzarono selvaggiamente prima<br />
di spegnersi. Due candele si rovesciarono. I lunghi<br />
capelli di Meredith le sferzarono il viso.<br />
«Questo non dovrebbe accadere», gridò Alaric.<br />
Ma Stefan, strizzando gli occhi nella tormenta,<br />
continuò a leggere.<br />
L’oscurità assoluta e la sgradevole sensazione di<br />
cadere nel vuoto durarono solo per un minuto, poi<br />
Elena atterrò dolorosamente in piedi e inciampò in<br />
avanti prima di ritrovare l’equilibrio, afferrando le mani<br />
di Matt e Bonnie.<br />
Si trovavano in uno spazio buio, di forma ottagonale,<br />
circondati da porte chiuse. C’era solo un mobile al<br />
centro della stanza. E, dietro la solitaria scrivania, c’era<br />
un bellissimo vampiro a petto nudo, che sfoggiava un<br />
muscoloso corpo abbronzato e una lunga e folta chioma<br />
color bronzo che gli ricadeva sulle spalle.<br />
Elena lo riconobbe subito.<br />
«Siamo nella Guardiola!», esclamò sorpresa.<br />
Sage saltò in piedi dall’altro lato della scrivania con<br />
un’espressione quasi comica sul viso. «Elena?»,
esclamò. «Bonnie? Matt? Che succede? Qu’est-ce<br />
qu’il se passe?».<br />
In condizioni normali, Elena sarebbe stata felice di<br />
vedere Sage, che si era sempre mostrato gentile e<br />
disponibile con lei, ma doveva trovare Damon. Doveva<br />
essere lì, ne era certa. Le sembrava quasi di sentire la<br />
sua voce che la chiamava.<br />
Attraversò a grandi passi la stanza vuota, trascinando<br />
con sé Matt e Bonnie e degnando appena di uno<br />
sguardo l’attonito guardiano.<br />
«Scusa, Sage», disse appena raggiunse la porta che<br />
cercava. «Dobbiamo trovare Damon».<br />
«Damon?», disse lui. «È tornato di nuovo?». Elena e<br />
gli altri varcarono la soglia, ignorando Sage che urlava:<br />
«Fermi! Arrêtez-vous!».<br />
La porta si chiuse dietro di loro e si ritrovarono in un<br />
paesaggio di cenere. In quel luogo arido non cresceva<br />
nulla e non c’erano punti di riferimento. Aspri venti<br />
trasportavano la sottile cenere nera su valli e dune<br />
mobili. Davanti ai loro occhi, una forte raffica sollevò il<br />
leggero strato superiore di cenere e lo fece vorticare in<br />
una nube che presto si posò di nuovo, dando un’altra
forma al paesaggio. Sotto lo strato leggero, si vedevano<br />
paludi di cenere fangosa. Lì vicino c’era una pozza<br />
d’acqua immobile, satura di cenere. Non c’erano altro<br />
che fango e cenere, solo, di tanto in tanto, s’intravedeva<br />
un mucchietto di terra bruciata o un pezzo di legno.<br />
Su di loro gravava un cielo crepuscolare nel quale si<br />
stagliavano un immenso pianeta e due grosse lune, una<br />
bianca striata di azzurro e l’altra argentata.<br />
«Dove siamo?», chiese Matt, fissando il cielo a bocca<br />
aperta.<br />
«Una volta questa era una terra – una Luna Oscura,<br />
tecnicamente – che prosperava sotto l’ombra di un<br />
enorme albero», rispose Elena, continuando ad<br />
avanzare con passo energico. «Finché non l’ho<br />
distrutta. È qui che è morto Damon».<br />
Pur senza voltarsi, sentì che Matt e Bonnie si erano<br />
scambiati uno sguardo perplesso. «Ma, ehm, poi è<br />
tornato, giusto? Non l’avevi visto a Fell’s Church l’altra<br />
notte?», chiese esitante Matt. «Perché siamo venuti qui<br />
adesso?»<br />
«So che Damon è vicino», rispose con impazienza<br />
Elena. «Riesco a sentire la sua presenza. È tornato.
Forse è da questo posto che ha cominciato a indagare<br />
sul fantasma». Continuarono a camminare. Ben presto,<br />
più che camminare, si ritrovarono ad arrancare nella<br />
cenere nera, che si attaccava in grossi grumi disgustosi<br />
sulle loro gambe. Il fango sotto la cenere s’incollava alle<br />
scarpe, e si staccava, a ogni passo, con un viscido<br />
suono di risucchio.<br />
Erano quasi arrivati. Lo sentiva. Elena accelerò il<br />
passo e gli altri, che la tenevano ancora per mano, si<br />
affrettarono a raggiungerla. Lo strato di cenere lì era più<br />
spesso e profondo perché si stavano avvicinando al<br />
punto in cui un tempo sorgeva il tronco dell’albero, il<br />
centro di quel mondo. Elena ricordava l’esplosione,<br />
l’albero lanciato nel cielo come un razzo, che si<br />
disintegrava man mano che ricadeva. Il corpo di Damon<br />
era stato lì sotto, ed era stato completamente sepolto<br />
dalla pioggia di cenere.<br />
Elena si fermò. Davanti a lei c’era un denso e<br />
tremolante mucchio di cenere che doveva arrivarle<br />
almeno alla vita. Pensò che forse era il punto in cui si<br />
era risvegliato Damon, perché la cenere era smossa e<br />
c’era un solco al centro, come se qualcuno avesse
scavato un tunnel per uscire da uno degli strati più<br />
profondi. Ma lì intorno non c’era nessuno oltre a loro.<br />
Una fredda raffica di vento sollevò una nuvoletta di<br />
cenere e Bonnie tossì. Elena, immersa fino alle<br />
ginocchia nella cenere fredda e appiccicosa, lasciò la<br />
sua mano, le prese il braccio e se lo fece passare sulle<br />
spalle.<br />
«Non c’è», disse, sconcertata. «Ero così sicura di<br />
trovarlo qui».<br />
«Allora deve essere da qualche altra parte», disse<br />
Matt in tono razionale. «Sono sicuro che sta lottando<br />
contro lo spirito, come hai detto tu. La Dimensione<br />
Oscura è grande».<br />
Bonnie rabbrividì e si strinse a Matt, con gli occhi<br />
castani spalancati e pieni di pathos, come quelli di un<br />
cucciolo affamato. «Possiamo andare a casa adesso?<br />
Per favore. Sage può riportarci a casa, giusto?».<br />
«Proprio non capisco», disse Elena, fissando lo spazio<br />
vuoto dove un tempo sorgeva l’immenso tronco<br />
dell’albero. «Ero sicura di trovarlo qui. In pratica,<br />
sentivo la sua voce che mi chiamava».<br />
Proprio allora, una risata bassa e musicale infranse il
silenzio. Era un suono bellissimo, ma aveva qualcosa di<br />
alieno e raggelante, qualcosa che la fece rabbrividire.<br />
«Elena», mormorò Bonnie, spalancando gli occhi. «È<br />
la voce che ho sentito prima che la nebbia mi<br />
prendesse».<br />
Si voltarono.<br />
Dietro di loro c’era una donna, o meglio un essere con<br />
sembianze femminili. Non si trattava di una vera donna.<br />
E, come la risata, anche l’essere era bellissimo, ma<br />
spaventoso. Lei – anzi esso – era immenso, alto una<br />
volta e mezzo un normale essere umano, ma<br />
perfettamente proporzionato, e sembrava fatto di<br />
nebbia e ghiaccio, con sfumature verdi e blu, come il più<br />
puro dei ghiacciai; i suoi occhi erano limpidi, di un verde<br />
chiarissimo. I fianchi e le gambe, che apparivano solidi,<br />
traslucidi come il ghiaccio, si sfocarono e si<br />
trasformarono sotto i loro occhi, diventando un<br />
mulinello di nebbia.<br />
Dietro lo spirito fluttuava una lunga chioma di capelli<br />
verde acqua, simile a una nube che si addensa poco a<br />
poco. L’essere sorrise a Elena, e i suoi denti aguzzi<br />
brillarono come ghiaccioli argentati. Tuttavia, c’era
qualcosa nel suo petto che non era ghiaccio, ma pareva<br />
solido, rotondo e scuro. Rosso scuro.<br />
Elena vide tutto in un istante, prima che il corpo che<br />
pendeva dalle mani tese della donna di ghiaccio<br />
richiamasse tutta la sua attenzione.<br />
«Damon!». Restò senza fiato.<br />
La donna di ghiaccio lo teneva per il collo con<br />
indifferenza, ignorando i suoi tentativi di liberarsi mentre<br />
penzolava nel vuoto. Sembrava non facesse alcuno<br />
sforzo, quasi avesse in mano un giocattolo. Il vampiro,<br />
nel suo vestito nero, dimenava le gambe, sferrando calci<br />
ai fianchi di quell’essere, invano, perché i piedi<br />
passavano attraverso il suo corpo brumoso.<br />
«Elena», disse Damon con voce fievole e strozzata.<br />
La donna di ghiaccio – lo spirito – piegò la testa di<br />
lato e lo guardò, poi gli strinse ancora di più il collo.<br />
«Non ho bisogno di respirare… idiota di uno spirito»,<br />
disse Damon ansimando, con tono di sfida.<br />
Il sorriso dello spirito si allargò. «Ma ti può scoppiare<br />
la testa, vero? Mi andrà bene lo stesso», disse con una<br />
voce fredda e dolce, simile al tintinnio dei cristalli. Lo<br />
scosse un po’ e rivolse il suo sorriso a Elena, Bonnie e
Matt. Elena fece d’istinto un passo indietro, appena<br />
quegli occhi freddi come il ghiaccio si posarono su di<br />
lei.<br />
«Benvenuta», le disse lo spirito con un tono gioioso,<br />
come se fossero vecchie conoscenti. «Ho trovato te e i<br />
tuoi amici molto rinfrescanti, con tutte le vostre piccole<br />
gelosie. L’invidia di ognuno di voi ha un sapore diverso.<br />
Vi ho fatto passare un mare di guai, non è vero? Erano<br />
millenni che non mi sentivo così forte e ben nutrita».<br />
Assunse un’espressione pensierosa e cominciò a<br />
scuotere piano Damon su e giù. Il vampiro emetteva un<br />
gemito gutturale, strozzato, e lacrime di dolore gli<br />
rigavano la faccia.<br />
«Ma avreste fatto meglio a rimanere dove vi avevo<br />
messo», continuò lo spirito, con un tono leggermente<br />
più freddo, e cominciò a far oscillare Damon, finché il<br />
suo corpo non descrisse un grande arco nell’aria.<br />
Damon rantolò e tentò di liberarsi dall’immensa mano<br />
dello spirito. Elena non era nemmeno certa che fosse<br />
vero che non aveva bisogno di respirare. Damon non si<br />
sarebbe fatto scrupolo di mentire a riguardo, se avesse<br />
avuto una buona ragione, e probabilmente avrebbe
mentito anche senza motivo, solo per infastidire<br />
l’avversario.<br />
«Smettila!», urlò Elena.Lo spirito rise di nuovo,<br />
sinceramente divertito. «Dai, costringimi, piccoletta».<br />
Serrò la stretta intorno al collo di Damon, che fu scosso<br />
da uno spasmo. Poi gli occhi del vampiro si<br />
rovesciarono indietro, finché Elena vide solo lo spettrale<br />
candore della sclera striato da rossi capillari esplosi, e<br />
infine il suo corpo si afflosciò.
11<br />
Matt fissava inorridito lo spirito che sballottava<br />
Damon come una bambola di pezza.<br />
Elena si girò e guardò negli occhi Matt e Bonnie.<br />
«Dobbiamo salvarlo», bisbigliò con un’espressione di<br />
fiera determinazione sul viso, e cominciò subito a<br />
correre, schivando i cumuli di cenere.<br />
Matt supponeva che se Damon, con tutta la sua forza<br />
da vampiro e le abilità di combattimento perfezionate<br />
per secoli, era del tutto impotente nelle mani dello<br />
spirito – cavoli, da come lo strattonava adesso, la sua<br />
testa rischiava di scoppiare sul serio – allora loro tre in<br />
quello scontro avevano le stesse possibilità di una palla<br />
di neve all’inferno. L’unica domanda da farsi, a quel<br />
punto, era se lo spirito avesse intenzione di uccidere<br />
anche loro.<br />
E la verità era che Damon non gli piaceva, nemmeno
un poco. È vero che aveva contribuito a salvare Fell’s<br />
Church da Katherine e Klaus, e dai demoni kitsune, ma<br />
era pur sempre un vampiro omicida, sarcastico,<br />
impenitente, presuntuoso, arrogante, odioso e il più<br />
delle volte sgarbato. Anche se, volendo essere<br />
generosi, gli si attribuiva il salvataggio di ogni singolo<br />
abitante di Fell’s Church, non c’erano dubbi che nel<br />
corso della sua lunga vita Damon avesse danneggiato<br />
più persone di quante ne avesse aiutate. E poi lo<br />
chiamava sempre “Mutt”, fingendo di non ricordare il<br />
suo vero nome, e questo lo mandava in bestia.<br />
Esattamente ciò che Damon voleva.<br />
Tuttavia, Elena lo amava. Quale che fosse la ragione.<br />
Matt sospettava si trattasse della stessa inesplicabile<br />
ragione per cui le brave ragazze s’innamorano sempre<br />
di qualche ragazzaccio ribelle. Matt, da uomo tutto d’un<br />
pezzo, non ne aveva mai capito il fascino.<br />
Contrariamente a Elena.<br />
Ma Damon faceva parte della squadra, più o meno, e<br />
Matt non poteva rimanere a guardare mentre un<br />
compagno di squadra veniva decapitato da una<br />
demoniaca donna di ghiaccio su una luna ricoperta di
cenere in un’altra dimensione. Come minimo doveva<br />
fare del suo meglio per salvarlo. Anche se gli stava<br />
antipatico.<br />
Perciò corse dietro a Elena, seguito da Bonnie.<br />
Quando arrivarono davanti allo spirito, Elena stava già<br />
tormentando la grossa mano azzurro ghiaccio stretta<br />
intorno alla gola di Damon, nel tentativo di sollevare le<br />
dita quanto bastava a infilarci sotto le sue. Lo spirito a<br />
stento la degnò di uno sguardo. Matt, sospirando tra sé,<br />
pensò all’inutilità di quello che stavano facendo e vibrò<br />
un pugno poderoso contro lo stomaco dello spirito.<br />
Ma il corpo di ghiaccio dell’avversario si trasformò in<br />
una nebbia intangibile e il suo braccio vi passò<br />
attraverso senza toccarlo. Perdendo l’equilibrio, Matt<br />
vacillò e cadde sul busto vaporoso dello spirito.<br />
Fu come cadere in un canale di scolo congelato. Un<br />
gelo intorpidente e un orribile, nauseante odore lo<br />
avvilupparono. Si tirò fuori dalla nebbia, scosso da<br />
brividi e da conati di vomito, ma intero. Si guardò<br />
attorno frastornato, battendo le palpebre.<br />
Elena era alle prese con le dita dello spirito: graffiava e<br />
tirava, ma quello la osservava con una sorta di
distaccato divertimento e pareva che gli sforzi della<br />
ragazza non lo preoccupassero e non lo disturbassero<br />
nemmeno un po’. Poi si mosse, così veloce che Matt<br />
vide solo un confuso turbinio di verde e blu, e spinse via<br />
Elena, che dimenando braccia e gambe, atterrò su un<br />
cumulo di cenere. Si rialzò subito in piedi. Un rivolo di<br />
sangue le colava dall’attaccatura dei capelli, lasciando<br />
tracce rosse nella cenere che le copriva il viso.<br />
Anche Bonnie si dava da fare: si era messa alle spalle<br />
dello spirito e tirava pugni e calci. La maggior parte<br />
delle volte, i suoi colpi non andavano a segno perché<br />
trapassavano la nebbia incorporea, ma di tanto in tanto<br />
riusciva a colpire il ghiaccio. Pure quei colpi parevano<br />
del tutto inefficaci. Matt non era nemmeno sicuro che lo<br />
spirito si fosse accorto che Bonnie lo stesse attaccando.<br />
Damon pendeva ancora dalla mano dello spirito, con<br />
le vene che gli sporgevano. La pelle del collo era<br />
sbiancata attorno ai tendini tesi. Che fosse o no un<br />
vecchio vampiro con i super-poteri, stava soffrendo.<br />
Matt rivolse una preghiera a qualsiasi santo proteggesse<br />
le persone che seguono le cause perse e si gettò di<br />
nuovo nella mischia.
C’era solo oscurità. Poi arrivò il dolore, l’oscurità si<br />
tinse di rosso, infine si schiarì e Damon riacquistò la<br />
vista.<br />
Lo spirito – quella stronza di uno spirito! – lo teneva<br />
per il collo, e la sua pelle era terribilmente fredda, così<br />
fredda che lo bruciava ovunque toccasse. Non riusciva<br />
a muoversi.<br />
Ma vedeva Elena, in piedi sotto di lui. La bellissima<br />
Elena, coperta di cenere, rigata di sangue, con i denti in<br />
mostra e gli occhi fiammeggianti come una dea<br />
guerriera. Damon aveva il cuore gonfio di amore e<br />
paura. Il piccolo, coraggioso pettirosso e “Mutt”<br />
combattevano al suo fianco.<br />
Per favore, avrebbe voluto dire. Non cercate di<br />
salvarmi. Scappa. Elena, devi scappare.<br />
Ma non riusciva a muoversi e non riusciva a parlare.<br />
Lo spirito cambiò posizione e, sotto gli occhi di<br />
Damon, Elena smise di lottare e si strinse lo stomaco,<br />
con una smorfia di dolore. Matt e Bonnie si<br />
contorcevano allo stesso modo, i loro volti erano pallidi<br />
e tesi, le bocche spalancate per urlare. Bonnie emise un<br />
lungo lamento e si accasciò.
