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13.06.2013 Views

200 Segue un’ampia discussione: Mons. Negro fa presente che per i seminaristi del Sesto Anno appartenenti a Diocesi lontane da Molfetta è scomodo tornare ogni settimana in seminario. Mons. Papa esprime un vivo apprezzamento per l’impostazione dell’Anno Propedeutico e per l’opera qualificata del responsabile don Gianni Caliandro. Tutti gli altri Vescovi si associano a questo giudizio positivo e invitano il Rettore ad esprimere a don Caliandro il ringraziamento della CEP. Mons. Padovano, ritornando al Sesto Anno, propone degli “stages” tre volte l’anno. Mons. Caliandro tiene a sottolineare che il Sesto Anno deve servire alla formazione del giovane e non tanto alle esigenze pastorali della diocesi. Mons. Negro accenna alle difficoltà che incontrano i giovani preti fin dai primi anni di ministero e propone di prevedere per loro, una équipe di sostegno a livello regionale. Mons. Todisco e Mons. Padovano rilevano che le crisi possono nascere sia da una debole formazione in seminario, sia da un’esperienza pastorale negativa in diocesi. È importante perciò la scelta degli educatori in seminario, come anche curare il rodaggio pastorale dei giovani sacerdoti. Mons. Papa riferisce che il nuovo testo “Orientamenti e Norme per i Seminari” sta per essere approvato dalla Santa Sede. In questo documento c’è un capitolo che tratta proprio di queste problematiche. Dopo l’approvazione, la CEP potrebbe elaborare una linea regionale di attuazione per il nostro Seminario Regionale. È importante comunque conoscere prima dell’ordinazione sacerdotale se un giovane è fisicamente e psichicamente sano. Mons. Zerrillo rileva l’importanza dell’intesa dell’équipe educativa, che dovrà individuare e segnalare i casi sospetti di giovani non idonei. Per fare questo non si richiedono degli specialisti. Il Seminario lavora sui tempi lunghi e sul tempo continuato. L’opera educativa, come affermava don Bosco, è opera del cuore. Mons. Tamburrino invita il Rettore a vigilare sui casi che destano perplessità. Anche per i preti giovani bisogna prevedere dei sostegni. A volte la crisi è di fede e non tanto psicologica. Mons. Martella auspica che nel nostro Seminario Regionale venga quanto prima elaborata una “Regola di Vita”. Solo così un giovane può sapere con precisione cosa si può fare, cosa non si può fare e cosa si deve fare.

Mons. Calabro rileva che dopo gli anni di seminario in cui la vita è più strutturata, con l’Ordinazione la libertà diventa assoluta, i seminaristi e i giovani preti che studiano a Roma, sono ancora più esposti. Mons. Papa rileva con amarezza che nelle diocesi ci sono tanti preti, ma non esiste un vero presbiterio diocesano; infatti quando un prete sbaglia, non è raro il caso che i confratelli siano pronti ad accusarlo e a metterlo alla gogna, anziché adoperarsi per aiutarlo. Mons. Cacucci chiede che in Seminario gli animatori siano non tanto degli specialisti, ma preti con personalità armoniche. Anch’egli fa presente l’opportunità che in regione vengano individuati dei sacerdoti che siano punto di riferimento. I Vescovi facciano conoscere questi nomi. Mons. Ruppi afferma che in questi anni stiamo facendo esperienza della fragilità dei preti giovani, mentre urgono elementi di sostegno. Abbiamo già dei sacerdoti che possono essere di riferimento alle varie diocesi (don Franco Castellana, don Franco D’Apollonio, don Gianni Caliandro, don Angelo Sabatelli. Padre Colella). S’impone, dopo l’approvazione di “Orientamenti e Norme”, l’urgenza di formare i formatori, sia per i seminari maggiori, sia per i seminari diocesani, sia per il cammino formativo, sia per i primi anni di pastorale. Mons. Ladisa ricorda da qualche anno nel Seminario Regionale vengono dati corsi per i formatori, con buona partecipazione. Il Rettore, inoltre, introduce il discorso della opportunità di costituire altri spazi nel Seminario Regionale. L’ipotesi di adeguare la mansarda si è rivelata difficile da attuare. Forse si potrebbe costruire una nuova palazzina nel terreno del Seminario lì dove attualmente sorge la “Grotta di Lourdes”. La palazzina avrebbe un piano terra e due piani e potrebbe essere occupata dagli alunni del Propedeutico. Il rettore presenterà un progetto con un preventivo di massima. Mons. Papa invita a riflettere sull’opportunità o meno di costruire altri locali, quando ci sono in regione molti seminari semivuoti. Mons. Padovano ipotizza il distaccamento del biennio filosofico da unire al propedeutico, trasferendoli in un altro seminario. Questo consentirebbe una cura più attenta dei singoli seminaristi. I Vescovi decidono di soprassedere a ogni ipotesi di ampliamento, in attesa che il numero degli alunni sia stabilizzato, pregando il Rettore di trovare, al momento, le soluzioni possibili. 201

