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6. Follia d'amore<br />
Lontano dall’amata Isotta <strong>Tristan</strong>o sprofonda nella follia<br />
e si riduce a condizione bestiale. Vaga nudo e irsuto,<br />
nutrendosi di ciò che trova. La stessa esperienza tocca in<br />
sorte a Lancillotto e Ivano, protagonisti dei due omonimi<br />
romanzi in versi scritti dal grande Chrétien de Troyes e circa<br />
contemporanei alle principali redazioni del <strong>Tristan</strong>o. La<br />
follia di Ivano è cronologicamente anteriore alle altre ed è<br />
forse servita da modello di riferimento. Ecco come la<br />
descrive Chrétien: “tutto ciò che vede lo tormenta, tutto ciò<br />
che ode lo importuna. Vorrebbe fuggire lontano tutto solo<br />
lontano in una terra tanto selvaggia che non si sappia dove<br />
cercarlo e non vi sia nessuno al mondo che abbia sue notizie,<br />
non più che se egli si trovasse nel fondo di un abisso. (…).<br />
Tanto errò Ivano che si trovò ben lontano dalle tende e dai<br />
padiglioni. Allora gli salì alla testa una tale vertigine che<br />
uscì di senno. Prese a stracciarsi e a lacerarsi le vesti e fuggi<br />
per prati e campi coltivati. (…). Ora apposta le bestie nella<br />
foresta, le uccide e si ciba della cacciagione tutta cruda. E