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Folie Tristan - Paolo Galloni

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daini, e con gli sparvieri caccio la volpe, che alla<br />

bella coda deve la nobiltà. Con lo smeriglio catturo<br />

le lepri e con il falcone i gatti selvatici e i<br />

castori. Quando, infine, rientro alla mia dimora,<br />

amo le schermaglie con lo spiedo: nessuno para<br />

abbastanza bene i colpi da non riceverne alcuno. Io<br />

so distribuire a scudieri e valletti le armi del loro<br />

rango. Suono l’arpa e la crotta, e nessuno mi è pari<br />

nel canto. Io so amare le regine, non c’è al mondo<br />

amante che mi eguagli. So intagliare i ramoscelli<br />

e gettarli nei ruscelli. Maestà, non sono un buon<br />

menestrello? Oggi voi siete stato servito dal<br />

raccolto del mio spiedo”.<br />

D’improvviso, cambia espressione e comincia a<br />

battere colpi intorno. “Andatevene tutti dalla<br />

mensa del re! Via, via, tornatevene a casa<br />

vostra! Avete mangiato bene? Perfetto, cosa<br />

fate ancora qui?”.<br />

A ogni parola il re se la ride, davvero lo<br />

scentrato lo diverte. Poi ordina a uno scudiero di<br />

portargli il suo destriero, dice che ha voglia di

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