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<strong>Tristan</strong>o osserva Isotta ancor più degli<br />
invitati, capisce che è in collera perché la vede<br />
cambiar colore. Allora le dice: “regina Isotta, sì,<br />
sono Tantris, che tanto vi ama. Ricordate quando<br />
fui ferito combattendo il Moroldo che veniva a<br />
riscuotere il tributo, molti fra i presenti conoscono<br />
la storia. Io lo uccisi, ma fui gravemente ferito<br />
dalla sua spada avvelenata. Il veleno era potente<br />
e mi bruciava l’osso dell’anca, un dolore<br />
insostenibile cresceva, nessun medico poteva<br />
alleviarlo. Soffrivo al punto che credevo certa la<br />
morte. Presi allora il mare, là volevo morire tanto<br />
mi straziava il dolore. Il vento si alzò, ci fu una<br />
gran tempesta che spinse la mia nave fino in<br />
Irlanda. Mi toccò approdare proprio nella terra che<br />
più dovevo temere in quanto uccisore del Moroldo,<br />
vostro zio. Io temevo molto quel paese, ma il mio<br />
corpo era ferito e il mio spirito abbattuto. Solo<br />
suonare l’arpa alleviava le mie pene, ma non<br />
bastava a restituirmi il conforto. Presto vi giunse<br />
voce del giovane che suonava l’arpa così bene e io