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Folie Tristan - Paolo Galloni

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<strong>Tristan</strong>o osserva Isotta ancor più degli<br />

invitati, capisce che è in collera perché la vede<br />

cambiar colore. Allora le dice: “regina Isotta, sì,<br />

sono Tantris, che tanto vi ama. Ricordate quando<br />

fui ferito combattendo il Moroldo che veniva a<br />

riscuotere il tributo, molti fra i presenti conoscono<br />

la storia. Io lo uccisi, ma fui gravemente ferito<br />

dalla sua spada avvelenata. Il veleno era potente<br />

e mi bruciava l’osso dell’anca, un dolore<br />

insostenibile cresceva, nessun medico poteva<br />

alleviarlo. Soffrivo al punto che credevo certa la<br />

morte. Presi allora il mare, là volevo morire tanto<br />

mi straziava il dolore. Il vento si alzò, ci fu una<br />

gran tempesta che spinse la mia nave fino in<br />

Irlanda. Mi toccò approdare proprio nella terra che<br />

più dovevo temere in quanto uccisore del Moroldo,<br />

vostro zio. Io temevo molto quel paese, ma il mio<br />

corpo era ferito e il mio spirito abbattuto. Solo<br />

suonare l’arpa alleviava le mie pene, ma non<br />

bastava a restituirmi il conforto. Presto vi giunse<br />

voce del giovane che suonava l’arpa così bene e io

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