Oh, no, pensò Damon inorridito. Non Elena. Non il<br />
pettirosso. Non per me.<br />
Poi, all’improvviso, una raffica di vento mulinò intorno<br />
a lui, strappandolo alle grinfie dello spirito. Sentì un<br />
ruggito nelle orecchie e un pizzicore negli occhi.<br />
Guardandosi attorno, vide Bonnie ed Elena con i capelli<br />
che svolazzavano; Matt, che agitava le braccia come un<br />
ossesso; e lo spirito, che finalmente aveva<br />
un’espressione sorpresa anziché saccente sul viso verde<br />
acqua.<br />
Un tornado, pensò confuso Damon, e poi: un<br />
Portale, e capì che qualcosa lo stava spingendo a tutta<br />
velocità verso l’alto, ancora una volta nelle tenebre.<br />
L’ululato era diventato assordante e Stefan era<br />
costretto a urlare persino per sentire la propria voce.<br />
Doveva stringere il libro con entrambe le mani poiché<br />
rischiava di farselo sfuggire: era come se qualcosa di<br />
vivo ed estremamente forte stesse cercando di<br />
strapparglielo via.<br />
«Mihi adi. Te voco. Necesse est tibi parere », recitò<br />
Stefan. «Vieni a me. Ti invoco. Devi obbedire».<br />
Quella era l’ultima frase dell’incantesimo di
evocazione in latino. La parte che seguiva era la formula<br />
di esorcismo, che sarebbe stata in inglese. Ovviamente,<br />
era necessario che lo spirito fosse presente perché<br />
quella parte dell’incantesimo fosse efficace.<br />
Il vento che infuriava nel garage divenne ancora più<br />
forte. Fuori rombavano i tuoni.<br />
Stefan guardò il cerchio al centro del disegno,<br />
oscurato dalle ombre in fondo alla stanza, ma non vide<br />
nulla. Il vento innaturale cominciò ad attenuarsi. Il<br />
panico si fece strada nel suo petto. E se avessero<br />
fallito? Lanciò un’occhiata ansiosa ad Alaric e<br />
Meredith, poi alla signora Flowers, ma nessuno lo stava<br />
guardando: avevano tutti gli occhi inchiodati al centro<br />
del disegno.<br />
Stefan tornò a osservare il cerchio, nutrendo<br />
un’assurda speranza. Ma non c’era nulla lì.<br />
Un attimo!<br />
D’un tratto, proprio al centro del cerchio, qualcosa si<br />
mosse, producendo un impercettibile lampo di luce<br />
verde acqua, che diffuse uno strano gelo nella stanza.<br />
Non era come il vento freddo che aveva turbinato nel<br />
garage, ma somigliava più a un respiro di ghiaccio,
come se in quel punto ci fosse qualcuno che inalava ed<br />
esalava un alito lento, costante e raggelante.<br />
Il bagliore divenne più grande, più intenso, più scuro.<br />
D’un tratto, Stefan vide che l’informe bagliore si<br />
trasformava e prendeva le sembianze di una donna. Una<br />
donna gigantesca dal corpo di ghiaccio e nebbia, con<br />
sfumature blu e verdi. Nel petto aveva una rosa rosso<br />
scuro, il cui stelo era un fitto groviglio di spine.<br />
Meredith e Celia emisero un sonoro gemito. La<br />
signora Flowers si mantenne calma, mentre Alaric<br />
rimase a bocca aperta.<br />
Doveva essere lo spirito della gelosia. Stefan aveva<br />
sempre pensato alla gelosia come a un calore bruciante.<br />
Baci violenti, rabbia feroce. Ma la rabbia, la lussuria,<br />
l’invidia, tutte le emozioni contenute nella gelosia,<br />
potevano anche essere fredde, e Stefan non aveva<br />
dubbi che avessero evocato lo spirito giusto.<br />
Pensò e dimenticò tutte queste cose in un attimo,<br />
perché la donna di ghiaccio non era la sola a essersi<br />
materializzata al centro del cerchio.<br />
Confusi, malfermi sulle gambe, scossi dal pianto,<br />
sporchi di fango e cenere, erano apparsi anche tre
umani.<br />
La sua bellissima, elegante Elena, incrostata di<br />
sporcizia, con i capelli d’oro aggrovigliati e arruffati e<br />
rivoli di sangue che le scorrevano lungo il viso. La<br />
piccola e fragile Bonnie, con il volto pallido e rigato di<br />
lacrime, che pure graffiava e tirava calci allo spirito con<br />
un’espressione furente. E Matt, sempre affidabile e<br />
americano fino al midollo, sporco e scarmigliato, che si<br />
girò a guardarli con un’espressione particolarmente<br />
perplessa, come se si stesse chiedendo dove diamine<br />
fossero finiti.<br />
C’era anche un’altra persona, una quarta figura,<br />
ansimante e malferma, apparsa per ultima. Per un<br />
attimo, Stefan non lo riconobbe. Non poteva<br />
riconoscerlo, perché si supponeva che quell’uomo non<br />
fosse più al mondo. Gli apparve come un estraneo<br />
dall’aria stranamente familiare. L’estraneo si portò la<br />
mano alla gola, come per proteggerla e guardò fuori dal<br />
cerchio, dritto verso di lui. Sulle labbra gonfie e<br />
sanguinanti e negli occhi ridotti a fessure illividite,<br />
apparve lo spettro di un sorriso smagliante. Gli<br />
ingranaggi della mente di Stefan tornarono al loro posto
e finalmente ripresero a girare.<br />
Damon!<br />
Stefan era così stupefatto che non sapeva cosa<br />
provare. Poi, dal profondo del cuore, si diffuse<br />
lentamente in lui una sensazione di calore, quando<br />
comprese che suo fratello era tornato. L’ultimo pezzo<br />
della sua lunga e strana storia era di nuovo lì. Non era<br />
più solo. Fece un passo avanti, verso il margine del<br />
disegno, trattenendo il respiro.<br />
«Damon?», sussurrò, meravigliato.<br />
Gelosia si voltò di scatto verso di lui, immobilizzandolo<br />
con il suo sguardo freddo e vitreo.<br />
«Era già tornato, sai», disse con disinvoltura, e la sua<br />
voce raggelò Stefan come se gli avessero gettato in<br />
faccia dell’acqua ghiacciata. «Ma non voleva che tu lo<br />
sapessi, così avrebbe potuto avere Elena tutta per sé. È<br />
rimasto nascosto, senza far niente, per combinare<br />
qualche carognata, come al suo solito».<br />
Gelosia era senza dubbio una donna, e il suo tono<br />
freddo e pragmatico gli ricordava la vocina che talvolta<br />
parlava nei recessi della sua mente, evocando i pensieri<br />
più turpi e vergognosi. Potevano sentirla anche gli altri?
O parlava soltanto nella sua testa?<br />
Arrischiò uno sguardo verso gli altri. Stavano tutti<br />
immobili come statue – Meredith, Celia, Alaric, la<br />
signora Flowers – e fissavano Gelosia. Dietro di loro, i<br />
letti improvvisati erano vuoti. Quando le forme astrali<br />
dei tre dormienti si erano materializzate nel cerchio<br />
insieme allo spirito, i corpi dovevano essersi in qualche<br />
modo congiunti a loro all’interno del disegno.<br />
«È andato da Elena», lo schernì lo spirito. «Ti ha<br />
nascosto la sua resurrezione per poterle fare la corte.<br />
Damon non si è preoccupato nemmeno un secondo dei<br />
tuoi sentimenti. E mentre tu piangevi la sua morte, lui<br />
andava a trovare Elena nella sua stanza da letto».<br />
Stefan indietreggiò vacillando.<br />
«Vuole sempre ciò che ti appartiene, lo sai», continuò<br />
lo spirito, curvando in un sorriso le labbra trasparenti.<br />
«È sempre stato così, anche quando eravate mortali.<br />
Ricordi quando è tornato a casa dall’università e ti ha<br />
rubato Katherine? Ha sfoderato tutte le sue arti di<br />
seduttore solo perché sapeva che tu la amavi. Persino<br />
con le piccole cose: se tu avevi un giocattolo, lui se lo<br />
prendeva. Se tu volevi un cavallo, lui lo cavalcava. Se
imaneva un pezzo di carne nel vassoio, lui lo mangiava,<br />
anche se non aveva fame, soltanto per toglierlo a te».<br />
Stefan scosse lentamente la testa: si sentiva di nuovo<br />
troppo lento, come se per l’ennesima volta avesse<br />
mancato un momento cruciale. Damon aveva fatto visita<br />
a Elena? Lei sapeva che era vivo anche quando lui<br />
aveva pianto sulla sua spalla il fratello perduto?<br />
«E tu pensavi di poterti fidare di Elena, non è vero,<br />
Stefan?». Elena si girò a guardarlo, con le guance<br />
pallide sotto il velo di cenere. Aveva un’aria sofferente<br />
e preoccupata.<br />
«No, Stefan…», cominciò a dire, ma lo spirito la<br />
interruppe subito, con il veleno delle sue melliflue<br />
parole. Stefan conosceva le sue malvagie intenzioni.<br />
Non era uno stupido. Eppure si ritrovò ad annuire, a<br />
dargli ragione, mentre una rabbia sorda, feroce, si<br />
faceva strada dentro di lui sebbene la sua parte<br />
razionale cercasse di contrastarla.<br />
«Elena ha mantenuto il suo segreto con te, Stefan.<br />
Sapeva che stavi male e che la notizia della<br />
sopravvivenza di Damon avrebbe alleviato la tua<br />
sofferenza, eppure ha taciuto, perché tuo fratello le
aveva chiesto di tacere e i suoi desideri sono per lei più<br />
importanti del tuo benessere. Elena ha sempre voluto<br />
entrambi i fratelli Salvatore. È davvero buffo che tu non<br />
sia mai abbastanza per le donne che ami. Questa non è<br />
neanche la prima volta che preferisce tuo fratello, o<br />
sbaglio?».<br />
Elena scosse la testa, ma Stefan riusciva a malapena a<br />
vederla, offuscato com’era dall’ondata di rabbia e<br />
amarezza che gli montava dentro.<br />
«Segreti e bugie», continuò allegramente lo spirito, con<br />
una gelida risata argentina, «e lo sciocco Stefan<br />
Salvatore che è sempre due passi indietro. L’hai<br />
sempre saputo che c’era qualcosa fra Damon ed Elena,<br />
qualcosa di cui tu non facevi parte, Stefan, eppure non<br />
avresti mai sospettato che lei ti avrebbe tradito per lui».<br />
All’improvviso, Damon sembrò uscire dal suo<br />
stordimento, come se avesse udito lo spirito solo in quel<br />
momento. Aggrottò le sopracciglia e girò lentamente la<br />
testa per guardarlo.<br />
Aprì la bocca, ma prima che potesse pronunciare<br />
qualsiasi parola di smentita o di scherno avesse sulla<br />
lingua, Stefan cambiò espressione, come se in lui si
fosse rotto qualcosa, saltò con un grido di rabbia,<br />
atterrando al centro del disegno di gesso. Muovendosi<br />
più veloce di quanto potesse cogliere l’occhio umano,<br />
spinse Damon fuori dal cerchio e lo scagliò contro la<br />
parete opposta del garage.
<strong>12</strong><br />
«Smettila!», gridò Elena. «Stefan! Smettila! Lo<br />
ucciderai!».<br />
Ma prima ancora di finire la frase, capì che uccidere<br />
Damon, probabilmente, era proprio ciò che voleva.<br />
Stefan non si limitava a prenderlo a pugni, ma dilaniava<br />
il corpo del fratello con i denti e con le unghie, come<br />
una belva feroce. Accovacciato in una posa di furia<br />
primordiale, con i canini affilati bene in vista e il volto<br />
distorto da un ghigno di furia animalesca, somigliava più<br />
che mai a un vampiro assetato di sangue.<br />
Elena li guardava impotente e, alle sue spalle, quella<br />
voce seducente continuava a dire a Stefan che avrebbe<br />
perso ogni cosa, per l’ennesima volta. Che Damon<br />
prendeva tutto quello che gli era caro e poi lo gettava<br />
via, con crudele noncuranza, perché voleva solo<br />
distruggere ciò che gli apparteneva.
Elena si voltò e cominciò a prendere a pugni lo spirito:<br />
il terrore per ciò che Stefan stava facendo a Damon<br />
aveva cancellato ogni residuo di timore nei suoi<br />
confronti. Matt e Bonnie si unirono a lei.<br />
Come prima, le loro mani scivolarono attraverso<br />
l’immateriale corpo di nebbia. Tuttavia, il petto dello<br />
spirito era solido ed Elena ne fece il bersaglio della sua<br />
furia, colpendo la dura superficie di ghiaccio con tutta la<br />
forza di cui era capace.<br />
Nel petto ghiacciato della creatura, ardeva una<br />
sontuosa rosa rossa. Era un fiore meraviglioso, ma<br />
dall’aspetto letale, e il suo colore le ricordava il sangue<br />
avvelenato. Lo stelo spinoso sembrava gonfio, più<br />
grosso di quello di un fiore normale. Mentre Elena lo<br />
guardava, il bagliore si fece più intenso, i petali si<br />
aprirono e la rosa raggiunse il turgore della piena<br />
fioritura. È il suo cuore?, si chiese Elena. È la gelosia<br />
di Stefan che lo sta nutrendo? Sferrò un altro pugno<br />
contro il petto di ghiaccio, mirando alla rosa, e lo<br />
spirito, per un istante, la guardò.<br />
«Smettila», disse con rabbia Elena. «Lascia in pace<br />
Stefan».
Lo spirito ora la fissava apertamente e il suo sorriso si<br />
allargò, mostrando denti scintillanti, simili a ghiaccioli<br />
appuntiti oltre la nebbia delle labbra. Nelle glaciali<br />
profondità degli occhi, a Elena parve di cogliere un<br />
guizzo freddo ma genuino, che le gelò il cuore.<br />
Poi lo spirito tornò a occuparsi di Stefan e Damon e la<br />
situazione peggiorò, anche se a Elena sembrava che<br />
avesse già toccato il fondo.<br />
«Damon», chiamò lo spirito con voce gutturale, e<br />
Damon, che fino a quel momento aveva subito inerte<br />
l’assalto del fratello, vinto dalla stanchezza, con le<br />
palpebre serrate, riparandosi il viso ma non<br />
rispondendo ai colpi, aprì gli occhi.<br />
«Damon», lo chiamò ancora lo spirito, con uno<br />
scintillio negli occhi. «Che diritto ha Stefan di attaccarti?<br />
Ogni volta che hai cercato di sottrargli qualcosa, stavi<br />
solo lottando contro l’evidenza che lui ha tutto –<br />
l’amore di tuo padre, le ragazze che desideri – e tu non<br />
hai niente di niente. È un moccioso bigotto, uno<br />
smidollato che odia se stesso, eppure ha sempre avuto<br />
tutto».<br />
Damon sgranò gli occhi, come se fosse sorpreso dalla
precisione con cui quella voce esprimeva la sua infelicità<br />
più profonda, e il suo viso si contorse in preda a una<br />
varietà di sentimenti. Stefan non aveva smesso di<br />
mordere e graffiare, ma retrocedette un po’ quando<br />
Damon scattò all’attacco, afferrandolo per le braccia e<br />
torcendogliele con forza. Elena sussultò inorridita<br />
udendo uno scatto secco. O cielo, Stefan doveva<br />
essersi rotto un osso della spalla o del braccio.<br />
Ma il ragazzo non si lasciò abbattere: fece una smorfia<br />
e si lanciò di nuovo sul fratello, con il braccio rotto che<br />
penzolava goffamente. Damon era più forte, notò in<br />
silenzio Elena, ma esausto; di certo non sarebbe riuscito<br />
a mantenere a lungo il vantaggio. Per il momento<br />
sembravano quasi alla pari. Entrambi erano furiosi e<br />
combattevano senza riserve. Uno lanciò uno sgradevole<br />
ringhio animalesco, l’altro sbottò in una risata<br />
singhiozzante e sinistra, ed Elena si accorse con<br />
sgomento di non riuscire a distinguere le loro voci.<br />
Lo spirito emise un fischio divertito. Elena si ritrasse e,<br />
con la coda dell’occhio, vide che anche Bonnie e Matt<br />
avevano fatto un passo indietro.<br />
«Non rompete le linee!», urlò Alaric dall’angolo del…
Dove si trovavano? Ah, era il garage della signora<br />
Flowers. Alaric sembrava disperato, ed Elena si chiese<br />
da quanto stesse urlando. Era da un po’ che sentiva<br />
rumori di sottofondo, ma non aveva avuto il tempo di<br />
prestarvi attenzione. «Elena, Bonnie, Matt! Non<br />
rompete le linee!», gridò di nuovo. «Potete uscire, ma<br />
fate attenzione a non calpestare le linee di gesso!».<br />
Elena abbassò lo sguardo. Ai loro piedi c’era un<br />
intricato disegno tracciato con i gessetti colorati e lei,<br />
Bonnie, Matt e lo spirito si trovavano tutti nel cerchio<br />
all’interno dello schema.<br />
Bonnie fu la prima a capire ciò che stava dicendo<br />
Alaric. «Andiamo», mormorò, tirando Matt ed Elena<br />
per le braccia. Poi, con passi leggeri ma svelti, si fece<br />
strada fra le linee del disegno, allontanandosi dallo<br />
spirito e ricongiungendosi ai suoi amici. Matt la seguì.<br />
Giunto in un settore molto piccolo, dovette fermarsi su<br />
una gamba sola e portare avanti l’altra con cautela, poi<br />
inciampò e per un pelo non rovinò con la scarpa una<br />
linea di gesso blu. Ma riprese l’equilibrio e proseguì.<br />
Elena era ancora concentrata sulla terribile lotta di<br />
Damon e Stefan, quindi ci mise qualche secondo in più
a capire che anche lei doveva muoversi.<br />
Quell’esitazione stava per costarle cara. Proprio mentre<br />
era sul punto di fare il primo passo fuori dal cerchio<br />
centrale, lo spirito si girò a guardarla con i suoi occhi<br />
vitrei.<br />
Elena scappò, saltando svelta fuori dal cerchio e<br />
riuscendo per un pelo a evitare una scivolata lungo il<br />
disegno. Lo spirito tentò di colpirla, ma non riuscì a<br />
superare la barriera invisibile sopra la linea di gesso ed<br />
emise un grugnito di frustrazione.<br />
Alaric si scostò i capelli arruffati dagli occhi con la<br />
mano tremante. «Non ero sicuro che sarebbe bastato a<br />
bloccarlo», ammise, «ma pare che abbia funzionato.<br />
Ora vieni qui, Elena, e stai attenta a dove metti i piedi».<br />
Matt e Bonnie avevano già raggiunto il muro del garage<br />
e si tenevano a debita distanza dal punto in cui i due<br />
fratelli rotolavano avvinti in un corpo a corpo letale.<br />
Meredith li aveva abbracciati, nascondendo la testa<br />
scura sulla spalla di Matt, e Bonnie, rannicchiata al suo<br />
fianco, somigliava a un gattino spaventato mentre si<br />
guardava attorno con occhi sgranatiElena abbassò lo<br />
sguardo verso il complicato schema tracciato sul
pavimento e iniziò a muoversi con cautela fra le linee,<br />
dirigendosi non verso gli amici ma verso i vampiri in<br />
lotta.<br />
«Elena! No! Da questa parte!», gridò Alaric, ma lei lo<br />
ignorò. Doveva raggiungere Damon e Stefan.<br />
«Per favore», disse, con la voce rotta dal pianto,<br />
mentre si avvicinava a loro, «Damon, Stefan, dovete<br />
fermarvi. È lo spirito che vi costringe a battervi. Non<br />
volete davvero farvi del male. Non siete in voi. Per<br />
favore».<br />
Nessuno dei due fece caso a lei. Non era nemmeno<br />
sicura che l’avessero sentita. Erano quasi immobili, i<br />
muscoli tesi nella reciproca stretta mentre l’uno cercava<br />
di attaccare e al tempo stesso respingere l’altro.<br />
Lentamente, sotto lo sguardo disperato di Elena,<br />
Damon cominciò a prevalere su Stefan: gli scostò poco<br />
a poco le braccia e si chinò verso la sua gola, con i<br />
denti bianchi scintillanti come lame.<br />
«Damon, no!», strillò Elena. Si sporse per afferrargli il<br />
braccio e allontanarlo da Stefan. Lui la spinse via<br />
crudelmente, con indifferenza, senza neanche guardarla,<br />
facendola volare attraverso la stanza.
