camminare insieme - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva delle ...

Siamo qui per celebrare il sacrificio della Nuova Alleanza e per adorare.
Di sacrificio di alleanza ci hanno parlato le letture; di invito ad adorare
ci parla la frase scritta sul fondale dell’altare.
La prima Lettura ci ha portati nel deserto del Sinai, dove si celebrò la
prima grande assemblea liturgica dell’Antico Testamento.
Dio aveva dato la Legge a Mosè e aveva proposto un’alleanza al suo
popolo.
Mosè costruisce un altare con 12 pietre, simbolo delle 12 tribù, e fa
celebrare un sacrificio di alleanza.
Tre grandi segni emergono nel rito:
a) la lettura del libro della Legge;
b) l’impegno del popolo: “Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo
e lo eseguiremo”;
c) l’aspersione dell’altare e del popolo col sangue degli animali sacrificati:
“Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha stretto
con voi mediante tutte queste parole”.
Tutti e tre questi segni avevano un forte contenuto simbolico:
a) il libro della Legge è chiamato “Libro dell’Alleanza”, perché i comandamenti
non sono precetti e proibizioni, ma rivelazione della
volontà di Dio di instaurare un rapporto di rispetto e di amore reciproco;
b) il sangue sull’altare e sul popolo era segno che un’unica vita scorreva
tra Dio e il popolo: il popolo apparteneva a Dio;
c) l’impegno del popolo dimostrava che non si celebrava un semplice
rito; l’ascolto non era stato passivo. Il popolo era coinvolto e
accettava la Legge.
La lettera agli Ebrei (II Lettura) ha messo in evidenza l’infinita differenza
tra il sangue che cadeva sul popolo di Israele nel deserto e il
sangue che offriamo noi.
Il sangue che noi offriamo, e dal quale siamo purificati e redenti, non
è sangue di capri e di vitelli; ma è sangue di Cristo.
Se Israele veniva realmente coinvolto, fino ad assumersi delle responsabilità
e ad impegnarsi di osservare un’alleanza, quale deve essere
la nostra partecipazione, il nostro coinvolgimento nell’assemblea liturgica?
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