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camminare insieme - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva delle ...

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Nuova Serie • Anno XII 2006<br />

CAMMINARE INSIEME<br />

RIVISTA TRIMESTRALE DELLA DIOCESI DI ALTAMURA • GRAVINA • ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />

UFFICIALE PER GLI ATTI DEL VESCOVO E DELLA CURIA<br />

Nuova Serie • Anno XII 2006


Tutte le illustrazioni di questo volume di “Camminare Insieme” si riferiscono<br />

alla Chiesa della Trasfigurazione di <strong>Altamura</strong> (Parrocchia SS. Trinità).


BOLLETTINO PERIODICO DELLA DIOCESI<br />

DI ALTAMURA • GRAVINA<br />

ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />

UFFICIALE PER GLI ATTI<br />

DEL VESCOVO E DELLA CURIA<br />

Nuova Serie • Anno XII • 2006


CAMMINARE INSIEME<br />

Rivista della <strong>Diocesi</strong><br />

di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

ufficiale per gli atti del Vescovo e della Curia<br />

Nuova Serie - Anno XII - 2006<br />

Registrazione Tribunale di Bari n. 1384 del 06.08.1998<br />

Direttore Responsabile: Sac. Nunzio Falcicchio<br />

Redazione: Sac. Vincenzo Panaro<br />

Ins. Anna Graziano - Ins. Marisa Piazza<br />

Amministrazione:<br />

Curia Diocesana di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Arco Duomo, 1 - 70022 <strong>Altamura</strong> (BA)<br />

Tel. e Fax 080/3117024 - e-mail: curiadiocesana@libero.it<br />

www.diocesidialtamura.it<br />

Impianti e Stampa:<br />

Grafiche Grilli srl<br />

Via Manfredonia Km 2.200 - 71100 Foggia<br />

Tel. 0881/568034-568040 - Fax 0881/755525


Benedetto XVI


Chiesa della Trasfigurazione (Parrocchia SS . Trinità) - <strong>Altamura</strong> - Ingresso principale


Telegramma augurale<br />

al Santo Padre Benedetto XVI<br />

nel 1° anniversario di Pontificato<br />

19 aprile 2006<br />

SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI<br />

00120 CITTÀ DEL VATICANO<br />

A NOME MIO PERSONALE ET INTERA COMUNITÀ DIOCESA-<br />

NA ALTAMURA-GRAVINA-ACQUAVIVA DELLE FONTI FOR-<br />

MULO FERVIDI VOTI AUGURALI PRIMO ANNIVERSARIO<br />

VOSTRA ELEZIONE SOMMO PONTIFICATO ET RINNOVANDO<br />

FILIALE OBBEDIENZA SUPREMO MAGISTERO PETRINO IM-<br />

PLORO DAL SIGNORE ABBONDANTI DONI VOSTRO MINISTE-<br />

RO APOSTOLICO.<br />

MARIO PACIELLO VESCOVO


SEGRETERIA DI STATO<br />

________<br />

prima sezione - affari generali<br />

N. 34.500<br />

Eccellenza Reverendissima,<br />

Dal Vaticano, 11 maggio 2006<br />

il Santo Padre ha ricevuto con vivo compiacimento le espressioni di<br />

fervido augurio che Ella, anche a nome di codesta Comunità diocesana,<br />

Gli ha indirizzato nell’anniversario della Sua elezione alla Cattedra di<br />

Pietro, assicurando speciali preghiere per la Sua persona ed il Suo ministero.<br />

Nel farLe giungere i sensi della Sua gratitudine per tale premurosa e<br />

lieta testimonianza di devozione e affetto, il Sommo Pontefice, mentre<br />

invita ad attingere al mistero della morte e resurrezione del Redentore<br />

la forza per continuare a svolgere con amore e dedizione il proprio servizio<br />

ecclesiale, invoca la materna intercessione della Regina Caeli e<br />

ben volentieri imparte a Vostra Eccellenza ed a quanti sono affidati alle<br />

sue cure pastorali l’implorata Benedizione Apostolica.<br />

Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio<br />

dell’Eccellenza Vostra Rev.ma<br />

dev.mo nel Signore<br />

✠ Leonardo Sandri<br />

Sostituto<br />

_______________________________<br />

A Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Mons. MARIO PACIELLO<br />

Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Arco Duomo, 1<br />

70022 ALTAMURA (BA)


Telegramma di solidarietà<br />

al Santo Padre Benedetto XVI<br />

per reazioni da parte dei musulmani<br />

18 settembre 2006<br />

SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI<br />

00120 CITTÀ DEL VATICANO<br />

A NOME MIO PERSONALE DEL PRESBITERIO E DELL’INTERA<br />

COMUNITÀ DIOCESANA DI ALTAMURA-GRAVINA-ACQUA-<br />

VIVA DELLE FONTI ESPRIMO VICINANZA SANTITÀ VOSTRA<br />

PER REAZIONI DA PARTE DEI CREDENTI MUSULMANI ET AS-<br />

SICURO FILIALE SOLIDARIETÀ E RICORDO PARTICOLARE<br />

NELLA PREGHIERA AUSPICANDO PER IL FUTURO RISPETTO<br />

RECIPROCO E SINCERO DIALOGO.<br />

MARIO PACIELLO VESCOVO


SEGRETERIA DI STATO<br />

________<br />

prima sezione - affari generali<br />

Eccellenza Reverendissima,<br />

Dal Vaticano, 28 settembre 2006<br />

con cortese messaggio del 18 settembre corrente, Ella, anche a nome<br />

di codesta Comunità diocesana, ha voluto manifestare al Santo Padre<br />

Benedetto XVI sentimenti di devota venerazione, rinnovando piena<br />

adesione al Suo universale Ministero.<br />

Nell’accogliere con animo grato il premuroso gesto, segno di comunione<br />

e di affetto verso la Sua persona, reso ancora più prezioso<br />

per l’assicurazione di costanti preghiere, il Sommo Pontefice, mentre<br />

invoca su Vostra Eccellenza abbondanti doni celesti e la materna protezione<br />

della Vergine Maria, di cuore invia la Benedizione Apostolica,<br />

volentieri estendendola ai Sacerdoti, ai Religiosi e a tutti i fedeli della<br />

<strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />

Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio<br />

_______________________________<br />

A Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Mons. Mario PACIELLO<br />

Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Palazzo Vescovile - Arco Duomo, 1<br />

70022 ALTAMURA (BA)<br />

dell’Eccellenza Vostra Rev.ma<br />

dev.mo nel Signore<br />

✠ Leonardo Sandri<br />

Sostituto


Udienza<br />

ai Vescovi italiani<br />

in occasione della 56 a Assemblea Generale della CEI<br />

Cari Fratelli Vescovi italiani,<br />

18 maggio 2006<br />

sono davvero lieto di incontrarvi tutti questa mattina, riuniti nella vostra<br />

Assemblea Generale. Saluto il vostro Presidente, Cardinale Camillo<br />

Ruini, e lo ringrazio per le parole cordiali che mi ha rivolto interpretando<br />

i comuni sentimenti. Saluto i tre Vicepresidenti, il Segretario Generale<br />

e ciascuno di voi, esprimendovi a mia volta l’affetto del mio cuore e la<br />

gioia della nostra reciproca comunione.<br />

L’oggetto principale di questa vostra Assemblea verte sulla vita e<br />

il ministero dei sacerdoti, nell’ottica di una Chiesa che intende essere<br />

sempre più protesa alla sua fondamentale missione evangelizzatrice. Voi<br />

continuate così l’opera iniziata nell’Assemblea del novembre scorso ad<br />

Assisi, nella quale avete concentrato la vostra attenzione sui seminari e<br />

sulla formazione al ministero presbiterale. In realtà, per noi Vescovi è un<br />

compito essenziale essere costantemente vicini ai nostri sacerdoti che<br />

attraverso il Sacramento dell’Ordine partecipano al ministero apostolico<br />

che il Signore ci ha affidato. Occorre innanzitutto curare un’attenta<br />

selezione dei candidati al sacerdozio, verificandone le predisposizioni<br />

personali ad assumere gli impegni connessi con il futuro ministero; coltivare<br />

poi la formazione, non solo negli anni del seminario ma anche<br />

nelle successive fasi della loro vita; avere a cuore il loro benessere materiale<br />

e spirituale; esercitare la nostra paternità verso di loro con animo<br />

fraterno; non lasciarli mai soli nelle fatiche del ministero, nella malattia<br />

e nella vecchiaia, come nelle inevitabili prove della vita. Cari fratelli<br />

Vescovi, quanto più saremo vicini ai nostri sacerdoti, tanto più essi a loro<br />

volta avranno verso di noi affetto e fiducia, scuseranno i nostri limiti<br />

personali, accoglieranno la nostra parola e si sentiranno solidali con noi<br />

nelle gioie e nelle difficoltà del ministero.


10<br />

Al centro del nostro rapporto con i sacerdoti, come della stessa vita<br />

nostra e loro, sta con tutta evidenza la relazione a Cristo, l’unione intima<br />

con Lui, la partecipazione alla missione che Egli ha ricevuto dal Padre. Il<br />

mistero del nostro sacerdozio consiste in quella identificazione con Lui<br />

in virtù della quale noi, deboli e poveri essere umani, per il Sacramento<br />

dell’Ordine possiamo parlare e agire in persona Christi capitis. L’intero<br />

percorso della nostra vita di sacerdoti non può puntare che a questo<br />

traguardo: configurarci nella realtà dell’esistenza e nei comportamenti<br />

quotidiani al dono e al mistero che abbiamo ricevuto. Devono guidarci<br />

e confortarci in questo cammino le parole di Gesù: “Non vi chiamo più<br />

servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati<br />

amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere<br />

a voi” (Gv 15, 15). Il Signore si mette nelle nostre mani, ci trasmette il<br />

suo mistero più profondo e personale, ci vuole partecipi del suo potere<br />

di salvezza. Ma ciò richiede evidentemente che noi a nostra volta siamo<br />

davvero amici del Signore, che i nostri sentimenti si conformino ai suoi<br />

sentimenti, il nostro volere al suo volere (cfr Fil 2, 5).<br />

L’orizzonte dell’amicizia in cui Gesù ci introduce è poi l’umanità intera:<br />

Egli infatti vuol essere per tutti il buon Pastore che dona la propria<br />

vita (cfr Gv 10, 11). Perciò anche la nostra sollecitudine pastorale non<br />

può che essere universale. Certamente dobbiamo preoccuparci anzitutto<br />

di coloro che, come noi, credono e vivono con la Chiesa, e tuttavia non<br />

dobbiamo stancarci di uscire, come ci chiede il Signore, “per le strade e<br />

lungo le siepi” (Lc 14, 13), per invitare al banchetto che Dio ha preparato<br />

anche coloro che finora non lo hanno conosciuto, o forse hanno preferito<br />

ignorarlo. Cari fratelli Vescovi italiani, mi unisco a voi nel dire un<br />

grande grazie ai nostri sacerdoti per la loro continua e spesso nascosta<br />

dedizione e nel chiedere loro, con animo fraterno, di fidarsi sempre del<br />

Signore e di <strong>camminare</strong> con generosità e coraggio sulla via che conduce<br />

alla santità, confortando e sostenendo anche noi Vescovi nel medesimo<br />

cammino.<br />

In questa Assemblea vi siete occupati anche dell’ormai prossimo<br />

Convegno ecclesiale nazionale che si svolgerà a Verona e al quale avrò<br />

anch’io la gioia di intervenire. Avendo per tema “Testimoni di Gesù risorto,<br />

speranza del mondo”, il Convegno sarà un grande momento di comunione<br />

per tutte le componenti della Chiesa in Italia. Sarà possibile fare<br />

il punto sul cammino percorso negli ultimi anni e soprattutto guardare


in avanti, per affrontare <strong>insieme</strong> il compito fondamentale di mantenere<br />

sempre viva la grande tradizione cristiana che è la principale ricchezza<br />

dell’Italia. A tale scopo è particolarmente felice la scelta di mettere al<br />

centro del Convegno Gesù risorto, fonte di speranza per tutti: a partire da<br />

Cristo, infatti, e soltanto a partire da Lui, dalla sua vittoria sul peccato e<br />

sulla morte, è possibile rispondere al bisogno fondamentale dell’uomo,<br />

che è bisogno di Dio, non di un Dio lontano e generico ma del Dio che<br />

in Gesù Cristo si è manifestato come l’amore che salva. Ed è anche possibile<br />

proiettare una luce nuova e liberatrice sulle grandi problematiche<br />

del tempo presente.<br />

A Verona occorrerà dunque concentrarsi anzitutto su Cristo e pertanto<br />

sulla missione prioritaria della Chiesa di vivere alla sua presenza e<br />

di rendere il più possibile visibile a tutti questa medesima presenza. Su<br />

queste basi prenderete giustamente in esame i vari ambiti dell’esistenza<br />

quotidiana, all’interno dei quali la testimonianza dei credenti deve rendere<br />

operante la speranza che viene da Cristo risorto: in concreto la vita<br />

affettiva e la famiglia, il lavoro e la festa, la malattia e le varie forme di<br />

povertà, l’educazione, la cultura e le comunicazioni sociali, le responsabilità<br />

civili e politiche. Non vi è infatti alcuna dimensione dell’uomo che<br />

sia estranea a Cristo. La vostra attenzione, cari fratelli Vescovi, anche<br />

nell’attuale Assemblea è rivolta in modo particolare ai giovani. Mi è grato<br />

ricordare con voi l’esperienza dell’agosto scorso a Colonia, quando i<br />

giovani italiani, accompagnati da tanti di voi e dei vostri sacerdoti, parteciparono<br />

intensamente alla Giornata Mondiale della Gioventù. Si tratta<br />

ora di avviare l’itinerario che condurrà all’appuntamento del 2008 a<br />

Sydney, dando spazio all’entusiasmo e alla voglia di partecipazione dei<br />

giovani. Così essi potranno comprendere sempre meglio che la Chiesa<br />

è la grande famiglia nella quale, vivendo l’amicizia di Cristo, si diventa<br />

davvero liberi e amici tra di noi, superando le divisioni e le barriere che<br />

spengono la speranza.<br />

Desidero infine condividere con voi la sollecitudine che vi anima nei<br />

riguardi del bene dell’Italia. Come ho avuto modo di rilevare nell’Enciclica<br />

Deus caritas est (nn. 28-29), la Chiesa è ben consapevole che “alla<br />

struttura fondamentale del cristianesimo appartiene la distinzione tra ciò<br />

che è di Cesare e ciò che è di Dio” (cfr Mt 22, 21), cioè tra lo Stato e la<br />

Chiesa, ossia l’autonomia <strong>delle</strong> realtà temporali. Questa distinzione e<br />

11


12<br />

autonomia la Chiesa non solo riconosce e rispetta, ma di essa si rallegra,<br />

come di un grande progresso dell’umanità e di una condizione fondamentale<br />

per la sua stessa libertà e l’adempimento della sua universale<br />

missione di salvezza. In pari tempo, e proprio in virtù della medesima<br />

missione di salvezza, la Chiesa non può venir meno al compito di purificare<br />

la ragione, mediante la proposta della propria dottrina sociale,<br />

argomentata “a partire da ciò che è conforme alla natura di ogni essere<br />

umano”, e di risvegliare le forze morali e spirituali, aprendo la volontà<br />

alle autentiche esigenze del bene. A sua volta, una sana laicità dello Stato<br />

comporta senza dubbio che le realtà temporali si reggano secondo norme<br />

loro proprie, alle quali appartengono però anche quelle istanze etiche<br />

che trovano il loro fondamento nell’essenza stessa dell’uomo e pertanto<br />

rinviano in ultima analisi al Creatore. Nelle circostanze attuali, richiamando<br />

il valore che hanno per la vita non solo privata ma anche pubblica<br />

alcuni fondamentali principi etici, radicati nella grande eredità cristiana<br />

dell’Europa e in particolare dell’Italia, non commettiamo dunque alcuna<br />

violazione della laicità dello Stato, ma contribuiamo piuttosto a garantire<br />

e promuovere la dignità della persona e il bene comune della società.<br />

Carissimi Vescovi italiani, su questi valori siamo debitori di una chiara<br />

testimonianza a tutti i nostri fratelli in umanità: con essa non imponiamo<br />

loro inutili pesi ma li aiutiamo ad avanzare sulla via della vita e dell’autentica<br />

libertà. Vi assicuro la mia quotidiana preghiera per voi, per le<br />

vostre Chiese e per tutta la diletta Nazione italiana e imparto con grande<br />

affetto la Benedizione apostolica a ciascuno di voi, ai vostri sacerdoti, ad<br />

ogni famiglia italiana, specialmente a chi più soffre e sente più forte il<br />

bisogno dell’aiuto di Dio.


Lettera<br />

al Santo Padre Benedetto XVI<br />

riguardo alla vicenda dei due fratellini scomparsi<br />

Francesco e Salvatore Pappalardi<br />

A Sua Santità<br />

Benedetto XVI<br />

Beatissimo Padre,<br />

da oltre un mese si sono perse le tracce dei due fratellini Francesco e<br />

Salvatore di <strong>Gravina</strong> in Puglia.<br />

Vane si sono rivelate finora tutte le piste perseguite e le investigazioni<br />

fatte. La <strong>Diocesi</strong>, sin dai primi giorni della scomparsa, sta invocando<br />

lo Spirito Santo perché guidi le menti e i passi di quanti stanno facendo<br />

indagini.<br />

Il Vescovo si è offerto come mediatore e non perde occasioni per lanciare<br />

messaggi e inviti a chi sa e a chi eventualmente detiene i bambini.<br />

Una parola della Santità Vostra di sensibilizzazione e di esortazione<br />

a quanti possono contribuire al ritrovamento dei fratellini avrebbe una<br />

risonanza e una autorevolezza di portata universale.<br />

Sono certo che nella Sua preghiera e nel Suo cuore di Padre e di Pastore,<br />

profondamente sensibile per le piaghe che affliggono le famiglie<br />

del nostro tempo, Francesco e Salvatore sono quotidianamente presenti.<br />

Ora Le chiedo umilmente, se la Santità Vostra lo ritiene opportuno, di<br />

avere un ricordo dei fratellini all’Angelus di domenica prossima.<br />

Mi è gradita questa privilegiata circostanza per professarLe la mia<br />

stima per la Sua nobile persona, la mia gratitudine per il Suo altissimo e<br />

chiarissimo Magistero, e per chiederLe di benedirmi con il Presbiterio e<br />

con tutto il Popolo di Dio a me affidato.<br />

<strong>Gravina</strong> in Puglia, 5 luglio 2006<br />

di Vostra Santità<br />

umilissimo servo<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

13


14<br />

Telegramma<br />

del Card. Angelo Sodano<br />

Segretario di Stato di Sua Santità<br />

11 luglio 2006<br />

S.E.R. MONS. MARIO PACIELLO<br />

VESCOVO DI ALTAMURA-GRAVINA-ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />

ARCO DUOMO 1<br />

70022 ALTAMURA<br />

SANTO PADRE BENEDETTO XVI MI INCARICA FAR SAPERE<br />

AT VOSTRA ECCELLENZA ET INTERA COMUNITÀ DIOCESA-<br />

NA CHE EGLI CONTINUA AT SEGUIRE CON VIVA TREPIDAZIO-<br />

NE VICENDA DUE FRATELLINI FRANCESCO ET SALVATORE<br />

DI GRAVINA DI PUGLIA ET MENTRE ASSICURA SPECIALE RI-<br />

CORDO NELLA PREGHIERA AUSPICA DI CUORE CHE DOLO-<br />

ROSO CASO GIUNGA PRESTO AT FELICE CONLUSIONE.<br />

CARD. ANGELO SODANO SEGRETARIO DI STATO<br />

* * *


SUA SANTITÀ<br />

BENEDETTO XVI<br />

CITTÀ DEL VATICANO<br />

Telegramma di ringraziamento<br />

di S.E. Mons. Mario Paciello<br />

BEATISSIMO PADRE,<br />

A NOME MIO PERSONALE E DELLA DIOCESI LE ESPRIMO<br />

PROFONDA COMMOZIONE E VIVA GRATITUDINE PER IL SUO<br />

MESSAGGIO. LA SUA PREGHIERA E LA SUA VICINANZA CI<br />

CONFORTANO NELL’IMPEGNO PER IL RITROVAMENTO DI<br />

FRANCESCO E SALVATORE. IL SUO ALTISSIMO INTERESSE<br />

PER I FRATELLINI HA GIÀ AVUTO UNA RISONANZA MONDIA-<br />

LE CHE CERTAMENTE CONTRIBUIRÀ A CONSOLIDARE LA<br />

SPERANZA DI CONCLUDERE POSITIVAMENTE LA TRISTE VI-<br />

CENDA. CON FILIALE DEVOZIONE IMPLORO PER TUTTI LA<br />

SUA APOSTOLICA BENEDIZIONE.<br />

DELLA SANTITÀ VOSTRA UMILE SERVO<br />

MARIO PACIELLO<br />

1


Prospetto e accesso da Via Santeramo


Santa Sede


Prospetto e accesso da Via Palestro


SEGRETERIA DI STATO<br />

________<br />

prima sezione - affari generali<br />

N. 51.107<br />

Eccellenza Reverendissima,<br />

Dal Vaticano, 28 novembre 2006<br />

con lettera n. 89/06 del 20 novembre corrente, codesta Curia<br />

Diocesana ha inviato al Santo Padre, mediante assegno bancario, la<br />

somma di € 6.470,00, raccolta in occasione dell’ultima Giornata della<br />

carità del Papa. L’offerta figurerà nel bilancio dell’Obolo di San Pietro<br />

per l’anno 2006.<br />

Sua Santità Benedetto XVI ha apprezzato vivamente l’aiuto così<br />

dato ai fratelli che si trovano in stato di necessità nel mondo, prega<br />

per Vostra Eccellenza, per il Presbiterio e per i fedeli della <strong>Diocesi</strong> di<br />

<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, tutti affidando alla materna<br />

protezione della Beata Vergine Maria, e con affetto e stima invia la<br />

Benedizione Apostolica.<br />

Mi valgo volentieri della circostanza per porgerLe un saluto cordiale,<br />

confermandomi con sensi di distinto ossequio<br />

dell’Eccellenza Vostra Rev.ma<br />

dev.mo nel Signore<br />

Monsignor Gabriele Caccia<br />

Assessore<br />

_________________________<br />

A Sua Eccellenza Rev.ma<br />

Mons. Mario PACIELLO<br />

Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Arco Duomo, 1<br />

70022 ALTAMURA BA<br />

1


20<br />

Telegramma<br />

del Card. Tarcisio Bertone<br />

Segretario di Stato di Sua Santità<br />

in occasione dell’inaugurazione<br />

della nuova struttura<br />

dell’Ospedale “F. Miulli” in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

27 settembre 2006<br />

A SUA ECC.ZA REV.MA MONS. MARIO PACIELLO<br />

VESCOVO DI<br />

ALTAMURA-GRAVINA-ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />

PIAZZA BENEDETTO XIII 26<br />

70024 GRAVINA IN PUGLIA<br />

SOMMO PONTEFICE RIVOLGE BENEAUGURANTE SALUTO AT<br />

PARTECIPANTI INAUGURAZIONE NUOVA STRUTTURA OSPE-<br />

DALE MIULLI DI ACQUAVIVA DELLE FONTI ESPRIMENDO<br />

VIVO COMPIACIMENTO PER PROVVIDA REALIZZAZIONE TE-<br />

SA AT OFFRIRE SERVIZIO SEMPRE PIÙ RISPONDENTE AT ESI-<br />

GENZE TERRITORIO ET MENTRE AUSPICA CHE LODEVOLE<br />

IMPEGNO CODESTA DIOCESI PER CURA AMMALATI SUSCITI<br />

RINNOVATI PROPOSITI SOLIDARIETÀ ET DEDIZIONE AT SOF-<br />

FERENTI IMPARTE AT VOSTRA ECCELLENZA AT CARDINALE<br />

RE CHE PRESIEDE SIGNIFICATIVA CERIMONIA AT AUTORITÀ<br />

PERSONALE MEDICO ET PARAMEDICO AT DEGENTI COME<br />

PURE AT PRESENTI TUTTI IMPLORATA BENEDIZIONE APO-<br />

STOLICA.<br />

CARDINALE TARCISIO BERTONE SEGRETARIO DI STATO DI<br />

SUA SANTITÀ


PONTIFICIO CONSIGLIO PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI<br />

Comunicato<br />

circa la soppressione del titolo “Patriarca d’Occidente”<br />

ne L’Annuario Pontificio<br />

22 marzo 2006<br />

Ne L’Annuario Pontificio 2006 manca, nell’enumerazione dei titoli<br />

del Papa, il titolo «Patriarca d’Occidente». Tale assenza è stata commentata<br />

in modi diversi ed esige un chiarimento.<br />

Senza la pretesa di considerare la complessa questione storica del titolo<br />

di Patriarca in tutti i suoi aspetti, si può affermare dal punto di vista<br />

storico che gli antichi Patriarcati dell’Oriente, fissati dai Concili di Costantinopoli<br />

(381) e di Calcedonia (451), erano relativi ad un territorio<br />

abbastanza chiaramente circoscritto, allorché il territorio della Sede del<br />

Vescovo di Roma rimaneva vago. In Oriente, nell’ambito del sistema<br />

ecclesiastico imperiale di Giustiniano (527-565), accanto ai quattro<br />

Patriarcati orientali (Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme),<br />

il Papa era compreso come Patriarca d’Occidente. Inversamente,<br />

Roma privilegiò l’idea <strong>delle</strong> tre sedi episcopali petrine: Roma, Alessandria<br />

ed Antiochia. Senza usare il titolo di «Patriarca d’Occidente»,<br />

il IV Concilio di Costantinopoli (869-70), il IV Concilio del Laterano<br />

(1215) ed il Concilio di Firenze (1439), elencarono il Papa come il primo<br />

degli allora cinque Patriarchi.<br />

Il titolo di «Patriarca d’Occidente» fu adoperato nell’anno 642 da Papa<br />

Teodoro I. In seguito esso ricorse soltanto raramente e non ebbe un<br />

significato chiaro. La sua fioritura avvenne nel XVI e XVII secolo, nel<br />

quadro del moltiplicarsi dei titoli del Papa; ne L’Annuario Pontificio esso<br />

apparve per la prima volta nel 1863.<br />

Attualmente il significato del termine «Occidente» richiama un contesto<br />

culturale che non si riferisce soltanto all’Europa Occidentale, ma si<br />

estende dagli Stati Uniti d’America fino all’Australia e alla Nuova Zelanda,<br />

differenziandosi così da altri contesti culturali. Ovviamente tale<br />

significato del termine «Occidente» non intende descrivere un territorio<br />

21


22<br />

ecclesiastico né esso può essere adoperato come definizione di un territorio<br />

patriarcale. Se si vuole dare al termine «Occidente» un significato<br />

applicabile al linguaggio giuridico ecclesiale, potrebbe essere compreso<br />

soltanto in riferimento alla Chiesa latina. Pertanto, il titolo «Patriarca<br />

d’Occidente» descriverebbe la speciale relazione del Vescovo di Roma<br />

a quest’ultima, e potrebbe esprimere la giurisdizione particolare del Vescovo<br />

di Roma per la Chiesa latina.<br />

Di conseguenza, il titolo «Patriarca d’Occidente», sin dall’inizio poco<br />

chiaro, nell’evolversi della storia diventava obsoleto e praticamente<br />

non più utilizzabile. Appare dunque privo di senso insistere a trascinarselo<br />

dietro. Ciò tanto più che la Chiesa cattolica con il Concilio Vaticano<br />

II ha trovato per la Chiesa latina nella forma <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali<br />

e <strong>delle</strong> loro riunioni internazionali di Conferenze Episcopali, l’ordinamento<br />

canonico adeguato alle necessità di oggi.<br />

Tralasciare il titolo di «Patriarca d’Occidente» non cambia chiaramente<br />

nulla al riconoscimento, tanto solennemente dichiarato dal Concilio<br />

Vaticano II, <strong>delle</strong> antiche Chiese patriarcali (Lumen Gentium 23).<br />

Ancor meno tale soppressione può voler dire che essa sottintende nuove<br />

rivendicazioni. La rinuncia a detto titolo vuole esprimere un realismo<br />

storico e teologico e, allo stesso tempo, essere la rinuncia ad una pretesa,<br />

rinuncia che potrebbe essere di giovamento al dialogo ecumenico.


PENITENZIERIA APOSTOLICA<br />

Speciali Indulgenze<br />

concesse nella ricorrenza della<br />

14 a Giornata Mondiale del Malato<br />

DECRETO<br />

Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, spinto da vivo desiderio che dalle<br />

infermità e dolori degli uomini, sopportati con rassegnazione e offerti<br />

all’Eterno Padre attraverso la Vergine Maria <strong>insieme</strong> alle sofferenze del<br />

suo Figlio Redentore, provengano abbondanti frutti spirituali, e soprattutto<br />

sostenuto dalla speranza che siano promosse opere ed iniziative di<br />

cristiana pietà e di sociale solidarietà in favore degli infermi, in modo<br />

particolare verso quelli che, essendo affetti da qualche menomazione<br />

mentale, più facilmente sono emarginati dalla società e dalla propria<br />

famiglia, nell’Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Penitenziere<br />

Maggiore il 2 gennaio del corrente anno, ha disposto che vengano concesse<br />

ai fedeli <strong>delle</strong> speciali Indulgenze, come segue, in occasione della<br />

«14 a Giornata Mondiale del Malato», l’11 febbraio prossimo, memoria<br />

liturgica della B. Vergine di Lourdes, che avrà il suo culmine con la celebrazione<br />

eucaristica nella cattedrale S. Francesco Saverio, di Adelaide<br />

in Australia.<br />

A. Indulgenza plenaria ai fedeli che, alle solite condizioni (Confessione<br />

sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni<br />

del Santo Padre) e con l’animo distaccato da qualsiasi peccato,<br />

l’11 febbraio prossimo parteciperanno devotamente, nella cattedrale di<br />

Adelaide o in qualsiasi altro luogo stabilito dall’Autorità ecclesiastica, a<br />

qualche sacra cerimonia celebrata per impetrare da Dio le finalità della<br />

«Giornata Mondiale del Malato».<br />

I fedeli che negli ospedali pubblici o in qualsivoglia casa privata assistono<br />

caritatevolmente come «buoni Samaritani» gli ammalati, specialmente<br />

quelli che a causa di qualche menomazione mentale richiedono<br />

maggiore pazienza, diligenza e attenzione, e, a motivo del loro servizio<br />

non possono partecipare alla cerimonia sopra indicata, otterranno il medesimo<br />

dono dell’Indulgenza plenaria, se in quel giorno presteranno ge-<br />

23


24<br />

nerosamente almeno per qualche ora la loro caritatevole assistenza agli<br />

ammalati come se lo facessero allo stesso Cristo Signore (cf. Mt 25, 40),<br />

avendo l’animo distaccato da ogni peccato e il proposito di adempiere,<br />

quando potranno, alle condizioni richieste per l’ottenimento dell’Indulgenza<br />

plenaria.<br />

I fedeli infine che per malattia, per età avanzata o per altra simile<br />

ragione, sono impediti dal prendere parte alla cerimonia sopra indicata,<br />

otterranno l’Indulgenza plenaria, purché, avendo l’animo distaccato<br />

da qualsiasi peccato e proponendosi di adempiere alle solite condizioni<br />

appena possibile, in quel giorno, unitamente al Santo Padre, partecipino<br />

spiritualmente con il desiderio alla suddetta celebrazione, preghino<br />

devotamente per tutti gli ammalati e offrano a Dio, attraverso la Vergine<br />

Maria, «Salute degli Infermi», le loro sofferenze fisiche e spirituali.<br />

B. Indulgenza parziale a tutti i fedeli, dal 9 all’11 del prossimo febbraio,<br />

ogniqualvolta, con cuore contrito, rivolgeranno a Dio misericordioso<br />

devote preghiere per implorare le suddette finalità in aiuto degli<br />

infermi.<br />

Il presente Decreto ha vigore per questa volta. Nonostante qualunque<br />

contraria disposizione.<br />

Dato a Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 18 gennaio<br />

2006, inizio della Settimana di preghiere per l’unità dei Cristiani.<br />

✠ James Francis Card. Stafford<br />

Penitenziere Maggiore<br />

Gianfranco Girotti, OFM Conv.<br />

Reggente


Indulgenza plenaria<br />

concessa in occasione<br />

del V Incontro Mondiale <strong>delle</strong> Famiglie<br />

DECRETO<br />

Giovanni Paolo PP. II, di venerata memoria, volendo proporre alla<br />

considerazione di tutta la Chiesa il tema della famiglia, ha stabilito che<br />

ogni tre anni fosse celebrato l’«Incontro Mondiale <strong>delle</strong> Famiglie». Egli<br />

fu mosso soprattutto dalla preoccupazione pastorale che quell’argomento<br />

venisse illustrato mediante studi approfonditi, e l’istituto dell’umana<br />

famiglia fosse difeso dagli errori e dai cattivi costumi che si stanno oggi<br />

diffondendo, e con la preghiera fosse affidato a Dio, dal quale, Creatore,<br />

la famiglia stessa è stata istituita e dal quale, Autore dell’ordine soprannaturale,<br />

il matrimonio dei battezzati è stato elevato a sacramento.<br />

Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, facendo propria la mente del<br />

suo Predecessore, ha stabilito di concludere con la Sua presenza il «V<br />

Incontro Mondiale <strong>delle</strong> Famiglie», che quest’anno si svolgerà a Valencia,<br />

in Spagna, dal 1° al 9 luglio, innalzando voti alla Santissima Trinità<br />

perché se ne ottenga un grande beneficio per la Chiesa; ciò specialmente<br />

con l’approfondimento del tema che gli è stato assegnato, quello della<br />

famiglia, sede della vita e dell’amore, chiesa domestica, nella quale dai<br />

genitori è trasmesso ai figli il dono inestimabile della fede.<br />

Il Santo Padre dunque, aderendo di tutto cuore alla convocazione<br />

mondiale di Valencia, ha stabilito volentieri di concedere il dono dell’Indulgenza<br />

plenaria ai fedeli nei termini qui sotto indicati, nutrendo il<br />

vivo desiderio che vi accorrano numerosi da ogni parte del mondo. Essi<br />

possano partecipare con fervore e attenzione alle varie iniziative e celebrazioni<br />

religiose che vi si svolgeranno in favore della famiglia e, una<br />

volta tornati alle proprie case fortificati dalla grazia di Dio, si dedichino<br />

generosamente a conformare le loro famiglie e quelle del loro prossimo<br />

alle sante regole del Vangelo. Offrano inoltre l’esempio di una vita ornata<br />

<strong>delle</strong> virtù cristiane e ricca di opere di pietà e di carità, sotto la protezione<br />

della Beata Vergine Maria e di S. Giuseppe, suo castissimo sposo,<br />

ai quali il misterioso disegno di Dio ha affidato di costituire quella fami-<br />

2


2<br />

glia nella quale Nostro Signore Gesù Cristo, fatto uomo, «cresceva in<br />

sapienza e statura e grazia presso Dio e gli uomini» (Lc 2, 40).<br />

Perciò il Sommo Pontefice concede ai fedeli l’Indulgenza plenaria,<br />

da ottenersi alle solite condizioni (Confessione sacramentale, Comunione<br />

eucaristica e preghiera secondo le intenzioni dello stesso Sommo<br />

Pontefice), con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, se devotamente<br />

parteciperanno a qualche solenne celebrazione, a Valencia, nel corso del<br />

«V Incontro Mondiale <strong>delle</strong> Famiglie» e alla sua solenne conclusione.<br />

Tutti gli altri fedeli, che non potranno partecipare a tale evento, otterranno<br />

lo stesso dono dell’Indulgenza plenaria, alle medesime condizioni,<br />

nei giorni in cui esso si svolge e nel suo giorno conclusivo, se, uniti<br />

con lo spirito e con il pensiero ai fedeli presenti a Valencia, reciteranno<br />

in famiglia il «Padre Nostro», il «Credo» e altre devote orazioni per invocare<br />

dalla Divina Misericordia le finalità sopra indicate.<br />

Il presente Decreto ha vigore per questa volta. Nonostante qualunque<br />

contraria disposizione.<br />

Dato in Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 15 giugno<br />

2006, nella solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo.<br />

✠ James Francis Card. Stafford<br />

Penitenziere Maggiore<br />

Gianfranco Girotti, OFM Conv.<br />

Reggente


Conferenza<br />

Episcopale<br />

Italiana


Ingresso laterale (interno)


Atto formale<br />

di separazione dalla Chiesa Cattolica<br />

Il Pontificio Consiglio per i testi legislativi, con lettera circolare del<br />

13 marzo 2006 (prot. n. 10279/2006), inviata ai Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze<br />

Episcopali nazionali, ha fornito opportune precisazioni circa<br />

la natura e le conseguenze giuridiche dell’atto formale di separazione<br />

dalla Chiesa cattolica, contemplato dai cann. 1086, § 1, 1117 e 1124 del<br />

Codice di diritto canonico. Dopo aver enumerato gli elementi che lo<br />

contraddistinguono (n. 1), la circolare ricorda che tale atto – configurandosi<br />

come rottura dei vincoli della comunione ecclesiastica – non<br />

ha una mera rilevanza giuridico-amministrativa, cioè non coincide con<br />

l’uscita dalla Chiesa nel senso anagrafico con le eventuali conseguenze<br />

civili che tale atto può assumere in alcuni Paesi (n. 2). In quest’ultimo<br />

caso, infatti, potrebbe restare intatta la volontà di perseverare nella comunione<br />

ecclesiastica (n. 3). La circolare richiede che l’atto di separazione<br />

sia manifestato dall’interessato in forma scritta, davanti all’Ordinario<br />

o al parroco proprio (n. 5). Al fine di fugare ogni possibile dubbio<br />

interpretativo, il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, con<br />

lettera del 28 giugno 2006 (prot. n. 549/06), ha chiesto al Pontificio Consiglio<br />

se detta affermazione sottenda la necessità di presentarsi sempre<br />

di persona davanti all’Ordinario o al parroco proprio, o se invece possa<br />

essere sufficiente l’invio dell’istanza in forma scritta da parte dell’interessato.<br />

Il Presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi,<br />

rispondendo al quesito in data 24 novembre 2006 (prot. n. 10502/2006),<br />

ha ribadito che spetta esclusivamente all’autorità ecclesiastica accertare<br />

l’esistenza nel fedele <strong>delle</strong> libere e coscienti disposizioni di volontà<br />

necessarie perché l’atto di separazione sortisca gli effetti canonici e la<br />

conoscenza da parte del medesimo <strong>delle</strong> conseguenze del suo gesto. A<br />

tal fine, è sempre auspicabile il contatto personale con il fedele. Nel caso,<br />

tuttavia, in cui l’interessato rifiuti il contatto personale, gli si dovrà<br />

inviare una lettera nella quale si esponga con chiarezza e delicatezza<br />

che un vero atto di defezione rompe i legami di comunione con la Chiesa.<br />

Sarà, altresì, necessario chiarire che tale gesto, qualificato come atto<br />

di vera apostasia (oppure di eresia o di scisma, a seconda <strong>delle</strong> eventuali<br />

ragioni addotte dal fedele), costituisce un delitto nell’ordinamento<br />

2


30<br />

ecclesiastico, per il quale viene comminata la scomunica, illustrandone<br />

anche le conseguenze disciplinari. Scopo della comunicazione è invitare<br />

motivatamente il latore dell’istanza a ponderare ed eventualmente<br />

mutare la decisione di separarsi dalla Chiesa cattolica. Qualora tale<br />

invito non sia accolto o la lettera rimanga senza risposta, sarà evidente<br />

per via documentaria la volontà dell’interessato di porsi formalmente<br />

in una situazione canonica di rottura dalla comunione ecclesiale, con le<br />

relative conseguenze penali canoniche, e si potrà procedere ad annotare<br />

l’avvenuta defezione nel registro dei battesimi.<br />

Si riportano, di seguito, la circolare del Pontificio Consiglio per i<br />

testi legislativi, la lettera del Presidente della CEI e la lettera di risposta<br />

del Presidente del medesimo Consiglio.<br />

Prot. N. 10279/2006<br />

pontificium consilium<br />

de legum textibus<br />

Eminenza/Eccellenza Reverendissima,<br />

Città del Vaticano, 13 marzo 2006<br />

Da tempo, non pochi Vescovi, Vicari giudiziali e altri operatori del<br />

Diritto Canonico hanno sottoposto a questo Pontificio Consiglio dubbi<br />

e richieste di chiarimento a proposito del cosiddetto actus formalis defectionis<br />

ab Ecclesia catholica, di cui ai canoni 1086, § 1, 1117 e 1124<br />

del Codice di Diritto Canonico. Si tratta, infatti, di un concetto nuovo<br />

nella legislazione canonica e diverso dalle altre modalità piuttosto “virtuali”<br />

(basate cioè su comportamenti) di abbandono “notorio” o semplicemente<br />

“pubblico” della fede (cfr cann. 171, § 1, 4°; 194, § 1, 2°; 316,<br />

§ 1; 694, § 1, 1°; 1071, § 1, 4° e § 2), circostanze in cui i battezzati nella<br />

Chiesa cattolica o in essa accolti sono tenuti alle leggi meramente ecclesiastiche<br />

(cfr can. 11).<br />

Il problema è stato attentamente esaminato dai competenti Dicasteri<br />

della Santa Sede al fine di precisare innanzitutto i contenuti teologicodottrinali<br />

di tale actus formalis defectionis ab Ecclesia catholica, e successivamente<br />

i requisiti o le formalità giuridiche necessarie perché esso<br />

si configuri come un vero “atto formale” di defezione.


Dopo aver avuto, riguardo al primo aspetto, la decisione della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede ed aver esaminato in sede di Sessione<br />

Plenaria l’intera questione, questo Pontificio Consiglio comunica<br />

agli Em.mi ed Ecc.mi Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali quanto<br />

segue:<br />

1. L’abbandono della Chiesa cattolica perché possa essere validamente<br />

configurato come un vero actus formalis defectionis ab Ecclesia,<br />

anche agli effetti <strong>delle</strong> eccezioni previste nei predetti canoni, deve concretizzarsi<br />

nella:<br />

a) decisione interna di uscire dalla Chiesa cattolica;<br />

b) attuazione e manifestazione esterna di questa decisione;<br />

c) recezione da parte dell’autorità ecclesiastica competente di tale decisione.<br />

2. Il contenuto dell’atto di volontà deve essere la rottura di quei vincoli<br />

di comunione – fede, sacramenti, governo pastorale – che permettono<br />

ai fedeli di ricevere la vita di grazia all’interno della Chiesa. Ciò significa<br />

che un tale atto formale di defezione non ha soltanto un carattere<br />

giuridico-amministrativo (l’uscire dalla Chiesa nel senso anagrafico con<br />

le rispettive conseguenze civili), ma si configura come una vera separazione<br />

dagli elementi costitutivi della Chiesa: suppone quindi un atto di<br />

apostasia, eresia o scisma.<br />

3. L’atto giuridico-amministrativo dell’abbandono della Chiesa di<br />

per sé non può costituire un atto formale di defezione nel senso inteso<br />

dal CIC, giacché potrebbe rimanere la volontà di perseverare nella comunione<br />

della fede.<br />

D’altra parte l’eresia formale o (ancor meno) materiale, lo scisma e<br />

l’apostasia non costituiscono da soli un atto formale di defezione, se non<br />

sono concretizzati esternamente e se non sono manifestati nel modo dovuto<br />

all’autorità ecclesiastica.<br />

4. Deve trattarsi, pertanto, di un atto giuridico valido posto da persona<br />

canonicamente abile e in conformità alla normativa canonica che lo<br />

regola (cfr cann. 124-126). Tale atto dovrà essere emesso in modo personale,<br />

cosciente e libero.<br />

31


32<br />

5. Si richiede, inoltre, che l’atto venga manifestato dall’interessato<br />

in forma scritta, davanti alla competente autorità della Chiesa cattolica:<br />

Ordinario o parroco proprio, al quale unicamente compete giudicare<br />

l’esistenza o meno nell’atto di volontà del contenuto espresso al n. 2.<br />

Di conseguenza, soltanto la coincidenza dei due elementi – il profilo<br />

teologico dell’atto interiore e la sua manifestazione nel modo così definito<br />

– costituisce l’actus formalis defectionis ab Ecclesia catholica, con<br />

le relative sanzioni canoniche (cfr can. 1364, § 1).<br />

6. In questi casi, la stessa autorità ecclesiastica competente provvederà<br />

perché nel libro dei battezzati (cfr can. 535, § 2) venga fatta l’annotazione<br />

con la dicitura esplicita di avvenuta “defectio ab Ecclesia catholica<br />

actu formali”.<br />

7. Rimane, comunque, chiaro che il legame sacramentale di appartenenza<br />

al Corpo di Cristo che è la Chiesa, dato dal carattere battesimale, è<br />

un legame ontologico permanente e non viene meno a motivo di nessun<br />

atto o fatto di defezione.<br />

Nella sicurezza che codesto Episcopato, conscio della dimensione<br />

salvifica della comunione ecclesiastica, comprenderà bene le motivazioni<br />

pastorali di queste norme, profitto <strong>delle</strong> circostanze per confermarmi<br />

con sentimenti di fraterno ossequio<br />

dell’Eminenza/Eccellenza Vostra Reverendissima<br />

dev.mo in Domino<br />

Julián Card. Herranz<br />

Presidente<br />

✠ Bruno Bertagna<br />

Segretario<br />

La presente comunicazione è stata approvata dal Sommo Pontefice, Benedetto<br />

XVI, che ne ha disposta la notifica a tutti i Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze<br />

Episcopali.


Prot. N. 549/06<br />

Conferenza Episcopale Italiana<br />

Eminenza Reverendissima,<br />

Roma, 28 giugno 2006<br />

è pervenuta a questa Conferenza Episcopale, per il cortese tramite<br />

del Nunzio Apostolico in Italia, la Sua comunicazione in data 13 marzo<br />

2006 (Prot. N. 10279/2006), concernente alcuni chiarimenti in ordine al<br />

cosiddetto actus formalis defectionis ab Ecclesia catholica.<br />

Accingendosi a darne notizia nelle forme consuete ai membri della<br />

Conferenza Episcopale, al fine di prevenire e poter fugare eventuali dubbi<br />

di interpretazione, si chiede a codesto Dicastero di precisare se l’affermazione<br />

di cui al n. 5 (“Si richiede, inoltre, che l’atto venga manifestato<br />

all’interessato in forma scritta, davanti alla competente autorità della<br />

Chiesa cattolica”) sottenda la necessità di presentarsi sempre di persona<br />

davanti all’Ordinario o al parroco proprio, o se invece possa essere sufficiente<br />

l’invio dell’istanza in forma scritta da parte dell’interessato.<br />

Nel primo caso, pare opportuno rilevare che tale procedura confliggerebbe<br />

con il pronunciamento del Garante per la protezione dei dati<br />

personali, che, in data 5 novembre 2003, con riferimento alla richiesta<br />

di annotazione inviata a una parrocchia romana, ha precisato che “la<br />

disciplina in materia di protezione dei dati personali non prevede che il<br />

mittente della nota raccomandata debba anche recarsi personalmente e<br />

necessariamente presso il destinatario” (cfr allegato).<br />

Si noti ancora che, prima della menzionata pronuncia del Garante per<br />

la protezione dei dati personali, la Conferenza Episcopale Italiana aveva<br />

già fornito agli Ordinari diocesani l’indicazione di procedere all’annotazione<br />

anche nel caso in cui la volontà del soggetto di uscire dalla Chiesa<br />

cattolica risultasse con certezza in via documentaria.<br />

In attesa di un Suo cortese riscontro, profitto della circostanza per<br />

confermarmi con sensi di distinto ossequio<br />

dell’Eminenza Vostra Reverendissima<br />

devotissimo nel Signore<br />

Camillo Card. Ruini<br />

Presidente<br />

33


34<br />

Prot. N. 10502/2006<br />

Eminenza Reverendissima,<br />

pontificium consilium<br />

de legum textibus<br />

Città del Vaticano, 24 novembre 2006<br />

Con stimato foglio Prot. N. 549/06 del 28 giugno 2006, Vostra Eminenza,<br />

in riferimento alla Lettera circolare inviata da questo Pontificio<br />

Consiglio il 13 marzo 2006 (Prot. N. 10279/2006) circa l’actus formalis<br />

defectionis ab Ecclesia catholica, ha chiesto se l’affermazione di cui al<br />

n. 5 (“Si richiede, inoltre, che l’atto venga manifestato dall’interessato<br />

in forma scritta davanti alla competente autorità della Chiesa Cattolica”)<br />

sottenda la necessità di presentarsi di persona davanti all’Ordinario o al<br />

parroco proprio, o se invece possa essere sufficiente l’invio dell’istanza<br />

in forma scritta da parte dell’interessato.<br />

L’Eminenza Vostra ha rilevato che, prima di ricevere detta Lettera<br />

circolare, la Conferenza Episcopale Italiana aveva già fornito agli Ordinari<br />

diocesani l’indicazione di procedere alla relativa annotazione nel<br />

libro dei battesimi anche nel caso in cui la volontà del soggetto di uscire<br />

dalla Chiesa Cattolica risultasse con certezza per via documentaria.<br />

Ha aggiunto, inoltre, che la procedura della presentazione di persona<br />

davanti all’Ordinario o al parroco confliggerebbe (nell’ambito della legge<br />

civile italiana) con il pronunciamento del Garante per la protezione<br />

dei dati personali. Detto Garante, in data 5 novembre 2003 ha precisato<br />

– oltrepassando, per quanto riguarda le annotazioni nel registro dei battezzati,<br />

i limiti della propria competenza – che: “la disciplina in materia<br />

di protezione dei dati personali non prevede che il mittente della nota<br />

raccomandata debba anche recarsi personalmente e necessariamente<br />

presso il destinatario”.<br />

Questo Pontificio Consiglio ha attentamente esaminato la richiesta di<br />

chiarimento presentata da Vostra Eminenza. In proposito – e fermo restando<br />

che si tratta sempre di due ordinamenti giuridici diversi e autonomi<br />

– va tenuto presente che la mente della Lettera circolare della Santa<br />

Sede è che l’appartenenza o non appartenenza alla Chiesa Cattolica non<br />

è soltanto una questione giuridico-amministrativa anagrafica, ma una


delicata questione teologico-canonica attinente agli elementi costitutivi<br />

della vita della Chiesa.<br />

Infatti, da essa sono separati soltanto coloro che pongono consapevolmente<br />

atti di vera apostasia, eresia o scisma (cfr cann. 751 e 1364<br />

CIC) e che quindi hanno la reale intenzione di rompere i vincoli di comunione<br />

con la Chiesa, nonostante le conseguenze penali canoniche di<br />

cui essi sono coscienti, o devono essere resi coscienti.<br />

Soltanto l’Autorità ecclesiastica – mediante il sempre auspicabile<br />

contatto personale con il fedele che ha presentato o inviato la richiesta<br />

o la semplice comunicazione di abbandono – può accertare l’esistenza<br />

o meno in lui di queste libere e coscienti disposizioni di volontà e della<br />

conoscenza <strong>delle</strong> relative conseguenze canoniche. Nella fattispecie,<br />

pertanto, non si tratta di un atto di regolamentazione dei dati personali<br />

nell’ordinamento civile, ma di un atto di grande rilievo teologico-canonico<br />

posto all’interno dell’ordinamento ecclesiastico, la cui autonomia di<br />

giurisdizione in materia è riconosciuta dallo Stato italiano (cfr Accordo di<br />

revisione del Concordato lateranense del 18 febbraio 1984, Art. 2, § 1).<br />

In caso di rifiuto di un incontro di persona da parte del fedele (ciò<br />

che avrebbe permesso al sacro pastore far riflettere sulla gravità e conseguenze<br />

dell’atto, e magari motivare un cambiamento della decisione),<br />

si dovrà necessariamente ricorrere all’invio di una lettera personale in<br />

cui si spieghi con chiarezza e delicatezza che un vero atto di defezione<br />

rompe i legami di comunione con la Chiesa che esistevano dal momento<br />

del battesimo. Sarà necessario chiarire che tale gesto, qualificato come<br />

un atto di vera apostasia (oppure di eresia o di scisma, a seconda <strong>delle</strong><br />

eventuali ragioni che abbia dato il fedele), è così grave che viene considerato<br />

non soltanto un grave peccato ma un delitto nell’ordinamento<br />

ecclesiastico, per cui è prescritta la più onerosa <strong>delle</strong> pene canoniche,<br />

cioè la scomunica. Per far capire la gravità di tale pena sarà conveniente<br />

illustrare in modo concreto gli effetti più pratici della scomunica (ad<br />

esempio, che senza l’eventuale remissione della pena non si può ricevere<br />

la comunione o l’assoluzione sacramentale, che non si può essere<br />

padrino nei battesimi o nelle cresime, che non saranno celebrate le esequie<br />

ecclesiastiche, ecc.). Insomma, la comunicazione dovrebbe essere<br />

un motivato invito a ponderare ed eventualmente mutare la decisione di<br />

uscire dalla Chiesa Cattolica.<br />

Qualora questo invito orale o in scriptis non sia accolto – o la lettera<br />

ricevuta rimanga senza risposta –, sarà evidente per via documentaria la<br />

3


3<br />

volontà dell’interessato di porsi formalmente in una situazione canonica<br />

di rottura della comunione ecclesiale con le relative conseguenze penali<br />

e si potrà quindi procedere alla richiesta annotazione. Comunque, se<br />

fosse ancora possibile, converrà fargli sapere che in vista del carattere<br />

battesimale rimane un legame ontologico con la Chiesa e sarà sempre<br />

desiderato un suo ritorno alla Casa paterna (cfr Lc 15, 11-33).<br />

Per quanto riguarda l’ordinamento giuridico dello Stato italiano, si<br />

nota che anche lo stesso Garante – nel predetto atto di dubbio rispetto<br />

all’autonomia giurisdizionale della Chiesa – ha ammesso che “resta legittima<br />

ogni eventuale attività del destinatario della richiesta volta a richiamare<br />

l’attenzione dell’istante sugli effetti che l’istanza comporta”.<br />

Nella speranza di aver fornito a Vostra Eminenza tutti gli elementi<br />

necessari per risolvere i dubbi prospettati, profitto volentieri della circostanza<br />

per confermarmi con sensi di cordiale ossequio<br />

dell’Eminenza Vostra Reverendissima<br />

dev.mo<br />

Julián Card. Herranz<br />

Presidente


Determinazioni<br />

in materia di sostentamento del clero<br />

Il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 20-22 marzo<br />

2006, ha approvato due determinazioni in materia di sostentamento<br />

del clero, concernenti rispettivamente l’incremento dei punti aggiuntivi<br />

riconosciuti ai parroci incaricati della cura di più parrocchie, di parrocchie<br />

molto estese, di parrocchie aventi più di quattromila abitanti e<br />

ai parroci che svolgono il ministero di cappellano negli istituti di prevenzione<br />

e di pena, e l’incremento della misura complessiva dei punti<br />

aggiuntivi affidati all’attribuzione discrezionale dei vescovi.<br />

Tenendo realisticamente conto <strong>delle</strong> attuali e <strong>delle</strong> future disponibilità<br />

finanziarie, le due determinazioni intendono riconoscere un maggiore<br />

beneficio economico ai sacerdoti gravati da oneri ministeriali<br />

molteplici o particolarmente gravosi.<br />

La prima determinazione innalza da otto a dieci il numero dei punti<br />

aggiuntivi riconosciuti ai parroci di più parrocchie, di parrocchie<br />

molto estese o di parrocchie particolarmente popolose, in esecuzione<br />

del disposto dell’art. 2, § 2, lettera c), della delibera n. 58 (Testo unico<br />

<strong>delle</strong> disposizioni di attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento<br />

del clero che svolge servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi), promulgata il<br />

1° agosto 1991 (cfr “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana”<br />

1991, p. 149). Per ragioni di coerenza, si è ritenuto equo riconoscere<br />

il medesimo adeguamento anche alla categoria numericamente assai<br />

limitata dei parroci cappellani <strong>delle</strong> carceri non mandamentali.<br />

La seconda determinazione amplia i parametri di riferimento in base<br />

ai quali si determina il cosiddetto punteggio discrezionale, cioè il monte<br />

punti a disposizione dei vescovi per venire incontro alle esigenze economiche<br />

dei sacerdoti secolari che si trovano in situazione di particolare<br />

onerosità. In forza della determinazione assunta dai Presidenti <strong>delle</strong><br />

Conferenze Episcopali Regionali riuniti in occasione della sessione del<br />

Consiglio Episcopale Permanente del 17-20 settembre 1990 (cfr “Notiziario<br />

della Conferenza Episcopale Italiana” 1990, p. 224), a ciascun<br />

vescovo diocesano è attribuito un monte punti pari al doppio del numero<br />

dei sacerdoti secolari della propria diocesi presenti nel sistema di<br />

sostentamento del clero. La determinazione ora approvata accresce il<br />

3


3<br />

numero complessivo dei punti discrezionali, stabilendo che essi si calcolino<br />

moltiplicando per 2,5 il numero dei sacerdoti secolari presenti<br />

nel sistema di sostentamento del clero e inserendo anche due ulteriori<br />

correttivi, finalizzati a riconoscere il maggiore impegno che grava sui<br />

sacerdoti di diocesi particolarmente estese o densamente popolate. Per<br />

queste ragioni, vengono riconosciuti 1,5 punti per ogni scaglione territoriale<br />

e per ogni scaglione di popolazione che superano i valori medi<br />

territoriali e abitativi italiani, ottenuti dividendo il numero dei chilometri<br />

quadrati del territorio italiano e il numero degli abitanti del Paese<br />

per il numero dei sacerdoti in attività. Per evitare che tali criteri statistici<br />

risultino complessivamente squilibrati, è previsto un correttivo, in<br />

base al quale il punteggio attribuibile a ciascuna diocesi non può essere<br />

superiore al prodotto del numero dei sacerdoti secolari in servizio moltiplicato<br />

per 3,5. Attesa la complessità del meccanismo, l’Istituto centrale<br />

per il sostentamento del clero provvederà annualmente a comunicare a<br />

ciascun vescovo diocesano il punteggio discrezionale a lui rimesso, calcolato<br />

in base alla situazione rilevata il 31 luglio dell’anno precedente.<br />

Il Consiglio Episcopale Permanente ha inoltre fissato in 25 punti la misura<br />

massima dei punti discrezionali attribuibili a ciascun sacerdote.<br />

Entrambe le determinazioni entrano in vigore il 1° gennaio 2007.<br />

Prot. n. 346/06<br />

decreto<br />

Il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 20-22 marzo<br />

2006, ha esaminato e approvato le determinazioni concernenti la revisione<br />

di taluni meccanismi di calcolo della remunerazione del clero.<br />

Con il presente decreto, nella mia qualità di Presidente della Conferenza<br />

Episcopale Italiana, in conformità all’art. 72 del Regolamento<br />

della CEI promulgo attraverso la pubblicazione nel “Notiziario della<br />

Conferenza Episcopale Italiana” le determinazioni nel testo allegato al<br />

presente decreto.<br />

Roma, 7 aprile 2006<br />

Camillo Card. Ruini<br />

Presidente<br />

✠ Giuseppe Betori<br />

Segretario Generale


Il Consiglio Episcopale Permanente<br />

− considerate le determinazioni approvate dalla 28 a Assemblea Generale<br />

della CEI relative all’assegnazione di punti aggiuntivi per<br />

particolari oneri connessi all’esercizio dell’ufficio;<br />

− ritenuto necessario adeguare detti benefici economici previsti per<br />

i sacerdoti gravati da oneri ministeriali molteplici o particolarmente<br />

gravosi;<br />

− visti l’art. 2, §§ 2, lettera c), quarto alinea, e 3, e l’art. 6 della delibera<br />

CEI n. 58 (Testo unico <strong>delle</strong> disposizioni di attuazione <strong>delle</strong> norme<br />

relative al sostentamento del clero che svolge servizio in favore <strong>delle</strong><br />

diocesi),<br />

approva<br />

le seguenti determinazioni<br />

1. Le determinazioni approvate dalla 28 a Assemblea Generale della<br />

CEI relative all’assegnazione di punti aggiuntivi per particolari oneri<br />

connessi all’esercizio dell’ufficio ai parroci incaricati della cura di più<br />

parrocchie o di parrocchie molto estese o di parrocchie aventi più di<br />

quattromila abitanti e ai parroci che svolgono il ministero di cappellano<br />

negli istituti di prevenzione e di pena sono così modificate:<br />

Per tener conto dei particolari oneri connessi all’esercizio del loro<br />

ufficio, vengono attribuiti:<br />

− ai parroci incaricati della cura di più parrocchie o di parrocchie molto<br />

estese o di parrocchie aventi più di quattromila abitanti: punti 10;<br />

− ai parroci che svolgono il ministero di cappellano negli istituti di<br />

prevenzione e di pena ai sensi della legge 4 marzo 1982, n. 68: punti<br />

10.<br />

2. Le presenti determinazioni entrano in vigore il 1° gennaio 2007.<br />

* * *<br />

Il Consiglio Episcopale Permanente<br />

− tenuto conto della determinazione approvata dai Presidenti <strong>delle</strong><br />

Conferenze Episcopali Regionali riuniti in occasione del Consiglio<br />

3


40<br />

Episcopale Permanente tenutosi dal 17 al 20 settembre 1990, relativa<br />

ai punti aggiuntivi affidati all’attribuzione discrezionale dei Vescovi;<br />

− ritenuto necessario incrementare la misura complessiva dei predetti<br />

punti aggiuntivi;<br />

− visti l’art. 2, §§ 2, lettera d), e 3, e l’art. 6 della delibera CEI n. 58<br />

(Testo unico <strong>delle</strong> disposizioni di attuazione <strong>delle</strong> norme relative al<br />

sostentamento del clero che svolge servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi),<br />

approva<br />

le seguenti determinazioni<br />

1. La determinazione approvata dai Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali<br />

Regionali riuniti in occasione del Consiglio Episcopale Permanente<br />

tenutosi dal 17 al 20 settembre 1990, relativa ai punti aggiuntivi<br />

affidati all’attribuzione discrezionale dei vescovi, è così modificata:<br />

“In esecuzione dell’art. 2, § 2, lettera d), della delibera CEI n. 58, i<br />

Vescovi diocesani possono assegnare ai sacerdoti secolari punti aggiuntivi<br />

nella misura complessiva risultante dalla somma:<br />

a) del prodotto del numero dei sacerdoti secolari, presenti nel sistema<br />

di sostentamento del clero, per 2,5 punti;<br />

b) del prodotto di 1,5 punti per ogni scaglione di Kmq 9 del territorio<br />

diocesano, che supera il numero ottenuto moltiplicando per 9 il numero<br />

dei sacerdoti secolari presenti nel sistema di sostentamento del<br />

clero;<br />

c) del prodotto di 1,5 punti per ogni scaglione di 1.700 abitanti della<br />

popolazione diocesana che supera il numero ottenuto moltiplicando<br />

per 1.700 il numero dei sacerdoti secolari presenti nel sistema di<br />

sostentamento del clero.<br />

Il punteggio attribuibile sulla base dei predetti criteri non può essere<br />

superiore al prodotto del numero dei sacerdoti secolari al servizio della<br />

diocesi presenti nel sistema, calcolato con riferimento al 31 luglio dell’anno<br />

precedente, per il coefficiente 3,5.<br />

2. La misura massima dei punti aggiuntivi affidati all’attribuzione<br />

discrezionale dei vescovi è fissata in 25 punti per ciascun sacerdote.


3. I punti aggiuntivi di cui alla presente determinazione non vengono<br />

presi in considerazione in tutti quei casi nei quali le delibere o le determinazioni<br />

della CEI facciano riferimento al numero medio dei punti o<br />

alla remunerazione media.<br />

4. Le presenti determinazioni entrano in vigore il 1° gennaio 2007”.<br />

Concorso finanziario della CEI<br />

in favore dell’assistenza domestica al clero<br />

Nel 1996 l’Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana<br />

ha stabilito di avviare taluni interventi a favore dell’assistenza<br />

domestica per il clero. Dopo una iniziale fase sperimentale, la 44 a Assemblea<br />

Generale ha approvato in forma definitiva i criteri e ha affidato<br />

alla Presidenza della CEI la competenza ad adottare le procedure<br />

per l’attuazione di questo intervento (cfr “Notiziario della Conferenza<br />

Episcopale Italiana” 1998, 127-129; 247-249).<br />

A dieci anni di distanza dall’attivazione di questa iniziativa, la<br />

Presidenza della CEI nella riunione del 15 maggio 2006, ha ritenuto<br />

opportuno adeguare gli importi relativi alla misura oraria forfetaria,<br />

corrisposta ai sacerdoti, che versano all’INPS contributi per il servizio<br />

della collaboratrice domestica della quale si avvalgono, e alla misura<br />

forfetaria mensile corrisposta alle case del clero o ad altri enti e strutture<br />

diocesane, che ospitano sacerdoti inseriti nel sistema di sostentamento<br />

del clero o in quello di previdenza integrativa. Resta fermo che<br />

l’intervento della CEI nei confronti dei singoli sacerdoti è limitato a un<br />

massimo di diciotto ore settimanali.<br />

Prot. n. 485/06<br />

Il Presidente<br />

Roma, 29 maggio 2006<br />

vista la determinazione approvata dalla 44 a Assemblea Generale<br />

relativa al concorso finanziario della CEI volto a favorire l’assistenza<br />

domestica al clero;<br />

41


42<br />

viste le disposizioni regolamentari attuative degli interventi circa<br />

l’assistenza domestica al clero, adottate dalla Presidenza della CEI nella<br />

riunione del 21 settembre 1998, promulgate con decreto 22 settembre<br />

1998, n. 849/98;<br />

considerata l’opportunità di adeguare la misura dell’intervento<br />

economico attualmente disposto;<br />

in esecuzione della decisione adottata dalla Presidenza della CEI<br />

in data 15 maggio 2006, ai sensi del numero 4 della determinazione citata,<br />

dopo aver inteso il Comitato per gli enti e i beni ecclesiastici e con<br />

il parere favorevole del Consiglio Episcopale Permanente,<br />

decreta<br />

1. L’importo forfetario orario del rimborso dei contributi che i sacerdoti<br />

versano all’INPS, per il servizio prestato dalla collaboratrice domestica<br />

della quale si avvalgono, previsto dal n. 1, lettera a) del decreto<br />

richiamato in premessa, è elevato a € 1,69.<br />

2. L’importo forfetario mensile riconosciuto alle case del clero o ad<br />

altri enti o strutture diocesane che ospitano sacerdoti inseriti nel sistema<br />

di sostentamento del clero o in quello di previdenza integrativa, previsto<br />

dal n. 2, lettera a) del decreto citato in premessa, è elevato a € 65,00.<br />

3. Le presenti disposizioni entrano in vigore dal 1° gennaio 2007.<br />

Camillo Card. Ruini


Modifica della delibera n. 58<br />

e determinazione in materia di previdenza integrativa<br />

Nell’ambito dei provvedimenti finalizzati a introdurre taluni correttivi<br />

ai meccanismi di calcolo della remunerazione dei sacerdoti inseriti<br />

nel sistema di sostentamento del clero (cfr “Notiziario della Conferenza<br />

Episcopale Italiana” 2006, pp. 121-126), la 56 a Assemblea Generale dei<br />

Vescovi (Roma, 15-19 maggio 2006) ha approvato una modifica dell’art.<br />

5, lettera a), secondo capoverso, della delibera n. 58 (Testo unico<br />

<strong>delle</strong> disposizioni di attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento<br />

del clero che svolge servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi), promulgata il 1°<br />

agosto 1991 (cfr “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana”<br />

1991, p. 152).<br />

Ottenuta in data 23 giugno 2006 la recognitio della delibera da parte<br />

della Santa Sede, il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione<br />

del 18-20 settembre 2006, ha approvato una determinazione conseguente<br />

che, modificando quanto deciso dalla 32 a Assemblea Generale dei Vescovi,<br />

svoltasi a Roma dal 14 al 18 maggio 1990 (cfr “Notiziario della<br />

Conferenza Episcopale Italiana” 1990, p. 214), ha ridotto dalla metà a<br />

un quarto la quota computabile della pensione erogata dal Fondo Clero<br />

INPS per determinare la misura dell’assegno integrativo spettante ai<br />

Vescovi e ai presbiteri inseriti nel sistema di previdenza integrativa.<br />

Per illustrare la portata di questi provvedimenti è utile richiamare<br />

che, in base alla normativa vigente, la misura di tale assegno è pari<br />

alla media dei punti attribuiti rispettivamente ai Vescovi e ai sacerdoti<br />

inseriti nel sistema di sostentamento del clero. In ordine al raggiungimento<br />

della predetta misura, oltre agli altri sussidi computabili, sono<br />

computate le pensioni di cui si tiene conto nel sistema di sostentamento<br />

del clero, nella misura dell’intero loro ammontare, e – fino al presente<br />

– la metà della pensione erogata dal Fondo Clero INPS.<br />

Con l’approvazione di queste modifiche, a partire dal 1° gennaio<br />

2007 la quota della pensione del Fondo Clero INPS da computarsi ai<br />

fini del calcolo dell’integrazione è ridotta a un quarto.<br />

Dal punto di vista sistematico, il testo approvato dall’Assemblea<br />

Generale consente un maggiore dinamismo nell’adozione <strong>delle</strong> determinazioni<br />

connesse, coerentemente con le altre disposizioni della delibera<br />

n. 58 implicanti ulteriori decisioni di carattere tecnico. La for-<br />

43


44<br />

mulazione «Spetta alla Conferenza Episcopale Italiana determinare la<br />

quota computabile <strong>delle</strong> pensioni assicurate dal Fondo Clero INPS» ora<br />

introdotta nell’art. 5, lettera a), è quella adottata nella delibera n. 58<br />

in tutti i casi in cui, ai sensi dell’art. 6, la competenza per ulteriori determinazioni<br />

è rimessa al Consiglio Episcopale Permanente, previa, se<br />

possibile, consultazione <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali Regionali: cfr artt.<br />

2, § 3 (numero dei punti aggiuntivi per particolari oneri d’ufficio); 4,<br />

§ 1 (remunerazione dei Vescovi); 4, § 4 (remunerazione dovuta dagli<br />

enti ecclesiastici diversi dalle parrocchie); 4 bis, § 1 (remunerazione<br />

spettante ai sacerdoti Fidei donum); 5 (misura dell’assegno integrativo<br />

periodico spettante ai Vescovi e ai sacerdoti presenti nel sistema di previdenza<br />

integrativa).<br />

Prot. n. 606/06<br />

decreto<br />

La Conferenza Episcopale Italiana, nella 56 a Assemblea Generale del<br />

15-19 maggio 2006, ha esaminato e approvato con la prescritta maggioranza<br />

la delibera concernente la modifica dell’articolo 5, lettera a) della<br />

delibera n. 58.<br />

Con il presente decreto, nella mia qualità di Presidente della Conferenza<br />

Episcopale Italiana, per mandato della stessa Assemblea, dopo<br />

aver ottenuto la debita recognitio della Santa Sede con lettera della Segreteria<br />

di Stato n. 4438/06/RS del 23 giugno 2006, in conformità al can.<br />

455, §§ 2-3 del codice di diritto canonico e ai sensi degli artt. 16, § 3, e<br />

27, lett. f), dello statuto e dell’art. 72 del regolamento della CEI promulgo<br />

attraverso la pubblicazione nel “Notiziario della Conferenza Episcopale<br />

Italiana” la delibera nel testo allegato al presente decreto.<br />

Roma, 5 luglio 2006<br />

✠ Giuseppe Betori<br />

Segretario Generale<br />

Camillo Card. Ruini<br />

Presidente


La 56 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana<br />

– vista la delibera CEI n. 58;<br />

– considerata l’opportunità di attribuire al Consiglio Episcopale<br />

Permanente la competenza a determinare la quota computabile <strong>delle</strong><br />

pensioni assicurate dal Fondo Clero INPS ai Vescovi emeriti e ai sacerdoti<br />

dichiarati emeriti o inabili dal Vescovo presenti nel sistema di<br />

previdenza integrativa, in analogia a quanto già stabilito per la determinazione<br />

della misura economica spettante agli stessi;<br />

– visto l’art. 75, commi secondo e terzo, <strong>delle</strong> Norme approvate con il<br />

Protocollo 15 novembre 1984;<br />

– ai sensi del can. 455 del codice di diritto canonico e dell’art. 16 dello<br />

statuto della CEI,<br />

delibera<br />

L’art. 5, lett. a) della delibera CEI n. 58 (Testo unico <strong>delle</strong> disposizioni<br />

di attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento del clero che<br />

svolge servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi) è così modificato:<br />

“a) si provvede ai Vescovi emeriti e ai sacerdoti dichiarati emeriti o<br />

inabili dal Vescovo mediante un assegno di carattere integrativo, la cui<br />

entità è determinata dalla differenza tra l’intero ammontare <strong>delle</strong> pensioni<br />

da computare ai sensi dell’art. 3, lettere c) e d), aumentato dell’importo<br />

di ogni altro sussidio computabile di cui il soggetto gode, e la misura<br />

periodicamente stabilita rispettivamente per i Vescovi e per i sacerdoti.<br />

Spetta alla Conferenza Episcopale Italiana determinare la quota computabile<br />

<strong>delle</strong> pensioni assicurate dal Fondo Clero INPS”.<br />

Prot. n. 736/06<br />

* * *<br />

decreto<br />

Il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 18-20 settembre<br />

2006, ha esaminato e approvato la determinazione concernente la<br />

quota computabile <strong>delle</strong> pensioni assicurate dal Fondo Clero INPS ai<br />

Vescovi e ai sacerdoti inseriti nel sistema di previdenza integrativa ai<br />

4


4<br />

fini del calcolo della misura dell’assegno integrativo previsto dall’articolo<br />

5, lettera a) e dall’articolo 6 della delibera n. 58.<br />

Con il presente decreto, nella mia qualità di Presidente della Conferenza<br />

Episcopale Italiana, in conformità all’art. 72 del regolamento<br />

della CEI promulgo attraverso la pubblicazione nel “Notiziario della<br />

Conferenza Episcopale Italiana” la determinazione nel testo allegato al<br />

presente decreto.<br />

Roma, 4 ottobre 2006<br />

✠ Giuseppe Betori<br />

Segretario Generale<br />

Il Consiglio Episcopale Permanente<br />

Camillo Card. Ruini<br />

Presidente<br />

– visti l’articolo 5, lettera a) e l’articolo 6 della delibera CEI n. 58 (Testo<br />

unico <strong>delle</strong> disposizioni di attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento<br />

del clero che svolge servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi);<br />

– vista la determinazione approvata dalla 32 a Assemblea Generale<br />

relativa alla quota computabile <strong>delle</strong> pensioni assicurate ai Vescovi<br />

emeriti e ai sacerdoti dichiarati emeriti o inabili dal Vescovo ai fini<br />

della determinazione della misura dell’assegno integrativo;<br />

– ritenuto necessario assicurare una maggiore disponibilità finanziaria<br />

ai Vescovi e ai sacerdoti inseriti nel sistema di previdenza integrativa,<br />

approva<br />

la seguente determinazione<br />

1. I primi due periodi del numero 7 della determinazione approvata<br />

dalla 32 a Assemblea Generale relativa all’organizzazione del sistema di<br />

previdenza integrativa e autonoma in favore dei Vescovi emeriti e dei<br />

sacerdoti inabili all’esercizio del ministero, sono sostituiti dai seguenti:<br />

“Ai fini della determinazione della misura dell’assegno integrativo<br />

saranno computate la pensione erogata dal Fondo Clero INPS nella mi-


sura di un quarto del suo ammontare e le altre pensioni maturate nell’esercizio<br />

del ministero, di cui si tiene conto nel sistema di sostentamento<br />

del clero, nella misura dell’intero loro ammontare. Nel caso di<br />

concorso della pensione Fondo Clero INPS con altre pensioni sarà comunque<br />

escluso per i sacerdoti interessati il computo di tre quarti dell’importo<br />

dell’intera pensione Fondo Clero”.<br />

2. La presente determinazione entra in vigore il 1° gennaio 2007.<br />

4


4<br />

N. 71/06/8<br />

LA FORMAZIONE DEI PRESBITERI<br />

NELLA CHIESA ITALIANA<br />

Orientamenti e norme per i seminari<br />

(terza edizione)<br />

congregatio<br />

de institutione catholica<br />

(de seminariis atque studiorum institutis)<br />

decretum<br />

Conferentia Episcopalis Italiae ad augescentes sacerdotalis praeparationis<br />

exigentias respiciens, in animo habuit suam “Rationem institutionis<br />

sacerdotalis” perficere, praesentis temporis culturalibus et socialibus<br />

circumstantiis prae oculis habitis. Quem ad assequendum finem,<br />

eadem Conferentia ad rem Magisterii fontes perlustravit, verae utilitatis<br />

elementa sanae doctrinae et paedagogiae exinde colligens ad futurorum<br />

sacerdotum spiritalem, humanam, intellectualem et pastoralem efformationem<br />

novis vitalibus impulsionibus ditandam, peculiari nostrae aetatis<br />

indoli consonis. Haec “Ratio” sana doctrina atque authentico apostolico<br />

et missionari spiritu penitus imbuta est, ad novam evangelizationem<br />

omni ope fovendam et promovendam hodie tam necessariam.<br />

Merita laude pariter extollenda est istius Exc.mi Episcopatus sollicitudo<br />

de recta ac profunda philosophica et theologica alumnorum praeparatione,<br />

hodierno scientiae sacrae progressui accommodata, quae in<br />

ampla “Ratione studiorum” claris principiis generalibus atque particularibus<br />

pro singulis disciplinis normis ita definita exhibetur, ut personali<br />

sacerdotum spirituali vitae atque universae missioni pastorali in hodierna<br />

societate tutum fundamentum praestare possit.<br />

Quibus igitur rite consideratis ac perpensis, haec Congregatio de Institutione<br />

Catholica (de Seminariis atque Studiorum Institutis), libenter<br />

praesentem “Rationem institutionis sacerdotalis pro Italia”, ad normam<br />

can. 242 § 1 CIC ad sexennium approbat, necnon ab iis ad quos pertinet<br />

fideliter observari iubet; servatis ceteris de iure servandis, contrariis<br />

quibuslibet minime obstantibus.