Elena cadde sulla schiena e scivolò lungo il pavimento.<br />
Si fece male davvero. Nell’impatto aveva sbattuto i<br />
denti e picchiato la testa per terra, vedendo esplodere<br />
dietro le palpebre lampi bianchi di dolore. Appena fece<br />
per rialzarsi, notò con sgomento che Damon aveva<br />
spezzato le ultime difese di Stefan e gli aveva affondato i<br />
canini in gola.<br />
«No!», strillò di nuovo. «Damon, no!».<br />
«Elena, stai attenta», urlò Alaric. «Sei all’interno del<br />
disegno. Per favore, qualunque cosa tu faccia, non<br />
spezzare altre linee».<br />
Elena si guardò attorno. Nella caduta, aveva<br />
oltrepassato, scivolando, parecchi segni di gesso, che<br />
ora formavano confuse macchie di colore intorno a lei.<br />
S’irrigidì per il terrore e soppresse un lamento. Lo<br />
spirito non era più in trappola? Lo aveva liberato lei?<br />
Facendosi coraggio, si voltò verso il cerchio al centro<br />
del disegno.<br />
Lo spirito tastava lo spazio attorno a sé, dando dei<br />
colpetti lungo le pareti invisibili che delimitavano il<br />
cerchio in cui era imprigionato. Elena vide che stringeva<br />
le labbra per lo sforzo e, portando le mani in un punto
nel vuoto, cominciava a spingere.<br />
All’interno della stanza, l’aria s’increspò.<br />
Ma lo spirito non riuscì a rompere il cerchio e, dopo<br />
un po’, smise di spingere ed emise un sibilo di<br />
frustrazione. Poi il suo sguardo cadde su di lei, e sorrise<br />
ancora.<br />
«Oh, Elena», disse, con la voce addolcita da una finta<br />
compassione. «La più bella della scuola, l’oggetto del<br />
desiderio e delle contese dei ragazzi. È davvero difficile<br />
essere te». La sua voce cambiò, assumendo un tono di<br />
scherno feroce. «Ma ora non è te che hanno in mente,<br />
non è vero?, i due che ti piacciono, non vai bene per<br />
loro. Sai perché sono attratti da te. Katherine. Sempre<br />
Katherine. Ti vogliono perché le somigli, ma tu non sei<br />
lei. La ragazza che tanto amavano molto tempo fa era<br />
fragile, dolce e gentile. Un’innocente, una vittima,<br />
l’oggetto ideale delle loro fantasie. Tu non sei per niente<br />
come lei. Prima o poi se ne renderanno conto, lo sai.<br />
Quando il tuo corpo mortale cambierà… E accadrà,<br />
stanne certa. Loro non cambieranno mai, ma tu<br />
invecchierai ogni giorno di più; fra qualche anno<br />
sembrerai molto più vecchia di loro e allora capiranno
di non amarti per niente. Tu non sei Katherine, e non lo<br />
sarai mai».<br />
Gli occhi di Elena bruciavano. «Katherine era un<br />
mostro», sibilò a denti stretti.<br />
«È diventata un mostro. All’inizio era una ragazza<br />
dolce e ingenua», la corresse lo spirito. «Damon e<br />
Stefan l’hanno distrutta. Come distruggeranno te. Non<br />
riuscirai mai a condurre una vita normale. Non sei come<br />
Meredith, Bonnie o Celia. Loro avranno l’occasione di<br />
vivere una vita normale, quando saranno pronte,<br />
nonostante tu le abbia trascinate nelle tue battaglie. Ma<br />
tu… Tu non sarai mai normale. E sai di chi è la colpa di<br />
tutto questo, vero?».<br />
Elena, senza riflettere, guardò i due fratelli: Stefan era<br />
appena riuscito a respingere Damon. Damon barcollò<br />
all’indietro, verso il gruppo di umani rannicchiati contro<br />
il muro del garage. Fiotti di sangue gli uscivano dalla<br />
bocca e scorrevano da un terribile squarcio sul collo del<br />
fratello.<br />
«Ti hanno condannata a un terribile destino, proprio<br />
come hanno fatto con l’unica donna che abbiano amato<br />
davvero», disse dolcemente lo spirito.
Elena si costrinse ad alzarsi, con il cuore in tumulto,<br />
gonfio di tristezza e rabbia.<br />
«Elena, fermati!», gridò una possente voce di<br />
contralto, piena di una tale autorità che lei distolse lo<br />
sguardo da Damon e Stefan e, sbattendo le palpebre<br />
come se l’avessero destata da un sogno, guardò gli altri,<br />
radunati fuori dal disegno.<br />
La signora Flowers era in piedi ai margini delle linee di<br />
gesso, con le mani sui fianchi e i piedi saldamente<br />
piantati a terra. Aveva le labbra serrate in una linea<br />
decisa, che esprimeva rabbia, ma i suoi occhi erano<br />
limpidi e pensierosi. Appena incontrò il suo sguardo,<br />
Elena si calmò e si sentì più forte. Poi la vecchia signora<br />
guardò il gruppo radunato alle sue spalle.<br />
«Dobbiamo eseguire subito il rituale di esorcismo»,<br />
disse. «Prima che lo spirito trovi il modo di distruggerci<br />
tutti. Elena! Puoi sentirmi?».<br />
Pervasa da una vigorosa determinazione, Elena annuì<br />
e tornò indietro per unirsi agli altri.<br />
La signora Flowers giunse le mani con forza e l’aria<br />
s’increspò di nuovo. Lo spirito smise di parlare nella<br />
mente di Elena e urlò di rabbia, agitando le braccia per
espingere le pareti invisibili della prigione che<br />
rimpiccioliva sempre di più.<br />
Meredith stava rovistando con ansia sullo scaffale in<br />
alto, accanto alla porta del garage, tastando e gettando<br />
via diversi oggetti. Dove aveva messo le candele la<br />
signora Flowers? Pennelli, no. Torce, no. Un<br />
vecchissimo barattolo di insetticida, no. Una confezione<br />
di terriccio da giardino, no. Certi strani oggetti di<br />
metallo che non riusciva a identificare al tatto, no. Busta<br />
di candele. Sì.<br />
«Le ho trovate», disse, tirandole giù dallo scaffale e<br />
rovesciandosi sulla testa la polvere che probabilmente si<br />
accumulava lassù da un decennio. «Bleah!», sputacchiò.<br />
Era un segno della gravità della situazione, pensò<br />
Meredith, che sia Elena sia Bonnie, dopo averla vista<br />
con la testa e le spalle coperte di polvere e ragnatele,<br />
non avessero riso né si fossero avvicinate per ripulirla.<br />
Avevano cose più importanti di cui preoccuparsi.<br />
«Bene», disse. «Prima di tutto, dobbiamo capire quale<br />
colore sarebbe più adatto a Damon e prendere una<br />
candela per lui». La signora Flowers aveva fatto notare<br />
che di sicuro anche Damon era una vittima dello spirito
della gelosia, pertanto avrebbe dovuto partecipare al<br />
rituale di esorcismo perché funzionasse appieno.<br />
Osservando i due fratelli vampiri che ancora<br />
cercavano di farsi a pezzi a vicenda, Meredith dubitava<br />
seriamente che Damon avrebbe partecipato. Nutriva gli<br />
stessi dubbi su Stefan, peraltro. La loro unica<br />
preoccupazione, al momento, sembrava quella di<br />
infliggersi più danni possibili. Inoltre, per far funzionare<br />
l’incantesimo, avrebbero dovuto recuperare i due<br />
vampiri.<br />
In un modo o nell’altro.<br />
Meredith si sorprese a chiedersi freddamente se, nel<br />
caso Damon e Stefan fossero morti, avrebbero potuto<br />
tranquillamente eseguire il rituale anche senza di loro.<br />
Sarebbero riusciti lo stesso a sconfiggere lo spirito? E<br />
se non si fossero assassinati a vicenda, ma avessero<br />
continuato a combattere, mettendoli tutti in pericolo,<br />
sarebbe stata capace di ucciderli lei? Scacciò il<br />
pensiero. Stefan era suo amico.<br />
E poi, si costrinse di nuovo a prendere in<br />
considerazione la possibilità di doverli uccidere. Era un<br />
suo dovere. Ed era più importante dell’amicizia; così
doveva essere.<br />
Comprese che, se fosse stato necessario, avrebbe<br />
potuto ucciderli quel giorno stesso, anche da lì a pochi<br />
minuti. Se ne sarebbe pentita per tutta la vita, ma<br />
sarebbe stata in grado di farlo.<br />
Inoltre, notò con distacco una parte della sua mente,<br />
se continuavano ad azzuffarsi così, Damon e Stefan si<br />
sarebbero uccisi l’un l’altro, liberandola da quel<br />
fardello.<br />
Elena, che fino a quel momento era rimasta ferma a<br />
riflettere – o forse si era distratta di nuovo, pensando a<br />
ciò che le aveva detto lo spirito della gelosia, Meredith<br />
non ne era sicura – prese la parola. «Rosso», disse.<br />
«C’è una candela rossa per Damon?».<br />
C’era una candela rosso scuro, e anche una nera.<br />
Meredith le prese entrambe e le mostrò a Elena.<br />
«Quella rossa», disse Elena.<br />
«Per il sangue?», chiese Meredith, lanciando uno<br />
sguardo ai lottatori, ora appena a tre metri di distanza.<br />
Dio, erano entrambi coperti di sangue, da capo a piedi.<br />
Damon ringhiò come una belva e sbatté ripetutamente la<br />
testa del fratello contro il muro del garage. Meredith
trasalì al suono sordo del cranio di Stefan che urtava<br />
contro la parete di legno intonacato. Damon gli<br />
stringeva il collo con una mano e con l’altra gli lacerava<br />
il petto, come se volesse cavargli il cuore.<br />
Lo spirito continuava a parlare con la sua voce<br />
morbida e sinistra. Meredith non riusciva a capire cosa<br />
stesse dicendo, ma notò che il suo sguardo era ancora<br />
sui fratelli, e che sorrideva mentre parlava. Pareva<br />
soddisfatto.<br />
«Per la passione», rispose Elena; poi le strappò la<br />
candela di mano e marciò come un soldato, con le<br />
spalle dritte e a testa alta, verso lo schieramento di<br />
candele che Alaric stava riaccendendo ai margini del<br />
disegno. Meredith la seguì con lo sguardo mentre<br />
accendeva la candela rossa e lasciava cadere qualche<br />
goccia di cera fusa per fissarla al pavimento.<br />
Stefan costrinse Damon a retrocedere, spingendolo<br />
vicino agli altri e al recinto di candele. Damon strisciò gli<br />
stivali sul pavimento mentre si sforzava di opporsi al<br />
fratello.<br />
«Bene», disse Alaric, guardando con ansia le candele,<br />
poi di nuovo il libro. «Dobbiamo dichiarare a turno i
sentimenti di gelosia che nutriamo nei nostri cuori, i punti<br />
deboli sui quali fa leva lo spirito, e bandirli. Se siamo<br />
sinceri, se riusciamo, almeno per un attimo, a liberarci<br />
dei nostri sentimenti di gelosia, le nostre candele si<br />
spegneranno e lo spirito si indebolirà. Funzionerà solo<br />
se riusciamo davvero a bandire la gelosia dai nostri<br />
cuori e a smettere di nutrire lo spirito e, se lo facciamo<br />
subito, tutti insieme, lo spirito potrebbe scomparire o,<br />
forse, persino morire».<br />
«E se non ci riusciamo? Che succede se cerchiamo di<br />
liberarci della gelosia, ma non riusciamo a mandarla via<br />
del tutto?», chiese Bonnie, con la fronte corrugata per la<br />
preoccupazione.<br />
«Allora il rito non funzionerà e lo spirito resterà fra<br />
noi», rispose Alaric in tono piatto. «Chi vuole<br />
cominciare?».<br />
Stefan scagliò crudelmente Damon sul pavimento di<br />
cemento, urlando di rabbia. Erano solo a un paio di<br />
metri dalla linea di candele, così Alaric si mise fra loro e<br />
la schiera di fiammelle, tentando di proteggerle con il<br />
proprio corpo. Celia rabbrividì quando Stefan,<br />
lanciando un ringhio basso e feroce, abbassò la testa
per mordere la spalla di Damon. Gelosia continuava a<br />
diffondere un vigoroso flusso di parole velenose e nei<br />
suoi occhi rilucevano bagliori sinistri.<br />
La signora Flowers batté le mani per richiamare<br />
l’attenzione. Il suo volto era severo e incoraggiante.<br />
«Ragazzi, dovete essere onesti e coraggiosi», disse.<br />
«Sarà difficile, ma dovrete confessare i vostri pensieri<br />
più meschini davanti ai vostri amici, con sincerità. E poi<br />
dovrete essere abbastanza forti da liberarvi di tali<br />
pensieri, e questo potrebbe essere ancora più difficile.<br />
Ma vi volete bene e vi prometto che ce la faremo».<br />
Da lì vicino, giunsero un tonfo e un grido di rabbia<br />
soffocato, e Alaric si gettò un’occhiata nervosa alle<br />
spalle, verso la battaglia.<br />
«Bisogna agire subito», disse brusca la signora<br />
Flowers. «Chi comincia?».<br />
Meredith stava per fare un passo avanti, stringendo il<br />
bastone per darsi coraggio, quando Bonnie prese la<br />
parola.<br />
«Io», disse con voce esitante. «Uhm. Ero invidiosa di<br />
Meredith ed Elena. Sono sempre stata…». Deglutì e<br />
riprese a parlare in tono più fermo. «A volte mi sembra
di essere solo una spalla quando sto con loro. Sono più<br />
coraggiose di me, sono migliori nel combattimento,<br />
sono più intelligenti, più belle e… più alte di me. Sono<br />
invidiosa perché sento che la gente non mi rispetta<br />
quanto Meredith ed Elena e non mi prende altrettanto<br />
sul serio. Sono invidiosa perché a volte vivo all’ombra<br />
delle mie amiche, e sono ombre piuttosto ingombranti…<br />
metaforicamente parlando. E sono invidiosa anche<br />
perché non ho mai avuto un vero ragazzo, mentre<br />
Meredith ha Alaric ed Elena ha Stefan e, non solo, ha<br />
pure Damon, che mi piace da impazzire, ma che non mi<br />
nota nemmeno quando sto vicino a lei, perché lui si<br />
accorge solo di Elena».<br />
Bonnie fece un’altra pausa e guardò Elena con gli<br />
occhi sgranati e lucidi di lacrime. «Ma voglio bene a<br />
Elena e Meredith. So che devo smetterla di fare<br />
confronti fra me e loro. Non sono soltanto una spalla;<br />
so rendermi utile e ho del talento. E…», continuò,<br />
recitando la formula che Alaric aveva distribuito a tutti,<br />
«ho nutrito lo spirito. Ma ora caccio via la mia gelosia».<br />
Nel semicerchio di lumi, la fiamma della sua candela<br />
rosa tremolò e si spense. Bonnie restò un attimo senza
fiato e sorrise a Meredith ed Elena, con un’espressione<br />
a metà tra la vergogna e l’orgoglio. Dall’interno del<br />
disegno, lo spirito della gelosia si girò di scatto a fissare<br />
Bonnie con uno sguardo furioso. «Bonnie…», esordì<br />
Meredith. Avrebbe voluto dire alla sua amica che<br />
ovviamente non era una spalla. Non si rendeva conto<br />
di quanto fosse straordinaria?<br />
Ma in quel momento Elena fece un passo verso le<br />
candele, si gettò indietro i capelli con un gesto<br />
improvviso e alzò la testa. «Ho provato invidia per gli<br />
altri abitanti di Fell’s Church», dichiarò. «Vedevo<br />
com’era facile per le altre coppie stare insieme, e anche<br />
dopo tutto quello che io e Stefan – e Damon e voi –<br />
abbiamo passato per liberare la città e consentire a tutti<br />
di avere una vita normale, continuavano a succedere<br />
cose strane, complicate e sovrannaturali. Credo di<br />
aver capito che non avrei mai avuto una vita facile,<br />
normale, e questo era difficile da accettare. Quando<br />
osservavo le altre persone e provavo invidia per loro,<br />
nutrivo lo spirito. Ma ora caccio via la mia gelosia».<br />
Elena abbozzò un sorriso. Era un sorriso mesto e<br />
strano, e Meredith, osservandola, pensò che, anche se
si era liberata della gelosia, era ancora perseguitata dal<br />
rimpianto per la vita semplice e dorata che aveva un<br />
tempo e che probabilmente aveva perduto per sempre.<br />
La candela ardeva ancora. Elena esitò. Meredith seguì<br />
il suo sguardo oltre la fila di candele, dove stavano<br />
lottando i due fratelli. Damon si alzò e trascinò Stefan<br />
sotto di sé, lasciando una lunga scia di sangue sul<br />
