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Folie Tristan - Paolo Galloni

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uscire a cavallo, com’è sua abitudine. I cavalieri<br />

lo seguono e pure gli scudieri che cominciavano ad<br />

annoiarsi. Solo Isotta si congeda: “Vi prego di<br />

perdonarmi, mio signore, ma non mi sento bene, mi<br />

duole il capo. Andrò nella mia camera a riposare,<br />

non riesco proprio a reggere la confusione”. Il re<br />

lascia che vada e lei subito si alza e in fretta<br />

s’allontana. Quando raggiunge la sua camera è<br />

assai turbata. Finalmente sola, si getta sul letto<br />

e s’abbandona al dolore che la tormenta. “Ohimè!”<br />

piange “Perché sono nata? Il mio cuore è triste e<br />

afflitto. Brangania” chiama “mia fedele amica<br />

mi sento come se stessi per morire. Se fossi già<br />

morta sarebbe meglio; la vita è<br />

insopportabilmente crudele con me. Ovunque mi<br />

trovi tutto mi si oppone. Veramente, Brangania<br />

mia, non so più che fare. Oggi è venuto un matto<br />

con la tonsura a croce, e non poteva esserci<br />

sciagura maggiore del suo arrivo: troppa pena mi<br />

ha procurato. Questo folle, questo<br />

sputascemenze, o è un mago o un indovino, perché

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