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Segue un’ampia discussione:<br />

Mons. Negro fa presente che per i seminaristi del Sesto Anno appartenenti<br />

a <strong>Diocesi</strong> lontane da Molfetta è scomodo tornare ogni settimana<br />

in seminario.<br />

Mons. Papa esprime un vivo apprezzamento per l’impostazione<br />

dell’Anno Propedeutico e per l’opera qualificata del responsabile don<br />

Gianni Caliandro. Tutti gli altri Vescovi si associano a questo giudizio<br />

positivo e invitano il Rettore ad esprimere a don Caliandro il ringraziamento<br />

della CEP.<br />

Mons. Padovano, ritornando al Sesto Anno, propone degli “stages”<br />

tre volte l’anno.<br />

Mons. Caliandro tiene a sottolineare che il Sesto Anno deve servire alla<br />

formazione del giovane e non tanto alle esigenze pastorali della diocesi.<br />

Mons. Negro accenna alle difficoltà che incontrano i giovani preti fin<br />

dai primi anni di ministero e propone di prevedere per loro, una équipe<br />

di sostegno a livello regionale.<br />

Mons. Todisco e Mons. Padovano rilevano che le crisi possono nascere<br />

sia da una debole formazione in seminario, sia da un’esperienza pastorale<br />

negativa in diocesi. È importante perciò la scelta degli educatori in seminario,<br />

come anche curare il rodaggio pastorale dei giovani sacerdoti.<br />

Mons. Papa riferisce che il nuovo testo “Orientamenti e Norme per<br />

i Seminari” sta per essere approvato dalla Santa Sede. In questo documento<br />

c’è un capitolo che tratta proprio di queste problematiche. Dopo<br />

l’approvazione, la CEP potrebbe elaborare una linea regionale di attuazione<br />

per il nostro Seminario Regionale. È importante comunque conoscere<br />

prima dell’ordinazione sacerdotale se un giovane è fisicamente e<br />

psichicamente sano.<br />

Mons. Zerrillo rileva l’importanza dell’intesa dell’équipe educativa,<br />

che dovrà individuare e segnalare i casi sospetti di giovani non idonei.<br />

Per fare questo non si richiedono degli specialisti. Il Seminario lavora<br />

sui tempi lunghi e sul tempo continuato. L’opera educativa, come affermava<br />

don Bosco, è opera del cuore.<br />

Mons. Tamburrino invita il Rettore a vigilare sui casi che destano<br />

perplessità. Anche per i preti giovani bisogna prevedere dei sostegni. A<br />

volte la crisi è di fede e non tanto psicologica.<br />

Mons. Martella auspica che nel nostro Seminario Regionale venga quanto<br />

prima elaborata una “Regola di Vita”. Solo così un giovane può sapere<br />

con precisione cosa si può fare, cosa non si può fare e cosa si deve fare.

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