pavimento del garage. Il piede di Stefan sfiorò la<br />
candela rossa al termine della fila e Alaric si precipitò a<br />
sistemarla.<br />
«Ed ero gelosa di Katherine», disse Elena. «È stata il<br />
primo amore di Damon e Stefan e li ha conosciuti prima<br />
che la vita li cambiasse e li… deformasse, impedendo<br />
loro di diventare le persone che sarebbero dovute<br />
essere. E pur capendo che loro sanno che non sono<br />
Katherine e mi amano per ciò che sono, non sono mai<br />
riuscita a dimenticare che all’inizio mi hanno notata solo<br />
perché assomiglio a lei. Ho nutrito lo spirito a causa di<br />
Katherine, e ora caccio via la mia gelosia».<br />
La fiamma della candela tremolò, ma non si spense.<br />
Gelosia fece un sorrisetto trionfante, ma Elena continuò.<br />
«Ero anche gelosa di Bonnie». Bonnie alzò di scatto la
testa e fissò Elena con uno sguardo incredulo. «Ero<br />
abituata a essere l’unica umana di cui Damon si curasse,<br />
l’unica che lui non avrebbe esitato a salvare». Guardò<br />
Bonnie con gli occhi pieni di lacrime. «Sono davvero<br />
felice che Bonnie sia viva. Ma ero gelosa perché<br />
Damon teneva a lei al punto di morire per salvarla.<br />
Quando ero gelosa di Bonnie, nutrivo lo spirito. Ma ora<br />
caccio via la mia gelosia».<br />
La candela dorata si spense. Elena rivolse a Bonnie<br />
uno sguardo timido, ma lei le rispose con un sorriso<br />
sincero e affettuoso e tese le braccia. Elena l’abbracciò<br />
stretta.<br />
Meredith non aveva mai provato dispiacere per Elena,<br />
se si escludeva il lutto per la morte dei suoi genitori.<br />
Perché mai avrebbe dovuto? Era bellissima, intelligente;<br />
era nata per comandare e aveva amanti appassionati…<br />
ma ora non poteva fare a meno di sentire una punta di<br />
compassione per lei. A volte doveva essere più facile<br />
vivere una vita ordinaria che essere un’eroina.<br />
Meredith guardò lo spirito. Sembrava fremente di<br />
rabbia e ora era del tutto concentrata sugli umani.<br />
Alaric si avvicinò agli altri, aggirando le candele e
voltandosi a controllare i due vampiri. Damon aveva<br />
inchiodato crudelmente suo fratello al muro. Il volto di<br />
Stefan era contorto in una smorfia di dolore e si sentiva<br />
il rumore del suo corpo che raschiava contro la<br />
superficie dura. Ma almeno per il momento non stavano<br />
mettendo in pericolo le candele.<br />
Meredith volse l’attenzione al suo ragazzo. Di cosa<br />
mai poteva essere geloso Alaric? Era stato, piuttosto,<br />
oggetto della gelosia per circa una settimana.<br />
Alaric le si avvicinò e le prese una mano. «Ero<br />
invidioso di te, Meredith», disse guardandola negli<br />
occhi. «E dei tuoi amici».<br />
Meredith lo fissò perplessa con un sopracciglio alzato.<br />
Che cosa voleva dire?<br />
«Cielo». Sbottò in una mezza risata. «Eccomi qua, un<br />
dottorando in parapsicologia. Per tutta la vita non ho<br />
desiderato altro che provare a me stesso che al mondo<br />
accadono più cose di quelle che vediamo, che alcuni<br />
degli eventi che crediamo sovrannaturali sono reali. Poi<br />
sono venuto in questo paesino della Virginia perché<br />
giravano voci che qui ci fossero dei vampiri, voci a cui<br />
nemmeno credevo, e quando sono arrivato ho trovato
questa straordinaria, bellissima ragazza, così sicura di<br />
sé, e ho scoperto che veniva da una famiglia di<br />
cacciatori di vampiri. E i suoi amici erano vampiri,<br />
streghe, sensitive e adolescenti che tornavano dalla<br />
morte per combattere il male. Avevano appena finito il<br />
liceo, ma avevano visto cose che io nemmeno<br />
immaginavo. Avevano sconfitto mostri, salvato città,<br />
viaggiato in altre dimensioni. Insomma, io non ho nulla<br />
di speciale e, tutt’a un tratto, metà delle persone che<br />
conoscevo, compresa la ragazza che amavo, erano<br />
praticamente supereroi». Scosse la testa, guardando<br />
Meredith con ammirazione. «Ho nutrito lo spirito. Ma<br />
ora caccio via la mia gelosia. Devo solo venire a patti<br />
con l’idea di essere il fidanzato di un’eroina». La<br />
candela verde si spense subito.<br />
Bloccato nel cerchio interno, lo spirito soffiò e<br />
camminò avanti e indietro nello spazio ristretto come<br />
una tigre in gabbia. Sembrava furioso, ma non<br />
particolarmente debole.<br />
Celia parlò dopo Alaric. Aveva un’espressione stanca<br />
ma tranquilla. «Ho nutrito lo spirito della gelosia»,<br />
proclamò. «Ero gelosa di Meredith Suarez». Non disse
perché. «Ma ora vedo che è inutile. Ho nutrito lo<br />
spirito, ma ora caccio via la mia gelosia».<br />
Parlò come se stesse buttando qualcosa nella<br />
spazzatura. Eppure la candela lilla si spense.<br />
Meredith aveva le idee chiare su quello che doveva<br />
dire, e non sarebbe stato difficile, perché aveva vinto,<br />
dopotutto. Anche se forse la battaglia c’era stata solo<br />
nella sua mente. Aprì la bocca per parlare, ma Matt si<br />
schiarì la gola e la precedette.<br />
«Io ho…». Incespicò sulle parole. «Presumo… no, so<br />
di aver nutrito lo spirito della gelosia. Non ho mai<br />
smesso di amare Elena Gilbert alla follia, da quando la<br />
conosco. Ed ero geloso di Stefan. Fin dall’inizio. Anche<br />
adesso che Gelosia l’ha intrappolato nella sua dannata<br />
battaglia sono geloso di lui, perché ha Elena. Lei ama<br />
Stefan, non me. Ma, be’, non importa… Tanto so da<br />
parecchio tempo che le cose fra me ed Elena non<br />
possono funzionare, almeno da parte sua, e che non è<br />
colpa di Stefan. Ho nutrito lo spirito, ma ora caccio via<br />
la mia gelosia». Arrossì ed evitò accuratamente di<br />
guardare Elena. La candela bianca si spense, mandando<br />
un lungo filo di fumo verso il soffitto.
Tre candele rimaste, pensò Meredith, guardando le<br />
ultime fiammelle che ardevano senza tremiti. La candela<br />
blu scuro di Stefan, quella rossa di Damon e la sua<br />
candela marrone. Lo spirito si era indebolito? Dietro le<br />
sbarre invisibili, Gelosia ringhiò. Più che altro sembrava<br />
che fosse riuscita di nuovo a guadagnare un po’ di<br />
spazio e aveva ripreso a spingere contro i muri invisibili,<br />
come se cercasse un punto debole.<br />
Meredith sapeva che non doveva spezzare la catena<br />
di confessioni. «Ho nutrito lo spirito della gelosia», disse<br />
con voce chiara e forte. «Ero gelosa di Celia Connor.<br />
Amo Alaric, ma so di essere molto più giovane di lui.<br />
Non ho nemmeno cominciato l’università, non ho mai<br />
viaggiato e non ho visto nulla del mondo – quello<br />
umano, intendo – oltre al posto in cui sono cresciuta.<br />
Celia ha tante cose in comune con lui: esperienze,<br />
educazione, interessi. E so che a lui piace moltissimo.<br />
Inoltre è molto bella, intelligente, sicura di sé. Ero<br />
gelosa perché temevo che me l’avrebbe portato via.<br />
Ma se fosse riuscita a conquistarlo, avrebbe significato<br />
che lui non mi apparteneva. Non si può rubare una<br />
persona». Sorrise esitante a Celia che, dopo un attimo,
abbozzò un sorriso di risposta. «Caccio via…».<br />
«Attenti!», urlò Alaric. «Damon! Stefan! Fermatevi!».<br />
Meredith alzò lo sguardo. Stefan e Damon,<br />
barcollando, superarono la fila di candele e passarono<br />
davanti ad Alaric, che tentò di afferrarli. Ma i due<br />
vampiri si liberarono di lui senza sforzo, come se non si<br />
fossero nemmeno accorti che li aveva toccati, e<br />
continuarono a combattere con ferocia, spingendo l’uno<br />
contro l’altro. Ignari di tutto ciò che non fosse la loro<br />
battaglia, si avvicinarono sempre più allo spirito.<br />
«No!», urlò Elena.<br />
Damon spinse Stefan, che, sfregando il tacco dello<br />
stivale sulla linea di gesso, danneggiò il confine della<br />
piccola gabbia circolare in cui era imprigionato lo<br />
spirito. Il cerchio era infranto.<br />
Lo spirito si liberò con un grido di trionfo.
13<br />
«Non siamo riusciti a indebolirlo. Non abbastanza!»,<br />
gridò Meredith, sovrastando le urla di Gelosia. Lo<br />
spirito, anzi, appariva più forte. Attraversò il garage con<br />
un gran balzo e la zittì con un manrovescio. Meredith<br />
sentì un dolore bruciante, vide un lampo di luce bianca e<br />
si sentì sbattere contro il muro. Si rialzò barcollando,<br />
stordita.<br />
Lo spirito stava per attaccarla di nuovo. Più<br />
lentamente stavolta, con un sorriso di anticipazione.<br />
Allora l’incantesimo deve servire a qualcosa,<br />
pensò Meredith, disorientata, altrimenti non le<br />
importerebbe che io finisca la mia parte.<br />
Meredith impugnò il suo bastone da combattimento.<br />
Non si sarebbe fatta atterrare facilmente, se poteva<br />
prevenire l’attacco. Alaric aveva detto che era una<br />
supereroina. I supereroi continuano a lottare, anche
quando le probabilità giocano a loro sfavore.<br />
Sferrò un feroce e abile colpo di taglio con la punta<br />
del bastone. Tutte quelle ore di pratica erano servite a<br />
qualcosa, perché lo spirito non si aspettava il colpo, e il<br />
bastone, anziché passare invano attraverso il suo corpo<br />
di nebbia, lo colse nella forma solida, appena sopra la<br />
rosa che aveva in petto. La lama sulla punta del bastone<br />
aprì una profonda ferita nel petto dello spirito, e quando<br />
Meredith lo tirò indietro per sferrare un secondo colpo,<br />
vide un vischioso liquido verde che colava dalla punta<br />
dell’arma.<br />
Ma, appena fece per colpire di nuovo, la fortuna la<br />
abbandonò. Lo spirito si lanciò contro di lei, muovendo<br />
le mani così in fretta che Meredith non si accorse di<br />
nulla, finché non vide che l’altro capo del bastone era<br />
nelle sue mani. Lo spirito lo impugnava con destrezza,<br />
come se non pesasse nulla, e, incurante della punta<br />
aguzza e velenosa e dell’ammasso di aghi d’argento,<br />
legno e ferro, cominciò a tirare.<br />
Meredith puntò i piedi, ma strisciò rapida e inerme<br />
lungo il pavimento del garage, trascinata dallo spirito<br />
che, quando fu abbastanza vicina, allungò la mano per
afferrarla, con una smorfia di rabbia e disprezzo sul<br />
volto di ghiaccio. Oh, no, balbettò la sua voce interiore,<br />
non è possibile. Non può finire così.<br />
Ma un attimo prima che la toccasse, l’espressione<br />
dello spirito cambiò e nei suoi occhi sbocciò uno<br />
sguardo di pura confusione. Lasciò cadere l’arma, e<br />
Meredith, liberandosi con uno strattone, riacquistò<br />
l’equilibrio, tremando violentemente e ansimando per<br />
prendere fiato.<br />
Lo spirito sembrava essersi dimenticato di lei, almeno<br />
per il momento, e guardava un punto alle sue spalle.<br />
Mostrava i denti di ghiaccio e c’era un’espressione di<br />
furia mostruosa sul suo volto verdastro. Meredith<br />
osservò i muscoli dei suoi arti di ghiaccio che si<br />
tendevano, si dissolvevano in una nebbia vorticante,<br />
mantenendo la forma delle braccia, e poi si<br />
solidificavano di nuovo, nella tesa immobilità di prima.<br />
Non riesce a muoversi, comprese Meredith. Si girò a<br />
guardare dietro di sé.<br />
La signora Flowers stava in piedi, dritta e imponente,<br />
e fissava lo spirito con gli ardenti occhi azzurri. Teneva<br />
una mano tesa davanti a sé, con un’espressione
concentrata e determinata. Diverse ciocche di capelli<br />
grigi le erano sfuggite dalla crocchia e stavano ritte<br />
intorno al capo, come se fossero permeate di elettricità<br />
statica.<br />
La strega mosse le labbra senza emettere suoni e<br />
s’irrigidì per contrastare lo spirito che si sforzava di<br />
muoversi: sembrava paralizzata, come se stesse<br />
lottando per sostenere un fardello terribilmente pesante.<br />
I freddi e assorti occhi celesti della signora Flowers e<br />
quelli verdi dello spirito, simili a ghiacciai di montagna, si<br />
incrociarono in una silenziosa battaglia.<br />
Lo sguardo della signora Flowers era fermo, ma le sue<br />
braccia tremavano violentemente ed Elena non sapeva<br />
quanto ancora sarebbe riuscita a resistere e a tenere lo<br />
spirito sotto controllo. Non a lungo, sospettava. La<br />
signora Flowers non si era ancora ripresa del tutto dalla<br />
battaglia contro i kitsune, che aveva quasi prosciugato<br />
le sue energie. Non era pronta a combattere di nuovo.<br />
Elena sentiva il cuore battere all’impazzata e non<br />
osava guardare Stefan e Damon che lottavano, coperti<br />
di sangue, dall’altra parte del garage, perché l’unica<br />
cosa che di sicuro in quel momento non poteva
permettersi era un attacco di panico. Doveva<br />
concentrarsi, doveva pensare.<br />
«Meredith», disse brusca Elena, con un tono così<br />
autoritario che tutti smisero di osservare la lotta fra lo<br />
spirito e la signora Flowers per guardare lei. «Finisci la<br />
tua parte del rituale».<br />
Meredith la fissò un attimo con aria perplessa, poi<br />
partì in quarta. Era una delle sue tante straordinarie<br />
qualità: su di lei si poteva sempre fare affidamento,<br />
perché, anche nella situazione peggiore, si sarebbe<br />
ricomposta e avrebbe portato a termine il lavoro.<br />
«Ho nutrito lo spirito», disse Meredith, abbassando lo<br />
sguardo sulla sua candela marrone, ancora accesa, «ma<br />
ora caccio via la mia gelosia».<br />
Le sue parole avevano il timbro della verità e la<br />
candela si spense.<br />
Lo spirito rabbrividì e fece una smorfia, contraendo le<br />
dita con rabbia. Il rosso intenso della rosa nel suo petto<br />
sbiadì per un istante, assumendo una tonalità rosa<br />
scuro, prima di tornare a un vibrante cremisi. Ma… non<br />
sembrava sconfitto, solo un po’ irritato. Non distolse lo<br />
sguardo neanche per un attimo dalla signora Flowers, e
continuò a tendere i muscoli scolpiti nel ghiaccio,<br />
cercando di avanzare.<br />
Le candele si erano spente quasi tutte. Solo due<br />
fiammelle tremolavano ancora, sulla candela blu e sulla<br />
rossa, solo due vittime nutrivano ancora lo spirito con la<br />
loro gelosia.<br />
Eppure, dato che quasi tutte le sue vittime gli erano<br />
state strappate via, lo spirito non avrebbe dovuto<br />
indebolirsi? Non avrebbe dovuto lottare per<br />
sopravvivere o, perlomeno, essere un po’ malandato?<br />
Elena si girò a guardare Alaric. «Alaric», sussurrò.<br />
«Che cosa dice il libro? L’incantesimo non dovrebbe<br />
già aver cominciato a distruggere lo spirito?».<br />
Alaric stava osservando la silenziosa resa dei conti fra<br />
lo spirito e la signora Flowers, con i pugni tesi e i<br />
muscoli contratti, come se potesse in qualche modo<br />
prestare la propria forza alla vecchia signora, così gli ci<br />
volle un po’ di tempo – Tempo che non abbiamo,<br />
pensò furiosa Elena – per accorgersi che gli stava<br />
parlando. Dopo che lei gli ebbe ripetuto la domanda,<br />
Alaric osservò lo spirito con occhio più analitico e nel<br />
suo sguardo sorse una preoccupazione nuova.
