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Folie Tristan - Paolo Galloni

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testimonianza diretta dei contadini del luogo: si tratta di<br />

uno dei rari casi in cui affiora in superficie quel fiume<br />

carsico che è, per la narrativa arturiana, la tradizione<br />

popolare, in particolare delle regioni celtiche di Bretagna,<br />

Galles e Cornovaglia. La magia del castello ricorda il potere<br />

di certe costruzioni megalitiche che caratterizzano le regioni<br />

dell’Europa un tempo celtica: le credenze folkloriche<br />

attribuiscono loto il potere di aprirsi all’altro mondo a date<br />

fisse, sovente in corrispondenza dei solstizi –ed è appunto in<br />

estate e in inverno che secondo “i contadini dei dintorni” la<br />

fortezza di Tintagel anticamente scompariva<br />

temporaneamente dalla vista. Come un antropologo<br />

folklorista ante litteram che svela per un istante le sue<br />

indagini sul campo, il compilatore della <strong>Folie</strong> <strong>Tristan</strong> di<br />

Oxford ci illumina sull’esistenza di una memoria del<br />

territorio, forse il ricordo sfumato di un antico luogo<br />

cerimoniale situato là dove più tardi sorse la fortezza di<br />

Tintagel.<br />

Il “rigore” etnologico e filologico del compilatore della<br />

<strong>Folie</strong> <strong>Tristan</strong> è comprovato dalla stessa attribuzione del<br />

castello di Tintagel al re Marco, quando nella tradizione

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