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disgusto e non ne volevate sapere. Isotta, io ho<br />
mantenuto la parola, vi ho difeso, non è forse la<br />
verità?”.<br />
“No, non è vero, è una menzogna. Voi narrate i<br />
vostri deliri. Ieri sera vi siete addormentato<br />
ubriaco ed è quell’ebbrezza che vi fa parlare”.<br />
“Sì, sono ubriaco, e di una bevanda dalla quale<br />
non sarò mai liberato. Non rammentate l’istante in<br />
cui i vostri genitori vi hanno affidato a me? Vi<br />
hanno accompagnato fino alla nave che vi avrebbe<br />
condotto al vostro futuro marito, il re Marco. Ora<br />
vi ricorderò anche quello che accadde quando<br />
fummo in mare aperto. Il giorno era bello, faceva<br />
caldo e noi ci godevamo la brezza sul ponte. A<br />
causa della calura eravate assetata, l’avete<br />
scordato, figlia di re? Entrambi abbiamo bevuto<br />
dalla brocca, voi prima e dopo io. Da allora non ho<br />
cessato d’esser ebbro ed è un’infelice ebbrezza che<br />
mi affligge”.<br />
A queste parole Isotta si copre il capo con il<br />
mantello e si alza per uscire, ma il re la