«Non ne sono del tutto certo», disse, «ma il libro<br />
suggerisce… C’è scritto qualcosa del tipo: “Ogni parola<br />
pronunciata con sincerità, ogni emozione negativa<br />
soppressa con convinzione restituirà alle vittime la vita<br />
che lo spirito ha rubato dai loro pensieri e azioni. Ogni<br />
parola sincera pronunciata contro di lui lo sbriciolerà”.<br />
Potrebbe essere solo retorica, oppure l’autore non ha<br />
mai assistito al rituale di persona, ma ne ha solo sentito<br />
parlare. Tuttavia, sembra…». Esitò.<br />
«Sembra che l’incantesimo avrebbe già dovuto<br />
ucciderlo», disse Elena in tono piatto. «E sembra che<br />
non stia funzionando».<br />
«Non capisco cosa potrebbe essere andato storto»,<br />
commentò Alaric con aria infelice.<br />
D’un tratto Elena cambiò prospettiva e vide tutto con<br />
chiarezza.<br />
«Io l’ho capito», disse. «Deve essere perché non è<br />
uno spirito comune, ma un Originario. Non l’abbiamo<br />
creato con le nostre emozioni, quindi non basta<br />
sottrargliele per distruggerlo. Penso che dovremo<br />
tentare qualcos’altro».<br />
Stefan e Damon erano ancora avvinghiati nella lotta.
Erano entrambi malconci e coperti di sangue. Stefan si<br />
muoveva come se qualche organo interno fosse stato<br />
danneggiato e il braccio ferito pendeva con<br />
un’angolatura innaturale, eppure continuava a lottare<br />
con la stessa ferocia del fratello.<br />
Elena dedusse che ora si stavano attaccando di loro<br />
iniziativa. Lo spirito, assorto nella battaglia con la<br />
signora Flowers, non stava più mormorando velenose<br />
parole d’incoraggiamento. Se Damon e Stefan non<br />
erano più sedotti dalla voce di Gelosia, forse potevano<br />
essere persuasi ad ascoltare qualcun altro. Elena,<br />
cercando di non attirare l’attenzione dello spirito, si<br />
avvicinò ai due lottatori.<br />
Damon sanguinava dal collo e da un lungo sfregio sulla<br />
testa e aveva lividi intorno agli occhi. Zoppicava, ma<br />
stava chiaramente avendo la meglio. Stefan girava<br />
intorno al fratello con circospezione, mantenendosi a<br />
debita distanza, curvo in avanti per proteggere le gravi<br />
ferite interne e aveva un lungo lembo di pelle strappata<br />
che gli pendeva dalla guancia.<br />
Damon lo guardava con un sorriso feroce,<br />
avvicinandosi poco a poco. Nei suoi occhi c’era una
prontezza di riflessi che esprimeva appieno la sua natura<br />
di predatore, il piacere di cacciare e uccidere. Elena<br />
comprese che, nell’euforia della battaglia, doveva aver<br />
dimenticato contro chi stava combattendo. Non si<br />
sarebbe mai perdonato, quando fosse tornato in sé, di<br />
aver ferito gravemente Stefan, o di averlo ucciso.<br />
Anche se, le sussurrò una voce interiore, una parte di<br />
lui l’ha sempre desiderato.<br />
Elena ignorò il pensiero. Forse una parte di lui voleva<br />
far del male a Stefan, ma il vero, integro Damon non lo<br />
voleva. Se c’era qualcosa che aveva imparato dalla<br />
lotta contro lo spirito, era che i sentimenti negativi che<br />
ognuno nasconde nel profondo dell’anima non<br />
rappresentano ciò che una persona è realmente. Quei<br />
sentimenti non definiscono la vera personalità di un<br />
individuo.<br />
«Damon», gridò. «Damon, pensa! Lo spirito ti sta<br />
influenzando. È lui che ti spinge a combattere». Avvertì<br />
la propria voce diventare più alta e implorante. «Non<br />
lasciarti battere da lui. Non permettere che ti distrugga».<br />
Damon non diede segno di averla udita. Aveva ancora<br />
quel sorriso bestiale e stringeva il cerchio intorno al
fratello, spingendolo sempre di più verso un angolo del<br />
garage. Presto Stefan sarebbe stato in trappola e non<br />
avrebbe avuto più vie di fuga.<br />
E, intravedendo un’espressione di sfida sul povero,<br />
martoriato volto di Stefan, Elena comprese che non<br />
sarebbe fuggito, neanche se Damon gliene avesse dato<br />
la possibilità. Ormai era dominato solo dai sentimenti di<br />
odio verso il fratello.<br />
Stefan scoprì i denti in un ringhio feroce. Damon tirò<br />
indietro il pugno per preparare un colpo potente e<br />
allungò i canini, pregustando il sangue del fratello.<br />
Più veloce di quanto fosse mai stata in tutta la sua vita,<br />
almeno da umana, Elena si gettò fra loro mentre Damon<br />
sferrava il pugno. Chiudendo forte gli occhi, allargò le<br />
braccia per proteggere Stefan e attese l’impatto.<br />
Quando Elena, con un salto, si interpose fra lui e<br />
Stefan, Damon si muoveva a una tale velocità che nello<br />
slancio aveva proteso tutto il corpo. Con la sua forza<br />
sovrumana, quel pugno le avrebbe frantumato le ossa e<br />
distrutto la faccia.<br />
Ma Damon si fermò in tempo, come solo un vampiro<br />
può fare. Elena sentì lo spostamento d’aria provocato
dal colpo, sentì persino le nocche che le sfioravano il<br />
viso, ma non provò alcun dolore.<br />
Aprì gli occhi con cautela. Damon era pronto a<br />
colpire, i muscoli contratti, un braccio ancora alzato.<br />
Ansimava forte e c’era una strana luce nei suoi occhi.<br />
Elena gli restituì lo sguardo.<br />
Era un briciolo di sollievo quello che gli brillava negli<br />
occhi? Pensava di sì. La domanda era: Damon era<br />
sollevato perché si era fermato prima di ucciderla o<br />
perché lei gli aveva impedito di uccidere Stefan? Di<br />
certo avrebbe potuto toglierla di mezzo e attaccare di<br />
nuovo il fratello se davvero avesse voluto.<br />
Elena colse l’occasione e si protese verso Damon,<br />
avviluppando le nocche ferite nella sua piccola mano.<br />
Lui non si oppose mentre lei gli abbassava il pugno sul<br />
fianco e si lasciò manovrare passivamente.<br />
«Damon», disse Elena con dolcezza. «Damon, ora<br />
puoi fermarti». Lui socchiuse gli occhi. Elena era certa<br />
che potesse sentirla, ma Damon stringeva le labbra con<br />
un’espressione feroce e non rispose.<br />
Senza lasciargli andare la mano, Elena si volse verso<br />
Stefan. Era vicino, dietro di lei, e guardava fisso il
fratello. Ansimava e si pulì distrattamente la bocca con il<br />
dorso della mano, spargendo il sangue sul viso. Elena gli<br />
prese la mano appiccicosa di sangue.<br />
Sentì che Damon aveva irrigidito le dita e, voltandosi<br />
verso di lui, vide che le stava osservando l’altra mano,<br />
quella che stringeva il pugno del fratello. Anche Stefan<br />
guardò nello stesso punto e gli angoli della sua bocca<br />
gonfia si sollevarono in un sorriso amaro.<br />
Dietro di loro, lo spirito ringhiò mentre lottava contro il<br />
potere della signora Flowers. La sua voce pareva più<br />
forte e rabbiosa.<br />
«Sentite», disse con urgenza, guardando dall’uno<br />
all’altro. «Lo spirito non si occupa di voi ora, quindi<br />
potete pensare per conto vostro. Ma la signora Flowers<br />
non riuscirà a trattenerlo a lungo. Dovete farlo, dovete<br />
usare la testa adesso, invece di usare solo le mani.<br />
Devo dirvi… Uhm». Si schiarì la gola, sentendosi in<br />
imbarazzo. «Non ve l’ho mai detto, ma quando Klaus<br />
mi teneva prigioniera, dopo la morte di Katherine, mi<br />
mostrava spesso… delle immagini. Ricordi, presumo. I<br />
ricordi di Katherine. Ricordi di quando eravate umani e<br />
stavate con lei. Di quando eravate giovani, vivi e
innamorati. Vedevo quanto profondo fosse il vostro<br />
amore per lei. Lo odiavo, odiavo la verità di<br />
quell’amore. E sapevo che all’inizio vi eravate accorti di<br />
me solo a causa dell’amore che avevate per lei. Questo<br />
mi ha sempre turbata un po’, anche se so che adesso<br />
l’amore che provate per me è più profondo».<br />
La guardavano entrambi e Stefan schiuse le labbra per<br />
parlare. Elena scosse bruscamente la testa e continuò.<br />
«No, lasciatemi finire. Ho detto che mi turbava un po’.<br />
Non mi ha distrutta e non ha cambiato ciò che sento…<br />
per tutti e due. So che vi siete accorti di me perché vi<br />
ricordavo Katherine, ma so anche che superato quel<br />
momento, entrambi avete salvato me, Elena. E in me<br />
non vedete più lei».<br />
Doveva avventurarsi su un terreno pericoloso, quindi<br />
procedette con cautela, cercando di presentare le sue<br />
argomentazioni con logica e tatto. «Dicevo, è una cosa<br />
che so per certo, no? Ma quando lo spirito mi ha<br />
parlato, ha riportato a galla le vecchie gelosie, le ha<br />
riaccese. Anche le altre cose che mi ha detto sono in<br />
parte vere. Sì, a volte sono invidiosa delle ragazze che<br />
hanno…», non riuscì a trattenere un sorriso, «una
normale vita amorosa. Ma nei momenti di lucidità so<br />
che non vorrei essere come loro. Quello che ho è<br />
straordinario, anche se è difficile». Deglutì. «E so anche<br />
che le cose che lo spirito vi ha detto sono in parte vere.<br />
Siete gelosi l’uno dell’altro. Certi eventi del passato vi<br />
fanno ancora arrabbiare e vi sconvolge che io ami<br />
entrambi. Ma so anche che questo non è tutto. Non è<br />
neanche la cosa più importante. Non più. Le cose sono<br />
cambiate da quando gelosia e rabbia erano gli unici<br />
sentimenti che provavate l’uno per l’altro. Avete<br />
lavorato insieme e vi siete guardati le spalle a vicenda.<br />
Siete tornati a essere fratelli».<br />
Guardò Damon negli occhi, in cerca di una reazione.<br />
«Damon, Stefan era devastato quando pensava che<br />
fossi morto. Sei suo fratello, ti vuole bene, non sapeva<br />
più cosa fare senza di te. Sei una parte importante della<br />
sua vita, passata e presente. Sei l’unico che gli sia<br />
rimasto accanto sempre».<br />
Si girò a guardare Stefan. «Stefan, Damon non ti ha<br />
nascosto di essere ancora vivo per farti soffrire o per<br />
liberarsi di te o per qualunque motivo ti abbia fatto<br />
credere lo spirito. Voleva poter tornare nel modo e nel
momento che riteneva giusti per farti capire che le cose<br />
sarebbero andate diversamente fra voi. Che lui era in<br />
grado di cambiare. Ed era per te che voleva cambiare.<br />
Non per me. Per te. Sei suo fratello, ti vuole bene e<br />
vuole che le cose vadano meglio tra voi».<br />
Elena s’interruppe per prendere fiato e valutare<br />
l’effetto delle sue parole sui due fratelli, sempre che ne<br />
avessero avuto uno. Perlomeno, al momento non<br />
stavano cercando di ammazzarsi. Era un buon segno,<br />
probabilmente. Si fissavano con un’espressione<br />
indecifrabile. Damon si leccò il sangue dalle labbra.<br />
Stefan sollevò il braccio e sfiorò con cautela gli squarci<br />
sul viso e sul petto. Nessuno dei due parlò. Esisteva<br />
ancora un legame tra loro? Negli occhi neri Damon<br />
aveva un’espressione quasi tenera mentre guardava le<br />
ferite sul collo del fratello.<br />
Elena li lasciò andare e alzò le mani. «Bene», disse.<br />
«Se riuscite a perdonarvi, dovete solo pensare a questo:<br />
lo spirito vuole che combattiate. Vuole che vi uccidiate,<br />
che continuiate a odiarvi. La vostra gelosia lo nutre. Se<br />
c’è una cosa che so di voi – di entrambi – è che non<br />
avete mai dato ai vostri nemici quello che volevano,
neanche se fosse servito a salvarvi la vita. Avete<br />
intenzione di soccombere ai voleri di questo spirito, di<br />
questo mostro manipolatore? Sarà lui a controllarvi o<br />
sarete voi a controllare lui? Volete davvero uccidere<br />
vostro fratello per compiacere qualcun altro?».<br />
In quello stesso istante, Damon e Stefan batterono le<br />
palpebre.<br />
Dopo qualche secondo, Stefan si schiarì la gola,<br />
imbarazzato. «Sono felice che tu non sia morto,<br />
dopotutto», ammise.<br />
Damon fece un mezzo sorriso. «Sono contento di non<br />
essere riuscito ad ammazzarti oggi, fratellino», rispose.<br />
A quanto pareva, era tutto ciò che avevano da dirsi.<br />
Sostennero l’uno lo sguardo dell’altro ancora per<br />
qualche secondo, poi si girarono verso Elena.<br />
«Allora», disse Damon, con un sorriso selvaggio e<br />
temerario che Elena riconobbe. Damon l’inarrestabile,<br />
Damon l’antieroe era tornato. «Come la facciamo fuori<br />
questa stronza?».<br />
La signora Flowers e lo spirito erano ancora presi<br />
dalla loro silenziosa e immobile battaglia. Ma la donna<br />
stava perdendo terreno. Lo spirito aveva spalancato le
accia, assumendo una posizione più vantaggiosa.<br />
Poco a poco stava riacquistando la capacità di<br />
muoversi, mentre le mani e le braccia della signora<br />
Flowers tremavano per lo sforzo. Il suo volto era<br />
pallido e le rughe intorno alla bocca sembravano più<br />
profonde.<br />
«Dobbiamo sbrigarci», disse Elena ai due vampiri.<br />
Aggirarono lo spirito e la signora Flowers e si unirono<br />
agli altri, che li guardarono avvicinarsi, pallidi e<br />
diffidenti. Solo due candele ardevano ancora davanti a<br />
loro.<br />
«Stefan», disse Elena. «Vai».<br />
Stefan fissò la candela blu scuro che bruciava ancora<br />
sul pavimento del garage. «A quanto pare, sono stato<br />
geloso di parecchia gente, ultimamente», disse con<br />
palese imbarazzo. «Ero geloso di Matt, perché la sua<br />
vita mi sembrava così semplice e buona, perché sapevo<br />
che avrebbe potuto liberare Elena dalle ombre e darle<br />
l’esistenza priva di complicazioni che meritava. Ero<br />
geloso di Caleb, perché sembrava il tipico ragazzo<br />
d’oro, perfetto per Elena, tanto che sono stato<br />
diffidente nei suoi confronti prima di averne motivo,
poiché credevo che lui le andasse dietro. E soprattutto,<br />
ero geloso di Damon».<br />
Distolse gli occhi dalla candela e li portò sul volto del<br />
fratello. Damon rispose con uno sguardo indecifrabile.<br />
«Suppongo di essere stato sempre geloso di lui. Lo<br />
spirito diceva la verità. Quando eravamo vivi, lui era più<br />
grande, più veloce, più forte e più raffinato di me.<br />
Quando siamo morti», al ricordo le sue labbra si<br />
curvarono in un sorriso amaro, «la situazione è solo<br />
peggiorata. E anche negli ultimi tempi, quando io e<br />
Damon abbiamo scoperto di poter lavorare insieme,<br />
non sopportavo la sua intimità con Elena. Lui<br />
possedeva una parte del suo cuore, una parte da cui<br />
ero escluso. È difficile non essere gelosi di questo».<br />
Stefan sospirò e si strofinò il naso fra il pollice e<br />
l’indice. «Il fatto è, comunque, che amo mio fratello.<br />
Davvero». Alzò lo sguardo su Damon. «Ti voglio bene.<br />
Te ne ho sempre voluto, anche nei nostri momenti<br />
peggiori. Persino quando volevamo solo ammazzarci.<br />
Elena ha ragione: siamo più delle nostre parti peggiori.<br />
Ho nutrito lo spirito, ma ora caccio via la mia gelosia».<br />
La candela blu tremolò e si spense. Elena, che stava
osservando lo spirito con attenzione, vide che la rosa<br />
nel suo petto era impallidita per un istante. Lo spirito si<br />
ritrasse e ringhiò, poi riprese la sua lotta contro<br />
l’incantesimo della signora Flowers. Si divincolò con<br />