Datum Romae ex Aedibus Congregationum, d. VIII m. Septembris a.<br />

D. MMVI, in Festo Beatae Mariae Virginis Nativitatis.<br />

✠ J. Michael Miller, csb<br />

A Secretis<br />

conferenza episcopale italiana<br />

Zenon Card. Grocholewski<br />

Praefectus<br />

Prot. n. 828/06<br />

decreto<br />

La Conferenza Episcopale Italiana, nella 55a e 56a Assemblea Generale,<br />

ha esaminato e approvato con la maggioranza prescritta dei due terzi<br />

degli aventi diritto a voto deliberativo il documento “La formazione<br />

dei presbiteri nella Chiesa italiana. Orientamenti e norme per i seminari<br />

(terza edizione)”.<br />

Con il presente decreto, nella mia qualità di Presidente della Conferenza<br />

Episcopale Italiana, per mandato della medesima Assemblea Generale,<br />

dopo aver ottenuto la debita approvazione della Santa Sede in data 8<br />

settembre 2006 con decreto n. 71/06/8 della Congregazione per l’Educazione<br />

Cattolica (dei Seminari e degli Istituti di Studi), in conformità al<br />

canone 242, § 1 del codice di diritto canonico e ai sensi dell’articolo 27,<br />

lettera f) dello statuto della CEI, promulgo l’allegata “Ratio institutionis<br />

sacerdotalis”, stabilendo che tale promulgazione sia fatta mediante la<br />

pubblicazione nel “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana”.<br />

Ai sensi dell’articolo 16, § 3 dello statuto della Conferenza Episcopale<br />

Italiana, il documento “La formazione dei presbiteri nella Chiesa<br />

italiana. Orientamenti e norme per i seminari (terza edizione)” entra in<br />

vigore un mese dopo la data della pubblicazione nel “Notiziario della<br />

Conferenza Episcopale Italiana”.<br />

Roma, 4 novembre 2006<br />

Memoria di San Carlo Borromeo<br />

✠ Giuseppe Betori<br />

Segretario Generale<br />

Camillo Card. Ruini<br />

Presidente<br />

4


0<br />

Presentazione<br />

1. Nell’odierno cammino della Chiesa in Italia, all’inizio del terzo<br />

millennio cristiano, il presente documento offre ai seminari e alle comunità<br />

ecclesiali un quadro rinnovato degli orientamenti e <strong>delle</strong> norme per<br />

la formazione dei candidati al presbiterato.<br />

Si tratta di un testo che, in continuità con le due precedenti edizioni<br />

della Ratio institutionis sacerdotalis 1 , ha cercato di recepire le nuove<br />

domande poste dal mondo giovanile, di prestare attenzione al mutato<br />

contesto culturale ed ecclesiale, di valorizzare l’esperienza acquisita sul<br />

campo dagli educatori e di fare tesoro <strong>delle</strong> numerose indicazioni magisteriali<br />

nel frattempo intervenute.<br />

2. Questa edizione di Orientamenti e norme è la terza elaborata dall’Episcopato<br />

italiano, in conformità a quanto prescritto dal decreto conciliare<br />

Optatam totius, che chiede alle Conferenze Episcopali di adattare<br />

periodicamente i principi generali della formazione presbiterale alle<br />

particolari circostanze di tempo e di luogo, in modo che essi risultino<br />

sempre conformi alle necessità pastorali <strong>delle</strong> regioni in cui dovrà svolgersi<br />

il ministero dei presbiteri 2 .<br />

L’edizione del 1972 si proponeva di perseguire due scopi: suggerire<br />

un’impostazione pedagogica che fosse la più rispondente al Concilio<br />

Vaticano II e al nuovo contesto culturale; responsabilizzare più fortemente<br />

giovani ed educatori in un impegno che tocca i supremi interessi<br />

della Chiesa e dell’umanità 3 .<br />

L’edizione del 1980, di fronte alle ipotesi di nuove vie formative che<br />

si andavano affacciando, riaffermava l’importanza del seminario come<br />

1 Conferenza Episcopale Italiana, La preparazione al sacerdozio ministeriale. Orientamenti<br />

e norme, Roma 1972; La formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana. Orientamenti e<br />

norme per i seminari, Roma 1980. Gli Orientamenti e norme del 1980 sono stati assunti come<br />

documento per la formazione dei candidati al sacerdozio nei seminari italiani, ai sensi del can.<br />

242, § 1, in forza della delibera n. 33 del 18 aprile 1985, e sono stati ripresentati con una lettera<br />

della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la cultura e la scuola (29 giugno<br />

1989), approvata dal Consiglio Episcopale Permanente e dalla XXXI Assemblea Generale. Essi<br />

erano stati integrati e completati dal Regolamento degli studi teologici dei seminari maggiori<br />

d’Italia, Roma 1984, approvato dalla XX Assemblea Generale e promulgato il 10 giugno 1984,<br />

dopo avere ottenuto la recognitio della Congregazione per l’Educazione Cattolica.<br />

2 Cfr OT, 1; cfr anche CIC, can. 242; RF, 1-4; Pastores dabo vobis, 61.<br />

3 Cfr G. Carraro, Presentazione, in Conferenza Episcopale Italiana, La preparazione al<br />

sacerdozio ministeriale, p. 15.


«“luogo” privilegiato della Chiesa e vera comunità ecclesiale in cui Cristo,<br />

nella potenza dello Spirito, forma i suoi sacerdoti» 4 . Essa, inoltre,<br />

sottolineava la dimensione pastorale del futuro presbitero e, seguendo<br />

più da vicino l’Optatam totius, aiutava a percorrere la storia di ogni vocazione<br />

nel suo genetico sviluppo, a cominciare dal seminario minore,<br />

considerato come l’esperienza più significativa per riconoscere i primi<br />

germi della vocazione presbiterale.<br />

Ora, a venticinque anni di distanza, questa terza edizione, mentre fa<br />

tesoro del patrimonio della collaudata tradizione formativa italiana, ha<br />

cura di integrarlo con le scelte pedagogiche richieste dalle mutate circostanze.<br />

3. Il testo, dopo aver raccolto le istanze per una formazione al presbiterato<br />

più adeguata alle attuali esigenze della Chiesa, delinea, nel primo<br />

capitolo, la figura di presbitero che deve essere ben presente agli educatori<br />

e ai docenti dei seminari, ai seminaristi e alle comunità cristiane.<br />

Si tratta di una figura che, in continuità con le indicazioni conciliari<br />

e la receptio postconciliare, ha la sua chiave di volta nella nozione di<br />

carità pastorale, concetto che racchiude in sé gli aspetti essenziali della<br />

natura e della missione presbiterale, quali il riferimento prioritario a Cristo<br />

Pastore, la necessaria relazione alla Chiesa, l’articolata dimensione<br />

missionaria, l’unità di vita, la radicalità evangelica.<br />

L’intreccio di questi aspetti permette di delineare una figura di presbitero<br />

che ben si addice alla tradizione ecclesiale italiana e che si presta<br />

a integrare i nuovi accenti richiesti dalle odierne circostanze.<br />

4. Il secondo capitolo, sulla promozione della vocazione presbiterale<br />

e sui percorsi propedeutici, coniuga le diverse esigenze evidenziate dalle<br />

diocesi italiane. Alcune hanno chiesto espressamente che si continuasse<br />

a trattare del seminario minore; altre che si precisassero in modo chiaro<br />

e puntuale la configurazione e gli obiettivi della comunità propedeutica.<br />

Al secondo e al terzo paragrafo del capitolo, dedicati a questi temi, se ne<br />

è premesso uno sulla specifica promozione della vocazione presbiterale<br />

e se ne è fatto seguire un quarto dedicato ai criteri di ammissione al seminario<br />

maggiore.<br />

4 A. Ambrosanio, Presentazione, in FP, p. 8.<br />

1


2<br />

La parte più innovativa è quella dedicata alla comunità propedeutica,<br />

che viene considerata in collegamento con il seminario maggiore,<br />

anche se distinta da esso, e caratterizzata per la finalità specificamente<br />

vocazionale. Pur riconoscendo che si tratta di una realtà ancora in fase di<br />

sperimentazione, se ne tracciano le linee essenziali.<br />

La parte dedicata ai criteri di ammissione al seminario maggiore è<br />

molto precisa. Si indicano i criteri generali di ammissione, quelli relativi<br />

all’area affettivo-sessuale e quelli specificamente vocazionali. Si<br />

prendono poi in considerazione i casi di seminaristi provenienti da altri<br />

seminari o case di formazione, le vocazioni in età adulta, i seminaristi di<br />

altre nazioni, offrendo indicazioni che recepiscono le norme già vigenti<br />

e l’esperienza in atto in numerosi seminari.<br />

5. Il terzo capitolo, sulla comunità del seminario maggiore, costituisce<br />

il cuore degli Orientamenti e norme. Esso consta di otto paragrafi,<br />

aventi per tema la necessità e gli obiettivi del seminario maggiore,<br />

l’identità della comunità, i protagonisti della formazione, le dimensioni<br />

e i mezzi, l’itinerario, il discernimento, il progetto educativo e la “regola<br />

di vita comunitaria”, la formazione permanente.<br />

Tra i protagonisti della formazione, si sottolinea il ruolo importante<br />

della comunità del seminario e quello insostituibile degli stessi seminaristi.<br />

Quanto ai movimenti, gruppi e associazioni, si recepisce l’impostazione<br />

della Pastores dabo vobis, sottolineando la necessità che le<br />

diverse aggregazioni ecclesiali consegnino con fiducia ai seminari diocesani<br />

le vocazioni che sorgono al loro interno. Si valorizza poi con prudenza<br />

l’eventuale intervento di consulenti psicologici, escludendo che<br />

essi facciano parte a pieno titolo dell’équipe educativa e precisando che<br />

la loro consulenza non è finalizzata al discernimento vocazionale, ma all’individuazione<br />

e alla crescita di quegli spazi di libertà che permettano<br />

ai candidati di accogliere con verità la vocazione.<br />

Si ribadisce la necessità di una profonda integrazione tra le varie dimensioni<br />

della formazione, per evitare i rischi della giustapposizione e<br />

della contrapposizione. Nella loro trattazione, si pone al primo posto la<br />

formazione spirituale, facendo risaltare la rilevanza dell’esperienza di<br />

fede, la decisività di un ideale che sia in grado di dare pieno significato<br />

alla vita e di costituirsi come suo principio unificante.<br />

La formazione spirituale è incentrata sulla carità pastorale e sulla radicalità<br />

dei consigli evangelici, insiste sulla prospettiva della comunio-


ne nel presbiterio e nella Chiesa particolare ed è aperta alla missione.<br />

La formazione umana prevede un prudente ricorso al contributo <strong>delle</strong><br />

scienze psicopedagogiche. La formazione teologica sottolinea la necessità<br />

dell’integrazione tra sapere teologico e vissuto teologale. La formazione<br />

pastorale precisa i caratteri <strong>delle</strong> esperienze pastorali, che devono<br />

essere consistenti, circoscritte, graduali, differenziate e verificate.<br />

L’itinerario formativo si discosta dalla suddivisione scolastica in<br />

biennio filosofico e triennio o quadriennio teologico ed è ritmato in tre<br />

bienni, caratterizzati dalle diverse tappe formative: il biennio iniziale,<br />

che si conclude con la domanda di ammissione tra i candidati al diaconato<br />

e al presbiterato, il biennio dei ministeri istituiti e quello dei ministeri<br />

ordinati.<br />

6. Il quarto capitolo contiene il regolamento degli studi teologici dei<br />

seminari maggiori. Ponendosi in sostanziale continuità con la prima<br />

edizione del 1984, esso recepisce le indicazioni presenti nei documenti<br />

recenti della Santa Sede e fa tesoro di quanto maturato dall’esperienza.<br />

Dopo avere richiamato l’esortazione petrina a confessare coraggiosamente<br />

la fede, sottolinea la funzione ecclesiale dei docenti, presenta<br />

l’organizzazione degli studi ed evidenzia la necessità di finalizzarli in<br />

vista della formazione globale dei candidati al sacerdozio. Il capitolo è<br />

integrato dall’organigramma degli studi e dalla presentazione dettagliata<br />

degli obiettivi, dei contenuti e della didattica <strong>delle</strong> singole discipline.<br />

7. I Vescovi italiani hanno ritenuto che il quadro degli orientamenti<br />

e <strong>delle</strong> norme delineato dal presente documento risponda in modo adeguato<br />

alle esigenze attuali della formazione e lasci aperte le prospettive<br />

per una sua ulteriore sapiente evoluzione.<br />

È vivo l’auspicio che esso possa aiutare a delineare quel seminario<br />

descritto dal Papa Benedetto XVI nell’incontro con i seminaristi a Colonia,<br />

in occasione della XX Giornata mondiale della gioventù (19 agosto<br />

2005): «Il seminario è tempo di cammino, di ricerca, ma soprattutto<br />

di scoperta di Cristo. Infatti, solo nella misura in cui fa una personale<br />

esperienza di Cristo, il giovane può comprendere in verità la sua volontà<br />

e quindi la propria vocazione. Più conosci Gesù e più il suo mistero ti<br />

attrae; più lo incontri e più sei spinto a cercarlo. È un movimento dello<br />

spirito che dura per tutta la vita e che trova nel seminario una stagione<br />

carica di promesse, la sua “primavera”».<br />

3


4<br />

Affidiamo i nuovi Orientamenti e norme agli educatori e ai docenti<br />

dei seminari, ai seminaristi e alle comunità cristiane perché, con la grazia<br />

di Dio, per l’intercessione della Beata Vergine Maria e dei Santi, li<br />

applichino con fedeltà e creatività.<br />

Roma, 18 ottobre 2006<br />

Festa di San Luca, Evangelista<br />

introduzione<br />

✠ Benvenuto Italo Castellani<br />

Arcivescovo di Lucca<br />

Presidente della Commissione Episcopale<br />

per il clero e la vita consacrata<br />

Indice<br />

capitolo primo<br />

Natura e missione del ministero presbiterale nel contesto ecclesiale<br />

italiano<br />

1. La centralità della carità pastorale<br />

2. Gli aspetti essenziali della natura e della missione presbiterale<br />

a) La dimensione cristologica<br />

b) La dimensione ecclesiologica<br />

c) L’armonia tra i diversi compiti presbiterali<br />

d) L’unità tra ministero e vita<br />

e) La radicalità evangelica<br />

3. Gli elementi tipici della figura del presbitero in Italia<br />

capitolo secondo<br />

La promozione della vocazione presbiterale e i percorsi propedeutici<br />

1. La promozione della vocazione presbiterale<br />

2. La comunità del seminario minore<br />

a) Obiettivi, caratteristiche e soggetti educativi<br />

b) I criteri di ammissione e di permanenza in seminario<br />

c) Le indicazioni essenziali per una formazione integrale


3. La comunità propedeutica<br />

a) Obiettivi, configurazione ed educatori<br />

b) Gli aspetti fondamentali del progetto educativo<br />

4. L’ammissione al seminario maggiore<br />

capitolo terzo<br />

La comunità del seminario maggiore<br />

1. La necessità e gli obiettivi del seminario maggiore<br />

2. L’identità della comunità<br />

3. I protagonisti della formazione<br />

4. Le dimensioni e i mezzi<br />

a) La formazione spirituale<br />

b) La formazione umana<br />

c) La formazione teologica<br />

d) La formazione pastorale<br />

5. L’itinerario<br />

6. Il discernimento<br />

7. Il progetto educativo e la regola di vita comunitaria<br />

8. La formazione permanente<br />

capitolo quarto<br />

Il Regolamento degli studi teologici<br />

1. La funzione ecclesiale dei docenti<br />

2. L’organizzazione degli studi<br />

3. Il rapporto tra gli studi teologici e la formazione globale<br />

Organigramma degli studi<br />

Presentazione <strong>delle</strong> discipline<br />

I. Discipline propedeutiche e introduttive<br />

1. Corso introduttivo al mistero di Cristo<br />

2. Storia della filosofia<br />

3. Lingue antiche<br />

a) Lingua ebraica<br />

b) Lingua greca del Nuovo Testamento<br />

c) Lingua latina cristiana<br />

4. Lingue moderne<br />

5. Metodologia del lavoro teologico


II. Discipline fondamentali<br />

1. Filosofia<br />

a) Storia della filosofia contemporanea<br />

b) Filosofia della conoscenza ed epistemologia<br />

c) Filosofia dell’essere e teologia filosofica<br />

d) Filosofia della religione<br />

e) Antropologia filosofica ed etica<br />

2. Scienze umane<br />

a) Psicologia<br />

b) Sociologia<br />

3. Sacra Scrittura<br />

a) Introduzione alla Sacra Scrittura<br />

b) Lettura ed esegesi dell’Antico Testamento<br />

c) Lettura ed esegesi del Nuovo Testamento<br />

d) Teologia biblica<br />

4. Patrologia e patristica<br />

5. Storia della Chiesa<br />

6. Teologia fondamentale<br />

7. Teologia dogmatica<br />

a) Il mistero di Dio<br />

b) Cristologia<br />

c) Ecclesiologia<br />

d) Sacramentaria<br />

e) Antropologia teologica ed escatologia<br />

8. Liturgia<br />

a) Introduzione alla liturgia<br />

b) Liturgia fondamentale<br />

9. Teologia morale<br />

a) Morale fondamentale<br />

b) Morale sociale<br />

c) Morale sessuale e familiare<br />

d) Morale della vita fisica e bioetica<br />

10. Teologia spirituale<br />

11. Diritto canonico<br />

III. Discipline pastorali<br />

1. Teologia pastorale<br />

2. Catechetica<br />

3. Omiletica


4. Musica sacra<br />

5. Pastorale del sacramento della Penitenza<br />

6. Ecumenismo<br />

7. Introduzione allo studio <strong>delle</strong> religioni<br />

8. Comunicazioni sociali<br />

9. Introduzione allo studio dell’arte sacra e alla tutela dei beni culturali<br />

ecclesiastici<br />

10. Storia della Chiesa locale<br />

conclusione


Lettera<br />

ai sacerdoti italiani<br />

Nel corso della 56 a Assemblea Generale (Roma, 15-19 maggio 2006)<br />

i Vescovi italiani hanno dedicato attenzione alle condizioni concrete<br />

della vita e del ministero dei sacerdoti, nella prospettiva missionaria<br />

che costituisce l’orientamento di fondo della pastorale in questo primo<br />

decennio del terzo millennio. Con questa riflessione, sintetizzata in una<br />

lettera indirizzata ai sacerdoti italiani, è stato completato il cammino<br />

iniziato nella 55 a Assemblea (Assisi, 14-18 novembre 2005) nella quale<br />

era stato affrontato il tema della formazione al ministero presbiterale<br />

e dei seminari. Nei lavori assembleari e nella lettera i Vescovi hanno<br />

espresso solidarietà, affetto, gratitudine e vicinanza ai sacerdoti, la cui<br />

dedizione personale e quotidiana fatica ha per la vita e la missione della<br />

Chiesa un rilievo decisivo.<br />

Carissimi sacerdoti,<br />

a conclusione della 56 a Assemblea Generale in cui, come sapete, abbiamo<br />

riservato molta attenzione alla considerazione della vita e del ministero<br />

dei presbiteri, all’analisi <strong>delle</strong> sfide e <strong>delle</strong> difficoltà che si impongono<br />

oggi nell’esercizio della loro missione e anche all’esame <strong>delle</strong><br />

concrete condizioni di esistenza dei sacerdoti nella diversità <strong>delle</strong> situazioni,<br />

desideriamo indirizzarvi una nostra breve lettera.<br />

Avrete modo di sapere dell’approfondita e corale riflessione che ha<br />

impegnato l’Assemblea e di leggere, in particolare, i testi dell’intervento<br />

del Santo Padre, della parte della prolusione del Presidente, Card. Ruini,<br />

dedicata al tema del ministero presbiterale, dell’ampia relazione del<br />

Vescovo di Piacenza, Mons. Monari, che ha introdotto la discussione e<br />

della sintesi dei lavori di gruppo da lui stesso curata. Ma vorremmo che<br />

vi giungesse anche una semplice e affettuosa nostra parola che, accompagnando<br />

la lettura di quei testi, vi assicuri principalmente del nostro<br />

sentimento di gratitudine per la collaborazione che quotidianamente ci<br />

prestate nell’opera di edificazione <strong>delle</strong> nostre Chiese particolari, e possa<br />

anche esservi di incoraggiamento nella bella e buona testimonianza di<br />

fedeltà al Signore che siete chiamati a rendere nel generoso servizio del<br />

popolo di Dio.


È questa una chiamata che viene dalla stessa ordinazione presbiterale<br />

che vi ha configurato a Cristo Buon Pastore e, perciò, vi ha fatti partecipi<br />

della sua missione di salvezza e del suo compito di capo e guida nella<br />

Chiesa in collaborazione al ministero apostolico dei vescovi.<br />

Conoscete come e più di noi quanta fatica ed anche quale sentimento<br />

di marginalità possa oggi comportare la fedeltà a questa chiamata che<br />

consacra la nostra vita e configura la nostra vera identità. È la fatica<br />

che deriva dall’accresciuto numero e peso dei compiti che gravano su<br />

ciascun sacerdote a causa del minor numero <strong>delle</strong> ordinazioni, almeno<br />

complessivamente nelle nostre Chiese diocesane, e conseguentemente<br />

a causa dell’aumento dell’età media dei nostri presbiterî. Ma è anche il<br />

senso di impotenza e di inadeguatezza che talvolta ci coglie di fronte alle<br />

tante urgenze del ministero e alle tante domande degli uomini e <strong>delle</strong><br />

donne del nostro tempo, in particolare <strong>delle</strong> nuove generazioni, anche<br />

all’interno <strong>delle</strong> nostre stesse comunità ecclesiali.<br />

Un mondo nuovo sembra confusamente sorgere attorno a noi. E anche<br />

a questo mondo bisogna dire il Signore. Anche questo mondo, che<br />

per tanti versi va assumendo un orientamento tanto distante dalla tradizione<br />

cristiana, bisogna portare al Signore. Perché sappiamo bene che<br />

ogni uomo e ogni donna sono aperti, nel profondo del loro cuore, all’annuncio<br />

del Vangelo. E perché sappiamo che il Signore, nel suo amore<br />

misericordioso, ci ha associati al suo stesso ministero di salvezza. È<br />

l’esercizio del nostro ministero che rende presente nella storia l’opera<br />

redentrice del Risorto. Siamo responsabili della salvezza del mondo!<br />

Questa consapevolezza potrebbe schiacciarci. Ma il Signore è con noi<br />

con la forza del suo Spirito che sostiene e allevia la nostra fatica.<br />

Perciò sentiamo, cari fratelli nel sacerdozio, di dovervi dire: coraggio!<br />

Nessun timore ci immobilizzi. Non ci chiuda in noi stessi il sentimento<br />

della nostra piccolezza e la coscienza dei tanti limiti nostri e <strong>delle</strong><br />

nostre Chiese. Non ci turbi la pressione di una cultura diffusa secolarista<br />

e relativista. Non ci mettano in ansia i così rapidi mutamenti della nostra<br />

società. Tutto è del Signore, anche questo mondo che cambia, al quale<br />

Egli vuole che portiamo la nostra testimonianza di fede, di speranza e di<br />

amore.<br />

E, perciò ancora, sentiamo di potervi e dovervi chiedere, con semplicità<br />

ma anche con forza e convinzione, di coltivare intensamente il<br />

vostro rapporto personale col Signore, di vivere una sincera comunione<br />

col Vescovo e fra di voi e di impegnarvi in maniera sempre più coinvol-


0<br />

gente ed anche creativa nel servizio del popolo di Dio. Lo sapete e lo<br />

vivete già: sono le tre dimensioni costitutive del nostro sacerdozio. Le<br />

distinguiamo nella nostra considerazione ma esse stanno <strong>insieme</strong> nella<br />

nostra esperienza.<br />

Alla base, quale relazione fondamentale, c’è l’amore al Signore,<br />

quell’amicizia con Lui che vi ha fatto decidere di seguirlo accogliendo<br />

il suo invito al ministero e che è venuta crescendo proprio nell’esercizio<br />

di esso. Senza questa amicizia con il Signore non ci può essere gioia<br />

nella vita di un sacerdote. Anche il nostro celibato può essere vissuto in<br />

pienezza solo in un sentimento di appartenenza incondizionata e sempre<br />

rinnovata al Signore Gesù, per essere come Lui e con Lui offerta viva al<br />

Padre per la vita del mondo.<br />

La seconda relazione vitale è con gli altri sacerdoti e con il Vescovo.<br />

L’ordinazione inserisce in un presbiterio e stabilisce nella comunione<br />

col Vescovo. A questo proposito vi chiediamo di avere un costante<br />

sguardo di fede e di tendere sempre ad un rapporto di carità. Guardate al<br />

Vescovo come a un segno vivo del Cristo unico Pastore <strong>delle</strong> anime nostre<br />

e scorgete nelle sue decisioni e nei suoi consigli un’indicazione del<br />

Signore stesso. E vivete l’appartenenza al presbiterio – una realtà umana<br />

per sua natura intergenerazionale e, oggi più di ieri, formata da persone<br />

di diversa estrazione culturale e sociale e perfino di distante provenienza<br />

geografica – cogliendo, appunto nella fede, l’unità che tra tutti i suoi<br />

membri fonda lo stesso Signore Gesù e valorizzando come ricchezze le<br />

differenze che non possono non esserci. Sia ogni nostro presbiterio un<br />

luogo di vere e profonde amicizie, una scuola di aiuto fraterno – anche<br />

attraverso la sperimentazione di forme di vita in comune – e di pazienza<br />

cristiana e inoltre un laboratorio di idee e di impegno per la trasmissione<br />

della fede alle nuove generazioni e l’annuncio del Vangelo a tutti.<br />

Sì, perché la terza dimensione costituiva del nostro sacerdozio è la<br />

missione che ci spinge all’incontro con quanti il Signore chiama alla<br />

fede nella Chiesa e nutre in essa attraverso il nostro ministero. Testimoniate<br />

la speranza che è in voi a chiunque ve ne chieda ragione. Spendetevi<br />

senza riserve per il Vangelo. Sia la carità pastorale la via della vostra<br />

realizzazione più vera. Seguite l’esempio luminoso di quanti, anche in<br />

anni recenti, non hanno esitato a fare sacrificio della loro stessa vita nell’esercizio<br />

del ministero.<br />

Per l’intercessione di questi nostri fratelli nel sacerdozio chiediamo al<br />

Signore di concedere fecondità al vostro ministero, anche con una nuova


capacità di proposta vocazionale ai giovani. Possano essi vedere in voi<br />

la possibilità di una vita bella e degna di essere vissuta, di una chiamata<br />

che venga dal Signore stesso per il servizio della sua Chiesa. Da parte<br />

nostra, nell’affidarvi a Maria madre del Buon Pastore, vi assicuriamo il<br />

costante ricordo nella preghiera e rinnovando la gratitudine per la vostra<br />

collaborazione vi benediciamo con tutto il nostro amore di padri e fratelli<br />

nello Spirito di Gesù, vita nostra, vita vera, speranza del mondo.<br />

Roma, 19 maggio 2006<br />

I vostri Vescovi<br />

1


2<br />

«Predicate il Vangelo e curate i malati».<br />

La comunità cristiana e la pastorale della salute<br />

Nota pastorale<br />

della Commissione Episcopale<br />

per il servizio della carità e la salute<br />

PRESENTAZIONE<br />

L’esigenza di un documento sulla pastorale della salute, in continuità<br />

con quello pubblicato nel 1989 a cura della Consulta Nazionale per la<br />

pastorale della sanità, era avvertita già da tempo davanti ai mutamenti<br />

in atto in ambito socio-culturale, nel mondo sanitario e nella pastorale.<br />

L’occasione per dare attuazione a tale intendimento è stata l’Assemblea<br />

Generale della Conferenza Episcopale Italiana, che si è svolta in Assisi<br />

nel novembre 2005. La riflessione sviluppata dai vescovi sul tema della<br />

cura pastorale <strong>delle</strong> situazioni di sofferenza suscitate dalla malattia ha<br />

fatto emergere proposte significative. La presente Nota ne raccoglie gli<br />

elementi salienti, nella consapevolezza del compito della Chiesa, «chiamata<br />

a manifestare l’amore e la sollecitudine di Cristo verso quanti soffrono<br />

e verso coloro che se ne prendono cura» 1 .<br />

La Nota intende offrire alle comunità ecclesiali criteri di discernimento<br />

e indicazioni pastorali per un’adeguata evangelizzazione e una<br />

incisiva testimonianza della speranza cristiana nel mondo della salute.<br />

Le luci e le ombre che emergono nell’ambito della sanità costituiscono<br />

una provocazione feconda per l’agire pastorale della Chiesa (cfr nn. 7-<br />

20). Dare attuazione convincente al comando di Gesù che mandò i suoi<br />

discepoli «ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi» (Lc 9,<br />

2), è oggi una fra le più urgenti forme di evangelizzazione.<br />

La Nota intende anche invitare la comunità cristiana nel suo complesso<br />

a sentirsi soggetto corresponsabile della pastorale della salute,<br />

integrandola in una pastorale d’<strong>insieme</strong>. Le sfide che provengono dal<br />

mondo della salute chiedono alla Chiesa una risposta animata dalla speranza.<br />

Tale azione profetica sarà possibile se la comunità ecclesiale si<br />

1 Benedetto XVI, Messaggio per la XIV Giornata mondiale del malato, 8 dicembre 2005.


sentirà costantemente provocata dal modo di agire di Gesù Cristo (cfr<br />

nn. 21-48). Ci ricorda il Santo Padre: «Cristo, soffrendo per tutti noi, ha<br />

conferito un nuovo senso alla sofferenza, l’ha introdotta in una nuova<br />

dimensione, in un nuovo ordine: quello dell’amore… Tuttavia dobbiamo<br />

anche fare del tutto perché gli uomini possano scoprire il senso della<br />

sofferenza, per essere così in grado di accettare la propria sofferenza e<br />

unirla alla sofferenza di Cristo» 2 .<br />

La Nota, infine, offrendo orientamenti operativi, vuole promuovere<br />

e sostenere un’azione pastorale più partecipata e coinvolgente, in cui<br />

il malato sia valorizzato come soggetto attivo (cfr nn. 49-69). Tutti,<br />

infatti, siamo in debito verso quanti sono nella sofferenza, perché essi<br />

immettono nel mondo, spesso a caro prezzo, silenziosamente e in incognito,<br />

fiumi vitali di speranza. Anche in questo campo «è l’ora di una<br />

nuova “fantasia della carità”, che si dispieghi non tanto e non solo nell’efficacia<br />

dei soccorsi prestati, ma nella capacità di farsi vicini, solidali<br />

con chi soffre» 3 .<br />

La coincidenza della pubblicazione della Nota con la fase finale del<br />

cammino preparatorio verso il 4° Convegno Ecclesiale nazionale (Verona,<br />

16-20 ottobre 2006) vuole essere un segno peculiare dell’attenzione<br />

della Chiesa italiana nei confronti della fragilità sperimentata nella<br />

malattia e nella sofferenza. La offriamo alle comunità ecclesiali facendo<br />

nostre le parole di Benedetto XVI: «Duc in altum! Questo invito di<br />

Cristo a Pietro e agli Apostoli lo rivolgo alle Comunità ecclesiali… e, in<br />

modo speciale, a quanti sono al servizio dei malati, perché, con l’aiuto<br />

di Maria Salus infirmorum, testimonino la bontà e la paterna sollecitudine<br />

di Dio» 4 .<br />

Roma, 4 giugno 2006, Solennità di Pentecoste<br />

✠ Francesco Montenegro<br />

Presidente della Commissione Episcopale<br />

per il servizio della carità e la salute<br />

2 Benedetto XVI, Discorso alla Curia Romana in occasione della presentazione degli auguri<br />

natalizi, 22 dicembre 2005.<br />

3 Giovanni Paolo II, lettera apostolica Novo millennio ineunte, 6 gennaio 2001, 50: AAS 93<br />

(2001), 303.<br />

4 Benedetto XVI, Messaggio per la XIV Giornata mondiale del malato.<br />

3


4<br />

INTRODUZIONE<br />

1. I cambiamenti in atto nel mondo della salute, unitamente ad alcune<br />

esigenze emerse nel cammino della Chiesa, hanno fatto affiorare la necessità<br />

di offrire alle comunità cristiane e a quanti in vario modo operano nel<br />

mondo sanitario nuovi elementi di riflessione e linee operative comuni.<br />

Si tratta di indicazioni pastorali da leggere in continuità e sintonia con<br />

quelle contenute nei documenti elaborati dalla Chiesa italiana durante<br />

gli ultimi decenni, in particolare nella Nota della Consulta Nazionale<br />

per la pastorale della sanità del 1989 5 . Unisce tutti questi documenti la<br />

volontà di mettere a punto una prassi ecclesiale che risponda alle mutate<br />

condizioni del mondo sanitario «affinché i valori della vita e della salute<br />

siano rispettati e orientati verso la salvezza e il momento della malattia e<br />

della morte possano ricevere oltre il sostegno della scienza e della solidarietà<br />

umana anche quello della grazia del Signore» 6 .<br />

In linea con il cammino della Chiesa<br />

2. Quanto viene proposto nel presente documento è in linea con il<br />

cammino compiuto negli ultimi anni dalla Chiesa italiana, che, riflettendo<br />

sulle modalità della propria presenza e attività, ha riconosciuto il<br />

primato dell’evangelizzazione rispetto a ogni altra azione pastorale.<br />

In questa prospettiva, la consapevolezza che il servizio ai malati e ai<br />

sofferenti è «parte integrante della missione della Chiesa» 7 rende urgente<br />

incorporare nel progetto evangelizzatore la promozione della salute<br />

e l’impegno per alleviare la sofferenza e la cura degli infermi, in ossequio<br />

al comando di Cristo, il cui agire connette strettamente il compito<br />

di evangelizzazione e la guarigione dei malati 8 . Nella cura amorevole<br />

della persona e nella promozione della salute è infatti insita un’attesa e<br />

5 Consulta Nazionale della CEI per la pastorale della sanità, La pastorale della<br />

salute nella Chiesa italiana. Linee di pastorale sanitaria, 30 marzo 1989: “Notiziario della<br />

Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 94-116.<br />

6 Ibid., 2: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 97.<br />

7 Giovanni Paolo II, motu proprio Dolentium hominum, 11 febbraio 1985, 1: AAS 77 (1985), 457.<br />

8 Tra i numerosi passi evangelici che descrivono l’attenzione di Gesù e degli apostoli nei confronti<br />

dei malati, ricordiamo Mt 10, 1; Mc 6, 3; Lc 9, 1-6; 10, 9; At 2, 42; 3, 6; 5, 12; 6, 8; 8, 5-6;<br />

9, 34.40; 1Cor 12, 9; 12, 28-30; Gc 5, 13-14.


un’esperienza di liberazione e di amore che diventa segno e annuncio di<br />

una salvezza integrale.<br />

Con animo grato<br />

3. Le proposte offerte alla comunità ecclesiale per accompagnarla nella<br />

sua missione evangelizzatrice nel mondo della salute non ignorano il<br />

compito che tanti cristiani - laici, singoli o associati, consacrati e consacrate,<br />

sacerdoti e diaconi, operatori e operatrici sanitari - generosamente<br />

svolgono, testimoniando attraverso la prossimità al malato, il lavoro, lo<br />

studio e la ricerca, i valori evangelici della dignità della persona, del<br />

rispetto della vita e della misericordia. Nella linea <strong>delle</strong> parole dell’apostolo<br />

Paolo: «Se un membro soffre, tutte le membra soffrono <strong>insieme</strong>»<br />

(1Cor 12, 26), essi contribuiscono a costruire comunità in cui fioriscono<br />

la solidarietà fraterna, la condivisione di ciò che si è e che si possiede,<br />

l’empatia per le gioie e le sofferenze degli altri (cfr At 2, 42-48).<br />

Né tali proposte sono indifferenti agli sviluppi tecnici e organizzativi<br />

della sanità nel nostro Paese, indotti dalle conquiste della scienza e dalle<br />

scelte operate dalla politica nell’ambito della tutela della salute: la presenza<br />

evangelizzatrice della Chiesa, infatti, s’incarna in ogni sforzo di autentico<br />

servizio alla persona e di vera umanizzazione della realtà sanitaria.<br />

Riconoscendo con gratitudine la testimonianza offerta dai credenti<br />

impegnati nel mondo della salute e alleandosi con gli sforzi compiuti da<br />

tutti gli uomini di buona volontà, questo documento si propone di offrire<br />

alcune linee di risposta alle aspirazioni profonde di salute e di salvezza<br />

presenti nel cuore di ogni persona. Si tratta di rendere presente nella vita<br />

di ogni uomo la fondata speranza a noi donata in Gesù Cristo e nell’adesione<br />

di fede al suo mistero. Non possiamo dimenticare, infatti, che il<br />

nostro agire ecclesiale in campo sanitario costituisce una partecipazione<br />

misteriosa ma reale all’azione di Gesù Cristo morto e risorto, sorgente di<br />

vita e di salvezza per ciascuno.<br />

Obiettivi e articolazione del documento<br />

4. In questa prospettiva si possono comprendere gli obiettivi della<br />

Nota pastorale, che intende:


− favorire il discernimento <strong>delle</strong> sfide poste dal mondo della salute alla<br />

presenza e all’azione della Chiesa, prospettando linee di collaborazione<br />

con tutti gli uomini di buona volontà;<br />

− offrire stimoli per un’educazione al valore della salute e al senso della<br />

sofferenza, interpretate alla luce del mistero di Gesù Cristo;<br />

− sostenere l’integrazione della pastorale sanitaria nella pastorale d’<strong>insieme</strong><br />

<strong>delle</strong> comunità cristiane;<br />

− promuovere una maggiore integrazione tra l’assistenza spirituale<br />

assicurata nelle strutture sanitarie e la cura pastorale ordinaria nelle<br />

parrocchie, sviluppando forme di collaborazione tra le cappellanie<br />

ospedaliere e le comunità ecclesiali territoriali;<br />

− fornire indicazioni per il coinvolgimento di tutte le componenti del<br />

popolo di Dio nella pastorale della salute, potenziando gli organismi<br />

di comunione e corresponsabilità;<br />

− promuovere una maggiore organicità e progettualità della pastorale<br />

sanitaria, anche mediante specifici itinerari formativi.<br />

Le riflessioni e le indicazioni proposte sono sviluppate in tre parti. La prima<br />

offre una visione del mondo attuale della salute, evidenziandone luci e<br />

ombre. Nella seconda, viene indicato il messaggio di speranza che la Chiesa<br />

intende offrire al mondo della salute, rispondendo alle sfide che da esso provengono.<br />

Nella terza, infine, sono presentate alcune linee operative.<br />

Ci accompagna la speranza che le riflessioni e le indicazioni pastorali<br />

qui contenute aiutino le comunità ecclesiali a crescere nella fraternità e<br />

nella solidarietà, nel segno evangelizzatore della cura dei malati e della<br />

promozione della salute.<br />

I. IL MONDO DELLA SALUTE OGGI<br />

5. Fedele alla sua missione, la Chiesa fa sue «le gioie e le speranze, le tristezze<br />

e le angosce» 9 che caratterizzano il mondo della salute, pronta a offrire<br />

il messaggio di salvezza del suo Maestro, che alla proclamazione del<br />

Regno univa costantemente il ministero di guarigione: «Prese a parlar loro<br />

del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure» (Lc 9, 11).<br />

9 Concilio Ecumenico Vaticano II, costituzione pastorale Gaudium et spes, 7 dicembre 1965,<br />

1: AAS 58 (1966), 1025.


Conquiste e difficoltà<br />

6. La Chiesa italiana riconosce e apprezza i preziosi contributi offerti<br />

dalla ricerca scientifica per la migliore cura e per l’assistenza sanitaria<br />

<strong>delle</strong> persone e incoraggia in tal senso ogni progresso rispettoso della<br />

persona umana.<br />

Parimenti, riconosce e apprezza l’impegno profuso dai responsabili<br />

della vita politica e amministrativa nel promuovere e salvaguardare il<br />

diritto, costituzionalmente sanzionato 10 , alla tutela della salute dei cittadini,<br />

e nell’assicurare al mondo sanitario il più alto livello scientifico e<br />

tecnico e le più ampie garanzie sociali.<br />

7. È peraltro vero che le difficoltà sperimentate dal legislatore nel rispondere<br />

in maniera adeguata ai bisogni di cura e di salute dei cittadini<br />

si comprendono più facilmente, se si considera che a tali sforzi spesso<br />

si contrappongono visioni culturali e sociali inconciliabili con il perseguimento<br />

del bene comune.<br />

Un’eccessiva libertà d’iniziativa, ad esempio, rischia di emarginare i<br />

soggetti più deboli, mentre l’esasperazione dell’uguaglianza dei servizi<br />

socio-sanitari resi alla popolazione può ingenerare burocratizzazione<br />

della risposta, passività e acquiescenza dell’utente.<br />

Anche l’adozione indiscriminata del modello aziendale in ambito sanitario,<br />

seppur motivata dall’esigenza di organizzare i servizi in maniera<br />

più efficiente, si presta al rischio di privilegiare il risultato economico<br />

rispetto alla cura della persona.<br />

Per altro verso, l’aver demandato a livello regionale rilevanti competenze<br />

per la tutela della salute deve comporsi con la garanzia, assicurata<br />

in misura uguale sull’intero territorio nazionale, dei livelli essenziali<br />

<strong>delle</strong> prestazioni.<br />

Occorre rilevare, infine, che laddove non si presta sufficiente attenzione<br />

al principio di sussidiarietà, più difficile diventa anche nell’ambito<br />

sanitario l’azione dei soggetti del privato sociale e del terzo settore.<br />

10 «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della<br />

collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato<br />

trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun<br />

caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana» (Costituzione della Repubblica<br />

italiana, art. 32).


Aspetti culturali<br />

8. L’assetto attuale del mondo della salute va compreso anche alla<br />

luce di alcune tendenze della cultura contemporanea e del progresso<br />

scientifico e tecnico che hanno inciso sul modo di concepire la salute e<br />

la malattia, la vita e la morte.<br />

Nell’evidenziare alcuni tratti caratteristici di questa visione del mondo,<br />

ci limitiamo a sottolineare quelli che maggiormente costituiscono<br />

una sfida a cui la Chiesa è chiamata a rispondere.<br />

Atteggiamento “prometeico”<br />

9. L’impiego di strumenti sempre più sofisticati consente alla medicina<br />

di migliorare la qualità dell’esistenza, di prolungare la vita, di combattere<br />

più efficacemente il dolore, intervenendo sull’organismo umano<br />

fin nel suo assetto genetico.<br />

Accanto a innegabili e provvidenziali benefici, il progresso della<br />

scienza e della tecnica non manca d’ingenerare, come ha fatto notare<br />

Giovanni Paolo II, «una sorta di atteggiamento prometeico dell’uomo<br />

che, in tal modo, si illude di potersi impadronire della vita e della morte»<br />

11 . Tale atteggiamento porta larghi settori della scienza e della medicina<br />

a ignorare i limiti inerenti alla condizione umana, contribuendo a coltivare<br />

l’immagine di un uomo padrone assoluto dell’esistenza, arbitro<br />

insindacabile di sé, <strong>delle</strong> sue scelte e <strong>delle</strong> sue decisioni.<br />

Due sintomi molto evidenti di questa concezione sono, pur nella diversità<br />

<strong>delle</strong> motivazioni e degli esiti, da un lato l’accanimento terapeutico<br />

e dall’altro l’eutanasia. A ben vedere, tra accanimento terapeutico<br />

ed eutanasia vi è una certa continuità logica, perché in essi è sempre<br />

l’uomo a non accettare di misurarsi in maniera umana con la morte: con<br />

l’accanimento terapeutico l’uomo usa tutti i mezzi per posticipare la<br />

morte, mentre con l’eutanasia l’uomo si arroga il diritto di anticipare e<br />

determinare la morte. In ambedue i casi, egli intende esercitare un dominio<br />

assoluto sulla vita e sulla morte.<br />

11 Giovanni Paolo II, lettera enciclica Evangelium vitae, 25 marzo 1995, 15: AAS 87 (1995), 417.


«Il pericolo che l’uomo, fidandosi troppo <strong>delle</strong> odierne scoperte, pensi<br />

di bastare a se stesso e più non cerchi cose più alte» 12 alberga nella cultura<br />

contemporanea malgrado l’insorgere di nuove malattie e di minacce<br />

(quali l’inquinamento atmosferico e l’abuso di sostanze) che rendono<br />

tragicamente illusorio il sogno di un progresso assoluto, mostrando<br />

l’impotenza della persona di fronte alla finitudine umana.<br />

Il rifiuto della condizione finita dell’uomo non è privo di ripercussioni<br />

sul piano socio-psicologico e spirituale. Infatti, il dramma costituito<br />

dallo scontro tra un progresso tecnico senza fine e l’ineluttabilità della<br />

morte suscita nevrosi e disagio esistenziale e influisce negativamente<br />

sulla ricerca del senso della vita e sull’elaborazione di una scala di valori<br />

rispettosa della persona e della natura.<br />

Dalla medicina dei bisogni alla medicina dei desideri<br />

10. Se fino a ieri l’obiettivo prioritario della medicina era quello di far<br />

vivere, oggi essa si pone anche quello di far vivere bene. Si può pertanto<br />

affermare che, accanto alla medicina dei bisogni, esiste anche una medicina<br />

dei desideri. Nella mentalità di molte persone, infatti, non è più sufficiente<br />

non ammalarsi e guarire, ma è necessario tendere verso una pienezza<br />

in cui siano soddisfatti non solo i bisogni primari ma anche quelli<br />

subordinati, sconfinando impercettibilmente nel dominio del desiderio.<br />

Tale tendenza, favorita da alcuni elementi tipici della cultura postmoderna,<br />

quali l’attenzione alle dimensioni della corporeità e della sessualità,<br />

la rivalutazione del piacere, la cura dell’ambiente e il primato <strong>delle</strong><br />

relazioni, se da un lato è positiva, esprimendo la nostalgia di una vita<br />

buona, dall’altro non è priva di esiti potenzialmente problematici.<br />

Rimozione <strong>delle</strong> esperienze dolorose<br />

11. Una <strong>delle</strong> conseguenze negative è identificabile con la tendenza a<br />

rimuovere gli aspetti faticosi dell’esistenza: la sofferenza è considerata<br />

scomoda compagna di cui l’uomo diventa silenzioso spettatore impotente;<br />

12 Concilio Ecumenico Vaticano II, costituzione pastorale Gaudium et spes, 57: AAS 58<br />

(1966), 1078.


0<br />

la malattia è vissuta come evento da cui liberarsi più che evento da liberare;<br />

il naturale processo di invecchiamento è rifiutato, dal momento che la<br />

vecchiaia viene considerata un tempo dopo la vita vera e non tempo della<br />

vita; la morte è vista come evento indicibile e inaudito; la disabilità è considerata<br />

più come ostacolo che non come provocazione, più come bisogno<br />

assistenziale che non come domanda di riconoscimento esistenziale.<br />

Logica dei fini e logica dei mezzi<br />

12. Nell’ambito sanitario si assiste a un crescente spostamento dei temi<br />

della salute, della sofferenza e della morte dal terreno del senso e del<br />

valore a quello della tecnica. Le enormi possibilità della medicina hanno<br />

sottratto questi temi dalla sfera metafisica, morale e religiosa, trasferendoli<br />

nella sfera pratica. L’insignificanza dei vissuti esistenziali, che<br />

caratterizza il nostro tempo, depotenzia la capacità di “dare un senso”<br />

al tempo della malattia cronica e inguaribile, della decadenza di una vecchiaia<br />

sempre più prolungata, della morte. La malattia come evento clinico,<br />

infatti, è spesso presidiata dall’attesa dell’onnipotenza del sapere<br />

medico; l’evento esistenziale appare, al contrario, rimosso e censurato.<br />

Cogliere il senso della sofferenza, della malattia e della morte è reso<br />

difficile anche dal fatto che la sanità è spesso irretita nella logica dei<br />

mezzi tecnologici e finanziari, dimenticando l’orizzonte dei fini.<br />

Nasce l’interrogativo su come armonizzare, nella cura della persona e<br />

nella promozione della salute, logica tecnica e logica etica, mezzi e fini.<br />

Situazioni di fragilità<br />

13. L’affievolirsi del rispetto della vita è un altro aspetto che spesso<br />

caratterizza il mondo della salute. Mentre si fanno sforzi ingenti e accaniti<br />

per prolungare la vita e per produrla artificialmente, non si permette<br />

di nascere a chi è già concepito e non si risponde adeguatamente ai<br />

bisogni di quelle fasce di persone che non rispondono a canoni di efficienza<br />

e produttività.<br />

Si creano così situazioni di fragilità, cui sono esposte numerose frange<br />

della popolazione. Anche nella sanità vi sono “gli ultimi della fila”,<br />

per la loro tutela non basta la generica affermazione di diritti.


Spesso avviene che, in assenza di un consenso sociale sufficientemente<br />

ampio e condiviso, anche la migliore “carta dei diritti” si rivela inefficace.<br />

Si potrebbe paradossalmente affermare che i “diritti dei deboli” si fanno,<br />

giorno dopo giorno, “diritti deboli”: sono quelli dei disabili, <strong>delle</strong> persone<br />

affette da forme gravissime di sofferenza psichica, dei lungodegenti e<br />

degli inguaribili, dei malati cronici, di quanti necessitano di riabilitazione<br />

estensiva di lungo termine. Le lodevoli iniziative promosse in questi campi<br />

(interventi per gli anziani e i diversamente abili, cure palliative, ecc.) trovano<br />

rallentamenti e ostacoli causati da una visione riduttiva della persona<br />

umana e da interessi economici legati alla gestione <strong>delle</strong> strutture sanitarie.<br />

In un contesto più ampio, ma ugualmente legato al mondo della salute<br />

e al rispetto della vita, è da prendere in considerazione la problematica<br />

legata all’ecologia. Smisurati interessi economici portano all’inquinamento<br />

dell’ambiente, compromettono la qualità del territorio, impoveriscono<br />

il livello di vita dei cittadini.<br />

“Curare” e “prendersi cura”<br />

14. Il discorso sulla carenza di umanità nel servizio reso al malato è<br />

lungi dall’essere esaurito. Si avverte un profondo bisogno di personalizzare<br />

l’approccio, di passare dal curare al prendersi cura, di considerare<br />

la persona nella totalità del suo essere.<br />

Se l’esperienza degli anni più recenti ha fatto registrare una buona<br />

crescita a livello tecnico e specialistico, ha portato anche a una cura settoriale<br />

e frammentata a scapito di un approccio olistico della persona. Si<br />

pensi, ad esempio, all’accostamento terapeutico con le persone in condizione<br />

di fragilità psichica o mentale: senza un’accoglienza e una cura<br />

totale della persona è difficile che una semplice terapia farmacologia,<br />

per quanto specializzata, possa rivelarsi davvero efficace.<br />

Nel contempo sono diminuite alcune figure professionali, indispensabili<br />

per il servizio di base al malato. Non è raro avvertire da parte di<br />

diversi operatori sanitari l’incapacità di guardare la realtà del malato al<br />

di là dell’aspetto strettamente sanitario, la paura di essere interpellati sui<br />

problemi esistenziali, la difficoltà di accogliere e accompagnare le reazioni<br />

emotive del malato e dei familiari, soprattutto nelle fasi terminali<br />

della malattia. Si tratta di un problema non esclusivamente religioso ma<br />

antropologico e professionale.<br />

1


2<br />

Prevenzione, bioetica, formazione<br />

15. Uno degli obiettivi che non trova ancora adeguata realizzazione<br />

è costituito dalla prevenzione, che comprende sia misure specifiche atte<br />

a contrastare i fattori di malattia nei luoghi di vita e nei luoghi di lavoro<br />

(educazione alla salute, medicina scolastica, vaccinazioni, controllo di<br />

fasce di popolazione a rischio, ecc.), sia misure preventive collegate a opzioni<br />

da attuare in altri ambiti (umanizzazione del lavoro, miglioramento<br />

della nutrizione e <strong>delle</strong> abitazioni, educazione degli stili di vita, ecc.).<br />

Se tutta la medicina si pone come scopo la salute, solo la prevenzione<br />

ha come caratteristica specifica la tutela del bene comune e impegna ciascuno<br />

a essere soggetto attivo del proprio benessere.<br />

16. I problemi della bioetica, che sono al centro dell’odierno dibattito culturale,<br />

sono seguiti con grande attenzione dai mezzi di comunicazione sociale<br />

e dall’opinione pubblica. L’affievolirsi <strong>delle</strong> evidenze etiche e il soggettivismo<br />

<strong>delle</strong> coscienze, unitamente al pluralismo culturale, etico e religioso,<br />

portano facilmente a relativizzare i valori, e quindi al rischio di non poter più<br />

fare riferimento a un ethos condiviso, soprattutto in ordine alle grandi domande<br />

esistenziali, riferite al senso del nascere, del vivere e del morire.<br />

Spesso manca un’informazione corretta, e da ciò conseguono giudizi<br />

e opinioni avventati e scarsamente fondate. Si nota soprattutto un’insufficiente<br />

conoscenza <strong>delle</strong> posizioni sostenute della Chiesa, che sono<br />

spesso riportate in maniera impropria o sono giudicate inadeguate al<br />

tempo presente.<br />

17. I programmi formativi, che raggiungono buoni livelli nel campo<br />

medico e infermieristico, mostrano invece spesso significative carenze in<br />

quello antropologico ed etico. Ciò, peraltro, contrasta sia con le richieste<br />

degli operatori sanitari, sia con quelle, spesso implicite, dei malati. La disattenzione<br />

a questa problematica può considerarsi come uno dei fattori<br />

all’origine del logorio psicologico e spirituale di molti operatori sanitari.<br />

18. Crocevia dell’umanità, il mondo della salute è anche terra del<br />

Vangelo. In questo luogo dove s’intersecano cammini diversi, dove<br />

convivono generosità ed egoismo, richiami materialistici e desiderio<br />

di spiritualità, proclamazione di diritti e ingiustizie di fatto, la Chiesa è<br />

chiamata a offrire la luce e l’orientamento del Vangelo.


II. RENDERE RAGIONE DELLA SPERANZA<br />

NEL MONDO DELLA SALUTE<br />

19. Alle numerose sfide presenti nel mondo della salute, la Chiesa<br />

risponde anzitutto con un messaggio di gioiosa speranza, fondata sulla<br />

certezza della risurrezione di Gesù Cristo e, quindi, dell’amore e della<br />

fedeltà sanante e salvatrice di Dio. Di tale speranza vuole rendere ragione<br />

(cfr 1Pt 3, 15) attraverso un dialogo rispettoso, un confronto onesto e<br />

una fattiva collaborazione.<br />

Cristo il nome della nostra speranza<br />

20. La pastorale della salute trova il fondamento nella contemplazione<br />

del volto dolente e glorioso di Gesù Cristo, in cui il credente riconosce<br />

umilmente il suo Signore 13 . La Chiesa, contemplando il mistero<br />

della sua passione, morte e risurrezione, apprezza la specifica valenza<br />

evangelizzatrice della pastorale della salute e la sua necessaria integrazione<br />

nella pastorale d’<strong>insieme</strong> della comunità cristiana.<br />

Gesù, infatti, ha annunciato il regno di Dio come dono di salute e di<br />

salvezza per tutti gli uomini soprattutto attraverso l’incontro con i poveri,<br />

i malati e i sofferenti. Egli si presenta come promotore di salute e<br />

agisce come Buon Samaritano. Manifestando l’amore misericordioso<br />

del Padre, si fa vicino e si prende cura <strong>delle</strong> persone malate e sofferenti,<br />

le guarisce, le restituisce alla speranza e al senso pieno della vita.<br />

La Chiesa “profezia di speranza” nel mondo della salute<br />

21. Riscrivendo la parabola del Buon Samaritano (cfr Lc 10, 29-37),<br />

la Chiesa rende presente la speranza, dono della Pasqua di Cristo, attraverso<br />

l’annuncio della parola, la celebrazione dei sacramenti e la preghiera,<br />

i segni della comunione fraterna e del servizio amorevole e competente<br />

verso quanti soffrono.<br />

13 Cfr Giovanni Paolo II, lettera apostolica Novo millennio ineunte, 24-29: AAS 93 (2001),<br />

281-286.<br />

3


4<br />

Del dono della speranza la Chiesa vuol rendere partecipe quanti – credenti<br />

e uomini di buona volontà – sono impegnati nella cura dei malati e<br />

nella promozione della salute.<br />

Una comunità ospitale, che si “prende cura”<br />

22. Alla società che si impegna per garantire la tutela dei diritti dei<br />

cittadini alla salute, la Chiesa con la parola che viene da Dio e con la<br />

testimonianza propone l’ideale di una comunità che si prende cura, difendendo<br />

e promovendo la persona nella sua globalità e coinvolgendo<br />

la famiglia, gli operatori sanitari e pastorali.<br />

23. In tale prospettiva, si può individuare nell’ospitalità la dimensione<br />

antropologica che riassume e collega le diverse forme della prevenzione,<br />

della cura e della riabilitazione. Celebrando la prossimità dell’atto<br />

curativo, l’ospitalità evoca i significati antichi, per cui al luogo della<br />

cura è stato dato il nome di “ospedale”:<br />

− è volto, voce, gesto e parola, capace di generare cura e <strong>insieme</strong> di<br />

prendersi cura, soprattutto quando la malattia si annuncia come degenerativa,<br />

cronica, irreversibile, terminale;<br />

− assume, quale criterio prioritario <strong>delle</strong> proprie scelte, la promozione<br />

della vita in tutti i suoi momenti e in tutte le sue dimensioni e la<br />

tutela della vita di ciascuno, privilegiando, all’interno dei processi<br />

formativi degli operatori sanitari, la cura della “relazione”, quale<br />

modalità di ascolto, accoglienza e riconoscimento dell’altro, inteso<br />

come prossimo e mai come estraneo, anche quando proviene da contesti<br />

sociali e da appartenenze etniche e culturali diverse;<br />

− si fa carico di accompagnare anche le malattie inguaribili nelle scansioni<br />

di un tempo, che, per quanto faticoso o doloroso, può restituire<br />

significato all’esistenza intera;<br />

− abilita all’accoglienza compiuta di tutta l’esistenza, propiziando e<br />

promuovendo condizioni di vivibilità e appartenenza a chiunque<br />

chieda assistenza, cura e riabilitazione, in quanto riconosce nella<br />

malattia un evento della vita carico di significati, messaggi e annunci,<br />

seppure non sempre immediatamente decifrabili;<br />

− sa accogliere il malato nella sua unicità e irripetibilità.


24. Compresa nei suoi più profondi significati, la categoria dell’ospitalità<br />

offre a quanti sono chiamati a elaborare le politiche sanitarie criteri<br />

validi per perseguire l’efficienza dei servizi senza nuocere ai diritti<br />

della persona, evitando o riducendo le disuguaglianze sociali nell’accesso<br />

alle risorse sanitarie, rifuggendo sia dall’eccessiva pubblicizzazione<br />

<strong>delle</strong> strutture sia dal mercantilismo sfrenato e valorizzando la<br />

sussidiarietà sia istituzionale che sociale.<br />

La Chiesa guarda con fiducia alle risorse presenti nella società – tra<br />

cui le istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana e il volontariato – nella<br />

certezza che esse possono offrire un valido contributo all’azione dello<br />

Stato nell’ambito della sanità, facendo appello al valore della solidarietà,<br />

nel rispetto del pluralismo dei valori e dei soggetti.<br />

Un servizio dal volto umano<br />

25. È nella prospettiva dell’ospitalità che acquistano significato le<br />

iniziative finalizzate a rendere più umano il servizio al malato.<br />

Un contesto in cui vi sono tensioni, conflittualità, difficoltà di dialogo<br />

e di comunicazione tra le persone nuoce alla cura del malato e rende<br />

difficile fare del lavoro un’occasione di crescita personale. È, quindi,<br />

necessario promuovere un clima in cui la diversità dei ruoli, <strong>delle</strong> competenze,<br />

<strong>delle</strong> mentalità o culture venga vissuta come possibilità di reciproco<br />

arricchimento, di collaborazione complementare, di sincera ricerca<br />

di quel bene prezioso rappresentato dalla salute.<br />

26. La Chiesa ritiene che l’umanizzazione del mondo sanitario sia un<br />

compito urgente e perciò la include nell’ambito dell’azione pastorale,<br />

convinta della valenza evangelizzatrice di ogni iniziativa volta a imprimere<br />

un volto più umano all’assistenza e cura dei malati. Infatti, quando<br />

tali gesti sono informati dalla carità – tradotta in dedizione generosa,<br />

approccio caloroso, sensibilità attenta, presenza umile e gratuita – possiedono<br />

una forte carica interna che li trascende, ponendo domande di<br />

senso 14 , allargando gli spazi di comprensione e d’intesa comune, costituendo<br />

una piattaforma da cui partire per ulteriori traguardi, aprendo la<br />

14 Cfr Paolo VI, esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, 8 dicembre 1975, 21: AAS 68<br />

(1976), 19-20.


mente e il cuore a orizzonti nuovi, diventando proclamazione silenziosa,<br />

ma assai efficace, del Vangelo.<br />

Da ciò deriva che, mentre offre il proprio contributo all’umanizzazione<br />

del mondo della salute, il credente non solo pone le premesse per<br />

l’evangelizzazione di tale realtà, ma già realizza un’attività evangelizzatrice.<br />

I gesti che egli compie, infatti, proclamano che l’uomo, anche<br />

quando subisce il degrado del corpo o della mente, mantiene il suo valore<br />

di figlio di Dio, merita di essere trattato come persona e aiutato a<br />

riacquistare la salute nel senso integrale del termine.<br />

27. Nel leggere il fenomeno inquietante del degrado d’umanità presente<br />

nei servizi al malato – quali il prevalere di interessi politici ed economici,<br />

l’eccessiva burocratizzazione, l’inefficienza amministrativa, il<br />

deterioramento della scala dei valori, la scarsa considerazione del malato<br />

come persona – la Chiesa invita a vedere la radice della disumanizzazione<br />

nel peccato. Da ciò deriva che alla base di ogni riforma è richiesta<br />

la conversione del cuore, prima che <strong>delle</strong> strutture. Infatti, secondo la<br />

visione cristiana, il primo obiettivo dell’umanizzazione del mondo sanitario<br />

è costituito dalla promozione di valori come la giustizia, il rispetto<br />

della persona, la fraternità e la solidarietà, necessari alla costituzione<br />

della civiltà dell’amore.<br />

Promovendo segni di riconciliazione, di reciproco rispetto, di accoglienza<br />

e di comunione, sviluppando il gusto e la qualità di una relazione<br />

fraterna e gratuita, è possibile trasformare il mondo della salute in un<br />

laboratorio di una nuova civiltà dell’amore, modello di convivenza più<br />

umana, sulle orme di Cristo che «è venuto per servire e non per essere<br />

servito» (Mt 20, 28).<br />

Grandezza e limiti della ricerca e cura sanitaria<br />

28. L’ospitalità non è solo accoglienza ma anche risposta ai bisogni<br />

<strong>delle</strong> persone ospitate. Nel mondo della salute tale risposta è stata ed è<br />

offerta da una molteplicità di soggetti impegnati nella ricerca scientifica<br />

e nella sua attuazione.<br />

La Chiesa ha sempre espresso un’alta considerazione nei confronti della<br />

scienza e dell’arte sanitaria, intendendola come cooperazione all’opera<br />

creatrice e redentrice del Signore. Chi è impegnato nella cura dei malati, in-


fatti, si sforza di rispondere ai gemiti della creazione di cui parla san Paolo<br />

(cfr Rm 8, 22), iscrivendo così la sua azione in una dimensione escatologica,<br />

alla ricerca di quei cieli nuovi e terra nuova (cfr 2Pt 3, 13) che sono aspirazione<br />

di ogni individuo e dell’umanità intera. I documenti della Chiesa si<br />

rifanno frequentemente a questa visione, accogliendo con gioia e ammirazione<br />

i grandi progressi compiuti dalla scienza e dalla tecnologia medica 15 .<br />

29. Mentre incoraggia gli uomini della scienza e dell’arte medica a riconoscere<br />

e a difendere la grandezza dell’uomo, la Chiesa li invita anche<br />

a recuperare, accettare e rispettare la debolezza creaturale della persona<br />

umana, caratteristica che non ne mortifica la dignità ontologica ma carica<br />

di misterioso significato l’impedimento corporeo, spingendo il nostro<br />

sguardo oltre l’orizzonte dell’effimero. Infatti, come affermava Pio XII,<br />

«il medico cattolico sa che il suo paziente e lui stesso sono sottomessi alla<br />

legge della coscienza e alla volontà di Dio; ma egli sa anche che tutte<br />

le risorse della natura sono state messe a sua disposizione per proteggere<br />

e difendere gli uomini dalla malattia e dall’infermità. Egli non divinizza<br />

né la natura né la medicina, non le considera come degli assoluti, ma egli<br />

vede in esse un riflesso della grandezza e della bontà di Dio e subordinate<br />

interamente al suo servizio» 16 .<br />

Accompagnare con amore e competenza<br />

30. Proprio il riconoscimento <strong>delle</strong> conseguenze della condizione finita<br />

dell’essere umano stimola a sviluppare le risorse, umane e tecniche,<br />

necessarie per rispondere ai bisogni di quanti vivono la difficile stagione<br />

della sofferenza.<br />

«Si potrebbe dire che la sofferenza presente sotto tante forme diverse<br />

nel nostro mondo umano, vi sia presente anche per sprigionare nell’uomo<br />

l’amore, proprio quel dono disinteressato del proprio “io” in favore<br />

degli altri uomini, degli uomini sofferenti. Il mondo dell’umana soffe-<br />

15 Nell’introduzione al Rito dell’Unzione degli infermi si legge: «La Chiesa incoraggia e benedice<br />

ogni ricerca e ogni iniziativa intrapresa per vincere le infermità, perché vede in questo una<br />

collaborazione degli uomini all’azione divina di lotta e di vittoria sul male» (n. 134).<br />

16 Pio XII, Radiomessaggio al VII Congresso internazionale dei medici cattolici (11 settembre<br />

1956), in Discorsi e radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XVIII (1956-57), p. 425.


enza invoca, per così dire, senza sosta un altro mondo: quello dell’amore<br />

umano; e quest’amore disinteressato che si desta nel suo cuore e nelle<br />

sue opere, l’uomo lo deve, in un certo senso, alla sofferenza» 17 .<br />

31. Facendo leva su queste risorse presenti nel cuore dell’uomo, si<br />

possono accompagnare quanti soffrono nel loro difficile cammino.<br />

L’esperienza della sofferenza e di ogni altra forma di disabilità suscita<br />

domande sempre nuove, invoca un orizzonte di senso, chiede prossimità<br />

e rispettosa attenzione, richiama ai valori fondamentali del vivere. Per<br />

aiutare a rispondere ai persistenti interrogativi che sorgono dal cuore<br />

della persona inferma e che riguardano il senso del vivere e del morire,<br />

il significato del dolore, della malattia e della morte, la vita presente e<br />

futura e il loro mutuo rapporto, la comunità cristiana offre la luce della<br />

parola di Dio e il conforto della solidarietà cristiana. Per questo non solo<br />

si allea con quanti, nella società, sono impegnati nella lotta contro la sofferenza,<br />

rigettando ogni forma di dolorismo, ma anche vuole illuminare<br />

di speranza cristiana l’oscurità della sofferenza e della morte e sottolineare<br />

il valore della solidarietà, della prossimità e del servizio 18 .<br />

Per la persona umana che cerca ed è destinata alla gioia e alla vita<br />

eterna, il soffrire e il morire sono un mistero che solo la croce e la risurrezione<br />

di Cristo possono illuminare e trasformare in esperienza di<br />

salvezza.<br />

32. Nel proporre il proprio messaggio sulla sofferenza, la Chiesa è<br />

consapevole di scontrarsi con una diffusa mentalità materialista, efficientistica<br />

ed edonista, che coltiva una concezione riduttiva della salute,<br />

rifugge il dolore, rimuove la morte, tende a idolatrare il corpo.<br />

Questi ostacoli, però, non le impediscono di proclamare la buona notizia<br />

del Signore morto e risorto, fonte di speranza per i malati e per<br />

coloro che se ne prendono cura, invitandoli a trovare nel mistero della<br />

Pasqua di cui sono partecipi la luce, la forza, la speranza, la gioia del<br />

dono e dell’amore.<br />

All’accompagnamento del malato deve abbinarsi quello dei familiari.<br />

L’intera famiglia viene infatti investita dagli eventi legati alla malattia,<br />

17 Giovanni Paolo II, lettera apostolica Salvifici doloris, 11 febbraio 1984, 29: AAS 76 (1984), 245.<br />

18 Cfr Ibid., 25-27: AAS 76 (1984), 235-242; 28-30: AAS 76 (1984), 242-248.


con ripercussioni notevoli sulle relazioni tra i suoi membri e, in generale,<br />

sull’equilibrio della struttura familiare 19 .<br />

Verso la pienezza di vita<br />

33. Nel promuovere il prendersi cura dei malati, la Chiesa non ignora<br />

la crescente attenzione e sensibilità della società contemporanea ai problemi<br />

del benessere psico-fisico e spirituale della persona.<br />

Considerando legittima questa domanda di una vita piena, non esita<br />

a ricordare che anche Gesù, nello svolgimento della sua missione, ha<br />

avuto di mira la pienezza di vita dell’uomo.<br />

34. Nella prospettiva evangelica, la promozione della salute psico-fisica<br />

e del benessere possono diventare segni del regno instaurato da Cristo,<br />

apertura all’accoglienza della salvezza, indicatori di una condizione<br />

che troverà la sua piena realizzazione al termine della storia.<br />

Fa quindi parte del progetto divino mettere in atto tutto ciò che è legittimo<br />

per assicurare condizioni sempre migliori di vita a tutti gli esseri<br />

umani. Questo impegno, che costituisce una precisa responsabilità per<br />

ciascuno, deve mirare alla crescita della persona a livello di tutte le sue<br />

dimensioni, aprendosi anche a quell’appello alla trascendenza insito in<br />

ogni essere umano.<br />

35. Anche l’approccio globale nella cura del malato e nei programmi<br />

di crescita della persona umana – tema oggi di costante considerazione<br />

nel mondo della salute e nella società in generale – trova una spinta a<br />

essere più completo nell’insegnamento di Cristo. Non si tratta solo di<br />

prendere coscienza <strong>delle</strong> diverse dimensioni della persona, ma di saperle<br />

porre in relazione tra loro, ordinandole secondo quella scala di valori<br />

che trova nell’insegnamento evangelico la sua più alta espressione e che<br />

aiuta a compiere scelte e anche a fare rinunce necessarie per rispettare la<br />

vita, difendere la dignità della persona propria e altrui, mantenere viva la<br />

tensione verso il trascendente.<br />

19 Cfr Consulta Nazionale della CEI per la pastorale della sanità, La pastorale della<br />

salute nella Chiesa italiana. Linee di pastorale sanitaria, 32-37: “Notiziario della Conferenza<br />

Episcopale Italiana” 1989, 105-106.


