camminare insieme - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva delle ...

Ma l’adorazione diventa piena, vera, perfetta quando si adora con la
vita: sono segni e frutti di una adorazione vera la cura della vita spirituale,
i sacramenti, lo stato di grazia, l’assenza del peccato, la comunione
di vita con Dio, la pratica delle virtù cristiane, soprattutto della carità, la
preghiera nella giornata.
Così si esprime Benedetto XVI nell’omelia dei Primi Vespri nella
vigilia di Pentecoste: nella giornata “dobbiamo soprattutto ritrovare la
fonte della vita […] La vita stessa deve riemergere in tutta la sua bellezza
e sublimità, cercando col cuore Cristo […] La creazione e la storia
[…] aspettano uomini e donne che realmente siano figli di Dio e si comportino
di conseguenza”.
San Paolo, quest’idea aveva del culto. È stato un modello e un maestro
dell’adorare Cristo con la vita: vedeva il suo stesso martirio come
una coppa versata in onore di Cristo.
Egli, ai cristiani di Roma, scrive che tutta la vita cristiana è un culto
spirituale: “Vi esorto, o fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire le
vostre persone quale sacrificio vivo, santo, gradito a Dio; questo è il vostro
culto spirituale”.
L’unico culto del cristiano è l’offerta della vita di carità a Dio.
Ai Filippesi scrive che il proprio martirio è il sangue versato in libagione;
la vita di fede dei Filippesi e il proprio apostolato sono una “Liturgia”,
un “Sacrificio”.
È una “Liturgia” il gesto di carità dei Filippesi, che gli hanno mandato
Epafrodito ad “assisterlo nelle sue necessità”. Chiama “Liturgia” la
colletta fatta dai Corinzi e dai Romani a favore dei cristiani di Gerusalemme.
L’espressione più alta, massima dell’adorazione è donare la vita a
Cristo per i fratelli. Chi dona la vita, è sullo stesso piano cultuale del
sacrificio di Cristo.
Benedetto XVI, sempre nell’omelia dei Primi Vespri nella vigilia di
Pentecoste, così si esprime: “La vita la si trova soltanto donandola […]
Quando della vita ci si vuole soltanto impadronire, essa si rende sempre
più vuota, più povera; facilmente si finisce per rifugiarsi nella droga,
nella grande illusione […] La vita la troviamo nella comunione con Colui
che è la vita in persona”.
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