violenza e la vecchia barcollò indietro.«Ora!», bisbigliò<br />
Elena a Damon, lanciandogli un’occhiata significativa e<br />
rimpiangendo come non mai di aver perso il potere<br />
della telepatia. Distraila, sperò di aver detto con lo<br />
sguardo.<br />
Damon annuì una volta, come per dire che aveva colto<br />
il messaggio, poi si schiarì rumorosamente la voce,<br />
attirando l’attenzione di tutti, e prese la candela rosso<br />
scuro, l’unica ancora accesa. Picchettando le dita sulla<br />
candela lasciò una linea di sangue e mantenne per<br />
qualche secondo una posa pensierosa, col capo chino,<br />
le lunghe ciglia scure che gli sfioravano le guance. Stava<br />
spremendo il potenziale drammatico di quella situazione<br />
fino all’ultima goccia.<br />
Quando gli occhi di tutti si fissarono su si lui, Elena<br />
sfiorò Stefan e gli fece segno di aiutarla ad attaccare lo<br />
spirito da entrambi i lati.<br />
«Sono stato geloso», intonò Damon, fissando la
fiamma della candela che aveva in mano. Sollevò gli<br />
occhi di scatto per guardare Elena, che gli fece un<br />
cenno d’incoraggiamento.<br />
«Sono stato geloso», ripeté, aggrottando la fronte.<br />
«Ho desiderato ciò che aveva mio fratello, più e più<br />
volte».<br />
Elena si avvicinò furtivamente allo spirito, avanzando<br />
da destra. Vide che Stefan, a piccoli passi, si avvicinava<br />
da sinistra.<br />
Anche la signora Flowers li vide. Elena lo capì perché<br />
la donna aveva alzato leggermente un sopracciglio e<br />
aveva cominciato a mormorare il suo incantesimo con<br />
rinnovato vigore. Anche Damon alzò la voce: tutti in<br />
quella stanza si contendevano l’attenzione di Gelosia<br />
per impedirle di accorgersi del complotto di Stefan ed<br />
Elena.<br />
«Non c’è bisogno che entri nei dettagli del mio<br />
passato», disse Damon, e sul volto ferito apparve il<br />
tipico sorriso compiaciuto, un sorriso che Elena trovò<br />
stranamente rassicurante. «Oggi se n’è parlato fin<br />
troppo. Sarà sufficiente dire che ci sono cose di cui…<br />
mi pento. Cose che vorrei non accadessero più in
futuro». Fece una pausa per accrescere la tensione,<br />
gettando indietro la testa con fierezza. «Dunque<br />
ammetto di aver nutrito lo spirito. E ora caccio via la<br />
mia gelosia».<br />
Nel momento stesso in cui la candela di Damon si<br />
spense – ed Elena ringraziò il cielo che si fosse spenta,<br />
poiché Damon era incline ad aggrapparsi ai suoi<br />
peggiori impulsi – la rosa nel petto dello spirito impallidì<br />
di nuovo, assumendo una tonalità rosa scuro. Gelosia<br />
ringhiò e vacillò leggermente. In quello stesso istante,<br />
Stefan saltò, mirando allo squarcio lungo il petto dello<br />
spirito, vi infilò la mano e afferrò la rosa.<br />
Mentre Stefan stringeva la rosa, dalla ferita zampillò<br />
uno spruzzo di liquido verde e vischioso e lo spirito<br />
urlò, un lungo, spettrale ululato che fece rabbrividire tutti<br />
gli umani. Bonnie si coprì le orecchie con le mani e<br />
Celia gemette.<br />
Per un attimo, Elena pensò che avrebbero vinto<br />
facilmente, che attaccando la rosa nel petto dello<br />
spirito, Stefan l’avesse sconfitto. Ma lo spirito si<br />
raddrizzò e, flettendo i muscoli, si liberò del controllo<br />
della signora Flowers, poi con un movimento fluido si
strappò di dosso il vampiro e lo gettò contro il muro del<br />
garage. La mano che Stefan tirò fuori dal suo petto era<br />
vuota.<br />
Stefan colpì il muro con un tonfo sordo, scivolò a terra<br />
e giacque immobile. Visibilmente sfinita dalla battaglia<br />
contro lo spirito, anche la signora Flowers si afflosciò e<br />
Matt corse a prenderla fra le braccia prima che cadesse<br />
a terra.<br />
Lo spirito rivolse a Damon un sorriso sornione,<br />
mostrando i denti aguzzi. Negli occhi chiari come<br />
ghiacciai si accese un bagliore sinistro.<br />
«È ora di andare, Damon», disse Gelosia con<br />
dolcezza. «Sei il più forte qui. Tu sei migliore di loro, sei<br />
migliore di tutti gli altri. Ma l’oggetto delle loro blandizie<br />
sarà sempre Stefan, il tuo smidollato, viziato, inutile<br />
fratellino. Per quanto grandi siano le tue gesta, nessuno<br />
avrà per te le attenzioni che questi mortali hanno per lui.<br />
Le attenzioni che tutti, per centinaia di anni, hanno<br />
sempre avuto per Stefan. Dovresti lasciarteli alle spalle.<br />
Farli soffrire. Perché non lasciarli nei guai? Loro lo<br />
farebbero con te. Elena e i suoi amici hanno viaggiato<br />
fra le dimensioni, affrontato la schiavitù, sfidato i pericoli
più gravi per salvare Stefan, ma ti hanno lasciato morire<br />
e hanno abbandonato il tuo corpo, lontano da casa.<br />
Sono tornati qui ed erano felici senza di te. Quale lealtà<br />
devi loro?».<br />
Damon, con il volto nell’ombra ora che tutte le<br />
candele erano spente, emise un’amara, tetra risata. I<br />
suoi occhi neri brillarono nell’oscurità, fissi su quelli<br />
chiari dello spirito. Cadde un lungo silenzio ed Elena<br />
trattenne il respiro.<br />
Damon fece un passo avanti, tenendo ancora la<br />
candela in mano. «Non ricordi?», disse, con freddezza.<br />
«Ti ho cacciato via».<br />
E a velocità sovrumana, prima che gli altri potessero<br />
battere ciglio, riaccese la candela con un guizzo di<br />
Potere e, con un gesto preciso e secco, la scagliò<br />
contro il volto dello spirito.
14<br />
Elena fece un salto indietro appena lo spirito prese<br />
fuoco. Era così vicina che il calore delle fiamme le arse<br />
le guance, e sentì l’odore dei propri capelli<br />
bruciacchiati.<br />
Riparandosi il viso con le mani, si avvicinò<br />
furtivamente allo spirito, cercando di non farsi sentire.<br />
Le tremavano le gambe, ma si fece forza e avanzò a<br />
passi misurati e decisi.<br />
Cercava di non guardare né pensare al corpo di<br />
Stefan raggomitolato sul pavimento del garage, come<br />
prima, quando era stato necessario mantenere la calma<br />
per riflettere, aveva evitato di osservare la lotta fra i due<br />
fratelli.<br />
D’un tratto ci fu un’esplosione e le fiamme si<br />
ravvivarono. Per qualche entusiasmante secondo, Elena<br />
osò sperare che fosse stato Damon. Lo spirito stava
uciando. Di certo, nessuna creatura di ghiaccio<br />
avrebbe potuto sopportarlo.<br />
Poi si accorse che lo spirito non stava solo bruciando.<br />
Stava ridendo.<br />
«Sciocco», disse lo spirito a Damon, a bassa voce,<br />
quasi con tenerezza. «Credi che il fuoco possa<br />
danneggiare me? La gelosia brucia più calda del fuoco<br />
e più fredda del ghiaccio. Tu più di tutti dovresti<br />
saperlo, Damon». Emise la sua strana risata argentina.<br />
«Riesco a percepire la gelosia, la rabbia che dentro di<br />
te brucia in continuazione, Damon, e le fiamme sono<br />
così calde che sento l’odore dell’odio e della<br />
disperazione sempre vivi nel tuo cuore. Il tuo meschino<br />
risentimento, le tue vili sfuriate placano la mia fame e la<br />
mia sete. Ti aggrappi a questi sentimenti, li sorvegli<br />
come tesori. Forse sei riuscito a espellere una piccola<br />
parte delle migliaia di offese che ti bruciano dentro, ma<br />
non riuscirai mai a liberarti di me».<br />
Ai piedi dello spirito si accesero piccole fiammelle<br />
azzurre, che si diffusero velocemente sul pavimento del<br />
garage. Elena le guardò con orrore: si trattava delle<br />
tracce di benzina lasciate dalla vecchia automobile della
signora Flowers? O era la malvagità dello spirito che<br />
prendeva corpo, spargendo fiamme in mezzo a loro?<br />
Non era davvero importante. Ciò che contava era che<br />
il garage stava andando a fuoco e che loro, a differenza<br />
dello spirito, non erano insensibili alle fiamme.<br />
Cominciarono a tossire, mentre il fumo riempiva lo<br />
spazio umido e angusto. Si coprì il naso e la bocca con<br />
le mani.<br />
Damon le passò accanto come un lampo, ringhiò e<br />
saltò, mirando alla gola dello spirito.<br />
Anche in quella terribile situazione, Elena non poté<br />
fare a meno di ammirare la sua grazia e la sua velocità.<br />
Il vampiro si scontrò con lo spirito e lo mandò al<br />
tappeto, poi indietreggiò, proteggendosi il viso con il<br />
braccio coperto dalla giacca di pelle. Il fuoco, ricordò<br />
Elena con un sussulto di terrore. Il fuoco è una delle<br />
poche cose che può uccidere un vampiro.<br />
Il fumo le faceva lacrimare gli occhi, ma si sforzò di<br />
tenerli aperti e si avvicinò allo spirito, che si era rialzato,<br />
cercando di prendere alle spalle l’avversario. Sentiva le<br />
urla dei suoi amici, ma si concentrò sulla lotta.<br />
Lo spirito era più impacciato nei movimenti e non
aggredì subito Damon. Attraverso le fiamme, Elena vide<br />
che del denso fluido verde usciva ancora dalla ferita<br />
inferta da Meredith e gocciolava lungo il torace di vetro.<br />
Quando venivano a contatto con il liquido, le fiamme<br />
assumevano una tonalità verde-blu.<br />
Damon attaccò di nuovo lo spirito, ma questi se lo<br />
scrollò di dosso con un’alzata di spalle. Girarono cauti<br />
l’uno intorno all’altro, ringhiando. Elena si affannava<br />
intorno a loro, cercando di non essere d’intralcio a<br />
Damon e, allo stesso tempo, di capire come aiutarlo.<br />
Un crepitio proveniente dall’altra parte del garage la<br />
distrasse per un attimo. Si voltò e vide che le fiamme si<br />
stavano arrampicando sulla parete opposta, lambendo<br />
gli scaffali di legno che circondavano la stanza. Non<br />
vide cosa era successo nel frattempo dall’altra parte,<br />
ma d’un tratto scorse Damon che scivolava sulla<br />
schiena con una violenta ustione rosso vivo sulla<br />
guancia.<br />
Damon si rialzò subito in piedi e tornò all’attacco,<br />
agile e furtivo, ma nei suoi occhi ardeva una luce<br />
selvaggia che inquietò Elena. Benché fosse ferito, lo<br />
spirito era più forte di lui. Inoltre, dopo il lungo scontro
con il fratello, le riserve di Damon dovevano essere<br />
limitate. Tentava mosse sempre più avventate. Elena si<br />
fece coraggio e si avvicinò di nuovo allo spirito, fin dove<br />
riusciva a sopportare il calore delle fiamme. Gelosia si<br />
voltò un attimo a guardarla, poi tornò a concentrarsi<br />
sulla minaccia più forte.<br />
Si avventò contro Damon, con le braccia spalancate e<br />
avvolte dalle fiamme e un sorriso di gioia selvaggia sulla<br />
faccia.<br />
D’un tratto, al fianco di Damon apparve Meredith.<br />
Era pallida e solenne come una giovane martire, le<br />
labbra tese e lo sguardo vigile, ma si muoveva più<br />
veloce di un fulmine. Il suo bastone tagliò l’aria a una<br />
velocità che quasi sfuggiva alla vista, lasciando un altro<br />
lungo squarcio nello stomaco dello spirito. La creatura<br />
urlò e le fiamme intorno al busto sibilarono, ravvivate<br />
dal fluido verde che sgorgava dalla ferita.<br />
Ma lo spirito restò in piedi. Ringhiava e tentava di<br />
afferrare Meredith, che retrocedeva, agile e aggraziata<br />
come una danzatrice, restando fuori dalla sua portata.<br />
Meredith e Damon si scambiarono uno sguardo<br />
d’intesa e si avvicinarono allo spirito, cercando di
prenderlo uno da destra, l’altra da sinistra, in modo che<br />
non potesse tenere d’occhio entrambi allo stesso<br />
tempo. Damon colpì Gelosia, sferrandole un pugno<br />
rapido e potente, ma ritrasse la mano arrossata e<br />
coperta di vesciche. Meredith sollevò di nuovo il<br />
bastone, cercando di colpire lo spirito al braccio e<br />
riuscendo solo a tagliare un filo di fumo.<br />
Si udì uno schianto quando uno scaffale in fiamme<br />
crollò sul pavimento. Il fumo divenne più denso. Elena<br />
sentì tossire Bonnie e Matt, distanti dallo scontro.<br />
Continuò ad avvicinarsi allo spirito, cercando di<br />
prenderlo alle spalle, senza dare fastidio a Meredith e<br />
Damon. Gelosia emanava il calore di un falò.<br />
Meredith e Damon si muovevano in coppia, con un<br />
sincronismo così perfetto che sembrava avessero<br />
provato, e mentre danzavano avanti e indietro,<br />
sferravano colpi che a volte andavano a segno, ma più<br />
spesso fendevano un ricciolo di fumo o di nebbia,<br />
poiché le parti del corpo dello spirito mutavano di<br />
continuo da solide a incorporee.<br />
D’un tratto risuonò una voce. «Impera te desistere».<br />
La signora Flowers si sporse in avanti, sorretta da Matt
e Alaric. Tuttavia, i suoi occhi erano limpidi e la sua<br />
voce ferma. Intorno a lei l’aria crepitava di Potere.<br />
Lo spirito rallentò solo un po’, esitando forse meno di<br />
mezzo secondo prima di riprendere gli affondi e le<br />
trasformazioni. Quell’esitazione fece la differenza.<br />
Damon e Meredith riuscirono a mandare a segno più<br />
colpi e a schivare meglio quelli dello spirito.<br />
Sarebbe bastato? Gelosia si ritraeva quando i colpi<br />
andavano a segno, e dalle ferite inferte dal bastone<br />
usciva un orribile fiotto di sangue viscido e verdognolo,<br />
ma restava ferma sulle gambe, mentre Damon e<br />
Meredith, soffocati dal fumo, erano scossi da accessi di<br />
tosse spasmodica e, barcollando, rifuggivano le fiamme.<br />
La rosa nel suo petto pulsava ancora di un vivido rosso<br />
scuro. Elena emise un sospiro di frustrazione e<br />
ricominciò subito a tossire. Lo spirito si muoveva in<br />
continuazione, impedendole di afferrare il suo cuorerosa.<br />
Meredith sferrò un altro fendente, ma stavolta il<br />
bastone affondò in uno sbuffo di fumo e lo spirito ne<br />
afferrò la punta con una mano, spingendola verso<br />
Damon. Scontrandosi, caddero pesantemente a terra e
lo spirito, ancora leggermente paralizzato<br />
dall’incantesimo della signora Flowers, si trascinò a<br />
fatica verso di loro.<br />
«Ero invidiosa di Meredith per la sua intelligenza!»,<br />
urlò Bonnie. Aveva il volto macchiato di fumo e lacrime<br />
e appariva terribilmente piccola e fragile, ma urlava a<br />
pieni polmoni, con la schiena dritta e a testa alta. «So<br />
che a scuola non sarò mai brava quanto lei, ma va bene.<br />
Caccio via la mia gelosia!».<br />
Per un attimo, il colore della rosa si smorzò in un rosa<br />
scuro e lo spirito vacillò, anche se in maniera<br />
impercettibile. Gelosia guardò Bonnie e sibilò. Era solo<br />
una breve pausa nella sua avanzata, ma bastò perché<br />
Damon scattasse in piedi. Si parò davanti a Meredith,<br />
facendole da scudo mentre si tirava su. Senza nemmeno<br />
guardarsi, Meredith e Damon ricominciarono a girare<br />
intorno allo spirito, per attaccarlo da direzioni opposte.<br />
«Ero invidioso perché i miei amici erano più ricchi di<br />
me!», urlò Matt. «Ma caccio via la mia gelosia!».<br />
«Invidiavo la sincerità con cui Alaric credeva in eventi<br />
non ancora provati, e poi è venuto fuori che aveva<br />
ragione!», strillò Celia. «Ma caccio via la mia gelosia!».