0<br />

Testimoniare l’amore e il servizio alla vita come messaggio di speranza<br />

36. In una cultura complessa e spesso condizionata dagli strumenti di<br />

informazione non è facile comprendere e approfondire, in modo responsabile,<br />

i problemi che riguardano il senso della vita, la sua cura e la portata<br />

di interventi che ne rispettano o ne violano la dignità. Non mancano<br />

correnti di pensiero caratterizzate, più o meno consapevolmente, dalla<br />

sindrome dell’onnipotenza della scienza o dalla presunta padronanza assoluta<br />

della vita.<br />

In questo contesto, la Chiesa sente il dovere di «impegnarsi per il<br />

rispetto della vita di ciascun essere umano dal concepimento fino al suo<br />

naturale tramonto» 20 .<br />

37. Tale impegno deve essere costantemente accompagnato dallo sforzo<br />

di far comprendere le motivazioni che lo sorreggono: si tratta di argomenti<br />

mai ideologici, ma d’intensa umanità, di amore e vicinanza a ogni persona<br />

nella sua concreta situazione esistenziale, di difesa dei valori fondamentali<br />

iscritti nella natura della persona umana e della relazione sociale.<br />

Per quanto necessario, il solo pronunciamento dei princìpi non sembra<br />

oggi sufficiente per far comprendere la necessità di rispettare la vita<br />

in ogni situazione. Nel mondo della salute, la Chiesa deve manifestarsi<br />

e agire come “madre e maestra” di vita, laboratorio di esperienze dove<br />

fede e scienza si coniugano a servizio della cura integrale e permanente<br />

della persona umana. Allora la carità vissuta e testimoniata nel servizio<br />

dei malati e dei sofferenti, diventerà «necessariamente servizio alla<br />

cultura, alla politica, all’economia, alla famiglia, perché dappertutto<br />

vengano rispettati i principi fondamentali dai quali dipende il destino<br />

dell’essere umano e il futuro della civiltà» 21 .<br />

Le istituzioni sanitarie cattoliche<br />

38. Una modalità specifica per testimoniare la speranza cristiana nel mondo<br />

della salute è data dalla presenza <strong>delle</strong> istituzioni sanitarie cattoliche 22 .<br />

20 Giovanni Paolo II, lettera apostolica Novo millennio ineunte, 51: AAS 93 (2001), 304.<br />

21 Ibid., 51 AAS 93 (2001), 304.<br />

22 Cfr Ufficio nazionale della CEI per la pastorale della sanità, Le istituzioni sani-


Esse mantengono la loro ragione di essere all’interno di un orizzonte<br />

sanitario sempre più complesso e attraversato da numerosi problemi.<br />

Presenze ecclesiali, luoghi in cui si è chiamati a lodare Dio servendo il<br />

malato, le istituzioni sanitarie cattoliche costituiscono l’attuazione storica<br />

di quell’“albergo” a cui il Buon Samaritano della parabola evangelica<br />

affida, perché venga debitamente curata, la persona ferita, raccolta sulla<br />

strada di Gerico, simbolo della strada percorsa da ogni uomo, anzitutto<br />

dal più povero, superando ogni divisione di popoli.<br />

39. Le istituzioni sanitarie cattoliche possono offrire, in un clima di dialogo<br />

e di collaborazione, un significativo contributo al mondo della sanità<br />

per una cura più umana della persona. Esse, infatti, non sono da considerarsi<br />

“sanità di parte”, bensì componente integrante nella programmazione del<br />

sistema sanitario nazionale, per cui è giusto che godano degli stessi diritti e<br />

abbiano gli stessi doveri <strong>delle</strong> altre istituzioni sanitarie.<br />

40. Sono molti gli interrogativi che vengono rivolti a tali istituzioni<br />

nel momento storico presente: come essere fedeli al mandato di Gesù<br />

e alla grande tradizione dell’hospitalis, nata nella Chiesa quale espressione<br />

del suo amore per l’uomo? Come tradurre in termini moderni i<br />

carismi <strong>delle</strong> diverse famiglie religiose, senza rinunciare a qualificarsi<br />

come centri tecnologici polispecialistici, come richiesto dal Servizio sanitario<br />

nazionale? Come coniugare ricerca scientifica e opzione di fede,<br />

efficienza economica e cura etica, puntando a una sanità di eccellenza,<br />

autenticamente umana?<br />

41. La risposta a tali domande esige che le istituzioni sanitarie cattoliche<br />

si qualifichino per le prestazioni mediche e gestionali; si impegnino<br />

a rispondere con iniziative concrete alle sfide della bioetica; pongano in<br />

risalto il primato dell’ammalato, la cura integrale della persona e la testimonianza<br />

della carità come criteri adeguati di intervento; siano scuole<br />

di comunione e luoghi dove l’ammalato possa aprirsi alla speranza; sappiano<br />

«ritagliare spazi per attività solidaristiche in favore di categorie di<br />

malati trascurate dal settore pubblico» 23 .<br />

tarie cattoliche in Italia, 7 luglio 2000: Enchiridion della Conferenza Episcopale Italiana 6,<br />

1541-1580.<br />

23 Ibid., n. 18: Enchiridion della Conferenza Episcopale Italiana 6, 1558. Nello stesso paragrafo<br />

1


2<br />

42. Affinché la presenza <strong>delle</strong> istituzioni sanitarie cattoliche possa<br />

esercitare un influsso positivo sulla comunità ecclesiale e sulla società,<br />

occorre che vengano compiuti alcuni passi.<br />

Il primo porta le istituzioni a superare l’isolamento, rendendole sempre<br />

più visibili nella comunità ecclesiale. La popolazione del territorio<br />

deve poter riconoscere in esse un punto di riferimento, uno strumento di<br />

sensibilizzazione ai problemi della salute, della morte, della vecchiaia e<br />

della disabilità. Ciò costituisce il compito carismatico dei religiosi che le<br />

gestiscono: la missione loro affidata di servire i malati e di promuovere<br />

la salute appartiene a tutta la Chiesa. A loro incombe il dovere di aiutare<br />

la comunità ecclesiale a diventarne maggiormente consapevole.<br />

43. Vi è poi un passo che spetta alla comunità ecclesiale territoriale,<br />

chiamata a sentire come proprio l’ospedale, la residenza di anziani o<br />

la casa di accoglienza presenti nel proprio territorio. Spetta anzitutto ai<br />

Vescovi e ai parroci animare, incoraggiare e coinvolgere i cristiani nei<br />

programmi assistenziali.<br />

44. Un terzo passo deve essere realizzato nel confronto tra le varie<br />

istituzioni sanitarie cattoliche. Un prezioso coordinamento è offerto al<br />

riguardo dall’ARIS (Associazione Religiosa Istituti Socio-sanitari).<br />

Una più efficace collaborazione tra le diverse istituzioni rende possibile<br />

la condivisione di esperienze, il sostegno reciproco soprattutto nei momenti<br />

di difficoltà economico-amministrativa, la messa in comune di<br />

risorse tecniche e personali, collaborazione in progetti a livello zonale o<br />

regionale, lo scambio di modelli gestionali e di operatori, interventi comuni<br />

per regolare i rapporti con le autorità politiche e amministrative.<br />

45. Un ultimo passo, infine, consiste in un maggiore coinvolgimento<br />

dei laici all’interno <strong>delle</strong> istituzioni sanitarie cattoliche. A questo fine<br />

i religiosi devono offrire ai laici opportune possibilità di condividere<br />

la spiritualità dei fondatori degli istituti, rendendoli anche più partecipi<br />

della responsabilità dell’istituzione. Da parte loro i laici sono chiamati a<br />

si afferma: «Diventa realmente profetico lo specifico impegno nel realizzare apposite opere di<br />

sostegno ai più poveri, non solo a motivo della loro condizione economica ma anche per le<br />

specifiche tipologie patologiche o esistenziali».


superare le barriere costituite da una lunga tradizione di passività, assumendo<br />

il ruolo che loro compete nell’ambito della comunità ecclesiale.<br />

46. Per tutti coloro che operano nell’ambito del servizio ai malati e ai sofferenti<br />

è valido quanto il Santo Padre Benedetto XVI afferma nell’enciclica<br />

Deus caritas est, in particolare là dove, dopo aver sottolineato come la Chiesa<br />

offra al mondo di oggi ancora una volta come modello l’immagine del Buon<br />

Samaritano, esorta tutte le istituzioni che agiscono in nome della Chiesa a<br />

«fare il possibile, affinché siano disponibili i relativi mezzi e soprattutto gli<br />

uomini e le donne che assumano tali compiti. Per quanto riguarda il servizio<br />

che le persone svolgono per i sofferenti, occorre innanzitutto la competenza<br />

professionale: i soccorritori devono essere formati in modo da saper fare la<br />

cosa giusta nel modo giusto, assumendo poi l’impegno del proseguimento<br />

della cura. La competenza professionale è una prima fondamentale necessità,<br />

ma da sola non basta. Si tratta, infatti, di esseri umani, e gli esseri umani<br />

necessitano sempre di qualcosa in più di una cura solo tecnicamente corretta.<br />

Hanno bisogno di umanità. Hanno bisogno dell’attenzione del cuore.<br />

Quanti operano nelle istituzioni caritative della Chiesa devono distinguersi<br />

per il fatto che non si limitano ad eseguire in modo abile la cosa conveniente<br />

al momento, ma si dedicano all’altro con le attenzioni suggerite dal cuore,<br />

in modo che questi sperimenti la loro ricchezza di umanità. Perciò, oltre alla<br />

preparazione professionale, a tali operatori è necessaria anche, e soprattutto,<br />

la “formazione del cuore”: occorre condurli a quell’incontro con Dio in<br />

Cristo che susciti in loro l’amore e apra il loro animo all’altro, così che per<br />

loro l’amore del prossimo non sia più un comandamento imposto per così<br />

dire dall’esterno, ma una conseguenza derivante dalla loro fede che diventa<br />

operante nell’amore (cfr Gal 5, 6)» 24 .<br />

Educare alla “speranza che non delude”<br />

47. La speranza cristiana non è un semplice atteggiamento ottimista.<br />

Non consiste nella fuga dalle difficoltà del presente proiettandosi in un<br />

avvenire migliore, bensì nella capacità di rendere presente quell’avvenire<br />

di cui la fede in Cristo risorto ci dà la certezza e di viverlo nell’adesso<br />

24 Benedetto XVI, lettera enciclica Deus caritas est, 25 dicembre 2005, 31: “L’Osservatore<br />

Romano” 26 gennaio 2006.<br />

3


4<br />

della storia. Così compresa, la speranza è sorgente d’iniziativa, perché<br />

spinge colui che spera ad attuare qui e ora, anche se parzialmente, quei<br />

valori che troveranno la loro piena realizzazione nell’era escatologica.<br />

In una realtà in cui la speranza è spesso messa in crisi, la Chiesa è chiamata<br />

ad aprire ed educare a quella speranza umana fatta propria da Cristo<br />

e impiantata dallo Spirito nel profondo dei cuori, cioè all’unica speranza<br />

che non delude (cfr Rm 5, 5), perché risposta piena e definitiva di ogni<br />

attesa di salute e di pienezza di vita. È la speranza che nutre la creazione<br />

intera e la stessa condizione di sofferenza e di limite umano, nella certezza<br />

che «le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla<br />

gloria futura che sarà rivelata in noi» (Rm 8, 18), senza dimenticare che<br />

essa è sorretta dalla fede e dalla carità, e a sua volta le nutre 25 .<br />

III. LA PASTORALE DELLA SALUTE<br />

NELLA COMUNITÀ<br />

48. La presenza e l’azione della Chiesa nel mondo della salute trovano<br />

la loro realizzazione concreta nelle comunità particolari in cui si<br />

articola la sua presenza. È al loro interno che i fedeli sono chiamati a<br />

porre attenzione alle situazioni di sofferenza presenti nel territorio e a<br />

conoscere le molteplici strutture che, in esso, promuovono la salute e<br />

attuano la cura dei malati 26 .<br />

La panoramica attuale <strong>delle</strong> strutture sanitarie sul territorio italiano è<br />

costituita dall’Azienda sanitaria locale, articolata in Distretti socio-sanitari,<br />

Aziende ospedaliere, Case di cura, Istituti di riabilitazione, Servizi<br />

socio-sanitari, Istituti di ricovero e cura di carattere scientifico.<br />

Visita al mondo della salute<br />

49. La prima attenzione della cura pastorale nelle comunità cristiane<br />

è la visita al mondo della salute.<br />

25 Cfr Ibid., 39.<br />

26 Cfr Consulta Nazionale della CEI per la pastorale della sanità, La pastorale della<br />

salute nella Chiesa italiana. Linee di pastorale sanitaria, 23-24: “Notiziario della Conferenza<br />

Episcopale Italiana” 1989, 102-103.


Si tratta in primo luogo di conoscere la reale situazione della sanità<br />

del proprio ambito territoriale, consolidando e intensificando le attività<br />

che già si attuano mediante la visita ai malati nelle strutture sanitarie o<br />

a domicilio da parte dei sacerdoti e dei religiosi, l’attività dei ministri<br />

straordinari della Comunione, l’azione dei volontari <strong>delle</strong> associazioni,<br />

il conforto e il sostegno ai familiari dei malati.<br />

Nel suo significato globale, la visita implica anche la presa di coscienza<br />

di tutti i problemi connessi con la salute e la malattia, come la<br />

prevenzione, il valore della vita, l’educazione sanitaria, la partecipazione<br />

alle iniziative promosse dalle istituzioni civili.<br />

Orientamenti pastorali<br />

50. Dalla visita al mondo della salute, sull’esempio di Gesù e nella<br />

tradizione della Chiesa, derivano alcuni importanti orientamenti per<br />

un’efficace azione pastorale.<br />

Comunità sananti<br />

51. Il primo progetto da realizzare è la costruzione di una comunità<br />

guarita e sanante. Gesù, infatti, non solo ha curato e guarito i malati,<br />

ma è stato anche instancabile promotore della salute. Il suo contributo<br />

in quest’area del vivere umano si è rivelato attraverso la sua persona,<br />

il suo insegnamento e le sue azioni. Il suo agire, infatti, è teso non solo<br />

a colmare l’indigenza dell’uomo, vittima dei propri limiti, ma anche a<br />

sostenere la sua tensione verso la pienezza di vita: «Sono venuto perché<br />

abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10, 10).<br />

Ne deriva che nella trasmissione della fede – insegnamento, catechesi,<br />

incontri di studio, ritiri e esercizi spirituali, ecc. – non va solo instillata<br />

l’attenzione a tutte le categorie di malati, ma va anche compiuta<br />

un’azione preventiva, aiutando i giovani a un sano sviluppo umano e<br />

spirituale, accompagnando gli adulti nel superare con equilibrio le crisi<br />

della loro età, offrendo agli anziani risorse che li aiutino a vivere serenamente<br />

la vecchiaia.<br />

Si tratta d’introdurre all’arte della vita interiore, stimolando la capacità<br />

di gestire la propria sessualità, affettività ed emotività, educando al


discernimento del bene e male, al controllo <strong>delle</strong> situazioni, all’apprendimento<br />

della misura dei propri limiti, allo sviluppo di modalità comunicative<br />

e relazionali significative. Tale attività educativa di prevenzione<br />

libera dal mito dell’onnipotenza, difende dalla depressione, induce a trovare<br />

un senso alla vita e favorisce lo stabilirsi di rapporti interpersonali<br />

caratterizzati da collaborazione e fraternità.<br />

La promozione della salute intesa nella sua integralità apre alla comprensione<br />

dei valori della vita, esperienza da amare e rispettare in tutte le<br />

situazioni e i momenti, anche in quelli della vulnerabilità e della morte.<br />

Il malato, lavoratore nella vigna del Signore<br />

52. È, poi, compito importante della comunità ecclesiale la promozione<br />

della persona sofferente. Si tratta di rendere operativa l’affermazione di<br />

Giovanni Paolo II, secondo cui l’uomo sofferente è «soggetto attivo e responsabile<br />

dell’opera di evangelizzazione e di salvezza» 27 . Tale affermazione<br />

implica il riconoscimento del carisma dei sofferenti, dei valori che<br />

essi richiamano, del loro apporto creativo alla Chiesa e al mondo: «anche<br />

gli infermi sono inviati [dal Signore] come lavoratori nella sua vigna» 28 .<br />

A nessuno sfugge quanto sia importante passare da una concezione<br />

che intende il malato come oggetto di cura a una che lo rende soggetto<br />

responsabile della promozione del regno. Tale cambiamento di prospettiva<br />

è realizzata anche dalla nuova sensibilità sociale e civile che ha<br />

trovato un’espressione significativa nelle diverse “carte dei diritti dei<br />

malati”. Uno degli aspetti maggiormente considerati in tali documenti è<br />

costituito dal diritto del malato a essere coinvolto nella propria terapia,<br />

assumendo così un ruolo di responsabilità nel processo di cura che concerne<br />

la sua persona.<br />

Questo cambiamento di accento nella considerazione dell’infermo<br />

«diventa credibile allorquando non risuona semplicemente sulle labbra,<br />

ma passa attraverso la testimonianza della vita, sia di tutti coloro che<br />

curano con amore i malati, gli handicappati e i sofferenti, sia di questi<br />

27 Giovanni Paolo II, esortazione apostolica Christifideles laici, 30 dicembre 1988, 54: AAS<br />

81 (1989), 501.<br />

28 Ibid., 53: AAS 81 (1989), 499.


stessi, resi sempre più coscienti e responsabili del loro posto e del loro<br />

compito nella Chiesa e per la Chiesa» 29 .<br />

La valorizzazione della presenza dei malati, della loro testimonianza<br />

nella Chiesa e dell’apporto specifico che essi possono dare alla salvezza<br />

del mondo, richiede un lavoro di educazione amorosa da realizzarsi non<br />

solo nelle istituzioni sanitarie attraverso un accompagnamento appropriato,<br />

ma anche e in modo tutto speciale nelle comunità parrocchiali.<br />

Una comunità che accoglie e celebra<br />

53. Per questo la comunità parrocchiale deve aprirsi all’accoglienza,<br />

impegnandosi a far sì che il sofferente non sia solo nella prova: gli è vicino<br />

Cristo che perdona, santifica e salva, unitamente alla Chiesa che, con<br />

i gesti della “presenza”, partecipa alla sua situazione di debolezza e prega<br />

con lui. Sono segni della misericordia divina il conforto di una fraterna<br />

presenza, la qualità di una comunicazione sincera, la proposta della<br />

parola di Dio, la preghiera, la grazia dei sacramenti, l’aiuto materiale.<br />

Particolare significato e valore acquista la celebrazione del sacramento<br />

dell’Unzione degli infermi, istituito da Cristo «medico del corpo e dello<br />

spirito» 30 . L’apostolo Giacomo scrive: «Chi è malato, chiami a sé i presbiteri<br />

della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome<br />

del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo<br />

rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati» (Gc 5, 14-15).<br />

«Il sacramento dell’Unzione è il segno che gli infermi non sono soli<br />

nella prova, ma che ad essi è vicino Gesù, che conosce il soffrire, per<br />

dar loro forza ed aiutarli a conservare la fiducia in Dio Padre e ad aver<br />

pazienza verso il loro fragile corpo, destinato alla risurrezione» 31 . Frutto<br />

29 Ibid., 54: AAS 81 (1989), 501. In termini simili si esprime la nota pastorale La pastorale<br />

della salute nella Chiesa italiana. Linee di pastorale sanitaria: «Difficilmente il malato potrà<br />

svolgere il suo ruolo di soggetto attivo nella comunità ecclesiale se non sarà prima “termine dell’amore<br />

e del servizio della Chiesa” (Christifideles laici, 54), trovando in essa appoggio umano,<br />

spirituale e morale» (n. 27): “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 104.<br />

30 Concilio Ecumenico Vaticano II, costituzione Sacrosanctum Concilium, 4 dicembre 1963,<br />

5: AAS 56 (1964), 99. La medesima costituzione conciliare, collocando l’Unzione degli infermi<br />

nella prospettiva di un rito continuato dopo la Penitenza e prima del Viatico (cfr Sacrosanctum<br />

Concilium, 73-75: AAS 56 (1964), 118-119), contribuisce a evidenziarne il carattere specifico<br />

di sacramento dei malati.<br />

31 Conferenza Episcopale Italiana, Documento pastorale dell’Episcopato italiano Evan-


del sacramento, per l’azione dello Spirito, è per il malato il sentirsi sollevato<br />

e rinvigorito, e <strong>insieme</strong> aiutato a dare significato e a vivere con più<br />

serenità la propria condizione.<br />

In questa prospettiva, la comunità cristiana è chiamata a promuovere<br />

la presa di coscienza di questo dono e a collocare la celebrazione del sacramento<br />

all’interno di una proposta pastorale articolata e integrata.<br />

Una sofferenza redenta ed educatrice<br />

54. Di grande importanza è il ricorso a un’autentica teologia della<br />

sofferenza che, evitando di cadere nel dolorismo, sappia comunicare che<br />

anche «gli eventi negativi della vita – non esclusa la malattia, l’handicap,<br />

la morte – sono “realtà redenta” dal Cristo e da lui assunta come<br />

“strumento di redenzione”» 32 . «Il cristiano, infatti, mediante la viva partecipazione<br />

al mistero pasquale di Cristo può trasformare la sua condizione<br />

di sofferente in un momento di grazia per sé e per gli altri fino a<br />

trovare nell’infermità una vocazione ad amare di più, una chiamata a<br />

partecipare all’infinito amore di Dio verso l’umanità» 33 .<br />

Alle numerose e lodevoli iniziative che già esistono a questo riguardo<br />

– come le diverse associazioni di malati – è opportuno che ne vengano<br />

aggiunte altre, come, ad esempio, l’inserzione di malati negli organismi<br />

ecclesiali di partecipazione.<br />

Non si tratta tanto di “programmare” una nuova pastorale, ma di chiedere<br />

il dono di un cuore ricco di Dio e di umanità e di vivere la dinamica<br />

del “dare e ricevere”: dare (tempo, cura, assistenza, ecc.) da parte dei<br />

sani ai malati, e ricevere dai malati quanto sono in grado di donarci.<br />

Una sofferenza condivisa può diventare una forza trasformatrice della<br />

società.<br />

La malattia è “pedagogia” per tutti: fa imparare la riconoscenza a Dio<br />

per i tanti doni ricevuti; spinge a pregare per chi è nella prova, ad apprezzare<br />

il bene nascosto, a ridimensionare i propri problemi; fa ritrovare<br />

gelizzazione e sacramenti della Penitenza e dell’Unzione degli infermi, 142: “Notiziario della<br />

Conferenza Episcopale Italiana” 1974, 159.<br />

32 Consulta Nazionale della CEI per la pastorale della sanità, La pastorale della<br />

salute nella Chiesa italiana. Linee di pastorale sanitaria, 26: “Notiziario della Conferenza<br />

Episcopale Italiana” 1989, 103.<br />

33 Ibid., 26: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 103.


semplicità e umiltà e spinge a una maggiore disponibilità verso gli altri;<br />

invita ad approfondire la domanda sul senso della vita. Frequentando le<br />

persone sofferenti si impara ad ascoltare di più, a incoraggiare, a compiere<br />

anche i servizi più umili per aiutare l’altro, a non fuggire dalla realtà<br />

quotidiana.<br />

Comunione e collaborazione<br />

55. La pastorale della salute esige che si realizzi comunione e collaborazione<br />

tra le varie categorie degli operatori presenti nella comunità.<br />

Ciò è affermato dall’ecclesiologia del concilio Vaticano II e ulteriormente<br />

sviluppato nella riflessione teologica post-conciliare. Secondo<br />

tale prospettiva, la comunione è intesa come una realtà organica, cioè<br />

nella diversità e complementarità dei ruoli: «La comunione ecclesiale si<br />

configura, più precisamente, come comunione organica, analoga a quella<br />

di un corpo vivo e operante: essa, infatti, è caratterizzata dalla compresenza,<br />

dalla diversità e dalla complementarità <strong>delle</strong> vocazioni e condizioni<br />

di vita, dei ministeri, dei carismi e <strong>delle</strong> responsabilità» 34 . Grazie<br />

a questa diversità e complementarità ogni membro si trova in relazione<br />

con tutto il corpo e a esso offre il proprio contributo.<br />

56. La comunione converge nella realizzazione dell’obiettivo comune<br />

a tutto il popolo di Dio: l’evangelizzazione 35 : «Le sfide della missione,<br />

infatti, sono tali da non poter essere efficacemente affrontate senza la collaborazione,<br />

sia nel discernimento che nell’azione, di tutti i membri della<br />

Chiesa. Difficilmente i singoli possiedono la risposta risolutiva: questa<br />

invece può scaturire dal confronto e dal dialogo. In particolare, la comunione<br />

operativa tra i vari carismi non mancherà di assicurare, oltre che un<br />

arricchimento reciproco, una più incisiva efficacia nella missione» 36 .<br />

34 Giovanni Paolo II, esortazione apostolica Christifideles laici, 20: AAS 81 (1989), 425.<br />

35 «Operai della vigna sono tutti i membri del popolo di Dio: i sacerdoti, i religiosi e le religiose,<br />

i fedeli laici, tutti a un tempo oggetto e soggetto della missione di salvezza. Tutti e ciascuno<br />

lavoriamo nell’unica vigna del Signore con carismi e con ministeri diversi e complementari»<br />

(Ibid., 55: AAS 81 [1989], 502).<br />

36 Giovanni Paolo II, esortazione apostolica Vita consecrata, 25 marzo 1996, 74a: AAS 88<br />

(1996), 449-450.


0<br />

È forte il richiamo a educarsi alla comunione e alla collaborazione,<br />

mettendo in questione il proprio modo di vivere e di lavorare per la<br />

promozione del regno di Dio nel mondo della salute.<br />

Coinvolgimento di tutte le categorie del popolo di Dio<br />

57. È compito dei sacerdoti, sia di quelli che operano nelle istituzioni<br />

sanitarie in qualità di cappellani sia dei parroci e dei loro vicari, coinvolgere<br />

nella pastorale della salute i diaconi, i consacrati e le consacrate, i<br />

fedeli laici.<br />

Come già nella Chiesa <strong>delle</strong> origini gli apostoli scelsero i diaconi per<br />

svolgere un «servizio sociale… assolutamente concreto, ma al contempo…<br />

anche un servizio spirituale… che realizza un compito essenziale<br />

della Chiesa, quello dell’amore ben ordinato del prossimo» 37 , così anche<br />

oggi i diaconi sono chiamati a realizzare un ministero di carità rivolto in<br />

modo particolare ai bisognosi, ai malati e ai sofferenti.<br />

Preziosa, poi, è la partecipazione dei consacrati e <strong>delle</strong> consacrate alla<br />

pastorale della salute. Lungo la storia, essi hanno costituito la principale<br />

forma di presenza concreta della Chiesa nell’assistenza agli infermi:<br />

«Molte istituzioni religiose sono sorte con la specifica finalità di promuovere,<br />

organizzare, migliorare ed estendere l’assistenza agli infermi» 38 .<br />

Irrinunciabile, infine, è il contributo che i fedeli laici possono offrire<br />

alla pastorale della salute sia attraverso l’esercizio della loro professione<br />

negli ospedali e nel territorio, sia collaborando ai compiti propri dei ministri<br />

ordinati 39 . Nell’esercizio <strong>delle</strong> attività verso gli infermi che competono<br />

alla comunità ecclesiale, lo spazio dei laici è rilevante: possono<br />

37 Benedetto XVI, lettera enciclica Deus caritas est, 21: “L’Osservatore Romano”, 26 gennaio<br />

2006.<br />

38 Giovanni Paolo II, motu proprio Dolentium hominum, 1: AAS 77 (1985), 457.<br />

39 Cfr Congregazione per il Clero e Altre, Istruzione su alcune questioni circa la collaborazione<br />

dei fedeli laici al ministero dei sacerdoti (15 agosto 1997): «Entro questa vasta area di<br />

concorde operosità, sia specificamente spirituale o religiosa, sia nella consecratio mundi, esiste<br />

un campo speciale, quello che riguarda il sacro ministero del clero, nell’esercizio del quale possono<br />

essere chiamati a coadiuvare i fedeli laici, uomini e donne, e, naturalmente, anche i membri<br />

degli Istituti di vita consacrata e <strong>delle</strong> Società di vita apostolica. A tale ambito si riferisce<br />

il Concilio Ecumenico Vaticano II, laddove insegna: “Infine la gerarchia affida ai laici alcuni<br />

compiti, che sono più intimamente collegati con i doveri dei pastori, come nell’esposizione della<br />

dottrina cristiana, in alcuni atti liturgici, nella cura <strong>delle</strong> anime” (Apostolicam actuositatem,<br />

24)» (Premessa): AAS 89 (1997), 854.


visitare i malati a nome della comunità, portare loro la Santa Comunione,<br />

guidare momenti di preghiera, partecipare attivamente alle celebrazioni<br />

liturgiche.<br />

Il ruolo della donna<br />

58. Una partecipazione più attiva e corresponsabile della donna –<br />

consacrata e laica – alla missione della Chiesa nel mondo sanitario non<br />

solo è auspicabile ma raccomandabile. La sua presenza negli organismi<br />

operanti nelle istituzioni sanitarie e nelle parrocchie offre una risorsa<br />

importante, portando a cambiamenti significativi nel modo di porsi in<br />

relazione con le persone e i problemi del mondo della salute. L’azione<br />

pastorale della Chiesa può essere arricchita dall’integrazione di quelle<br />

caratteristiche che sono tipiche della personalità femminile: la ricettività,<br />

la disponibilità, l’accoglienza, la capacità di ascolto, l’abilità nel<br />

cogliere le situazioni, l’attitudine a farsi carico dei problemi degli altri,<br />

l’inclinazione a offrire il proprio aiuto.<br />

Come ha scritto Giovanni Paolo II: «Nella nostra epoca i successi della<br />

scienza e della tecnica permettono di raggiungere in maniera ancora<br />

sconosciuta un benessere materiale che, favorendo alcuni, conduce altri<br />

all’emarginazione. Questo progresso materiale può comportare anche<br />

una graduale scomparsa della sensibilità dell’uomo, verso ciò che è essenzialmente<br />

umano. In questo senso, soprattutto il nostro tempo aspetta<br />

la manifestazione del genio della donna che assicuri la sensibilità verso<br />

l’uomo in ogni circostanza: per il semplice fatto che è uomo!» 40 .<br />

Progettualità<br />

59. La comunione e la collaborazione non potranno essere efficacemente<br />

promosse senza il passaggio dall’agire improvvisato alla progettualità<br />

e senza un coordinamento intelligente <strong>delle</strong> risorse presenti nella<br />

comunità: i ministri straordinari della Comunione, gli operatori pastora-<br />

40 Giovanni Paolo II, lettera apostolica Mulieris dignitatem, 15 agosto 1988, 30: AAS 80<br />

(1988), 1726.<br />

1


2<br />

li e sanitari, i volontari <strong>delle</strong> diverse associazioni, i familiari dei malati,<br />

i malati stessi.<br />

La programmazione non può restare a livello di alcune decisioni prese<br />

in base alla buona volontà, ma va vista come l’occasione per realizzare<br />

un processo dinamico che unisce riflessione, discernimento e operatività.<br />

Per questo sono necessari luoghi e momenti di confronto e verifica.<br />

Ciò si rende tanto più necessario se si considera che il sistema sanitario<br />

esce progressivamente dagli ambiti <strong>delle</strong> sole strutture ospedaliere<br />

per radicarsi su tutto il territorio, con la conseguenza che un numero<br />

sempre più consistente di malati si trova nelle famiglie, soprattutto nella<br />

fase dell’assistenza e della riabilitazione.<br />

L’organizzazione a diversi livelli<br />

60. Per un coinvolgimento creativo di tutta la comunità ecclesiale<br />

nella pastorale della salute si richiede la presenza di strutture di comunione<br />

operanti a livello nazionale, regionale, diocesano, parrocchiale e<br />

ospedaliero. Alcune di esse sono in funzione da tempo, altre sono sorte<br />

in questi ultimi anni.<br />

A livello nazionale<br />

61. Due sono le strutture di riferimento istituite dalla Conferenza Episcopale<br />

Italiana: l’Ufficio Nazionale e la Consulta Nazionale per la pastorale<br />

della sanità.<br />

L’Ufficio Nazionale è la struttura che anima la pastorale della salute<br />

su tutto il territorio nazionale. Suoi compiti specifici sono:<br />

− promuovere in tutte le diocesi la costituzione di un ufficio analogo,<br />

così da programmare un’adeguata pastorale nei suoi compiti fondamentali<br />

(evangelizzazione, celebrazione dei sacramenti, servizio della<br />

carità);<br />

− favorire la collaborazione <strong>delle</strong> diverse realtà sanitarie di ispirazione<br />

cristiana (associazioni professionali, organismi di volontariato, istituzioni<br />

sanitarie cattoliche, ecc.) presenti sul territorio nazionale;<br />

− seguire l’evoluzione della legislazione sanitaria per elaborare orientamenti<br />

pastorali adeguati;


− promuovere lo studio e l’approfondimento dei problemi inerenti la<br />

pastorale della salute, con particolare attenzione a quelli etici.<br />

La Consulta Nazionale, composta dai rappresentanti <strong>delle</strong> principali<br />

realtà cristiane operanti, a livello nazionale, nell’ambito della sanità,<br />

ha come compito specifico la promozione di una pastorale d’<strong>insieme</strong> e<br />

l’offerta di un contributo di riflessione sugli orientamenti generali della<br />

pastorale della salute in Italia 41 .<br />

62. Accanto a queste due strutture, si è costituito il Tavolo nazionale<br />

<strong>delle</strong> istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana, le cui finalità sono:<br />

− stabilire un collegamento permanente tra i soggetti aderenti per il<br />

confronto, la ricerca e l’attuazione di comuni indirizzi etico-antropologici,<br />

anche per favorire l’effettivo perseguimento <strong>delle</strong> finalità<br />

evangeliche per cui le istituzioni sono sorte;<br />

− elaborare proposte di orientamenti pastorali, di iniziative e di interventi<br />

rivolti ai diversi soggetti ecclesiali che operano nell’ambito sanitario;<br />

− promuovere iniziative di formazione mirate all’efficienza, all’efficacia<br />

e all’appropriatezza dei servizi e dei presidi sanitari, assumendo<br />

in via prioritaria l’umanizzazione degli interventi.<br />

È auspicabile che gradualmente vengano costituiti con le stesse finalità<br />

Tavoli <strong>delle</strong> istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana a livello<br />

regionale o interregionale.<br />

A livello regionale<br />

63. La sanità sta assumendo particolare importanza e rilevanza autonoma<br />

nelle singole regioni, per cui s’impone la necessità di istituire<br />

o potenziare la Consulta regionale per la pastorale della salute, diretta<br />

da un responsabile designato dalla Conferenza Episcopale Regionale.<br />

41 Cfr Consulta Nazionale della CEI per la pastorale della sanità, La pastorale della<br />

salute nella Chiesa italiana. Linee di pastorale sanitaria, 66 -70: “Notiziario della Conferenza<br />

Episcopale Italiana” 1989, 112.<br />

3


4<br />

Spetta anche alla Conferenza Episcopale Regionale designare al proprio<br />

interno un vescovo con l’incarico di seguire la pastorale sanitaria.<br />

I compiti specifici della Consulta regionale riguardano in particolare<br />

la promozione di iniziative a carattere formativo, il coordinamento degli<br />

uffici diocesani, l’attenzione agli interventi legislativi, la sensibilizzazione<br />

della popolazione ai problemi sanitari 42 .<br />

A livello diocesano<br />

64. Una pastorale organica nell’ambito diocesano trova il suo punto<br />

di riferimento nella persona del vescovo che esercita il ministero di governo<br />

nella Chiesa particolare mediante organismi e uffici pastorali.<br />

Particolare rilievo per la promozione di una pastorale sanitaria organica<br />

assume l’Ufficio diocesano, cui è bene sia aggiunta una Consulta<br />

diocesana, composta, oltre che dal responsabile dell’Ufficio, da soggetti<br />

attivi nell’azione pastorale: parroci, cappellani, rappresentanti di associazioni<br />

ecclesiali, di associazioni professionali cristiane e del volontariato.<br />

L’Ufficio diocesano per la pastorale della salute ha il compito di studiare<br />

le linee pastorali diocesane nel campo della sanità, di sensibilizzare<br />

le comunità cristiane a tali problemi, di coordinare le iniziative riguardanti<br />

la formazione e l’aggiornamento <strong>delle</strong> persone che operano nel<br />

settore, di seguire i vari progetti locali in materia sanitaria.<br />

Le principali attività della Consulta diocesana sono:<br />

− la sensibilizzazione <strong>delle</strong> comunità ecclesiali, mettendo in rilievo il<br />

fatto che esse costituiscono il soggetto primario della pastorale sanitaria;<br />

− la formazione degli operatori sanitari, con particolare attenzione ai<br />

cappellani, ai medici, agli infermieri e ai volontari. L’attività formativa<br />

può avvenire attraverso l’apporto e la collaborazione <strong>delle</strong> associazioni<br />

professionali e di volontariato. Pur lasciando a ogni associazione<br />

la realizzazione dei propri specifici programmi, è opportuno<br />

fissare alcune iniziative annuali da svolgere <strong>insieme</strong>;<br />

− la promozione di iniziative finalizzate a migliorare l’assistenza ai<br />

malati, con particolare attenzione alle persone sole, emarginate, con<br />

42 Cfr Ibid., 74: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 112-113.


patologie che richiedono cure particolari, come i malati oncologici,<br />

gli anziani non autosufficienti, le persone affette da AIDS e i malati<br />

psichiatrici.<br />

A livello parrocchiale<br />

65. La continua evoluzione della sanità, sempre più articolata sul territorio,<br />

interpella le comunità parrocchiali, chiamate a farsi carico della<br />

cura e assistenza dei malati, dell’educazione dei fedeli ai valori cristiani<br />

della vita e della loro sensibilizzazione ai problemi della salute, della<br />

sofferenza e della morte 43 .<br />

È compito soprattutto del parroco promuovere nel tessuto vitale della<br />

comunità lo spirito della diaconia evangelica verso i sofferenti e l’impegno<br />

per la promozione della salute. Nelle catechesi – soprattutto nei<br />

tempi forti dell’anno liturgico o in occasioni particolari, come la Giornata<br />

mondiale del malato – devono essere trattate le tematiche relative<br />

alla sofferenza e alla salute, al vivere e al morire. È importante, infatti,<br />

che i fedeli siano sensibilizzati su questi grandi temi prima ancora di<br />

farne esperienza diretta nel periodo della malattia o nella vicinanza della<br />

morte. Attraverso i sacramenti di guarigione – celebrati individualmente<br />

e comunitariamente – egli rende presente l’azione del Signore verso coloro<br />

che soffrono.<br />

Strettamente legato alla celebrazione dell’Eucaristia è il servizio dei<br />

ministri straordinari della Comunione. Si tratta di una ministerialità da<br />

promuovere e da valorizzare come segno di una comunità che si fa vicina<br />

al malato e lo ha presente nel cuore della celebrazione eucaristica,<br />

come membro del corpo di Cristo, a cui va offerta la cura più grande. In<br />

questa luce, è significativo che i ministri nel giorno del Signore vengano<br />

inviati a portare la Comunione ai malati dall’assemblea stessa radunata<br />

per la celebrazione.<br />

43 «Nell’attenzione ai problemi del mondo della salute e nella cura ammirevole verso i malati,<br />

la comunità ecclesiale è coinvolta in tutte le sue componenti» (Consulta Nazionale della<br />

CEI per la pastorale della sanità, La pastorale della salute nella Chiesa italiana. Linee<br />

di pastorale sanitaria, 23: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 103). «L’assistenza<br />

amorevole agli ammalati raggiungerà più efficacemente il suo scopo, se si eviteranno<br />

facili deleghe a pochi individui o gruppi e se si organizzeranno sapientemente interventi della<br />

comunità» (Ibid., 24: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 103).


Prezioso è il dono che si può offrire ai malati e ai loro familiari attraverso<br />

la visita sia a domicilio che nelle strutture ospedaliere presenti<br />

nell’ambito della parrocchia. La visita ai malati e ai familiari, fatta a nome<br />

della comunità, è sorgente di fraternità e di gioia, li fa sentire membri<br />

attivi della comunità ed è segno della vicinanza e dell’accoglienza di<br />

Dio. I visitatori possono farsi carico in maniera efficace <strong>delle</strong> sofferenze<br />

dei malati e dei loro congiunti, identificarne i bisogni più immediati,<br />

mediarne le esigenze.<br />

L’azione in favore dei malati trae grande giovamento dalla presenza<br />

di adeguati collegamenti tra la cappellania ospedaliera, il consiglio pastorale<br />

ospedaliero e la parrocchia.<br />

Un contributo efficace all’assistenza dei malati è offerta dal volontariato,<br />

che va promosso, sostenuto e formato 44 .<br />

A livello ospedaliero e di presidi socio-sanitari<br />

66. L’ospedale rimane ancora luogo privilegiato di evangelizzazione<br />

che favorisce l’incontro dell’uomo malato con Dio. Figura centrale<br />

dell’animazione pastorale nelle istituzioni sanitarie è il cappellano,<br />

chiamato a «farsi centro e propulsore di un’azione tesa a risvegliare e<br />

sintonizzare tutte le forze cristiane presenti nell’ospedale, anche quelle<br />

potenziali e latenti» 45 .<br />

L’azione del cappellano o assistente spirituale trova sostegno nella cappellania<br />

e nel consiglio pastorale ospedaliero 46 , organismi necessari per una<br />

partecipazione attiva di tutta la comunità ospedaliera ai progetti pastorali.<br />

La cappellania permette di valorizzare la partecipazione e la collaborazione<br />

di diaconi, consacrati e consacrati e laici, accanto alla figura<br />

irrinunciabile del sacerdote. Questa varietà di presenze e di carismi contribuisce<br />

a favorire uno svolgimento più articolato dei diversi compiti<br />

pastorali, dando spazio non solo alla celebrazione dei sacramenti ma anche<br />

ad altre attività di evangelizzazione e servizio.<br />

44 Cfr Consulta Nazionale della CEI per la pastorale della sanità, La pastorale della<br />

salute nella Chiesa italiana. Linee di pastorale sanitaria, 59-64: “Notiziario della Conferenza<br />

Episcopale Italiana” 1989, 110-111.<br />

45 Ibid., 41: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 106.<br />

46 Ibid., 79-81: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 113-114.


Alcune attenzioni particolari<br />

67. Nella programmazione della pastorale sanitaria, è bene che le comunità<br />

cristiane abbiano presenti alcune priorità:<br />

a. Far riscoprire ai fedeli la loro vocazione missionaria, attraverso<br />

la presa di coscienza del Battesimo come partecipazione all’ufficio sacerdotale,<br />

profetico e regale di Cristo. Il ministero di cura, di accompagnamento<br />

e di compassione verso i malati è una conseguenza di tale<br />

vocazione costitutiva.<br />

b. Promuovere una formazione adeguata degli operatori pastorali.<br />

Per essere lievito e fermento nel mondo della salute, i cristiani vanno<br />

resi idonei a svolgere con amore e competenza il loro apostolato, utilizzando<br />

le risorse formative offerte dagli istituti di pastorale sanitaria 47 . La<br />

formazione non può limitarsi a rimediare all’ignoranza cognitiva, ma<br />

deve puntare a far maturare atteggiamenti che tocchino tutte le dimensioni<br />

della persona. L’operatore pastorale, infatti, è chiamato a crescere<br />

non solo a livello del sapere, ma anche a quelli del saper essere e del<br />

saper fare. Ne deriva che, nel processo formativo, spiritualità e professionalità<br />

vanno perseguiti con uguale attenzione e intensità. All’azione<br />

dell’operatore pastorale può essere applicato quanto affermato da Paolo<br />

VI a proposito dell’evangelizzazione: «L’evangelizzazione non sarà mai<br />

possibile senza l’azione dello Spirito Santo… Le tecniche dell’evangelizzazione<br />

sono buone, ma neppure le più perfette tra di esse potrebbero<br />

sostituire l’azione discreta dello Spirito. Anche la preparazione più raffinata<br />

dell’evangelizzatore non opera senza di lui. Senza di lui la dialettica<br />

più convincente è impotente sullo spirito degli uomini. Senza di lui i<br />

più elevati schemi a base sociologica e psicologica si rivelano vuoti e<br />

privi di valore. Si può dire che lo Spirito Santo è l’agente principale dell’evangelizzazione»<br />

48 .<br />

c. Promuovere un coordinamento efficace <strong>delle</strong> associazioni che<br />

operano nel settore sanitario e socio-sanitario, presenti sul territorio.<br />

Si tratterà di cercare nuovi modi di esprimere la comunione ecclesiale,<br />

lasciandosi guidare dal comandamento evangelico dell’amore e crescendo<br />

nell’esperienza e nella testimonianza della solidarietà e della<br />

47 Tra i Centri di formazione pastorale ricordiamo l’Istituto Internazionale di Teologia Pastorale<br />

Sanitaria “Camillianum” di Roma, che offre programmi accademici.<br />

48 Paolo VI, esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, 75: AAS 68 (1976), 64-66.


condivisione. È importante che nelle associazioni maturi la consapevolezza<br />

che ogni iniziativa a favore dei malati e dei sofferenti, come pure<br />

ogni presenza nella società, è fatta non a titolo personale o di gruppo,<br />

ma a nome dell’intera comunità cristiana.<br />

d. Valorizzare la Giornata mondiale del malato, come occasione formativa<br />

della comunità. Le finalità della giornata sono molteplici 49 : esse<br />

vanno conosciute, approfondite e attualizzate con progressività e con<br />

perseveranza, avvalendosi <strong>delle</strong> tematiche annuali proposte dall’Ufficio<br />

Nazionale per la pastorale della sanità. Tale Giornata deve fare un salto<br />

di qualità, sviluppando, oltre che la dimensione cultuale, già diffusa e<br />

sentita nelle parrocchie, anche quella culturale. Ciò comporta che accanto<br />

alle celebrazioni liturgiche siano promosse iniziative (quali convegni<br />

o conferenze) in ambito parrocchiale, vicariale, zonale e diocesano, con<br />

lo scopo di far riflettere sul valore della salute, sul senso della sofferenza,<br />

sull’impegno della cura dei malati, su problematiche etiche, sanitarie<br />

e organizzative, coinvolgendo anche le autorità civili.<br />

e. Favorire il sorgere o potenziare, se già esistono, microstrutture o<br />

concrete iniziative che mirino a realizzare luoghi di assistenza e accoglienza<br />

per gli anziani, i malati in fase terminale, i disabili, i bisognosi di<br />

cura, e a offrire ospitalità ai familiari dei malati ricoverati.<br />

CONCLUSIONE<br />

68. Il cammino percorso in Italia dalla pastorale della salute dopo il<br />

concilio Vaticano II è stato notevole. È cresciuta la sensibilità ecclesiale<br />

verso i problemi della sanità, portando a un coinvolgimento più efficace<br />

di tutti i membri della comunità nel servizio a chi soffre e nelle iniziative<br />

volte alla promozione della salute. La letteratura in questo settore ha<br />

49 Cfr Lettera di Giovanni Paolo II al Card. F. Angelini del 13 maggio 1992. In tale testo si afferma<br />

che la Giornata mondiale del malato ha «lo scopo manifesto di sensibilizzare il popolo<br />

di Dio e, di conseguenza, le molteplici istituzioni sanitarie cattoliche e la stessa società civile,<br />

alla necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi; di aiutare chi è ammalato a valorizzare<br />

sul piano umano e soprattutto su quello soprannaturale, la sofferenza; a coinvolgersi<br />

in maniera particolare le diocesi, le comunità cristiane, le Famiglie religiose nella pastorale<br />

sanitaria; a favorire l’impegno sempre più prezioso del volontariato; a richiamare l’importanza<br />

della formazione spirituale e morale degli operatori sanitari e, infine, a far meglio comprendere<br />

l’importanza dell’assistenza religiosa agli infermi da parte dei sacerdoti diocesani e regolari,<br />

nonché di quanti vivono ed operano accanto a chi soffre».


conosciuto un significativo sviluppo e si sono moltiplicati i centri per la<br />

formazione degli operatori pastorali. Più aperto e costruttivo è divenuto<br />

il dialogo con gli organismi e le istituzioni che a livello sociale e politico<br />

si occupano della cura dei malati e della promozione della salute.<br />

Le mete raggiunte costituiscono uno stimolo a mantenere costante la<br />

volontà di compiere ulteriori passi, rinvigorendo lo slancio spirituale e<br />

apostolico e affinando metodi e strategie pastorali, tenendo sempre fisso<br />

lo sguardo su Gesù Cristo, Buon Samaritano, nella consapevolezza che<br />

l’impegno nella promozione della salute e nella cura amorevole dei malati<br />

contribuisce efficacemente alla realizzazione del regno di Dio.<br />

69. Nell’affrontare le sfide poste dal mondo sanitario, la comunità<br />

cristiana, impegnata nel servizio a chi soffre, guarda alla Vergine Maria,<br />

salute degli infermi, come a un modello da imitare.<br />

Dichiarandosi serva del Signore, Maria ha compreso e dimostrato che<br />

la resa incondizionata alla sovranità di Dio può fornire all’uomo l’alfabeto<br />

primordiale per intendere e realizzare ogni altro servizio umano. La vita<br />

divina, presente in pienezza in lei, ha permeato tutto il suo essere e il suo<br />

operare. Partecipe della condizione dei poveri, esperta nella sofferenza,<br />

Maria è icona dell’attenzione vigile e della compassione verso chi soffre.<br />

Subito dopo essersi dichiarata serva del Signore, è corsa con fretta<br />

premurosa a farsi ancella di Elisabetta. Con sguardo attento ha colto il<br />

disagio degli sposi in Cana di Galilea. Nel suo atteggiamento si esprime<br />

l’amore di Dio, la cui misericordia non conosce limiti (cfr Lc 1, 50). Il<br />

servizio della Vergine Maria trova la manifestazione massima nella partecipazione<br />

alla sofferenza e alla morte del Figlio.<br />

«Assunta alla gloria del cielo, accompagna con materno amore la<br />

Chiesa e la protegge nel cammino verso la patria, fino al giorno glorioso<br />

del Signore» 50 . «Ora risplende sul nostro cammino, segno di consolazione<br />

e di sicura speranza» 51 .<br />

Alla sua intercessione affidiamo l’impegno <strong>delle</strong> nostre Chiese nel<br />

testimoniare quella speranza che, sola, può confortare ogni uomo e ogni<br />

donna provati dalla sofferenza e dalla malattia.<br />

50 Messale Romano, Prefazio III della Beata Vergine Maria.<br />

51 Messale Romano, Prefazio IV della Beata Vergine Maria.


100<br />

Rendiconto,<br />

previsto dall’art. 44 della legge n. 222/1985,<br />

circa l’utilizzo <strong>delle</strong> somme<br />

pervenute all’I.C.S.C. e alla C.E.I.<br />

nell’anno 2005<br />

L’articolo 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222, dispone che la Conferenza<br />

Episcopale Italiana trasmetta annualmente all’autorità statale<br />

competente il rendiconto relativo all’effettiva utilizzazione <strong>delle</strong> somme<br />

di cui agli articoli 46, 47 e 50, terzo comma, della stessa legge e lo pubblichi<br />

sul «Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana», organo<br />

ufficiale della Conferenza medesima.<br />

In adempimento a tale disposizione, si pubblica il rendiconto relativo<br />

all’anno 2005, con alcune annotazioni illustrative, inviato dal Presidente<br />

della CEI, Card. Camillo Ruini, al Ministro dell’Interno, On. Giuliano<br />

Amato, con lettera in data 5 luglio 2006, prot. n. 563/05.<br />

Nell’indicare i singoli dati si segue l’ordine <strong>delle</strong> lettere del comma<br />

secondo dell’art. 44:<br />

* Lettera a) - Numero dei sacerdoti a favore dei quali si è provveduto<br />

nell’anno 2005:<br />

– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore <strong>delle</strong><br />

diocesi n. 35.471<br />

– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore<br />

<strong>delle</strong> diocesi n. 3.024<br />

* Lettera b) - Somma stabilita dalla Conferenza Episcopale Italiana<br />

per il dignitoso sostentamento dei sacerdoti (al netto dei contributi<br />

previdenziali dovuti al Fondo Clero dell’INPS e al lordo <strong>delle</strong> ritenute<br />

fiscali):<br />

– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno:<br />

da un minimo di € 10.732,80 (€ 894,40 mensili x 12 mensilità)<br />

ad un massimo di € 19.989,84 (€ 1.665,82 mensili x 12 mensilità)<br />

– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno:<br />

sacerdoti: € 14.204,16 (€ 1.183,68 mensili x 12 mensilità)<br />

Vescovi emeriti: € 17.229,12 (€ 1.435,76 mensili x 12 mensilità)


* Lettera c) - Ammontare complessivo <strong>delle</strong> somme di cui agli articoli<br />

46 e 47 destinate al sostentamento del clero:<br />

– erogazioni liberali pervenute all’Istituto Centrale per il sostentamento<br />

del clero e deducibili a termini dell’art. 46 € 18.229.151<br />

– importo destinato dalla CEI a valere sull’anticipo dell’8 per mille<br />

IRPEF € 315.000.000<br />

* Lettera d) - Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata l’intera remunerazione:<br />

n. 142<br />

* Lettera e) - Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata un’integrazione:<br />

n. 34.723<br />

* Lettera f) - Ammontare <strong>delle</strong> ritenute fiscali e dei contributi previdenziali<br />

operati ai sensi dell’art. 25:<br />

– ritenute fiscali € 60.854.252<br />

– contributi previdenziali € 27.427.146<br />

* Lettera g) - Interventi finanziari dell’Istituto Centrale a favore dei<br />

singoli Istituti per il sostentamento del clero € 317.438.994<br />

* Lettera h) - Interventi operati per le altre finalità previste dall’art. 48:<br />

1. Esigenze di culto della popolazione<br />

La somma destinata a questa finalità è stata pari a<br />

€ 471.250.000,00.<br />

In particolare, essa è stata così ripartita:<br />

– per l’edilizia di culto: € 200 milioni;<br />

– alle diocesi, per il sostegno <strong>delle</strong> attività di culto e pastorale:<br />

€ 155 milioni;<br />

– per interventi di rilievo nazionale definiti dalla CEI:<br />

€ 49.250.000,00;<br />

– per il “fondo speciale” finalizzato alla promozione della catechesi<br />

e dell’educazione cristiana: € 60 milioni;<br />

– per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause<br />

matrimoniali: € 7 milioni.<br />

101


102<br />

2. Interventi caritativi in Italia e nei paesi del terzo mondo<br />

La somma destinata a questa finalità è stata pari a € 195 milioni.<br />

In particolare, essa è stata così ripartita:<br />

– alle diocesi, per interventi caritativi a favore della collettività<br />

nazionale: € 85 milioni;<br />

– per interventi caritativi di rilievo nazionale definiti dalla CEI:<br />

€ 30 milioni;<br />

– per interventi caritativi a favore di paesi del terzo mondo:<br />

€ 80 milioni.<br />

3. Accantonamento a futura destinazione per le esigenze di culto e<br />

pastorale e per gli interventi caritativi: € 2.865.165,49.<br />

ANNOTAZIONI<br />

L’art. 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222 dispone che “la<br />

Conferenza Episcopale Italiana trasmette annualmente all’autorità statale<br />

competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione <strong>delle</strong><br />

somme di cui agli articoli 46, 47 [e 50, terzo comma]”, e indica gli elementi<br />

che “tale rendiconto deve comunque precisare”.<br />

sostentamento del clero cattolico<br />

1. Quanto al dato di cui alla lettera a) dell’art. 44, comma secondo<br />

Il numero di 38.495 (35.471 + 3.024) individua i sacerdoti inseriti<br />

nel sistema di sostentamento nel corso del 2005, compresi coloro che<br />

tra il 2 gennaio e il 31 dicembre dello stesso anno sono deceduti.<br />

I primi (35.471) sono coloro che hanno avuto titolo ad una remunerazione<br />

per il ministero svolto a tempo pieno in servizio <strong>delle</strong> diocesi<br />

(cfr art. 24); i secondi (3.024) sono coloro a cui si è provveduto a titolo<br />

di previdenza integrativa (cfr art. 27, comma primo), non essendo essi<br />

più in grado di svolgere un servizio a tempo pieno.


2. Quanto ai dati di cui alla lettera b)<br />

L’esistenza di un importo minimo e di un importo massimo di remunerazione<br />

assicurato ai sacerdoti deriva dalle scelte operate nella definizione<br />

del sistema remunerativo.<br />

A ciascun sacerdote spetta un numero X di punti; ogni anno la CEI<br />

determina il valore monetario del singolo punto (per il 2005: € 11,18);<br />

la remunerazione assicurata corrisponde al prodotto del numero dei<br />

punti per il valore del punto.<br />

Il numero dei punti varia in concreto per ciascun sacerdote, perché a<br />

partire da un numero-base uguale per tutti (nel 2005: 80 punti mensili)<br />

sono attribuiti punti ulteriori (fino a un massimo di 149 punti mensili)<br />

al verificarsi di circostanze previste dalla normativa data dalla CEI ai<br />

sensi dell’art. 75 della legge n. 222/1985 e secondo gli indirizzi del can.<br />

281 del codice di diritto canonico (oneri particolari connessi con l’esercizio<br />

di taluni uffici; anzianità nell’esercizio del ministero sacerdotale;<br />

spese per alloggio in mancanza di casa canonica; condizioni di speciale<br />

difficoltà).<br />

3. Quanto ai dati di cui alla lettera c)<br />

Le offerte deducibili previste dall’art. 46, destinate al sostentamento<br />

del clero cattolico nel 2005, sono state pari a € 18.229.151.<br />

Si tratta dell’importo complessivo <strong>delle</strong> erogazioni liberali versate<br />

nel corso del 2004 dai donanti sui conti correnti postale e bancari dell’Istituto<br />

Centrale oppure presso gli Istituti diocesani per il sostentamento<br />

del clero all’uopo delegati, del quale l’Istituto Centrale ha avuto<br />

conoscenza esauriente soltanto dopo la chiusura dell’esercizio 2004,<br />

al ricevimento <strong>delle</strong> rendicontazioni degli enti collettori; conseguentemente<br />

detto importo è stato destinato al sostentamento del clero nell’esercizio<br />

successivo (2005).<br />

La somma di € 315.000.000,00 corrisponde all’importo trasmesso<br />

dalla CEI all’Istituto Centrale prelevandolo dal versamento complessivo<br />

di € 984.115.165,49 effettuato dallo Stato nell’anno 2005 ai sensi<br />

dell’ultimo comma dell’art. 47.<br />

103


104<br />

4. Quanto ai dati di cui alle lettere d) ed e)<br />

Come è noto, il sistema di sostentamento del clero cattolico è impostato<br />

secondo i seguenti criteri:<br />

A. I sacerdoti che svolgono servizio in favore della diocesi “comunicano<br />

annualmente all’Istituto diocesano per il sostentamento del clero:<br />

a) la remunerazione che, secondo le norme stabilite dal Vescovo<br />

diocesano, sentito il Consiglio presbiterale, ricevono dagli enti<br />

ecclesiastici presso i quali esercitano il ministero;<br />

b) gli stipendi eventualmente ad essi corrisposti da altri soggetti”<br />

(art. 33).<br />

B. “L’Istituto verifica, per ciascun sacerdote, i dati ricevuti a norma dell’art.<br />

33. Qualora la somma dei proventi di cui al medesimo articolo<br />

non raggiunga la misura determinata dalla Conferenza Episcopale<br />

Italiana a norma dell’articolo 24, primo comma, l’Istituto stabilisce<br />

l’integrazione spettante, dandone comunicazione all’interessato”<br />

(art. 34, comma primo).<br />

C. “Gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero provvedono all’integrazione<br />

di cui all’art. 34 con i redditi del loro patrimonio.<br />

Qualora tali redditi risultino insufficienti, gli Istituti richiedono all’Istituto<br />

Centrale la somma residua necessaria ad assicurare ad ogni<br />

sacerdote la remunerazione nella misura stabilita” (art. 35, commi<br />

primo e secondo).<br />

In pratica possono dunque verificarsi tre situazioni:<br />

– Taluni sacerdoti non ricevono alcuna remunerazione dall’ente ecclesiastico,<br />

perché questo è impossibilitato a intervenire in loro favore<br />

per mancanza totale di mezzi; se il sacerdote non ha altre entrate<br />

computabili, gli si deve l’intera remunerazione.<br />

I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 142.<br />

– Altri sacerdoti ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o<br />

godono di altre entrate computabili; se con queste risorse non raggiungono<br />

la misura di remunerazione loro attribuita (cfr quanto annotato<br />

più sopra alla lettera B) hanno diritto di ricevere una integrazione<br />

fino alla concorrenza di tale misura.<br />

I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 34.723.


– Altri sacerdoti, infine, che ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici<br />

o godono di altre entrate computabili, raggiungono con questi<br />

apporti, o addirittura superano, la misura di remunerazione loro attribuita;<br />

in questo caso non è dovuta loro alcuna integrazione.<br />

I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 3.630.<br />

5. Quanto al dato di cui alla lettera f)<br />

A proposito <strong>delle</strong> ritenute fiscali è opportuno ricordare che si tratta di<br />

quelle operate dall’Istituto Centrale su due possibili componenti della<br />

remunerazione dei sacerdoti:<br />

– la remunerazione ricevuta da enti ecclesiastici;<br />

– la remunerazione totale o l’integrazione ricevuta dagli Istituti per il<br />

sostentamento del clero.<br />

È da sottolineare, peraltro, che il carico fiscale complessivo che è<br />

gravato sui sacerdoti nel 2005 è maggiore dell’importo indicato: quando,<br />

per esempio, a comporre la remunerazione attribuita al sacerdote<br />

concorre uno stipendio (insegnamento della religione cattolica nelle<br />

scuole, assistenza spirituale negli ospedali o nelle carceri, ecc.) le ritenute<br />

sul medesimo sono operate direttamente dallo Stato. È noto inoltre<br />

che lo Stato effettua le ritenute sulle pensioni di cui eventualmente i<br />

sacerdoti godono.<br />

A proposito dei contributi previdenziali si precisa che si tratta di<br />

quelli dovuti, ai sensi della legge 22 dicembre 1973, n. 903, per il fondo<br />

speciale clero costituito presso l’INPS, l’iscrizione al quale è obbligatoria<br />

per ogni sacerdote secolare avente cittadinanza italiana e per ogni<br />

sacerdote non avente cittadinanza italiana, ma presente sul territorio<br />

italiano al servizio di diocesi italiane.<br />

6. Quanto alla lettera g)<br />

Se si confrontano i dati relativi al primo e terzo comma del precedente<br />

punto 3 <strong>delle</strong> presenti Annotazioni (€ 333.229.151) e la somma erogata<br />

dall’Istituto Centrale ai singoli Istituti diocesani per il sostentamento<br />

del clero (€ 317.438.994) – utilizzata per la corresponsione ai sacerdoti<br />

10


10<br />

<strong>delle</strong> integrazioni e degli assegni di previdenza, per il versamento dei<br />

contributi previdenziali al Fondo Clero dell’INPS, per il pagamento del<br />

premio di una polizza sanitaria integrativa in favore del Clero – si constata<br />

la differenza positiva di € 15.790.157. Tale somma sarà utilizzata<br />

per le esigenze del sostentamento del clero dell’anno successivo.<br />

7. Quanto alla lettera h)<br />

1. esigenze di culto della popolazione<br />

A) Una quota di € 200 milioni è stata destinata all’“edilizia di culto”.<br />

In seguito all’esito dei lavori della Commissione Paritetica istituita<br />

ai sensi dell’articolo 49 della legge 20 maggio 1985, n. 222, per la<br />

verifica del triennio 2002-2004, sono stati riuniti in questa voce i<br />

fondi destinati alla costruzione di edifici di culto cattolico e <strong>delle</strong><br />

pertinenti opere parrocchiali (€ 130 milioni) e quelli destinati alla<br />

tutela e al restauro dei beni culturali ecclesiastici (€ 70 milioni). Il<br />

primo ambito di intervento (nuova edilizia di culto) è finalizzato a<br />

rispondere alle esigenze di mobilità della popolazione sul territorio<br />

nazionale, con particolare riferimento agli insediamenti abitativi<br />

nelle periferie urbane, e a dotare le comunità parrocchiali di adeguate<br />

infrastrutture (per es. case canoniche, locali per la catechesi<br />

e la pastorale giovanile). Il secondo tipo di intervento è finalizzato<br />

primariamente al restauro e al consolidamento statico di edifici di<br />

culto di interesse storico-artistico e <strong>delle</strong> loro pertinenze; in secondo<br />

luogo alla conservazione e consultazione di archivi e biblioteche<br />

diocesani e alla promozione di musei diocesani o di interesse diocesano,<br />

all’inventariazione informatizzata dei beni artistici e storici di<br />

proprietà di enti ecclesiastici, all’installazione di impianti di sicurezza<br />

per gli edifici di culto e le loro dotazioni storico-artistiche, al<br />

restauro di organi a canne.<br />

B) Una quota di € 155 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane,<br />

per il sostegno <strong>delle</strong> attività di culto e di pastorale.<br />

La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i<br />

seguenti criteri: una quota base (€ 349.939,32) eguale per ciascuna<br />

diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila


abitanti: € 116.646,44), una quota variabile a seconda del numero<br />

degli abitanti (€ 1,3029 per abitante).<br />

L’individuazione <strong>delle</strong> finalità di culto e di pastorale alle quali destinare<br />

la somma ricevuta è stata fatta in un’apposita circolare inviata<br />

dalla CEI ai Vescovi diocesani, tenendo come punto di riferimento<br />

la descrizione <strong>delle</strong> attività di religione e di culto contenuta nell’art.<br />

16, lett. a) della legge n. 222/1985: attività dirette all’esercizio del<br />

culto e alla cura <strong>delle</strong> anime, alla formazione del clero e dei religiosi,<br />

a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana.<br />

Agli stessi criteri ci si è attenuti nel fornire ai Vescovi gli schemi<br />

per il rendiconto annuale.<br />

C) Una quota di € 49.250.000,00 è stata destinata a sostegno di attività<br />

di culto e pastorale a rilievo nazionale, individuate in concreto dalla<br />

Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente.<br />

Anche per quest’anno si segnalano, tra gli altri e a titolo esemplificativo,<br />

contributi: a monasteri di clausura femminili che versano<br />

in condizioni di particolare necessità; alle facoltà teologiche, affidate<br />

alla diretta responsabilità dei Vescovi italiani, per le attività di<br />

formazione del clero e dei religiosi; a enti e associazioni operanti<br />

nell’ambito della catechesi, dell’educazione cristiana e per scopi<br />

missionari.<br />

D) Una quota di € 60 milioni è stata destinata per il “fondo speciale”,<br />

costituito presso la CEI, finalizzato alla promozione della catechesi<br />

e dell’educazione cristiana.<br />

E) Una quota di € 7 milioni è stata destinata per l’attività dei Tribunali<br />

ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali.<br />

2.1. interventi caritativi a favore della collettività nazionale<br />

A) Una quota di € 85 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane<br />

per interventi caritativi a favore della collettività nazionale.<br />

La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i<br />

seguenti criteri: una quota base (€ 192.338,57) uguale per ciascuna<br />

10


10<br />

diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti:<br />

€ 64.112,86), una quota variabile a seconda del numero degli<br />

abitanti (€ 0,7153 per abitante).<br />

B) Una quota di € 30 milioni è stata destinata per interventi caritativi<br />

in Italia aventi rilievo nazionale, individuati in concreto dalla<br />

Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente.<br />

Anche per quest’anno si segnalano, tra gli altri e a titolo esemplificativo,<br />

contributi: alla Caritas Italiana che coordina interventi sul<br />

territorio riguardanti i seguenti ambiti: il sostegno alle famiglie particolarmente<br />

disagiate, l’accoglienza dei rifugiati, il recupero <strong>delle</strong><br />

vittime della tratta di esseri umani, iniziative orientate a favorire il<br />

reinserimento lavorativo, sociale e comunitario di detenuti; contributi<br />

a fondazioni ed enti senza scopo di lucro che operano per<br />

l’assistenza ai poveri, agli emarginati e ai profughi, per la prevenzione<br />

dell’usura, per il reinserimento sociale di disoccupati ed ex<br />

tossicodipendenti, per il sostegno di soggetti disabili; contributi ad<br />

associazioni e centri in difesa della vita umana.<br />

2.2. interventi caritativi a favore di paesi del terzo mondo<br />

Nell’anno 2005 una quota di € 80 milioni è stata destinata agli interventi<br />

caritativi a favore del terzo mondo.<br />

Le assegnazioni vengono definite da un apposito Comitato.<br />

Relativamente ai fondi dell’anno 2005 sono pervenuti n. 612 progetti,<br />

di cui quelli finora approvati sono stati 242. Molti progetti sono stati<br />

respinti perché non rientravano negli ambiti previsti dalla legge n.<br />

222/1985, oppure perché la loro realizzazione è stata giudicata meno<br />

urgente o non in linea con il Regolamento indicante il quadro dei criteri<br />

generali di intervento e le priorità contenutistiche e geografiche.<br />

I progetti finanziati promuovono la formazione in molteplici ambiti:<br />

dall’alfabetizzazione alla formazione professionale in campo sanitario,<br />

agricolo-ambientale, economico, cooperativo e <strong>delle</strong> comunicazioni sociali;<br />

non si trascura il sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione<br />

di competenze gestionali, né si tengono in minor considerazione la<br />

formazione universitaria e la promozione della donna. Oltre al sostegno<br />

offerto a questa tipologia di progetti prioritari, si segnalano anche talu-


ni interventi consistenti per emergenze che ricorrentemente insorgono<br />

nelle aree interessate all’azione del Comitato: l’entità degli stanziamenti<br />

varia nel caso di gravi calamità nazionali rispetto a interventi più<br />

mirati per emergenze locali.<br />

Di seguito si elencano taluni progetti, tra quelli maggiormente significativi,<br />

per la cui realizzazione sono stati concessi contributi.<br />

In ambito scolastico: lotta allo sfruttamento dei minori mediante la<br />

formazione di alunni <strong>delle</strong> caste inferiori in India; programma educativo<br />

a favore <strong>delle</strong> popolazioni tribali Gumuz in Etiopia; formazione e<br />

aggiornamento degli insegnanti <strong>delle</strong> scuole primarie nella Repubblica<br />

Democratica del Congo; programma di educazione di base per le popolazioni<br />

rurali più vulnerabili in Cambogia; alfabetizzazione degli adulti<br />

nelle famiglie e nelle comunità fluviali in Nicaragua; formazione degli<br />

educatori in Messico e Cambogia; alfabetizzazione e formazione degli<br />

insegnanti in Angola; sostegno alla formazione di ragazze disagiate in<br />

Colombia.<br />

In ambito sanitario: formazione in Africa di personale sanitario per la<br />

cura dell’AIDS; tutela dei diritti dei malati psichici e miglioramento dei<br />

servizi di cura <strong>delle</strong> malattie mentali in Albania; rafforzamento del servizio<br />

sanitario rurale, ammodernamento dell’ospedale e programma di<br />

riabilitazione per pazienti affetti dal virus dell’AIDS e della tubercolosi<br />

in India; creazione di un centro di formazione permanente di operatori<br />

sanitari in Guinea Bissau; implementazione del sostegno per l’assistenza<br />

sanitaria mobile a favore <strong>delle</strong> popolazioni tribali Turkana e Metile<br />

in Kenya; acquisto di equipaggiamenti per strutture ospedaliere in India;<br />

avvio di un programma per la protezione della salute in favore della<br />

popolazione del Niger e, con particolare riguardo all’ambito rurale, in<br />

Salvador, India, Malawi, Angola e Burkina Faso.<br />

Nel settore della promozione umana: documentazione e ricerche sull’etnoantropologia<br />

dei Ngambai in Ciad; sostegno alle Chiese locali per<br />

l’acquisto della radio Kairos in Brasile e della Catholic Radio Network<br />

in Papua Nuova Guinea; formazione <strong>delle</strong> risorse umane e acquisto di<br />

equipaggiamenti per la radio Pa’i Puku in Paraguay e in Lesotho; inserimento<br />

sociale e lavorativo di adolescenti a rischio in Bolivia; avvio di<br />

corsi di formazione professionale in informatica, rilegatura, sartoria e<br />

artigianato in India; avvio di programmi di formazione in informatica a<br />

favore di alunni tribali in India; avvio di un istituto linguistico e formazione<br />

alla gestione marketing in Siria; creazione di un centro di preven-<br />

10


110<br />

zione, educazione integrale e formazione al lavoro per madri adolescenti<br />

della strada in Colombia.<br />

Tra le emergenze alle quali è stato possibile dar risposta nel 2005 si<br />

segnala:<br />

Honduras, Guatemala e Salvador (uragano)<br />

e Pakistan (terremoto): € 4.000.000;<br />

Darfur, Niger e Sahel (carestia): € 3.750.000;<br />

India, Indonesia e Sri Lanka (tsunami): € 3.000.000;<br />

India (alluvione): € 1.500.000.<br />

L’intera somma destinata agli interventi caritativi verrà comunque<br />

erogata per i progetti approvati. Si segnala, inoltre, che la somma € 80<br />

milioni destinata nell’anno 2004 è stata interamente erogata per finanziare<br />

465 dei 1.366 progetti presentati.<br />

3. accantonamento a futura destinazione per le esigenze di<br />

culto e pastorale e per gli interventi caritativi<br />

Una quota di € 2.865.165,49 è stata destinata all’“accantonamento”,<br />

costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana nel 2003 in considerazione<br />

dell’eventualità che nei prossimi anni possa ridursi l’entità dei<br />

conguagli <strong>delle</strong> somme alla stessa corrisposte in forza degli articoli 46 e<br />

47 della legge 222/1985. Resta fermo che la predetta quota verrà destinata<br />

per le finalità di culto e pastorale e per gli interventi caritativi negli<br />

anni successivi.


Ripartizione <strong>delle</strong> somme<br />

derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF<br />

per l’anno 2006<br />

La 56 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana ha<br />

approvato la proposta di ripartizione <strong>delle</strong> somme derivanti dall’otto<br />

per mille dell’IRPEF per l’anno 2006 presentata dalla Presidenza della<br />

CEI, dopo aver sentito il Consiglio Episcopale Permanente nella sessione<br />

di marzo 2006.<br />

La determinazione è stata approvata con 183 voti favorevoli su 186<br />

votanti.<br />

determinazione<br />

La 56 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana<br />

– preso atto che, sulla base <strong>delle</strong> informazioni ricevute il 10 gennaio<br />

2006 dal Ministero dell’Economia e <strong>delle</strong> Finanze, la somma relativa<br />

all’8 per mille irpef che lo Stato è tenuto a versare alla CEI nel corso<br />

dell’anno 2006 risulta pari a € 929.942.977,17 (€ 71.048.556,05 a<br />

titolo di conguaglio per l’anno 2003 e € 858.894.421,12 a titolo di<br />

anticipo dell’anno 2006);<br />

– considerate le proposte di ripartizione e assegnazione presentate<br />

dalla Presidenza della CEI;<br />

– visti i paragrafi 1 e 5 della delibera CEI n. 57,<br />

approva<br />

le seguenti determinazioni<br />

1. La somma di € 929.942.977,17, di cui in premessa, è così ripartita e<br />

assegnata:<br />

a) all’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero:<br />

335.932.000,00;<br />

b) per le esigenze di culto e pastorale: 399.010.977,17 di cui:<br />

111


112<br />

– alle diocesi: 155 milioni;<br />

– per l’edilizia di culto: 180 milioni<br />

(di cui 110 milioni destinati alla nuova edilizia di<br />

culto, 7 milioni destinati alla costruzione di case<br />

canoniche nel Sud d’Italia e 63 milioni destinati<br />

alla tutela e al restauro dei beni culturali ecclesiastici);<br />

– al Fondo per la catechesi e l’educazione cristiana:<br />

20.010.977,17;<br />

– ai Tribunali Ecclesiastici Regionali: 7.500.000,00;<br />

– per esigenze di culto e pastorale di rilievo nazionale:<br />

36.500.000,00;<br />

c) per gli interventi caritativi: 195.000.000,00 di cui:<br />

– alle diocesi: 85 milioni;<br />

– per interventi nei Paesi del terzo mondo: 80 milioni;<br />

– per esigenze caritative di rilievo nazionale: 30 milioni.<br />

2. Alle voci “nuova edilizia di culto” e “Fondo per la catechesi e<br />

l’educazione cristiana” è ulteriormente destinata la somma di €<br />

30.000.000,00, prelevandola dall’avanzo di gestione del bilancio<br />

consuntivo della Conferenza Episcopale Italiana per l’anno 2005,<br />

che è così ripartita:<br />

− per la nuova edilizia di culto: 10 milioni;<br />

− per il Fondo per la catechesi e l’educazione cristiana: 20 milioni.<br />

3. Eventuali variazioni in positivo o in negativo della somma di cui in<br />

premessa derivanti dalle comunicazioni definitive dell’Amministrazione<br />

statale competente saranno imputate al “fondo di riserva” costituito<br />

presso la CEI.


