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XXI. PASTORALE SANITARIA
A. NOTA STATISTICA
Gli ospedali in Diocesi sono cinque di cui uno è l’ospedale “F. Miulli”
che è un Ente Ecclesiastico. Del “Miulli” fa parte anche il Centro di
riferimento nazionale per la cura del Morbo di Hansen (Lebbra), il più
importante per dimensioni in Italia, che si colloca nell’ambito di un progetto
nazionale e regionale dedicato alla diagnosi e cura delle Malattie
rare per le quali il Miulli è individuato come Struttura di Riferimento.
Ci sono sei sacerdoti come cappellani negli ospedali, delle religiose e
alcuni laici che hanno il ministero straordinario dell’Eucaristia. Ci sono
associazioni di medici cattolici.
B. PARTE ESPOSITIVA
L’assistenza spirituale agli infermi è una priorità nella vita delle nostre
comunità parrocchiali e dei centri sanitari. Gli ammalati ricevono periodicamente
la visita dei parroci, dei ministri straordinari della Comunione
e degli operatori Caritas e dei membri delle associazioni che collaborano
con le parrocchie nell’assistenza ai malati. Non si fa mancare, altresì, la
vicinanza alle famiglie colpite da lutti o malattie di particolare gravità.
I cappellani degli ospedali cittadini sono figure importanti ma con le
quali si auspica una più stretta collaborazione al fine di garantire un’adeguata
ed organica assistenza ai malati e favorire iniziative comuni di
formazione per gli operatori di pastorale sanitaria.
Nell’ambito della pastorale sanitaria, grande importanza hanno volontari,
più o meno giovani, che si dedicano all’assistenza e all’accompagnamento
dei disabili.
La sofferenza resta sempre una grande mistero che invoca l’intervento
salvifico e la presenza consolante del Signore ma non sempre risulta
facile che pazienti, familiari e personale sanitario accettino l’annuncio
della Parola di Dio e il confronto con essa, nonostante si affermi il grande
valore spirituale della sofferenza sia nella catechesi parrocchiali sia
nel magistero della Chiesa, sempre molto apprezzato dai fedeli.
Vasto è il campo della pastorale della salute; basta saperlo coniugare
con il nostro essere cristiani, vivendo la malattia con dignità umana.