«Invidiavo i vestiti di Elena!», gridò Bonnie. «Sono<br />
troppo bassa e non mi sta bene quasi niente! Ma caccio<br />
via la mia gelosia!».<br />
Damon diede un calcio allo spirito, tirando subito<br />
indietro la gamba fumante. Meredith sferrò un fendente<br />
con il bastone. La signora Flowers cantilenò in latino e<br />
Alaric si unì a lei, con la voce di basso che faceva da<br />
contrappunto a quella della donna, rinforzando<br />
l’incantesimo. Bonnie, Celia e Matt continuavano a<br />
gridare, rivangando piccole gelosie e risentimenti di cui,<br />
probabilmente, erano a stento consapevoli, scacciandoli<br />
dal loro cuore per tempestare lo spirito di piccoli colpi.<br />
E per la prima volta lo spirito parve… sconcertato.<br />
Girava lentamente la testa, guardando ora l’uno ora<br />
l’altro dei suoi avversari: Damon che si avvicinava<br />
furtivamente, con il pugno alzato; Meredith che roteava<br />
il bastone con destrezza mentre lo osservava con un<br />
freddo sguardo calcolatore; Alaric e la signora Flowers<br />
che recitavano versi in latino, con le mani alzate;<br />
Bonnie, Matt e Celia che gridavano confessioni come<br />
se lanciassero pietre.<br />
Gli occhi vitrei di Gelosia si posarono brevemente su
Elena, ma sembrò che non si fosse davvero accorta di<br />
lei: ferma e tranquilla in mezzo a quella baraonda, non<br />
era una minaccia.<br />
Era la migliore occasione che Elena avrebbe avuto. Si<br />
fece coraggio e avanzò di qualche passo, ma si<br />
immobilizzò appena lo spirito si girò verso di lei.<br />
Poi, come per miracolo, arrivò Stefan. Si aggrappò<br />
alle spalle dello spirito, mettendogli un braccio intorno al<br />
collo, incurante delle fiamme che gli lambivano la pelle.<br />
La sua maglietta prese fuoco. Per qualche secondo, lo<br />
spirito fu spinto verso Elena, che si ritrovò davanti il suo<br />
busto inerme.<br />
Immerse la mano fra le fiamme senza esitare.<br />
Per un istante, non sentì il calore del fuoco, ma solo il<br />
lieve tocco, quasi fresco, delle fiamme che le guizzavano<br />
intorno alla mano. Non fa così male, ebbe il tempo di<br />
pensare prima di sentire il dolore.<br />
Era pura agonia e chiudendo gli occhi, lampi di<br />
tenebra le esplosero sotto le palpebre. Dovette lottare<br />
per soffocare l’istinto quasi irreprimibile di ritrarre la<br />
mano dal fuoco. Cominciò a tastare il torace dello<br />
spirito, alla ricerca della ferita che Meredith aveva
inferto appena sopra la rosa. Era liscio e scivoloso e la<br />
sua mano cercava alla cieca. Dov’è? Dov’è?<br />
Damon si era gettato nel fuoco al fianco del fratello e<br />
aveva afferrato il collo e le braccia dello spirito,<br />
lasciando esposto il torace perché Elena potesse<br />
continuare la sua ricerca e anche per evitare che lo<br />
spirito si liberasse con uno strattone e la mandasse a<br />
gambe all’aria. Meredith colpì il fianco di Gelosia con il<br />
bastone. Dietro di lei, le voci dei suoi amici si levavano<br />
in un confuso coro di confessioni e incantesimi:<br />
facevano la loro parte per scombussolare e disorientare<br />
lo spirito.<br />
Finalmente Elena trovò la ferita e ci infilò dentro la<br />
mano. L’interno del petto dello spirito era gelido ed<br />
Elena gemette per il contrasto: il freddo era una tortura<br />
dopo tutto quel calore, e le fiamme le lambivano ancora<br />
il braccio e il polso. Il liquido gelido nel petto dello<br />
spirito era così denso che sembrava gelatina. Elena<br />
spinse più a fondo la mano e trovò la rosa. Gelosia urlò<br />
di dolore.<br />
Era un suono orrendo e, nonostante tutto ciò che lo<br />
spirito aveva fatto a lei e ai suoi amici, la ragazza non
poté reprimere un fremito di compassione. Un istante<br />
dopo, le sue dita si chiusero sullo stelo della rosa e<br />
migliaia di spine trafissero la sua carne ustionata.<br />
Ignorando il dolore, Elena estrasse la rosa dal liquido<br />
gelido, poi dalle fiamme, e barcollò all’indietro,<br />
allontanandosi dallo spirito.<br />
Non sapeva di preciso cosa si aspettava che<br />
accadesse. Che lo spirito si liquefacesse come la<br />
perfida Strega dell’Ovest, per esempio, lasciando solo<br />
una nauseabonda pozza di acqua verdastra. Invece<br />
Gelosia la fissò a bocca aperta, con i denti aguzzi e<br />
luccicanti in mostra. Lo squarcio nel petto si era<br />
allargato e il fluido sgocciolava rapidamente, come<br />
l’acqua da un rubinetto lasciato aperto. Le fiamme verdi<br />
si abbassavano sotto i rivoli di sangue che scorrevano<br />
lungo il corpo di ghiaccio e gocciavano sul pavimento.<br />
«Dalla a me», disse Stefan, comparendo al fianco di<br />
Elena. Le prese di mano la rosa e ne strappò i petali,<br />
ora sbiaditi, di un rosa tenue, poi li sparse nel fuoco che<br />
correva lungo le pareti del garage.<br />
Lo spirito lo osservò con un’espressione stordita e<br />
poco a poco le fiamme vive che lo avvolgevano si
assottigliarono, finché non restò che il fumo, e il suo<br />
corpo cominciò lentamente a evaporare. Per un attimo,<br />
rimase sospesa nell’aria davanti a loro un’immagine<br />
fumosa e malevola, che fissava Elena con occhi cupi.<br />
Poi scomparve.
15<br />
Damon fu il primo a muoversi, il che non sorprese<br />
Elena. Con la giacca di pelle bruciata e lunghe ferite da<br />
ustione lungo le braccia e sul viso, oltrepassò gli altri,<br />
camminando tra le fiamme con passo malfermo e<br />
spalancò la porta del garage. Fuori rombavano i tuoni e<br />
pioveva a dirotto.<br />
Nonostante la pioggia, l’incendio divampava con<br />
violenza nel garage e fiamme altissime avvolgevano le<br />
pareti e il tetto del piccolo edificio. Mentre gli altri<br />
uscivano con passo malfermo, Meredith, tossendo,<br />
sollevò il viso verso la pioggia. Matt e Alaric sorressero<br />
la signora Flowers e l’accompagnarono alla sua<br />
macchina. Elena tese le mani avanti, lasciando che la<br />
pioggia battente lavasse via la fuliggine e lenisse le<br />
ustioni. Gli altri si aggiravano non lontano dal garage in<br />
fiamme, ancora storditi.
«Oh, Damon», disse Bonnie. Si fermò per tossire e<br />
ansimò per qualche secondo, poi si chinò con cautela<br />
verso di lui e lo baciò su una guancia. «Sono davvero<br />
felice che tu sia tornato».<br />
«Grazie, pettirosso», disse Damon, dandole una pacca<br />
sulle spalle. «Scusami un attimo; devo occuparmi di una<br />
cosa». Fece un passo avanti e prese Elena per mano.<br />
Da lontano venne il lamento delle sirene, che<br />
annunciava l’approssimarsi delle autopompe e delle<br />
volanti della polizia richiamate dall’incendio.<br />
Damon attirò Elena verso un albero nei pressi<br />
dell’edificio che proiettava lunghe ombre scure. «Su, hai<br />
bisogno di sangue», disse. Si tastò la gola con le dita<br />
annerite, poi sfregò l’unghia contro un’arteria. La sua<br />
giacca di pelle era completamente distrutta; ormai era<br />
coperto solo di stracci e cenere, e le lunghe bruciature<br />
sul viso e sul resto del corpo erano ancora rosse e<br />
infiammate, ma avevano già un aspetto migliore rispetto<br />
a pochi minuti prima.<br />
«Posso farlo io», disse Stefan, che si stava<br />
avvicinando a loro sorreggendosi al muro dell’edificio.<br />
Appariva stanco e malandato, ma anche le sue ferite
stavano già guarendo. «Mi fa sempre piacere che Elena<br />
beva il mio sangue».<br />
«Nessuno ti vieta di partecipare. Ma si è fatta male sul<br />
serio», disse Damon in tono pratico, «e in questo<br />
momento non hai il Potere necessario a guarirla»Elena<br />
cercava di non guardare la mano destra. Anche se non<br />
riusciva a muoverla, non le faceva più tanto male.<br />
Poteva essere un brutto segno. Significava forse che le<br />
sue terminazioni nervose erano morte? Diede una<br />
rapida, ansiosa occhiata alla mano e le si rivoltò lo<br />
stomaco. Quel breve sguardo era bastato a mostrarle la<br />
carne annerita e infiammata, la pelle a brandelli e…<br />
Oddio, pensò, intravedendo un pezzetto d’osso sotto la<br />
carne. Emise un basso, involontario lamento.<br />
«Bevi», disse Damon con impazienza. «Permettimi di<br />
guarirti prima che arrivino e ti portino al reparto<br />
ustioni». Elena era ancora esitante e Damon sospirò e si<br />
girò di nuovo verso il fratello. «Senti», disse,<br />
addolcendo il tono di voce, «non si tratta solo di<br />
Potere. A volte il sangue riguarda la premura verso una<br />
persona».<br />
«Lo so», rispose Stefan, e ammiccò, guardandolo con
aria stanca. «Volevo solo assicurarmi che lo sapessi<br />
anche tu».<br />
Damon storse la bocca in un sorriso sarcastico. «Sono<br />
un uomo fatto e finito, fratellino», disse. «So un sacco di<br />
cose». Si girò di nuovo verso Elena. «Bevi, su», insisté,<br />
e Stefan le sorrise rassicurante.<br />
Elena gli rispose con un cenno del capo prima di<br />
premere la bocca sul collo di Damon. Nell’attimo<br />
stesso in cui assaggiò il suo sangue, si sentì avvolgere<br />
dal calore e la mano smise di farle male. Non sentiva<br />
più il freddo martellare della pioggia sul capo e sulle<br />
spalle, non sentiva nemmeno l’acqua gelida che le<br />
scorreva lungo il corpo. Si sentiva accolta, protetta,<br />
amata e il tempo si fermò, permettendole di trattenere il<br />
respiro.<br />
Damon?, pensò, cercando di entrare in contatto con<br />
la sua mente. Lui non le rispose con le parole, ma con<br />
un’ondata di affetto e premura, di amore<br />
incondizionato. Nonostante lo stordimento, Elena<br />
comprese che c’era qualcosa di nuovo in lui…<br />
In passato, quando lei e Damon avevano lasciato che<br />
le loro menti entrassero in contatto, aveva spesso
sentito che lui tratteneva una parte di sé. Oppure, nelle<br />
rare occasioni in cui aveva oltrepassato le barriere<br />
interiori che lui innalzava contro gli intrusi, aveva trovato<br />
rabbia e risentimento, e un bambino sperduto incatenato<br />
a una roccia.<br />
Ora Elena percepiva solo amore e pace mentre si<br />
congiungeva a Damon. Quando, alla fine, si ritrasse da<br />
lui, non riuscì a tornare subito al mondo reale. Stefan<br />
non era più accanto a loro. Stava ancora piovendo e fra<br />
i capelli, sulle spalle, lungo il collo, le braccia e il resto<br />
del corpo le scorrevano rivoli di acqua fredda. La mano<br />
le faceva male ed era ancora solcata dai brutti segni di<br />
una bruciatura, ma era guarita al punto di non dover<br />
finire sotto i ferri: sarebbero bastati un po’ di unguento e<br />
una fasciatura.<br />
Erano arrivate un paio di autopompe e delle macchine<br />
della polizia, che si erano fermate nel vialetto con le<br />
sirene spiegate e le luci lampeggianti. Vicino al garage,<br />
Elena vide che Meredith aveva lasciato cadere di colpo<br />
il braccio di Stefan, e capì che aveva bevuto dal suo<br />
polso.<br />
Si rese vagamente conto che solo poche ore prima
quel gesto l’avrebbe sconvolta. Pensava che Meredith<br />
non si sarebbe mai degnata di bere il sangue di un<br />
vampiro e che Stefan avesse sempre tenuto in serbo il<br />
suo sangue per lei, come parte del loro legame<br />
esclusivo. Ma in quel momento non riusciva a provare<br />
alcuna emozione a riguardo.<br />
Era come se tutte le barriere fra loro fossero crollate.<br />
Che quel nuovo stato di cose durasse o no, erano tutti<br />
uniti per il momento. Avevano visto il peggio l’uno<br />
dell’altro. Avevano detto la verità e avevano superato<br />
quella brutta avventura. E ora, se Meredith aveva<br />
bisogno di aiuto, era ovvio che Stefan le desse il suo<br />
sangue. Sarebbe stato lo stesso per ognuno di loro.<br />
I vigili del fuoco saltarono giù dal camion e<br />
srotolarono i tubi. Mentre questi badavano a spegnere<br />
l’incendio, una coppia di poliziotti in uniforme e un<br />
uomo che doveva essere il comandante dei vigili del<br />
fuoco si diressero risoluti verso la signora Flowers,<br />
Matt, Alaric, Celia e Bonnie, tutti accalcati in macchina.<br />
Anche Meredith e Stefan si unirono a loro.<br />
«Perché non l’accompagnano dentro casa?», si chiese<br />
d’un tratto Elena ad alta voce e Damon le rivolse uno
sguardo vacuo, sbigottito.<br />
«Non ne ho idea», disse, scandendo le parole. «A me<br />
non è proprio venuto in mente che saremmo potuti<br />
entrare. Immagino che tutti si sentano in dovere di<br />
rimanere fuori per assistere all’incendio. Per assicurarsi<br />
che lo spirito non esca».<br />
«Sembra di essere alla fine del mondo», disse Elena<br />
dolcemente, pensando ad alta voce. «Prima, persino la<br />
pensione sembrava così lontana che semplicemente non<br />
faceva parte del quadro. Ora che sono arrivate altre<br />
persone, il mondo ricomincia a girare».<br />
Damon rispose con un mormorio evasivo. «Faremmo<br />
meglio ad andare là», disse. «Penso che potrebbero<br />
aver bisogno di aiuto». La voce della signora Flowers si<br />
era alzata e aveva assunto un tono indignato, anche se<br />
Elena non riusciva a distinguere le parole. Seguendo il<br />
vampiro, sorrise tra sé: da quando Damon si<br />
preoccupava che qualcuno, oltre a lei, potesse aver<br />
bisogno di aiuto?<br />
Quando si avvicinarono, Elena vide che la signora<br />
Flowers era uscita dall’auto e aveva assunto la sua<br />
migliore espressione da vecchietta squilibrata ed
eccentrica: occhi azzurri spalancati, mani sui fianchi e<br />
Alaric a reggerle l’ombrello.<br />
«Giovanotto!», sbraitò al comandante dei vigili del<br />
fuoco. «Cosa vorrebbe insinuare chiedendomi perché la<br />
mia macchina non è parcheggiata nel garage? Sono<br />
sicura di avere tutto il diritto di distribuire i miei beni<br />
dove mi pare sulla mia proprietà! In che mondo viviamo<br />
se devo essere penalizzata e giudicata perché non seguo<br />
le convenzioni? Lei osa suggerire che io possa aver<br />
previsto in qualche modo l’incendio?»<br />
«Be’, signora, sono cose che succedono. Io non<br />
suggerisco nulla, ma non può impedirci di fare delle<br />
indagini», disse imperturbabile il comandante dei vigili.<br />
«Che ci fanno qui tutti questi ragazzi?», chiese uno dei<br />
poliziotti, dando un’occhiata intorno. I suoi occhi<br />
indugiarono sulla giacca di pelle bruciata di Damon e<br />
sulla chiazza di carne viva che sfregiava la guancia di<br />
Stefan. «Dobbiamo fare una chiacchierata con ognuno<br />
di voi», disse. «Per cominciare, dateci i vostri nomi e<br />
indirizzi».<br />
Stefan fece un passo avanti, guardando negli occhi il<br />
poliziotto. «Sono certo che non sarà necessario», disse
a bassa voce, in tono convincente. Elena sentì che stava<br />
usando il Potere. «L’incendio è scoppiato perché il<br />
garage è stato colpito da un fulmine durante il<br />
temporale. In casa c’erano solo questa donna anziana e<br />
qualche ospite. È tutto così chiaro e semplice che non<br />
c’è bisogno di interrogare nessuno».<br />
Il poliziotto lo guardò perplesso, poi annuì e il suo<br />
volto si rischiarò. «Questi temporali possono provocare<br />
moltissimi danni», rispose.<br />
Il comandante dei vigili del fuoco sbuffò. «Ma di che<br />
sta parlando? Qui intorno non è caduto nessun fulmine».<br />
Stefan spostò lo sguardo su di lui. «Non c’è niente su<br />
cui valga la pena investigare…». Ma l’incanto si ruppe e<br />
i tre uomini presero a guardarlo sospettosi.<br />
Elena comprese che Stefan non aveva abbastanza<br />
Potere per controllare tutti e tre, e che non sarebbe<br />
riuscito a convincere nemmeno uno di loro se restavano<br />
insieme, perché l’uno risvegliava i dubbi dell’altro. Il<br />
volto di Stefan era stanco e tirato. Aveva combattuto<br />
una lunga battaglia – più di una, a dire il vero. E il suo<br />
Potere non era mai molto forte, soprattutto quando non<br />
beveva sangue umano. Se avesse avuto motivo di
preoccuparsi per lei, se avesse saputo di dover<br />
affrontare lo spirito, si sarebbe preparato e<br />
probabilmente avrebbe evitato di bere solo qualche<br />
sorso di sangue animale nei giorni precedenti.<br />
Damon fece un passo avanti. «Signore?», disse con<br />
educazione. Il comandante dei vigili lo guardò. «Se<br />
potessi parlare un attimo con lei in privato, sono sicuro<br />
che potremmo chiarire la faccenda».<br />
L’uomo aggrottò la fronte ma lo seguì nella veranda<br />
sul retro della pensione. Il secondo poliziotto si accodò<br />
a lui. Si misero di fronte a Damon, sotto le luci della<br />
veranda. All’inizio lo guardavano con sospetto, poi,<br />
poco per volta, mentre lo ascoltavano, rilassarono le<br />
spalle e cominciarono ad annuire e a sorridere.<br />
Stefan parlò di nuovo con l’altro poliziotto, a bassa<br />
voce. Elena sapeva che era in grado di influenzare una<br />
persona sola, persino in quello stato.<br />
Meredith e Bonnie erano entrate nell’antiquata<br />
automobile della signora Flowers – Elena sospettava<br />
che fosse più vecchia della sua proprietaria – ed erano<br />
immerse in una conversazione, mentre Alaric e Celia,<br />
sotto l’ombrello, continuavano ad aiutare l’anziana
signora, intenta ad ascoltare il dialogo di Stefan con il<br />
poliziotto, e Matt si aggirava nelle vicinanze.<br />
Elena passò davanti a loro con tranquillità e s’infilò in<br />
macchina, sedendo sul sedile posteriore con Bonnie e<br />
Meredith. Lo sportello si chiuse con un bel rumore<br />
secco, rassicurante, e il sedile di pelle nera produsse<br />
una serie di cigolii e scricchiolii mentre si accomodava.<br />
I riccioli rossi di Bonnie, inzuppati di pioggia, si erano<br />
lisciati e le ciocche bagnate le pendevano dritte sulle<br />
spalle e incollate alla fronte. Aveva il viso sporco di<br />
cenere e gli occhi arrossati, ma rivolse a Elena un<br />
genuino sorriso di gioia. «Abbiamo vinto», disse. «È<br />
scomparso per sempre, non è vero? Ce l’abbiamo<br />
fatta».<br />
Meredith manteneva il suo contegno serio, ma era<br />
esultante e i suoi occhi grigi luccicavano. Aveva ancora<br />
una goccia del sangue di Stefan sulle labbra ed Elena<br />
represse l’impulso di pulirlo. «Sì, abbiamo vinto»,<br />
confermò Meredith. «Siete state straordinarie, tutte e<br />
due. Bonnie, è stato davvero sagace da parte tua<br />
cominciare a confessare piccole gelosie più in fretta<br />
possibile. Sei riuscita a distrarre lo spirito per
permetterci di attaccarlo. Ed Elena…». Deglutì.<br />
«Mettere la mano nel fuoco è stato un vero atto di<br />
coraggio. Come sta?».<br />
Elena tese la mano e fletté le dita davanti a loro. «Gli<br />
incredibili poteri del sangue di vampiro», disse<br />
allegramente. «Molto utile per i postumi di una battaglia,<br />
giusto, Meredith?».<br />
Meredith arrossì per la battuta, poi abbozzò un<br />
sorriso. «Non so», disse. «Mi sembra stupido non<br />
approfittare di tutti i nostri… vantaggi. Mi sento già<br />
meglio».<br />
«Anche tu sei stata fantastica, Meredith», disse<br />
Bonnie. «Combattevi come se stessi danzando. Il modo<br />
in cui usavi il bastone era così aggraziato, forte, bello e<br />
super-tosto».<br />
Elena assentì. «Non sarei mai riuscita a prendere la<br />
rosa se tu non avessi ferito lo spirito».<br />
«Penso che siamo stati tutti fantastici», disse Meredith.<br />
«Si richiama all’ordine la prima riunione della Società di<br />
Mutua Ammirazione degli ex allievi della Robert E. Lee<br />
School».<br />
«Dobbiamo chiamare Matt e dirgli quanto è stato
meraviglioso», disse Bonnie. «E immagino che anche<br />
Stefan faccia parte degli ex allievi, giusto? Penso che<br />
ora che il mondo è cambiato, dovrebbe aver preso il<br />
diploma con noi». Sbadigliò, mostrando la piccola<br />
lingua rosa simile a quella di un gatto. «Scusate, sono<br />
distrutta».<br />
Elena si accorse di essere anche lei molto stanca. Era<br />
stata davvero una lunga giornata. E un anno molto<br />
lungo da quando i fratelli Salvatore erano arrivati a<br />
Fell’s Church e la sua vita era cambiata per sempre. Si<br />
accasciò sul sedile e appoggiò la testa sulla spalla di<br />
Meredith. «Grazie per aver salvato di nuovo la città,<br />
grazie a entrambe». Le sembrava importante dirlo.<br />
«Magari domani potremo tornare alla normalità».<br />
Meredith fece una risatina e le abbracciò entrambe.<br />
«Nulla può sconfiggere la nostra sorellanza», disse.<br />
«Siamo troppo forti per la normalità». Fece un respiro<br />
tremante, come se stesse per piangere. «Quando lo<br />
spirito vi ha prese», disse con voce pacata, «ho temuto<br />
di avervi perse per sempre. Siete le mie sorelle, sul<br />
serio, non solo le mie amiche, e io ho bisogno di voi.<br />
Voglio che lo sappiate».