Determinazione<br />

concernente l’adeguamento<br />

del valore monetario del punto<br />

per l’anno 2007<br />

Il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 18-20 settembre<br />

2006, ai sensi dell’art. 6 del Testo unico <strong>delle</strong> disposizioni di<br />

attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento del clero che svolge<br />

servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi (in “Notiziario della Conferenza Episcopale<br />

Italiana”, 1991, 152), ha approvato la seguente determinazione<br />

concernente l’adeguamento del valore monetario del punto a decorrere<br />

dal 1° gennaio 2007.<br />

Il Consiglio Episcopale Permanente<br />

– visto l’articolo 2, §§ 1, 2 e 3 della delibera della CEI n. 58 (Testo<br />

unico <strong>delle</strong> disposizioni di attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento<br />

del clero che svolge servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi);<br />

– visto l’art. 6 della medesima delibera,<br />

approva<br />

la seguente determinazione<br />

1. Il valore monetario del punto a decorrere dal 1° gennaio 2007 è<br />

elevato a € 11,82.<br />

113


114<br />

4° CONVEGNO ECCLESIALE<br />

“TESTIMONI DI GESÙ RISORTO,<br />

SPERANZA DEL MONDO”<br />

Verona, 16-20 ottobre 2006<br />

Discorso del Santo Padre Benedetto XVI<br />

ai partecipanti al Convegno, riuniti in Assemblea<br />

19 ottobre 2006<br />

Cari fratelli e sorelle!<br />

Mi rallegro di essere con voi oggi, in questa tanto bella e storica città<br />

di Verona, per prendere parte attivamente al 4° Convegno nazionale<br />

della Chiesa in Italia. Porgo a tutti e a ciascuno il più cordiale saluto nel<br />

Signore. Ringrazio il Cardinale Camillo Ruini, Presidente della Conferenza<br />

Episcopale, e la Dottoressa Giovanna Ghirlanda, rappresentante<br />

della <strong>Diocesi</strong> di Verona, per le gentili parole di accoglienza che mi hanno<br />

rivolto a nome di voi tutti e per le notizie che mi hanno dato sullo<br />

svolgimento del Convegno. Ringrazio il Cardinale Dionigi Tettamanzi,<br />

Presidente del Comitato preparatorio, e quanti hanno lavorato per la sua<br />

realizzazione. Ringrazio di cuore ognuno di voi, che rappresentate qui,<br />

in felice armonia, le varie componenti della Chiesa in Italia: il Vescovo<br />

di Verona, Mons. Flavio Roberto Carraro, che ci ospita, i Vescovi qui<br />

convenuti, i sacerdoti e i diaconi, i religiosi e le religiose, e voi fedeli<br />

laici, uomini e donne, che date voce alle molteplici realtà del laicato cattolico<br />

in Italia.<br />

Questo 4° Convegno nazionale è una nuova tappa del cammino di attuazione<br />

del Vaticano II, che la Chiesa italiana ha intrapreso fin dagli anni<br />

immediatamente successivi al grande Concilio: un cammino di comunione<br />

anzitutto con Dio Padre e con il suo Figlio Gesù Cristo nello Spirito<br />

Santo e quindi di comunione tra noi, nell’unità dell’unico Corpo di Cristo<br />

(cfr 1Gv 1, 3; 1Cor 12, 12-13); un cammino proteso all’evangelizzazione,<br />

per mantenere viva e salda la fede nel popolo italiano; una tenace<br />

testimonianza, dunque, di amore per l’Italia e di operosa sollecitudine per<br />

il bene dei suoi figli. Questo cammino la Chiesa in Italia lo ha percorso in


stretta e costante unione con il Successore di Pietro: mi è grato ricordare<br />

con voi i Servi di Dio Paolo VI, che volle il I Convegno nell’ormai lontano<br />

1976, e Giovanni Paolo II, con i suoi fondamentali interventi – li ricordiamo<br />

tutti – ai Convegni di Loreto e di Palermo, che hanno rafforzato<br />

nella Chiesa italiana la fiducia di poter operare affinché la fede in Gesù<br />

Cristo continui ad offrire, anche agli uomini e alle donne del nostro tempo,<br />

il senso e l’orientamento dell’esistenza ed abbia così “un ruolo-guida<br />

e un’efficacia trainante” nel cammino della Nazione verso il suo futuro<br />

(cfr Discorso al Convegno di Loreto, 11 aprile 1985, n. 7).<br />

Il Signore risorto e la sua Chiesa<br />

Nello stesso spirito sono venuto oggi a Verona, per pregare il Signore<br />

con voi, condividere – sia pure brevemente – il vostro lavoro di queste<br />

giornate e proporvi una mia riflessione su quel che appare davvero<br />

importante per la presenza cristiana in Italia. Avete compiuto una scelta<br />

assai felice ponendo Gesù Cristo risorto al centro dell’attenzione del<br />

Convegno e di tutta la vita e la testimonianza della Chiesa in Italia. La<br />

risurrezione di Cristo è un fatto avvenuto nella storia, di cui gli Apostoli<br />

sono stati testimoni e non certo creatori. Nello stesso tempo essa non è<br />

affatto un semplice ritorno alla nostra vita terrena; è invece la più grande<br />

“mutazione” mai accaduta, il “salto” decisivo verso una dimensione di<br />

vita profondamente nuova, l’ingresso in un ordine decisamente diverso,<br />

che riguarda anzitutto Gesù di Nazareth, ma con Lui anche noi, tutta la<br />

famiglia umana, la storia e l’intero universo: per questo la risurrezione<br />

di Cristo è il centro della predicazione e della testimonianza cristiana,<br />

dall’inizio e fino alla fine dei tempi. Si tratta di un grande mistero, certamente,<br />

il mistero della nostra salvezza, che trova nella risurrezione del<br />

Verbo incarnato il suo compimento e <strong>insieme</strong> l’anticipazione e il pegno<br />

della nostra speranza. Ma la cifra di questo mistero è l’amore e soltanto<br />

nella logica dell’amore esso può essere accostato e in qualche modo<br />

compreso: Gesù Cristo risorge dai morti perché tutto il suo essere è<br />

perfetta e intima unione con Dio, che è l’amore davvero più forte della<br />

morte. Egli era una cosa sola con la Vita indistruttibile e pertanto poteva<br />

donare la propria vita lasciandosi uccidere, ma non poteva soccombere<br />

definitivamente alla morte: in concreto nell’Ultima Cena egli ha anticipato<br />

e accettato per amore la propria morte in croce, trasformandola<br />

11


11<br />

così nel dono di sé, quel dono che ci dà la vita, ci libera e ci salva. La<br />

sua risurrezione è stata dunque come un’esplosione di luce, un’esplosione<br />

dell’amore che scioglie le catene del peccato e della morte. Essa<br />

ha inaugurato una nuova dimensione della vita e della realtà, dalla quale<br />

emerge un mondo nuovo, che penetra continuamente nel nostro mondo,<br />

lo trasforma e lo attira a sé.<br />

Tutto ciò avviene concretamente attraverso la vita e la testimonianza<br />

della Chiesa; anzi, la Chiesa stessa costituisce la primizia di questa trasformazione,<br />

che è opera di Dio e non nostra. Essa giunge a noi mediante<br />

la fede e il sacramento del Battesimo, che è realmente morte e risurrezione,<br />

rinascita, trasformazione in una vita nuova. È ciò che rileva San<br />

Paolo nella Lettera ai Galati: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive<br />

in me” (2, 20). È stata cambiata così la mia identità essenziale, tramite<br />

il Battesimo, e io continuo ad esistere soltanto in questo cambiamento.<br />

Il mio proprio io mi viene tolto e viene inserito in un nuovo soggetto<br />

più grande, nel quale il mio io c’è di nuovo, ma trasformato, purificato,<br />

“aperto” mediante l’inserimento nell’altro, nel quale acquista il suo<br />

nuovo spazio di esistenza. Diventiamo così “uno in Cristo” (Gal 3, 28),<br />

un unico soggetto nuovo, e il nostro io viene liberato dal suo isolamento.<br />

“Io, ma non più io”: è questa la formula dell’esistenza cristiana fondata<br />

nel Battesimo, la formula della risurrezione dentro al tempo, la formula<br />

della “novità” cristiana chiamata a trasformare il mondo. Qui sta la nostra<br />

gioia pasquale. La nostra vocazione e il nostro compito di cristiani<br />

consistono nel cooperare perché giunga a compimento effettivo, nella<br />

realtà quotidiana della nostra vita, ciò che lo Spirito Santo ha intrapreso<br />

in noi col Battesimo: siamo chiamati infatti a divenire donne e uomini<br />

nuovi, per poter essere veri testimoni del Risorto e in tal modo portatori<br />

della gioia e della speranza cristiana nel mondo, in concreto, in quella<br />

comunità di uomini e di donne entro la quale viviamo. E così, da questo<br />

messaggio fondamentale della risurrezione presente in noi e nel nostro<br />

operato quotidiano, vengo al tema del servizio della Chiesa in Italia alla<br />

Nazione, all’Europa e al mondo.<br />

Il servizio della Chiesa in Italia alla Nazione, all’Europa e al mondo<br />

L’Italia di oggi si presenta a noi come un terreno profondamente bisognoso<br />

e al contempo molto favorevole per una tale testimonianza. Pro-


fondamente bisognoso, perché partecipa di quella cultura che predomina<br />

in Occidente e che vorrebbe porsi come universale e autosufficiente,<br />

generando un nuovo costume di vita. Ne deriva una nuova ondata di<br />

illuminismo e di laicismo, per la quale sarebbe razionalmente valido soltanto<br />

ciò che è sperimentabile e calcolabile, mentre sul piano della prassi<br />

la libertà individuale viene eretta a valore fondamentale al quale tutti gli<br />

altri dovrebbero sottostare. Così Dio rimane escluso dalla cultura e dalla<br />

vita pubblica, e la fede in Lui diventa più difficile, anche perché viviamo<br />

in un mondo che si presenta quasi sempre come opera nostra, nel quale,<br />

per così dire, Dio non compare più direttamente, sembra divenuto superfluo<br />

anzi estraneo. In stretto rapporto con tutto questo, ha luogo una<br />

radicale riduzione dell’uomo, considerato un semplice prodotto della<br />

natura, come tale non realmente libero e di per sé suscettibile di essere<br />

trattato come ogni altro animale. Si ha così un autentico capovolgimento<br />

del punto di partenza di questa cultura, che era una rivendicazione della<br />

centralità dell’uomo e della sua libertà. Nella medesima linea, l’etica<br />

viene ricondotta entro i confini del relativismo e dell’utilitarismo, con<br />

l’esclusione di ogni principio morale che sia valido e vincolante per se<br />

stesso. Non è difficile vedere come questo tipo di cultura rappresenti<br />

un taglio radicale e profondo non solo con il cristianesimo ma più in<br />

generale con le tradizioni religiose e morali dell’umanità: non sia quindi<br />

in grado di instaurare un vero dialogo con le altre culture, nelle quali la<br />

dimensione religiosa è fortemente presente, oltre a non poter rispondere<br />

alle domande fondamentali sul senso e sulla direzione della nostra vita.<br />

Perciò questa cultura è contrassegnata da una profonda carenza, ma anche<br />

da un grande e inutilmente nascosto bisogno di speranza.<br />

L’Italia però, come accennavo, costituisce al tempo stesso un terreno<br />

assai favorevole per la testimonianza cristiana. La Chiesa, infatti, qui è<br />

una realtà molto viva, – e lo vediamo! – che conserva una presenza capillare<br />

in mezzo alla gente di ogni età e condizione. Le tradizioni cristiane<br />

sono spesso ancora radicate e continuano a produrre frutti, mentre è in<br />

atto un grande sforzo di evangelizzazione e catechesi, rivolto in particolare<br />

alle nuove generazioni, ma ormai sempre più anche alle famiglie. È<br />

inoltre sentita con crescente chiarezza l’insufficienza di una razionalità<br />

chiusa in se stessa e di un’etica troppo individualista: in concreto, si avverte<br />

la gravità del rischio di staccarsi dalle radici cristiane della nostra<br />

civiltà. Questa sensazione, che è diffusa nel popolo italiano, viene formulata<br />

espressamente e con forza da parte di molti e importanti uomini di<br />

11


11<br />

cultura, anche tra coloro che non condividono o almeno non praticano la<br />

nostra fede. La Chiesa e i cattolici italiani sono dunque chiamati a cogliere<br />

questa grande opportunità, e anzitutto ad esserne consapevoli. Il nostro<br />

atteggiamento non dovrà mai essere, pertanto, quello di un rinunciatario<br />

ripiegamento su noi stessi: occorre invece mantenere vivo e se possibile<br />

incrementare il nostro dinamismo, occorre aprirsi con fiducia a nuovi<br />

rapporti, non trascurare alcuna <strong>delle</strong> energie che possono contribuire alla<br />

crescita culturale e morale dell’Italia. Tocca a noi infatti – non con le nostre<br />

povere risorse, ma con la forza che viene dallo Spirito Santo – dare<br />

risposte positive e convincenti alle attese e agli interrogativi della nostra<br />

gente: se sapremo farlo, la Chiesa in Italia renderà un grande servizio non<br />

solo a questa Nazione, ma anche all’Europa e al mondo, perché è presente<br />

ovunque l’insidia del secolarismo e altrettanto universale è la necessità<br />

di una fede vissuta in rapporto alle sfide del nostro tempo.<br />

Rendere visibile il grande “sì” della fede<br />

Cari fratelli e sorelle, dobbiamo ora domandarci come, e su quali<br />

basi, adempiere un simile compito. In questo Convegno avete ritenuto,<br />

giustamente, che sia indispensabile dare alla testimonianza cristiana<br />

contenuti concreti e praticabili, esaminando come essa possa attuarsi e<br />

svilupparsi in ciascuno di quei grandi ambiti nei quali si articola l’esperienza<br />

umana. Saremo aiutati, così, a non perdere di vista nella nostra<br />

azione pastorale il collegamento tra la fede e la vita quotidiana, tra la<br />

proposta del Vangelo e quelle preoccupazioni e aspirazioni che stanno<br />

più a cuore alla gente. In questi giorni avete riflettuto perciò sulla vita<br />

affettiva e sulla famiglia, sul lavoro e sulla festa, sull’educazione e la<br />

cultura, sulle condizioni di povertà e di malattia, sui doveri e le responsabilità<br />

della vita sociale e politica.<br />

Per parte mia vorrei sottolineare come, attraverso questa multiforme<br />

testimonianza, debba emergere soprattutto quel grande “sì” che in Gesù<br />

Cristo Dio ha detto all’uomo e alla sua vita, all’amore umano, alla nostra<br />

libertà e alla nostra intelligenza; come, pertanto, la fede nel Dio dal volto<br />

umano porti la gioia nel mondo. Il cristianesimo è infatti aperto a tutto ciò<br />

che di giusto, vero e puro vi è nelle culture e nelle civiltà, a ciò che allieta,<br />

consola e fortifica la nostra esistenza. San Paolo nella Lettera ai Filippesi<br />

ha scritto: “Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato,


quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri”<br />

(4, 8). I discepoli di Cristo riconoscono pertanto e accolgono volentieri gli<br />

autentici valori della cultura del nostro tempo, come la conoscenza scientifica<br />

e lo sviluppo tecnologico, i diritti dell’uomo, la libertà religiosa, la<br />

democrazia. Non ignorano e non sottovalutano però quella pericolosa fragilità<br />

della natura umana che è una minaccia per il cammino dell’uomo in<br />

ogni contesto storico; in particolare, non trascurano le tensioni interiori e<br />

le contraddizioni della nostra epoca. Perciò l’opera di evangelizzazione<br />

non è mai un semplice adattarsi alle culture, ma è sempre anche una purificazione,<br />

un taglio coraggioso che diviene maturazione e risanamento,<br />

un’apertura che consente di nascere a quella “creatura nuova” (2Cor 5, 17;<br />

Gal 6, 15) che è il frutto dello Spirito Santo.<br />

Come ho scritto nell’Enciclica Deus caritas est, all’inizio dell’essere<br />

cristiano – e quindi all’origine della nostra testimonianza di credenti<br />

– non c’è una decisione etica o una grande idea, ma l’incontro con la<br />

Persona di Gesù Cristo, “che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò<br />

la direzione decisiva” (n. 1). La fecondità di questo incontro si manifesta,<br />

in maniera peculiare e creativa, anche nell’attuale contesto umano e<br />

culturale, anzitutto in rapporto alla ragione che ha dato vita alle scienze<br />

moderne e alle relative tecnologie. Una caratteristica fondamentale di<br />

queste ultime è infatti l’impiego sistematico degli strumenti della matematica<br />

per poter operare con la natura e mettere al nostro servizio le sue<br />

immense energie. La matematica come tale è una creazione della nostra<br />

intelligenza: la corrispondenza tra le sue strutture e le strutture reali dell’universo<br />

– che è il presupposto di tutti i moderni sviluppi scientifici e<br />

tecnologici, già espressamente formulato da Galileo Galilei con la celebre<br />

affermazione che il libro della natura è scritto in linguaggio matematico<br />

– suscita la nostra ammirazione e pone una grande domanda.<br />

Implica infatti che l’universo stesso sia strutturato in maniera intelligente,<br />

in modo che esista una corrispondenza profonda tra la nostra ragione<br />

soggettiva e la ragione oggettivata nella natura. Diventa allora inevitabile<br />

chiedersi se non debba esservi un’unica intelligenza originaria, che<br />

sia la comune fonte dell’una e dell’altra. Così proprio la riflessione sullo<br />

sviluppo <strong>delle</strong> scienze ci riporta verso il Logos creatore. Viene capovolta<br />

la tendenza a dare il primato all’irrazionale, al caso e alla necessità, a<br />

ricondurre ad esso anche la nostra intelligenza e la nostra libertà. Su queste<br />

basi diventa anche di nuovo possibile allargare gli spazi della nostra<br />

razionalità, riaprirla alle grandi questioni del vero e del bene, coniugare<br />

11


120<br />

tra loro la teologia, la filosofia e le scienze, nel pieno rispetto dei loro<br />

metodi propri e della loro reciproca autonomia, ma anche nella consapevolezza<br />

dell’intrinseca unità che le tiene <strong>insieme</strong>. È questo un compito<br />

che sta davanti a noi, un’avventura affascinante nella quale merita spendersi,<br />

per dare nuovo slancio alla cultura del nostro tempo e per restituire<br />

in essa alla fede cristiana piena cittadinanza. Il “progetto culturale” della<br />

Chiesa in Italia è senza dubbio, a tal fine, un’intuizione felice e un contributo<br />

assai importante.<br />

La persona umana. Ragione, intelligenza, amore<br />

La persona umana non è, d’altra parte, soltanto ragione e intelligenza,<br />

che pur ne sono elementi costitutivi. Porta dentro di sé, iscritto nel più<br />

profondo del suo essere, il bisogno di amore, di essere amata e di amare<br />

a sua volta. Perciò si interroga e spesso si smarrisce di fronte alle durezze<br />

della vita, al male che esiste nel mondo e che appare tanto forte e, al contempo,<br />

radicalmente privo di senso. In particolare nella nostra epoca, nonostante<br />

tutti i progressi compiuti, il male non è affatto vinto; anzi, il suo<br />

potere sembra rafforzarsi e vengono presto smascherati tutti i tentativi di<br />

nasconderlo, come dimostrano sia l’esperienza quotidiana sia le grandi<br />

vicende storiche. Ritorna dunque, insistente, la domanda se nella nostra<br />

vita ci possa essere uno spazio sicuro per l’amore autentico e, in ultima<br />

analisi, se il mondo sia davvero l’opera della sapienza di Dio. Qui, molto<br />

più di ogni ragionamento umano, ci soccorre la novità sconvolgente della<br />

rivelazione biblica: il Creatore del cielo e della terra, l’unico Dio che è<br />

la sorgente di ogni essere, questo unico Logos creatore, questa ragione<br />

creatrice, sa amare personalmente l’uomo, anzi lo ama appassionatamente<br />

e vuole essere a sua volta amato. Questa ragione creatrice, che è nello<br />

stesso tempo amore, dà vita perciò a una storia d’amore con Israele, il<br />

suo popolo, e in questa vicenda, di fronte ai tradimenti del popolo, il suo<br />

amore si mostra ricco di inesauribile fedeltà e misericordia, è l’amore che<br />

perdona al di là di ogni limite. In Gesù Cristo un tale atteggiamento raggiunge<br />

la sua forma estrema, inaudita e drammatica: in Lui infatti Dio si<br />

fa uno di noi, nostro fratello in umanità, e addirittura sacrifica la sua vita<br />

per noi. Nella morte in croce – apparentemente il più grande male della<br />

storia –, si compie dunque “quel volgersi di Dio contro se stesso nel quale<br />

Egli si dona per rialzare l’uomo e salvarlo – amore, questo, nella sua for-


ma più radicale”, nel quale si manifesta cosa significhi che “Dio è amore”<br />

(1Gv 4, 8) e si comprende anche come debba definirsi l’amore autentico<br />

(cfr Enc. Deus caritas est, nn. 9-10 e 12).<br />

Proprio perché ci ama veramente, Dio rispetta e salva la nostra libertà.<br />

Al potere del male e del peccato non oppone un potere più grande, ma<br />

– come ci ha detto il nostro amato Papa Giovanni Paolo II nell’Enciclica<br />

Dives in misericordia e, da ultimo, nel libro Memoria e identità, il suo<br />

vero testamento spirituale – preferisce porre il limite della sua pazienza<br />

e della sua misericordia, quel limite che è, in concreto, la sofferenza del<br />

Figlio di Dio. Così anche la nostra sofferenza è trasformata dal di dentro,<br />

è introdotta nella dimensione dell’amore e racchiude una promessa<br />

di salvezza. Cari fratelli e sorelle, tutto questo Giovanni Paolo II non lo<br />

ha soltanto pensato, e nemmeno soltanto creduto con una fede astratta: lo<br />

ha compreso e vissuto con una fede maturata nella sofferenza. Su questa<br />

strada, come Chiesa, siamo chiamati a seguirlo, nel modo e nella misura<br />

che Dio dispone per ciascuno di noi. La croce ci fa giustamente paura,<br />

come ha provocato paura e angoscia in Gesù Cristo (cfr Mc 14, 33-36):<br />

essa però non è negazione della vita, da cui per essere felici occorra sbarazzarsi.<br />

È invece il “sì” estremo di Dio all’uomo, l’espressione suprema<br />

del suo amore e la scaturigine della vita piena e perfetta: contiene dunque<br />

l’invito più convincente a seguire Cristo sulla via del dono di sé. Qui mi<br />

è caro rivolgere un pensiero di speciale affetto alle membra sofferenti del<br />

corpo del Signore: esse, in Italia come ovunque nel mondo, completano<br />

quello che manca ai patimenti di Cristo nella propria carne (cfr Col 1, 24)<br />

e contribuiscono così nella maniera più efficace alla comune salvezza.<br />

Esse sono i testimoni più convincenti di quella gioia che viene da Dio e<br />

che dona la forza di accettare la croce nell’amore e nella perseveranza.<br />

Sappiamo bene che questa scelta della fede e della sequela di Cristo<br />

non è mai facile: è sempre, invece, contrastata e controversa. La Chiesa<br />

rimane quindi “segno di contraddizione”, sulle orme del suo Maestro<br />

(cfr Lc 2, 34), anche nel nostro tempo. Ma non per questo ci perdiamo<br />

d’animo. Al contrario, dobbiamo essere sempre pronti a dare risposta<br />

(apo-logia) a chiunque ci domandi ragione (logos) della nostra speranza,<br />

come ci invita a fare la prima Lettera di San Pietro (3, 15), che avete<br />

scelto assai opportunamente quale guida biblica per il cammino di questo<br />

Convegno. Dobbiamo rispondere “con dolcezza e rispetto, con una<br />

retta coscienza” (3, 15-16), con quella forza mite che viene dall’unione<br />

con Cristo. Dobbiamo farlo a tutto campo, sul piano del pensiero e del-<br />

121


122<br />

l’azione, dei comportamenti personali e della testimonianza pubblica.<br />

La forte unità che si è realizzata nella Chiesa dei primi secoli tra una<br />

fede amica dell’intelligenza e una prassi di vita caratterizzata dall’amore<br />

reciproco e dall’attenzione premurosa ai poveri e ai sofferenti ha reso<br />

possibile la prima grande espansione missionaria del cristianesimo nel<br />

mondo ellenistico-romano. Così è avvenuto anche in seguito, in diversi<br />

contesti culturali e situazioni storiche. Questa rimane la strada maestra<br />

per l’evangelizzazione: il Signore ci guidi a vivere questa unità tra verità<br />

e amore nelle condizioni proprie del nostro tempo, per l’evangelizzazione<br />

dell’Italia e del mondo di oggi. Vengo così ad un punto importante e<br />

fondamentale, cioè l’educazione.<br />

L’educazione<br />

In concreto, perché l’esperienza della fede e dell’amore cristiano sia<br />

accolta e vissuta e si trasmetta da una generazione all’altra, una questione<br />

fondamentale e decisiva è quella dell’educazione della persona. Occorre<br />

preoccuparsi della formazione della sua intelligenza, senza trascurare<br />

quella della sua libertà e capacità di amare. E per questo è necessario il ricorso<br />

anche all’aiuto della Grazia. Solo in questo modo si potrà contrastare<br />

efficacemente quel rischio per le sorti della famiglia umana che è costituito<br />

dallo squilibrio tra la crescita tanto rapida del nostro potere tecnico<br />

e la crescita ben più faticosa <strong>delle</strong> nostre risorse morali. Un’educazione<br />

vera ha bisogno di risvegliare il coraggio <strong>delle</strong> decisioni definitive, che<br />

oggi vengono considerate un vincolo che mortifica la nostra libertà, ma<br />

in realtà sono indispensabili per crescere e raggiungere qualcosa di grande<br />

nella vita, in particolare per far maturare l’amore in tutta la sua bellezza:<br />

quindi per dare consistenza e significato alla stessa libertà. Da questa<br />

sollecitudine per la persona umana e la sua formazione vengono i nostri<br />

“no” a forme deboli e deviate di amore e alle contraffazioni della libertà,<br />

come anche alla riduzione della ragione soltanto a ciò che è calcolabile<br />

e manipolabile. In verità, questi “no” sono piuttosto dei “sì” all’amore<br />

autentico, alla realtà dell’uomo come è stato creato da Dio. Voglio esprimere<br />

qui tutto il mio apprezzamento per il grande lavoro formativo ed<br />

educativo che le singole Chiese non si stancano di svolgere in Italia, per<br />

la loro attenzione pastorale alle nuove generazioni e alle famiglie: grazie<br />

per questa attenzione! Tra le molteplici forme di questo impegno non


posso non ricordare, in particolare, la scuola cattolica, perché nei suoi<br />

confronti sussistono ancora, in qualche misura, antichi pregiudizi, che<br />

generano ritardi dannosi, e ormai non più giustificabili, nel riconoscerne<br />

la funzione e nel permetterne in concreto l’attività.<br />

Testimonianze di carità<br />

Gesù ci ha detto che tutto ciò che avremo fatto ai suoi fratelli più piccoli<br />

lo avremo fatto a Lui (cfr Mt 25, 40). L’autenticità della nostra adesione<br />

a Cristo si verifica dunque specialmente nell’amore e nella sollecitudine<br />

concreta per i più deboli e i più poveri, per chi si trova in maggior pericolo<br />

e in più grave difficoltà. La Chiesa in Italia ha una grande tradizione di vicinanza,<br />

aiuto e solidarietà verso i bisognosi, gli ammalati, gli emarginati,<br />

che trova la sua espressione più alta in una serie meravigliosa di “Santi<br />

della carità”. Questa tradizione continua anche oggi e si fa carico <strong>delle</strong><br />

molte forme di nuove povertà, morali e materiali, attraverso la Caritas, il<br />

volontariato sociale, l’opera spesso nascosta di tante parrocchie, comunità<br />

religiose, associazioni e gruppi, singole persone mosse dall’amore<br />

di Cristo e dei fratelli. La Chiesa in Italia, inoltre, dà prova di una straordinaria<br />

solidarietà verso le sterminate moltitudini dei poveri della terra.<br />

È quindi quanto mai importante che tutte queste testimonianze di carità<br />

conservino sempre alto e luminoso il loro profilo specifico, nutrendosi<br />

di umiltà e di fiducia nel Signore, mantenendosi libere da suggestioni<br />

ideologiche e da simpatie partitiche, e soprattutto misurando il proprio<br />

sguardo sullo sguardo di Cristo: è importante dunque l’azione pratica ma<br />

conta ancora di più la nostra partecipazione personale ai bisogni e alle<br />

sofferenze del prossimo. Così, cari fratelli e sorelle, la carità della Chiesa<br />

rende visibile l’amore di Dio nel mondo e rende così convincente la nostra<br />

fede nel Dio incarnato, crocifisso e risorto.<br />

Responsabilità civili e politiche dei cattolici<br />

Il vostro Convegno ha giustamente affrontato anche il tema della<br />

cittadinanza, cioè le questioni <strong>delle</strong> responsabilità civili e politiche dei<br />

cattolici. Cristo infatti è venuto per salvare l’uomo reale e concreto, che<br />

vive nella storia e nella comunità, e pertanto il cristianesimo e la Chiesa,<br />

123


124<br />

fin dall’inizio, hanno avuto una dimensione e una valenza anche pubblica.<br />

Come ho scritto nell’Enciclica Deus caritas est (cfr nn. 28-29), sui<br />

rapporti tra religione e politica Gesù Cristo ha portato una novità sostanziale,<br />

che ha aperto il cammino verso un mondo più umano e più libero,<br />

attraverso la distinzione e l’autonomia reciproca tra lo Stato e la Chiesa,<br />

tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio (cfr Mt 22, 21). La stessa libertà<br />

religiosa, che avvertiamo come un valore universale, particolarmente<br />

necessario nel mondo di oggi, ha qui la sua radice storica. La Chiesa,<br />

dunque, non è e non intende essere un agente politico. Nello stesso tempo<br />

ha un interesse profondo per il bene della comunità politica, la cui<br />

anima è la giustizia, e le offre a un duplice livello il suo contributo specifico.<br />

La fede cristiana, infatti, purifica la ragione e l’aiuta ad essere meglio<br />

se stessa: con la sua dottrina sociale pertanto, argomentata a partire<br />

da ciò che è conforme alla natura di ogni essere umano, la Chiesa contribuisce<br />

a far sì che ciò che è giusto possa essere efficacemente riconosciuto<br />

e poi anche realizzato. A tal fine sono chiaramente indispensabili<br />

le energie morali e spirituali che consentano di anteporre le esigenze<br />

della giustizia agli interessi personali, o di una categoria sociale, o anche<br />

di uno Stato: qui di nuovo c’è per la Chiesa uno spazio assai ampio,<br />

per radicare queste energie nelle coscienze, alimentarle e irrobustirle.<br />

Il compito immediato di agire in ambito politico per costruire un giusto<br />

ordine nella società non è dunque della Chiesa come tale, ma dei fedeli<br />

laici, che operano come cittadini sotto propria responsabilità: si tratta di<br />

un compito della più grande importanza, al quale i cristiani laici italiani<br />

sono chiamati a dedicarsi con generosità e con coraggio, illuminati dalla<br />

fede e dal magistero della Chiesa e animati dalla carità di Cristo.<br />

Una speciale attenzione e uno straordinario impegno sono richiesti<br />

oggi da quelle grandi sfide nelle quali vaste porzioni della famiglia umana<br />

sono maggiormente in pericolo: le guerre e il terrorismo, la fame e<br />

la sete, alcune terribili epidemie. Ma occorre anche fronteggiare, con<br />

pari determinazione e chiarezza di intenti, il rischio di scelte politiche<br />

e legislative che contraddicano fondamentali valori e principi antropologici<br />

ed etici radicati nella natura dell’essere umano, in particolare riguardo<br />

alla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento<br />

alla morte naturale, e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio,<br />

evitando di introdurre nell’ordinamento pubblico altre forme di<br />

unione che contribuirebbero a destabilizzarla, oscurando il suo carattere<br />

peculiare e il suo insostituibile ruolo sociale. La testimonianza aperta e


coraggiosa che la Chiesa e i cattolici italiani hanno dato e stanno dando<br />

a questo riguardo sono un servizio prezioso all’Italia, utile e stimolante<br />

anche per molte altre Nazioni. Questo impegno e questa testimonianza<br />

fanno certamente parte di quel grande “sì” che come credenti in Cristo<br />

diciamo all’uomo amato da Dio.<br />

Essere uniti a Cristo<br />

Cari fratelli e sorelle, i compiti e le responsabilità che questo Convegno<br />

Ecclesiale pone in evidenza sono certamente grandi e molteplici.<br />

Siamo stimolati perciò a tenere sempre presente che non siamo soli nel<br />

portarne il peso: ci sosteniamo infatti gli uni gli altri e soprattutto il Signore<br />

stesso guida e sostiene la fragile barca della Chiesa. Ritorniamo<br />

così al punto da cui siamo partiti: decisivo è il nostro essere uniti a Lui, e<br />

quindi tra noi, lo stare con Lui per poter andare nel suo nome (cfr Mc 3,<br />

13-15). La nostra vera forza è dunque nutrirci della sua parola e del suo<br />

corpo, unirci alla sua offerta per noi, come faremo nella Celebrazione<br />

di questo pomeriggio, adorarlo presente nell’Eucaristia: prima di ogni<br />

attività e di ogni nostro programma, infatti, deve esserci l’adorazione,<br />

che ci rende davvero liberi e ci dà i criteri per il nostro agire. Nell’unione<br />

a Cristo ci precede e ci guida la Vergine Maria, tanto amata e venerata in<br />

ogni contrada d’Italia. In Lei incontriamo, pura e non deformata, la vera<br />

essenza della Chiesa e così, attraverso di Lei, impariamo a conoscere e<br />

ad amare il mistero della Chiesa che vive nella storia, ci sentiamo fino in<br />

fondo parte di essa, diventiamo a nostra volta “anime ecclesiali”, impariamo<br />

a resistere a quella “secolarizzazione interna” che insidia la Chiesa<br />

nel nostro tempo, in conseguenza dei processi di secolarizzazione che<br />

hanno profondamente segnato la civiltà europea.<br />

Cari fratelli e sorelle, eleviamo <strong>insieme</strong> al Signore la nostra preghiera,<br />

umile ma piena di fiducia, affinché la comunità cattolica italiana,<br />

inserita nella comunione vivente della Chiesa di ogni luogo e di tutti i<br />

tempi, e strettamente unita intorno ai propri Vescovi, porti con rinnovato<br />

slancio a questa amata Nazione, e in ogni angolo della terra, la gioiosa<br />

testimonianza di Gesù risorto, speranza dell’Italia e del mondo.<br />

* * *<br />

12


12<br />

Omelia<br />

del Santo Padre Benedetto XVI<br />

durante la Santa Messa<br />

nello stadio “Bentegodi” di Verona<br />

19 ottobre<br />

Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio!<br />

Cari fratelli e sorelle!<br />

In questa Celebrazione Eucaristica viviamo il momento centrale del<br />

4° Convegno nazionale della Chiesa in Italia, che si raccoglie quest’oggi<br />

attorno al Successore di Pietro. Il cuore di ogni evento ecclesiale è<br />

l’Eucaristia, nella quale Cristo Signore ci convoca, ci parla, ci nutre e ci<br />

invia. È significativo che il luogo prescelto per questa solenne Liturgia<br />

sia lo stadio di Verona: uno spazio dove abitualmente si celebrano non<br />

riti religiosi, ma manifestazioni sportive, coinvolgendo migliaia di appassionati.<br />

Oggi, questo spazio ospita Gesù risorto, realmente presente<br />

nella sua Parola, nell’assemblea del Popolo di Dio con i suoi Pastori e,<br />

in modo eminente, nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue. Cristo<br />

viene oggi, in questo moderno areopago, per effondere il suo Spirito<br />

sulla Chiesa che è in Italia, perché, ravvivata dal soffio di una nuova<br />

Pentecoste, sappia “comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”,<br />

come propongono gli Orientamenti pastorali della Conferenza Episcopale<br />

Italiana per il decennio 2000-2010.<br />

A voi, venerati Fratelli Vescovi, con i Presbiteri e i Diaconi, a voi,<br />

cari delegati <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> e <strong>delle</strong> aggregazioni laicali, a voi religiose,<br />

religiosi e laici impegnati rivolgo il mio più cordiale saluto, che estendo<br />

a quanti si uniscono a noi mediante la radio e la televisione. Saluto<br />

e abbraccio spiritualmente l’intera Comunità ecclesiale italiana, Corpo<br />

di Cristo vivente. Desidero esprimere in modo speciale il mio apprezzamento<br />

a quanti hanno a lungo faticato per la preparazione e l’organizzazione<br />

di questo Convegno: il Presidente della Conferenza Episcopale<br />

Cardinale Camillo Ruini, il Segretario Generale Mons. Giuseppe Betori<br />

con i collaboratori dei vari uffici; il Cardinale Dionigi Tettamanzi e<br />

gli altri membri del Comitato preparatorio; il Vescovo di Verona, Mons.<br />

Flavio Roberto Carraro, al quale sono grato per le cortesi parole che mi<br />

ha rivolto all’inizio della celebrazione a nome anche di questa amata<br />

comunità veronese che ci accoglie. Un deferente pensiero va anche al


Signor Presidente del Consiglio dei Ministri e alle altre distinte Autorità<br />

presenti; un cordiale ringraziamento infine agli operatori della comunicazione<br />

che seguono i lavori di quest’importante assise della Chiesa in<br />

Italia.<br />

Le Letture bibliche, che poc’anzi sono state proclamate, illuminano il<br />

tema del Convegno: “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”.<br />

La Parola di Dio pone in evidenza la risurrezione di Cristo, evento che<br />

ha rigenerato i credenti a una speranza viva, come si esprime l’apostolo<br />

Pietro all’inizio della sua Prima Lettera. Questo testo ha costituito l’asse<br />

portante dell’itinerario di preparazione a questo grande incontro nazionale.<br />

Quale suo successore, anch’io esclamo con gioia: “Sia benedetto<br />

Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo” (1Pt 1, 3), perché mediante<br />

la risurrezione del suo Figlio ci ha rigenerati e, nella fede, ci ha donato<br />

una speranza invincibile nella vita eterna, così che noi viviamo nel presente<br />

sempre protesi verso la meta, che è l’incontro finale con il nostro<br />

Signore e Salvatore. Forti di questa speranza non abbiamo paura <strong>delle</strong><br />

prove, le quali, per quanto dolorose e pesanti, mai possono intaccare<br />

la gioia profonda che ci deriva dall’essere amati da Dio. Egli, nella sua<br />

provvidente misericordia, ha dato il suo Figlio per noi e noi, pur senza<br />

vederlo, crediamo in Lui e Lo amiamo (cfr 1Pt 1, 3-9). Il suo amore ci<br />

basta.<br />

Dalla forza di questo amore, dalla salda fede nella risurrezione di Gesù<br />

che fonda la speranza, nasce e costantemente si rinnova la nostra testimonianza<br />

cristiana. È lì che si radica il nostro “Credo”, il simbolo di<br />

fede a cui ha attinto la predicazione iniziale e che continua inalterato ad<br />

alimentare il Popolo di Dio. Il contenuto del kerygma dell’annuncio, che<br />

costituisce la sostanza dell’intero messaggio evangelico, è Cristo, il Figlio<br />

di Dio fatto Uomo, morto e risuscitato per noi. La sua risurrezione è<br />

il mistero qualificante del Cristianesimo, il compimento sovrabbondante<br />

di tutte le profezie di salvezza, anche di quella che abbiamo ascoltato<br />

nella prima Lettura, tratta dalla parte finale del Libro del profeta Isaia.<br />

Dal Cristo Risorto, primizia dell’umanità nuova, rigenerata e rigenerante,<br />

è nato in realtà, come predisse il profeta, il popolo dei “poveri” che<br />

hanno aperto il cuore al Vangelo e sono diventati e diventano sempre di<br />

nuovo “querce di giustizia”, “piantagione del Signore per manifestare la<br />

sua gloria”, ricostruttori di rovine, restauratori di città desolate, stimati<br />

da tutti come stirpe benedetta dal Signore (cfr Is 61, 3-4.9). Il mistero<br />

della risurrezione del Figlio di Dio, che, salito al cielo accanto al Padre,<br />

12


12<br />

ha effuso su di noi lo Spirito Santo, ci fa abbracciare con un solo sguardo<br />

Cristo e la Chiesa: il Risorto e i risorti, la Primizia e il campo di Dio, la<br />

Pietra angolare e le pietre vive, per usare un’altra immagine della Prima<br />

Lettera di Pietro (cfr 2, 4-8). Così avvenne all’inizio, con la prima comunità<br />

apostolica, e così deve avvenire anche ora.<br />

Dal giorno della Pentecoste, infatti, la luce del Signore risorto ha trasfigurato<br />

la vita degli Apostoli. Essi ormai avevano la chiara percezione<br />

di non essere semplicemente discepoli di una dottrina nuova ed interessante,<br />

ma testimoni prescelti e responsabili di una rivelazione a cui era<br />

legata la salvezza dei loro contemporanei e di tutte le future generazioni.<br />

La fede pasquale riempiva il loro cuore di un ardore e di uno zelo straordinario,<br />

che li rendeva pronti ad affrontare ogni difficoltà e persino la<br />

morte, ed imprimeva alle loro parole un’irresistibile energia di persuasione.<br />

E così, un manipolo di persone, sprovviste di umane risorse e forti<br />

soltanto della loro fede, affrontò senza paura dure persecuzioni e il martirio.<br />

Scrive l’apostolo Giovanni: “Questa è la vittoria che ha sconfitto<br />

il mondo: la nostra fede” (1Gv 5, 4b). La verità di quest’affermazione<br />

è documentata anche in Italia da quasi due millenni di storia cristiana,<br />

con innumerevoli testimonianze di martiri, di santi e beati, che hanno<br />

lasciato tracce indelebili in ogni angolo della bella Penisola nella quale<br />

viviamo. Alcuni di loro sono stati evocati all’inizio del Convegno e i loro<br />

volti ne accompagnano i lavori.<br />

Noi oggi siamo gli eredi di quei testimoni vittoriosi! Ma proprio da<br />

questa constatazione nasce la domanda: che ne è della nostra fede? In<br />

che misura sappiamo noi oggi comunicarla? La certezza che Cristo è<br />

risorto ci assicura che nessuna forza avversa potrà mai distruggere la<br />

Chiesa. Ci anima anche la consapevolezza che soltanto Cristo può pienamente<br />

soddisfare le attese profonde di ogni cuore umano e rispondere<br />

agli interrogativi più inquietanti sul dolore, l’ingiustizia e il male, sulla<br />

morte e l’aldilà. Dunque, la nostra fede è fondata, ma occorre che questa<br />

fede diventi vita in ciascuno di noi. C’è allora un vasto e capillare sforzo<br />

da compiere perché ogni cristiano si trasformi in “testimone” capace e<br />

pronto ad assumere l’impegno di rendere conto a tutti e sempre della<br />

speranza che lo anima (cfr 1Pt 3, 15). Per questo occorre tornare ad annunciare<br />

con vigore e gioia l’evento della morte e risurrezione di Cristo,<br />

cuore del Cristianesimo, fulcro portante della nostra fede, leva potente<br />

<strong>delle</strong> nostre certezze, vento impetuoso che spazza ogni paura e indecisione,<br />

ogni dubbio e calcolo umano. Solo da Dio può venire il cambiamento


decisivo del mondo. Soltanto a partire dalla Risurrezione si comprende<br />

la vera natura della Chiesa e della sua testimonianza, che non è qualcosa<br />

di staccato dal mistero pasquale, bensì ne è frutto, manifestazione e<br />

attuazione da parte di quanti, ricevendo lo Spirito Santo, sono inviati da<br />

Cristo a proseguire la sua stessa missione (cfr Gv 20, 21-23).<br />

“Testimoni di Gesù Risorto”: questa definizione dei cristiani deriva<br />

direttamente dal brano del Vangelo di Luca oggi proclamato, ma anche<br />

dagli Atti degli Apostoli (cfr At 1, 8.22). Testimoni di Gesù Risorto. Quel<br />

“di” va capito bene! Vuol dire che il testimone è “di” Gesù Risorto, cioè<br />

appartiene a Lui, e proprio in quanto tale può rendergli valida testimonianza,<br />

può parlare di Lui, farLo conoscere, condurre a Lui, trasmettere<br />

la sua presenza. È esattamente il contrario di quello che avviene per l’altra<br />

espressione: “speranza del mondo”. Qui la preposizione “del” non<br />

indica affatto appartenenza, perché Cristo non è del mondo, come pure<br />

i cristiani non devono essere del mondo. La speranza, che è Cristo, è nel<br />

mondo, è per il mondo, ma lo è proprio perché Cristo è Dio, è “il Santo”<br />

(in ebraico Qadosh). Cristo è speranza per il mondo perché è risorto, ed<br />

è risorto perché è Dio. Anche i cristiani possono portare al mondo la speranza,<br />

perché sono di Cristo e di Dio nella misura in cui muoiono con Lui<br />

al peccato e risorgono con Lui alla vita nuova dell’amore, del perdono,<br />

del servizio, della non-violenza. Come dice sant’Agostino: “Hai creduto,<br />

sei stato battezzato: è morta la vita vecchia, è stata uccisa sulla croce,<br />

sepolta nel battesimo. È stata sepolta la vecchia, nella quale malamente<br />

sei vissuto: risorga la nuova” (Sermone Guelf. IX, in M. Pellegrino,<br />

Vox Patrum, 177). Solo se, come Cristo, non sono del mondo, i cristiani<br />

possono essere speranza nel mondo e per il mondo.<br />

Cari fratelli e sorelle, il mio augurio, che sicuramente voi tutti condividete,<br />

è che la Chiesa in Italia possa ripartire da questo Convegno come<br />

sospinta dalla parola del Signore risorto che ripete a tutti e a ciascuno:<br />

siate nel mondo di oggi testimoni della mia passione e della mia risurrezione<br />

(cfr Lc 24, 48). In un mondo che cambia, il Vangelo non muta. La<br />

Buona Notizia resta sempre la stessa: Cristo è morto ed è risorto per la<br />

nostra salvezza! Nel suo nome recate a tutti l’annuncio della conversione<br />

e del perdono dei peccati, ma date voi per primi testimonianza di una vita<br />

convertita e perdonata. Sappiamo bene che questo non è possibile senza<br />

essere “rivestiti di potenza dall’alto” (Lc 24, 49), cioè senza la forza interiore<br />

dello Spirito del Risorto. Per riceverla occorre, come disse Gesù<br />

ai discepoli, non allontanarsi da Gerusalemme, rimanere nella “città”<br />

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130<br />

dove si è consumato il mistero della salvezza, il supremo Atto d’amore<br />

di Dio per l’umanità. Occorre rimanere in preghiera con Maria, la Madre<br />

che Cristo ci ha donato dalla Croce. Per i cristiani, cittadini del mondo,<br />

restare in Gerusalemme non può che significare rimanere nella Chiesa,<br />

la “città di Dio”, dove attingere dai Sacramenti l’“unzione” dello Spirito<br />

Santo. In questi giorni del Convegno Ecclesiale nazionale, la Chiesa che<br />

è in Italia, obbedendo al comando del Signore risorto, si è radunata, ha<br />

rivissuto l’esperienza originaria del Cenacolo, per ricevere nuovamente<br />

il dono dall’Alto. Ora, consacrati dalla sua “unzione”, andate! Portate il<br />

lieto annuncio ai poveri, fasciate le piaghe dei cuori spezzati, proclamate<br />

la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, promulgate<br />

l’anno di misericordia del Signore (cfr Is 61, 1-2). Ricostruite le antiche<br />

rovine, rialzate gli antichi ruderi, restaurate le città desolate (cfr Is 61,<br />

4). Sono tante le situazioni difficili che attendono un intervento risolutore!<br />

Portate nel mondo la speranza di Dio, che è Cristo Signore, il quale è<br />

risorto dai morti, e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.<br />

* * *<br />

Il Signore doni alla Chiesa italiana<br />

umili e coraggiosi testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo<br />

Prolusione<br />

del Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano<br />

e Presidente del Comitato preparatorio<br />

del 4° Convegno Ecclesiale<br />

16 ottobre 2006<br />

«Cristo è Risorto. Questa è la fede della Chiesa. Questa è la speranza<br />

che illumina e sostiene la vita e la testimonianza dei cristiani» (Traccia…,<br />

n. 1).<br />

Carissimi, con questa professione di fede e di speranza il Signore ci<br />

dà la grazia di iniziare la celebrazione di questo 4° Convegno della Chiesa<br />

italiana, di quella Chiesa che voi partecipanti rappresentate nelle sue<br />

226 diocesi e nelle sue molteplici e diverse vocazioni e realtà: una Chiesa<br />

che è presente e viva nel nostro Paese.


Sentiamo particolarmente presenti tra noi S.E. Mons. Cataldo Naro,<br />

uno dei Vice presidenti del Convegno, che il Signore ha improvvisamente<br />

chiamato a godere il frutto maturo e pieno della speranza cristiana, e<br />

S.E. Mons. Giuseppe Betori, il Segretario Generale della CEI: egli ci<br />

offre il più prezioso dei contributi, quello della sua sofferta lontananza.<br />

Mentre esprimiamo gratitudine per il suo qualificato e generoso apporto<br />

dato alla preparazione del Convegno, ci rassicurano le confortati notizie<br />

sul suo rapido e pieno ristabilimento.<br />

Introduzione<br />

Il nostro Convegno prosegue i precedenti di Roma (1976), Loreto<br />

(1985) e Palermo (1995), quali momenti importanti nei quali la Chiesa<br />

in Italia ha ricevuto e vissuto il messaggio di rinnovamento venuto dal<br />

Concilio. Era proprio questa l’intenzione originaria del primo Convegno:<br />

«tradurre il Concilio in italiano».<br />

Ritengo che una simile intuizione debba essere ripresa e riproposta<br />

con forza come criterio anche per questo nostro Convegno: ovviamente<br />

con l’accresciuta ricchezza ecclesiale e nella modificata situazione sociale-culturale-ecclesiale<br />

del periodo successivo, e <strong>insieme</strong> sull’onda di<br />

una preparazione al Convegno ampia e capillare, impegnata e appassionata,<br />

come testimoniano – tra l’altro – le relazioni regionali e diocesane,<br />

i contributi degli organismi nazionali e <strong>delle</strong> aggregazioni ecclesiali e di<br />

ispirazione cristiana, e gli innumerevoli apporti giunti dalle più diverse<br />

parti.<br />

In apertura del Convegno e nello stesso tempo giungendo alle sue<br />

radici, sono sicuro di poter condividere con tutti voi un pensiero, un sentimento,<br />

un’istanza estremamente semplici ma di grande significato. Li<br />

esprimo con una frase che mi è abituale: parliamo non solo “di” speranza,<br />

ma anche e innanzitutto “con” speranza. È la speranza come “stile<br />

virtuoso” – come anima, clima interiore, spirito profondo – prima ancora<br />

che come contenuto.<br />

È proprio questo lo stile del Vaticano II, verso cui il nostro Convegno<br />

rilancia il suo ponte di raccordo, accogliendo in modo convinto e rinnovato<br />

il testimone che i Padri conciliari hanno consegnato al mondo nel<br />

loro “congedo”: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli<br />

uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono<br />

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pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo,<br />

e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.<br />

Perciò essa si sente realmente e intimamente solidale con il genere<br />

umano e con la sua storia» (Gaudium et spes, n. 1). A ricordarci questa<br />

consegna strategica del Concilio alla Chiesa e al mondo è Paolo VI,<br />

che nell’omelia di chiusura lo difendeva dall’accusa di «un tollerante e<br />

soverchio relativismo al mondo esteriore, alla storia fuggente, alla moda<br />

culturale, ai bisogni contingenti, al pensiero altrui» (EV1 454*), ne<br />

esaltava l’atteggiamento «volutamente ottimista» e lo indicava in modo<br />

programmatico come stile tipico della Chiesa: «Una corrente di affetto e<br />

di ammirazione – diceva il Papa – si è riversata dal Concilio sul mondo<br />

umano moderno. Riprovati gli errori, sì; perché ciò esige la carità, non<br />

meno che la verità; ma per le persone solo richiamo, rispetto ed amore.<br />

Invece di deprimenti diagnosi, incoraggianti rimedi; invece di funesti<br />

presagi, messaggi di fiducia sono partiti dal Concilio verso il mondo<br />

contemporaneo: i suoi valori sono stati non solo rispettati, ma onorati,<br />

i suoi sforzi sostenuti, le sue aspirazioni purificate e benedette» (EV1<br />

457*).<br />

La speranza come stile virtuoso è parte essenziale e integrante del<br />

realismo cristiano. Certo, nessuno di noi può minimamente negare o attenuare<br />

l’esistenza dei tantissimi mali, drammi, pericoli crescenti e talvolta<br />

inediti dell’attuale momento storico – l’elenco non terminerebbe<br />

mai –, ma tutti, grazie alla presenza indefettibile di Cristo Signore e del<br />

suo Spirito nella storia d’ogni tempo, possiamo e dobbiamo riconoscere<br />

che la speranza non è solo un desiderio o un sogno o una promessa, non<br />

riguarda unicamente il domani, ma è una realtà molto concreta e attuale,<br />

che non abbandona mai la nostra terra: le persone, le famiglie, le comunità,<br />

l’umanità intera, soprattutto la Chiesa del Signore.<br />

È dunque nella coscienza umile dei nostri ritardi, fatiche, lentezze e<br />

inadempienze e nel segno di un’immensa gratitudine al Signore e di una<br />

fiducia incrollabile nel suo amore che siamo chiamati a vivere questo<br />

Convegno nell’orizzonte della speranza. Chi ha occhi e cuore evangelici<br />

vede e gode del numero incalcolabile di semi e germi e frutti e opere<br />

concrete di speranza che sono in atto nei più diversi ambiti <strong>delle</strong> nostre<br />

Chiese e nella nostra società. Ci sono tantissime persone e gruppi che<br />

continuano a scrivere “il Vangelo della speranza” nelle realtà e nelle vicende<br />

più disagiate e sofferte della vita quotidiana. Possiamo allora applicare<br />

qui quanto leggiamo nell’esortazione Christifideles laici: «Agli


occhi illuminati dalla fede si spalanca uno scenario meraviglioso: quello<br />

di tantissimi laici, uomini e donne, che proprio nella vita e nelle attività<br />

d’ogni giorno, spesso inosservati o addirittura incompresi, sconosciuti<br />

ai grandi della terra ma guardati con amore dal Padre, sono gli operai instancabili<br />

che lavorano nella vigna del Signore, sono gli artefici umili e<br />

grandi – certo per la potenza della grazia di Dio – della crescita del regno<br />

di Dio nella storia» (n. 17).<br />

Ora questa mia prolusione vuole solo “introdurre” al Convegno. Ma<br />

come? Lo penso, questo Convegno, come un momento di grande grazia<br />

e di forte responsabilità, nel quale siamo posti di fronte ad una rinnovata<br />

effusione dello Spirito santo che tutti ci coinvolge e ci sollecita all’ascolto:<br />

sì, all’ascolto reciproco – piccola e grande cosa, questa! –, ma<br />

ancor più all’ascolto della voce di Dio e del suo Spirito, dei “sogni” che<br />

Gesù Cristo oggi ha nei riguardi <strong>delle</strong> nostre Chiese e della nostra società:<br />

«Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (Ap 2, 7).<br />

In concreto, l’appello è a rivisitare alcuni cammini ecclesiali che stiamo<br />

facendo, a lasciarci incrociare dalle sfide di cui oggi sono segnati e<br />

a scioglierle con la forza della nostra testimonianza, con il nostro essere<br />

“testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”.<br />

Con voi desidero ora soffermarmi, nella prospettiva indicata, su di un<br />

triplice cammino della nostra Chiesa in Italia.<br />

Gesù Cristo crocifisso e risorto: speranza che non delude<br />

Il primo cammino avvenuto è quello di una maturazione sempre più<br />

chiara e forte della coscienza della Chiesa circa la sua missione evangelizzatrice.<br />

È questa, e non altra, la missione della Chiesa: le viene riconsegnata<br />

ogni giorno da Cristo e dal suo Spirito come missione tipica,<br />

irrinunciabile, sempre aperta, necessaria e insostituibile perché voluta in<br />

ordine alla fede e alla salvezza di tutti gli uomini.<br />

E aggiungiamo: si tratta di una missione che sta vivendo una stagione<br />

di singolare urgenza e indilazionabilità. Infatti, in intimo rapporto con la<br />

coscienza evangelizzatrice registriamo una più diffusa ed esplicita consapevolezza<br />

della “distanza” (nel senso di estraneità o/e di antitesi) che<br />

nel nostro contesto socio-culturale e <strong>insieme</strong> ecclesiale esiste tra la fede<br />

cristiana e la mentalità moderna e contemporanea. È, da un lato, il contesto<br />

del secolarismo, dell’indifferentismo religioso, della cultura estra-<br />

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nea o contraria al Vangelo quando non addirittura alla stessa razionalità<br />

umana; e, dall’altro lato, è il contesto di un’interruzione o di un rallentamento<br />

dei canali ecclesiali classici di trasmissione della fede, come la<br />

famiglia, la scuola, la stessa comunità cristiana.<br />

Se è così, non è allora esagerato dire che l’evangelizzazione e la fede<br />

si ripropongono oggi con singolare acutezza come il “caso serio” della<br />

Chiesa.<br />

Di qui l’urgenza di tenere viva la preoccupazione per la “distanza”<br />

che esiste tra la fede cristiana e la mentalità moderna e contemporanea.<br />

Senza dimenticare, peraltro, che una simile distanza – sia pure in forme<br />

e gradi diversi – ha sempre segnato la vita della comunità cristiana, e<br />

ancor più ha segnato e continua a segnare il cuore di ogni credente, che<br />

nella prospettiva di san Giovanni è pur sempre un incrocio di fede e di<br />

incredulità, di sequela del Vangelo e di arroccamento su se stessi e sul<br />

proprio egoismo. Ma la grande sfida pastorale rimane in tutta la sua gravità:<br />

come eliminare o attenuare questa “distanza”?<br />

Risponderei dicendo che prioritario e decisivo oggi è di tenere massimamente<br />

desta non tanto la preoccupazione per la “distanza”, quanto<br />

la preoccupazione per la “differenza”, per la “specificità” della fede<br />

cristiana. Meglio e inserendoci nell’orizzonte del Convegno, diciamo:<br />

siamo chiamati a “custodire”, ossia conservare, vivere e rilanciare l’originalità,<br />

di più la novità – unica e universale – della speranza cristiana, il<br />

DNA cristiano della speranza presente e operante nella storia.<br />

L’appello del Convegno è di tornare e ritornare senza sosta, con lucidità<br />

e coraggio, a interrogarci – per agire di conseguenza – su: chi è<br />

la speranza cristiana? quali sono i suoi tratti qualificanti? come essa<br />

incrocia l’uomo concreto d’oggi nei suoi problemi e nelle sue attese?<br />

1. La speranza è Gesù Cristo! Non pronuncio una formula, ma proclamo<br />

una convinzione di fede: la mia, la nostra, quella della Chiesa. È<br />

la stessa fede dell’apostolo Paolo, che così scrive nella lettera ai Romani:<br />

«La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato<br />

nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (5, 5).<br />

Fondamento incrollabile e sorgente viva – e <strong>insieme</strong> dinamismo inarrestabile<br />

e formidabile risorsa – della speranza cristiana è l’amore di Dio<br />

effuso in noi dallo Spirito, quell’amore senza misura o calcolo, sovrabbondante,<br />

eccedente, folle, “sprecato” (cfr Mc 14, 3-9), vissuto «sino<br />

alla fine» (Gv 13, 1) che è stato donato totalmente da Gesù Cristo sulla


croce e che viene riofferto con le sue ferite sempre aperte e il suo costato<br />

squarciato nel memoriale del suo sacrificio, cioè nell’Eucaristia.<br />

Ave crux spes unica! È la morte gloriosa di Cristo il luogo sorgivo e<br />

l’alimento costante della speranza della Chiesa e dell’umanità. Qui, nell’incontro<br />

vivo con Gesù crocifisso e risorto, viene dato alla Chiesa quel<br />

grande appuntamento che la costituisce nella storia – in ogni sua epoca –<br />

quale sacramentum spei, segno e luogo di speranza per tutti gli uomini, le<br />

persone e i popoli. Ed è qui l’incontro di tutti noi che, come membri della<br />

Chiesa, riceviamo la grazia e la responsabilità di essere, nel cuore e nella<br />

vita, annunciatori e testimoni dell’unica speranza – quella assolutamente<br />

nuova e rinnovatrice che viene dalla morte e risurrezione di Gesù – che sa<br />

dare risposta vera e piena alle attese <strong>delle</strong> persone e della società.<br />

2. “La speranza che non delude” presenta, tra gli altri, alcuni tratti<br />

qualificanti, che pongono oggi al cammino spirituale-pastorale-culturale<br />

della nostra Chiesa nuove sfide. Sono sfide gravide sì di difficoltà,<br />

ma <strong>insieme</strong> di opportunità feconde, di appelli di grazia proprio a partire<br />

dalla forza incontenibile, pervasiva e trasformatrice della speranza cristiana.<br />

Ricordo, in particolare, che la novità della speranza cristiana si ritrova<br />

e si sprigiona in particolare nell’evento della risurrezione di Cristo,<br />

nella vita eterna che ci attende, nella comunione beatificante con Dio<br />

come destino offerto all’umanità.<br />

Non è questo il momento per l’analisi di questi contenuti caratteristici<br />

della speranza cristiana. È piuttosto il momento di sottolineare l’urgenza<br />

e la drammaticità di un loro ricupero e rilancio, prendendo coscienza<br />

tutti che la scommessa più forte, in un certo senso cruciale, all’inizio del<br />

terzo millennio – nel contesto di una società cosiddetta liquida e ripiegata<br />

e quasi esaurita sull’immediato – consiste nel mettere in luce – con la<br />

parola e con la vita – la fondamentale e ineliminabile dimensione escatologica<br />

della fede cristiana. E dunque la sua valenza o proiezione di<br />

futuro, ma di un futuro che si sta costruendo nel presente, proprio dentro<br />

le tante e più diverse “attese umane”.<br />

In realtà, in questione non è semplicemente la fine, la conclusione<br />

della vita, ma il fine, il senso, il logos della vita dell’uomo. E questo,<br />

proprio perché tale, rimandandoci al traguardo ci coinvolge nel cammino<br />

in atto: la speranza cristiana entra, abita, plasma e trasforma l’esistenza<br />

quotidiana. Per il cristianesimo – che è memoria, celebrazione ed<br />

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esperienza viva dell’evento del Figlio eterno di Dio fatto uomo per noi<br />

nella “pienezza del tempo” – è una vera e propria eresia pensare che l’aldilà<br />

sia ininfluente o alienante l’uomo che vive sulla terra e nel tempo.<br />

Desidero citare un testo del Concilio, che scrivendo dell’atteggiamento<br />

di fronte all’ateismo afferma: la Chiesa «insegna che la speranza escatologica<br />

non diminuisce l’importanza degli impegni terreni, ma anzi dà<br />

nuovi motivi a sostegno della attuazione di essi. Al contrario, invece,<br />

se manca il fondamento divino e la speranza della vita eterna, la dignità<br />

umana viene lesa in maniera assai grave, come si costata spesso al giorno<br />

d’oggi, e gli enigmi della vita e della morte, della colpa e del dolore<br />

rimangono senza soluzione, tanto che non di rado gli uomini sprofondano<br />

nella disperazione» (Gaudium et spes, n. 21).<br />

Di qui il grave e inquietante pericolo, religioso ed umano ad un tempo,<br />

di un’eclissi o smemoratezza del tratto escatologico della fede cristiana,<br />

che viene proclamato nelle ultime parole del Credo: «Credo la<br />

risurrezione della carne e la vita eterna». Sì, sono le ultime parole, ma<br />

in qualche modo sono quelle riassuntive e decisive dell’intero Credo,<br />

proprio perché offrono la chiave di lettura e di soluzione dei problemi<br />

antropologici più complessi e decisivi per l’esistenza, a cominciare dal<br />

senso del morire e quindi dell’intera esistenza umana come tale.<br />

E così siamo introdotti a cogliere lo spessore umano, la consistenza<br />

antropologica della speranza cristiana.<br />

3. La speranza in Cristo genera un rinnovato pensiero antropologico.<br />

Sbocciata nel cuore di Cristo – Dio fatto uomo, morto risorto e veniente<br />

– e riversata dal suo Spirito nel cuore del credente e di ogni uomo, la speranza<br />

raggiunge e coinvolge l’uomo nella sua totalità e radicalità, quale<br />

meraviglioso microcosmo: di struttura, dinamismi, finalità; di anima<br />

psiche e corpo; di individuo e comunità; di unicità irripetibile e tessuto<br />

vivo di relazioni; di tempo e di eternità, di spazio e di infinito.<br />

Si fa qui inevitabile, e <strong>insieme</strong> quanto mai interessante, l’intreccio tra<br />

la speranza cristiana e la questione antropologica, che si è riproposta in<br />

modo particolarmente acuto nella nostra cultura. Non sto parlando soltanto<br />

della cultura cosiddetta “alta” – appannaggio dei filosofi e teologi,<br />

degli scienziati e tecnocrati, degli uomini dell’economia-finanzapolitica-comunicazione<br />

sociale, ecc. –, ma e non meno della cultura che contagia<br />

e modula ogni persona e ogni gruppo sociale nella loro esistenza<br />

quotidiana.


Ora la speranza cristiana, grazie alla novità dei suoi contenuti e in<br />

concreto all’esperienza di Dio e dell’uomo che essa genera e alimenta,<br />

possiede un formidabile potere di trasformazione sulla visione, di più<br />

sull’esperienza odierna dell’uomo: vale a dire sull’immagine e la concezione<br />

della persona, l’inizio e il termine della vita, la cura <strong>delle</strong> relazioni<br />

quotidiane, la qualità del rapporto sociale, l’educazione e la trasmissione<br />

dei valori, la sollecitudine verso il bisogno, i modi della cittadinanza<br />

e della legalità, le figure della convivenza tra le religioni e le culture e i<br />

popoli tutti.<br />

Si apre oggi con più forza a tutta la nostra Chiesa in Italia il compito di<br />

elaborare – con un’interpretazione che sappia intrecciare fede e ragione,<br />

teoria e prassi, spiritualità e pastoralità, identità e dialogo – una rinnovata<br />

figura antropologica sotto il segno della speranza. Esiste infatti, in<br />

sintonia con l’intellectus fidei, un intellectus spei, un’intelligenza della<br />

speranza – una vera speranza è realtà che è nella storia e la costruisce, e<br />

dunque non può non vedere, non leggere, non interpretare, non decidere,<br />

non toccare il vissuto concreto dell’uomo – da cui deriva un sapere della<br />

speranza che si ripercuote sulla questione antropologica.<br />

Non potrebbe incominciare da qui una specie di “seconda fase” del<br />

progetto culturale in atto nella nostra Chiesa? una fase che rimetta al<br />

centro la persona umana e il suo bisogno vitale e insopprimibile, appunto<br />

la speranza, come rilevava in modo incisivo sant’Ambrogio dicendo<br />

che «non può essere vero uomo se non colui che spera in Dio» (De Isaac<br />

vel anima, 1, 1)? Forse è possibile un’analogia: come la Dottrina Sociale<br />

della Chiesa e la conseguente prassi hanno la persona umana come<br />

principio fondativo e architettonico dei loro più svariati contenuti, così<br />

l’azione spirituale-pastorale-culturale della Chiesa potrebbe strutturarsi<br />

in riferimento alla centralità della persona umana, nella sua dignità di<br />

immagine viva di Dio in Cristo e nella concretezza <strong>delle</strong> sue situazioni e<br />

relazioni quotidiane.<br />

La Chiesa: una comunione nella varietà per l’unità e l’universalità<br />

Un secondo cammino avvenuto e in atto nelle nostre Chiese è quello<br />

di una maturazione della coscienza e della prassi della comunione ecclesiale.<br />

È il frutto e il segno dell’ecclesiologia di comunione donataci<br />

dal Concilio e vissuta nel periodo successivo, eco viva e sviluppo con-<br />

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creto dell’antica parola di san Cipriano: la Chiesa è come «un popolo<br />

adunato dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» (De Oratione<br />

Dominica, 23).<br />

Questa maturazione si trova oggi a dover affrontare nuove sfide, perché<br />

la testimonianza dei cristiani si situa all’interno di un mondo e di una<br />

società gravati da molteplici tensioni, contrapposizioni, divisioni, conflitti,<br />

solitudini immense e angosce profonde, ecc.; ma anche all’interno<br />

<strong>delle</strong> stesse comunità e realtà ecclesiali che non poche volte faticano o<br />

rinunciano a “<strong>camminare</strong> <strong>insieme</strong>”, non conoscono la “sinodalità”: non<br />

certo come parola, ma come esperienza di vita e di partecipazione ecclesiale.<br />

Senza dire, in positivo, che oggi si danno opportunità inedite<br />

e urgenze più forti per vivere una comunione ecclesiale più ampia, più<br />

intensa, più responsabile e, proprio per questo, più missionaria.<br />

E la risposta alle sfide passa, ancora una volta, attraverso il ricupero e<br />

il rilancio della fede professata-celebrata-vissuta, di una fede che genera<br />

e corrobora la speranza cristiana. E questa ha un suo proprio contributo<br />

da offrire per il realizzarsi della comunione ecclesiale. Mentre illumina<br />

alcuni aspetti propri del nostro “<strong>camminare</strong> <strong>insieme</strong>” come Chiesa, la<br />

speranza cristiana ci garantisce le risorse specifiche necessarie.<br />

E ora con la preoccupazione pastorale concreta, propria di un Vescovo,<br />

desidero offrire alcuni spunti sulla comunione ecclesiale in quanto<br />

comunione nella varietà per l’unità e l’universalità.<br />

1. La comunione ecclesiale è un dono di Dio, è un bene della Chiesa<br />

e per la Chiesa (e <strong>insieme</strong> della e per la società), è una promessa di<br />

Cristo e del suo Spirito, è un ideale alto ed esigente, un comandamento,<br />

una responsabilità per tutti, ecc. Certo, sto ricordando a me e a voi una<br />

prospettiva di fede. Ma questa, con la forza della grazia e la libera risposta<br />

del credente, costruisce la storia quotidiana di una Chiesa, delinea il<br />

volto visibile e preciso di una comunità cristiana che a tutti può presentarsi<br />

nella realtà concreta di una comunione di persone, una comunione<br />

singolare, perché segnata <strong>insieme</strong> dalla varietà e dall’unità, dall’unità e<br />

dall’universalità.<br />

Eccoci allora a riprendere in modo più convinto e determinato il compito<br />

spirituale-pastorale-culturale della nostra Chiesa, chiamata a rielaborare<br />

e rivivere il tessuto dei profondi legami che intercorrono tra la<br />

varietà e l’unità della e nella Chiesa, tra la sua unità e universalità, tutto<br />

come riflesso luminoso del mistero dell’infinita ricchezza di Cristo e del


suo Spirito. Varietà e unità, unità e universalità non si contrappongono,<br />

ma si incontrano nel segno della complementarietà, della circolarità, anzi<br />

della compenetrazione profonda. Più radicalmente la varietà è generata<br />

dall’unità, dell’unità è espressione e vita, nell’unità sfocia come a<br />

suo fine.<br />

Così come si ripropone con maggiore forza il compito di rielaborare<br />

e realizzare l’indissolubile legame che esiste tra l’unità e l’universalità<br />

della Chiesa. Come il bonum è diffusivum sui, così il bene della comunione<br />

ecclesiale quanto più si fa profondo e intenso tanto più si apre e si<br />

dilata, <strong>insieme</strong> si concentra e si espande senza limiti: dai singoli cristiani<br />

a tutti i cristiani, dalle singole Chiese locali alla Chiesa universale. Ritroviamo<br />

qui il meraviglioso fatto della communio sanctorum, e nello<br />

stesso tempo ci vengono incontro le nuove possibilità aperte dai fenomeni<br />

della globalizzazione. E così il credente è membro della Chiesa<br />

cattolica e cittadino del mondo.<br />

Certo, sono prospettive note. Ma come lasciarci concretamente contagiare<br />

e trasformare quando rischiamo di rimanere chiusi e prigionieri<br />

di un <strong>camminare</strong> <strong>insieme</strong> troppo angusto, stolto e sterile? La comunione<br />

“nuova” e “originale” della Chiesa è di essere “cattolica”, chiamata dunque<br />

a coinvolgere tutti, a raggiungere l’umanità intera. Per sua natura è<br />

il segno dell’amore universale di Dio, è il frutto del dono di Cristo che<br />

muore sulla croce per tutti, è missionaria e lo è da Gerusalemme «fino<br />

agli estremi confini della terra» (At 1, 8).<br />

Da qui nasce la missio ad gentes, da qui deriva la modalità ecclesiale<br />

che deve distinguere tutte le forme di presenza nelle Chiese di altri popoli<br />

o di altri mondi, da qui emerge il paradigma d’ogni impegno pastorale<br />

missionario: dentro e attraverso la comunione tra Chiese sorelle. E<br />

da qui vengono anche la grazia e la responsabilità di una nuova visione<br />

e realizzazione della mondialità e della grande questione della giustizia<br />

e della pace!<br />

Come si vede, sto declinando il riferimento alla comunione ecclesiale<br />

in termini di universalità, ma tale riferimento si fa subito anche estremamente<br />

“domestico”, perché ci tocca nella concreta comunione che<br />

di fatto esiste – o non esiste – nelle e tra le nostre Chiese, nelle e tra le<br />

nostre diverse realtà ecclesiali. Da parte mia ritengo quanto mai appropriata<br />

e stimolante la rilettura ecclesiologica del comandamento biblico<br />

dell’«ama il prossimo tuo come te stesso», che con rigorosa logica si<br />

declina così: «ama la parrocchia altrui come la tua, la diocesi altrui come<br />

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la tua, la Chiesa di altri Paesi come la tua, l’aggregazione altrui come la<br />

tua, ecc.». Sto forse esagerando e rifugiandomi in una specie di sogno, o<br />

non piuttosto confessando la bellezza e l’audacia della nostra fede? Non<br />

ci sono dubbi: nel mysterium Ecclesiae ciò è possibile, ciò è doveroso:<br />

non solo nell’intenzione e nella preghiera, ma anche nella concretezza<br />

dell’azione.<br />

Per concludere questo primo spunto, rilevo come proprio a questo<br />

livello quotidiano possiamo cogliere l’intimo e inscindibile legame tra<br />

comunione e missione, tra missione e comunione. Sono assolutamente<br />

inseparabili: simul stant vel cadunt. Secondo la categorica parola di Gesù,<br />

anzi secondo la sua appassionata preghiera: «Come tu, Padre, sei in<br />

me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda<br />

che tu mi hai mandato» (Gv 17, 21). La Christifideles laici così chiosa il<br />

testo evangelico: «In tal modo la comunione si apre alla missione, si fa<br />

essa stessa missione» (n. 31).<br />

2. Il secondo spunto vuole rileggere la Chiesa quale “comunione nella<br />

varietà per l’unità e l’universalità” in più diretto riferimento alle persone<br />

che della Chiesa sono “le pietre vive”: alle persone nella concretezza<br />

del loro stato e condizione di vita, di vocazioni, di doni e compiti, di ministeri,<br />

ecc. È l’unico popolo di Dio nella sua eccezionale varietà. Sono<br />

tutti i christifideles. Sono i presbiteri e diaconi, le persone consacrate, i<br />

laici.<br />

Ma nella Chiesa – che come memoria vivente di Gesù, il Verbo incarnato,<br />

è composta di uomini e donne concreti – la comunione donata<br />

e richiesta dal Signore può e deve essere vissuta e testimoniata non<br />

soltanto nella modulazione specificamente ecclesiale (in rapporto alle<br />

categorie ora ricordate), ma anche in una sua modulazione antropologica<br />

e sociale. Proprio nella Chiesa, in una maniera nuova e rinnovatrice,<br />

può e deve realizzarsi la comunione più variegata e talvolta più difficile:<br />

è, per esemplificare, la comunione tra uomini e donne, giovani e adulti,<br />

ricchi e poveri, studenti e maestri, sani e malati, potenti e deboli, vicini e<br />

lontani, cittadini del paese e cittadini del mondo, giudei e greci, schiavi<br />

e liberi (per usare le parole dell’apostolo: cfr Gal 3, 28), fortunati e disperati,<br />

ecc.<br />

E per ritornare alla modulazione propriamente ecclesiale della comunione,<br />

al di là dei tanti passi positivi compiuti nella nostra Chiesa, siamo<br />

consapevoli che l’essere oggi “testimoni di Gesù Risorto, speranza del


mondo” domanda una comunione missionaria tra le diverse categorie<br />

di fedeli più compattata e dinamica, più libera e <strong>insieme</strong> strutturata, più<br />

convinta e convincente, più visibile e credibile. Non si dà testimonianza<br />

cristiana al di fuori o contro la comunione ecclesiale!<br />

Una comunione, questa – lo dobbiamo marcare con forza –, che nel<br />

suo spirito interiore e nel suo realizzarsi storico fiorisce e fruttifica sempre<br />

e solo come triade indivisa e indivisibile di comunione-collaborazione-corresponsabilità.<br />

La comunione ecclesiale conduce alla collaborazione:<br />

dall’anima e dal cuore alle mani, ai gesti concreti della vita,<br />

alle iniziative intraprese, in una parola al dono reciproco e al servizio<br />

vicendevole (cfr Rom 12, 9ss). E, a loro volta, comunione e collaborazione<br />

non possono non portare a forme di vera e propria corresponsabilità,<br />

perché l’incontro e il dialogo sono tra soggetti coscienti e liberi, tra<br />

le menti che valutano la realtà e le volontà che liberamente affrontano e<br />

forgiano la realtà stessa, e dunque nell’ambito del discernimento e della<br />

decisione evangelici-pastorali. Certo, una corresponsabilità nella quale<br />

sono diverse le competenze e diversi i ruoli dei vari membri della Chiesa,<br />

ma sempre un’autentica corresponsabilità.<br />

È in questo contesto e secondo questo spirito che è più che legittimo,<br />

anzi doveroso il richiamo alla specificità dei vari stati di vita, vocazioni<br />

e missioni nella Chiesa. Infatti, solo nel confronto e nell’incontro e<br />

nel riferimento all’unità e universalità la specificità può essere custodita,<br />

promossa ed esaltata: diviene cioè ricchezza per tutta la Chiesa.<br />

Secondo la parola dell’apostolo: «a ciascuno è data una manifestazione<br />

particolare dello Spirito per l’utilità comune» (1Cor 12, 7). E secondo<br />

la parola di papa Benedetto XVI: «Al di là dell’affermazione del diritto<br />

alla propria esistenza, deve sempre prevalere, con indiscutibile priorità,<br />

l’edificazione del Corpo di Cristo in mezzo agli uomini» (Al II Congresso<br />

dei Movimenti ecclesiali, 22 maggio 2006).<br />

Il nostro Convegno è chiamato qui a dire una parola, molto attesa e<br />

doverosa, sui christifideles laici, sui laici e sul laicato. Occorrerebbe,<br />

forse, un’intera prolusione ad hoc. Ma pur rapidamente esprimo qualche<br />

convinzione e qualche urgenza per la Chiesa in Italia e per il nostro<br />

Paese.<br />

Inizio con una parola che è di quasi vent’anni fa: è venuta l’ora nella<br />

quale «la splendida ‘teoria’ sul laicato espressa dal Concilio possa<br />

diventare un’autentica ‘prassi’ ecclesiale» (Christifideles laici, n. 2). E<br />

l’ora è aperta, conserva tutta la sua urgenza, ma va accelerata nel senso<br />

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di coglierne l’intera ricchezza di grazia e di responsabilità per la missione<br />

evangelizzatrice della Chiesa e per il servizio al bene comune della<br />

società, in una parola per la testimonianza cristiana e umana nell’attuale<br />

situazione del mondo.<br />

Sento poi di dover esprimere stima e gratitudine per la testimonianza<br />

evangelica e civile che tantissimi laici e il laicato nelle sue varie forme,<br />

grazie alla loro propria e peculiare co-appartenenza alla Chiesa e al<br />

mondo, hanno dato e continuano a dare a Gesù Risorto e all’avvento del<br />

suo Regno nella storia, e dunque nelle più diverse problematiche, realtà<br />

e strutture terrene e temporali.<br />

Il disegno di Cristo circa la sua Chiesa domanda a tutti noi di rinnovare<br />

il nostro riconoscimento cordiale e gioioso del posto e del compito<br />

comuni e specifici dei fedeli laici: il riconoscimento cioè del diritto – in<br />

chiave ecclesiale e quindi nel suo senso più originale e forte e nel suo<br />

spirito evangelico di glorioso servizio – e <strong>insieme</strong> il riconoscimento della<br />

responsabilità. L’affermazione è teorica, ma proprio per questo ognuno<br />

di noi può coglierne le implicazioni di vita e di azione nella Chiesa e<br />

nella società.<br />

È anche necessario un rinnovato impegno <strong>delle</strong> nostre Chiese e realtà<br />

ecclesiali per sviluppare una più ampia e profonda opera formativa dei<br />

laici – singoli e aggregati – che assicuri loro quell’animazione spirituale,<br />

quella passione pastorale e quello slancio culturale che li rende pronti e<br />

decisi (e aggiungerei: competenti, dialoganti, coerenti, operativi e coraggiosi)<br />

nella loro tipica testimonianza evangelica e umana al servizio<br />

del bene comune, in specie nel campo familiare, sociale, economicofinanziario,<br />

culturale, mediatico e politico, e tutto ciò nell’ambito del<br />

Paese, dell’Europa e del mondo. Il Convegno ci offre una meta e un programma<br />

di grande respiro e <strong>insieme</strong> di singolare concretezza quotidiana<br />

– e dunque di riferimento alle sacrosante richieste della gente, dei poveri<br />

in particolare –, là dove ci apre alla riflessione e all’impegno sulla vita<br />

affettiva, sul lavoro e la festa, sulla fragilità umana, sulla trasmissione<br />

dei valori, sulla cittadinanza.<br />

In questa prospettiva si fa logico e straordinariamente bello, confortante,<br />

stimolante ricordare a tutti i laici che nella Chiesa identica è<br />

la missione evangelizzatrice e ancor più la vocazione alla santità, alla<br />

“misura alta” della vita cristiana ordinaria (cfr Novo millennio ineunte,<br />

n. 31). Ciò vale per tutti, anche per i politici cristiani. Mi rimangono indimenticabili<br />

le parole di Paolo VI: «La politica è una maniera esigente


– ma non la sola – di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri»<br />

