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Folie Tristan - Paolo Galloni

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<strong>Tristan</strong>o vede bene che lei lo evita, ma lui<br />

stesso arrossisce d’imbarazzo. Muove qualche<br />

passo all’indietro, fino alla porta, poi,<br />

finalmente, svela a lei tutti i suoi pensieri.<br />

“Davvero non vi avrei mai creduto capace di<br />

questo nobile regina Isotta, e nemmeno voi,<br />

Brangania. Ahimè, dunque sono sopravvissuto a<br />

tanto dolore solo per vedermi da voi disprezzato e<br />

tenuto in così vile considerazione? E di chi posso<br />

fidarmi, ora, se Isotta non mi ama, se lei mi<br />

disprezza al punto da avermi dimenticato? Isotta,<br />

mia amata, l’uomo che ama non dimentica! E’<br />

preziosa la fontana che copiosa zampilla, ma<br />

quando la sorgente si esaurisce, ecco che non vale<br />

più nulla. Così è l’amore quando è tradito”.<br />

“Fratello, io non so più niente,” risponde Isotta<br />

“io vi guardo e mi confondo, perché non riconosco in<br />

voi nulla di <strong>Tristan</strong>o l’innamorato”. “Regina<br />

Isotta,” replica <strong>Tristan</strong>o “sono io <strong>Tristan</strong>o, che vi<br />

ancora vi ama. Ricordate il siniscalco che ci<br />

denunciò al re? Una notte che dividevamo la

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