«Puoi contarci», disse Bonnie. Annuendo con fervore.<br />
Elena tese le braccia verso di loro. Le tre amiche si<br />
strinsero di nuovo con forza in un abbraccio di gruppo,<br />
fra le risate e qualche lacrima.<br />
Il domani sarebbe arrivato e con esso, forse, sarebbe<br />
arrivata anche la normalità, qualunque cosa significasse<br />
a quel punto. Per il momento, Elena aveva le sue vere<br />
amiche. Era tantissimo. E, qualunque cosa le riservasse<br />
il futuro, questo sarebbe stato sufficiente.
16<br />
Il giorno successivo tornarono tutti alla pensione.<br />
Dopo la pioggia della notte prima, la luce del sole era<br />
tersa e ogni cosa appariva luminosa, bagnata e pulita,<br />
nonostante la puzza di fumo che permeava la pensione e<br />
i resti carbonizzati del garage che si scorgevano dalla<br />
finestra dello studiolo.<br />
Elena sedeva sul divano, appoggiata a Stefan. Lui<br />
seguì col dito i contorni della bruciatura, ormai quasi del<br />
tutto guarita, sul dorso della sua mano. «Come si sente<br />
oggi la mia eroina?», chiese.<br />
«Grazie a Damon, la mano quasi non mi fa più male».<br />
Damon, seduto accanto a Stefan, le rivolse un breve,<br />
accecante sorriso, ma non disse nulla.<br />
Elena si accorse che erano tutti gentili e premurosi<br />
l’uno verso l’altro. Si sentiva come quella giornata, e<br />
pensava che probabilmente tutti si sentissero allo stesso
modo: luminosi, freschi e puliti, ma leggermente fragili.<br />
Tutti parlavano a bassa voce, si scambiavano sorrisi o<br />
ascoltavano in silenzio, rilassati. Era come se insieme<br />
avessero portato a termine un lungo viaggio o<br />
un’impresa difficile, e fosse giunto il momento di<br />
riposare.<br />
Celia, in pantaloni di lino chiari e una camicia di seta<br />
grigio piccione, elegante e posata come sempre, si<br />
schiarì la gola. «Parto oggi», disse quando ebbe tutti gli<br />
sguardi puntati addosso. Le sue valigie erano<br />
ordinatamente allineate sul pavimento, accanto alle<br />
gambe. «Fra tre quarti d’ora c’è un treno per Boston,<br />
se qualcuno vuole accompagnarmi alla stazione».<br />
«Ma certo, ti accompagno io», si offrì subito Alaric,<br />
alzandosi in piedi. Elena guardò Meredith, ma la sua<br />
amica aveva la fronte aggrottata e sembrava<br />
preoccupata per Celia.<br />
«Non sei costretta a partire, lo sai», le disse. «A tutti<br />
noi farebbe piacere che restassi».<br />
Celia scrollò vistosamente le spalle ed emise un<br />
piccolo sospiro. «Grazie, ma è ora che vada. Anche se<br />
abbiamo distrutto un libro raro d’incalcolabile valore e
probabilmente non mi permetteranno mai più di metter<br />
piede all’università di Dalcrest, non mi sarei persa per<br />
niente al mondo quest’esperienza».<br />
Meredith le sorrise e sollevò un sopracciglio. «Ti<br />
riferisci anche a quei momenti in cui hai sfiorato la<br />
morte?».<br />
Anche Celia sollevò un sopracciglio. «Perché, c’è<br />
stato un momento in cui non abbiamo sfiorato la<br />
morte?».<br />
Risero entrambe, ed Elena fu felice di vedere che la<br />
tensione tra loro era evaporata.<br />
«Torna quando vuoi, mia cara, saremo lieti di averti<br />
qui», disse di cuore la signora Flowers. «Terrò sempre<br />
una stanza libera per te».<br />
«Grazie», rispose Celia in tono commosso. «Spero di<br />
poter tornare e rivedervi tutti un giorno o l’altro».<br />
Lasciò la stanza con Alaric, e presto si sentirono i<br />
rumori della porta esterna che si chiudeva e della<br />
macchina che si metteva in moto.<br />
«Addio, Celia», cinguettò Bonnie. «Alla fine si è<br />
dimostrata piuttosto in gamba, non è vero?». Continuò,<br />
senza aspettare la risposta. «Che facciamo oggi?
Dobbiamo vivere un’avventura prima che l’estate<br />
finisca».<br />
«Non ti bastano le avventure che hai vissuto finora?»,<br />
chiese incredulo Matt, che se ne stava spaparanzato<br />
sulla sedia a dondolo nell’angolo.<br />
«Volevo dire qualcosa di divertente, la tipica<br />
avventura estiva», rispose Bonnie. «Parlo di andare in<br />
giro a goderci l’estate, non di catastrofi, desolazione e<br />
battaglie mortali. Vi rendete conto che ci sono rimaste<br />
solo tre settimane prima che inizi di nuovo la scuola?<br />
Se non vogliamo che gli unici ricordi di quest’estate a<br />
Fell’s Church siano un disastroso picnic e una<br />
spaventosa battaglia contro uno spirito, faremmo meglio<br />
a darci una mossa. Io voto per andare alla fiera della<br />
contea oggi. Su, andiamo!», li spronò, saltando sulla<br />
sedia. «Montagne russe! Case stregate! Paste fritte!<br />
Zucchero filato! Damon può vincere per me un grosso<br />
animale impagliato e portarmi a fare un giro nel Tunnel<br />
dell’amore… Sarà un’avventura!».<br />
Guardò Damon sbattendo le ciglia, con aria maliziosa,<br />
ma lui non stette al gioco. Infatti, teneva lo sguardo fisso<br />
in grembo, con un’espressione tesa.
«Avete fatto un ottimo lavoro, ragazzi», disse la<br />
signora Flowers. «Di sicuro meritate un po’ di tempo<br />
per rilassarvi».<br />
Nessuno rispose. Il silenzio teso di Damon riempiva la<br />
stanza, attirando su di lui tutti gli sguardi. Alla fine,<br />
Stefan si schiarì la gola. «Damon?», lo chiamò con<br />
cautela.<br />
Damon serrò le mascelle e alzò gli occhi per guardarli.<br />
Elena aggrottò la fronte. Era rimorso quello che<br />
leggeva sul suo viso? Damon non si sentiva mai in colpa:<br />
il rimorso non era una delle sue tante qualità. «Sentite»,<br />
disse all’improvviso. «Mi sono accorto… mentre<br />
tornavo dalla Dimensione Oscura…». Si fermò di<br />
nuovo.<br />
Elena scambiò uno sguardo preoccupato con Stefan.<br />
Anche balbettare e non riuscire a trovare le parole per<br />
esprimersi non era tipico del suo carattere.<br />
Damon scosse la testa e si riprese dall’emozione. «Ero<br />
appena tornato in vita e tutto era difficile e doloroso, ma<br />
mentre, a poco a poco, recuperavo la memoria, mentre<br />
mi preparavo a tornare a Fell’s Church», disse, «l’unica<br />
cosa che riuscivo a pensare era a come Elena avesse
messo a soqquadro il cielo e la terra per trovare Stefan.<br />
Nessun ostacolo le avrebbe impedito di continuare le<br />
ricerche. Io l’ho aiutata, ho rischiato tutto per lei e ci<br />
siamo riusciti. Abbiamo trovato Stefan e l’abbiamo<br />
riportato a casa, sano e salvo. Ma quando sono stato io<br />
a perdermi, mi avete lasciato solo su quella luna».<br />
«Ma Damon», disse Elena, sporgendosi verso di lui,<br />
«pensavamo che fossi morto».<br />
«E comunque abbiamo cercato di mettere a<br />
soqquadro il cielo e la terra per salvarti», si accalorò<br />
Bonnie, guardandolo con i grandi occhi castani lucidi di<br />
lacrime. «Lo sai. Elena ha tentato di tutto per<br />
corrompere le Guardiane affinché ti riportassero<br />
indietro. È quasi impazzita di dolore. Ma continuavano<br />
a dire che quando un vampiro muore, se ne va per<br />
sempre».<br />
«Ora lo so», disse Damon. «Non sono più arrabbiato.<br />
Mi sembra siano passati secoli dall’ultima volta che me<br />
la sono presa per quel motivo. Infatti, non ve lo sto<br />
dicendo per questo». Lanciò un’occhiata colpevole a<br />
Elena. «Devo scusarmi con tutti voi».<br />
Per un attimo, tutti trattennero il fiato. Damon non si
scusava. Mai.<br />
Elena aggrottò la fronte. «Per cosa?».<br />
Damon scrollò le spalle e un breve sorriso<br />
compiaciuto gli passò sul volto. «Per cosa non dovrei<br />
scusarmi, piuttosto, mia principessa». Tornò serio. «La<br />
verità è che non meritavo di essere salvato. Da vampiro<br />
ho fatto cose terribili a tutti voi, e anche quando sono<br />
ridiventato umano mi sono comportato male. Ho<br />
combattuto contro Meredith; ho messo in pericolo<br />
Bonnie nella Dimensione Oscura. Vi ho messi tutti in<br />
pericolo». Si guardò attorno. «Mi dispiace», disse,<br />
rivolto a tutti, con una nota di sincero rimorso nella<br />
voce.<br />
A Bonnie tremavano le labbra. Poi si alzò e gli gettò le<br />
braccia al collo. «Ti perdono!».<br />
Damon sorrise e le diede delle pacche sulla testa,<br />
imbarazzato. Scambiò con Meredith un solenne cenno<br />
del capo, che sembrò indicare che anche lei lo<br />
perdonava… per quella volta.<br />
«Damon», disse Matt, scuotendo la testa. «Sei sicuro<br />
di non essere posseduto? Sembri un po’… fuori di te.<br />
Finora sei stato gentile solo con Elena».
«Be’, non abituartici», disse Damon, che sembrava<br />
sollevato di essersi tolto dal cuore il peso della<br />
confessione. «Matt».<br />
Matt parve sorpreso e felice: era come se Damon gli<br />
avesse fatto un regalo chiamandolo con il suo vero<br />
nome, una volta tanto, anziché chiamarlo “Mutt” o<br />
rivolgersi a lui a gesti. Elena vide Stefan che dava al<br />
fratello una spintarella d’intesa, affettuosa, e Damon che<br />
gli rispondeva con una gomitata.<br />
No, lei non ci avrebbe fatto l’abitudine. Damon,<br />
svuotato dai sentimenti di gelosia e risentimento, era<br />
bello e intrigante come sempre, ma molto più alla mano.<br />
Non sarebbe durata, ma, per il momento, poteva<br />
godersi quel cambiamento.<br />
Si soffermò a osservarli con attenzione: i fratelli<br />
Salvatore. I vampiri che amava. Stefan, con i suoi<br />
morbidi riccioli scuri e gli occhi verdi, le braccia e le<br />
gambe lunghe e la sensuale curva della bocca che aveva<br />
sempre voglia di baciare. Dolcezza, solidità e una<br />
sofferenza che lei sola riusciva ad alleviare. Damon,<br />
pelle di seta e lineamenti finemente cesellati. Volubile e<br />
irresistibile. Li amava entrambi. Non provava
dispiacere, ma soltanto una sincera, totale gratitudine<br />
per il destino che li aveva gettati sul suo cammino.<br />
Ma non sarebbe stato facile. Non riusciva a<br />
immaginare cosa sarebbe successo una volta sfumata<br />
quell’inedita atmosfera di amicizia e piacevolezza tra i<br />
due fratelli e tra tutti loro. Non dubitava che sarebbe<br />
finita. Rabbia e gelosia fanno parte della vita, e si<br />
sarebbero formate di nuovo.Strinse la mano di Stefan e<br />
da sopra la sua spalla sorrise a Damon, notando come<br />
si ravvivava il suo sguardo.<br />
Sospirò fra sé e sorrise più apertamente. Bonnie<br />
aveva ragione: il college era proprio dietro l’angolo,<br />
un’avventura completamente nuova. Fino a quel<br />
momento, avrebbero colto ogni occasione per divertirsi.<br />
«Zucchero filato?», chiese. «Non ricordo nemmeno<br />
l’ultima volta che l’ho mangiato. Sono decisamente a<br />
favore dell’idea di avventura che ha Bonnie».<br />
Stefan le sfiorò le labbra con un bacio che era già<br />
dolce e leggero come lo zucchero filato, e lei si<br />
accoccolò fra le sue braccia.<br />
Non sarebbe durata. Lo sapeva. Ma era molto felice.<br />
Stefan non era più in lutto, arrabbiato, e timoroso, ma
era di nuovo se stesso, era la persona di cui si era<br />
innamorata. E Damon era vivo e al sicuro, era di nuovo<br />
tra loro. Tutti i suoi amici erano attorno a lei.<br />
Finalmente, era davvero a casa.
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Capitolo 4<br />
Capitolo 5<br />
Capitolo 6<br />
Capitolo 7<br />
Capitolo 8<br />
Capitolo 9<br />
Capitolo 10<br />
Capitolo 11<br />
Capitolo <strong>12</strong><br />
Capitolo 13<br />
Indice
Capitolo 14<br />
Capitolo 15<br />
Capitolo 16