(Octogesima adveniens, n. 46).<br />

3. Un ultimo spunto riguarda la comunione ecclesiale nel suo rapporto<br />

con la speranza cristiana. Questa tocca sì l’individuo e le sue<br />

personali attese, ma coinvolge anche le comunità nelle loro aspettative.<br />

La Chiesa stessa, sappiamo, si configura come “popolo pellegrinante”<br />

verso la comunione piena e definitiva con Dio (cfr Lumen gentium, n.<br />

9). E i contenuti tipici della fede cristiana sopra ricordati – quelli, in<br />

particolare, della risurrezione di Gesù il crocifisso, la vita eterna e la<br />

beatitudine –, offrendo una intelligenza nuova e un vissuto nuovo ai<br />

membri della comunità cristiana, non possono non ripercuotersi sulla<br />

comunione ecclesiale, nel suo dinamismo operativo e nelle sue caratteristiche:<br />

è una comunione ecclesiale segnata dalla speranza, dono dello<br />

Spirito di Cristo.<br />

In particolare, è lo Spirito Santo – come vinculum amoris tra il Padre<br />

e il Figlio, tra la divinità e la carne umana di Cristo, tra il Signore Gesù<br />

crocifisso e risorto e la sua Chiesa – il principio sorgivo della comunione<br />

ecclesiale – varia, unita e universale – e <strong>insieme</strong> la legge nuova e la risorsa<br />

permanente per la sua quotidiana realizzazione storica. Emergono<br />

così la gratuità e la serietà della comunione ecclesiale: proprio perché<br />

segnata dalla speranza che viene dallo Spirito, essa è un dono e un compito.<br />

È allora la forza dello Spirito che sostiene – al di là di ritardi, lentezze,<br />

errori, mancanze, ecc. – il cammino della comunità cristiana verso<br />

una comunione autentica e costantemente tesa alla sua perfezione.<br />

Potremmo dire che, connotata dalla tensione escatologica, la comunione<br />

ecclesiale può ritrovare l’umiltà e la conversione di fronte alle<br />

sue diverse forme di lacerazione, può farsi più ricca di vigilanza e di<br />

desiderio e di slancio operativo, può aprirsi all’audacia profetica di una<br />

singolare libertà e di una grande snellezza nei suoi cammini e passi<br />

nelle varie vicende storiche. Cito dalla Lettera apostolica Orientale<br />

Lumen: «Se la Tradizione ci pone in continuità con il passato, l’attesa<br />

escatologica ci apre al futuro di Dio. Ogni Chiesa deve lottare contro<br />

la tentazione di assolutizzare ciò che compie e quindi di autocelebrarsi<br />

o di abbandonarsi alla tristezza. Ma il tempo è di Dio, e tutto ciò che si<br />

realizza non si identifica mai con la pienezza del Regno, che è sempre<br />

dono gratuito» (n. 8).<br />

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La testimonianza: di tutti i cristiani e di ogni giorno<br />

Giungiamo finalmente al cuore del Convegno: alla testimonianza di<br />

Gesù Risorto, che è dono e compito di tutti i cristiani ed è questione di<br />

ogni giorno.<br />

La tirannia del tempo mi offre, lasciando a chi lo desidera la lettura<br />

del testo scritto, la libertà di limitarmi al semplice indice o poco più. Del<br />

resto, è l’intero Convegno, con la ricchezza della sua preparazione ed<br />

ora della celebrazione che si apre, un corale approfondimento dei contenuti,<br />

<strong>delle</strong> forme e degli spazi della testimonianza cristiana.<br />

1. La testimonianza cristiana è generata e sostenuta dalla fede in Gesù<br />

Cristo, il Crocifisso Risorto e il Veniente. È la fede cristiana nella sua<br />

unitotalità, nella sua triplice e inscindibile dimensione di fede professata-celebrata-vissuta.<br />

È, dunque, la fede che sta in ascolto della Parola<br />

di Dio, che celebra ed esperimenta l’incontro vivo e personale con Gesù<br />

Cristo nella sua Chiesa con il Sacramento e la preghiera, che si fa “carne<br />

della propria carne” nel vissuto di ogni giorno.<br />

Così la testimonianza cristiana, per essere vera e autentica, ha assoluto<br />

bisogno della Parola e del Sacramento, dei quali proprio il vissuto<br />

del credente deve dirsi frutto, verifica, “compimento”. In questo senso<br />

si deve riprendere la prospettiva indicata nella “Traccia” (cfr Allegato)<br />

e più volte ricordata nella prolusione: la testimonianza è questione globale<br />

e unitaria di spiritualità, di pastorale e di cultura, perché per interiore<br />

esigenza e di fatto essa scaturisce dalle radici vive e vivificanti<br />

di una intensa spiritualità, si esprime nell’agire pastorale-missionario<br />

della Chiesa e dei credenti e trova nella cultura lo strumento e <strong>insieme</strong><br />

la forza per “aprirsi” e “dialogare” con i linguaggi e le esperienze della<br />

vita dell’uomo d’oggi. Ci troviamo dunque di fronte a tre realtà, più tre<br />

dimensioni, che vanno profondamente saldate <strong>insieme</strong>.<br />

In particolare, la cultura viene intesa «come capacità della Chiesa di<br />

offrire agli uomini e alle donne di oggi un orizzonte di senso, di essere<br />

con la stessa esistenza un punto di riferimento credibile per chi cerca una<br />

risposta alle esigenze complesse e multiformi che segnano la vita».<br />

In questo senso il vissuto, come testimonianza, si configura come<br />

sintesi finale di un processo di discernimento evangelico che si snoda<br />

attraverso le fasi del leggere e interpretare i segni di senso o di speranza,<br />

del decidersi con scelte libere e responsabili per offrire senso e seminare


speranza, dell’impegnarsi in atteggiamenti e comportamenti concreti e,<br />

dunque, in opere di speranza, giungendo sino a una specie di coraggiosa<br />

“organizzazione della speranza” anche sotto il profilo comunitario e<br />

strutturale.<br />

In questa linea la testimonianza, che passa attraverso il discernimento,<br />

presuppone un umile e forte esame di coscienza e diviene il frutto di<br />

una vera e propria conversione: a Cristo e all’uomo!<br />

2. La testimonianza punta come a suo specifico sul vissuto, sul vissuto<br />

esistenziale, quello “concreto” nel senso di una fitta serie di elementi<br />

che “crescono <strong>insieme</strong>” alla e nella persona, alla e nella comunità, quindi<br />

nel senso fondamentale della relazione interpersonale e sociale dentro<br />

le vicende e situazioni storiche e i più diversi ambiti di vita. Anche quelli<br />

messi a tema dal Convegno. Sono ambiti, questi, trasversali, che intrecciandosi<br />

tra loro si situano – in modo unico e irripetibile – nella singola<br />

persona e nel suo tessuto relazionale.<br />

Ora, vissuti nella testimonianza evangelica dei cristiani, questi ambiti<br />

delineano un volto concreto e “popolare” di Chiesa missionaria, un<br />

volto di Chiesa fortemente radicato nel territorio e presente nei passaggi<br />

fondamentali dell’esistenza: quello cioè di una comunità col volto di famiglia,<br />

costruita attorno all’Eucaristia e alla domenica, forte <strong>delle</strong> sue<br />

membra più deboli, in cui le diverse generazioni si frequentano, dove<br />

tutti hanno cittadinanza e contribuiscono ad edificare la civiltà della<br />

verità e dell’amore.<br />

Come si vede, il vissuto fa riferimento all’uomo reale, che nella sua<br />

prima enciclica Giovanni Paolo II qualifica come «ogni uomo, in tutta<br />

la sua irripetibile realtà dell’essere e dell’agire, dell’intelletto e della<br />

volontà, della coscienza e del cuore. L’uomo, nella sua singolare realtà<br />

(perché è “persona”), ha una propria storia della sua vita e, soprattutto,<br />

una propria storia della sua anima… L’uomo, nella piena verità della sua<br />

esistenza, del suo essere personale e sociale – nell’ambito della propria<br />

famiglia, nell’ambito di società e di contesti tanto diversi, nell’ambito<br />

della propria nazione, o popolo (e, forse, ancora solo del clan, o tribù),<br />

nell’ambito di tutta l’umanità – quest’uomo è la prima strada che<br />

la Chiesa deve percorrere nel compimento della sua missione: egli è la<br />

prima e fondamentale via della Chiesa, via tracciata da Cristo stesso,<br />

via che immutabilmente passa attraverso il mistero dell’Incarnazione e<br />

della Redenzione» (Redemptor hominis, n. 14).<br />

14


14<br />

La testimonianza, dunque, fa tutt’uno con la vita quotidiana dell’uomo:<br />

il vissuto umano è lo spazio storico e <strong>insieme</strong> la forma necessaria<br />

della testimonianza.<br />

3. Ma qual è la forma specifica della testimonianza, e più precisamente<br />

della testimonianza cristiana? Ora, se a decidere la risposta generale<br />

è la coerenza – cioè il vissuto in sintonia con i valori ideali e con<br />

le esigenze morali <strong>delle</strong> persone e della comunità –, la risposta propria<br />

della testimonianza cristiana è la coerenza con la grazia e le responsabilità<br />

che ci vengono dall’incontro vivo e personale con Gesù Cristo<br />

morto e risorto, dall’obbedienza alla sua parola, dalla sequela del suo<br />

stile di vita, di missione e di destino. Non ci sono alternative! Solo con il<br />

nostro vissuto quotidiano possiamo confessare la nostra fede in Cristo e<br />

rendergli testimonianza. La prima, necessaria, irrinunciabile, possibile e<br />

doverosa testimonianza al Vangelo è la vita di ogni giorno, una vita nella<br />

quale “seguiamo Cristo”, ci “rivestiamo” di lui, siamo mossi dalla sua<br />

carità, ascoltiamo la sua parola, obbediamo alla sua legge, entriamo in<br />

comunione di vita con lui, diventiamo suoi “amici”, ci lasciamo animare<br />

e guidare dal suo Spirito. In una parola, viviamo nella grazia di Dio e<br />

camminiamo verso la santità.<br />

Potremmo fare sintesi dicendo che testimone è chi vive nella logica<br />

<strong>delle</strong> beatitudini evangeliche. E questo in ogni situazione, anche la più<br />

complessa e difficile e inedita; a qualsiasi costo, anche della rinuncia e<br />

del massimo coraggio, anche di venir incompreso, irriso, emarginato e<br />

rifiutato. Anche a prezzo del martirio, nelle sue più diverse forme. Al riguardo<br />

ci sono, infatti, parole inequivocabili di Cristo che non possiamo<br />

zittire: sono lì sempre scritte nel suo Vangelo, sempre stampate a fuoco<br />

nel nostro cuore dal suo Spirito. Il richiamo ci viene risvegliato in continuità<br />

dal fenomeno sempre in atto dei grandi e piccoli martiri della fede.<br />

Pure il Concilio, facendo eco alla voce di sant’Agostino, ci ammonisce<br />

dicendo che «la Chiesa “prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni<br />

del mondo e le consolazioni di Dio”, annunziando la passione e<br />

la morte del Signore fino a che egli venga (cfr 1Cor 11, 26)» (Lumen<br />

gentium, n. 8).<br />

Senza dimenticare che la beatitudine della persecuzione è da Cristo<br />

segnata da una sua originalissima gioia: non solo futura, ma già<br />

ora operante. «Beati voi – così proclama il Signore Gesù – quando gli<br />

uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno


e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo.<br />

Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra<br />

ricompensa è grande nei cieli» (Lc 6, 22-23).<br />

E perché non rilanciare una rinnovata “spiritualità della gioia cristiana”,<br />

l’unica capace di scuotere un mondo annoiato e distratto?<br />

Non c’è bisogno, a questo punto, di offrire una qualche riflessione sul<br />

rapporto tra la testimonianza e la speranza cristiana. Proprio il testimone<br />

– in specie il martire – costituisce l’incarnazione più radicale e il vertice<br />

supremo della speranza: per amore di Cristo, egli è pronto a donare<br />

nel sangue la propria vita (cfr Esortazione Ecclesia in Europa, n. 13).<br />

E ora l’ultima parola. Non è da me, ma viene da lontano, dall’Oriente,<br />

da un vescovo martire dei primi tempi della Chiesa, da sant’Ignazio di<br />

Antiochia. Desidero che la sua voce risuoni in questa Arena e pronunci<br />

ancora una volta una parola d’estrema semplicità, ma capace di definire<br />

nella forma più intensa e radicale la grazia e la responsabilità che come<br />

Chiesa in Italia chiediamo di ricevere da questo Convegno.<br />

E che, per dono di Dio, il cuore di ciascuno di noi ne sia toccato e profondamente<br />

rinnovato!<br />

Ascoltiamo: «Quelli che fanno professione di appartenere a Cristo si<br />

riconosceranno dalle loro opere. Ora non si tratta di fare una professione<br />

di fede a parole, ma di perseverare nella pratica della fede sino alla fine.<br />

È meglio essere cristiano senza dirlo, che proclamarlo senza esserlo»<br />

(Lettera agli Efesini).<br />

* * *<br />

Intervento conclusivo<br />

del Cardinale Camillo Ruini<br />

20 ottobre 2006<br />

1. Venerati e cari Confratelli nell’episcopato, fratelli e sorelle nel<br />

Signore, giunge ormai a termine questo 4° Convegno nazionale <strong>delle</strong><br />

Chiese che sono in Italia, dopo intense giornate di preghiera, di ascolto e<br />

di dialogo. Siamo dunque, forse, un poco affaticati, ma siamo soprattutto<br />

pieni di quella gioia del cuore che è frutto dello Spirito Santo (cfr Sir<br />

50, 23; Gal 5, 22) e alla quale il Papa Benedetto sempre ci richiama.<br />

14


14<br />

Questi sono stati, infatti, giorni felici, nei quali abbiamo sentito e gustato<br />

la bellezza e la fecondità del trovarci <strong>insieme</strong>, come fratelli, nel<br />

nome del Signore (cfr Mt 18, 20). Il mio primo compito, quindi, è dare<br />

voce alla nostra comune gratitudine. Vogliamo anzitutto rinnovare il nostro<br />

grazie a Dio, Padre, Figlio e Spirito. Da Lui proviene tutto ciò che<br />

di buono e positivo abbiamo vissuto qui a Verona e nel lungo cammino<br />

di preparazione, da Lui imploriamo la forza e la grazia perché i germogli<br />

che sono stati piantati possano giungere a maturazione: in concreto perché<br />

si mantenga e si approfondisca la nostra comunione e aumentino in<br />

noi la consapevolezza e l’audacia di essere, ogni giorno, suoi testimoni.<br />

Un pensiero di speciale gratitudine lo inviamo al Santo Padre: per la<br />

sua presenza tra noi che ci ha permesso di esprimergli anche visibilmente<br />

il bene che gli vogliamo; per il discorso che ci ha rivolto e che costituisce<br />

la piattaforma fondamentale per la vita e la testimonianza <strong>delle</strong><br />

nostre Chiese nei prossimi anni, avendoci indicato con la profondità e<br />

la chiarezza che gli sono proprie “quel che appare davvero importante<br />

per la presenza cristiana in Italia”; per la S. Messa che abbiamo celebrato<br />

con lui e con tutta la Chiesa di Verona, oltre che con tante persone e<br />

gruppi venuti da ogni parte. In questa Messa Benedetto XVI ha sentito<br />

l’abbraccio del nostro popolo, mentre noi, guidati dalla sua parola, siamo<br />

andati alla radice della nostra gioia e della nostra comunione.<br />

Ma vogliamo anche ringraziarci l’un l’altro per quel che <strong>insieme</strong>, tra<br />

noi e con il Signore, abbiamo potuto vivere e costruire: questa reciproca<br />

gratitudine, amicizia e stima è anche la premessa del cammino che dopo<br />

Verona dobbiamo proseguire <strong>insieme</strong>. Speciale riconoscenza esprimiamo<br />

al Cardinale Dionigi Tettamanzi, ai vari relatori e a tutti coloro che<br />

hanno lavorato alla preparazione del Convegno. Nel dire questo avvertiamo<br />

però che il raggio della nostra gratitudine non si restringe ad alcuni<br />

tra noi, ma piuttosto si allarga ben al di là del numero di coloro che sono<br />

qui riuniti. Una nota saliente dell’attuale Convegno è infatti la quantità<br />

e qualità della partecipazione che lo ha preceduto e lo ha fatto lievitare,<br />

specialmente a partire dalla pubblicazione, nel luglio dello scorso anno,<br />

della Traccia di riflessione: straordinario è stato il coinvolgimento<br />

<strong>delle</strong> Chiese locali – non solo di quelle che hanno ospitato e curato gli<br />

eventi legati ai cinque ambiti del Convegno –, intensa la partecipazione<br />

spirituale, serio e condiviso l’approfondimento <strong>delle</strong> problematiche,<br />

particolarmente sentita la ricerca dei segni di speranza presenti oggi nella<br />

società e nella Chiesa, così come la valorizzazione di quelle figure


di cristiani del Novecento che costituiscono per l’Italia di oggi modelli<br />

convincenti di testimonianza evangelica: tutto ciò in un clima di fiducia,<br />

di libertà e di spontanea comunione.<br />

Un vivissimo grazie lo diciamo ai Vescovi venuti a testimoniarci la<br />

fraterna vicinanza di tutta la Chiesa cattolica che vive in Europa ed anche<br />

negli altri continenti. Ringraziamo inoltre di cuore i delegati fraterni<br />

<strong>delle</strong> altre Chiese e Comunità cristiane, e parimenti i rappresentanti della<br />

Comunità ebraica, di quella islamica e di altre religioni.<br />

Uno speciale e ingente debito di gratitudine abbiamo verso Mons.<br />

Flavio Roberto Carraro e tutta la Chiesa di Verona: l’affetto con cui ci<br />

hanno accolto e la premura di cui ci hanno circondato sono stati un contributo<br />

prezioso alla buona riuscita del Convegno e per ciascuno di noi<br />

un incoraggiamento e un motivo di gioia.<br />

Vorrei poi ricordare con voi un nostro fratello, l’Arcivescovo di Monreale<br />

Mons. Cataldo Naro, che abbiamo molto amato ed ammirato e che<br />

ha collaborato con straordinaria partecipazione, intelligenza e apertura<br />

di cuore, in qualità di Vicepresidente del Comitato preparatorio, all’ideazione<br />

e alla progressiva realizzazione del Convegno. Per molti di<br />

noi egli è stato un amico personale, per tutti un esempio e un testimone<br />

di amore alla Chiesa e di una cultura compenetrata dal Vangelo. Lo sentiamo<br />

vivo e presente in mezzo a noi, nel mistero del Dio che si è fatto<br />

nostro fratello, per il quale Mons. Cataldo ha speso la sua vita.<br />

Questo mio intervento è stato indicato, nel programma del Convegno,<br />

come “discorso conclusivo”: un titolo giustificato solo dal fatto che<br />

è l’ultimo della serie, ma non da quello che potrò dire. In realtà le conclusioni<br />

sono state in buona misura già proposte nelle ottime relazioni<br />

che abbiamo appena ascoltato sui lavori dei cinque ambiti e saranno ulteriormente<br />

formulate nel documento che, come è d’uso, l’Assemblea<br />

della CEI dovrebbe approvare qualche mese dopo il Convegno. Soprattutto,<br />

la vera conclusione, o meglio il frutto e lo sviluppo concreto dei<br />

lavori di queste giornate e di tutto il cammino preparatorio, consisterà<br />

in quello che, come Chiesa italiana, sapremo vivere e testimoniare nei<br />

prossimi anni, cercando in primo luogo di essere docili alla guida del Signore.<br />

Il mio intervento si pone dunque semplicemente come un contributo<br />

alla riflessione comune, affinché le grandi indicazioni offerteci dal<br />

Santo Padre e tutto il lavoro svolto prima e durante il Convegno trovino<br />

sbocchi concreti nella vita e nella testimonianza della Chiesa italiana.<br />

Spero di rimediare così, in qualche misura, all’impegno troppo scarso<br />

14


1 0<br />

con cui ho partecipato al cammino preparatorio, per il quale si è speso<br />

invece con eccezionale competenza, disponibilità e amore il nostro carissimo<br />

Mons. Giuseppe Betori, che non ha potuto essere fisicamente<br />

con noi in queste giornate ma è ormai pronto a riprendere il suo lavoro<br />

di Segretario della CEI e a contribuire come egli sa fare agli sviluppi che<br />

tutti attendiamo dal Convegno: a lui vanno il nostro affetto e la nostra<br />

gratitudine, nel vincolo di fraternità che ci unisce nel Signore.<br />

2. Cari fratelli e sorelle, questo incontro di Verona deve aiutare le<br />

nostre comunità a testimoniare Gesù risorto entro un contesto sociale e<br />

culturale, nazionale ed internazionale, che cambia molto rapidamente,<br />

mentre si rinnova anche la realtà ecclesiale. Proprio la coscienza di questi<br />

cambiamenti, dei problemi che essi pongono alla pastorale quotidiana<br />

e della necessità di non subirli passivamente, ma piuttosto di saperli<br />

interpretare alla luce del Vangelo, per poter interagire con essi e orientare<br />

in senso positivo il loro corso, è forse il principale motivo per il quale<br />

molte attese si concentrano sul nostro Convegno.<br />

Nei quasi undici anni che ci separano dall’incontro di Palermo abbiamo<br />

ricevuto anzitutto alcuni grandi doni, come l’Anno Santo del 2000,<br />

un’esperienza di fede, di preghiera, di partecipazione ecclesiale i cui<br />

frutti, nell’economia di salvezza, non si sono certo esauriti. Poi abbiamo<br />

vissuto gli ultimi anni del Pontificato di Giovanni Paolo II, la sua<br />

straordinaria testimonianza di abbandono in Dio e di dedizione totale alla<br />

causa del Vangelo, di cui proprio nei giorni della sua morte è divenuta<br />

manifesta al mondo la grandissima efficacia, capace di far riscoprire il<br />

senso cristiano – e autenticamente umano – del vivere, del soffrire e del<br />

morire, e al contempo l’unità profonda della intera famiglia umana. Con<br />

il nuovo Papa Benedetto XVI abbiamo sperimentato come, nell’avvicendarsi<br />

<strong>delle</strong> persone, possa essere piena la continuità nella guida della<br />

Chiesa e nel legame di amore che unisce il popolo di Dio al Successore<br />

di Pietro. Ma godiamo anche della luce di intelligenza e di verità con<br />

cui Papa Benedetto propone il mistero della fede e illumina le realtà e le<br />

sfide che tutti viviamo: ieri di questa luce abbiamo usufruito qui in modo<br />

speciale. Ci fa bene, cari fratelli e sorelle, rammentarci di questi e di altri<br />

grandi doni del Signore, che non rimangono esterni a noi ma fanno parte<br />

della nostra vita, anche per non rinchiuderci nel breve raggio del nostro<br />

lavoro quotidiano e per non cedere a quella miopia spirituale che fa male<br />

alla speranza.


Quando celebravamo il Convegno di Palermo prevaleva ancora, sebbene<br />

già in parte offuscata, quell’atmosfera di sollievo e di fiducia, a<br />

livello di scenari europei e mondiali, che era nata dalla caduta della cortina<br />

di ferro e dalla fine della lunga stagione della “guerra fredda”. Oggi<br />

non è più così, per <strong>delle</strong> cause profonde e di lungo periodo che hanno<br />

nella tragica data dell’11 settembre 2001 un’espressione emblematica<br />

ma assai parziale. La sfida rappresentata dal terrorismo internazionale,<br />

per quanto ardua e minacciosa, è infatti soltanto un aspetto di una problematica<br />

molto più ampia, che si riconduce al risveglio religioso, sociale<br />

e politico dell’Islam e alla volontà di essere di nuovo protagoniste<br />

sulla scena mondiale che accomuna almeno in qualche misura le popolazioni<br />

islamiche, pur con tutte le differenze e le tensioni che esistono tra<br />

di esse. Questo grande processo ci tocca da vicino, a nostra volta, sotto<br />

il profilo religioso e non soltanto sociale, economico e politico, anche<br />

perché, nel quadro generale dei grandi fenomeni migratori, è forte la<br />

presenza islamica in Europa e ormai anche in Italia. Lo stesso risveglio<br />

dell’Islam, d’altronde, si accompagna ad altri importanti sviluppi che<br />

sono in corso e che vedono protagoniste altre grandi nazioni e civiltà,<br />

come la Cina e l’India, configurando ormai uno scenario mondiale assai<br />

diverso da quello che faceva perno unicamente sull’Occidente. Nello<br />

stesso tempo rimangono in tutta la loro drammatica gravità le situazioni<br />

di povertà estrema e mancato sviluppo di numerosi Paesi e aree geografiche,<br />

specialmente ma certo non esclusivamente in Africa. In questo<br />

contesto di grandi trasformazioni sta assumendo dimensioni nuove<br />

e diventa sempre più vitale e irrinunciabile il compito della costruzione<br />

della pace, mentre persistono e si aggravano tante forme di guerra e minacce<br />

di guerra. Tutto ciò, di nuovo, ci interpella anche e specificamente<br />

in quanto credenti in Cristo: la Chiesa italiana, pertanto, non può non<br />

essere attenta e partecipe verso queste tematiche, decisive per gli anni<br />

che ci attendono.<br />

Un’altra novità di grande spessore e implicazioni che ha guadagnato<br />

molto spazio nell’ultimo decennio è quella che viene indicata come<br />

“questione antropologica”: nei lavori del nostro Convegno essa è stata,<br />

giustamente, assai presente. Negli interrogativi intorno all’uomo, infatti,<br />

nelle domande su chi egli realmente sia, sui suoi rapporti con il mondo<br />

e con la natura, ma anche nelle questioni che riguardano l’evolversi dei<br />

suoi comportamenti personali e sociali e le nuove e rapidamente crescenti<br />

possibilità di intervento sulla sua stessa realtà che le scienze e le<br />

1 1


1 2<br />

tecnologie stanno aprendo, la fede cristiana e la conoscenza dell’uomo<br />

che essa ha in Gesù Cristo (cfr Gaudium et spes, n. 22) vengono messe<br />

inevitabilmente a confronto con le prospettive e i punti di vista, talora<br />

assai divergenti, che riguardo all’uomo stesso hanno largo corso e cercano<br />

di imporsi. Questo confronto, che si svolge in tutto l’Occidente ed<br />

anzi si estende sempre più a livello planetario, coinvolge profondamente<br />

anche l’Italia ed appare chiaramente destinato a proseguire e ad intensificarsi<br />

negli anni che ci attendono. Esso si sviluppa, contestualmente,<br />

a molteplici livelli: sul piano culturale e morale, su quello della ricerca<br />

scientifica e <strong>delle</strong> sue applicazioni terapeutiche, su quello del vissuto<br />

<strong>delle</strong> persone e <strong>delle</strong> famiglie come su quello <strong>delle</strong> scelte politiche e legislative.<br />

Dobbiamo dunque continuare a sostenere questo confronto,<br />

che è stato già di grande stimolo per il nostro “progetto culturale”, essendo<br />

anzitutto consapevoli che la luce della fede ci fa comprendere in<br />

profondità non un modello di uomo ideale e utopico, ma l’uomo reale,<br />

concreto e storico, che di per sé la stessa ragione può conoscere, e che,<br />

come ha detto Benedetto XVI il 30 maggio 2005 aggiungendo a braccio<br />

queste parole al suo discorso all’Assemblea della CEI, “non lavoriamo<br />

per l’interesse cattolico ma sempre per l’uomo creatura di Dio”.<br />

Un ulteriore elemento di novità, meno evidente ed appariscente ma<br />

che si riferisce alla vita stessa della Chiesa e dei cattolici in Italia, mi<br />

sembra possa individuarsi in una crescita che ha avuto luogo in questi<br />

anni, sotto vari aspetti, tra loro certamente connessi. Si sono rafforzati<br />

cioè i sentimenti e gli atteggiamenti di comunione tra le diverse componenti<br />

ecclesiali, e in particolare tra le aggregazioni laicali, mentre si è<br />

fatto nettamente sentire, anche nel corso del nostro Convegno, il desiderio<br />

di una comunione ancora più concreta e profonda. A un tale positivo<br />

sviluppo ha certamente contribuito l’approfondirsi e il diffondersi della<br />

consapevolezza circa la necessità e l’urgenza, e al contempo le molte<br />

innegabili difficoltà, di una effettiva opera di rievangelizzazione del nostro<br />

popolo: ciò ha suscitato nuove energie ed ha fatto sentire più forte il<br />

bisogno di lavorare <strong>insieme</strong>, per una missione che è comune a noi tutti<br />

(cfr Apostolicam actuositatem, n. 2). È cresciuto inoltre, in maniera visibile,<br />

il ruolo della Chiesa e dei cattolici in alcuni aspetti qualificanti della<br />

vita dell’Italia: in particolare nel porre all’attenzione di tutti il significato<br />

e le implicazioni della nuova questione antropologica. In questo<br />

contesto si sono formate, o hanno intensificato la loro presenza, realtà<br />

come “Scienza & Vita”, il Forum <strong>delle</strong> Famiglie, “RetInOpera”, con una


forte unità tra i cattolici e una assai significativa convergenza con esponenti<br />

della cultura “laica”. Si è potuto interpretare così, come è apparso<br />

specialmente in occasione del referendum sulla procreazione assistita,<br />

il sentire profondo di gran parte del nostro popolo. Ho ricordato questi<br />

aspetti di crescita non per nascondere le difficoltà che persistono, e sotto<br />

qualche profilo si aggravano, nella presenza cristiana in Italia, ma per<br />

mostrare come i giudizi e gli atteggiamenti improntati alla stanchezza<br />

e al pessimismo, che esistono anche all’interno della Chiesa e possono<br />

essere umanamente assai comprensibili, si rivelino unilaterali già sul<br />

piano dei fatti e dell’esperienza.<br />

3. Proprio alla luce <strong>delle</strong> novità intercorse nell’ultimo decennio appare<br />

assai felice la scelta di concentrare l’attenzione del 4º Convegno<br />

della Chiesa italiana sulla testimonianza di Gesù Risorto, speranza del<br />

mondo. Nell’articolazione di questo titolo è facile ravvisare la duplice<br />

attenzione, ormai tradizionale in questi Convegni, alla missione evangelizzatrice<br />

della Chiesa e al suo determinante influsso positivo sulla vita<br />

della società. Questa duplice attenzione, però, non degenera in una dicotomia,<br />

ma si mantiene all’interno dell’unità dell’esperienza credente:<br />

è la testimonianza stessa di Gesù risorto, infatti, a costituire la speranza<br />

del mondo. Ancor più significativo è il fatto di essere andati, facendo<br />

perno sulla risurrezione di Cristo, al “centro della predicazione e della<br />

testimonianza cristiana, dall’inizio e fino alla fine dei tempi”, come ci<br />

ha detto ieri il Papa, che ha anche fatto risaltare in tutta la sua forza il<br />

motivo di questa centralità. Uno sguardo d’<strong>insieme</strong> all’evoluzione del<br />

mondo in cui viviamo, <strong>delle</strong> sue direttrici e dei suoi comportamenti, fa<br />

vedere infatti come i problemi che emergono tocchino le fondamenta<br />

stesse della nostra fede, e anche di una civiltà che voglia essere umanistica.<br />

Le possibilità di darvi risposta dipendono pertanto, in primo luogo,<br />

dall’autenticità e profondità del nostro rapporto con Dio. Soltanto<br />

così si formano quei testimoni di Cristo che l’allora Cardinale Ratzinger<br />

ha chiesto a Subiaco il 1º aprile 2005, con parole che è bene riascoltare<br />

in questo Convegno: “Ciò di cui abbiamo soprattutto bisogno in questo<br />

momento della storia sono uomini che, attraverso una fede illuminata e<br />

vissuta, rendano Dio credibile in questo mondo. La testimonianza negativa<br />

di cristiani che parlavano di Dio e vivevano contro di Lui ha oscurato<br />

l’immagine di Dio e ha aperto le porte dell’incredulità. Abbiamo<br />

bisogno di uomini che tengano lo sguardo dritto verso Dio, imparando<br />

1 3


1 4<br />

da lì la vera umanità. Abbiamo bisogno di uomini il cui intelletto sia<br />

illuminato dalla luce di Dio e a cui Dio apra il cuore, in modo che il loro<br />

intelletto possa parlare all’intelletto degli altri e il loro cuore possa aprire<br />

il cuore degli altri. Soltanto attraverso uomini toccati da Dio, Dio può<br />

far ritorno presso gli uomini”.<br />

Grande attenzione e cura sono state dedicate pertanto, già nella preparazione<br />

del Convegno, a ciò che nelle nostre comunità può meglio<br />

disporci a quell’evento gratuito per il quale gli uomini e le donne di ogni<br />

età e condizione sono “toccati da Dio”, e questo è anche il primo obiettivo<br />

a cui puntare per il dopo-Convegno. Si tratta “di riproporre a tutti con<br />

convinzione” quella “misura alta della vita cristiana ordinaria” che è la<br />

santità, come ci ha chiesto Giovanni Paolo II al termine del Grande Giubileo<br />

(Novo millennio ineunte, n. 31). Paola Bignardi, nel suo intervento<br />

di martedì, definendo la santità “unica misura secondo cui vale la pena<br />

essere cristiani”, ha rimarcato come a questa richiesta non ci siano per<br />

noi alternative praticabili. Infatti il cammino verso la santità non è altro,<br />

in ultima analisi, che il lasciar crescere in noi quell’incontro con la Persona<br />

di Cristo “che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione<br />

decisiva”, secondo le parole della Deus caritas est riprese ieri dal Papa<br />

nel suo discorso: così, nonostante tutte le nostre miserie e debolezze,<br />

possiamo essere riplasmati e trasformati dallo Spirito che abita in noi.<br />

In concreto, nella preparazione e nello svolgimento del nostro Convegno,<br />

sono ritornate con insistenza le richieste di dare spazio alla gratuità,<br />

alla contemplazione, alla lode e alla gratitudine della risposta credente<br />

al dono che Dio sempre di nuovo fa di se stesso a noi. Nella sostanza è<br />

lo stesso invito che ci ha fatto ieri il Papa, quando ci ha detto che “prima<br />

di ogni nostra attività e di ogni nostro programma … deve esserci l’adorazione,<br />

che ci rende davvero liberi e ci dà i criteri per il nostro agire”.<br />

Abbiamo a che fare qui con quello che è il vero “fondamentale” del nostro<br />

essere di cristiani. Esso, certamente in forme congruenti alle diverse<br />

vocazioni e situazioni di vita, riguarda ugualmente tutti noi, sacerdoti,<br />

religiosi e laici (cfr Lumen gentium, nn. 40-41), che abbiamo “per condizione<br />

la dignità e la libertà dei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo<br />

Spirito Santo” (Lumen gentium, n. 9). Il mistero cristiano, vissuto nella<br />

pienezza <strong>delle</strong> sue dimensioni di amore gratuito e sovrabbondante, di<br />

sequela di Cristo crocifisso e risorto e così di partecipazione alla vita<br />

stessa di Dio, è infatti l’unica realtà che possiamo davvero proporre come<br />

quel grande “sì” a cui si è riferito anche ieri Benedetto XVI, “sì” che


salva e che apre al futuro, anche all’interno della storia. È questo il motivo<br />

di fondo per il quale il Santo Padre insiste sul posto fondamentale<br />

della liturgia nella vita della Chiesa, come anche sull’opportunità di non<br />

pianificare troppo e di non lasciar prevalere gli aspetti organizzativi e<br />

tanto meno burocratici: con tutte queste indicazioni il nostro Convegno<br />

si è mostrato in spontanea e sentita sintonia. Da questa assemblea sale<br />

dunque un’umile preghiera, che implica però anche un sincero proposito,<br />

affinché il primato di Dio sia il più possibile “visibile” e “palpabile”<br />

nell’esistenza concreta e quotidiana <strong>delle</strong> nostre persone e <strong>delle</strong> nostre<br />

comunità.<br />

4. Cari fratelli e sorelle, ciascuno di noi constata ogni giorno quanti<br />

siano gli ostacoli che l’ambiente sociale e culturale in cui viviamo frappone<br />

al cammino verso la santità. Tutto ciò rende ancor più necessaria<br />

e importante l’opera formativa che le nostre comunità sono chiamate<br />

a compiere e che si rivolge, senza dualismi, alla persona concreta dell’uomo<br />

e del cristiano, con l’intero complesso <strong>delle</strong> sue esperienze, situazioni<br />

e rapporti. Queste giornate di lavoro e le relazioni che abbiamo<br />

appena ascoltato hanno già approfondito i molteplici aspetti di un tale<br />

impegno formativo, mentre Benedetto XVI ha sottolineato che l’educazione<br />

della persona è “questione fondamentale e decisiva”, per la quale<br />

è necessario “risvegliare il coraggio <strong>delle</strong> decisioni definitive”. Per parte<br />

mia vorrei solo confermare che il nostro Convegno, con la sua articolazione<br />

in cinque ambiti di esercizio della testimonianza, ognuno dei quali<br />

assai rilevante nell’esperienza umana e tutti <strong>insieme</strong> confluenti nell’unità<br />

della persona e della sua coscienza, ci ha offerto un’impostazione<br />

della vita e della pastorale della Chiesa particolarmente favorevole al<br />

lavoro educativo e formativo. Si tratta di un notevole passo in avanti rispetto<br />

all’impostazione prevalente ancora al Convegno di Palermo, che<br />

a sua volta puntava sull’unità della pastorale ma era meno in grado di<br />

ricondurla all’unità della persona perché si concentrava solo sul legame,<br />

pur giusto e prezioso, tra i tre compiti o uffici della Chiesa: l’annunzio e<br />

l’insegnamento della parola di Dio, la preghiera e la liturgia, la testimonianza<br />

della carità.<br />

Non è necessario aggiungere che l’opera formativa, sebbene oggi<br />

debba essere rivolta a tutti, mantiene un orientamento e una rilevanza<br />

speciale per i bambini e i ragazzi, gli adolescenti e i giovani: sono proprio<br />

le nuove generazioni, del resto, le più esposte a un duplice rischio:<br />

1


1<br />

quello di crescere in un contesto sociale e culturale nel quale la tradizione<br />

cristiana sembra svanire e dissolversi – perfino in rapporto al suo centro<br />

che è Gesù Cristo – rimanendo viva e rilevante soltanto all’interno degli<br />

ambienti ecclesiali, e quello di pagare le conseguenze di un generale<br />

impoverimento dei fattori educativi nella nostra società. Anche di questi<br />

problemi e <strong>delle</strong> possibilità di rispondervi il nostro Convegno si è occupato<br />

approfonditamente. In particolare l’iniziazione cristiana si presenta<br />

oggi alle nostre Chiese come una sfida cruciale e come un grande cantiere<br />

aperto, dove c’è bisogno di dedizione e passione formativa ed evangelizzatrice,<br />

di sicura fedeltà e al contempo del coraggio di affrontare<br />

creativamente le difficoltà odierne. Di un’analoga passione educativa<br />

c’è forte necessità nelle scuole e specificamente nelle scuole cattoliche.<br />

È giusto ricordare qui che la Chiesa italiana nel prossimo triennio realizzerà<br />

un progetto denominato “Agorà dei giovani”, il cui primo e assai<br />

importante appuntamento sarà l’incontro dei giovani italiani a Loreto il<br />

1° e il 2 settembre 2007, al quale abbiamo invitato il Santo Padre.<br />

Un aspetto sul quale occorre insistere è quello dell’orientamento e<br />

della qualificazione missionaria che la formazione dei cristiani deve<br />

avere, ad ogni livello. Non si tratta di aggiungere un elemento dall’esterno,<br />

ma di aiutare a maturare la consapevolezza di ciò che alla nostra<br />

fede è pienamente intrinseco. Come ha detto il Papa al Convegno della<br />

<strong>Diocesi</strong> di Roma il 5 giugno scorso, “Nella misura in cui ci nutriamo di<br />

Cristo e siamo innamorati di Lui, avvertiamo anche lo stimolo a portare<br />

altri verso di Lui: la gioia della fede infatti non possiamo tenerla per noi,<br />

dobbiamo trasmetterla”.<br />

5. Questa tensione missionaria rappresenta anche il principale criterio<br />

intorno al quale configurare e rinnovare progressivamente la vita<br />

<strong>delle</strong> nostre comunità. Dal nostro Convegno emerge chiara l’esigenza di<br />

superare le tentazioni dell’autoreferenzialità e del ripiegamento su di sé,<br />

che pure non mancano, come anche di non puntare su un’organizzazione<br />

sempre più complessa, per imboccare invece con maggiore risolutezza<br />

la strada dell’attenzione alle persone e alle famiglie, dedicando tempo<br />

e spazio all’ascolto e alle relazioni interpersonali, con particolare cura<br />

per la confessione sacramentale e la direzione spirituale. In un contesto<br />

nuovo e diverso, avremo così il ricupero di una dimensione qualificante<br />

della nostra tradizione pastorale.<br />

Per essere pienamente missionaria, questa attenzione alle persone e


alle famiglie deve assumere però un preciso orientamento dinamico: non<br />

basta cioè “attendere” la gente, ma occorre “andare” a loro e soprattutto<br />

“entrare” nella loro vita concreta e quotidiana, comprese le case in cui<br />

abitano, i luoghi in cui lavorano, i linguaggi che adoperano, l’atmosfera<br />

culturale che respirano. È questo il senso e il nocciolo di quella “conversione<br />

pastorale” di cui sentiamo così diffusa l’esigenza: essa riguarda<br />

certamente le parrocchie, ma anche, in modo differenziato, le comunità<br />

di vita consacrata, le aggregazioni laicali, le strutture <strong>delle</strong> nostre <strong>Diocesi</strong>,<br />

la formazione del clero nei seminari e nelle università, la Conferenza<br />

Episcopale e gli altri organismi nazionali e regionali.<br />

Proprio qui si inserisce la proposta, o meglio il bisogno, della “pastorale<br />

integrata”. Dobbiamo precisare i suoi contorni e darle man mano<br />

maggiore concretezza, ma sono già chiari il suo obiettivo e la sua direzione<br />

di marcia: essa trova infatti nella comunione ecclesiale la sua radice<br />

e nella missione, da svolgere nell’attuale società complessa, la sua<br />

finalità e la sua concreta ragion d’essere. Punta quindi a mettere in rete<br />

tutte le molteplici risorse umane, spirituali, pastorali, culturali, professionali<br />

non solo <strong>delle</strong> parrocchie ma di ciascuna realtà ecclesiale e persona<br />

credente, al fine della testimonianza e della comunicazione della<br />

fede in questa Italia che sta cambiando sotto i nostri occhi.<br />

Fin da quando si è incominciato a progettare il presente Convegno<br />

è apparso centrale, proprio nella prospettiva della missione, il tema dei<br />

cristiani laici e molto è maturato in proposito sia in queste giornate sia<br />

nel lavoro preparatorio, nella linea del Concilio Vaticano II e dell’Esortazione<br />

Apostolica Christifideles laici. È chiaro a tutti noi che il presupposto<br />

di una piena e feconda presenza e testimonianza laicale è costituito<br />

dalla comunione ecclesiale e specificamente da quella spiritualità di<br />

comunione che è stata invocata da Giovanni Paolo II con queste parole<br />

appassionate: “Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco<br />

la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia, se vogliamo<br />

essere fedeli al disegno di Dio e rispondere anche alle attese profonde del<br />

mondo” (Novo millennio ineunte, n. 43). In particolare è indispensabile<br />

una comunione forte e sincera tra sacerdoti e laici, con quell’amicizia,<br />

quella stima, quella capacità di collaborazione e di ascolto reciproco attraverso<br />

cui la comunione prende corpo. Anzitutto noi Vescovi e presbiteri,<br />

proprio per la peculiare missione e responsabilità che ci è affidata<br />

nella Chiesa, siamo chiamati a farci carico di questa comunione concreta,<br />

prendendo sul serio la parola di Gesù, ripresa nella Lumen gentium<br />

1


1<br />

(n. 18), che ci dice che siamo a servizio dei nostri fratelli. Ciò non significa<br />

che si debba abdicare al nostro compito specifico e all’esercizio<br />

dell’autorità che ne fa parte. Implica e richiede però che questo compito<br />

e questa autorità siano protesi a far crescere la maturità della fede, la<br />

coscienza missionaria e la partecipazione ecclesiale dei laici, trovando<br />

in ciò una fonte di gioia personale e non certo di preoccupazione o di<br />

rammarico, e promuovendo la realizzazione di quegli spazi e momenti<br />

di corresponsabilità in cui tutto ciò possa concretamente svilupparsi.<br />

Analogo spirito e comportamento è evidentemente richiesto nei cristiani<br />

laici: tutti infatti dobbiamo essere consapevoli che tra sacerdoti e laici<br />

esiste un legame profondo, per cui in un’ottica autenticamente cristiana<br />

possiamo solo crescere <strong>insieme</strong>, o invece decadere <strong>insieme</strong>.<br />

La testimonianza missionaria dei laici, che in Italia ha alle spalle una<br />

storia lunga e grande, le cui forme moderne sono iniziate già ben prima<br />

del Vaticano II, e che poi ha ricevuto dal Concilio nuova fecondità e<br />

nuovo impulso, ha oggi davanti a sé degli spazi aperti che appaiono assai<br />

ampi, promettenti e al tempo stesso esigenti. Questa testimonianza<br />

è chiamata infatti ad esplicarsi sotto due profili, connessi ma distinti.<br />

Uno di essi è quello dell’animazione cristiana <strong>delle</strong> realtà sociali, che<br />

i laici devono compiere con autonoma iniziativa e responsabilità e al<br />

contempo nella fedeltà all’insegnamento della Chiesa, specialmente<br />

per quanto riguarda le fondamentali tematiche etiche ed antropologiche.<br />

L’altro è quello della diretta proposta e testimonianza del Vangelo<br />

di Gesù Cristo, non solo negli ambienti ecclesiali ma anche e non meno<br />

nei molteplici spazi della vita quotidiana: in quello scambio continuo,<br />

cioè, che ha luogo all’interno <strong>delle</strong> famiglie come nelle scuole, nei luoghi<br />

di lavoro, nei locali pubblici e in tante altre occasioni. Sono i laici<br />

pertanto ad avere le più frequenti e per così dire “naturali” opportunità<br />

di svolgere una specie di apostolato o diaconia <strong>delle</strong> coscienze, esplicitando<br />

la propria fede e traducendo in comportamenti effettivi e visibili<br />

la propria coscienza cristianamente formata. Così essi possono aiutare<br />

ogni uomo e ogni donna con cui hanno a che fare a riscoprire lo sguardo<br />

della fede e a mantenere desta a propria volta la coscienza, lasciandosi<br />

interrogare da essa e possibilmente ascoltandola in concreto. Soltanto<br />

per questa via può realizzarsi la saldatura tra la fede e la vita e può assumere<br />

concretezza quella “seconda fase” del progetto culturale che è stata<br />

motivatamente proposta dal Cardinale Tettamanzi. Questa forma di testimonianza<br />

missionaria appare dunque decisiva per il futuro del cristia-


nesimo e in particolare per mantenere viva la caratteristica “popolare”<br />

del cattolicesimo italiano, senza ridurlo a un “cristianesimo minimo”,<br />

come ha giustamente chiesto Don Franco Giulio Brambilla: tale forma<br />

di testimonianza dovrebbe pertanto crescere e moltiplicarsi. Potrà farlo<br />

però soltanto sulla base di una formazione cristiana realmente profonda,<br />

nutrita di preghiera e motivata e attrezzata anche culturalmente. Di<br />

fronte a una tale prospettiva diviene ancora più evidente la necessità di<br />

comunione e di un impegno sempre più sinergico tra i laici cristiani e tra<br />

le loro diverse forme di aggregazione, mentre si rivelano davvero privi<br />

di fondamento gli atteggiamenti concorrenziali e i timori reciproci.<br />

6. Cari fratelli e sorelle, nel nostro comune impegno di evangelizzazione<br />

e testimonianza dobbiamo essere chiaramente consapevoli di una<br />

questione che la Chiesa ha affrontato fin dall’inizio e che specialmente<br />

oggi non è in alcun modo aggirabile: quella della verità del cristianesimo.<br />

Nell’attuale contesto culturale essa implica un confronto con posizioni<br />

che mettono in dubbio non solo la verità cristiana ma la possibilità<br />

stessa che l’uomo raggiunga una qualsiasi verità non puramente soggettiva,<br />

funzionale e provvisoria: tanto meno egli potrebbe raggiungere<br />

la verità in ambito religioso e in ambito etico. Così la fede cristiana è<br />

messa in questione nel suo stesso nucleo sorgivo e contenuto centrale,<br />

nel riconoscimento di Dio e del suo rivelarsi a noi in Gesù Cristo: in particolare<br />

non sarebbe più seriamente proponibile quello che è il cuore del<br />

presente Convegno, la testimonianza di Gesù risorto. Tutto ciò si riferisce<br />

in primo luogo al confronto intellettuale e al dibattito pubblico, ma<br />

ha certamente un’eco e un influsso nella coscienza e nei convincimenti<br />

<strong>delle</strong> persone, in specie dei giovani che si stanno formando. Bisogna aggiungere<br />

però che gli atteggiamenti di chiusura o anche di contestazione<br />

esplicita della plausibilità della fede in Dio, e in particolare del cristianesimo,<br />

coesistono e confliggono con uno sviluppo ben diverso, quello<br />

della crescita dell’importanza della religione, che si sta verificando a<br />

largo raggio e in particolare anche in Italia, dove si qualifica in buona<br />

misura come riaffermazione del valore dell’identità cristiana e cattolica.<br />

Non si tratta comunque e soltanto di un fenomeno che si esprimerebbe<br />

prevalentemente a livello pubblico, come difesa di un’identità che si<br />

sente minacciata da altre presenze. Esso ha a che fare, più profondamente,<br />

con la questione del significato della nostra vita, dei suoi scopi e della<br />

direzione da imprimerle: questione che nel contesto di una forma di ra-<br />

1


1 0<br />

zionalità soltanto sperimentale e calcolatrice non trova spazio legittimo<br />

e tanto meno risposta. Una tale questione è però insopprimibile, perché<br />

tocca l’intimo della persona, quel “cuore” che solo Dio può davvero conoscere<br />

(cfr 1Re 8, 39; At 1, 24; 15,8).<br />

Il risultato di un simile contrasto alla fine non è positivo né per la razionalità<br />

scientifica, che rischia di essere percepita come una minaccia<br />

piuttosto che come un grande progresso e una straordinaria risorsa, né<br />

per il senso religioso che, quando appare tagliato fuori dalla razionalità,<br />

rimane in una condizione precaria e può essere preda di derive fantasiose<br />

o fanatiche.<br />

È dunque davvero provvidenziale l’insistenza con cui Benedetto<br />

XVI stimola e invita ad “allargare gli spazi della nostra razionalità”, come<br />

ha fatto anche ieri al nostro Convegno e più ampiamente nel grande<br />

discorso all’Università di Regensburg, dove ha messo in luce il legame<br />

costitutivo tra la fede cristiana e la ragione autentica. A questa opera<br />

la Chiesa e i cattolici italiani devono dedicarsi con fiducia e creatività:<br />

anch’essa fa parte della “seconda fase” del progetto culturale e ne costituisce<br />

una dimensione caratterizzante. Va compiuta nella linea del sì<br />

all’uomo, alla sua ragione e alla sua libertà, che il Papa ieri ci ha riproposto<br />

con forza, attraverso un confronto libero e a tutto campo. Abbraccia<br />

dunque le molteplici articolazioni del pensiero e dell’arte, il linguaggio<br />

dell’intelligenza e della vita, ogni fase dell’esistenza della persona e il<br />

contesto familiare e sociale in cui essa vive. È affidata alla responsabilità<br />

dei Vescovi e al lavoro dei teologi, ma chiama ugualmente in causa<br />

la nostra pastorale, la catechesi e la predicazione, l’insegnamento della<br />

religione e la scuola cattolica, così come la ricerca filosofica, storica e<br />

scientifica e il corrispondente impegno didattico nelle scuole e nelle università,<br />

e ancora lo spazio tanto ampio e pervasivo della comunicazione<br />

mediatica. Di più, la sollecitudine specifica per la questione della verità<br />

è parte essenziale di quella missionarietà a cui, come ho già sottolineato,<br />

i cristiani laici sono chiamati nei molteplici spazi della vita quotidiana,<br />

familiare e professionale.<br />

La forma e modalità in cui la verità cristiana va proposta ci riconduce<br />

al tema del nostro Convegno: è infatti, necessariamente, la forma della<br />

testimonianza. Ciò non soltanto perché l’uomo del nostro tempo ascolta<br />

più volentieri i testimoni che i maestri (cfr Evangelii nuntiandi, n. 41),<br />

ma per un motivo intrinseco alla verità cristiana stessa. Essa infatti apre<br />

al mistero di Dio che liberamente si dona a noi e mette in gioco, <strong>insieme</strong>


con la nostra ragione, tutta la nostra vita e la nostra salvezza. Non si impone<br />

quindi con evidenza cogente ma passa attraverso l’esercizio della<br />

nostra libertà. La coerenza della vita, pertanto, è richiesta a ciascuno di<br />

noi se vogliamo aiutare davvero i nostri fratelli a compiere quel passo<br />

che porta a fidarsi di Gesù Cristo.<br />

Questo legame tra verità e libertà è oggi quanto mai attuale e importante<br />

anche sul piano pubblico, sia nei confronti di coloro che, in Italia e<br />

in genere in Occidente, vedono nella rivendicazione di verità del cristianesimo<br />

una minaccia per la libertà <strong>delle</strong> coscienze e dei comportamenti,<br />

sia in relazione al dialogo inter-religioso, da condurre nel cordiale rispetto<br />

reciproco e al contempo senza rinunciare a proporre con sincerità<br />

e chiarezza i contenuti della propria fede e le motivazioni che li sostengono.<br />

Il Concilio Vaticano II, ponendo a fondamento della libertà religiosa<br />

non una concezione relativistica della verità ma la dignità stessa<br />

della persona umana, ha messo a punto il quadro entro il quale i timori di<br />

un conflitto tra verità e libertà potrebbero e dovrebbero essere superati<br />

da tutti (cfr Dignitatis humanae, nn. 1-3).<br />

7. La tensione escatologica del cristianesimo, fortemente evidenziata<br />

nel titolo stesso del nostro Convegno dal riferimento alla risurrezione e<br />

alla speranza, coinvolge d’altronde l’indole stessa della verità cristiana,<br />

che è sempre più grande di noi, va accolta e testimoniata nell’umiltà e ci<br />

orienta verso il futuro di Dio. Per la medesima ragione la verità cristiana<br />

ha carattere “inclusivo”, tende ad unire e non a dividere, è fattore di pace<br />

e non di inimicizia e così mostra chiaramente di non essere una ideologia.<br />

Come disse Giovanni Paolo II al Convegno di Loreto (n. 5), nella<br />

sua essenza profonda la verità cristiana è, infatti, manifestazione dell’amore,<br />

e solo nella concreta testimonianza dell’amore può trovare la<br />

sua piena credibilità. Sento il bisogno di ricordare qui due nostri fratelli,<br />

Don Andrea Santoro e Suor Leonella Sgorbati, che di un tale legame tra<br />

verità di Cristo e amore del prossimo hanno dato quest’anno la testimonianza<br />

del sangue.<br />

Proprio riguardo alla concezione dell’amore si è sviluppata negli ultimi<br />

secoli, come ha scritto Benedetto XVI nella Deus caritas est (n. 3),<br />

una critica sempre più radicale al cristianesimo, che il Papa così riassume:<br />

“la Chiesa con i suoi comandamenti e i suoi divieti non ci rende forse<br />

amara la cosa più bella della vita?”. Già Nietzsche riteneva decisivo,<br />

per superare e sconfiggere definitivamente il cristianesimo, attaccarlo<br />

1 1


1 2<br />

non tanto sul piano della sua verità quanto su quello del valore della<br />

morale cristiana, mostrando che essa costituirebbe un crimine capitale<br />

contro la vita, perché avrebbe introdotto nel mondo il sentimento e la<br />

coscienza del peccato, autentica malattia dell’anima.<br />

Un simile attacco sembra davvero in corso, anche se in maniera per<br />

lo più inconsapevole, come appare da quel processo di “alleggerimento”<br />

che tende a rendere fragili e precari sia la solidarietà sociale sia i legami<br />

affettivi. Tra i suoi fattori ci sono certamente l’affermarsi di un erotismo<br />

sempre più pervasivo e diffuso, così come la ricerca del successo individuale<br />

ad ogni costo, sulla base di una concezione della vita dove il valore<br />

prevalente sembra essere la soddisfazione del desiderio, che diventa<br />

anche la misura e il criterio della nostra personale libertà.<br />

Anche sotto questo profilo siamo dunque chiamati a rendere ragione<br />

della nostra speranza (cfr 1Pt 3, 15), con tutta quell’ampiezza di impegno<br />

e di servizio che ci ha illustrato il Papa nel suo discorso. Si tratta infatti<br />

della vita concreta <strong>delle</strong> persone e <strong>delle</strong> famiglie e del sostegno che esse<br />

nella comunità ecclesiale trovano o non trovano. Si tratta in particolare<br />

del modo in cui è concepito, proposto e vissuto il matrimonio, come del<br />

tipo di educazione che offriamo alle nuove generazioni. Al riguardo deve<br />

crescere la nostra fiducia e il nostro coraggio nell’affrontare la grande<br />

questione dell’amore umano, che è decisiva per tutti e specialmente per<br />

gli adolescenti e i giovani: è illusorio dunque pensare di poter formare<br />

cristianamente sia i giovani sia le coppie e le famiglie senza cercare di<br />

aiutarli a comprendere e sperimentare che il messaggio di Gesù Cristo<br />

non soffoca l’amore umano, ma lo risana, lo libera e lo fortifica.<br />

Una testimonianza che si muove su un piano in apparenza molto diverso,<br />

ma in realtà profondamente connesso, è quella della sollecitudine<br />

cristiana verso i più poveri e i sofferenti: attraverso di essa si esprimono<br />

infatti quella generosità e quella capacità di attenzione verso gli altri<br />

che sono il segno dell’amore autentico. Perciò l’esercizio della carità è,<br />

anche per i giovani, un tirocinio prezioso che irrobustisce la persona e<br />

la rende più libera e più idonea a un duraturo dono di sé. Specialmente<br />

quando si tratta del dolore e della sofferenza, da affrontare nella propria<br />

carne o da cercare di alleviare nelle persone del nostro prossimo, ci è data<br />

la possibilità di entrare nella logica della croce e di comprendere più<br />

da vicino la radicalità e la forza dell’amore che Dio ha per noi in Gesù<br />

Cristo, come ci ha detto ieri Benedetto XVI con parole particolarmente<br />

penetranti. Dobbiamo dunque ringraziare il Signore per l’ininterrotta


testimonianza di carità della Chiesa italiana verso i poveri di ogni specie<br />

che sono tra noi, verso gli ammalati, verso le tante popolazioni del<br />

mondo che soffrono la fame e la sete, sono vittime della violenza degli<br />

uomini o di catastrofi naturali e di terribili epidemie. Rinnoviamo qui,<br />

<strong>insieme</strong>, la preghiera e l’impegno perché questa testimonianza continui<br />

e si rafforzi, nella certezza che per questa via il volto della Chiesa può<br />

riflettere la luce di Cristo (cfr Lumen gentium, n. 1).<br />

8. La sollecitudine per il bene dell’Italia ci ha spinto a prendere in<br />

esame, anche in questo Convegno, le problematiche sociali, economiche<br />

e politiche, nel quadro della chiara indicazione che il Santo Padre ha<br />

ribadito anche ieri nel suo discorso, secondo la quale “La Chiesa … non<br />

è e non intende essere un agente politico”, ma nello stesso tempo “ha un<br />

interesse profondo per il bene della comunità politica”.<br />

Negli anni che ci separano dal Convegno di Palermo la novità politicamente<br />

forse più rilevante è stata l’affermarsi del “bipolarismo”, con<br />

l’alternanza tra le maggioranze di governo, mentre sul piano economico<br />

si segnala il passaggio dalla lira all’euro e il grande incremento della<br />

presenza di immigrati influisce a molteplici livelli. Il nostro Paese attraversa<br />

comunque una stagione non facile, che ha visto tendenzialmente<br />

ridursi il suo tasso di sviluppo e il suo peso nell’economia internazionale.<br />

Il dato più grave e preoccupante è chiaramente il declino demografico,<br />

che persiste ormai da troppi anni senza dare finora segnali di una<br />

consistente inversione di tendenza: le sue conseguenze su tutta la vita<br />

dell’Italia saranno purtroppo sempre più pesanti e condizionanti. Come<br />

ci ha detto Savino Pezzotta, la bassa natalità è il segno più evidente del<br />

venir meno di uno slancio vitale e progettuale nei confronti del futuro.<br />

Un altro nodo ancora largamente non risolto è la cosiddetta “questione<br />

meridionale”, che in realtà è questione di tutta l’Italia e merita pertanto<br />

un impegno comune e solidale. Anche su di noi, naturalmente, hanno influito<br />

non poco quei grandi rivolgimenti che ho ricordato all’inizio, come<br />

l’affermarsi di nuovi grandi attori sulla scena mondiale e l’emergere<br />

della questione antropologica. Nel cammino di sviluppo dell’Unione<br />

Europea la nota saliente è stata il suo forte allargamento, specialmente<br />

nei confronti dei Paesi ex-comunisti, che ha posto rimedio a una grande<br />

ingiustizia storica. Per questo e per altri e più radicati motivi l’Unione<br />

Europea sta conoscendo a sua volta non lievi difficoltà e si scontra con<br />

problemi non risolti: ha dunque bisogno di riscoprire le sue più profonde<br />

1 3


1 4<br />

ragioni d’essere, per poter trovare più convinto sostegno nei popoli che<br />

ne fanno parte.<br />

Nel corso di questi anni la Chiesa italiana si è mantenuta costantemente<br />

fedele alle indicazioni emerse, con l’esplicito sostegno di Giovanni<br />

Paolo II, dal Convegno di Palermo: esse si sono rivelate positive<br />

e feconde sia per la vita della Chiesa sia per il suo contributo al bene<br />

dell’Italia e corrispondono certamente all’insegnamento di Benedetto<br />

XVI. Abbiamo dunque tutti i motivi per proseguire su questa via, non<br />

coinvolgendoci in scelte di partito o di schieramento politico e operando<br />

invece perché i fondamentali principi richiamati dalla dottrina sociale<br />

della Chiesa e conformi all’autentica realtà dell’uomo innervino e sostengano<br />

la vita della nostra società.<br />

All’interno di questa linea costante l’ultimo decennio ha visto crescere<br />

<strong>delle</strong> attenzioni specifiche, specialmente in rapporto all’aggravarsi<br />

della situazione internazionale, con l’esplosione del terrorismo di matrice<br />

islamica e di guerre funeste, e soprattutto con l’impatto che sta avendo<br />

anche da noi la questione antropologica. Pertanto, in stretta sintonia<br />

con l’insegnamento dei Pontefici, abbiamo messo l’accento sulla cultura<br />

della pace, fondata sui quattro pilastri della verità, della giustizia,<br />

dell’amore e della libertà, come afferma la Pacem in terris (nn. 18-19;<br />

47-67). Abbiamo inoltre concentrato il nostro impegno sulle tematiche<br />

antropologiche ed etiche, in particolare sulla tutela della vita umana in<br />

tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e sulla difesa e<br />

promozione della famiglia fondata sul matrimonio, contrastando quindi<br />

le tendenze ad introdurre nell’ordinamento pubblico altre forme di unione<br />

che contribuirebbero a destabilizzarla. Con lo stesso spirito abbiamo<br />

incoraggiato l’impegno pubblico nell’educazione e nella scuola e insistito<br />

con pazienza e tenacia, anche se finora con risultati modesti, per la<br />

parità effettiva <strong>delle</strong> scuole libere.<br />

Occorre ora dare seguito anche a queste attenzioni specifiche, probabilmente<br />

destinate a farsi ancora più necessarie nei prossimi anni, mantenendoci<br />

naturalmente sempre aperti a cogliere le problematiche nuove<br />

che avessero a manifestarsi. In questa sede, piuttosto che soffermarmi<br />

ancora una volta sui singoli argomenti, preferisco aggiungere qualche<br />

parola su un interrogativo di fondo della nostra società e sull’animo e<br />

l’atteggiamento con cui la comunità cristiana cerca di svolgere il proprio<br />

compito, muovendosi nella chiara consapevolezza della distinzione e<br />

della differenza tra la missione della Chiesa come tale e le autonome re-


sponsabilità propriamente politiche dei fedeli laici. L’interrogativo a cui<br />

mi riferisco riguarda la tendenza a porre in maniera unilaterale l’accento<br />

sui diritti individuali e sulle libertà del singolo, piuttosto che sul valore<br />

dei rapporti che uniscono le persone tra loro e che hanno un ruolo essenziale<br />

non solo per il bene della società, ma anche per la formazione e la<br />

piena realizzazione <strong>delle</strong> persone stesse. A questa tendenza, fortemente<br />

presente nella cultura pubblica e anche, sebbene in misura minore e in<br />

forme diverse, nel vissuto della gente, e attualmente protesa a cambiare<br />

la legislazione esistente, per parte nostra non intendiamo opporre un rifiuto<br />

altrettanto unilaterale: siamo infatti ben consapevoli che la libertà<br />

della persona è un grandissimo valore, che va riconosciuto nella misura<br />

più ampia possibile anche nella società e nelle sue leggi, limitandola<br />

solo quando e in quanto è necessario, come insegna il Concilio Vaticano<br />

II (Dignitatis humanae, n. 7). Riteniamo importante e urgente però,<br />

non per qualche interesse cattolico ma per il futuro del nostro popolo,<br />

far crescere a tutti i livelli una rinnovata consapevolezza della realtà intrinsecamente<br />

relazionale del nostro essere e quindi del valore decisivo<br />

dei rapporti che ci uniscono gli uni gli altri. Il senso del nostro impegno<br />

di cattolici italiani va dunque, prima che a fermare quei cambiamenti<br />

che appaiono negativi per il Paese, a mantenere viva e possibilmente a<br />

potenziare quella riserva di energie morali di cui l’Italia ha bisogno, se<br />

vuole crescere socialmente, culturalmente ed anche economicamente, e<br />

se intende superare il rischio di quella “scomposizione dell’umano” da<br />

cui ci ha messo in guardia il Prof. Lorenzo Ornaghi.<br />

È questo il contesto concreto nel quale si colloca la chiara affermazione,<br />

da parte di Papa Benedetto, di quella laicità “sana” e “positiva” in<br />

virtù della quale le realtà temporali si reggono secondo norme loro proprie<br />

e lo Stato è certamente indipendente dall’autorità ecclesiastica, ma<br />

non prescinde da quelle istanze etiche che trovano il loro fondamento<br />

nell’essenza stessa dell’uomo e da quel “senso religioso” in cui si esprime<br />

la nostra costitutiva apertura alla trascendenza. Questo concetto di<br />

laicità ci rallegriamo di veder condiviso in maniera crescente anche tra<br />

coloro che non hanno in comune con noi la fede cristiana, o almeno non<br />

la praticano. Accettiamo parimenti con animo sereno le critiche e talvolta<br />

le ostilità che il nostro impegno pubblico porta con sé, sapendo che<br />

fanno parte della libera dialettica di un Paese democratico e che molto<br />

più preoccupante <strong>delle</strong> critiche sarebbe quell’indifferenza che è sinonimo<br />

di irrilevanza e che sarebbe il segno di una nostra mancata presenza.<br />

1


1<br />

9. Cari fratelli e sorelle, tutto l’<strong>insieme</strong> <strong>delle</strong> richieste e dei compiti,<br />

a prima vista assai diversificati, che questo Convegno ha fatto passare<br />

davanti a noi, si riconduce alla missione della Chiesa, che in realtà è<br />

una sola, e deve trovare pertanto il soggetto che se ne fa carico nella<br />

medesima Chiesa, intesa però nella pienezza <strong>delle</strong> sue dimensioni: come<br />

popolo di Dio che vive nella storia, con le sue molteplici articolazioni<br />

e componenti, e come mistero e sacramento, presenza salvifica di Dio<br />

Padre, corpo di Cristo e tempio dello Spirito, con una ordinazione intrinseca<br />

alla salvezza di tutti gli uomini (cfr Lumen gentium, capp. I e II).<br />

Perciò, se saremo veramente Chiesa nella realtà della nostra preghiera e<br />

della nostra vita, non saremo mai soli, come ci ha detto ieri il Papa, e non<br />

porteremo da soli il peso dei nostri compiti.<br />

Per il modo in cui interpretare storicamente il nostro essere Chiesa<br />

negli anni che ci attendono, Benedetto XVI ci ha dato dei grandi ammaestramenti,<br />

specialmente nel discorso alla Curia Romana del 22 dicembre<br />

scorso, invitandoci a proseguire e sviluppare l’attuazione del Concilio<br />

Vaticano II sulla base dell’“ermeneutica della riforma”, cioè del rinnovamento<br />

nella continuità dell’unico soggetto Chiesa e dei principi del<br />

suo insegnamento, continuità che ammette forme di discontinuità in rapporto<br />

al variare <strong>delle</strong> situazioni storiche e ai problemi nuovi che via via<br />

emergono. Il Papa stesso ha aggiunto che il Concilio ha tracciato, sia<br />

pure solo a larghe linee, la direzione essenziale del dialogo attuale tra<br />

fede e ragione e che adesso “questo dialogo è da sviluppare con grande<br />

apertura mentale, ma anche con quella chiarezza nel discernimento degli<br />

spiriti che il mondo con buona ragione aspetta da noi proprio in questo<br />

momento”: a un tale compito affascinante anche il nostro Convegno<br />

confida di aver dato un contributo, per quanto modesto.<br />

La parola “discernimento” ci richiama ad un obiettivo che ci eravamo<br />

dati nel Convegno di Palermo, anche con l’impulso di Giovanni Paolo II,<br />

specialmente in rapporto al discernimento comunitario che consenta ai<br />

fratelli nella fede, collocati in formazioni politiche diverse, di dialogare<br />

e di aiutarsi reciprocamente ad operare in maniera coerente con i comuni<br />

valori a cui aderiscono. È diffusa l’impressione che questo obiettivo sia<br />

stato mancato in larga misura nel decennio scorso, anche se una valutazione<br />

più attenta potrebbe suggerire che esso ha avuto pure <strong>delle</strong> realizzazioni<br />

non piccole, principalmente, ma non esclusivamente, in occasione<br />

della legge sulla procreazione assistita e del successivo referendum.<br />

Per fare meglio in futuro può essere utile tener accuratamente presente


la differenza tra il discernimento rivolto direttamente all’azione politica<br />

o invece all’elaborazione culturale e alla formazione <strong>delle</strong> coscienze: di<br />

quest’ultimo infatti, piuttosto che dell’altro, la comunità cristiana come<br />

tale può essere la sede propria e più conveniente, mentre partecipando<br />

da protagonisti a un tale discernimento culturale e formativo i cristiani<br />

impegnati in politica potranno aiutare le nostre comunità a diventare più<br />

consapevoli della realtà concreta in cui vivono e al contempo ricevere da<br />

esse quel nutrimento di cui hanno bisogno e diritto.<br />

La premessa decisiva per una buona riuscita del discernimento comunitario,<br />

da realizzarsi in ambito pastorale non meno che riguardo ai<br />

problemi sociali e politici, come assai più largamente la premessa per<br />

una più piena testimonianza cristiana a tutti i livelli, è in ogni caso la crescita<br />

e l’approfondimento di quel senso di appartenenza ecclesiale che<br />

purtroppo fatica a penetrare l’intero corpo del popolo di Dio, e talvolta<br />

anche in sue membra qualificate sembra scarso. Benedetto XVI, mettendo<br />

davanti a noi “la vera essenza della Chiesa”, come la incontriamo,<br />

pura e non deformata, nella Vergine Maria, ci ha indicato ieri la strada<br />

giusta per maturare in noi il significato e il motivo autentico della nostra<br />

appartenenza, che non ignora, non nasconde e non giustifica le tante carenze,<br />

miserie e anche sporcizie di noi stessi e <strong>delle</strong> nostre comunità, ma<br />

sa bene perché non deve arrestare soltanto lì il proprio sguardo e perché<br />

esse non devono attenuare la sincerità e profondità della nostra appartenenza.<br />

Cari fratelli e sorelle, su questa nota ecclesiale vorrei terminare il mio<br />

troppo lungo discorso, intimamente convinto che l’amore alla Chiesa fa<br />

alla fine tutt’uno con l’amore a Cristo, pur senza dimenticare mai che tra<br />

la Chiesa e Cristo vige non un’identità ma una “non debole analogia”<br />

come ha insegnato il Concilio (cfr Lumen gentium, n. 8). Questo amore<br />

indiviso, dunque, dobbiamo far rifiorire in noi. Ci affidiamo per questo<br />

all’intercessione di Maria, Madre della Chiesa, del suo sposo Giuseppe,<br />

che della Chiesa è universale patrono, e di San Zeno patrono della Chiesa<br />

di Verona, a cui rinnoviamo il nostro grazie. Il Signore Gesù benedica<br />

la nostra umile fatica di questi giorni e faccia germinare da essa qualche<br />

frutto dello Spirito, così che possiamo essere davvero testimoni della<br />

sua risurrezione, per quella speranza di cui tutti abbiamo bisogno.<br />

* * *<br />

1


1<br />

Messaggio<br />

alle Chiese particolari in Italia<br />

Mentre lasciamo Verona per tornare alle nostre Chiese, vogliamo manifestare<br />

la gioia profonda per aver vissuto <strong>insieme</strong> questo 4º Convegno<br />

Ecclesiale Nazionale. Portavamo con noi il desiderio di ravvivare, per<br />

noi e per tutti, le ragioni della speranza. Nell’incontro con il Signore<br />

risorto, abbiamo rivissuto lo stupore, la trepidazione e la gioia dei primi<br />

discepoli.<br />

Oggi, come loro, possiamo dire: “abbiamo visto il Signore!”.<br />

Lo abbiamo visto nel nostro essere <strong>insieme</strong> e nella comunione che ha<br />

unito tutti noi e che ha preso forma di Chiesa nell’ascolto della Parola e<br />

nell’Eucaristia.<br />

Lo abbiamo incontrato nella persona di Papa Benedetto e ascoltato<br />

nelle sue parole.<br />

Lo abbiamo toccato con mano nella testimonianza dei cristiani che,<br />

nelle nostre terre, hanno vissuto il Vangelo facendo della santità l’anelito<br />

della loro esistenza quotidiana. Abbiamo avviato i nostri lavori lasciandoci<br />

illuminare dai loro volti, che sono apparsi a rischiarare la notte che<br />

scendeva sull’Arena.<br />

Lo abbiamo conosciuto dentro e oltre le parole di quanti hanno raccontato<br />

la fatica di vivere nel nostro tempo e <strong>insieme</strong> hanno mostrato il<br />

coraggio di guardare a fondo la realtà, alla ricerca dei segni dello Spirito,<br />

efficacemente presente anche nella storia di oggi.<br />

Lo abbiamo sperimentato nei dialoghi di queste giornate intense e indimenticabili,<br />

espressione di corresponsabile amore per la Chiesa e della<br />

volontà di comunicare la perla preziosa della fede che ci è stata donata.<br />

Su questa esperienza del Signore risorto si fonda la nostra speranza.<br />

La nostra speranza, infatti, è una Persona: il Signore Gesù, crocifisso<br />

e risorto. In Lui la vita è trasfigurata: per ciascuno di noi, per la storia<br />

umana e per la creazione tutta.<br />

Su di Lui si fonda l’attesa di quel mondo nuovo ed eterno, nel quale<br />

saranno vinti il dolore, la violenza e la morte, e il creato risplenderà nella<br />

sua straordinaria bellezza.<br />

Noi desideriamo vivere già oggi secondo questa promessa e mostrare<br />

il disegno di un’umanità rinnovata, in cui tutto appaia trasformato.<br />

In questa luce, vogliamo vivere gli affetti e la famiglia come segno<br />

dell’amore di Dio; il lavoro e la festa come momenti di un’esistenza


compiuta; la solidarietà che si china sul povero e sull’ammalato come<br />

espressione di fraternità; il rapporto tra le generazioni come dialogo volto<br />

a liberare le energie profonde che ciascuno custodisce dentro di sé,<br />

orientandole alla verità e al bene; la cittadinanza come esercizio di responsabilità,<br />

a servizio della giustizia e dell’amore, per un cammino di<br />

vera pace.<br />

Non ci tiriamo indietro davanti alle grandi sfide di oggi: la promozione<br />

della vita, della dignità di ogni persona e del valore della famiglia<br />

fondata sul matrimonio; l’attenzione al disagio e al senso di smarrimento<br />

che avvertiamo attorno e dentro di noi; il dialogo tra le religioni e le<br />

culture; la ricerca umile e coraggiosa della santità come misura alta della<br />

vita cristiana ordinaria; la comunione e la corresponsabilità nella comunità<br />

cristiana; la necessità per le nostre Chiese di dirigersi decisamente<br />

verso modelli e stili essenziali ed evangelicamente trasparenti.<br />

Papa Benedetto XVI ci ha ricordato che la via maestra della missione<br />

della Chiesa è l’“unità tra verità e amore nelle condizioni proprie del<br />

nostro tempo, per l’evangelizzazione dell’Italia e del mondo di oggi”.<br />

La verità del Vangelo e la fiducia nel Signore illuminino e sostengano<br />

il cammino che riprendiamo da Verona con più forte gioia e gratitudine,<br />

per essere testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo.<br />

1


Ingresso laterale sinistro


Conferenza<br />

Episcopale<br />

Pugliese


Ingresso laterale destro e campanile


Verbale<br />

della riunione ordinaria<br />

30 gennaio - 1 febbraio 2006<br />

Casa “San Paolo”<br />

Martina Franca (TA)<br />

Lunedì 30 GENNAIO 2006 alle ore 10.30 nel Centro Climatico “Casa<br />

San Paolo” di Martina Franca (TA), ha avuto inizio la sessione invernale<br />

di tre giorni della Conferenza Episcopale Pugliese, convocata con<br />

lettera del 20 gennaio 2006 per il seguente Ordine del Giorno:<br />

30 GENNAIO, LUNEDì<br />

ore 10.30 Comunicazioni del Presidente<br />

ore 16.00 Sessione Riservata<br />

ore 18.00 Osservatorio Giuridico Regionale<br />

31 GENNAIO, MARTEDì<br />

ore 9.00 Incontro con il Presidente Nazionale MAC<br />

ore 9.30 Tribunale Ecclesiastico Regionale (Mons. Luca<br />

Murolo)<br />

ore 10.30 Seminario Regionale (Mons. Antonio LADISA)<br />

ore 16.00 Istituto Pastorale Pugliese (Mons. Fragnelli e don<br />

Sandro Ramirez, Direttore)<br />

ore 18.00 Argomenti diversi<br />

• Commissioni Pastorali Regionali<br />

o Verifica <strong>delle</strong> Commissioni per eventuali integrazioni;<br />

o Approvazione di Statuti e/o Regolamenti di alcune Commissioni<br />

Pastorali Regionali (Ufficio Scolastico Regionale,<br />

Pastorale Giovanile)<br />

• Pastorale scolastica e I.R.C.: verifica e status quaestionis<br />

• Bilancio economico della CEP (consuntivo 2005)<br />

1 3


1 4<br />

1 FEBBRAIO, MERCOLEDì<br />

ore 9.00 - 10.00 Osservatorio Giuridico Regionale: costituzione<br />

e discussione su problematiche regionali<br />

(famiglia, ...)<br />

ore 10.00 - 12.00 Facoltà Teologica Pugliese<br />

Incontro collegiale con i Superiori/e Maggiori<br />

Religiosi/e (CISM) Presidenza USMI e<br />

GIS<br />

Varie ed eventuali:<br />

a. Calendario CEP per l’Anno 2006<br />

b. Nuovo Tariffario Regionale<br />

Presiede i lavori l’Arcivescovo Metropolita di Lecce Mons. Cosmo<br />

Francesco Ruppi.<br />

Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons.<br />

Cosmo Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice<br />

presidente; Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Domenico Calandro,<br />

Mons. Domenico D’Ambrosio, Mons. Vito De Grisantis, Mons.<br />

Felice Di Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons. Luigi Martella,<br />

Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico Padovano,<br />

Mons. Benigno Papa, Mons. Rocco Talucci, Mons. Francesco Pio<br />

Tamburrino, Mons. Francesco Zerrillo.<br />

È presente l’Arcivescovo emerito di Brindisi-Ostuni, Mons. Settimio<br />

Todisco.<br />

Sono assenti per motivi di salute: Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />

Giovanni Battista Pichierri.<br />

Dopo la recita dell’Ora media, il Presidente saluta tutti i Confratelli<br />

presenti.<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, relaziona ai Confratelli sul recente<br />

Consiglio Permanente.<br />

• Assemblea plenaria (15-19 maggio). Fissato il tema che servirà ad<br />

approfondire la tematica già trattata ad Assisi in riferimento alla parrocchia:<br />

“Vita e ministero del presbitero in un mondo che cambia”.<br />

Nel prossimo Consiglio Permanente sarà fissata la modalità di coinvolgimento<br />

del Consiglio Presbiterale Nazionale; i Vescovi possono


far riferimento alla pubblicazione “La Parabola del clero italiano” e<br />

riflettere con il presbiterio sulla carità pastorale.<br />

• Edilizia di culto: approvati i nuovi parametri. – Il nuovo responsabile<br />

dell’ufficio, don Giuseppe Russo della diocesi di Taranto, ha evidenziato<br />

la necessità di approntare bene la documentazione, nei tempi<br />

previsti. Sarà inviata ai Vescovi una memoria sui nuovi parametri.<br />

• Martirologio Romano: approvata la traduzione. – Si spera di preparare<br />

la pubblicazione per il Convegno di Verona.<br />

• Giornata per la salvaguardia del creato. Il Consiglio ha approvato la<br />

proposta e l’ha fissata per il 10 settembre.<br />

• Retribuzione del clero. È stato ritoccato il meccanismo di calcolo.<br />

I Vescovi riceveranno personalmente le proposte allo studio, per la<br />

rituale consultazione.<br />

• Visita ad limina. – La Segreteria di Stato ha già provveduto a far<br />

pervenire ad ogni Vescovo il questionario ed ha indicato il calendario<br />

per l’Italia. I Vescovi <strong>delle</strong> diocesi pugliesi andranno ad limina dal<br />

12 al 17 marzo 2007. Si raccomanda la visita collegiale alle Congregazioni<br />

e alle Basiliche romane. Sarà previsto l’incontro personale<br />

con il Pontefice. La relazione sullo stato della <strong>Diocesi</strong> deve essere<br />

pronta entro il mese di ottobre e, tramite la Nunziatura, se ne devono<br />

trasmettere 5 copie, di cui quattro rilegate ed una a fogli sciolti. I dati<br />

devono essere quelli relativi all’ultimo quinquennio.<br />

Per la relazione, la CEI assicurerà la scheda socio religiosa ad ogni<br />

diocesi. Nella discussione emerge il seguente orientamento della<br />

Conferenza: I Vescovi pugliesi si fermeranno a Roma durante tutta<br />

la durata della Visita, in modo da programmare una concelebrazione<br />

nelle Grotte Vaticane, la visita collegiale ad alcune Congregazioni<br />

(Vescovi, Clero, Educazione Cattolica, Dottrina della Fede); un gruppo<br />

al Pont. Cons. per l’Unità dei Cristiani. Si propone un pellegrinaggio<br />

regionale per il mercoledì. Segue un breve scambio di idee e<br />

proposte sulla redazione della Relazione ad limina.<br />

• Regione Puglia. – Politiche sociali e famiglia. Mons. Ruppi presenta<br />

ai Confratelli la situazione legislativa che si sta delineando nella<br />

Regione, con particolare riferimento alla famiglia [allegato 1]. In<br />

breve si tratta di questo: la precedente Giunta Regionale aveva varato<br />

due leggi, la n. 5/2004 sulla famiglia e la n. 17/2003 sui servizi sociali.<br />

Mancando il regolamento applicativo, il nuovo Governo regionale<br />

ha predisposto un disegno di legge (ddl) con il quale si introduce una<br />

1


1<br />

legge globale sui servizi sociali e, in pratica, si aboliscono le precitate<br />

leggi. Mons. Ruppi richiama l’attenzione sull’art. 22, in particolare il<br />

secondo comma, nel quale si parla di famiglie al plurale e a queste si<br />

collegano tutte le altre forme di convivenza stabile, senza precisare e<br />

distinguere la famiglia, fondata sul matrimonio, ed altri tipi di unioni.<br />

Inoltre, Mons. Ruppi informa sugli Oratori e le IPAB. Quanto ai primi,<br />

se ne parla nell’art. 21 riconoscendone la funzione sociale e si<br />

prevede il loro inserimento nei piani di zona. Per le IPAB, al momento,<br />

non esiste alcun disegno chiaro sulla loro privatizzazione.<br />

Prima di aprire la discussione tra i presenti, Mons. Ruppi ricorda che<br />

i Vescovi incontreranno il Prof. MARANO, consulente CEI, per approfondire<br />

l’argomento.<br />

Mons. Papa invita i Vescovi alla chiarezza su un problema così delicato<br />

come la famiglia, tenendo presente che in questi mesi i politici<br />

eviteranno di parlarne per non pregiudicare il rapporto con il mondo<br />

cattolico. L’equivoco di fondo, continua Mons. Papa, sta nel parlare di<br />

famiglia a partire dalla solidarietà. Mons. Padovano e Mons. Cacucci<br />

ricordano che l’attenzione alla famiglia non deve far dimenticare le persone<br />

in difficoltà.<br />

Alle ore 13.00, con la recita dell’Angelus, i lavori sono sospesi per il<br />

pranzo.<br />

Alle ore 16.00 i Vescovi si ritrovano per la recita dei Vespri e la ripresa<br />

dei lavori della Conferenza. Prima di passare al successivo o.d.g.,<br />

Mons. Ruppi chiede di definire la situazione dell’attuale Presidenza della<br />

C.E.P. o con una formale conferma della proroga o passando ad una<br />

nuova elezione. Seguono diversi interventi che si concludono con due<br />

decisioni unanimi: proroga della Presidenza sino alla riunione di giugno,<br />

quando avrà luogo l’elezione della nuova Presidenza.<br />

Il Segretario chiede di fissare il calendario per l’anno in corso, che è<br />

riportato alla fine del presente verbale.<br />

2. Sessione riservata<br />

Si svolge secondo le norme, protraendosi sino alle ore 19.00, quando<br />

termina la prima giornata dei lavori della Conferenza.


31 GENNAIO, MARTEDì<br />

3. Incontro con il Presidente Nazionale MAC [Movimento Apostolico<br />

Ciechi]<br />

I lavori riprendono alle ore 9.00, con la recita dell’Ora Media. Viene<br />

introdotto il Presidente Nazionale del M.A.C. Rino Nazzari che, in<br />

vista <strong>delle</strong> Giornate Nazionali della Condivisione, sta presentando ai<br />

Vescovi il MAC e le sue finalità, per chiedere la nomina di un assistente<br />

regionale. L’azione del MAC si sviluppa in tre direzioni: nella comunità<br />

ecclesiale (per sostenere i percorsi formativi e di iniziazione cristiana<br />

dei non vedenti), nella società civile (con la testimonianza della carità<br />

verso le famiglie bisognose), nei Paesi in via di sviluppo (solidarietà<br />

concreta sostenendo campagne di cura e prevenzione per i non vedenti).<br />

Quest’anno il Convegno Nazionale del MAC si svolgerà a Taranto, dal<br />

24 al 26 marzo p.v., sul tema Costruire segni di speranza. I Vescovi si<br />

complimentano per l’iniziativa e nominano il sac. Alfonso Giorgio (della<br />

diocesi di Bari) Assistente regionale del MAC per il quinquennio in<br />

corso.<br />

3. Facoltà Teologica Pugliese<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, in vista dell’incontro con la CISM,<br />

l’USMI e il GIS, fissato per domani, informa preventivamente i Vescovi<br />

del cammino e <strong>delle</strong> iniziative fatte e da farsi per la Facoltà Teologica<br />

Pugliese.<br />

Quanto alla Fondazione Regina Apuliae, c’è stato un primo incontro<br />

con i soci sostenitori (Fondazione Monte Paschi, Ras Bank e Popolare di<br />

Bari); si attende una risposta da Banca Intesa e dal San Paolo di Torino.<br />

Il prossimo incontro avrà luogo il 7 aprile, quando si potrà meglio definire<br />

la rendita del capitale per il bilancio preventivo.<br />

Per attuare la Norma transitoria, continua Mons. Ruppi, la Facoltà<br />

Teologica dovrà stipulare <strong>delle</strong> Convenzioni con la proprietà dei singoli<br />

istituti che formano la Facoltà. Per facilitare questo passaggio Mons.<br />

Ruppi presenta ai Vescovi uno schema con i criteri di massima che dovrebbe<br />

contenere ogni convenzione [allegato 2]. I termini della convenzione<br />

sono i seguenti:<br />

1


1<br />

Gli Enti proprietari (CEP, <strong>Diocesi</strong> di Bari, CISM-USMI-GIS) si<br />

assumono le spese generali <strong>delle</strong> rispettive sedi (locali, luce, telefono,<br />

pulizia ecc.); alloggio dei rispettivi docenti; segreteria locale; sviluppo e<br />

manutenzione biblioteca.<br />

La Facoltà Teologica Pugliese si assume l’onere <strong>delle</strong> spese della<br />

sede centrale (spese generali, segreteria, amministrazione), lo stipendio<br />

ai docenti in base ad un organico provvisorio da approvare in CdA ed<br />

incamera tutte le tasse scolastiche.<br />

La Convenzione, i cui criteri sono approvati dai Vescovi ad experimentum<br />

per tre anni, sarà presentata all’incontro con CISM, USMI e<br />

GIS, e dovrà essere approvata dalla Commissione d’Alto Patronato per<br />

la Facoltà.<br />

Mons. Cacucci propone che per il primo anno, in fase transitoria, le<br />

tasse siano incamerate dai singoli Istituti, e dal prossimo anno si entra<br />

nel regime di convenzione. La preparazione dell’elenco organico provvisorio<br />

esige anche una particolare disponibilità da parte dei Vescovi sia<br />

per la formazione specialistica dei docenti, sia per inserirli nel sostentamento<br />

clero secondo le norme e le possibilità.<br />

Mons. D’Ambrosio comunica alla Conferenza la proposta avanzata<br />

dalla Commissione Justitia et Pax di fare di San Giovanni Rotondo la<br />

“Città della Riconciliazione”. Esprime qualche perplessità circa l’attuazione<br />

della Lettera di nomina a Delegato Pontificio.<br />

Mons. Ruppi informa i Vescovi che il Prof Nicola Paparella è stato<br />

scelto quale componente del Consiglio di indirizzo della Fondazione<br />

Cassa di Risparmio di Puglia, con decorrenza 1 aprile 2006.<br />

4. Tribunale Ecclesiastico Regionale<br />

Il Presidente accoglie Mons. Luca Murolo, Vicario Giudiziale del<br />

TERP e dopo averlo ringraziato per il prezioso lavoro svolto, lo invita a<br />

relazionare ai Vescovi sull’andamento del T.E.R.P.<br />

Mons. Murolo legge la relazione relativa all’attività svolta nel 2005<br />

[allegato 3] illustrando sia i dati essenziali: nel 2005 sono stati introdotti<br />

251 nuovi libelli; decise 256 cause (ben 47 in più rispetto al 2004);<br />

archiviate 25; al 31 dicembre risultano pendenti 756 cause; sia le moti-


vazioni più frequenti che inducono alla dichiarazione di nullità e rivelano<br />

la fragilità del matrimonio, della famiglia nonché l’urgenza di una<br />

pastorale familiare che tenga ben presenti, al momento opportuno, dei<br />

dati emersi.<br />

Rinviando alla Relazione allegata, consegnata ad ogni Vescovo unitamente<br />

alle informazioni concernenti la singola <strong>Diocesi</strong> e al bilancio<br />

del TERP, il Vicario Giudiziale invita ancora i Pastori <strong>delle</strong> Chiese di<br />

Puglia a preparare sacerdoti e laici che possano mettersi al servizio del<br />

Tribunale Ecclesiastico, in modo da continuare l’impegno profuso per<br />

contenere i tempi dalla presentazione del libello alla sentenza. Oggi c’è<br />

bisogno di due anni, ed è molto.<br />

Interviene Mons. Cacucci, Arcivescovo di Bari, nella qualità di Moderatore<br />

del TERP per richiamare due aspetti. La serietà e la celerità del<br />

TERP è un problema molto serio che deve stare a cuore a tutti i Vescovi,<br />

perchè l’attesa della sentenza è un problema grave e di coscienza;<br />

inoltre, chiede una maggiore severità per gli avvocati che aumentano le<br />

tariffe stabilite dalla C.E.I.<br />

5. Seminario Regionale di Molfetta<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, introduce il Rettore del Seminario Regionale,<br />

Mons. Antonio LADISA ringraziandolo, a nome di tutti i Vescovi<br />

per aver accettato il delicato compito e per l’entusiasmo con cui si è<br />

messo all’opera.<br />

Il Rettore legge ai presenti una relazione analitica sulla vita del seminario<br />

in questi primi mesi di attività [allegato 4], evidenziando la<br />

decisione assunta sin dai primi giorni di conoscere bene tutti gli educatori<br />

(animatori e padri spirituali) per formare una comunità educante e<br />

formulare un programma formativo condiviso da tutti. Nel valutare positivamente<br />

questo periodo di conoscenza, il Rettore formula ai Vescovi<br />

alcune richieste: integrare l’azione e la presenza dei padri spirituali; prevedere<br />

un ulteriore aiuto nell’anno propedeutico.<br />

Dopo il plauso unanime dei Vescovi per la relazione, espresso da<br />

Mons. Ruppi, si apre la discussione.<br />

Mons. D’Ambrosio, nella qualità di Vescovo delegato per il Seminario<br />

Regionale, interviene sui Padri spirituali, chiedendo il ricambio<br />

di almeno due di essi, perchè i seminaristi abbiano una guida sicura e<br />

1


1 0<br />

ben definita, e non si rivolgano ad altri sacerdoti. Quanto al sesto anno,<br />

approva l’impostazione di una permanenza continua in seminario, non<br />

condividendo la proposta dei tre periodi. Per il rientro in <strong>Diocesi</strong> dei seminaristi,<br />

Mons. D’Ambrosio si dice d’accordo ma a precise condizioni,<br />

in particolare, previo accordo del Vescovo.<br />

Mons. Negro interviene su diversi aspetti: gli educatori (siano meglio<br />

preparati per questo tipo di servizio); la traccia formativa (va bene<br />

quella indicata per l’anno, ma sarebbe opportuno rivedere il Progetto “A<br />

immagine del buon Pastore”); la formazione pastorale (da coniugare con<br />

la formazione teologica riunendo i seminaristi per corsi, per esempio il<br />

sabato mattina); l’anno propedeutico (formare una piccola equipe); il sesto<br />

anno (la Commissione Vescovile per il Seminario Regionale formuli<br />

una proposta); il ritorno in <strong>Diocesi</strong> (meglio di no!).<br />

Mons. Di Molfetta richiama la necessità che la vita liturgica sia integrata<br />

da una formazione alla spiritualità liturgica, perché le celebrazioni<br />

comunitarie nel Seminario siano veramente esemplari e, pertanto, formative<br />

in senso pieno.<br />

Mons. Papa ringrazia il Rettore per le iniziative già assunte coinvolgendo<br />

educatori, genitori e seminaristi. Esprime qualche preoccupazione<br />

per l’anno propedeutico che meriterebbe più attenzione, soprattutto<br />

in vista di un aumento numerico. Si dovrebbero stabilire dei criteri comuni<br />

prima di inviare dei giovani al propedeutico. È importante formare<br />

con prospettive pastorali idonee, con attenzione al cammino della Chiesa<br />

italiana (Verona...) ma senza inseguire eventi episodici.<br />

Mons. Padovano propone che i futuri sacerdoti siano sensibilizzati<br />

anche al problema del “sovvenire e dell’otto per mille”.<br />

Mons. Caliandro condivide ed apprezza l’entusiasmo del Rettore riscontrato<br />

anche nei seminaristi; insiste perché i giovani siano più seguiti<br />

e si sentano guidati nel percorso formativo.<br />

Mons. Talucci gode per il clima di serenità e sottolinea la necessità<br />

della vicinanza di educatori che incidano sulla formazione. Sarebbe opportuno<br />

una relazione al termine <strong>delle</strong> vacanze estive, essendo un periodo<br />

lungo trascorso fuori dal seminario. Nei primi anni di seminario si dia<br />

più importanza alla formazione che all’esperienza pastorale. Quanto al<br />

sesto anno si deve approfondire meglio.<br />

Mons. Martella interviene a proposito dei padri spirituali invitando<br />

i confratelli a cominciare a pensare a qualche nome. Per il sesto anno<br />

ritiene che manca ancora una proposta seria. Se c’è una proposta vera e


seria la cosa funziona. Si chiede, infine, cosa si intende quando si chiede<br />

un’équipe per l’anno propedeutico.<br />

Per Mons. Fragnelli alla gratitudine deve corrispondere un concreto<br />

sostegno al lavoro del Rettore per accompagnare una ri-partenza e rifondazione:<br />

ripensare i nodi, stabilizzare l’equipe formativa, sviluppare<br />

l’aggancio con la facoltà teologica. Per il sesto anno si approfondiscano<br />

i raccordi con i vari aspetti della pastorale (familiare, giovanile, scolastica...).<br />

Mons. De Grisantis sottolinea l’importanza del rapporto personale<br />

dei seminaristi con gli educatori in continuità con il cammino già fatto<br />

in diocesi. La formazione dovrebbe privilegiare alcune prospettive come<br />

la missionarietà (sguardo e passione verso la gente), la sobrietà, la<br />

comunione e la vita comune. Quanto al sesto anno, non dovrebbe essere<br />

condizionato dal frequentare la Facoltà teologica. Infine, è fondamentale<br />

la personale conoscenza dei seminaristi da parte del Vescovo.<br />

Mons. Seccia insiste sulla solidità della formazione culturale e teologica,<br />

nonché sulla maturità personale in riferimento all’età e non solo al<br />

conseguimento di determinati esami superati.<br />

Mons. Paciello si complimenta per la relazione del Rettore e sollecita<br />

la formazione di un’equipe idonea per affiancare il superiore. Suggerisce<br />

che ogni anno i giovani abbiano precisi modelli di riferimento nella<br />

formazione. Ritiene il sesto anno decisivo per l’aggancio con la <strong>Diocesi</strong><br />

e i Vescovi possono utilizzare le canoniche per iniziare i giovani prossimi<br />

sacerdoti alla vita comune.<br />

Per Mons. Zerrillo è necessario uno scatto qualitativo, ma i Vescovi<br />

devono offrire i sacerdoti migliori!<br />

Mons. Cacucci insiste perché sia risolto il problema dei Padri Spirituali.<br />

Conclude gli interventi Mons. Ruppi, richiamando l’importanza della<br />

qualità degli educatori e degli incontri personali: l’ammissione all’anno<br />

propedeutico solo per quanti hanno già fatto un cammino in diocesi: il<br />

quadro formativo includa l’educazione allo spirito di sacrificio.<br />

Il Rettore ringrazia ancora i Vescovi per la fiducia e per tutte le osservazioni<br />

fatte, <strong>delle</strong> quali farà tesoro nel portare avanti il non facile<br />

compito affidatogli.<br />

I lavori si interrompono per il pranzo e riprendono alle ore 16.00 con<br />

la recita dei vespri.<br />

1 1


1 2<br />

6. Istituto Pastorale Pugliese (IPP)<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, invita il nuovo Direttore dell’IPP, don<br />

Sandro Ramirez, ad illustrare ai Vescovi l’attività programmata dall’IPP.<br />

Don Sandro legge una relazione consegnata ai presenti [allegato 5],<br />

presenta l’équipe che, a seguito della nomina del nuovo Presidente nella<br />

persona di Mons. Fragnelli, costituisce il gruppo di lavoro dello stesso<br />

IPP. Direttore, don Sandro Ramirez; vice direttore, don Alessandro<br />

Amapani; tesoriere, don Giorgio Copertino; addetto stampa, don Cosimo<br />

Damasi. Oltre a questo nuovo organigramma, nell’IPP lavora già da<br />

cinque anni un’équipe di studio e formazione.<br />

Don Sandro ricorda le finalità istituzionali dell’IPP e ripercorre brevemente<br />

il cammino fatto nel precedente quinquennio, con l’attenzione<br />

rivolta alla formazione dei presbiteri, guide di comunità. In questa prima<br />

fase di lavoro, l’équipe si pone le seguenti finalità: curare alcune pubblicazioni<br />

(Annuario <strong>delle</strong> Chiese di Puglia; Atti del Forum pastorale; Atti<br />

del Seminario su Autobiografia e formazione ecclesiale; Guida pugliese<br />

alla misura alta della vita cristiana nel ’900). Disponibilità di competenze<br />

(per aiutare e seguire le comunità che ne faranno richiesta). Puntare<br />

molto sulla formazione (clero, pastorale giovanile, catechisti). Per<br />

conseguire queste finalità, previo confronto con i Vescovi, sarà anche<br />

necessario che l’IPP abbia almeno un rappresentante che agisca come<br />

raccordo tra l’IPP e la diocesi.<br />

Apre gli interventi Mons. Ruppi, che suggerisce di fare una programmazione<br />

organica circa le attività dell’IPP.<br />

Mons. Papa facendo riferimento alle indicazioni pastorali del presente<br />

decennio, evidenzia che la formazione permanente del clero costituisce<br />

un aspetto nodale di questo cammino: accompagnare il clero nel<br />

riscoprire l’iniziazione cristiana nella vita pastorale, una metodologia<br />

appropriata per la pastorale giovanile.<br />

Mons. Negro concorda con le scelte di fondo ed insiste perché la formazione<br />

si concretizzi in concrete proposte. In particolare: preparare i<br />

sacerdoti ad essere parroci in una parrocchia che annuncia il Vangelo,<br />

scuola estiva biennale per catechisti, percorsi per animatori degli uffici<br />

di pastorale giovanile e apprendimento <strong>delle</strong> tecniche di animazione.<br />

Mons. Di Molfetta ricorda l’origine dell’IPP come momento importante<br />

per l’aggiornamento del clero e la conoscenza dei documenti con-


ciliari. Oggi è urgente individuare percorsi formativi per le parrocchie.<br />

Mons. Padovano aggiunge, anche per gli educatori dei seminari.<br />

Mons. Ruppi ricorda che l’IPP è stato un fermento pastorale per la<br />

formazione del clero. Una funzione necessaria ed importante ancora oggi,<br />

atteso che oltre la metà del clero non ha conoscenza diretta del Vaticano<br />

II. Per questo l’IPP elabori un programma concreto di temi, luoghi<br />

e date. Mentre la Facoltà Teologica elabora ed approfondisce, l’IPP è<br />

una concreta applicazione formativa permanente.<br />

Mons. Paciello sottolinea la responsabilità <strong>delle</strong> Chiese di Puglia<br />

nell’attuale contesto socio-culturale. Mons. De Grisantis richiama la<br />

necessità dell’aggiornamento del clero, mentre mons. Negro sottolinea<br />

che la formazione deve mirare alla trasformazione (conversione) della<br />

sensibilità pastorale. Per Mons. Caliandro i docenti della facoltà devono<br />

dialogare con l’IPP.<br />

Mons. Cacucci ritiene che Facoltà Teologica e IPP siano due aspetti<br />

distinti e complementari. Questo induce ad orientare la Facoltà Teologica<br />

in una direzione più pastorale, senza nulla togliere alla ricerca e<br />

all’approfondimento dell’antropologia culturale. L’IPP ha risposto alle<br />

esigenze del tempo post conciliare. Un grave problema per la pastorale<br />

odierna è l’attenzione alla gioventù.<br />

Mons. Martella chiede una maggiore concretezza nel parlare di formazione<br />

e propone di allargare l’équipe dei collaboratori dell’IPP.<br />

Mons. Fragnelli, nella veste di Presidente dell’IPP, precisa che l’anno<br />

trascorso in ascolto è stato prezioso proprio per individuare i collaboratori<br />

dell’IPP.<br />

Prende la parola don Sandro Ramirez per rispondere agli interventi<br />

dei Vescovi con poche proposte: si tratta di affrontare le sfide culturali<br />

attuali, è necessario allargare l’IPP ai referenti diocesani; di seguire un<br />

binario operativo concreto (Incontro – approfondimento).<br />

Mons. Ruppi, nel concludere, chiede al Direttore dell’IPP di predisporre<br />

per la prossima riunione del 3 aprile, una proposta di piano di<br />

formazione permanente e sollecita la pubblicazione dell’Annuario Regionale,<br />

atteso da troppo tempo. Mons. Papa ribadisce che il luogo teologico<br />

della formazione è la Chiesa locale anche se è importante una<br />

formazione pastorale a livello regionale per rendere le nostre comunità<br />

chiese missionarie.<br />

Alle ore 19.45, con la recita dell’Angelus, terminano i lavori della<br />

giornata.<br />

1 3


1 4<br />

1 FEBBRAIO, MERCOLEDì<br />

Alle ore 9.00, dopo la recita dell’ora media, il Presidente Mons. Ruppi<br />

riapre i lavori della Conferenza con il successivo ordine del giorno,<br />

ricordando ai Vescovi la necessità e l’urgenza di provvedere alla costituzione<br />

di un Osservatorio Giuridico Regionale. Presenta poi, il Prof. Marano,<br />

docente presso l’Università di Foggia ed esperto giuridico presso<br />

la C.E.I.<br />

7. Osservatorio Giuridico Regionale<br />

Costituzione e discussione su problematiche regionali (famiglia).<br />

Prende la parola Mons. Cacucci, che propone la nomina del Dott. Rubino,<br />

della <strong>Diocesi</strong> di Bari, come responsabile unico dell’Osservatorio<br />

Giuridico Regionale, che avrà sede nei locali messi a disposizione della<br />

<strong>Diocesi</strong> per uffici regionali. Il Dott. Rubino è laureato in giurisprudenza<br />

ed è referente del SIR per la Regione ecclesiastica pugliese.<br />

Nel presentare il Prof. Marano, Mons. Ruppi riprende il discorso sul<br />

disegno di legge in discussione alla Regione Puglia, riportando l’attenzione<br />

sull’art. 22 e sull’introduzione generale dove si trova una formulazione<br />

molto equivoca che mette in situazione di parità le famiglie con le<br />

unioni di fatto, pacs e quant’altro.<br />

Il Prof. Marano inizia il suo intervento, porgendo i saluti di Mons. Betori,<br />

segretario della C.E.I. con il quale è in atto una collaborazione per le<br />

diverse questioni giuridiche. Data l’importanza dei temi oggi in discussione<br />

a livello nazionale e locale, è importante stabilire un raccordo tra la<br />

linea nazionale e quella regionale, pur nella legittima e reciproca autonomia<br />

(come si sta già sperimentando con le Conferenze di altre Regioni:<br />

Umbria, Lombardia, Campania, Marche). Pertanto se si ribadisce la necessità<br />

di un Osservatorio Giuridico Regionale, è importante prevedere<br />

una struttura semplice e agile per facilitare il rapporto con il Centro.<br />

Passando alla problematica regionale, il Professore si ferma sul Disegno<br />

di Legge predisposto dall’Assessorato alla Solidarietà, con cui in<br />

fondo è operata una sostanziale revisione della politica della famiglia<br />

con allargamento a pacs e unioni di fatto, ecc. Secondo Marano si devono<br />

tenere presenti alcune osservazioni preliminari: 1) Il legislatore<br />

non può non legiferare sulle coppie di fatto (le cifre sono esigue rispetto


al totale, tra il 2 e il 4%, non esiste un fenomeno sociale come nel Nord<br />

Europa e non si possono mettere <strong>insieme</strong> situazioni diverse, per es. convivenza<br />

tra zia e nipote, nonni...). 2) Siamo rimasti fanalino di coda in<br />

Europa, perché in Italia persiste un atteggiamento di non attenzione, ma<br />

solo la metà dei Paesi Europei si è data una norma (5 Paesi hanno legiferato<br />

sulle coppie omosessuali, ma con profonde differenze). 3) Se il legislatore<br />

non può ignorare il fatto, deve anche badare alla correlazione tra<br />

fatto e diritto. È vero che la legge nasce dai bisogni sociali, ma è anche<br />

vero che la legge indica doveri e limiti sociali.<br />

Sono vent’anni – continua il Relatore – che vengono presentate proposte<br />

di legge mai prese in considerazione (14 proposte di legge sui riconoscimenti<br />

omosessuali e di queste ben 7 presentate da Grillini). Da un<br />

confronto giuridico risulta che le richieste puntano a rivendicare quanto<br />

vale per la famiglia.<br />

In pratica, nel ddl si vuole l’identità sotto il profilo culturale e simbolico,<br />

così che non esisterebbe più la famiglia, ma tante realtà diverse<br />

come famiglie. Punto nodale non sono i diritti da dare o negare, ma la<br />

rilevanza pubblicistica riconosciuta dallo Stato.<br />

Tornando al ddl, c’è subito da osservare che il comma 2 dell’Art. 22<br />

è inaccettabile. Letto <strong>insieme</strong> al 1° comma e alla luce della relazione illustrativa<br />

dello stesso ddl (che spiega la mens del legislatore) si dice che<br />

chi si oppone alla visione proposta introduce anacronistiche distinzioni!<br />

Quando si fa riferimento agli Artt. 2-3 della Costituzione, si dimentica<br />

la chiarezza dell’Art. 29. Infatti, la Corte Costituzionale, anche quando<br />

è intervenuta per riconoscere i diritti individuali, ha affermato che<br />

non si può confondere la famiglia con altre forme di convivenza. Si sta<br />

assistendo ad una lettura ideologica e in malafede del quadro legislativo<br />

costituzionale. Le fughe in avanti che le Regioni stanno operando<br />

vanno ben oltre i limiti propri della Regione. L’attuale formulazione del<br />

2° comma mostra la finalità ideologica del legislatore che, nel definire,<br />

abbina la famiglia ad altre forme diverse di unioni non matrimoniali e<br />

non utilitaristiche.<br />

Infine, le cose giuridiche hanno carattere unitario, in tutti gli articoli<br />

usare lo stesso linguaggio. Mi chiedo – conclude il relatore – se in una<br />

prima parte non dobbiamo chiedere di più per ottenere il minimo.<br />

Mons. Ruppi propone ai Vescovi di approvare un comunicato da diffondere<br />

alla fine dei lavori della Conferenza. Letta una prima bozza, distribuita<br />

in copia ai presenti, [allegato 6] viene approvata con alcune<br />

1


1<br />

modifiche nei primi tre capoversi, mentre il quarto viene eliminato e non<br />

riportato nel verbale.<br />

Nel corso dei lavori, i Vescovi di Puglia hanno preso in considerazione<br />

il tema della famiglia, fondata sul matrimonio e quello<br />

<strong>delle</strong> unioni di fatto, sottolineando la necessità che il ddl regionale,<br />

recante disposizioni nel sistema dei servizi sociali, pur nel doveroso<br />

rispetto di situazioni di disagio sociale, non introduca indebite<br />

equiparazioni tra realtà che sono e devono rimanere distinte.<br />

I Vescovi sono vicini ai bisogni di tutti i soggetti deboli, ma<br />

riaffermano la centralità della famiglia fondata sul matrimonio,<br />

la sola che trova sicuro ancoraggio costituzionale nell’Art. 29 ed<br />

ha pieno riscontro nella tradizione civile e culturale della nostra<br />

popolazione.<br />

I Vescovi di Puglia, pertanto, hanno formulato l’auspicio che<br />

sia da tutti condiviso lo sforzo di una doverosa distinzione tra famiglia<br />

e unioni di fatto, che non è affatto discriminatorio, ma tende<br />

a salvaguardare il vero bene <strong>delle</strong> persone e la coesione del<br />

vissuto sociale.<br />

Il Presidente ringrazia il Prof. Marano e chiede di passare all’ultimo<br />

punto dell’odg facendo entrare i Superiori religiosi già arrivati.<br />

9. Facoltà Teologica Pugliese<br />

Incontro collegiale con i Superiori/e Maggiori Religiosi (CISM), Presidenza<br />

USMI e GIS.<br />

Mons. Ruppi saluta il Pro-Preside, il Segretario e l’Economo della Facoltà<br />

Teologica Pugliese intervenuti <strong>insieme</strong> ai Provinciali della CISM,<br />

all’USMI, al GIS, e precisa che l’annuale incontro con i rappresentanti<br />

della vita consacrata presenti in Puglia prevede una riflessione sulla Facoltà<br />

Teologica, il traguardo già raggiunto e gli adempimenti successivi<br />

ancora necessari.<br />

La Facoltà è nata – prosegue Mons. Ruppi – dopo un lungo e travagliato<br />

itinerario per ricomporre le realtà esistenti di diverso livello,<br />

finalità e paternità. Ma abbiamo anche trovato una sostanziale apertura e<br />

disponibilità nell’Angelicum, nell’Antonianum e alla PFTIM di Napoli.


La difficoltà di formare una sola realtà è stata gradualmente superata.<br />

Certo è presto considerare definitivo il risultato: urge il lavoro di tutti e<br />

un grande impegno per l’unità senza perdere per strada la ricchezza <strong>delle</strong><br />

singole realtà. In tal senso la Santa Sede ha accettato la costituzione<br />

del Comitato di Alto Patronato in cui confluiscono oltre alle tre realtà<br />

istituzionali, anche la Conferenza Episcopale Regionale, la presidenza<br />

dell’USMI ed altre realtà: espressione <strong>delle</strong> Chiese di Puglia che costituiscono<br />

la Facoltà.<br />

Sono già stati presentati i dossier dei docenti, che hanno ottenuto la<br />

provvisoria missio ad docendum. Anche la nomina del Pro-Preside è<br />

della Santa Sede, per due anni perché ci sia il tempo necessario per la<br />

composizione e il funzionamento di tutti gli organi statutari e l’avvio<br />

della normale procedura. L’Alto Patronato si riunirà a breve, in febbraio,<br />

per nominare il Presidente del Consiglio di Amministrazione. Quanto<br />

alla Fondazione, stiamo cercando i soci sostenitori, sperando di averne<br />

4 o 5. Il fondo capitale di 10 mld di vecchie lire è stato unificato in due<br />

tranche di investimento in modo da poter essere in grado, entro il mese<br />

di aprile, di fissare un primo bilancio provvisorio.<br />

Come adempimenti successivi da predisporre in breve tempo: un organico<br />

provvisorio dei docenti e stipula <strong>delle</strong> convenzioni tra la Facoltà<br />

e gli Enti proprietari degli immobili (con la CEP per Molfetta; con la<br />

<strong>Diocesi</strong> di Bari per San Nicola; con la Cism per Santa Fara). I Vescovi<br />

hanno approvato alcuni criteri per la stipula <strong>delle</strong> convenzioni, una<br />

copia viene distribuita ai presenti [allegato 7]. Concludendo, Mons.<br />

Ruppi ringrazia i religiosi, in particolare di San Nicola e Santa Fara e, ricordando<br />

che ora i corsi di Santa Fara potranno essere frequentati anche<br />

da laici e religiose, sollecita le responsabili dell’Usmi perché si incentivi<br />

la formazione teologica ed ecumenica <strong>delle</strong> religiose. Un ultimo cenno<br />

alla rinnovata mappa degli Istituti Superiori di Scienze Religiose con<br />

l’auspicio che non siano di intralcio allo sviluppo della Facoltà.<br />

Interviene il Pro-Preside, Mons. Palese che presenta l’équipe della<br />

Facoltà Teologica formata, al 26 dicembre u.s. da: 20 docenti stabili, 26<br />

incaricati e 20 invitati. C’è urgente bisogno della costituzione del Consiglio<br />

di Facoltà per una crescente armonizzazione degli Istituti all’interno<br />

della Facoltà ed anche del Consiglio di Amministrazione per definire<br />

lo stato patrimoniale, cominciare a progettare e completare la rete degli<br />

II.SS.SS.RR. Al momento gli studenti dei tre Istituti sono 320, mentre<br />

per tutta la rete risultano 877 studenti.<br />

1


1<br />

P. Diego Pedone ofmcapp, nel suo intervento [allegato 7] a nome<br />

della CISM, esprime gratitudine e gioia per il dono della Facoltà Teologica<br />

che consentirà di preparare il clero del III millennio.<br />

La Responsabile regionale del G.I.S., Maria Nobile, ringrazia per<br />

l’incontro e sollecita la Facoltà ad avere anche docenti laici ben preparati.<br />

Sr. Lucia Resta, presidente USMI regionale, ringrazia da parte di tutte<br />

le consacrate della regione per la Facoltà teologica, occasione culturale<br />

e formativa, fonte di molteplici approfondimenti culturali. Attualmente<br />

– nota Sr. Lucia – la formazione permanente della vita consacrata in Puglia<br />

si sta orientando verso il centro Italia, ma ci si augura che la Puglia<br />

non sia privata di questo apporto.<br />

Il Direttore dell’Istituto Teologico Ecumenico (ITE) “San Nicola”,<br />

P. Rosario Scognamiglio, si dice contento per la ripresa del dialogo ecumenico<br />

e anche <strong>delle</strong> iscrizioni all’Istituto di Bari. Comunica che si è<br />

anche riunito un Comitato per la ripresa della Commissione del Dialogo<br />

Cattolico-Ortodosso che dovrebbe affrontare i temi della teologica della<br />

comunione e dell’uniatismo.<br />

Mons. Papa pone un interrogativo molto stimolante: quale specificità<br />

per la FTP, per un volto culturale, preciso e da tutti condiviso. Auspica<br />

che gli sforzi di tutti si orientino perché la FTP si distingua e si riconosca<br />

nel panorama nazionale.<br />

P. Agostino ofm, provinciale del Salento chiede se i dottorati che si<br />

stanno preparando rispondono alle esigenze. E d’altra parte la conoscenza<br />

<strong>delle</strong> esigenze della FTP potrà meglio orientare la scelta formativa dei<br />

giovani che Vescovi e Provinciali inviano a studiare.<br />

Il Pro-Preside Mons. Palese, risponde che si stanno delineando le finalità<br />

e si sta lavorando per il volto della Facoltà. I tre istituti sono già<br />

impegnati ad armonizzare i piani di studio. Gli organismi (docenti e Consiglio<br />

di Facoltà) evidenziano i valori propri di ogni Istituto. Ai docenti è<br />

richiesta severità e competenza didattica, scientifica e culturale. Si tratta<br />

di scoprire tesori già presenti ma che non ancora sono conosciuti da tutti,<br />

ad esempio la ricchezza <strong>delle</strong> tre biblioteche che, in rete tra loro, dovranno<br />

essere realtà vive e aggiornate per lo studio degli studenti e la ricerca<br />

dei docenti. Si sta formando lentamente e con pazienza un <strong>insieme</strong> che<br />

lavori nella fiducia e non deve scadere nella banalizzazione.<br />

Mons. Cacucci ricorda che la definizione dell’organico docenti,<br />

pronto entro la fine dell’anno, chiarirà meglio le esigenze, ma sono indi-


spensabili docenti che facciano ricerca e pubblicazioni, perciò per poter<br />

diventare ordinari e stabili sarà richiesto il tempo pieno.<br />

Mons. Ruppi invita vescovi e provinciali a segnalare qualche sacerdote<br />

che sta conseguendo il dottorato e potrebbe essere disponibile al<br />

tempo pieno per la Facoltà.<br />

Per Mons. Fragnelli, la Regione sta vivendo un momento di grazia<br />

e raccoglie i frutti dei Convegni regionali “Vivere <strong>insieme</strong> in Puglia”<br />

(1994) e la “Vita consacrata in Puglia” (1998).<br />

Mons. Paciello parla di un progetto chiaro sin dall’inizio e con un<br />

unico regolamento per i tre Istituti.<br />

Mons. Todisco si chiede come sarà vista la Facoltà teologica, e risponde<br />

che sarà uno strumento culturale e scientifico per la pastoralità<br />

della Chiesa! Un ulteriore segno di comunione per rinsaldare le relazioni<br />

tra le persone e le realtà.<br />

P. Carucci sostiene che tutta la Facoltà va coinvolta nella ricerca del<br />

volto con la consapevolezza che si è impegnati nella trasmissione della<br />

fede.<br />

Mons. Ruppi evidenzia proprio la dimensione della comunione iniziale,<br />

attuale e prospettica nel coinvolgimento di tutti. Su questa base,<br />

Mons. Ruppi illustra i criteri che ispirano la stipula <strong>delle</strong> convenzioni<br />

alla luce dell’Art. 51 dello Statuto della facoltà. Per quanto concerne la<br />

biblioteca, si tratta di un elemento soggetto a modifica per gli sviluppi<br />

futuri, magari coinvolgendo anche l’Università, titolare di un progetto<br />

europeo per la messa in rete <strong>delle</strong> biblioteche.<br />

Mons. Palese invita a guardare con serenità i criteri suggeriti per le<br />

convenzioni, senza allarmismi.<br />

P. Piemontese, a proposito del punto 3 chiede se si può prevedere<br />

qualcosa per la gestione dei singoli Istituti. Mons. Cacucci risponde che<br />

la centralizzazione <strong>delle</strong> tasse è a favore dei docenti e <strong>delle</strong> eventuali disponibilità.<br />

Mons. Ruppi ricorda che dipenderà dai bilanci e che, in ogni<br />

caso, ciascuno deve fare la propria parte di sacrifici.<br />

I presenti approvano all’unanimità i tre criteri per le convenzioni tra<br />

la Facoltà Teologica e gli Enti proprietari degli immobili.<br />

Secondo P. Diego Pedone (Santa Fara) c’è bisogno di sensibilizzazione<br />

generale e nello stesso tempo, si deve partire dal concreto per arrivare<br />

alla comunione.<br />

Mons. Papa esorta ad utilizzare al meglio l’Art. 1 dello Statuto per mantenere<br />

vivo il valore spirituale, culturale e comunionale dell’iniziativa.<br />

1


1 0<br />

Alle ore 13.00 il Presidente, Mons. Ruppi, ringrazia tutti per l’impegno,<br />

la disponibilità e la fattiva partecipazione all’incontro e, con la<br />

recita dell’Angelus, dichiara conclusa la sessione invernale della Conferenza<br />

Episcopale Pugliese.<br />

10. Varie<br />

Nel corso dei lavori della Conferenza sono state assunte alcune decisioni<br />

e comunicate le date di importanti appuntamenti. Sono riportate alla<br />

fine del Verbale per una più facile consultazione e programmazione.<br />

• Decisioni collegiali della C.E.P.<br />

o Tariffario: i Vescovi, all’unanimità hanno deciso di confermare il<br />

tariffario vigente senza apportare alcuna modifica. Ogni Vescovo<br />

provveda a fare il Decreto per la propria <strong>Diocesi</strong> [allegato 8].<br />

o Commissioni Regionali da integrare: don Vito MAROTTA (Comunicazioni<br />

Sociali); Arch. Pietro D’ONGHIA (beni culturali ecclesiastici).<br />

o Approvato lo Statuto-Regolamento dell’Ufficio Regionale per<br />

l’educazione, la scuola e l’università [allegato 9].<br />

o Approvato il bilancio consuntivo 2005 [allegato 10].<br />

o Don Alfonso GIORGIO (dioc. di Bari-Bitonto) nominato assistente<br />

regionale del M.A.C. (Movimento Apostolico Ciechi).<br />

• Calendario 2006 della C.E.P.<br />

o 3 Aprile a Molfetta<br />

o 12 Giugno a Conversano Santa Maria all’Isola<br />

o 6-10 Novembre a Cassano (Esercizi Spirituali) invitare Mons. Ravasi<br />

o Il 2 marzo p.v. avrà luogo la presentazione ufficiale della Facoltà<br />

Teologica Pugliese, a Bari (teatro Piccinni)<br />

• Comunicazioni<br />

o Il Prof. Nicola Paparella è stato scelto per far parte (dal l° aprile<br />

2006) del Consiglio di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio<br />

di Puglia.<br />

Il Segretario C.E.P.<br />

✠ Michele Seccia


Verbale<br />

della riunione ordinaria<br />

3 aprile 2006<br />

Seminario Regionale - Molfetta<br />

Lunedì 3 aprile 2006 alle ore 9.30, nel Pontificio Seminario Regionale<br />

di Molfetta, ha avuto inizio la riunione ordinaria della Conferenza<br />

Episcopale Pugliese. Presiede l’Arcivescovo Metropolita di Lecce,<br />

Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Presidente della C.E.P.<br />

Questo l’ordine del giorno dei lavori comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi<br />

e Vescovi con lettera di convocazione del 13 marzo 2006 [Prot. n.<br />

21/06]:<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

2. Seminario Regionale:<br />

a. Animatori<br />

b. Padri Spirituali<br />

3. Convenzione CEP - Facoltà Teologica Pugliese<br />

4. Documento C.E.I. sul sostentamento del clero (osservazioni<br />

della C.E.P.)<br />

5. Varie.<br />

Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />

Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice presidente;<br />

Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />

Domenico Caliandro, Mons. Domenico D’Ambrosio, Mons. Vito De<br />

Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons.<br />

Luigi Martella, Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico<br />

Padovano, Mons. Benigno Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri,<br />

Mons. Francesco Pio Tamburrino, Mons. Francesco Zerrillo.<br />

Sono altresì presenti gli Ordinari emeriti: Mons. Vincenzo Franco e<br />

Mons. Martino Scarafile.<br />

È assente Mons. Rocco Talucci, impegnato per la Visita Pastorale.<br />

1 1


1 2<br />

Dopo la recita dell’Ora media, il Presidente saluta i presenti e riferisce<br />

dell’ultimo Consiglio Permanente e di alcuni problemi che riguardano<br />

la Conferenza.<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

a. Fondi dell’Otto per mille e sostentamento clero<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, informa i presenti sulla diminuzione dei<br />

fondi dell’otto per mille, dovuta al minore importo del conguaglio. Anche<br />

se le firme restano stabili, ci si deve impegnare maggiormente nella<br />

sensibilizzazione perché la percentuale dei contribuenti che firmano a<br />

favore della Chiesa cattolica aumenti oltre il 41%. Per il corrente anno<br />

si è deciso di non far pesare sulle diocesi la diminuzione degli importi,<br />

ma di attingere al fondo di riserva e limitare le assegnazioni per altri fini<br />

(edilizia di culto, beni culturali, ...). Mons. Ruppi sollecita i Vescovi ad<br />

attivare la sensibilizzazione nelle <strong>Diocesi</strong>, perché cresca il gettito <strong>delle</strong><br />

offerte deducibili e la percentuale <strong>delle</strong> firme.<br />

Anticipando il 4° punto dell’OdG, il Presidente chiede ai Vescovi di<br />

esprimersi sulla proposta di un nuovo meccanismo per il sostentamento<br />

del clero, tenendo presente il documento riservato di consultazione trasmesso<br />

ad ogni Ordinario [Allegato l].<br />

I Vescovi condividono la prima proposta 1/A, indicata nel documento<br />

trasmesso. Per quanto concerne il punteggio discrezionale calcolato<br />

secondo lo schema regionale, la Conferenza si orienta unanimemente<br />

sull’ipotesi 2/B.<br />

Circa il sistema di previdenza integrativa, infine, i Vescovi concordano<br />

che deve essere esclusa dal computo dell’integrazione, secondo la<br />

proposta 3/A.<br />

Mons. Caliandro interviene a proposito del contributo alla colf, sino<br />

a 18 ore settimanali; tale intervento non dovrebbe essere incluso nel cumulo<br />

per il parroco.<br />

Mons. Padovano informa i presenti sull’incontro di tre giorni svoltosi<br />

a Fasano per i seminaristi: spiegazione del sistema per il sostentamento<br />

clero e problematica dell’otto per mille. Hanno partecipato 130 giovani<br />

(90 dalla Puglia e 40 dalla Calabria). Davanti alla percezione che tutto è<br />

ormai ritenuto scontato e dovuto, per una sorta di automatismo, è urgente<br />

creare sensibilità e fornire <strong>delle</strong> risposte serie.


. Tribunale Ecclesiastico Regionale<br />

Cresce il numero <strong>delle</strong> cause introdotte presso il T.E.R.P. di Bari (251<br />

nel 2005 contro le 234 nel 2004); anche è aumentato di 49 il numero <strong>delle</strong><br />

cause concluse, resta ancora alto il numero <strong>delle</strong> cause pendenti (756).<br />

C’è stato anche un aumento del 6,3% <strong>delle</strong> spese. La CEI è intervenuta<br />

con un contributo di € 632.000 (per il 2005).<br />

Mons. Cacucci, Moderatore del T.E.R.P., ringrazi a i Vescovi che<br />

hanno messo a disposizione due nuovi giudici: Massimo MANCINO<br />

(dioc. Nardò-Gallipoli) e Sario CHIARIELLI (Castellaneta).<br />

c. Regione Puglia<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, informa i Confratelli circa il disegno di<br />

legge regionale sulla famiglia, nel contesto <strong>delle</strong> politiche sociali. In diverse<br />

occasioni e incontri è stato ribadito quanto già concordato nell’incontro<br />

C.E.P. di Martina Franca: pur in un clima di dialogo e di tutela<br />

dei diritti soggettivi, resta ferma la difesa della famiglia, secondo l’Art.<br />

29 della Costituzione, senza possibilità di confusione o di assimilazione<br />

con le unioni di fatto.<br />

Circa la Legge sugli Oratori è in via di approvazione una norma che<br />

prevede l’assegnazione in conto capitale del contributo assegnato (pari<br />

al 42%) per la realizzazione di uno stralcio funzionale del progetto generale<br />

presentato come istanza.<br />

Si prevede una ripresa di attenzione verso i Beni Culturali (Archivi,<br />

Biblioteche e Musei diocesani).<br />

Per quanto concerne le II.PP.AA.BB., si sta delineando un orientamento<br />

di privatizzazione e accorpamento degli Enti attualmente affidati,<br />

in gran parte, a commissari designati dall’Assessorato alle Politiche Sociali.<br />

Hanno iniziato a funzionare l’Osservatorio Giuridico Regionale e il<br />

Forum Regionale della Famiglia.<br />

L’Arcivescovo di Bari, Mons. Cacucci, che ha ospitato nei locali della<br />

Curia questi uffici regionali, invita i Vescovi a insistere sulla formazione<br />

dei laici e a sollecitare quanti si dichiarano cristiani, perché nell’esercizio<br />

<strong>delle</strong> rispettive professioni, testimonino coerentemente i valori etici<br />

fondamentali (vita, giustizia, famiglia, solidarietà…).<br />

1 3


1 4<br />

2. Convenzione CEP – Facoltà Teologica Pugliese<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, legge il testo della Convenzione tra la<br />

Conferenza Episcopale Pugliese e la Facoltà Teologica Pugliese circa la<br />

sede del Seminario Regionale di Molfetta, come concordato nella precedente<br />

riunione della CEP. I Vescovi approvano all’unanimità [Allegato<br />

2].<br />

Mons. Ruppi comunica che sono state trasmesse alla CEI le pratiche<br />

relative agli II.SS.SS.RR. di Bari, Lecce, Brindisi, Taranto, Foggia-San<br />

Severo, Trani.<br />

Sono arrivati i due Decreti per la Facoltà Teologica Pugliese (approvazione<br />

dello Statuto della Facoltà e <strong>delle</strong> tre sedi): i Vescovi prevedano<br />

la pubblicazione sui Bollettini Diocesani.<br />

Per quanto concerne l’aspetto economico della Fondazione che garantisce<br />

la Facoltà teologica, i soci sostenitori hanno assicurato già la<br />

quota prevista; altri contributi sono stati assegnati da tre istituti bancari.<br />

Intanto il Presidente del Consiglio di Amministrazione ha nominato<br />

economo il diacono Pappagallo di Molfetta.<br />

Si è svolto il primo incontro con il delegato del Rettore Magnifico<br />

dell’Università di Bari (Dott. Erriquez) per mettere in rete le biblioteche<br />

<strong>delle</strong> tre sedi a cominciare da Molfetta, San Nicola e Santa Fara.<br />

Mons. Paciello interviene per fare notare che l’inaugurazione della<br />

Facoltà Teologica svoltasi a Bari nel Piccinni, avrebbe dovuto prevedere<br />

un momento di fede, di preghiera. Mons. Cacucci, nella veste di Gran<br />

Cancelliere, ringrazia per l’osservazione, e precisa che l’inaugurazione<br />

dell’Anno Accademico della Facoltà era stato celebrato nella Cattedrale<br />

di Bari, in coincidenza con l’inizio dell’attività accademica.<br />

3. Seminario Regionale: Padri Spirituali e Animatori<br />

Mons. Ruppi fa chiamare il Rettore del Seminario e invita Mons.<br />

D’Ambrosio a relazionare sul Seminario in quanto Presidente della<br />

Commissione Vescovile di vigilanza.<br />

Mons. D’Ambrosio riferisce che ha già incontrato il Rettore e l’equipe<br />

degli educatori. Sono stati evidenziati i seguenti problemi.<br />

Anno propedeutico: è necessario predisporre locali più accoglienti,<br />

considerato il numero crescente dei candidati. Si propone di verificare


la possibilità di intervenire e rendere abitabile la mansarda. Il Rettore<br />

dovrà richiedere qualche preventivo.<br />

Quanto agli animatori si rende ormai necessaria la presenza stabile<br />

di due sacerdoti. Oltre a don Gianni Caliandro si chiede al Vescovo di<br />

Molfetta, Mons. Martella, di rendere disponibile don De Lucia, sinora<br />

impegnato solo parzialmente. Mons. Martella acconsente alla richiesta<br />

e ritiene che anche il sacerdote indicato sarà disponibile. Alla luce dell’esperienza<br />

di questi primi anni, si conferma l’esigenza di un cammino<br />

previo in diocesi, prima che i giovani vengano inviati per l’anno propedeutico.<br />

Sesto Anno. Quanto ai seminaristi che compiono l’iter formativo in<br />

Seminario, si deve meglio definire la struttura e l’organizzazione del sesto<br />

anno, perchè sia un periodo di formazione.<br />

I Vescovi – conclude Mons. D’Ambrosio – dovrebbero proporre qualche<br />

itinerario di formazione ai sacerdoti che in futuro potrebbero offrire<br />

un servizio formativo in Seminario.<br />

Il Rettore, Mons. Ladisa, ricorda ai Vescovi la necessità di provvedere<br />

ad un ricambio parziale dei Padri Spirituali e ad integrare il numero<br />

degli animatori.<br />

Dopo un rapido scambio di opinioni tra i presenti per verificare la disponibilità<br />

di bravi sacerdoti, con una buona esperienza pastorale e maturità<br />

umana e spirituale, si giunge alla seguente conclusione. Don Luigi<br />

Tarantini e don Salvatore Cipressa saranno sostituiti da don Pierino AR-<br />

CIERI (diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie), don Luigi MANSI (dioc. Cerignola-Ascoli<br />

S.) e don Alberto DI VIGGIANO (dioc. Brindisi-Ostuni).<br />

Si conferma la disponibilità di don De Lucia a tempo pieno per l’anno<br />

propedeutico.<br />

Per gli animatori se ne parlerà nella prossima riunione.<br />

4. Istituto Pastorale Pugliese<br />

Mons. Fragnelli presenta le proposte di formazione permanente del<br />

clero, di pastorale giovanile e dei catechisti, preparate dall’Istituto Pastorale<br />

Pugliese (IPP) [Allegato 3].<br />

Mons. Papa chiede che le tematiche siano più attinenti al momento<br />

e permanenti per il clero (comunione, corresponsabilità ed ecclesialità),<br />

avendo come riferimento di fondo la Chiesa, mistero di comunione.<br />

1


1<br />

Mons. Negro insiste perché i sacerdoti siano guidati verso la corresponsabilità,<br />

come diventare servitori della comunità ed esercitare la<br />

guida e la presidenza del Consiglio Pastorale Parrocchiale.<br />

Mons. Calabro ritiene che si dovrebbe ampliare la verifica puntando<br />

su aspetti più urgenti, come ad esempio la Dottrina Sociale della Chiesa,<br />

quasi del tutto assente dalla formazione permanente.<br />

Mons. Ruppi richiama il percorso di preparazione al Convegno Ecclesiale<br />

di Verona, in modo da recuperare il programma decennale e verificare<br />

come si sta procedendo nella comunicazione del Vangelo.<br />

Mons. Martella si chiede se non sia necessario prevedere un momento<br />

unitario a livello regionale in vista di Verona.<br />

5. Varie<br />

a. Richieste<br />

Il Presidente fa presente ai Vescovi di aver ricevuto alcune specifiche<br />

richieste dal Seminario teologico di Scutari per ottenere un altro sacerdote<br />

formatore dei teologi in sostituzione di don Alessandro MAIER, fidei<br />

donum, che ha già terminato il triennio. Sentito il parere del vescovo<br />

interessato (Mons. Fragnelli) si ritiene opportuno prolungare il servizio<br />

di don MAIER per un altro triennio.<br />

Inoltre dalla Migrantes si chiede la disponibilità di un sacerdote per<br />

la Parrocchia della Missione Cattolica di Losanna in Svizzera (con circa<br />

15.000 italiani).<br />

Il Presidente comunica anche che il Delegato regionale dei Gruppi<br />

di preghiera “Padre Pio” ha promosso un paio di incontri con i delegati<br />

coordinatori a livello diocesano. Inoltre il 1 ottobre p.v., si svolgerà il<br />

raduno regionale di tutti i gruppi di preghiera.<br />

Mons. D’Ambrosio, ricorda ai Vescovi che ricorrendo il 5 maggio p.v.<br />

il 50° anniversario dell’inaugurazione di Casa Sollievo, tutti i Vescovi<br />

sono invitati alla concelebrazione che sarà presieduta da Sua Eminenza<br />

il Card. Angelo Sodano, Segretario di Stato di Sua Santità.<br />

Il Presidente ricorda, infine, ai presenti le date dei prossimi appuntamenti:<br />

• Assemblea della C.E.I. dal 15 al 19 maggio<br />

• C.E.P. il 12 giugno a Santa Maria dell’Isola (Conversano)


• Il Convegno nazionale di Verona dal 16 al 20 ottobre p.v.<br />

Alle 13.15 esauriti gli argomenti all’ordine del giorno, con la recita<br />

dell’Angelus e lo scambio degli auguri pasquali, terminano i lavori della<br />

Conferenza.<br />

Il Segretario C.E.P.<br />

✠ Michele Seccia<br />

1


1<br />

Verbale<br />

della riunione ordinaria<br />

12 giugno 2006<br />

Oasi “Sacro Cuore di Gesù” - Molfetta<br />

Lunedì 12 giugno 2006 si è riunita la Conferenza Episcopale Pugliese<br />

presso l’Oasi “Sacro Cuore di Gesù” di Conversano con il seguente<br />

O.d.G.:<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

2. Seminario Regionale: educatori e padri spirituali<br />

3. Visita “ad limina”<br />

4. Presidenza CEP<br />

5. Varie<br />

Presenti: Mons. Ruppi, Presidente; Mons. Cacucci, Vicepresidente;<br />

Mons. Papa; Mons. Todisco; Mons. Scarafile; Mons. Talucci; Mons.<br />

Pichierri; Mons. Padovano; Mons. Calabro; Mons. Caliandro; Mons.<br />

Negro; Mons. Di Molfetta; Mons. Martella; Mons. D’Ambrosio; Mons.<br />

Zerrillo; Mons. Tamburrino; Mons. Fragnelli; Mons. Castoro.<br />

Hanno giustificato la loro assenza: Mons. Seccia, Mons. Paciello,<br />

Mons. De Grisantis.<br />

Il Presidente invita Mons. Castoro a svolgere il compito di Segretario.<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

a) Mons. Ruppi ha riservatamente informato i confratelli sui contatti da<br />

lui avuti al fine di migliorare il Progetto di Legge Regionale sulla<br />

famiglia. L’art. 22 infatti prevedeva un testo non accettabile, atteso<br />

che parlava di “famiglie” al plurale. Il nuovo testo parla di “famiglia”<br />

al singolare, affidando all’articolo successivo i diritti dei singoli individui.<br />

Un’altra proposta migliorativa e attualmente in cantiere. Essa<br />

prevedrebbe l’art. 22 diviso in due parti: a) i diritti della famiglia b)<br />

il sostegno concreto alla famiglia; l’art. 23 prevedrebbe altri tipi di


unione. Mons. Ruppi è dell’avviso che la CEP si limiti a ribadire le<br />

affermazioni del Magistero Pontificio sulla famiglia e la vita; la mediazione<br />

della CEP per migliorare ancora il testo rimarrebbe a livello<br />

indiretto e riservato presso i singoli politici. È compito dei politici<br />

d’ispirazione cristiana intervenire opportunamente nel dibattito politico<br />

su questo tema.<br />

b) Mons. Ruppi informa che si va sbloccando presso la Regione l’aiuto<br />

agli Oratori per l’anno 2004.<br />

c) Il Presidente invita il dott. Antonio Rubino a parlare sull’Osservatorio<br />

giuridico-legislativo della Puglia. La CEP approva lo statuto e il regolamento<br />

dell’Osservatorio Regionale i cui testi ricalcano quelli della<br />

CEI. La CEP approva anche la bozza di un Bollettino Informativo mensile<br />

sulla legislazione regionale, da inviare riservatamente ai Vescovi.<br />

Il Vescovo delegato per questo ambito sarà l’Arcivescovo di Bari.<br />

2. Seminario Regionale<br />

Il Presidente invita il Rettore del Seminario Regionale Mons. Antonio<br />

Ladisa a presentare l’organico della nuova Equipe formativa per il<br />

2006-2007. I due nuovi direttori spirituali saranno don Luigi Mansi (Cerignola-Ascoli<br />

Satriano) per il Primo Corso e don Pierino Arcieri (Trani-<br />

Barletta-Bisceglie) per il Terzo Corso. Essi sostituiranno don Salvatore<br />

Cipressa e don Gino Tarantini che ritornano nelle loro diocesi di origine.<br />

I due nuovi animatori saranno don Lucangelo Decantis (Taranto) e don<br />

Salvatore Tardio (Brindisi-Ostuni), su quest’ultimo si attende la conferma<br />

definitiva. I Vescovi invitano il Presidente ad inviare una lettera di<br />

ringraziamento ai collaboratori che lasciano.<br />

Il Rettore informa inoltre che per il nuovo anno 2006-2007 il Primo<br />

Corso sarà costituito da 45-50 alunni.<br />

Per il Sesto Anno la CEP ha deciso di continuare la prassi attuale: ogni<br />

Vescovo è libero di lasciare in seminario o far rientrare in diocesi i suoi<br />

seminaristi. Quest’anno i seminaristi del Sesto Anno ospiti del Seminario<br />

erano 17.<br />

Per quanto riguarda l’Anno Propedeutico, il Rettore assicura che don<br />

Francesco De Lucia, l’animatore spirituale, sarà a tempo pieno.<br />

1


200<br />

Segue un’ampia discussione:<br />

Mons. Negro fa presente che per i seminaristi del Sesto Anno appartenenti<br />

a <strong>Diocesi</strong> lontane da Molfetta è scomodo tornare ogni settimana<br />

in seminario.<br />

Mons. Papa esprime un vivo apprezzamento per l’impostazione<br />

dell’Anno Propedeutico e per l’opera qualificata del responsabile don<br />

Gianni Caliandro. Tutti gli altri Vescovi si associano a questo giudizio<br />

positivo e invitano il Rettore ad esprimere a don Caliandro il ringraziamento<br />

della CEP.<br />

Mons. Padovano, ritornando al Sesto Anno, propone degli “stages”<br />

tre volte l’anno.<br />

Mons. Caliandro tiene a sottolineare che il Sesto Anno deve servire alla<br />

formazione del giovane e non tanto alle esigenze pastorali della diocesi.<br />

Mons. Negro accenna alle difficoltà che incontrano i giovani preti fin<br />

dai primi anni di ministero e propone di prevedere per loro, una équipe<br />

di sostegno a livello regionale.<br />

Mons. Todisco e Mons. Padovano rilevano che le crisi possono nascere<br />

sia da una debole formazione in seminario, sia da un’esperienza pastorale<br />

negativa in diocesi. È importante perciò la scelta degli educatori in seminario,<br />

come anche curare il rodaggio pastorale dei giovani sacerdoti.<br />

Mons. Papa riferisce che il nuovo testo “Orientamenti e Norme per<br />

i Seminari” sta per essere approvato dalla Santa Sede. In questo documento<br />

c’è un capitolo che tratta proprio di queste problematiche. Dopo<br />

l’approvazione, la CEP potrebbe elaborare una linea regionale di attuazione<br />

per il nostro Seminario Regionale. È importante comunque conoscere<br />

prima dell’ordinazione sacerdotale se un giovane è fisicamente e<br />

psichicamente sano.<br />

Mons. Zerrillo rileva l’importanza dell’intesa dell’équipe educativa,<br />

che dovrà individuare e segnalare i casi sospetti di giovani non idonei.<br />

Per fare questo non si richiedono degli specialisti. Il Seminario lavora<br />

sui tempi lunghi e sul tempo continuato. L’opera educativa, come affermava<br />

don Bosco, è opera del cuore.<br />

Mons. Tamburrino invita il Rettore a vigilare sui casi che destano<br />

perplessità. Anche per i preti giovani bisogna prevedere dei sostegni. A<br />

volte la crisi è di fede e non tanto psicologica.<br />

Mons. Martella auspica che nel nostro Seminario Regionale venga quanto<br />

prima elaborata una “Regola di Vita”. Solo così un giovane può sapere<br />

con precisione cosa si può fare, cosa non si può fare e cosa si deve fare.


Mons. Calabro rileva che dopo gli anni di seminario in cui la vita è<br />

più strutturata, con l’Ordinazione la libertà diventa assoluta, i seminaristi<br />

e i giovani preti che studiano a Roma, sono ancora più esposti.<br />

Mons. Papa rileva con amarezza che nelle diocesi ci sono tanti preti,<br />

ma non esiste un vero presbiterio diocesano; infatti quando un prete<br />

sbaglia, non è raro il caso che i confratelli siano pronti ad accusarlo e a<br />

metterlo alla gogna, anziché adoperarsi per aiutarlo.<br />

Mons. Cacucci chiede che in Seminario gli animatori siano non tanto<br />

degli specialisti, ma preti con personalità armoniche. Anch’egli fa presente<br />

l’opportunità che in regione vengano individuati dei sacerdoti che<br />

siano punto di riferimento.<br />

I Vescovi facciano conoscere questi nomi.<br />

Mons. Ruppi afferma che in questi anni stiamo facendo esperienza<br />

della fragilità dei preti giovani, mentre urgono elementi di sostegno.<br />

Abbiamo già dei sacerdoti che possono essere di riferimento alle varie<br />

diocesi (don Franco Castellana, don Franco D’Apollonio, don Gianni<br />

Caliandro, don Angelo Sabatelli. Padre Colella). S’impone, dopo l’approvazione<br />

di “Orientamenti e Norme”, l’urgenza di formare i formatori,<br />

sia per i seminari maggiori, sia per i seminari diocesani, sia per il<br />

cammino formativo, sia per i primi anni di pastorale.<br />

Mons. Ladisa ricorda da qualche anno nel Seminario Regionale vengono<br />

dati corsi per i formatori, con buona partecipazione. Il Rettore,<br />

inoltre, introduce il discorso della opportunità di costituire altri spazi<br />

nel Seminario Regionale. L’ipotesi di adeguare la mansarda si è rivelata<br />

difficile da attuare. Forse si potrebbe costruire una nuova palazzina nel<br />

terreno del Seminario lì dove attualmente sorge la “Grotta di Lourdes”.<br />

La palazzina avrebbe un piano terra e due piani e potrebbe essere occupata<br />

dagli alunni del Propedeutico. Il rettore presenterà un progetto con<br />

un preventivo di massima.<br />

Mons. Papa invita a riflettere sull’opportunità o meno di costruire<br />

altri locali, quando ci sono in regione molti seminari semivuoti.<br />

Mons. Padovano ipotizza il distaccamento del biennio filosofico da<br />

unire al propedeutico, trasferendoli in un altro seminario. Questo consentirebbe<br />

una cura più attenta dei singoli seminaristi.<br />

I Vescovi decidono di soprassedere a ogni ipotesi di ampliamento, in<br />

attesa che il numero degli alunni sia stabilizzato, pregando il Rettore di<br />

trovare, al momento, le soluzioni possibili.<br />

201


202<br />

3. Visita “ad limina”<br />

Mons. Ruppi ricorda che la visita “ad limina” della CEP è fissata nella<br />

settimana 12-17 marzo 2007. Sei mesi prima della visita, ciascun Vescovo<br />

dovrà presentare la Relazione Quinquennale alla Santa Sede, in<br />

cinque copie di cui una non rilegata. La CEI invierà a ciascun Vescovo<br />

nei prossimi giorni i dati generali della nostra regione, che costituiranno<br />

la parte introduttiva della Relazione. Durante la settimana sono previste<br />

anche <strong>delle</strong> celebrazioni nelle varie Basiliche. I Vescovi concordano nell’organizzare<br />

una sola celebrazione comunitaria nella Basilica di S. Pietro,<br />

presso la tomba dei papi, mercoledì 14 marzo alle ore 07.00. Quanto<br />

alla visita ai Dicasteri, si concorda di chiedere un incontro collegiale con<br />

la Congregazione per i Vescovi, con la Congregazione per la Dottrina<br />

della Fede, con quella per il Clero e con quella per l’Educazione Cattolica.<br />

I Vescovi delegati dei vari settori, si recheranno singolarmente<br />

negli altri corrispettivi Dicasteri. Quanto agli incontri personali con il S.<br />

Padre, si è stabilito il seguente calendario:<br />

Lunedì 12 Tamburrino, D’Ambrosio, Zerrillo, Fragnelli, Pichierri.<br />

Giovedì 15 Papa, Negro, Caliandro, Padovano, Talucci.<br />

Venerdì 16 Calabro, Ruppi, Di Molfetta, Martella…<br />

Sabato 17 Cacucci, Castoro…<br />

Gli assenti Mons. Paciello, Mons. De Grisantis e Mons. Seccia faranno<br />

poi conoscere il giorno da loro preferito.<br />

Mercoledì 14 i Vescovi della CEP parteciperanno all’Udienza generale<br />

del S. Padre possibilmente con qualche rappresentanza <strong>delle</strong> rispettive<br />

diocesi. La residenza sarà per tutti a S. Marta.<br />

4. Presidenza CEP<br />

L’o.d.g. prevedeva l’elezione della nuova Presidenza CEP, essendo<br />

già in regime di “prorogatio”. Ma essendo assenti alcuni Vescovi, si decide<br />

di riparlarne alla prossima Assemblea CEP.<br />

5. Varie ed eventuali<br />

Mons. Ruppi riferisce che S.E. Mons. Angelo Amato Segretario della<br />

Congregazione per la Dottrina della fede, ha inviato una lettera alla CEP<br />

per chiedere un collaboratore per l’Ufficio Disciplinare della C.D.F. che


sia ben preparato in Diritto Canonico e in Teologia. I Vescovi che eventualmente<br />

avessero disponibilità a prestare un sacerdote per tale servizio<br />

potranno segnalarlo direttamente a Mons. Amato.<br />

Mons. Cacucci fa presente che Bari ha bisogno di un proprio delegato<br />

CEI per i Beni Culturali e presenta il nome del diacono permanente<br />

Geom. Bruno Ressa, persona competente e affidabile.<br />

Mons. Ruppi informa che è stato proposto come Assistente Regionale<br />

dell’A.C.R. il sac. Francesco Imperiale (Taranto). I Vescovi approvano.<br />

Mons. Ruppi infine informa che anche l’Associazione “FRATRES”<br />

chiede un assistente ecclesiastico. I Vescovi propongono don Martino<br />

Costantino (Taranto) parroco in Martina Franca.<br />

Mons. Fragnelli presenta ai Vescovi il nuovo Annuario <strong>delle</strong> Chiese<br />

di Puglia che è stato curato dall’Istituto Pastorale Pugliese e che viene<br />

distribuito ai Vescovi. È stato stampato in 4000 copie ed è messo in vendita<br />

a 20 euro. I Vescovi esprimono il ringraziamento e l’apprezzamento<br />

per l’opera compiuta.<br />

Viene introdotto don Sandro Ramirez, Direttore dell’Istituto Pastorale<br />

Pugliese, il quale aggiorna i Vescovi sul percorso previsto per la<br />

formazione permanente dei parroci e distribuisce a tutti il relativo calendario.<br />

Quanto alla proposta della formazione permanente per tutti i<br />

sacerdoti, egli chiede di avere al più presto i nominativi dei sacerdoti che<br />

costituiranno l’équipe preposta in ogni diocesi.<br />

Interviene anche don Alessandro Amapani, Vicedirettore dell’Istituto<br />

Pastorale Pugliese e Collaboratore all’Ufficio CEI per la Pastorale Giovanile.<br />

Egli informa che il Consiglio Permanente della CEI ha approvato<br />

che il prossimo triennio sarà dedicato alla Pastorale Giovanile. Il primo<br />

anno riguarderà l’Ascolto, il secondo l’Annuncio e la Testimonianza, il<br />

terzo anno la Missione. Il primo anno avrà come conclusione un evento<br />

a livello regionale, il secondo un evento a livello nazionale (1-2 settembre<br />

2007 con la partecipazione del Papa). Il terzo anno si concluderà con<br />

la GMG di Sidney presieduta dal S. Padre.<br />

L’assemblea si chiude alle ore 13.20 con la preghiera dell’Angelus,<br />

dopo aver ringraziato Mons. Padovano per la generosa ospitalità.<br />

✠ Michele Castoro<br />

Vescovo di Oria<br />

203


204<br />

Verbale<br />

della riunione ordinaria<br />

11 dicembre 2006<br />

Seminario Regionale - Molfetta<br />

Lunedì 11 dicembre 2006, alle ore 9.30, con la presidenza dell’Arcivescovo<br />

Cosmo Francesco Ruppi, si è riunita la Conferenza Episcopale<br />

Pugliese, presso il Pontificio Seminario Regionale di Molfetta, con il<br />

seguente ordine del Giorno:<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

2. Visita ad Limina<br />

3. Istituto Pastorale Pugliese (relazione di Mons. Fragnelli)<br />

4. Indagine della Caritas Regionale sulle povertà in Puglia<br />

5. Incontro col Forum <strong>delle</strong> Famiglie e con il Forum <strong>delle</strong> Organizzazioni<br />

Sanitarie Cattoliche<br />

6. Varie ed eventuali<br />

Vescovi presenti: Ecc.mi Ruppi, Papa, Tamburrino, Talucci, D’Ambrosio,<br />

Todisco, Franco, Scarafile, Renna, Zerrillo, Di Molfetta, Calabro,<br />

Paciello, Fragnelli, Martella, Padovano, Castoro, De Grisantis, Negro.<br />

Assenti giustificati: Ecc.mi Cacucci, Pichierri, Caliandro.<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

In seguito al trasferimento di Mons. Seccia in altra Regione Ecclesiastica,<br />

il Presidente propone come Segretario della CEP Mons. Michele<br />

Castoro, e come Vescovo Delegato per la scuola Mons. Lucio Renna. I<br />

Vescovi approvano all’unanimità e gli interessati accettano ringraziando<br />

per la fiducia.<br />

Il Presidente dà il benvenuto nella CEP a Mons. Renna, nuovo Vescovo<br />

di San Severo, ed esprime a Mons. Papa le felicitazioni per il XXV di<br />

Episcopato, che sarà solennemente celebrato a Taranto il 27 dicembre e<br />

invita i Vescovi a parteciparvi.


Il Presidente inoltre informa che il nuovo padre spirituale del seminario,<br />

don Pierino Arcieri, è seriamente ammalato. Si sta facendo fronte<br />

all’emergenza indirizzando gli alunni verso gli altri padri spirituali. I<br />

Vescovi assicurano preghiere e formulano auguri di guarigione.<br />

In data 25 novembre 2006 la Congregazione per l’Educazione Cattolica<br />

ha inviato il Decreto di approvazione degli Istituti Superiori di<br />

Scienze Religiose della Puglia. Sono stati approvati gli Istituti di Bari,<br />

Brindisi, Foggia, Taranto, Lecce e Trani. L’Istituto di San Severo è stato<br />

approvato come Istituto di primo livello. La Congregazione ha inviato<br />

altresì osservazioni e suggerimenti che ciascun Istituto deve tener presenti,<br />

per adeguarsi alla normativa in vigore.<br />

Quanto alla Facoltà Teologica Pugliese, di cui si tratterà diffusamente<br />

nella tre giorni CEP di gennaio (29-30-31 gennaio a San Giovanni<br />

Rotondo), il Presidente riferisce che ciascuno dei tre Istituti della Facoltà<br />

dovrà sottoscrivere una Intesa con la medesima facoltà: i Cappuccini,<br />

i Domenicani e il Seminario (Istituto Teologico “Regina Apuliae”). Il<br />

Presidente propone il testo dell’Intesa tra la CEP (per l’Istituto Teologico<br />

“Regina Apuliae”) e la Facoltà Teologica Pugliese. I Vescovi approvano<br />

e danno mandato al Presidente e al Segretario di sottoscriverlo.<br />

Rapporti con la Regione Puglia. Il Presidente riferisce che in data 9<br />

dicembre corrente è stato reso noto l’elenco dei Musei, Archivi e Biblioteche<br />

ammessi al finanziamento regionale, attingendo dai Fondi Europei.<br />

Il Presidente ne dà lettura. Quanto agli Oratori, erano state sospese<br />

le provvidenze regionali del 2004. Pare che la situazione si vada sbloccando<br />

e la delibera possa essere approvata in questi giorni. Subito dopo<br />

si potranno presentare le domande per il 2006. È opportuno che siano le<br />

parrocchie a presentare le domande e non i singoli Oratori.<br />

Mons. Todisco auspica che siano i laici ad occuparsi dei rapporti con i<br />

politici piuttosto che la CEP.<br />

Mons. Ruppi spiega che l’intervento della CEP presso le Istituzioni<br />

politiche e/o amministrative avviene là dove è richiesto un accordo e che<br />

la CEP lo fa in modo sempre riservato. L’ideale sarebbe un intervento<br />

dei laici, ma non sempre questo è possibile ed efficace.<br />

Il Presidente presenta un progetto di pubblicazione degli Interventi<br />

dei Vescovi pugliesi al Concilio Vaticano II. L’iniziativa partirebbe<br />

dalla CEP, con la collaborazione della Facoltà Teologica per la parte<br />

scientifica. Il finanziamento dell’opera dovrebbe essere sostenuto dalla<br />

Fondazione della Cassa di Risparmio.<br />

20


20<br />

Il Presidente propone alcune nomine. Per il Tribunale Ecclesiastico<br />

Regionale, vengono presentati i nomi di tre nuovi giudici: Mons. Angelo<br />

Altavilla, della diocesi di Oria, don Pasquale Morelli, dell’arcidiocesi<br />

di Taranto, Padre Lorenzo Lorusso, O.P. Come Assistente Ecclesiastico<br />

dell’Agesci viene proposto don Giacomo Lombardi, della diocesi di<br />

Oria. Come Segretario Regionale della Consulta del Laicato viene proposto<br />

il Sig. Nicola Di Vietro di Andria e come Assistente Regionale della<br />

medesima Consulta viene proposta la conferma di Don Franco Fanizza.<br />

La CEP approva tutte le nomine proposte e dà mandato al Segretario<br />

di notificarle.<br />

2. Visita ad limina<br />

È confermata la data dal 12 al 17 marzo 2007, con il calendario <strong>delle</strong><br />

visite personali e degli incontri con le Congregazioni Romane. Nei Dicasteri,<br />

in elenco, si concorda il nome del Vescovo che dovrà fare la breve<br />

introduzione: Mons. Ruppi alla Congregazione per i Vescovi, Mons.<br />

Cacucci all’Educazione Cattolica, Mons. Di Molfetta al Culto Divino,<br />

Mons. Papa alla Dottrina della Fede, Mons. Tamburrino alla Vita Consacrata,<br />

Mons. Castoro al Clero. Per gli altri Dicasteri non in elenco si<br />

ravvisa l’opportunità della visita di una rappresentanza dei Vescovi, ancora<br />

da decidere. Il mercoledì 14 marzo la CEP parteciperà all’Udienza<br />

Generale. Ciascun Vescovo è libero di organizzare eventualmente un<br />

pellegrinaggio della propria diocesi per tale giornata.<br />

3. Istituto Pastorale Pugliese<br />

Mons. Fragnelli, con l’ausilio del Direttore dell’IPP, don Sandro Ramirez,<br />

informa circa le iniziative in corso per la formazione del clero: il<br />

Percorso per gli incaricati diocesani e il Percorso per i parroci secondo<br />

il programma già noto. È in fase di allestimento un sito internet dell’IPP<br />

che sarà consultabile da gennaio 2007. Per ricordare il XL anniversario<br />

di fondazione dell’IPP, è previsto un “pomeriggio commemorativo”<br />

a Molfetta. Tra l’altro, in quella circostanza potrebbe essere presentato<br />

il primo quaderno dell’IPP: “Autobiografia e formazione ecclesiale” a<br />

cura di Pio Zuppa e Sandro Ramirez, che viene distribuito ai presenti.


Un’altra iniziativa potrebbe essere l’istituzione di una “Borsa di studio”<br />

per una tesi di licenza sull’IPP, con un approccio storico e teologico-pastorale.<br />

Seguono <strong>delle</strong> osservazioni: alcuni presuli (Todisco, Negro e Ruppi)<br />

auspicano tempi più lunghi per uno studio più approfondito, che non sia<br />

una semplice commemorazione. A gennaio prossimo l’IPP presenterà<br />

proposte concrete.<br />

4. Relazione della Caritas sulle povertà in Puglia<br />

Don Raffaele Sarno, Delegato Regionale Caritas Puglia, relaziona<br />

sull’indagine svolta dalla Caritas sulle povertà in Puglia e pubblicata in<br />

un volumetto distribuito ai presenti: “Le Chiese di Puglia in ascolto del<br />

territorio”. Si tratta non tanto di un’indagine sociologica, ma di uno strumento<br />

pastorale nelle mani dei Vescovi, dei parroci e dei loro collaboratori.<br />

Don Sarno fa presente che nei nostri centri d’ascolto si presentano<br />

per lo più poveri, immigrati (che hanno difficoltà di ottenere il permesso<br />

di soggiorno) e donne (che manifestano di essere il soggetto più debole<br />

della famiglia, ma anche il più rappresentativo).<br />

Mons. Calabro, Vescovo Delegato per la pastorale del lavoro, auspica<br />

una maggiore collaborazione tra la Caritas e l’Ufficio per i problemi<br />

sociali, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione. I Vescovi ringraziano<br />

don Sarno per l’ottimo lavoro svolto.<br />

5. Forum <strong>delle</strong> Famiglie e Forum <strong>delle</strong> Organizzazioni Sanitarie<br />

Cattoliche<br />

Interviene la dott.ssa Ludovica Carli, Presidente del Forum <strong>delle</strong> Famiglie<br />

di Puglia, con l’avv. Basso e il dott. Massari. La dott.ssa Carli<br />

presenta le iniziative del Forum: Lo scorso anno è stato caratterizzato<br />

dall’impegno a difesa della Legge 40/04 sulla fecondazione assistita<br />

culminato nella Campagna per il Referendum del 12-13 giugno 2005.<br />

Dal Forum è nato il Comitato Pugliese “Scienza e Vita” (la Puglia ha<br />

avuto il maggior numero di Comitati locali ed è stata la seconda Regione<br />

per numero di astensioni dal voto). Stretto è stato il rapporto con la Consulta<br />

Regionale di Pastorale Familiare. Dall’autunno 2005 il Forum ha<br />

20


20<br />

iniziato una precisa opera di interlocuzione con la Regione per il Regolamento<br />

sulla Legge Regionale 19/06 che tra l’altro ha equiparato, nell’accesso<br />

alle politiche sociali, le coppie di fatto alle famiglie di diritto.<br />

Il Forum inoltre è intervento sulla riforma dei Consultori familiari, che<br />

ha ignorato la rete dei Consultori non statali. La Presidente elenca altre<br />

iniziative come da foglio, distribuito ai presenti. A conclusione, la Presidente<br />

auspica un maggior impegno da parte di tutti per investire sulla<br />

formazione.<br />

Interviene poi il prof. Filippo Boscia Presidente del Forum <strong>delle</strong> Organizzazioni<br />

Sanitarie Cattoliche con il prof. Simonetti. Il Prof. Boscia<br />

lamenta una pressione sempre più percepibile, perché i volontari cattolici<br />

siano esclusi dal sociale. Tra le emergenze, il prof. Boscia parla del<br />

Codice Deontologico di prossima approvazione, già modificato cinque<br />

volte in tredici anni. Il nuovo testo, di fatto, impedirebbe l’obiezione di<br />

coscienza dei medici di fronte all’aborto. Egli parla anche della “pillola<br />

del giorno dopo” (che si vuol far passare come una “contraccezione<br />

d’emergenza” mentre è un vero e proprio aborto), sull’eutanasia dell’embrione<br />

(basata sul principio che l’embrione ha diritto a nascere sano;<br />

se non è sano non ha più diritto a nascere) e sull’handifobia (la medicina<br />

difensiva che considera la disabilità come una malattia e non come<br />

un limite.) Il prof. Boscia distribuisce poi il “Documento di consenso dei<br />

medici cattolici sui valori etici irrinunciabili”.<br />

Il prof. Simonetti parla <strong>delle</strong> tossicomanie e <strong>delle</strong> droghe, in continuo<br />

aumento in Italia. In Spagna è sorta un’Associazione “Amigos de<br />

Maria” il cui titolo può indurre a inganno, perchè sono gli amici della<br />

Marijuana. Bisogna vigilare, perché facilmente quest’associazione potrà<br />

essere importata anche in Italia. Egli parla del Disegno di Legge sul<br />

Testamento Biologico. È una normativa troppo larga: a) c’è diversità di<br />

situazione sociale (non si può decidere ora per allora, quando saranno<br />

disponibili altre medicine); b) c’è difficoltà di condizione psicologica<br />

(in Olanda il 33,7% di coloro che tentano il suicidio, chiedono di essere<br />

salvati: vuol dire che di fronte alla morte imminente c’è una situazione<br />

psicologica diversa).<br />

Mons. Papa chiede che i due Forum siano sempre più a sostegno dei<br />

nostri Consultori cattolici.<br />

Mons. Ruppi chiede un impegno per sollecitare il riconoscimento dei<br />

Consultori cattolici e invita il prof. Boscia a rianimare in Puglia l’Associazione<br />

dei Medici Cattolici.


Mons. De Grisantis auspica un maggior sostegno alla famiglia come<br />

soggetto primario, forte, prioritario, da ascoltare comunque.<br />

Mons. D’Ambrosio chiede che nella seduta di fine gennaio si possano<br />

studiare più attentamente i problemi accennati, dando più spazio alla riflessione<br />

sui problemi medici.<br />

6. Varie ed eventuali<br />

Mons. Castoro informa che la Facoltà Teologica Pugliese ha avviato<br />

un progetto di ricerca e di formazione sulla condizione dei presbiteri nelle<br />

Chiese di Puglia. Si tratta di un’indagine che mira non a raccogliere<br />

le lamentele dei presbiteri, ma ad esplorare le “cose nuove” che i presbiteri<br />

vanno scoprendo. Il progetto è biennale e prevede la collaborazione<br />

della Commissione Presbiterale Regionale e dei Consigli Presbiterali<br />

Diocesani. Il Preside della Facoltà invierà una lettera ai Vescovi, perché<br />

una seduta del Consiglio Presbiterale Diocesano sia dedicata a questo<br />

scopo.<br />

Mons. Castoro distribuisce ai vescovi un documento del Centro Regionale<br />

Vocazioni “Verso Emmaus” elaborato dai rettori dei seminari<br />

diocesani. Si tratta di una pista per accompagnare i giovani nel discernimento<br />

della vocazione al suo inizio. Dopo averne presa visione i Vescovi<br />

potranno approvarlo, se lo ritengono adeguato, a gennaio prossimo.<br />

Mons. Padovano prende la parola, per informare circa la situazione<br />

del sig. Angelo Maria Chiriatti, sedicente prete, e distribuisce ai presenti<br />

tutti una nota riservata della Nunziatura Apostolica riguardo al caso.<br />

La riunione, che ha avuto inizio con la recita dell’Ora Media, si conclude<br />

alle 13.30 con la recita dell’Angelus.<br />

✠ Michele Castoro, Vescovo di Oria<br />

Segretario della CEP<br />

20


210<br />

Intesa tra la Facoltà Teologica Pugliese<br />

e la Conferenza Episcopale Pugliese<br />

per l’Istituto Teologico Pugliese<br />

“Regina Apuliae” - Molfetta (BA)<br />

Ai sensi dell’art. 1 <strong>delle</strong> Norme transitorie dello Statuto della Facoltà<br />

Teologica Pugliese approvato dalla Congregazione della educazione<br />

cattolica, in data 20 giugno 2005, e allegato al Decreto istitutivo della<br />

stessa Facoltà, gli Arcivescovi e Vescovi della Puglia intendono stipulare<br />

un’apposita intesa con la suddetta Facoltà per quanto riguarda l’Istituto<br />

Teologico Pugliese “Regina Apuliae” di Molfetta.<br />

Precisato che questo Istituto opera nella sede del Pontificio Seminario<br />

Regionale Pugliese “Pio XI” di Molfetta, precisato inoltre che detto<br />

Seminario è proprietà “in solidum” dei Vescovi della Regione Pastorale<br />

Pugliese, le due parti, rappresentate, rispettivamente,<br />

da S. Ecc.za Rev.ma mons. Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo<br />

metropolita di Lecce, nelle funzioni di presidente della Conferenza Episcopale<br />

Pugliese, e da S. Ecc.za Rev.ma mons. Michele Castoro, vescovo<br />

di Oria, nelle funzioni di segretario della stessa Conferenza,<br />

e da S. Ecc.za Rev.ma mons. Francesco Cacucci, arcivescovo metropolita<br />

di Bari-Bitonto, Gran Cancelliere della suddetta Facoltà e dal<br />

prof. Salvatore Palese, pro-Preside della stessa<br />

convengono su quanto segue:<br />

Attualmente il Pontificio Seminario Regionale di Molfetta offre gratuitamente<br />

all’I.T.P., per il funzionamento dello stesso, e continuerà ad<br />

offrire i seguenti servizi:<br />

1. Alloggi per alcuni Docenti e Officiali, e precisamente:<br />

a) n. 6 appartamenti da due stanze al secondo piano;<br />

b) n. 4 appartamenti da due stanze al terzo piano;<br />

c) n. 2 alloggi da una camera al terzo piano;


d) alcune stanze degli appartamenti dei Vescovi che vengono occasionalmente<br />

utilizzate da docenti e/o da Personalità invitate a partecipare<br />

alle iniziative culturali dell’I.T.P.<br />

2. Tutto il primo piano centrale adibito ad aule scolastiche, Direzione,<br />

Segreteria, Amministrazione, sala Docenti, sala incontri, locali<br />

per la Rivista di Scienze Religiose, medicheria e i relativi servizi<br />

igienici.<br />

3. Uso dell’Aula Magna.<br />

4. Vitto per i Docenti alloggiati in Seminario o per quelli che, occasionalmente<br />

per motivi didattici e/o incontri istituzionali sono<br />

chiamati a rimanere anche il pomeriggio.<br />

5. Acqua, luce, riscaldamento, pulizie, manutenzione ordinaria e<br />

straordinaria di tutti i locali utilizzati dall’I.T.P.<br />

6. Contributo di € 2.500,00 alla Rivista di Scienze Religiose.<br />

7. Servizio mensa agli invitati ospiti in occasione di inizio Anno Accademico,<br />

inaugurazione dell’A.A., e di eventuali iniziative di attività<br />

culturali.<br />

8. L’utilizzo, attraverso un comodato gratuito, dei locali e del patrimonio<br />

librario e dei periodici della biblioteca e tutto quanto necessario<br />

per il suo funzionamento.<br />

L’Istituto Teologico Pugliese “Regina Apuliae” si impegna all’incremento<br />

del patrimonio librario e dei periodici.<br />

Inoltre il Seminario si accollerà tutte le spese necessarie per:<br />

a) il mantenimento ordinario e straordinario dei locali suddetti e del<br />

patrimonio librario;<br />

b) l’assunzione e la retribuzione di un addetto alla catalogazione e<br />

sistemazione del patrimonio librario;<br />

c) il compenso al Direttore della biblioteca.<br />

9. I docenti residenti si renderanno disponibili ai servizi educativi,<br />

quando il Rettore del Seminario chiederà la loro collaborazione.<br />

La durata della presente Intesa è ad triennium. Essa va considerata<br />

confermata, se non saranno chieste e apportate modifiche dalle parti.<br />

Copia della presente viene consegnata al Rettore del Seminario<br />

per quanto di sua competenza.<br />

211


212<br />

Le parti consenzienti sottoscrivono.<br />

Molfetta, 11 dicembre 2006<br />

X Cosmo Francesco Ruppi, X Francesco Cacucci,<br />

Arcivescovo Arcivescovo<br />

Presidente della C.E.P. Gran Cancelliere della F.T.P.<br />

X Michele Castoro, Vescovo Oria Salvatore Palese<br />

Segretario della C.E.P. pro-Preside della F.T.P.


Tribunale<br />

Ecclesiastico<br />

Regionale<br />

Pugliese


Altare<br />

L’aula sacra


Relazione per l’anno 2005<br />

agli Eccellentissimi Vescovi<br />

della Regione Puglia<br />

31 gennaio 2006<br />

Eccellenze Reverendissime,<br />

con piacere assolvo al compito di presentare la Relazione dell’attività<br />

che il nostro Tribunale Regionale ha svolto durante l’anno 2005. È un<br />

dovere perché Voi Vescovi avete affidato a noi, operatori del Tribunale,<br />

l’incarico di amministrare, in nome vostro, la giustizia nel campo specifico<br />

della dichiarazione <strong>delle</strong> nullità matrimoniali. Ma anche è una<br />

preziosa occasione per offrire a Voi la possibilità di esaminare i dati<br />

concreti su cui riflettere in ordine alle scelte pastorali riguardanti il matrimonio<br />

e la famiglia nella nostra regione.<br />

1. Le cause (cfr. Allegato n. 2)<br />

A) Nel 2005 sono stati introdotti 251 nuovi libelli (7 in più del<br />

2004);<br />

sono state decise 256 cause (47 in più del 2004);<br />

ne sono state archiviate 25;<br />

al 31 Dicembre 2005 risultano pendenti 756 cause (al 31 Dicembre<br />

2004 risultavano pendenti 786 cause).<br />

Delle cause decise<br />

187 si sono concluse affermativamente, cioè con la dichiarazione<br />

di nullità del matrimonio;<br />

69 si sono concluse negativamente, cioè con il riconoscimento della<br />

validità del matrimonio.<br />

B) Le motivazioni principali:<br />

Matrimoni dichiarati nulli:<br />

79 per esclusione della indissolubilità,<br />

50 per difetto di discrezione di giudizio e per incapacità ad assumere<br />

gli obblighi coniugali (iuxta can. 1095, n. 2 e n. 3,<br />

45 per esclusione della prole,<br />

21


21<br />

44 per simulazione totale del consenso,<br />

14 per timore,<br />

6 per esclusione della fedeltà,<br />

5 per errore di qualità (iuxta can. 1097 § 2),<br />

4 per condizione,<br />

2 per esclusione del bonum coniugum,<br />

2 per esclusione della sacramentalità,<br />

2 per dolo,<br />

1 per impotenza;<br />

1 per errore di persona.<br />

C) Durata della convivenza dopo la celebrazione: dai 251 libelli presentati<br />

nel 2005 risulta che 205 unioni matrimoniali sono durate tra<br />

15 giorni e 6 anni (cfr. Allegato n. 5).<br />

* * *<br />

Il numero <strong>delle</strong> richieste di introduzione di cause per la dichiarazione<br />

<strong>delle</strong> nullità matrimoniali è ancora molto consistente. Questo non è da<br />

considerare come un fattore negativo. Ritengo che sia un segno di fiducia<br />

nella Chiesa da parte dei fedeli che desiderano fare chiarezza e trovare<br />

tranquillità nella loro coscienza quando l’esperienza di un fallimento<br />

matrimoniale ha alla base l’inesistenza del matrimonio stesso. Tanti infatti<br />

confessano di aver maturato il desiderio della chiarezza e della tranquillità<br />

di coscienza partecipando a gruppi di impegno spirituale dove<br />

hanno riscoperto le radici cristiane della loro educazione.<br />

* * *<br />

Ponendo attenzione ai motivi per cui i matrimoni sono stati dichiarati<br />

nulli si rimane ancora impressionati dal fatto che l’esclusione della indissolubilità<br />

(79), l’esclusione della prole (45) e la simulazione totale del<br />

consenso (44) hanno il primato. Evidentemente è molto alto il numero<br />

<strong>delle</strong> persone che accedono al sacramento con una visione soggettiva e<br />

personale del matrimonio escludendo la realtà stessa del matrimonio cristiano<br />

o il vincolo permanente o l’orientamento alla finalità procreativa.<br />

Quest’anno si è evidenziato un aumento di casi di matrimoni dichiarati<br />

nulli per difetto di discrezione di giudizio e per incapacità ad assu-


mere gli obblighi coniugali (50). Anche questo è un dato che induce a<br />

riflettere perché rivela la fragilità e la grave immaturità di tanti giovani.<br />

Sia i casi di difetti volontari del consenso, sia i casi di incapacità interpellano<br />

tutti coloro che sono impegnati nella formazione (sacerdoti e<br />

operatori pastorali) per una maggiore attenzione nei percorsi educativi<br />

specialmente degli adolescenti e dei giovani perché li aiutino a superare<br />

la scissione tra fede e vita e li accompagnino nel loro cammino di maturità<br />

psico-affettiva.<br />

Inoltre resta sempre attuale quanto disse il Papa Giovanni Paolo II<br />

al Tribunale della Rota Romana il 29 Gennaio 2004: “La constatazione<br />

<strong>delle</strong> vere nullità dovrebbe portare piuttosto ad accertare con maggior<br />

serietà, al momento <strong>delle</strong> nozze, i requisiti necessari per sposarsi,<br />

specialmente quelli concernenti il consenso e le reali disposizioni dei<br />

nubendi. I parroci e coloro che collaborano con loro in quest’ambito<br />

hanno il grave dovere di non cedere ad una visione meramente burocratica<br />

<strong>delle</strong> investigazioni prematrimoniali di cui al can. 1067. Il loro<br />

intervento pastorale deve essere guidato dalla consapevolezza che le<br />

persone possono proprio in quel momento scoprire il bene naturale e<br />

soprannaturale del matrimonio, ed impegnarsi di conseguenza a perseguirlo”.<br />

E non andrebbe dimenticato quanto è riportato nelle “Premesse generali”<br />

del Rito del Matrimonio al n. 20: “Nello svolgimento della preparazione,<br />

considerata la mentalità del popolo circa il Matrimonio e<br />

la famiglia, i pastori si impegnino ad annunciare alla luce della fede<br />

il significato evangelico del vicendevole amore dei futuri sposi. Anche<br />

i requisiti giuridici riguardanti la celebrazione valida e lecita del Matrimonio<br />

possono essere utili a promuovere tra i fidanzati una fede viva<br />

e un amore fecondo per costituire una famiglia cristiana”. E al n. 21:<br />

“Se però, risultato vano ogni sforzo, i fidanzati apertamente ed espressamente<br />

affermano di respingere ciò che la Chiesa intende quando si<br />

celebra il Matrimonio dei battezzati, non è lecito al pastore d’anime ammetterli<br />

alla celebrazione. Sebbene a malincuore, deve prendere atto<br />

della realtà e spiegare agli interessati che non la Chiesa, ma loro stessi,<br />

in tali circostanze, rendono impossibile quella celebrazione che peraltro<br />

chiedono” (cfr. F.C. n. 68).<br />

* * *<br />

21


21<br />

I segnali di allarme, che negli anni passati sono partiti dall’Osservatorio<br />

speciale quale è il Tribunale, pare che siano stati colti. Infatti si percepiscono<br />

germogli di speranza che le cose stanno cambiando e pertanto<br />

possono migliorare in un prossimo futuro.<br />

Nei progetti e nelle indicazioni pastorali <strong>delle</strong> nostre diocesi pugliesi<br />

si sta evidenziando che la famiglia nella prassi pastorale non è più un<br />

settore e non è semplice “oggetto” di attenzione pastorale, ma sta entrando<br />

in modo organico e strutturale nella dinamica pastorale.<br />

È vero che sono poche le famiglie che vivono l’ideale del sacramento<br />

del matrimonio, ma si sta prendendo coscienza che queste “poche famiglie”<br />

possono diventare comunità salvate e salvanti. Pertanto nelle<br />

diocesi e nelle parrocchie si comincia a progettare una pastorale a partire<br />

dalla famiglia, che appare sempre più cosciente di partecipare alla missione<br />

della Chiesa in modo proprio e originale.<br />

La testimonianza <strong>delle</strong> famiglie che cercano di onorare la propria vocazione<br />

nelle normali condizioni di vita in cui si svolge la loro storia<br />

gradualmente darà un volto nuovo alla pastorale parrocchiale. E questo<br />

è motivo di fiducia e di speranza.<br />

* * *<br />

Di grande utilità potrebbe risultare una più stretta collaborazione tra<br />

il nostro Tribunale e i Consultori Familiari Diocesani così come con gli<br />

Uffici di Pastorale Familiare Diocesani. Da parte degli Operatori del<br />

Tribunale c’è tutta la disponibilità così come c’è già una intesa e una<br />

collaborazione a livello di Federazione Regionale Consultori Familiari<br />

Cristiani e di Commissione Regionale di Pastorale Familiare.<br />

2. I costi e i tempi<br />

Secondo le aggiornate determinazioni della CEI (del marzo 2004) il<br />

concorso <strong>delle</strong> parti ai costi <strong>delle</strong> cause è il seguente:<br />

la parte attrice, che invoca il ministero del Tribunale, è tenuta a versare<br />

Euro 450,00 al momento della presentazione del libello;<br />

la parte convenuta non è tenuta ad alcuna contribuzione, ove partecipi<br />

all’istruttoria senza patrocinio. Nel caso in cui nomini un patrono


di fiducia o ottenga di usufruire dell’assistenza di un patrono stabile, è<br />

tenuta a versare Euro 225,00.<br />

La durata <strong>delle</strong> cause, stando al numero di esse e alla disponibilità dei<br />

giudici, è non meno di due anni.<br />

3. L’attività dei Giudici (cfr. Allegato n. 1)<br />

Nell’ anno 2005 sono state decise 256 cause, 47 in più di quelle decise<br />

nel 2004.<br />

È stato notevole l’impegno di tutti i giudici e degli uditori.<br />

La presenza operativa di due nuovi giudici a tempo pieno: Mons.<br />

Giacomo Giampetruzzi e dott. Antonio Lia, che hanno iniziato il loro<br />

servizio nel Gennaio 2004, si è notata sensibilmente perché si è avuta la<br />

possibilità di condurre a conclusione molte istruttorie di cause che ora<br />

sono in fase di definizione.<br />

È evidente la sensibilità che Voi Vescovi dimostrate mettendo a disposizione<br />

del Tribunale i sacerdoti competenti e preparati <strong>delle</strong> Vostre <strong>Diocesi</strong>,<br />

ma mi permetto sottoporre alla Vostra attenzione due considerazioni:<br />

1) Il lavoro sarebbe ottimizzato se i sacerdoti impegnati come giudici<br />

potessero essere alleggeriti da qualche servizio diocesano che non li rende<br />

solleciti specialmente nel redigere le sentenze. In diversi casi, dopo la<br />

decisione del Collegio, i fedeli sono costretti ad attendere molti mesi prima<br />

di poter avere la sentenza (e ...giustizia ritardata = giustizia negata).<br />

2) Sarebbe opportuno che si provveda a far sì che i sacerdoti giovani<br />

con doti e sensibilità particolari siano invitati a studiare il diritto canonico<br />

e conseguano i titoli accademici necessari per poter rendere il servizio<br />

presso il nostro Tribunale. È da tener presente che fra qualche anno il<br />

Tribunale potrebbe trovarsi sguarnito di personale per i seguenti motivi:<br />

a) almeno 4 giudici ultrasettantenni avranno difficoltà a continuare il<br />

lavoro con lo stesso ritmo attuale,<br />

b) don Antonio Neri ha ridotto di molto la sua attività di giudice in<br />

Tribunale per dedicarsi all’impegno accademico come docente di Diritto<br />

Canonico presso l’Università di Lugano e l’Istituto S. Fara della<br />

Facoltà Teologica Pugliese,<br />

c) Sorella Federica Dotti, essendo religiosa, già da 5 anni impegnata<br />

come giudice, molto probabilmente nella prossima estate partirà in missione,<br />

lasciando l’ufficio che attualmente svolge a tempo pieno.<br />

21


220<br />

Non si può disattendere quanto il Papa Giovanni Paolo II disse al<br />

Tribunale della Rota Romana il 29 Gennaio 2005: “Nei discorsi annuali<br />

alla Rota Romana ho più volte ricordato l’essenziale rapporto che il<br />

processo ha con la ricerca della verità oggettiva. Di ciò devono farsi<br />

carico innanzitutto i Vescovi, che sono i giudici per diritto divino <strong>delle</strong><br />

loro comunità. È in loro nome che i tribunali amministrano la giustizia.<br />

Essi sono pertanto chiamati ad impegnarsi in prima persona per curare<br />

l’idoneità dei membri dei tribunali, diocesani o interdiocesani, di<br />

cui essi sono i Moderatori, e per accertare la conformità <strong>delle</strong> sentenze<br />

con la retta dottrina. I sacri Pastori non possono pensare che l’operato<br />

dei loro tribunali sia una questione meramente “tecnica” della quale<br />

possono disinteressarsi affidandola interamente ai loro giudici vicari”<br />

(cfr. CIC, cann. 391, 1419, 1423 § 1).<br />

Così pure è da tener presente la “proposizione n. 40” del recente Sinodo<br />

che ha auspicato: “...sia fatto ogni possibile sforzo per assicurare<br />

il carattere pastorale, la presenza e la corretta e sollecita attività dei<br />

tribunali ecclesiastici per le cause di nullità matrimoniale...”.<br />

* * *<br />

* Durante l’anno è stata curata la formazione degli operatori del<br />

Tribunale incentivando la partecipazione a diverse occasioni culturali.<br />

Infatti 5 giudici, 2 uditori, e 2 difensori del vincolo hanno partecipato<br />

al Corso residenziale di Diritto canonico applicato (Cause matrimoniali)<br />

che si è tenuto dal 29 agosto al 3 settembre a Valdragone (Rep. S.<br />

Marino), organizzato dalla Redazione di “Quaderni di Diritto Ecclesiale”;<br />

4 giudici hanno partecipato al Congresso Nazionale di Diritto Canonico<br />

sul tema: “Il diritto di difesa nel processo matrimoniale canonico”,<br />

svoltosi a Pisa dal 5 all’8 Settembre organizzato dall’Associazione<br />

Canonistica Italiana;<br />

3 giudici, 1 difensore del vincolo, 1 addetto alla Cancelleria e 1 addetto<br />

all’Amministrazione hanno partecipato al Convegno Internazionale<br />

su “Universalità dei Diritti Umani fra cultura e diritto <strong>delle</strong> Religioni”,<br />

tenutosi a Lugano dal 18 al 20 settembre organizzato dalla Facoltà di<br />

Teologia di Lugano.


4. Difensori del Vincolo e Promotore di Giustizia (cfr. Allegato n. 1)<br />

Il titolare dell’Ufficio di Difensore del Vincolo è Mons. Felice Posa.<br />

Con lui hanno collaborato come difensori del Vincolo sostituti 5 sacerdoti<br />

e 7 laici. Tutti hanno svolto il loro compito con impegno e competenza.<br />

Nel mese di Gennaio del nuovo anno hanno chiesto di essere esonerati<br />

dall’ufficio la dott.ssa Simone Vitalba della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<br />

<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> e la dott.ssa Mastrototaro Lucrezia della <strong>Diocesi</strong> di<br />

Trani-Barletta-Bisceglie, per essere ammesse nell’albo degli avvocati e<br />

procuratori.<br />

Anche nell’anno 2005 l’Ufficio di Promotore di Giustizia è stato<br />

svolto da Mons. Felice Posa e quando ciò è risultato incompatibile perché<br />

impegnato come “difensore del vincolo” l’incarico di Promotore di<br />

Giustizia è stato svolto dal Sac. Ignazio Pansini.<br />

5. I Patroni Stabili (cfr. Allegato n. 6)<br />

I Patroni stabili del nostro Tribunale sono l’avv. Paolo Stefanì e l’avv.<br />

Franca Maria Lorusso. Essi fanno parte dell’organico del Tribunale così<br />

come è previsto dal can. 1490 e dall’art. 6 <strong>delle</strong> Norme della CEI “circa<br />

il regime amministrativo dei Tribunali Ecclesiastici Regionali Italiani e<br />

l’attività di patrocinio svolta presso gli stessi”.<br />

Secondo tali norme, ai Patroni stabili i fedeli possono rivolgersi per<br />

ottenere la consulenza canonica circa la loro situazione matrimoniale e<br />

per avvalersi del loro patrocinio.<br />

Il servizio di consulenza avviene ordinariamente nella sede del Tribunale<br />

e, una volta al mese, nelle sedi <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> dei capoluoghi di<br />

provincia, in un ufficio <strong>delle</strong> rispettive Curie, così come stabilito dal nostro<br />

Regolamento.<br />

Per potersi avvalere del patrocinio di uno dei patroni stabili, la parte<br />

che ne abbia interesse deve farne richiesta scritta e motivata al Preside<br />

del Collegio giudicante. Questi accoglie la richiesta tenuto conto <strong>delle</strong><br />

ragioni addotte e <strong>delle</strong> effettive disponibilità di servizio.<br />

Il patrono stabile non riceve alcun compenso dai fedeli, né per la consulenza,<br />

né per il patrocinio o la rappresentanza in giudizio perché alla<br />

retribuzione dei patroni stabili provvede il Tribunale, attingendo dalle<br />

risorse messe a disposizione dalla CEI.<br />

221


222<br />

I nostri patroni stabili durante l’anno 2004 hanno introdotto n. 57 libelli<br />

così come è indicato nell’allegato n. 6.<br />

Il numero <strong>delle</strong> consulenze da essi svolte è il seguente:<br />

n. 242 a Bari, n. 61 a Foggia, n. 35 a Brindisi, n. 52 a Taranto, n.<br />

73 a Lecce<br />

Attualmente, i nostri patroni stabili tra le cause introdotte nel 2005<br />

e quelle degli anni precedenti stanno seguendo n. 96 cause l’avv. Paolo<br />

Stefanì e n. 98 cause l’avv. Franca Maria Lorusso.<br />

Intanto mi sembra necessario e doveroso fare una nota di chiarificazione.<br />

La figura ed il servizio del Patrono stabile sono entrati nella comprensione<br />

dei parroci e dei fedeli, ma è bene precisare che:<br />

1) il Patrono stabile non è l’Avvocato d’ufficio, poiché alle situazioni<br />

di indigenza è possibile provvedere con il gratuito patrocinio assicurato<br />

dai liberi professionisti iscritti all’Albo, secondo un turno determinato<br />

dal Vicario Giudiziale,<br />

2) per una diffusa, non retta comprensione della figura del Patrono<br />

stabile, si sta creando la mentalità, di richiedere il Patrono stabile (che è<br />

gratuito) pur avendo la possibilità di rivolgersi ad un patrono di fiducia,<br />

con la pretesa di essere serviti con “celerità” e reagendo male se il patrono<br />

stabile si rifiuta di assumere la difesa quando si rende conto che la<br />

causa potrebbe essere “temeraria”. Questo comporta il rischio di un aggravio<br />

di lavoro e l’impossibilità di seguire serenamente tutte le cause.<br />

6. I patroni di fiducia (cfr Allegati n. 7 e 8)<br />

È utile che sia a tutti noto l’elenco aggiornato degli avvocati residenti<br />

in Puglia, ammessi a patrocinare nel nostro Tribunale perché ai fedeli<br />

che si rivolgono alle Curie Diocesane o ai Consultori Familiari siano<br />

date esatte informazioni.<br />

L’albo è costituito dai professionisti che hanno conseguito il titolo di<br />

Avvocato Rotale, da quelli che sono Laureati in Diritto Canonico, dai<br />

Licenziati “vere periti” in Diritto Canonico e dai giovani Licenziati ammessi<br />

“ad biennium” al fine di concedere la possibilità di conseguire il<br />

dottorato.<br />

L’ultimo aggiornamento del Consiglio Episcopale Permanente della<br />

CEI, che risale al marzo 2004, ha stabilito che l’onorario per i patro-


ni di fiducia è determinato dal Preside del Collegio giudicante (e non<br />

dall’avvocato), tra un minimo di Euro 1.400,00 ed un massimo di Euro<br />

2.700,00 (escluso IVA e ulteriori oneri, sostenuti dal patrono, che non<br />

possono essere compresi in tali onorari).<br />

Nella relazione dello scorso anno dissi: “Eventuali reali e documentate<br />

richieste fuori dei parametri siano con coraggio denunziate all’Ordinario<br />

e quindi al Moderatore”. Durante il 2005 ci sono state <strong>delle</strong><br />

denunzie e nei riguardi degli avvocati interessati sono stati applicati, o<br />

sono in via di applicazione, dei provvedimenti disciplinari d’intesa con<br />

l’Ecc. mo Moderatore.<br />

Una raccomandazione mi permetto rivolgere a Voi Vescovi che presentate<br />

gli avvocati quando questi fanno richiesta di ammissione all’Albo.<br />

Non basta che uno abbia i titoli accademici per esercitare il<br />

patrocinio presso il Tribunale Ecclesiastico, ma è necessario che abbia<br />

le qualità morali necessarie perché possa svolgere un servizio ecclesiale<br />

tanto delicato. Pertanto le Vostre lettere di presentazione dovrebbero<br />

essere una garanzia perché poi il Moderatore accolga la domanda di<br />

ammissione.<br />

7. La Cancelleria e la sede del Tribunale<br />

Quest’anno gli Addetti alla Cancelleria e i notai si sono impegnati in<br />

modo particolare a far fronte all’ordinaria mole di lavoro che comporta<br />

il seguire tutte le pratiche dall’accettazione dei libelli, all’assistenza ai<br />

singoli giudici, alla confezione dei “Summarium”, alla pubblicazione<br />

degli Atti, alla raccolta <strong>delle</strong> Memorie difensive, alla pubblicazione <strong>delle</strong><br />

Sentenze, all’ordinario lavoro di aggiornamento dell’Archivio e alla<br />

spedizione di tutto quanto è necessario alla sede del Tribunale di Appello.<br />

Ho detto “in modo particolare” perché tutto hanno compiuto in segno<br />

di solidarietà verso il Cancelliere titolare don Vito Spinelli che dal mese<br />

di Luglio è assente dal suo ufficio per motivi di salute. Egli è attualmente<br />

in via di guarigione e a lui va la nostra gratitudine ed il nostro augurio.<br />

La sede di Largo S. Sabino 1 nella quale il Tribunale si è trasferito da<br />

Luglio 2004, durante il 2005 è stata ulteriormente arredata e resa funzionale.<br />

Ancora una volta va il ringraziamento all’Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />

Mons. Cacucci, nostro Moderatore e alla Conferenza Episcopale<br />

223


224<br />

Italiana che sono intervenuti molto concretamente con la loro attenzione<br />

e la loro contribuzione alle spese necessarie.<br />

Dal mese di Ottobre 2005 il nostro Tribunale ha il sito internet: www<br />

terpuglia.it visitando il quale si possono apprendere tutte le notizie utili<br />

riguardanti l’indirizzo della sede, l’organico del Personale che opera,<br />

l’elenco degli avvocati, il Regolamento del Tribunale e le Norme della<br />

CEI “circa il regime amministrativo dei Tribunali Ecclesiastici Regionali<br />

Italiani e l’attività di patrocinio svolta presso gli stessi”, le statistiche<br />

annuali, e le relazioni dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.<br />

L’indirizzo di posta elettronica: amministrazione@terpuglia.it<br />

Conclusione<br />

Concludo confermando a nome di tutti gli operatori del Tribunale la<br />

piena e fedele collaborazione in questo impegno che ci avete affidato,<br />

rinnovando la gratitudine per la fiducia riposta in noi.<br />

Sac. Luca Murolo<br />

Vicario Giudiziale


Organico del Tribunale<br />

nell’anno 2006<br />

Allegato n. 1<br />

Moderatore S.E. Mons. Francesco<br />

Cacucci<br />

Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />

Vicario Giudiziale Mons. Luca Murolo (Molfetta-Ruvo-<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Vicario Giudiziale Mons. Luigi Stangarone<br />

emerito<br />

(Bari-Bitonto)<br />

Vicario Giudiziale Mons. Antonio Caricato<br />

agg.<br />

(Lecce)<br />

Vicario Giudiziale Sac. Pasquale Larocca<br />

agg.<br />

(Bari-Bitonto)<br />

Giudici Sac. Gianfranco Aquino<br />

Sac. Mario Cota<br />

Sac. Pietro De Punzio<br />

Sac. Nicola Dileo<br />

(Oria)<br />

(San Severo)<br />

(Brindisi-Ostuni)<br />

(<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Sac. Michele Di Nunzio (Foggia-Bovino)<br />

Sac. Agostino Divittorio (Cerignola-Ascoli Satriano)<br />

Sor. Federica Dotti (Comunità Loyola -<br />

Mons. Leonardo<br />

(Conversano-Monopoli)<br />

Erriquenz<br />

Mons. Domenico Fusillo<br />

Mons. Giacomo<br />

Giampetruzzi<br />

(Conversano-Monopoli)<br />

(Bari-Bitonto)<br />

Dott. Antonio Lia<br />

Sac. Antonio<br />

Magnocavallo<br />

(Bari-Bitonto)<br />

(Bari-Bitonto)<br />

Mons. Giuseppe<br />

(Taranto)<br />

Montanaro<br />

Sac. Antonio Neri (Molfetta-Ruvo-<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Mons. Paolo Oliva (Taranto)<br />

Sac. Nunzio Palmiotti (Molfetta-Ruvo-<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

22


22<br />

Sac. Giuseppe Pica<br />

Sac. Filippo Salvo<br />

Sac. Antonio Sozzo<br />

Difensori del Vincolo<br />

Titolare Mons. Felice Posa<br />

(Nardò-Gallipoli)<br />

(Trani-Barletta-Bisceglie)<br />

(Lecce)<br />

(<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Sostituti Sac. Giuseppe Laterza<br />

Sac. Luigi Lazzari<br />

(Conversano-Monopoli)<br />

(<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Sac. Ignazio Pansini (Molfetta-Ruvo-<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

P. Giuseppe Tomiri<br />

Dott.ssa Valentina Bovio<br />

Dott. Damiano De<br />

(Ordine Frati Minori -<br />

(Bari-Bitonto)<br />

(Ugento-Santa Maria di<br />

Nuccio<br />

Leuca)<br />

Dott.ssa Margherita Di<br />

Ponzio<br />

(Taranto)<br />

Dott. Vito Giannelli<br />

Dott. Fabio Alberto<br />

(Bari-Bitonto)<br />

(Bari-Bitonto)<br />

Russo<br />

Promotore di Giustizia<br />

Titolare Mons. Felice Posa (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Aggiunto Sac. Ignazio Pansini (Molfetta-Ruvo-<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Uditori Sac. Giovanni Pinto (Lucera-Troia)<br />

Dott.ssa Maria Colaluce (Molfetta-Ruvo-<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Dott. Giuseppe Nuzzi (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Dott. Vittorio Palumbieri (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />

Patroni stabili Avv. Franca M. Lorusso (Molfetta-Ruvo-<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Avv. Paolo Stefanì (Bari-Bitonto)<br />

Cancelleria<br />

Cancelliere - Notaio Sac. Vito Spinelli (Bari-Bitonto)<br />

Addetti alla<br />

Cancelleria<br />

Rag. Alfonso De Leo (Molfetta-Ruvo-<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Rag. Patrizio Tarantino (Bari-Bitonto)<br />

Amministrazione Prof. Benedetto Morea (Bari-Bitonto)<br />

Dott. Carlo Cassano (Bari-Bitonto)


Attuari - Notai<br />

Sostituti Rag. Leonardo Amato<br />

Rag. M. Antonietta<br />

(Bari-Bitonto)<br />

(Molfetta-Ruvo-<br />

Baronchelli<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Rag. Antonio Iurilli (Molfetta-Ruvo-<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Rag. Angela Sette<br />

Dott. Liborio Tridente<br />

Rag. Rosa Zaffanella<br />

(Bari-Bitonto)<br />

(Trani-Barletta-Bisceglie)<br />

(Bari-Bitonto)<br />

22


22<br />

Relazione anno 2005<br />

Cause introdotte 251<br />

Cause archiviate 25<br />

Cause decise 256<br />

DECISE<br />

Affermative 187<br />

Negative 69<br />

Totale 256<br />

CAPI DI NULLITÀ<br />

Allegato n. 2<br />

Esclusione dell’indissolubilità 79 affermative<br />

55 negative<br />

Esclusione della prole 45 affermative<br />

41 negative<br />

Timore 14 affermative<br />

11 negative<br />

Defectus discretionis iudicii 17 affermative<br />

16 negative<br />

Incapacità ad assumere gli obblighi coniugali 33 affermative<br />

19 negative<br />

Simulazione totale del consenso 44 affermative<br />

26 negative<br />

Errore di persona 1 affermative<br />

3 negative<br />

Errore di qualità 5 affermative<br />

14 negative<br />

Esclusione della fedeltà 6 affermative<br />

12 negative


Dolo 2 affermative<br />

8 negative<br />

Impotenza 1 affermative<br />

0 negative<br />

Condizione 4 affermative<br />

2 negative<br />

Esclusione del bonum coniugum 2 affermative<br />

16 negative<br />

Difetto di forma canonica 0 affermative<br />

0 negative<br />

Esclusione della sacramentalità 2 affermative<br />

2 negative<br />

La somma dei capi ammessi o respinti non corrisponde al numero <strong>delle</strong><br />

sentenze affermative o negative in quanto alcune volte nella stessa sentenza<br />

il Tribunale si è pronunziato su più capi, alcuni dei quali vengono<br />

ammessi e altri respinti.<br />

22


230<br />

<strong>Diocesi</strong> di provenienza<br />

<strong>delle</strong> 251 cause introdotte nell’anno 2005<br />

<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> 13<br />

Andria 8<br />

Bari-Bitonto 46<br />

Brindisi-Ostuni 18<br />

Castellaneta 8<br />

Cerignola-Ascoli Satriano 3<br />

Conversano-Monopoli 20<br />

Foggia-Bovino 15<br />

Lecce 16<br />

Lucera-Troia 2<br />

Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo 8<br />

Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi 8<br />

Nardò-Gallipoli 12<br />

Oria 12<br />

Otranto 8<br />

San Severo 11<br />

Taranto 24<br />

Trani-Barletta-Bisceglie 10<br />

Ugento-Santa Maria di Leuca 9<br />

Totale 251<br />

Allegato n. 3


Professioni<br />

Allegato n. 4<br />

Attori Attrici Convenuti Convenute<br />

Agricoltore 2 1<br />

Artigiano 7 3 1<br />

Casalinga 17 38<br />

Commerciante 9 4 7 2<br />

Disoccupato 4 11 5 12<br />

Impiegato 25 13 15 25<br />

Imprenditore 7 2<br />

Infermiere 2 3 4<br />

Insegnante 5 10 2 12<br />

Libero Profess. 27 19 25 14<br />

Militari 15 9 2<br />

Operaio 32 13 33 18<br />

Pensionato 1 1<br />

Sportivo 2<br />

Studente 1 16 3 11<br />

Non dichiarati 3 3 3 3<br />

Totale 142 109 109 142<br />

Attori 142<br />

Attrici 109<br />

Totale parte attrice 251<br />

Convenuti 109<br />

Convenute 142<br />

Totale parte convenuta 251<br />

231


232<br />

Durata della convivenza matrimoniale<br />

<strong>delle</strong> coppie che hanno introdotto il libello<br />

nell’anno 2005<br />

15 giorni 2<br />

1 mese 2<br />

2 mesi 5<br />

3 mesi 4<br />

4 mesi 3<br />

5 mesi 4<br />

6 mesi 13<br />

7 mesi 4<br />

8 mesi 3<br />

9 mesi 5<br />

10 mesi 5<br />

11 mesi 1<br />

1 anno 25<br />

15 mesi 3<br />

18 mesi 6<br />

19 mesi 2<br />

20 mesi 1<br />

2 anni 33<br />

3 anni 27<br />

4 anni 20<br />

5 anni 22<br />

6 anni 15<br />

7 anni 9<br />

8 anni 4<br />

9 anni 4<br />

10 anni 4<br />

11 anni 4<br />

12 anni 3<br />

13 anni 7<br />

14 anni 1<br />

Allegato n. 5


16 anni 1<br />

17 anni 2<br />

18 anni 1<br />

19 anni 1<br />

22 anni 1<br />

31 anni 1<br />

Coppie non dichiarate 3<br />

Totale 251<br />

233


234<br />

Statistiche sull’attività del Tribunale<br />

in particolare per la diocesi di<br />

<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Anno 2005<br />

Allegato n. 6<br />

totale cause decise<br />

Totale cause decise<br />

nella <strong>Diocesi</strong><br />

aff. neg.<br />

256 10 6 4<br />

Capi di nullità Totale Aff. Neg. Arch.<br />

Esclusione della indissolubilità 7 4 3<br />

Esclusione della prole 5 2 3<br />

Timore 1 0 1<br />

Defectus discretionis iudicii 1 0 1<br />

Incapacità ad assumere<br />

2 2 0<br />

gli obblighi coniugali<br />

Simulazione totale del consenso 0 0 0<br />

Errore di persona 0 0 0<br />

Errore di qualità 1 0 1<br />

Esclusione della fedeltà 1 0 1<br />

Dolo 0 0 0<br />

Impotenza 0 0 0<br />

Condizione 1 0 1<br />

Esclusione del bonum coniugum 2 0 2<br />

Ratto 0 0 0<br />

Esclusione della sacramentalità 0 0 0<br />

La somma dei capi ammessi o respinti non corrisponde al numero <strong>delle</strong><br />

sentenze affermative o negative in quanto alcune volte nella stessa sentenza<br />

il Tribunale si è pronunziato su più capi, alcuni dei quali vengono<br />

ammessi e altri respinti.


Vita<br />

Diocesana


Sede<br />

Ambone


Inaugurazione<br />

del nuovo Ospedale “F. Miulli”<br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

30 settembre 2006<br />

Presentazione<br />

La Solenne Concelebrazione e la pubblica manifestazione, che vedono<br />

la partecipazione di un Cardinale, di Vescovi, Ministri della Repubblica,<br />

Governatori, personalità accademiche, politiche, militari, di tutte<br />

le figure del complesso mondo sanitario, di tecnici, imprenditori, cittadini<br />

di <strong>Acquaviva</strong> e dei numerosi centri murgiani, coinvolgono in un<br />

unico sentimento di esultanza Chiesa, INAIL, Governo Nazionale e Regionale,<br />

progettisti, imprese, operatori e fruitori della Sanità pugliese.<br />

Motivo di questo gioioso convenire e ragione dello straordinario<br />

evento è l’inaugurazione del nuovo complesso ospedaliero sorto in Contrada<br />

Curtomartino di <strong>Acquaviva</strong>, sulla strada provinciale che la collega<br />

con la cittadina di Santeramo in Colle.<br />

Il 30 settembre 2006 è una data che resterà indelebile nella storia dell’Ospedale<br />

“F. Miulli”, non solo perché segna ufficialmente il giorno<br />

inaugurale del servizio di assistenza sanitaria in una nuova struttura, ma<br />

anche perché esalta l’eccellenza dell’impegno sanitario della Regione<br />

Puglia e un <strong>insieme</strong> di virtù e di valori che hanno reso possibile un risultato<br />

insperato e non comune ai nostri giorni.<br />

Una struttura così complessa, sorta in quaranta mesi e già pienamente<br />

funzionante ed efficiente, è possibile realizzarla non solo se ci sono i<br />

fondi necessari, ma soprattutto se si può fare affidamento su una tenace<br />

volontà di attuare un progetto, su un’organizzazione perfetta di progettisti,<br />

tecnici e maestranze, su una piena trasparenza di qualsiasi genere di<br />

operazione, sulla decisa scelta di non desistere davanti a nessuna <strong>delle</strong><br />

molteplici e imprevedibili difficoltà sorte all’improvviso come incredibili<br />

mostri in un film di fantascienza, sulla consapevolezza di dover assicurare<br />

un’assistenza sanitaria eccellente sotto tutti gli aspetti a un’utenza<br />

che va ben più in là dei confini regionali, e di garantire, a quanti operano,<br />

23


23<br />

un posto di lavoro sicuro e in un Ospedale pienamente rispondente ai<br />

requisiti richiesti dalla normativa vigente.<br />

Questa modesta pubblicazione, più che con le parole, vuole parlare<br />

con le immagini del nuovo Ospedale “F. Miulli”, pur sapendo che<br />

molto inadeguatamente riesce a raccontarne l’imponenza dell’opera, la<br />

tecnologia avanzata, la sapiente funzionalità, la cura di tutti i particolari,<br />

la modernità <strong>delle</strong> attrezzature, l’attenzione a tutti i mezzi e i criteri di<br />

asetticità, di sterilizzazione, i sofisticati sistemi di sicurezza, le cifre da<br />

capogiro, non dei costi, ma <strong>delle</strong> centinaia di migliaia di chilometri o di<br />

tonnellate di materiali occorsi per la costruzione.<br />

Uno sforzo immane, quasi titanico, se si considerano l’esiguità dei<br />

costi, i tempi strettissimi della progettazione, l’inimmaginabile complessità<br />

degli impianti, la mole di pratiche burocratiche.<br />

Una scelta da tanti ritenuta folle e utopistica, ma resa necessaria dalla<br />

pubblicazione dei nuovi standards di accreditamento: se l’Ospedale<br />

“Miulli”, che finora ha operato in sette sedi dislocate in quattro Comuni,<br />

fosse rimasto nelle vecchie strutture, avrebbe dovuto ridurre di oltre la<br />

metà la sua attività e il suo personale o chiudere definitivamente i battenti.<br />

Il “Miulli”, infatti, non è un Ospedale pubblico, ma un Ente Ecclesiastico<br />

di riferimento Regionale, il cui Governatore è il Vescovo pro-tempore<br />

della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />

Questa sua connotazione di struttura sanitaria privata equiparata alle<br />

strutture pubbliche, non gli consente, pur garantendo un’assistenza sanitaria<br />

di “eccellenza”, di poter usufruire di tutti i finanziamenti di cui<br />

godono le Aziende Sanitarie.<br />

Il “Miulli” di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, da sempre, ha attirato e meritato<br />

l’attenzione e la stima degli ambienti regionali, universitari e medici per<br />

l’alta competenza <strong>delle</strong> qualificate professionalità che in esso operano;<br />

ora, le grandi prestazioni che le modernissime attrezzature permettono<br />

di offrire, la dignità e lo splendore degli ambienti, che mettono i pazienti<br />

a loro agio, suscitano l’interesse di molte figure apicali di altre realtà<br />

ospedaliere, che chiedono di potersi esprimere professionalmente al meglio<br />

nel nuovo “Miulli”.<br />

La celebrazione odierna è un solenne “grazie” al Signore per quanto<br />

ha operato sin dal tempo del concepimento dell’idea di costruire un nuovo<br />

Ospedale; è un’invocazione del Suo aiuto e della Sua benedizione su<br />

quanti hanno voluto, progettato, collaudato l’Ospedale; su tutti coloro


che si sono impegnati per sciogliere nodi e superare ostacoli; su coloro<br />

che ci hanno illuminati, guidati, sostenuti, incoraggiati; sulle autorità,<br />

sull’INAIL, sui benefattori, i medici, tutti i lavoratori. L’auspicio che<br />

è nel cuore di ognuno è che la nuova struttura sia per tutti coloro che la<br />

fanno vivere invito e monito ad entrare in Ospedale, ogni giorno, con<br />

spirito nuovo.<br />

Eminenza,<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo-Governatore<br />

Saluto del Vescovo-Governatore<br />

a Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Battista Re<br />

e a tutti i presenti<br />

all’inizio della Solenne Concelebrazione<br />

prima di entrare nel vivo della celebrazione dei Divini Misteri, che<br />

Vostra Eminenza è venuto a presiedere, permetta che Le rivolga, con<br />

i sensi della più viva e commossa gratitudine, il benvenuto cordiale e<br />

gioioso, mio personale e di tutta questa assemblea.<br />

Mi faccio interprete e portavoce del grazie di tutti, per averci donato<br />

un giorno del suo tempo prezioso, per inaugurare questo nuovissimo<br />

complesso dell’Ospedale “Miulli”.<br />

Per la Sua alta missione, Vostra Eminenza ha occasione di incontrare<br />

frequentemente il Santo Padre.<br />

Noi siamo certi che Vostra Eminenza racconterà questo giorno al<br />

Santo Padre, e ci auguriamo, per mezzo Suo, di far giungere una buona<br />

notizia al Suo cuore amareggiato.<br />

Con Lei, Eminenza, saluto gli Eccellentissimi fratelli Vescovi, i Sacerdoti<br />

e i Diaconi.<br />

Saluto le Autorità nazionali, regionali, provinciali e locali; le Personalità<br />

civili, accademiche e militari.<br />

Saluto gli Operatori sanitari, i volontari, i dipendenti e i pazienti dell’Ospedale.<br />

23


240<br />

Su tutti, con questa Eucaristia, invochiamo la grazia e la benedizione<br />

del Signore.<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

Eminenza,<br />

Intervento<br />

del Vescovo-Governatore<br />

la Sua autorevole presenza in questo luogo, oggi, mette in evidenza<br />

ed esalta non solo l’importanza di questa giornata inaugurale <strong>delle</strong> nuove<br />

strutture; ma rende visibile l’ispirazione squisitamente cristiana che<br />

anima l’Ente “Miulli” sin dal suo nascere nel XII secolo.<br />

La presenza di un membro del Collegio Cardinalizio, di un rappresentante<br />

dell’organismo più prossimo alla persona e al ministero del<br />

Santo Padre, è per noi incitamento a tenere alto il livello di servizio, di<br />

accoglienza e di assistenza.<br />

Questo giorno, infatti, non inaugura solo la nuova struttura; ma anche<br />

una nuova stagione, un cammino nuovo, una nuova concezione di<br />

ospedale, un modo nuovo di essere e di porsi nei rapporti interpersonali<br />

e verso i pazienti e gli utenti della struttura, una rinnovata disponibilità<br />

a incrementare la collaborazione col mondo accademico e scientifico e<br />

con tutte le Associazioni di Volontariato.<br />

Abbiamo invocato la benedizione del Signore per chiedere al Divino<br />

Samaritano che ci dia i suoi sentimenti di solidarietà, di prontezza e di<br />

gratuità di intervento, la sua sensibilità verso ogni forma di fragilità e di<br />

sofferenza.<br />

A nulla servirebbe una struttura aperta al futuro, se coloro che sono<br />

i gangli vitali e il sistema portante dell’ospedale non cercassero ogni<br />

giorno di mostrare i tratti più belli di un’assistenza responsabile, fine,<br />

premurosa.<br />

Una maggiore serenità nelle discussioni sindacali, una più attenta cura<br />

dei rapporti tra colleghi, una migliore gestione dei problemi personali e


familiari, contribuiscono molto alla promozione di un’assistenza improntata<br />

a compitezza, rispetto, delicatezza e amorevolezza verso i malati.<br />

È vero che lo spirito alto di carità e l’eccellenza professionale del<br />

“Miulli”, sul piano umano e cristiano, sono nelle mani degli uomini e<br />

<strong>delle</strong> donne che operano nel settore sanitario, amministrativo e assistenziale;<br />

ma se è vero che il mondo della sanità oggi ha bisogno di ricuperare<br />

in umanità, è altrettanto vero che ha bisogno <strong>delle</strong> risorse necessarie<br />

per rispondere con mezzi e strutture adeguate alla domanda di salute e<br />

alle legittime spettanze di quanti sono impegnati nel servizio sanitario.<br />

Non credo che sia fuori luogo, in questo contesto, chiedere alle Autorità<br />

nazionali e regionali che le legittime aspettative <strong>delle</strong> amministrazioni<br />

e dei dipendenti degli Ospedali equiparati trovino, negli ambienti<br />

governativi, la dovuta accoglienza. Il “Miulli”, come testimonia la grande<br />

affluenza di pazienti, gode di meritata stima, perché non ha scopo di<br />

lucro, perché si sforza di offrire un’assistenza cristianamente ispirata,<br />

perchè, in quanto struttura equiparata, rispetta tutte le normative nazionali<br />

e regionali. È auspicabile e giusto che gli si riconoscano gli stessi<br />

diritti <strong>delle</strong> Aziende Pubbliche.<br />

Il “Miulli” è in grado di dare redditività non solo per quantità di prestazioni,<br />

ma anche per qualità e totalità di assistenza.<br />

È possibile legare alla celebrazione e al ricordo di questo giorno<br />

l’apertura <strong>delle</strong> Unità Operative mancanti al completamento di tutta l’attività<br />

ospedaliera?<br />

Non ci si dica solo che il “Miulli” è un fiore all’occhiello della sanità<br />

pugliese e meridionale.<br />

Venire a sapere che l’Amministrazione Regionale parla bene di noi,<br />

ci dà gioia e ci ripaga di tutte le sofferenze e le umiliazioni alle quali, per<br />

altri versi, siamo continuamente esposti; ma ci si aiuti anche a far vivere<br />

e a far crescere l’Ospedale.<br />

I grandi e gravi problemi dell’Ospedale, però, non devono farmi perdere<br />

di vista la gioia di questa solenne manifestazione e, soprattutto, il<br />

bisogno di farmi portavoce della gratitudine che è nel cuore di tutti.<br />

A nome mio personale e di tutto l’Ente Ecclesiastico devo esprimere<br />

un doveroso ringraziamento, non legato semplicemente alla partecipazione<br />

a questa celebrazione, ma esteso a tutti i modi e i momenti attraverso<br />

i quali si è giunti alla realizzazione e al completamento di quest’opera.<br />

241


242<br />

Ringrazio il Governo Italiano, qui rappresentato dall’Onorevole<br />

Rosy Bindi, ora Ministro per la Famiglia, ma al tempo della progettazione,<br />

Ministro della Sanità.<br />

Ringrazio il Sottosegretario di Stato, Prof. Antonio Gaglione,<br />

che rappresenta il Ministro della Salute, Onorevole Livia Turco, che ci<br />

onorerà della sua visita lunedì 2 ottobre.<br />

Ringrazio l’INAIL, qui autorevolmente rappresentato dal suo<br />

Presidente, il Prof. Vincenzo Mungari, per averci dato una fiducia che<br />

credo sia stata ampiamente ripagata.<br />

Ringrazio il Presidente della Giunta Regionale, Onorevole Nichy<br />

Vendola, il Presidente del Consiglio Regionale, Prof. Pietro Pepe,<br />

e l’Assessore alla Sanità, Onorevole Alberto Tedesco (che si son dovuti<br />

allontanare per altri impegni) e l’Onorevole Raffaele Fitto, per quanto<br />

rispettivamente stanno facendo e hanno fatto.<br />

Grazie al Direttore Generale della ASL - BA3, Dottoressa Lea<br />

Cosentino, per le autorizzazioni e la fattiva collaborazione in essere.<br />

Ringrazio il Sindaco di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, Dottor Francesco<br />

Pistilli, e l’Ex Commissario, Dottor Alfonso Magnatta, che in forme e in<br />

tempi diversi hanno avuto larga parte nella realizzazione del sogno del<br />

nuovo Ospedale. Un grazie ovvio, ma non meno sincero e dovuto, va alla<br />

Fimco, dei Fratelli Fusillo, per la tenacia, la professionalità, la qualità<br />

del lavoro con le quali ha portato a compimento l’opera.<br />

Ringrazio tutti gli organismi che, a diversi livelli, ci hanno dato<br />

le autorizzazioni amministrative necessarie.<br />

Ringrazio tutti i Corpi <strong>delle</strong> Forze dell’Ordine, tutti gli sponsor, i<br />

benefattori, tutti i volontari e i collaboratori.<br />

Un grazie doveroso e commosso va alle personalità che con alta<br />

competenza professionale e animati da profonda stima e amore per<br />

l’opera, senza alcun interesse, ci hanno aiutati a superare enormi e incredibili<br />

ostacoli, che ci sono stati posti dinanzi, perché questo gioiello non<br />

sorgesse.<br />

Ma, al di sopra di tutti e prima di tutti, un grazie corale è stato<br />

elevato con la Solenne Concelebrazione, e lo rinnovo davanti a tutti voi,<br />

alla SS. Trinità, che più volte si è rimboccata le maniche, per venire in<br />

soccorso, anche con interventi prodigiosi, alla nostra debolezza.<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo


Lapide commemorativa<br />

Il 30 settembre 2006,<br />

con viva gratitudine al signore,<br />

autore di ogni dono perfetto,<br />

s. em.za il cardinale<br />

giovanni battista re,<br />

prefetto della congregazione per i vescovi,<br />

con una solenne concelebrazione,<br />

ha inaugurato e benedetto<br />

questo nuovo<br />

ospedale “f. miulli”,<br />

affidandolo<br />

all’intelligenza e al cuore<br />

di quanti in esso operano,<br />

perché, grazie alla testimonianza<br />

di un’accoglienza cristiana<br />

e di una elevata assistenza,<br />

rifioriscano nei sofferenti<br />

la salute e la speranza<br />

243


244<br />

<strong>Diocesi</strong><br />

di<br />

<strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Relazione quinquennale 2001- 2005 per la Visita ad Limina<br />

Indice<br />

I. ORGANIZZAZIONE PASTORALE E AMMINISTRATIVA<br />

DELLA DIOCESI<br />

II. IDENTIFICAZIONE E SITUAZIONE RELIGIOSA GENE-<br />

RALE DELLA DIOCESI<br />

III. MINISTERO EPISCOPALE<br />

IV. VITA CRISTIANA LITURGICA E SACRAMENTALE. I<br />

SANTI NELLA CHIESA<br />

V. EDUCAZIONE CATTOLICA<br />

VI. CATECHESI<br />

VII. MINISTERO E VITA DEL CLERO<br />

VIII. ISTITUTI DI VITA CONSACRATA E SOCIETA’ DI VITA<br />

APOSTOLICA<br />

IX. COOPERAZIONE MISSIONARIA<br />

X. LAICI<br />

XI. ECUMENISMO<br />

XII. ALTRE RELIGIONI


XIII. PASTORALE DELLA FAMIGLIA<br />

XIV. EVANGELIZZAZIONE DELLA CULTURA<br />

XV. MEZZI DI COMUNICAZIONE SOCIALE<br />

XVI. GIUSTIZIA SOCIALE E DOTTRINA SOCIALE DELLA<br />

CHIESA<br />

XVII. CARITÀ, PROMOZIONE UMANA E CRISTIANA<br />

XVIII. PASTORALE SANITARIA<br />

XIX. PASTORALE DEI MIGRANTI E DEGLI ITINERANTI<br />

XX. BENI ARTISTICI E STORICI DELLA CHIESA<br />

XXI. SITUAZIONE ECONOMICA DELLA DIOCESI<br />

XXII. VALUTAZIONE GENERALE E PROSPETTIVE PER IL FU-<br />

TURO<br />

XXIII. RIASSUNTO<br />

I. ORGANIZZAZIONE PASTORALE E AMMINISTRATIVA<br />

DELLA DIOCESI<br />

Ordinario Diocesano<br />

MARIO PACIELLO<br />

vescovo di altamura-gravina-acquaviva <strong>delle</strong> fonti<br />

nato a Barcellona Pozzo di Gotto, Arcid. di Messina-Lipari-Santa Lucia<br />

del Mela, il 26 ottobre 1937<br />

ordinato Sacerdote il 30 giugno 1963<br />

eletto Vescovo di Cerreto Sannita-Telese- Sant’Agata de’ Goti il 20 luglio<br />

1991<br />

24


24<br />

consacrato il 29 settembre 1991<br />

trasferito ad <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti il 6 agosto 1997<br />

ha fatto l’ingresso in diocesi il 25 ottobre 1997<br />

Vicari generali ed episcopali<br />

Don Vito Colonna - Vicario Generale<br />

Data di nascita:8. 12. 52<br />

Data di Ordinazione sacerdotale:7. 1. 78<br />

Data di nomina:7. 10. 98<br />

Don Giuseppe Lofrese - Vicario Episcopale<br />

Data di nascita:25.10.1931<br />

Data di Ordinazione sacerdotale:17. 7. 1955<br />

Data di nomina: 7.10.1998<br />

Padre Pasquale Cianciarelli - Vicario Episcopale<br />

Data di nascita:7.10.1944<br />

Data di Ordinazione sacerdotale:21. 12.1974<br />

Data di nomina: 7.10.1998<br />

Don Giuseppe Pietroforte - Vicario Episcopale<br />

Data di nascita:9. 4. 1954<br />

Data di Ordinazione sacerdotale:16.4.1979<br />

Data di nomina: 7.10.1998<br />

Don Luigi Dimarno - Vicario Episcopale<br />

Data di nascita:5.12.1934<br />

Data di Ordinazione sacerdotale:21.8.1960<br />

Data di nomina: 7.10.1998<br />

Consiglio Presbiterale<br />

27 novembre 1988 Approvazione dello Statuto<br />

11 febbraio 1989 Consiglio 1989-1994:<br />

Membri di diritto: Mons. Venturo Lorusso, Mons.


Domenico Farella, Mons. Giovanni Tritto, Mons.<br />

Adolfo Palombella, Mons. Giuseppe Cipriani, P.<br />

Antonio Francesconi, Barnabita, Sac. Giovanni<br />

Bruno<br />

Membri eletti: Sac. Domenico Cornacchia, Sac.<br />

Nicola Dileo, Sac. Oronzo Simone, Sac. Vito Colonna,<br />

Sac. Vito Cassese, Sac. Saverio Paternoster,<br />

Sac. Giuseppe Pietroforte, Sac. Vincenzo Confetti,<br />

Sac. Lorenzo Colaninno<br />

Membri nominati: Sac. Angelo Casino, Sac. Giacomo<br />

Fiore, P. Gerolamo Bellini, smm<br />

22 febbraio 1994 Consiglio 1994-1999:<br />

Membri di diritto: Sac. Giuseppe Lofrese, Mons.<br />

Domenico Farella, Sac. Nicola Dileo, Sac. Michele<br />

Colangelo, Sac. Giuseppe Ciccarone, Mons. Adolfo<br />

Palombella, P. Daniele Carraro, smm, Sac. Pasquale<br />

Settembre<br />

Membri eletti: Mons. Venturo Lorusso, Sac. Vito<br />

Incampo, Sac. Giovanni Bruno, Sac. Carlo Caputo,<br />

Sac. Nicola Lorusso, Sac. Saverio Ciaccia, Sac.<br />

Giacomo Fiore, Sac. Giuseppe Pietroforte, Sac.<br />

Vincenzo Confetti<br />

Membri nominati: P. Alessandro Riso, ofmConv.,<br />

Sac. Saverio Paternoster<br />

18 maggio 1998 Decreto di approvazione del nuovo Statuto<br />

1 ottobre 1998 Consiglio 1998-2003:<br />

Membri di diritto: Sac. Vito Colonna, Sac. Giuseppe<br />

Lofrese, Mons. Venturo Lorusso, Sac. Giuseppe<br />

Pietroforte, Sac. Luigi Dimarno, Sac. Pasquale<br />

Settembre<br />

Membri eletti: Sac. Vito Incampo, Sac. Giuseppe<br />

Manfredi, Sac. Carlo Caputo, Sac. Giacomo<br />

Lorusso, Sac. Giacomo Fiore, Sac. Angelantonio<br />

Cianciotta, P. Daniele Carraro, smm, P. Pasquale<br />

Cenciarelli, cmf<br />

Membri nominati: Sac. Francesco Saverio Colonna,<br />

Sac. Domenico Cornacchia, Sac. Nicola Dileo,<br />

Sac. Nicola Lorusso, Sac. Saverio Paternoster, Sac.<br />

24


24<br />

Vito Cassano, Sac. Giuseppe Ciccarone, Mons.<br />

Gaetano Lenoci, Sac. Nicola Laterza, P. Pietro Carluccio,<br />

ofmConv.<br />

1 dicembre 2000 Aggiornamento:<br />

Membri di diritto: Sac. Vito Colonna, Sac. Giuseppe<br />

Lofrese, Mons. Venturo Lorusso, Sac. Giuseppe<br />

Pietroforte, Sac. Luigi Dimarno, Sac. Angelantonio<br />

Cianciotta<br />

Membri eletti: Sac. Carlo Caputo, Sac. Giacomo<br />

Fiore, Sac. Domenico Giannuzzi, Sac. Vito Incampo,<br />

Sac. Giacomo Lorusso, Sac. Giuseppe Manfredi,<br />

P. Pasquale Cenciarelli, cmf, P. Matteo Ornelli,<br />

ofmConv.<br />

Membri nominati: Sac. Vito Cassano, Sac. Francesco<br />

Saverio Colonna, Sac. Domenico Cornacchia,<br />

Sac. Nicola Dileo, Sac. Nicola Laterza, Mons.<br />

Gaetano Lenoci, Sac. Nicola Lorusso, Sac. Saverio<br />

Paternoster, P. Pietro Carluccio, ofmConv., P. Luigi<br />

Colleoni, smm<br />

20 febbraio 2001 Sac. Pasquale Settembre - membro nominato (in<br />

sostituzione del Sac. Vito Cassano)<br />

13 febbraio 2002 P. Giuseppe Rolli, ofmConv. - membro nominato<br />

(in sostituzione di P. Pietro Carluccio, ofmConv.)<br />

1 marzo 2004 Consiglio 2004-2009:<br />

Membri di diritto: Sac. Vito Colonna, Sac. Giuseppe<br />

Lofrese, P. Pasquale Cenciarelli, cmf, Sac.<br />

Giuseppe Pietroforte, Sac. Luigi Dimarno, Sac.<br />

Angelantonio Cianciotta<br />

Membri eletti: Sac. Giuseppe Creanza, Sac. Luigi<br />

Lazzari, Sac. Saverio Ciaccia, Sac. Domenico Natale,<br />

Mons. Felice Posa, Sac. Domenico Giannuzzi,<br />

P. Matteo Ornelli, ofmConv., P. Giacomo Paris,<br />

smm<br />

Membri nominati: Sac. Giovanni Bruno, Sac. F.<br />

Saverio Colonna, Sac. Giuseppe Manfredi, Sac.<br />

Giacomo Lorusso, Sac. Saverio Paternoster, Sac.<br />

Pasquale Settembre, Sac. Vincenzo Confetti, Sac.<br />

Andrea Wisniewski, Sac. Giacomo Fiore, Sac. Ni-


cola Laterza, P. Luigi Colleoni, smm, Sac. Pasquale<br />

Martino, sdb, P. Giuseppe Rolli, ofmConv.<br />

22 febbraio 2006 P. Maurizio Bevilacqua, cmf - membro eletto (in<br />

sostituzione di P. Matteo Ornelli, ofmConv.), Sac.<br />

Ciro Solofra, sdb - membro nominato (in sostituzione<br />

del Sac. Pasquale Martino, sdb)<br />

Collegio dei Consultori<br />

11 febbraio 1989 Collegio 1989-1994:<br />

Sac. Oronzo Simone, Mons. Adolfo Palombella,<br />

Mons. Giuseppe Cipriani, Sac. Angelo Casino,<br />

Mons. Venturo Lorusso, Sac. Vito Colonna, Sac.<br />

Giuseppe Pietroforte<br />

22 febbraio 1994 Collegio 1994-1999:<br />

Sac. Giuseppe Lofrese, Sac. Nicola Dileo, Sac. Michele<br />

Colangelo, Sac. Giuseppe Ciccarone, P. Daniele<br />

Carraro, smm, Sac. Vito Incampo, Sac. Saverio<br />

Paternoster<br />

27 marzo 1999 Collegio 1999-2004:<br />

Sac. Nicola Dileo, Sac. Giuseppe Ciccarone, Sac.<br />

Vito Incampo, Sac. Nicola Laterza, Sac. Nicola<br />

Lorusso, Sac. Giuseppe Manfredi, Sac. Saverio<br />

Paternoster, P. Pasquale Cenciarelli, cmf<br />

1 dicembre 2000 Aggiornamento:<br />

Sac. Vito Colonna, Sac. Nicola Dileo, Sac. Vito Incampo,<br />

Sac. Nicola Laterza, Sac. Giacomo Lorusso,<br />

Sac. Nicola Lorusso, Sac. Giuseppe Manfredi,<br />

Sac. Saverio Paternoster, P. Pasquale Cenciarelli,<br />

cmf<br />

1 aprile 2004 Collegio 2004-2009:<br />

Sac. Vito Colonna, Sac. Giovanni Bruno, Sac. Saverio<br />

Ciaccia, Sac. Giuseppe Creanza, Sac. Domenico<br />

Giannuzzi, Mons. Felice Posa, P. Matteo Ornelli,<br />

ofmConv.<br />

22 febbraio 2006 P. Maurizio Bevilacqua, cmf (in sostituzione di P.<br />

Matteo Ornelli, ofmConv.)<br />

24


2 0<br />

Consiglio Diocesano per gli affari economici<br />

1 settembre 1987 Decreto di costituzione<br />

13 aprile 1999 Consiglio 1999-2004:<br />

Membri: Avv. Nunzio Langiulli, Avv. Vito Lillo,<br />

Notaio Giuseppe Susca, Geom. Domenico Montepeloso,<br />

Rag. Giuseppe Dinicolamaria, Sac. Luigi<br />

Dimarno, Sac. Giuseppe Pietroforte<br />

Segretario: Sac. Domenico Laddaga<br />

1 novembre 2005 Consiglio 2005-1010:<br />

Membri: Avv. Nunzio Langiulli, Avv. Massimo<br />

Marvulli, Dott. Giuseppe Tragni, Rag. Donata Ceglie,<br />

Mons. Felice Posa, Sac. Domenico Laddaga,<br />

Sac. Giuseppe Pietroforte<br />

Segretario: Sac. Vincenzo Panaro<br />

Tribunale Ecclesiastico Diocesano<br />

Vicario Giudiziale Mons. Felice Posa<br />

Promotore di giustizia<br />

e Difensore del vincolo Sac. Domenico Giannuzzi<br />

Notaio Sac. Vincenzo Panaro


Vescovo<br />

S.E. Mons. Mario Paciello<br />

Vicario generale<br />

Sac. Vito Colonna<br />

Segretario<br />

Sac. Vincenzo Panaro<br />

Cancelliere<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

Vicario episcopale<br />

1° settore<br />

vicario episcopale<br />

2° settore<br />

vicario episcopale<br />

3° settore<br />

vicario episcopale<br />

4° settore<br />

vicario giudiziale<br />

Mons. Felice Posa<br />

Organigramma degli Uffici<br />

Segreteria Episcopio<br />

Marisa Piazza<br />

vice cancelliere<br />

Sac. Tommaso Lerario<br />

Sac. Giuseppe Lofrese<br />

Padre Pasquale<br />

Cianciarelli<br />

Sac. Giuseppe Pietroforte<br />

Sac. Luigi Dimarno<br />

notaio di curia<br />

<strong>Gravina</strong><br />

Mons. Giuseppe<br />

Cipriani<br />

Sac. Nicola Scarcella<br />

notaio di curia <strong>Acquaviva</strong><br />

Sac. Vincenzo Ciaurri<br />

1° SETTORE: EVANGELIZZAZIONE E CATECHESI<br />

DIRETTORE VICE DIRETTORE COLLABORATORI<br />

ufficio per la cooperazione<br />

missionaria<br />

tra le chiese<br />

Sac. Nicola Laterza<br />

Nicola Lofrese<br />

Milton Duran<br />

2 1


2 2<br />

ufficio catechistico<br />

Sac. Vito Cassese<br />

ufficio per l’educazione,<br />

la scuola<br />

e l’università<br />

Sac. Giuseppe Lofrese<br />

ufficio per il progetto<br />

culturale<br />

Sac. Vito Incampo<br />

ufficio per le comunicazioni<br />

sociali<br />

Sac. Angelo Casino<br />

centro diocesano<br />

vocazioni<br />

Sac. Antonio Raimondi<br />

Diac. Leonardo Ferrulli Francesco Colacicco<br />

Diac. Leonardo Ferrulli<br />

2° SETTORE: LITURGIA E SANTIFICAZIONE<br />

ufficio liturgico<br />

Sac. Vincenzo Panaro<br />

servizio<br />

al catecumenato<br />

Sac. Vincenzo Panaro<br />

ufficio<br />

per la formazione<br />

permanente del clero<br />

Mons. Venturo Lorusso<br />

ufficio per la vita<br />

consacrata<br />

P. Pasquale Cianciarelli<br />

ufficio per le<br />

confraternite<br />

Sac. Giovanni Monitillo<br />

Sac. Luigi Lazzari<br />

Responsabile<br />

Musica Sacra<br />

Sac. Domenico Cornacchia<br />

Responsabile<br />

Istituti Secolari


ufficio per la pastorale<br />

della famiglia<br />

Sac. Giacomo Fiore<br />

ufficio<br />

caritas diocesana<br />

Diac. Giuseppe Angelillo<br />

ufficio per i migranti<br />

Sac. Giuseppe Chironna<br />

ufficio per i problemi<br />

sociali e il lavoro<br />

Sac. Michele Lorusso<br />

ufficio per la pastorale<br />

della salute<br />

Sac. Giuseppe Pietroforte<br />

servizio per la<br />

pastorale giovanile<br />

Sac. Domenico Giannuzzi<br />

segretariato per<br />

l’ecumenismo<br />

Sac. Vito Incampo<br />

uffici<br />

per la pastorale<br />

del tempo libero,<br />

turismo e sport<br />

Sac. Luigi Dimarno<br />

3° SETTORE: TESTIMONIANZA E CARITÀ<br />

P. Maurizio Bevilacqua<br />

Sac. Alessandro Amapani<br />

Sac. Saverio Colonna<br />

Resp. Giovani a rischio<br />

Diac. Benito Bolognese<br />

4° SETTORE: TECNICO AMMINISTRATIVO<br />

economato<br />

e amministrazione<br />

Sac. Luigi Dimarno<br />

Giuseppe Nuzzi<br />

Enza Paternoster<br />

Pietro Berloco<br />

Rosa Messina<br />

Sac. Domenico Natale<br />

2 3


2 4<br />

ufficio<br />

per i beni culturali<br />

e arte sacra<br />

Arch. Giovanni Fraccascia<br />

osservatorio<br />

giuridico-legislativo<br />

Sac. Saverio Ciaccia<br />

Ing. Domenico Franchini<br />

Ing. Luigi Rinaldi<br />

Arch. Pietro Masciandaro<br />

Prof. Domenico Bruno<br />

Mons. Giovanni Tritto<br />

Sac. Vincenzo Panaro<br />

Sac. Michele Gramegna<br />

La Cattedrale della <strong>Diocesi</strong> è quella di <strong>Altamura</strong>. Il Capitolo cattedrale<br />

cura la liturgia.<br />

Tutti gli organi consultivi, pastorali e amministrativi sono necessari<br />

e sufficienti per il governo della <strong>Diocesi</strong> normalmente. Essi vengono<br />

investiti dei ruoli assegnati dal CJC responsabilizzati e valorizzati ciascuno<br />

secondo il proprio compito.<br />

2001<br />

II. IDENTIFICAZIONE E SITUAZIONE RELIGIOSA<br />

GENERALE DELLA DIOCESI<br />

Superficie Kmq 1.309<br />

Popolazione totale 163.408<br />

Numero dei fedeli cattolici 159.939<br />

Numero dei sacerdoti diocesani 72<br />

Numero dei sacerdoti religiosi 22<br />

Numero dei seminaristi maggiori 11<br />

Numero dei seminaristi minori 31<br />

Numero dei religiosi non sacerdoti 6<br />

Numero <strong>delle</strong> religiose 232<br />

Numero <strong>delle</strong> parrocchie 39<br />

Numero degli istituti cattolici di educazione 15<br />

Numero degli istituti cattolici di beneficenza 1


2005<br />

Superficie Kmq 1.309<br />

Popolazione totale 168.658<br />

Numero dei fedeli cattolici 163.699<br />

Numero dei sacerdoti diocesani 70<br />

Numero dei sacerdoti religiosi 19<br />

Numero dei seminaristi maggiori 12<br />

Numero dei seminaristi minori 17<br />

Numero dei religiosi non sacerdoti 2<br />

Numero <strong>delle</strong> religiose 183<br />

Numero <strong>delle</strong> parrocchie 40<br />

Numero degli istituti cattolici di educazione 15<br />

Numero degli istituti cattolici di beneficenza 1<br />

2. Le caratteristiche principali della diocesi<br />

La diocesi comprende sei agglomerati urbani che vanno da 70.000<br />

abitanti a 1500. Il territorio della murgia è bello e in gran parte coltivata<br />

ma è poco abitata nelle campagne. Questa conformazione del territorio<br />

fa si che l’azione pastorale è concentrata nelle singole città.<br />

La <strong>Diocesi</strong>, dal 1986 risulta dall’unificazione della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Gravina</strong><br />

e <strong>delle</strong> Prelature di <strong>Altamura</strong> e di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />

Le origini della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Gravina</strong> risalgono al nono secolo. Le due<br />

città di <strong>Altamura</strong> e <strong>Acquaviva</strong>, pur avendo origini remote, sono diventate<br />

Prelature rispettivamente nel XIII-XIX secolo. Sotto l’aspetto imprenditoriale<br />

e sociale-economico, <strong>Altamura</strong> è un centro molto attivo<br />

e vivace. Ad <strong>Acquaviva</strong> circa la metà <strong>delle</strong> famiglie vive nell’ospedale<br />

Miulli, Ente Ecclesiastico mentre a Santeramo molte famiglie lavorano<br />

presso i salottifici. <strong>Gravina</strong>, Spinazzola e Poggiorsini hanno un’economia<br />

agricola-artigianale. All’estero sono conosciuti il pane di <strong>Altamura</strong>,<br />

i salotti “Divani e Divani” di Natuzzi e gli abiti da sposa di Spinazzola.<br />

2


2<br />

Normalmente la scuola dell’obbligo è frequentata; la scuola secondaria<br />

superiore è frequentata in ogni ordine di grado. Dovunque, ma particolarmente<br />

a <strong>Gravina</strong> vi sono associazioni e iniziative culturali.<br />

Tra Chiesa e istituzioni c’è collaborazione e comunicazione specialmente<br />

quando si verificano problemi o emergenze.<br />

III. MINISTERO EPISCOPALE<br />

Il Magistero del Vescovo si attua attraverso lettere pastorali, messaggi,<br />

catechesi, lectio divina, predicazione, interventi in convegni. La<br />

visita pastorale si è svolta negli anni 2001-2002. La visita, senza nulla<br />

tralasciare di quanto contemplato dal Diritto Canonico, è stata impostata<br />

come una missione pastorale e personale del Vescovo.<br />

Il Vescovo ha personalmente incontrato tutti gli organismi, le associazioni,<br />

gli operatori pastorali in riunioni distinte; ha visitato le singole<br />

scuole dall’infanzia alle superiori, numerosi luoghi di lavoro, le amministrazioni,<br />

gli ospedali e le comunità religiose. Conclusa la Visita Canonica,<br />

il Vescovo è ripassato nelle parrocchie per un incontro di verifica con<br />

i Consigli Parrocchiali. Il rapporto con i chierici (sacerdoti e seminaristi)<br />

è improntato a rispetto e confidenza. Il Vescovo incontra tutti i sacerdoti<br />

almeno due volte al mese per il Ritiro e l’Aggiornamento e si rende disponibile<br />

ad ogni richiesta di colloquio anche non programmato.<br />

Quasi tutti i sacerdoti partecipano ai momenti assembleari o formativi.<br />

I sacerdoti desiderano una maggiore vicinanza del Vescovo, ma di<br />

solito non tutti la cercano realmente. I sacerdoti giovani e gli studenti di<br />

Teologia formano il “Sem…Pre”: un gruppo di sacerdoti che si incontra<br />

con il Vescovo in alcuni periodi dell’anno, compresa una piccola vacanza.<br />

Altro momento importante di incontro tra il Vescovo e i sacerdoti è<br />

l’esperienza degli esercizi spirituali diocesani. I rapporti con le comunità<br />

– religiose sono e cordiali. Per tessere rapporti più stretti con le associazioni,<br />

i gruppi e i movimenti, e inseribili meglio nel cammino Pastorale<br />

Diocesano è stata costituita la Consulta Delle Aggregazioni Laicali<br />

(CDAL). In diocesi non ci sono cattolici di altri riti. In linea di massima<br />

i rapporti con le autorità civili sono buoni. Lo dimostrano gli scambi di<br />

inviti e presenze nelle celebrazioni e nelle manifestazioni. Sul territorio<br />

diocesano non ci sono autorità ecclesiastiche di altri riti. Grazie alla costante<br />

e delicata cura <strong>delle</strong> relazioni con i pastori e le comunità di altre


Confessioni Cristiane, c’è dialogo di apertura da ambo le parti. Non si<br />

trovano difficoltà a organizzare momenti di ecumenismo spirituale e di<br />

confronto teologico. Il clima che si respira nella Conferenza episcopale<br />

Pugliese è di grande fraternità e di gioia di incontrarsi.<br />

Nei dibattiti c’è molto dialogo e rispetto reciproco. Normalmente il<br />

Vescovo non va mai in vacanza per mancanza di giorni disponibili. Le<br />

assenze sono dovute a impegni extra-diocesani affidatagli dalla CEI e<br />

per un tempo molto ridotto.<br />

IV. VITA CRISTIANA LITURGICA E SACRAMENTALE.<br />

I SANTI NELLA CHIESA<br />

A. NOTA STATISTICA<br />

2001: 1905<br />

2005: 2119<br />

2001: 24<br />

2005:11<br />

2001: 13<br />

2005: 22<br />

2001: 2.166<br />

2005: 2.164<br />

2001: 2.366<br />

2005: 2.383<br />

Battezzati entro 1 anno<br />

Battezzati fino a 7 anni<br />

Battezzati oltre i 7 anni<br />

Prime Comunioni<br />

Cresime<br />

2


2<br />

2001: 907 Matrimoni celebrati<br />

2005: : 740 Matrimoni celebrati<br />

Matrimoni<br />

2001: 0 Matrimoni celebrati in forma straordinaria<br />

2005: 0 Matrimoni celebrati in forma straordinaria<br />

2001: 0 Matrimoni celebrati con dispensa<br />

2005: 0 Matrimoni celebrati con dispensa<br />

2001: 0 Matrimoni celebrati con ministro laico<br />

2005: 0 Matrimoni celebrati con ministro laico<br />

2001: 15 Matrimoni misti<br />

2005: 14 Matrimoni misti<br />

B. PARTE ESPOSITIVA<br />

1. Liturgia in genere<br />

La riforma liturgica è stata accolta con soddisfazione dalla maggioranza<br />

e ha portato i suoi frutti: una maggiore comprensione, una più attiva<br />

e attenta partecipazione dei fedeli alle varie celebrazioni.<br />

Infatti, si può dire senz’altro che la partecipazione dei fedeli alla vita<br />

liturgica della comunità sia in crescita, non tanto forse riguardo al<br />

numero quanto alla consapevolezza e allo sviluppo di una specifica<br />

sensibilità. Complessivamente si avverte in molte parrocchie un nuovo<br />

sforzo nella cura dell’animazione liturgica, sforzo che va comunque incoraggiato<br />

e accompagnato. Resta ancora molto da fare, ad esempio, per<br />

coinvolgere sempre più a fondo le comunità e garantire una più diffusa<br />

comprensione mistagogica della liturgia. Proprio con questo intento<br />

l’Ufficio Liturgico Diocesano ha approntato un progetto orientato a promuovere<br />

la formazione degli operatori e sostenere il lavoro dei gruppi<br />

liturgici parrocchiali.<br />

La partecipazione al culto coinvolge tutta la popolazione, con una<br />

frequenza della messa domenicale oscillante tra il 20 e il 35% circa, che


sale intorno al 50-60% a Natale, Pasqua e in particolari solennità. La<br />

messa feriale vede coinvolto un discreto numero di fedeli, anche se spesso<br />

si tratta per lo più di anziani. In occasioni particolari (primo venerdì<br />

del mese, trigesimi, ecc.) l’affluenza è più consistente.<br />

La frequenza nel ricevere il sacramento della Riconciliazione varia<br />

a seconda <strong>delle</strong> fasce d’età. Molti sono i ragazzi che si confessano nel<br />

periodo della preparazione all’Eucaristia. Il loro numero si abbassa nel<br />

periodo di preparazione alla Confermazione, fino a divenire molto basso<br />

nell’adolescenza e nell’età giovanile. Nel complesso, tuttavia, la pratica<br />

del sacramento della Riconciliazione conserva ancora una sua vivacità,<br />

soprattutto nei tempi forti o in circostanze particolari. La qualità <strong>delle</strong><br />

confessioni è modesta: mancano spesso la coscienza del peccato e la<br />

volontà di una sincera conversione.<br />

I ministri si attengono in modo idoneo alla disciplina liturgica e canonica,<br />

utilizzando i libri liturgici approvati. Non è mai stata usata per la<br />

Riconciliazione la forma dell’assoluzione collettiva.<br />

La formazione dei seminaristi dal punto di vista liturgico e celebrativo<br />

è sufficiente. Una maggiore attenzione alla formazione permanente<br />

del clero in ambito liturgico rientra negli obiettivi del progetto dell’Ufficio<br />

Liturgico.<br />

Per quel che riguarda la dignità del culto si può affermare che c’è una<br />

adeguata attenzione da parte dei responsabili <strong>delle</strong> chiese parrocchiali e<br />

non. La dotazione dei libri liturgici e dei rituali è pressoché completa. La<br />

cura dell’arredo, dell’ambiente e <strong>delle</strong> suppellettili sacre – spesso affidata<br />

a dei laici – è generalmente soddisfacente. La formazione al canto<br />

dell’assemblea è affidata di solito al coro parrocchiale. L’uso del canto<br />

gregoriano è piuttosto raro e per lo più limitato agli inni tradizionali. Il<br />

canto, la musica sono sempre presenti nelle domeniche e nelle solennità,<br />

ma anche nei giorni feriali il popolo partecipa con il canto.<br />

Possiamo dire che l’Anno Liturgico strutturi – in un certo senso –<br />

l’intera impostazione pastorale, col chiaro risultato di celebrare i Misteri<br />

centrali della fede con una grande intensità di vita liturgica e coinvolgimento<br />

ecclesiale. La preparazione ai tempi forti offre spesso nuove<br />

occasioni di catechesi ed evangelizzazione. I tempi di Avvento e Quaresima<br />

vengono valorizzati con particolare impegno sia nelle domeniche<br />

sia con altre iniziative di carattere liturgico -catechetico e di pietà popolare:<br />

novena dell’Immacolata e del Natale, centri di ascolto della Parola<br />

di Dio nelle famiglie, ecc... Il Triduo pasquale, molto frequentato,<br />

2


2 0<br />

è celebrato con solennità e nel rigore <strong>delle</strong> norme liturgiche. La Veglia<br />

pasquale è il momento di fede più significativo dell’anno per la partecipazione<br />

e intensità religiosa.<br />

Le celebrazioni esequiali, spesso molto partecipate, sono animate in<br />

genere dignitosamente. Costituiscono un’occasione di incontro con tante<br />

gente che non frequenta assiduamente la Chiesa.<br />

Ci si sforza di accompagnarle con una predicazione più biblica e con<br />

una attenzione pastorale più spiccata di quanto forse non avvenisse in<br />

passato.<br />

L’uso dei sacramentali è piuttosto diffuso, amministrati usualmente<br />

su richiesta dei fedeli. Anche la richiesta di benedizioni per la casa,<br />

gli esercizi commerciali, i mezzi di trasporto, il pane, è abbastanza frequente.<br />

A questo proposito è interessante constatare come talora la benedizione<br />

<strong>delle</strong> case sia un’occasione di animazione e catechesi per un<br />

intero condominio o quartiere: ciò permette spesso si dare un taglio più<br />

esplicitamente ecclesiale ad un gesto che in passato era forse vissuto in<br />

maniera più formale e individualistica.<br />

La celebrazione della Liturgia <strong>delle</strong> Ore è praticata in molte parrocchie:<br />

piuttosto spesso Lodi e Vespri vengono celebrati prima o durante<br />

le messe feriali; talora si celebrano le Lodi in assenza della messa feriale<br />

del mattino o di quella del lunedì sera; è facile, infine, che – anche laddove<br />

l’uso della Liturgia <strong>delle</strong> Ore non sia abituale – con essa si preghi<br />

all’interno dei gruppi o in circostanze particolari. È bello vedere come<br />

per alcuni laici la recita dell’Ufficio sia divenuta abituale per una propria<br />

personale iniziativa.<br />

La recita quotidiana del rosario è generalizzata (talora anche arricchita<br />

da meditazioni bibliche o catechesi). Lo stesso si può dire per l’Angelus<br />

e per la Via Crucis nei venerdì di Quaresima. Molto diffuse sono<br />

anche l’adorazione Eucaristica il primo giovedì del mese e la devozione<br />

al Sacro Cuore di Gesù.<br />

Quanto alla pietà popolare è evidente come essa rimanga sempre un<br />

tasto molto delicato. In alcuni casi grazie ad un lungo lavoro si è riusciti<br />

a disciplinare meglio le devozioni praticate nelle diverse rettorie e l’attività<br />

<strong>delle</strong> relative confraternite: l’obiettivo è che esse non percorrano<br />

più un cammino indipendente (se non addirittura concorrente) rispetto a<br />

quello <strong>delle</strong> comunità parrocchiali di appartenenza.<br />

Sempre a questo proposito, uno strumento ora a disposizione del presbiterio<br />

è il nuovo statuto dei comitati organizzatori <strong>delle</strong> feste patronali


e parrocchiali, promulgato negli scorsi mesi. Esso stabilisce un legame<br />

più stretto tra i comitati stessi, i parroci e i consigli pastorali parrocchiali:<br />

e così si auspica che le attività promosse acquistino uno spessore pastorale<br />

più consistente.<br />

2. I sacramenti in specie<br />

È normale che alla Messa domenicale converga la vita di tutte le comunità.<br />

Ad essa è rivolta abitualmente una grande attenzione da parte<br />

dei ministri, degli animatori e di tutti i fedeli impegnati a vario titolo<br />

nell’ambito parrocchiale, così da poter garantire almeno con sufficiente<br />

puntualità una partecipazione corale ed una animazione dignitosa. Si<br />

può dire onestamente che la centralità della Messa domenicale parrocchiale<br />

sia per tutti i fedeli un fatto acquisito.<br />

Anche la frequenza alla messa festiva del sabato sera, pur se comunemente<br />

più alta di quella della messa feriale vespertina, ha subito in<br />

alcuni casi una flessione grazie ad una più intensa catechesi. Non vi sono<br />

di solito celebrazioni di gruppi particolari, se non nei casi ammessi dalla<br />

disciplina ecclesiatica.<br />

Ogni sacerdote, per quanto è possibile, prepara bene l’omelia stando<br />

attento alla chiarezza dottrinale e al nutrimento spirituale dei fedeli.<br />

Dato il sufficiente numero di sacerdoti non si è quasi mai avuto il bisogno<br />

di ricorrere a “celebrazioni della Parola” per l’assenza del presbitero.<br />

Sono osservate le norme sulla binazione e sulla trinazione.<br />

I ministri straordinari della Comunione svolgono generalmente il loro<br />

servizio con scrupolo e grande disponibilità. Dopo la preparazione al<br />

ministero, curata a livello diocesano, la loro formazione permanente è<br />

affidata all’iniziativa <strong>delle</strong> parrocchie di appartenenza.<br />

Il viatico è amministrato secondo la corretta prassi liturgico-pastorale.<br />

È ben curata anche la custodia dell’Eucaristia, fatta secondo le norme<br />

vigenti.<br />

Il culto eucaristico ha ricevuto senz’altro un grande incremento con<br />

l’Anno dell’Eucaristia: ciò ha incoraggiato ad aumentare le già numerose<br />

occasioni in cui praticare l’adorazione e a curare l’ambiente per la<br />

preghiera personale dinanzi al tabernacolo.<br />

L’itinerario di iniziazione cristiana non si discosta nelle sue tappe,<br />

nelle sue forme, nei suoi appuntamenti, da quello tradizionale nelle no-<br />

2 1


2 2<br />

stre zone. Anche nella nostra esperienza tuttavia esso mostra di non poter<br />

più garantire “automaticamente” una radicata coscienza battesimale<br />

ed una solida maturità nella fede. Tuttavia, si compie costantemente lo<br />

sforzo di vivere con grande consapevolezza i sacramenti della iniziazione<br />

all’interno dell’intera comunità, coinvolgendo quanto possibile le<br />

famiglie, facendone in qualche modo occasione di evangelizzazione e di<br />

verifica della propria vita cristiana.<br />

Per quel che riguarda l’iniziazione dei fanciulli, non ci sono particolari<br />

rilievi da fare. Il Battesimo è amministrato entro i primi mesi di vita,<br />

spesso dinanzi alla comunità riunita per l’Eucaristia domenicale. Rarissimi<br />

sono i casi di bambini battezzati più tardi. Il sacramento è preceduto<br />

da colloqui con i genitori e da una specifica preparazione al rito. È raro<br />

che la famiglia rifiuti di battezzare i propri bambini perché non credente,<br />

per situazioni matrimoniali anomale o per convinzioni personali. Va crescendo<br />

invece il numero di adulti immigrati che chiedono il battesimo<br />

per sé o per i propri figli già grandi. Per costoro la diocesi ha approntato<br />

un percorso di catecumenato.<br />

Generalmente i fanciulli si accostano per la prima volta al sacramento<br />

della riconciliazione all’età di 8 anni. La prima Comunione la si riceve<br />

per lo più l’anno successivo, intorno ai 9 – 10 anni. La sua celebrazione<br />

è sempre molto curata e coinvolge a fondo la comunità. Purtroppo però<br />

essa non sempre costituisce per i ragazzi l’inizio di una autentica vita sacramentale.<br />

Un certo numero di fanciulli, anzi, dopo la Prima Comunione<br />

abbandona addirittura la catechesi e la frequenza assidua alla messa<br />

domenicale.<br />

La Confermazione è amministrata ordinariamente ai ragazzi tra i 13<br />

e i 15 anni d’età. Sta diminuendo tuttavia il numero dei giovani e degli<br />

adulti che scelgono di riceverla più tardi e al tempo stesso diminuisce la<br />

diffusa la mentalità che vede la Cresima solo come momento di passaggio<br />

per accedere al matrimonio.<br />

Riguardo alla penitenza c’è l’impegno perché possa essere ricevuta<br />

con frutto e costanza nell’arco della vita cristiana. Dinanzi a un chiaro<br />

indebolimento del senso del peccato e a una informazione spesso superficiale<br />

e confusa in merito all’insegnamento morale della Chiesa, si dispiega<br />

uno sforzo catechetico apprezzabile che tuttavia andrebbe ancora<br />

intensificato. Talora c’è una certa difficoltà da parte dei preti a garantire<br />

una disponibilità adeguata ma si riescono comunque ad assicurare generalmente<br />

appuntamenti fissi settimanali e mensili (liturgie penitenziali)


spesso assai partecipati. Ci si serve spesso di un luogo adatto per l’amministrazione<br />

del sacramento, che spesso è ancora il confessionale.<br />

L’osservanza dei giorni penitenziali è discreta, anche se si risente di<br />

un clima generale un po’ rilassato. Le indulgenze vengono lucrate soprattutto<br />

in occasione del 2 agosto, del 2 novembre e durante l’ottavario<br />

dei defunti.<br />

Quando si celebra il sacramento dell’ordine, c’è sempre grande partecipazione<br />

dei fedeli. Le celebrazioni sono preparate con grande cura e<br />

diligenza, curando molto di mettere in evidenza il carattere diocesano ed<br />

ecclesiale.<br />

Nella celebrazione del Matrimonio si vede forse più che in altre occasioni<br />

quanto debole sia in tante persone il senso di appartenenza ecclesiale<br />

e la stessa vita di fede: spesso la richiesta di sposarsi in Chiesa nasce<br />

da una superficiale necessità sociologica piuttosto che dalla scelta di<br />

fondare la propria famiglia in Cristo. Tutto questo ovviamente si riflette<br />

con facilità sullo stile della celebrazione del sacramento. Tuttavia va<br />

anche detto che il percorso di preparazione al matrimonio offre a volte<br />

l’occasione per un incontro nuovo con Cristo e la Chiesa e può costituire<br />

almeno l’avvio di nuove relazioni all’interno della comunità. È ormai<br />

impiegato ovunque il nuovo Rituale.<br />

L’unzione degli infermi è celebrata secondo le modalità previste dai<br />

testi liturgici approvati e secondo le norme stabilite. Purtroppo per mancanza<br />

di formazione adeguata rimane ancora in alcune persone il timore<br />

di richiedere il sacramento in prossimità della morte. È sempre più diffusa<br />

tuttavia la prassi della celebrazione comunitaria, una o anche più<br />

volte durante l’anno.<br />

3. I santi nella Chiesa<br />

La diocesi non ha suoi figli innalzati agli onori degli altari. Ma alcuni<br />

“Servi di Dio” sono in attesa del giudizio della chiesa: don Eustachio<br />

Montemurro, Benedetto XIII, Teresa Orsini. Altre luminose figure di sacerdoti,<br />

di religiose, e di laici hanno lasciato tracce di virtù evangeliche.<br />

La loro testimonianza è stata raccolta, divulgata e tramandata ai posteri.<br />

Non è trascurata la presentazione della vita dei santi, quali modelli di<br />

vita cristiana<br />

2 3


2 4<br />

V. EDUCAZIONE CATTOLICA<br />

A. NOTA STATISTICA<br />

2001<br />

Seminari maggiori<br />

Seminari minori 1<br />

Numero di IDRC:<br />

- scuola elementare<br />

scuola media<br />

Sacerdoti, religiosi e laici insegnanti<br />

di teologia<br />

2005<br />

73<br />

320<br />

25<br />

Seminari maggiori<br />

Seminari minori 1<br />

Numero di IDRC:<br />

- scuola elementare<br />

- scuola media<br />

Sacerdoti, religiosi e laici insegnanti<br />

di teologia<br />

B. PARTE ESPOSITIVA<br />

3<br />

73<br />

298<br />

21<br />

In collaborazione con il Centro Diocesano Vocazionale, le parrocchie<br />

cercano di sensibilizzare le famiglie alla dimensione vocazionale,<br />

curando settimanalmente gruppi di ministranti per un decoroso servizio<br />

dell’altare. Le comunità cercano di sostenere con la preghiera le vocazioni.<br />

Anche la preparazione, la cura e la valorizzazione della settimana<br />

in preparazione alla Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni<br />

4


diventa uno strumento pastorale importante in prospettiva di nuove vocazioni<br />

e di sensibilizzazione alla mancanza “dei buoni operai” nella<br />

Chiesa. Infine il primo giovedì del mese l’adorazione eucaristica non<br />

prescinde mai da un’attenzione alle vocazioni.<br />

In molte Parrocchie, anche grazie alla presenza di persone consacrate,<br />

particolare attenzione è riservata a quei ragazzi che manifestano i segni<br />

di una eventuale vocazione e favorendo la loro partecipazione agli<br />

incontri di discernimento vocazionale organizzati a livello diocesano.<br />

Il Seminario diocesano ha una nuova sede inaugurata il 30 settembre<br />

dal Card. Giovanni Battista Re. Il seminario diocesano è il cuore<br />

della diocesi e riceve tutte le attenzioni necessarie sia nella scelta dei<br />

formatori, dei padri spirituali ed educatori sia nel favorire un ambiente<br />

decoroso per l’ospitalità. Attualmente il seminario diocesano ha 17 ragazzi<br />

provenienti dai vari paesi della diocesi e altri 15 sono in cammino<br />

per un’eventuale ingresso nel prossimo anno. Anche per i giovani universitari<br />

c’è un accompagnamento personale da parte di un sacerdote.<br />

Nel seminario regionale attualmente ci sono 10 seminaristi della diocesi<br />

e altri 3 frequentano l’anno propedeutico.<br />

Non mancano negli itinerari ordinari di formazione per i giovani riferimenti<br />

specifici ad una proposta vocazionale nelle sue varie forme ed<br />

espressioni, sia attraverso testimonianze dirette da parte di quanti hanno<br />

fatto una particolare scelta di vita, sia attraverso la partecipazione degli<br />

stessi giovani alle iniziative diocesane di pastorale giovanile e vocazionale.<br />

Tuttavia, si avverte la necessità di una maggiore attenzione ad<br />

ogni livello.<br />

Al centro della pastorale della parrocchia – intesa come casa di spiritualità<br />

laicale – c’è sempre l’accompagnamento vocazionale, innanzitutto<br />

nel senso proprio della vocazione battesimale. In quest’alveo possono<br />

poi prendere vita itinerari personali diversi e più specifici.<br />

In alcune parrocchie della diocesi, l’accoglienza dei seminaristi di<br />

teologia nel fine settimana dà modo di tenere viva l’attenzione al ministero<br />

ordinato e di coltivare un rapporto significativo con il seminario<br />

regionale.<br />

2


2<br />

VI. CATECHESI<br />

A. NOTA STATISTICA<br />

2001 2005<br />

Catechisti in diocesi 900 Catechisti in diocesi 1300<br />

Associazioni 5 Associazioni 5<br />

B. PARTE ESPOSITIVA<br />

Nel premettere l’opportunità di iniziare la presente parte della relazione<br />

con una lettura dei dati della situazione attuale, colta per massima<br />

parte attraverso gli elementi pervenuti all’ufficio catechistico diocesano<br />

dalla quasi totalità <strong>delle</strong> parrocchie, è chiaro che, per essere più precisi,<br />

si evidenzia quanto di seguito.<br />

Innanzitutto ci si sofferma sulla realtà degli operatori di catechesi e<br />

dei sussidi, poi, sulle forme di Evangelizzazione e di catechesi preferite<br />

nell’azione educativa di base ed, infine, gli ambiti esistenziale e sociali<br />

dove la catechesi viene svolta.<br />

Ad ogni parrocchia è stato inviato un apposito questionario.<br />

1. Operatori e sussidi<br />

Iniziando dal primo punto va precisato che i catechisti vengono dalle<br />

parrocchie visti come soggetti e testimoni della fede con una “missio” a<br />

scopo educativo-catechetico, che, mai dato per scontato, lo testimoniano<br />

e lo rendono presente nella loro azione catechetita, la quale è e resta della<br />

parrocchia stessa: l’unità, infatti, è lo strumento più persuasivo perché<br />

la parola annunciata s’incarni con efficacia in coloro che l’ascoltano.<br />

Il numero di essi per ogni realtà parrocchiale è abbastanza sufficiente<br />

in rapporto ai bisogni e all’estensione territoriale della medesima comunità.<br />

A dire della maggior parte <strong>delle</strong> parrocchie consultate, anche se si<br />

avverte da parte <strong>delle</strong> medesime la necessità di aumentare la disponibilità<br />

degli stessi catechisti per impostare una catechesi sempre più capilla-


e e vicina alle esigenze più peculiari dei tempi, in realtà si è molto grati<br />

alla generosità e al senso di corresponsabilità del laicato coinvolto.<br />

Abbiamo la ferma convinzione che la “grande catechista” sia innanzitutto<br />

la comunità stessa: al suo interno pertanto vengono cercati catechisti<br />

con una robusta coscienza ecclesiale, una buona maturità umana<br />

ed uno specifico carisma personale. I catechisti vengono individuati<br />

tra coloro che mostrano un cammino di fede ed una maturità della fede<br />

sempre più evidente dentro la disponibilità del tempo e soprattutto della<br />

umanità da condividere con coloro ai quali urge un annuncio ed un approfondimento<br />

della conoscenza della fede. È raro , quanto inesistente,<br />

il caso in cui non si disponga di forze per un’azione educativa alla fede.<br />

Di questo discernimento si fa carico il parroco affiancato dall’intero<br />

gruppo degli educatori. I catechisti sono quasi tutti laici, giovanissimi,<br />

giovani e adulti. Negli ultimi anni è cresciuta la presenza di mamme e di<br />

coppie di sposi.<br />

In generale, perciò, emerge una costante e capillare opera missionaria<br />

ed evangelizzatrice <strong>delle</strong> comunità parrocchiali, frutto di un generoso<br />

e qualificato impegno. Esso è molto attento al servizio <strong>delle</strong><br />

differenti fasce e alle stesse condizioni storico, ambientali esistenziali<br />

diverse dei fruitori in conformità con quanto suggerito dall’ Ufficio catechistico<br />

nazionale.<br />

Il numero dei catechisti per parrocchia si aggira mediamente intorno<br />

alle 70 unità; si rileva tuttavia, come già accennato, che non sono ancora<br />

del tutto sufficienti. Tutte le parrocchie utilizzano i catechismi ufficiali<br />

della CEI, con l’ulteriore ausilio di guide didattiche, sussidi audiovisivi<br />

e schede bibliche. Su tutto il materiale utilizzato viene espresso un giudizio<br />

sostanzialmente buono, pur nella coscienza di ulteriori miglioramenti<br />

dal punto di vista psico-pedagogico.<br />

Come supporto ulteriore all’azione dei catechisti, in molte parrocchie<br />

operano associazioni e movimenti, come l’ Azione Cattolica (presente<br />

in quasi tutte le realtà), ANSPI, Gifra, Apostolato della preghiera,<br />

Neocatecumenali, Comunione e Liberazione, Rinnovamento nello Spirito,<br />

Focolarini.<br />

Dall’incontro diretto fra parroco e catechisti, così come attraverso<br />

la direzione spirituale (in continua crescita) e incontri formativi, viene<br />

garantita la vigilanza sulla dottrina e sulla vita morale di coloro che<br />

operano nella catechesi.<br />

2


2<br />

Ci sono, diverse proposte formative, ciascuna con il suo metodo ed<br />

i propri sussidi operativi, che, per la maggior parte, hanno l’intelligenza<br />

di essere in sintonia con il catechismo della Chiesa cattolica, quelli<br />

della C.E.I. e, soprattutto, in comunione con il Vescovo. A tal proposito,<br />

si concilia bene ed è, allo stesso tempo, un aiuto all’intera azione catechetica<br />

di base, il lavoro che il Vescovo fa con le sue catechesi assembleari<br />

di tutta la <strong>Diocesi</strong>, chiamati “Pozzo di Giacobbe, le quali hanno<br />

un scadenza mensile.<br />

Mentre le catechesi di base hanno per lo più una scadenza settimanale<br />

e quindicinale con una attenzione alla dimensione liturgica. Questa<br />

scelta indica opportunamente una finalità ben precisa, unitamente a<br />

quella dell’esistenzialità, dell’azione catechetica, che non prescinde dal<br />

cammino ascetico di coloro che sono i soggetti più implicati nel lavoro<br />

educativo-pedagogico, fino al punto che i ritiri mensili e gli stessi incontri<br />

diocesani di varia natura rendono la stessa catechesi molto più viva<br />

e dinamica. Si avverte, comunque, una necessità sempre più evidente<br />

di una formazione più adeguata alla esigenza culturale della mentalità<br />

contemporanea, per cui vengono proposte sempre con più attenzione occasioni<br />

ed opportunità formative per i formatori. Il parroco, poi, anima,<br />

coordina e sostiene l’azione evangelizzatrice dei catechisti. Si nota, infatti,<br />

che viene sempre meno la sua azione sostitutrice, incrementandosi,<br />

invece, la sua responsabilità educatrice e pastorale.<br />

2. Forme di evangelizzazione e catechesi<br />

I sacerdoti curano la catechesi e l’evangelizzazione innanzitutto con<br />

l’omelia domenicale: essa costituisce per molti fedeli l’unica occasione<br />

di formazione ma vi sono in alcune parrocchie anche ulteriori incontri<br />

infrasettimanali a diversi livelli di età ed esperienze che intendono offrire<br />

occasioni di approfondimento. Tali incontri sono tenuti soprattutto<br />

da adulti nella fede e responsabili, che con i sacerdoti avviano e sostengono<br />

i lavori nei diversi gruppi, li visitano periodicamente e li seguono<br />

nei diversi e rispettivi catechismi. Tengono incontri di formazione, perciò,<br />

nei vari gruppi e settori sia dei genitori che dei fanciulli. In molte<br />

parrocchie la collaborazione dei religiosi e dei consacrati è di forte sostegno<br />

alla stessa catechesi. Ci sono incontri di formazione parrocchiali<br />

quindicinali, ritiri periodici parrocchiali, zonali e diocesani.


Passando, poi, ai diversi livelli di catechesi va sottolineato che per<br />

ciò che concerne la catechesi per la prima confessione è fatta in parrocchia.<br />

Viene offerta la possibilità di seguire, per lo più, due itinerari<br />

suggeriti in diversi strumenti: quello del catechismo della CEI e quello<br />

dell’A.c.r.; ha scadenza settimanale e prepara al Sacramento della Riconciliazione,<br />

che viene amministrata in terza elementare.<br />

La catechesi dei fanciulli della prima comunione ha scadenza settimanale<br />

e prepara i fanciulli e le fanciulle a ricevere il sacramento in<br />

quarta elementare. Anche qui i testi ed i sussidi utilizzati sono quelli<br />

della C.E.I. e dell A.C.R.<br />

Mentre per ciò che concerne la catechesi al sacramento della Confermazione,<br />

pur notando in tutte le parrocchie una difficoltà di aggregazione<br />

degli adolescenti <strong>delle</strong> medie, con opportune e creative forme<br />

affascinanti ed adeguate alla sensibilità dell’età, si riesce a proporre<br />

un’azione catechetica abbastanza efficace, anche se sempre in forte rilancio.<br />

Gli incontri hanno frequenza settimanale e nell’ultimo anno della<br />

media anche 2/3 volte a settimana. Il sacramento viene amministrato<br />

in terza media ed i sussidi adottati sono sempre quelli proposti dalla<br />

C.E.I. e dall’A.C.R.<br />

Circa, poi, gli ambiti della catechesi, quali famiglia, parrocchia, scuola<br />

ed associazioni e movimenti, gli incontri si tengono in parrocchia con<br />

una frequenza settimanale. Come già accennato sopra, le Associazioni,<br />

gruppi e movimenti offrono occasioni e percorsi di formazione specifica<br />

per anziani, adulti, giovani, adolescenti e, a volte, anche fanciulli.<br />

La catechesi ai disabili è in forte incremento anche per l’apporto di un<br />

gruppo di volontariato in collaborazione con la Caritas.<br />

C’è un ripristino in <strong>Diocesi</strong> e nelle stesse parrocchie del Catecumenato<br />

di adulti convertiti facendo riferimento al Direttorio della <strong>Diocesi</strong><br />

stessa. Tale percorso viene affidato ad uno o più responsabili con una<br />

durata due anni e coloro che ne usufruiscono vengono seguiti dagli stessi<br />

responsabili, ove è possibile, anche dopo che questi hanno ricevuto i<br />

sacramenti della iniziazione cristiana. Gli incontri hanno una scadenza<br />

mensile con una proposta di contenuti ben dettagliata.<br />

La preparazione al sacramento del Matrimonio in tutte le sue dimensioni<br />

e periodicità, quale quella remota, prossima, immediata, comunitaria,<br />

personale, viene seguita dal sacerdote con la collaborazione di<br />

laici impegnati ed adeguatamente preparati secondo le diverse ottiche<br />

dell’esperienza matrimoniale. Per cui la preparazione prossima ed im-<br />

2


2 0<br />

mediata è affidata a <strong>delle</strong> coppie, al parroco e a degli esperti individuati<br />

e chiamati dal sacerdote e dal consiglio pastorale parrocchiale. I corsi<br />

di preparazione hanno la durata di cinque mesi con una frequenza settimanale<br />

ed i testi ed i sussidi sono diversi ma tutti facendo riferimento<br />

al catechismo della chiesa cattolica. Fondamentale è stata in questi anni<br />

la Scuola di Formazione Teologica – Pastorale.<br />

SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA E PASTORALE<br />

Finalità<br />

La scuola di Formazione Teologico-Pastorale intende dare un contributo<br />

al rinnovamento della nostra Chiesa Locale, offrendo stimoli per<br />

una migliore comprensione dell’uomo contemporaneo e per una maggiore<br />

radicalità evangelica.<br />

Obiettivi<br />

• Favorire la capacità relazionale con sé, con gli altri e con Dio.<br />

• Approfondire la conoscenza e sviluppare l’elaborazione dei contenuti<br />

teologici.<br />

• Educare a pensare e a “incarnare” il messaggio evangelico.<br />

• Sviluppare competenze comunicative in grado di migliorare il proprio<br />

stile di annuncio e di attività educativa.<br />

• Favorire la formazione di équipes stabili di lavoro a servizio <strong>delle</strong><br />

parrocchie e degli Uffici di Curia.<br />

Destinatari<br />

• Per quanti vogliono conoscere le ragioni della loro fede.<br />

• Per Laici che vogliono servire la comunità degli uomini con il ministero<br />

dell’annuncio, della catechesi, della liturgia, della famiglia,<br />

degli infermi, dei poveri, della cultura, della scuola.<br />

• Per gli Aspiranti ai ministeri istituiti e straordinari.<br />

• Per le Persone consacrate.


• Per i Cooperatori pastorali <strong>delle</strong> parrocchie e associazioni.<br />

• Per i Responsabili degli Uffici Pastorali.<br />

• Per i Responsabili <strong>delle</strong> confraternite.<br />

Metodologia<br />

• Lezioni.<br />

• Itinerari di ricerca e di scoperta per favorire la riflessione e l’elaborazione<br />

dei contenuti.<br />

• Laboratori con metodologia interattiva e narrativa nei seminari.<br />

Livello degli studi<br />

La scuola si pone ad un livello intermedio tra gli Istituti Teologici e la<br />

formazione di base <strong>delle</strong> parrocchie.<br />

L’ambito di riferimento specifico in cui si colloca la scuola è quello<br />

pastorale-ministeriale, e non abilita all’insegnamento della religione<br />

cattolica.<br />

Struttura della scuola<br />

La struttura della scuola è ciclica: Anno A - Sacra Scrittura; Anno B<br />

- Teologia Dommatica; Anno C - Teologia Morale e Pastorale.<br />

Periodo di lezione: Ottobre-Maggio<br />

Tempi e luoghi<br />

− Lunedì partecipazione al Pozzo di Giacobbe (Centro Giovanile – <strong>Gravina</strong>);<br />

− Il Martedì dalle 19.30 alle 21.00 nelle sedi di: <strong>Altamura</strong>, <strong>Gravina</strong>,<br />

<strong>Acquaviva</strong>, Santeramo e Spinazzola.<br />

Seminari di studi a cura di alcuni Uffici della Curia, nelle stesse sedi<br />

e date della Scuola, sul rapporto tra Parola di Dio e vissuto (sofferenza<br />

- liturgia - missione - lavoro, ecc.).<br />

2 1


2 2<br />

VII. MINISTERO E VITA DEL CLERO<br />

A. NOTA STATISTICA<br />

2001<br />

Sacerdoti in solidum 4<br />

Uffici ecclesiastici con parrocchia 2<br />

Sacerdoti in uffici a tempo pieno 5<br />

Parroci con nomina “ad tempus indefinitum” 6<br />

Sacerdoti ordinati 6<br />

Sacerdoti defunti 6<br />

Sacerdoti che hanno abbandonato il ministero 1<br />

Sacerdoti incardinati 2<br />

Sacerdoti incardinati 72<br />

Sacerdoti religiosi 23<br />

Sacerdoti residenti non incardinati 6<br />

Sacerdoti diocesani con incarichi fuori diocesi 3<br />

Sacerdoti diocesani con grado di licenza<br />

o laurea in teologia o diritto canonico<br />

25<br />

Età media dei sacerdoti 56<br />

Età media dei sacerdoti in pensione 82<br />

Numero di fedeli per sacerdote 2.245<br />

Diaconi permanenti uxorati 9<br />

Età media dei diaconi 60<br />

Parrocchie 39<br />

Numero fedeli per parrocchia 3.872<br />

Parrocchie rette da singoli parroci 38<br />

Parrocchie rette dal clero diocesano 35<br />

Parrocchie rette dai religiosi 4<br />

Parrocchie con moderatore 3<br />

Sacerdoti in solidum 6


Uffici ecclesiastici con parrocchia 3<br />

Sacerdoti in uffici a tempo pieno 5<br />

Parroci con nomina “ad tempus indefinitum” 14<br />

Sacerdoti ordinati 6<br />

2005<br />

Sacerdoti incardinati 70<br />

Sacerdoti religiosi 19<br />

Sacerdoti residenti non incardinati 5<br />

Sacerdoti diocesani con incarichi fuori diocesi 2<br />

Sacerdoti diocesani con grado di licenza<br />

o laurea in teologia o diritto canonico<br />

Età media dei sacerdoti 59<br />

Età media dei sacerdoti in pensione 80<br />

Numero di fedeli per sacerdote 2.339<br />

Diaconi permanenti uxorati 9<br />

Età media dei diaconi 66<br />

Parrocchie 40<br />

Numero fedeli per parrocchia 4.073<br />

Parrocchie rette da singoli parroci 38<br />

Parrocchie rette dal clero diocesano 36<br />

Parrocchie rette dai religiosi 4<br />

Parrocchie con moderatore 2<br />

B. PARTE ESPOSITIVA<br />

Il Vescovo nomina i sacerdoti per i diversi uffici dopo aver consultato<br />

il Consiglio Episcopale, e, in alcuni casi, i parroci consultori. Le nomine<br />

dei parroci sono fatte per nove anni. La collaborazione tra sacerdoti e religiosi<br />

è molto buona, non solo per assenza di conflittualità, ma anche per<br />

28<br />

2 3


2 4<br />

condivisione di programmi e di aiuto pastorale. Il rapporto di comunione<br />

tra sacerdoti e laici, specialmente nella condivisione <strong>delle</strong> responsabilità<br />

pastorali, presenta una discreta varietà di situazioni e di esperienze. La<br />

<strong>Diocesi</strong> sta lavorando molto nella formazione alla comunione e alla partecipazione<br />

dei laici alla vita della Chiesa e all’apostolato; non sempre i<br />

parroci sono pienamente disponibili a cambiare mentalità e atteggiamento.<br />

Tutte le parrocchie hanno il Consiglio Pastorale e il Consiglio per gli<br />

affari economici: questi non sempre sono valorizzati. La predicazione in<br />

Chiesa è tenuta solo dai sacerdoti, in via suppletiva dai diaconi.<br />

I parroci nominati a norma del vecchio CJC in genere, non accettano<br />

di lasciare la parrocchia prima del 75° anno di età. Nonostante qualche<br />

difficoltà, i ricambi avvengono sempre in modo corretto e senza disagio<br />

per il popolo. Ai sacerdoti che lasciano la parrocchia per motivi di età si<br />

danno ministeri compatibili con le loro forze e, possibilmente corrispondenti<br />

ai loro desideri.<br />

Sostanzialmente il clero è distribuito in modo equo sul territorio.<br />

In passato, sia perché c’erano tre realtà ecclesiali distinte, sia per<br />

mancanza di case canoniche, i sacerdoti restavano nel paese di origine<br />

e in casa propria. Ora, a seguito dell’unificazione del 1986 e della costruzione<br />

di case canoniche, si sta attuando un più agile trasferimento di<br />

sacerdoti in altri paesi. In tutta la <strong>Diocesi</strong> ci sono solo due piccole parrocchie<br />

rurali, molto prossime alle città di <strong>Altamura</strong> e di <strong>Gravina</strong>; sono<br />

curate dai parroci e frequentate anche da fedeli di altre parrocchie.<br />

Solo in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti vi sono tre parrocchie affidate “in solidum”<br />

a cinque sacerdoti di cui uno è moderatore, allo scopo di costituire<br />

una unità pastorale. Non vi sono parrocchie affidate a norma del can 517.<br />

Sulla condizione dei sacerdoti con particolare riferimento alla vita spirituale<br />

e allo zelo pastorale è impossibile esprime un giudizio globale.<br />

La partecipazione al ritiro spirituale è vicina al 100%. L’obbligo degli<br />

esempi spirituali (organizzati anche dalla <strong>Diocesi</strong>) è soddisfatto da<br />

gran parte del clero. Tutti celebrano quotidianamente molti sono disponibili<br />

per confessione e direzione spirituale. Il comportamento generale<br />

durante le celebrazioni liturgiche è dignitoso.<br />

È impossibile valutare la fedeltà alla liturgia <strong>delle</strong> ore; ma sono numerosi<br />

i sacerdoti che, vivendo <strong>insieme</strong>, pregano anche <strong>insieme</strong>. È diffusa<br />

la celebrazione <strong>delle</strong> lodi o dei vespri col popolo. No ci sono contestazioni<br />

nei confronti del celibato, eccetto nei casi di crisi, in questo<br />

quinquennio, un solo sacerdote ha lasciato il ministero.


Quasi tutti o quasi sempre, i sacerdoti indossano l’abito ecclesiastico.<br />

Chi non usa il colletto porta un segno distintivo. Circa il rapporto con<br />

la politica i sacerdoti sono periodicamente esortati a non prendere posizioni<br />

o ad appoggiare i candidati anche se a volte non manca qualche<br />

lamentela da parte di qualche politico, sulla quale il vescovo cerca di<br />

fare una verifica. Tutti i sacerdoti vivono in case confortevoli, sono variamente<br />

assistiti e provvisti del necessario. Molti vivono in famiglia; alcuni<br />

in parrocchia. Di solito, davanti a richieste di accettazione di nuovi<br />

compiti, c’è disponibilità e obbedienza. Si evita comunque ogni conflittualità,<br />

nei casi più difficili, attraverso un’opera paziente di persuasione.<br />

No ci sono in diocesi sacerdoti “vagi”, né sacerdoti “fidei donum”. Uno<br />

dei due sacerdoti polacchi della <strong>Diocesi</strong> di Lomza è stato regolarmente<br />

incardinato. Il sacerdote che nel quinquennio ha abbandonato il ministero<br />

è stato molto aiutato spiritualmente e materialmente, prima, durante<br />

e dopo la decisione. Ora vive fuori diocesi ma si cerca di mantenersi in<br />

contatto anche perché ha avviato la pratica per la dispensa degli obblighi<br />

sacerdotali. L’offerta di formazione permanente del clero si concretizza<br />

negli esercizi spirituali diocesani, i ritiri mensili, la lectio divina mensile<br />

tenuta dal Vescovo, le grandi celebrazioni della Messa Crismale e del<br />

Corpus Domini Diocesano, le lettere e i messaggi del vescovo, i colloqui<br />

personali. I sacerdoti giovani sono coordinati e seguiti da un sacerdote<br />

responsabile della formazione permanente, e dal Vescovo in alcuni<br />

incontri programmati nell’anno. I sacerdoti anziani, tranne che non vogliano<br />

stare da soli, sono assistiti da familiari o da volontari. L’aggiornamento<br />

ai sacerdoti è offerto attraverso incontri mensili e convegni. Non<br />

ci sono stati casi di prese di posizione dottrinalmente errate. Si permette<br />

ai sacerdoti e ai seminaristi che lo chiedono, di fare esperienze all’estero<br />

e in terra di missione. La costruzione di molte case canoniche ha come<br />

scopo primario, non solo la permanenza del sacerdote in parrocchia, ma<br />

anche la vita comune dei sacerdoti. Non si affida mai un ministero senza<br />

prima affrontare i problemi del vitto e dell’alloggio, della convivenza<br />

con altri confratelli. Non ci sono istituti per chierici con sede centrale in<br />

<strong>Diocesi</strong>.<br />

In <strong>Diocesi</strong> ci sono nove diaconi permanenti. Di essi uno è responsabile<br />

della Caritas Diocesana. Tutti gli altri lavorano nelle parrocchie, in<br />

ospedale e in curia. Il rapporto con i sacerdoti e con i laici è buono; ma è<br />

possibile e necessario mettere meglio in luce l’identità del diaconato. La<br />

formazione specifica, affidata a un sacerdote responsabile, è impostata<br />

2


2<br />

con incontri periodici, giornate di spiritualità con le famiglie, esercizi<br />

spirituali e ritiri mensili con i sacerdoti. I diaconi attingono sostentamento<br />

dalla professione che svolgono.<br />

VIII. ISTITUTI DI VITA CONSACRATA E SOCIETÀ DI VITA<br />

APOSTOLICA<br />

A. NOTA STATISTICA<br />

1. ISTITUTI RELIGIOSI MASCHILI<br />

Frati Minori Conventuali<br />

Fine particolare: Vita di povertà. Attenzione alla riconciliazione.<br />

Predicazione del perdono. Amore del creato.<br />

In diocesi: Ministero parrocchiale.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 2 Comunità: 2<br />

Religiosi: 6 Religiosi: 7<br />

Missionari Clarettiani<br />

Fine particolare: Ministero apostolico della Parola.<br />

Missione ad gentes. Apostolato della stampa.<br />

In diocesi: Predicazione. Ministero della riconciliazione.<br />

Ministero parrocchiale.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Comunità: 1<br />

Religiosi: 5 Religiiosi: 4<br />

Missionari Monfortani<br />

Fine particolare: Evangelizzazione tramite missioni popolari<br />

e ad gentes. Consacrazione alla Madonna.


In diocesi: Noviziato. Predicazione.<br />

Animazione Santuario Mariano.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Comunità: 2<br />

Religiosi 5 Religiosi: 5<br />

Salesiani<br />

Fine particolare: Educazione dei giovani alla fede.<br />

Comunicazione sociale. Evangelizzazione dei ceti<br />

popolari. Cura <strong>delle</strong> vocazioni. Missioni.<br />

In diocesi: Pastorale giovanile<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Comunità: 1<br />

Religiosi: 5 Religiosi: 6<br />

Vocazionisti<br />

Fine particolare: Ricerca e formazione <strong>delle</strong> vocazioni ai ministeri<br />

ordinati e alla Vita Consacrata.<br />

In diocesi: Ministero parrocchiale.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Comunità: 1<br />

Religiosi: 3 Religiosi: 1<br />

2. ISTITUTI RELIGIOSI FEMMINILI<br />

Ancelle del Sacro Cuore della Beata Caterina Volpicelli<br />

Fine particolare: Attraverso la spiritualità del Cuore di Cristo, servire<br />

la Chiesa mediante l’evangelizzazione della società,<br />

soprattutto <strong>delle</strong> famiglie e della gioventù.<br />

In diocesi: Apostolato della scuola.<br />

2


2<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Comunità: 1<br />

Religiose: 7 Religiose: 5<br />

Congregazione Bene Tereziya di Gitega<br />

Fine particolare: Coltivare l’infanzia spirituale sull’esempio di<br />

S. Teresina di Gesù Bambino. Attività <strong>delle</strong> scuole.<br />

Attività missionaria.<br />

In diocesi: Collaborazione parrocchiale.<br />

Animazione della spiritualità eucaristica.<br />

01-01-2000: 31-12-2005<br />

Comunità: 1 Comunità: 1<br />

Religiose: 3 Religiose: 2<br />

Figlie del Divino Zelo<br />

Fine particolare: Promozione vocazionale.<br />

Educazione umana e cristiana <strong>delle</strong> fanciulle,<br />

specialmente povere.<br />

Soccorrere e catechizzare i poveri.<br />

In diocesi: Attività scolastica. Assistenza dei fanciulli poveri.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Comunità: 1<br />

Religiose: 22 Religiose:20<br />

Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli<br />

Fine particolare: Onorare Gesù Cristo come sorgente e modello<br />

di carità, servendolo corporalmente e spiritualmente<br />

nella persona dei poveri: malati, fanciulli,<br />

anziani, carcerati…<br />

In diocesi: Presenza in struttura ospedaliera


01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Comunità: 1<br />

Religiose: 4 Religiose: 4<br />

Figlie della Madonna del Divino Amore<br />

Fine particolare: Carisma mariano: conoscere e far conoscere,<br />

amare e far amare la Madonna.<br />

In diocesi: Collaborazione parrocchiale.<br />

Gestione Scuola dell’Infanzia<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Comunità: 1<br />

Religiose: 3 Religiose: 3<br />

Suore Adoratrici del Sangue di Cristo<br />

Fine particolare: Rendere visibile all’umanità l’amore di Cristo che ci<br />

ha redenti con il suo sangue, attraverso il servizio<br />

a seconda dei tempi e dei luoghi.<br />

In diocesi: Gestione Scuola dell’Infanzia.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Comunità: 1<br />

Religiose: 5 Religiose: 5<br />

Suore Ancelle del Santuario<br />

Fine particolare: Vivere l’amore di Dio a imitazione di Maria,<br />

in un umile servizio verso i fratelli, specialmente<br />

verso i poveri e gli abbandonati, attraverso<br />

l’educazione della gioventù e l’assistenza ai malati.<br />

Apertura all’attività missionaria.<br />

In diocesi: Attività ospedaliera.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Soppressa<br />

Religiose: 3<br />

2


2 0<br />

Suore <strong>delle</strong> Divine Vocazioni<br />

Fine particolare: Servizio e apostolato <strong>delle</strong> sacre vocazioni alla fede,<br />

al sacerdozio, alla vita religiosa, alla santità,<br />

attraverso opere vocazionali, parrocchiali<br />

ed educative.<br />

In diocesi: Attività in parrocchia. Gestione Scuola dell’Infanzia.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Comunità: 1<br />

Religiose: 12 Religiose:10<br />

Suore di Carità dell’Immacolata Concezione<br />

Fine particolare: Come Maria divenire comunità che rivela<br />

l’amore gratuito di Dio, mediante un ministero<br />

di carità, soprattutto rivolto ai poveri.<br />

In diocesi: Gestione Casa di Riposo per consorelle dell’Istituto.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 2 Comunità: 1<br />

Religiose: 36 Religiose: 25<br />

Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo<br />

Fine particolare: Servizio ai fratelli più bisognosi dovunque<br />

e in qualunque necessità si trovino. le opere di carità<br />

sono affidate alla Divina Provvidenza.<br />

In diocesi: Servizio ospedaliero.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Soppressa<br />

Religiose: 5<br />

Suore di S. Teresa di Gesù Bambino<br />

Fine particolare: Dedizione ai poveri, ai malati, alle categorie<br />

di persone più emarginate.<br />

In diocesi: Servizio alla Colonia Hanseniana (Gioia del Colle)


01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Comunità: 1<br />

Religiose: 3 Religiose: 3<br />

Suore Francescane del Signore<br />

Fine particolare: Attendere alla propria santificazione, assistenza<br />

e istruzione <strong>delle</strong> orfane e dei bisognosi.<br />

In diocesi: Gestione Scuola dell’Infanzia.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Comunità: 1<br />

Religiose: 3 Religiose: 4<br />

Suore Missionarie del Sacro Costato<br />

(Congregazione nata in <strong>Diocesi</strong>)<br />

Fine particolare: Irradiare nel mondo l’amore di Dio contemplato<br />

nel Cristo dal Costato crocifisso mediante il culto<br />

al Sacro Cuore di Gesù. Apostolato nell’ambito<br />

dell’educazione cristiana e della carità.<br />

In diocesi: Gestione Scuole per l’Infanzia. Collaborazione<br />

nel Seminario Diocesano.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 7 Comunità: 6<br />

Religiose: 51 Religiose: 42<br />

Suore Missionarie Francescane di Gesù Crocifisso<br />

Fine particolare: Assistenza agli infermi a domicilio.<br />

Apostolato scolastico e parrocchiale.<br />

In diocesi: Lavoro parrocchiale. Formazione.<br />

Assistenza ai malati.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 2 Comunità: 2<br />

Religiose: 20 Religiose: 19<br />

2 1


2 2<br />

Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù<br />

Fine particolare: Pregare e operare per le vocazioni sacerdotali,<br />

traducendo questo impegno nelle forme<br />

di ministerialità che si rivelano più utili.<br />

In diocesi: Collaborazione con il Vescovo.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Comunità: 1<br />

Religiose: 3 Religiose: 3<br />

3. MONASTERI DI VITA CONTEMPLATIVA<br />

Monastero Clarisse “S. Chiara” (<strong>Altamura</strong>)<br />

Fine particolare: Preghiera e contemplazione. Attività nel campo<br />

del servizio liturgico. ostie, arredi.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Religiose: 27 Religiose: 22<br />

Monastero Carmelitane Scalze “S. Teresa” (<strong>Gravina</strong>)<br />

Fine particolare: Preghiera e contemplazione<br />

secondo la spiritualità carmelitana.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Religiose: 14 Religiose: 8<br />

Monastero Domenicane “Santa Maria” (<strong>Gravina</strong>)<br />

Fine particolare: Vita comunitaria nella preghiera.<br />

Coinvolgimento dei fedeli nella liturgia.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Religiose: 11 Religiose: 8


4. SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA<br />

Missionari del Preziosissimo Sangue<br />

Fine particolare: Devozione e culto al Sangue di Cristo. Predicazione.<br />

Missioni popolari. Missioni ad gentes.<br />

Ministero parrocchiale. Educazione della gioventù.<br />

In diocesi: Ministero parrocchiale.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Soppressa<br />

Membri: 2<br />

ASSOCIAZIONE CLERICALE<br />

Oblati Figli della Madonna del Divino Amore<br />

Fine particolare: Spiritualità mariana sotto il titolo del Divino Amore.<br />

Servizio nella pastorale diocesana.<br />

In diocesi: Animazione Santuario mariano.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Comunità: 1 Soppressa<br />

Membri: 2<br />

5. ISTITUTI SECOLARI<br />

Ancelle Mater Misericordiae<br />

Fine particolare: Vivere una spiritualità adoratrice e riparatrice.<br />

In diocesi: Collaborazione nelle proprie parrocchie.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Membri: 30 Membri: 22<br />

2 3


2 4<br />

Missionarie Secolari Comboniane<br />

Fine particolare: Animazione missionaria.<br />

In diocesi: Sensibilizzazione per le missioni ad gentes.<br />

Formazione di giovani e adolescenti.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Membri: 19 Membri: 18<br />

Maria SS.ma Annunziata<br />

(Famiglia Paolina)<br />

Fine particlare: Imitare Maria e testimoniare il mistero<br />

della sua Annunciazione oggi nella Chiesa.<br />

L’impegno apostolico è caratterizzato dall’annuncio<br />

della Paola attraverso i mass-media.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Membri: 1 Membri:1<br />

Istituto Santa Famiglia<br />

(Famiglia Paolina)<br />

Fine particlare: Santificare la vita coniugale e familiare accogliendo<br />

i doni dei voti di povertà, castità, obbedienza<br />

come coppie e fomentando la testimonianza evangelica<br />

negli ambienti in cui si vive e si opera.<br />

In diocesi: Pastorale della famiglia.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Coppie: 21 Coppie: 15<br />

Istituto Gesù Sacerdote<br />

(Famiglia Paolina)<br />

Fine particolare: Sacerdoti secolari che professano i consigli evangelici<br />

di castità, povertà, obbedienza e vivono<br />

una particolare sintonia con il loro Vescovo.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Membri: 3 Membri: 3


Missionarie degli Infermi Cristo Speranza<br />

Fine particolare: Spiritualità cristocentrica che si esplica in maniera<br />

privilegiata nella missione tra i sofferenti,<br />

bisognosi di speranza.<br />

In diocesi: Assistenza morale e spirituale ai malati.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Membri: 2 Membri: 2<br />

Missionarie dell’Immacolata P. Kolbe<br />

Fine particolare: Carisma mariano e missionario, nello spirito dell’eredità<br />

kolbiano della totale consacrazione all’Immaco-<br />

lata, a servizio dell’evangelizzazione, in uno stile<br />

secolare. Le missionarie si consacrano con i voti.<br />

In diocesi: Visita alle famiglie per incontri di preghiera.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Membri: 2 Membri: 2<br />

Missionarie dell’Immacolata<br />

Fine particolare: Carisma mariano-kolbiano.<br />

In diocesi: Sensibilizzazione alla spiritualità mariana.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Membri: 3 Membri: 3<br />

Missionarie della regalità di N.S. Gesù Cristo<br />

Fine particolare: Secolarità consacrata nella spiritualità francescana<br />

per una missione nel mondo. Fondamento di questa<br />

spiritualità è Cristo, divenuto nel mistero della Pasqua<br />

Re dell’ universo. Le missionarie professano i consigli<br />

evangelici e lo spirito <strong>delle</strong> Beatitudini.<br />

In diocesi: Lavoro pastorale per lo più in parrocchia,<br />

anche con l’adesione a varie associazioni.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Membri: 35 Membri: 32<br />

2


2<br />

Operaie Parrocchiali<br />

Istituto Maddalena Aulina<br />

Fine particolare: Testimoniare Cristo soprattutto nell’ambito della realtà<br />

parrocchiale, andando incontro ad ogni necessità<br />

di carattere sociale e spirituale presenti nel territorio.<br />

In diocesi: Lavoro in parrocchia. Catechesi.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Membri: 2 Membri: 2<br />

Fraternità Marta e Maria<br />

Fine particolare: È una Fraternità nata recentemente in diocesi che si<br />

prefigge la condivisione <strong>delle</strong> responsabilità dei<br />

sacerdoti, sostenendoli nel lavoro apostolico<br />

e nella vita. Pregare per le vocazioni.<br />

In diocesi: Collaborazione con i sacerdoti della propria<br />

parrocchia. Gestione di una Casa del Clero.<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

====== Membri: 14<br />

Associazione Samaritano<br />

Fine particolare: Servizio ai poveri nello spirito di Gesù,<br />

Buon Samaritano.<br />

In diocesi: Centro di accoglienza. Pastorale della strada.<br />

6. ORDO VIRGINUM<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Membri: 3 Membri: 3<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Membri: 3 Membri: 3


7. ORDINI SECOLARI CONGIUNTI CON ISTITUTI DI VITA<br />

CONSACRATA<br />

Ordine Francescano Secolare (Minori) - <strong>Altamura</strong><br />

Ordine Francescano Secolare (Cappuccini) - <strong>Altamura</strong><br />

Ordine Francescano Secolare (Conventuali) - Santeramo in Colle<br />

Ordine Secolare dei Carmelitani Scalzi - <strong>Altamura</strong><br />

Ordine Secolare Carmelitano - <strong>Gravina</strong> in Puglia<br />

Ordine Secolare Domenicano - <strong>Gravina</strong> in Puglia<br />

Ordine Secolare dei Servi di Maria - <strong>Altamura</strong><br />

8. CENTRI DI FORMAZIONE<br />

Noviziato dei Missionari Monfortani<br />

(per l’Italia, il Portogallo, la Croazia)<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Novizi: 0 Novizi: 0<br />

Noviziato <strong>delle</strong> Suore Missionarie Francescane di Gesù Crocifisso<br />

(per l’Italia)<br />

01-01-2000: 31-12-2005:<br />

Novizie: 4 Novizie: 3<br />

B. PARTE ESPOSITIVA<br />

Circa la vitalità del carisma religioso in diocesi e l’influsso nella vita<br />

della comunità cristiana riscontriamo luci e ombre.<br />

Non v’è dubbio che la presenza dei consacrati costituisca per la diocesi<br />

una ricchezza. Il popolo di Dio riconosce ad essi il dono di una testimonianza<br />

peculiare: la spiritualità personale e comunitaria, l’austerità<br />

della vita, il distacco dalla famiglia, la proposta di filoni di spiritualità<br />

2


2<br />

propri di ogni Istituto, una visione ecclesiale che va al di là dell’ambito<br />

della Chiesa particolare.<br />

Ci sono anche dei limiti evidenti: l’esigua presenza di Istituti Religiosi<br />

maschili (appena cinque); l’età media elevata <strong>delle</strong> religiose e <strong>delle</strong><br />

consacrate in genere, fenomeno che pregiudica la vivacità di una presenza;<br />

la concentrazione dei consacrati su pochi ambiti della pastorale (parrocchie<br />

e scuole dell’infanzia); una tendenza dei Consacrati a chiudersi<br />

nel loro mondo e riservare poca attenzione alla Chiesa locale.<br />

Le vocazioni alla Vita Consacrata in diocesi sono poche. Circa la promozione<br />

vocazionale ogni Istituto segue il suo metodo e le sue realizzazioni.<br />

Non ci sono percorsi comuni. Si registra - tra le religiose - una<br />

presenza significativa di vocazioni provenienti dai Paesi di missione.<br />

Non si prospetta in diocesi la nascita di nuovi Istituti di Vita Consacrata.<br />

I mezzi per alimentare la Vita Religiosa vengono sviluppati all’interno<br />

dei singoli Istituti. Pochi i percorsi comuni (ritiri spirituali, incontri di<br />

preghiera) tra le religiose e gli Istituti Secolari.<br />

Quanto alla fedeltà al carisma e alle costituzioni, è difficile entrare<br />

nelle singole situazioni. Per l’apostolato si è già detto della concentrazione<br />

su pochi ministeri (prevalenza dell’attività in parrocchia e nelle<br />

scuole dell’infanzia). Non mancano tuttavia esempi di sintonia con il<br />

carisma proprio, soprattutto nel campo della spiritualità mariana, della<br />

predicazione, della pastorale giovanile, dell’attenzione ai sacerdoti, ai<br />

poveri e ai malati. Alcuni Istituti Secolari e altre forme di Vita Consacrata<br />

si distinguono particolarmente nell’adesione al loro carisma specifico.<br />

Sull’obbedienza al Vescovo e l’osservanza della disciplina canonica,<br />

ci sembra di poter escludere situazioni di inadempienza di un qualche<br />

rilievo.<br />

L’unica forma istituzionalizzata di rapporto con i religiosi è l’Ufficio<br />

Diocesano per la Vita Consacrata. Per il rapporto fra i religiosi c’è il<br />

Consiglio Diocesano USMI e il Segretario Diocesano CISM.<br />

La cooperazione dei religiosi alla cura pastorale diocesana si esprime,<br />

in maniera elettiva, nel lavoro parrocchiale, nella predicazione, nella<br />

pastorale giovanile, nell’educazione scolastica dei fanciulli, nel campo<br />

della carità, nell’ecumenismo, nella sensibilizzazione alla missione<br />

ad gentes.


IX. COOPERAZIONE MISSIONARIA<br />

A. NOTA STATISTICA<br />

2001 2005<br />

Offerta annuale<br />

collette<br />

pro missioni<br />

€ 34.471,30<br />

B. PARTE ESPOSITIVA<br />

Offerta annuale<br />

collette<br />

pro missioni<br />

€ 41.740.,00<br />

A livello missionario, le parrocchie partecipano a tutte le iniziative di<br />

preghiera e di offerta per la Giornata Missionaria Mondiale, per la giornata<br />

della S. Infanzia e altre. Da diversi anni c’è l’adozione a distanza di<br />

bambini bisognosi, e diverse iniziative caritative.<br />

Viene dato particolare risalto, sia nella predicazione che nella proposta<br />

di iniziative specifiche, al mese missionario di ottobre, e in particolare alla<br />

Giornata missionaria mondiale. Durante l’Avvento e la Quaresima, si incoraggia<br />

la forma di evangelizzazione nei gruppi e nei Centri di ascolto.<br />

La <strong>Diocesi</strong> da oltre 20 anni è gemellata con una <strong>Diocesi</strong> dell’Etiopia<br />

(Awasa) specie nel settore sanitario.<br />

Già da qualche anno alcune comunità, hanno stabilito un legame<br />

con l’opera “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, di cui si seguono i progetti.<br />

Ugualmente si pubblicizzano e si sostengono le iniziative promosse in<br />

terra di missione dai missionari originari della diocesi. Molto spesso si<br />

invitano missionari per alcune testimonianze ed incontri con i gruppi<br />

parrocchiali. Molte parrocchie partecipano in vari modi alle opere di formazione<br />

religiosa e sacerdotale nelle missioni cattoliche di vari paesi.<br />

X. LAICI<br />

A. NOTA STATISTICA<br />

Non ci sono associazioni pubbliche di laici se non quelle già menzionate<br />

nella parte catechesi.<br />

2


2 0<br />

B. PARTE ESPOSITIVA<br />

Tutta la vita parrocchiale è orientata alla formazione dei laici: se ne<br />

incoraggia una spiritualità sana ed autentica, una partecipazione attiva<br />

alla vita della Chiesa in tutti i suoi aspetti, un protagonismo politico e sociale,<br />

uno slancio missionario nella vita ordinaria. Va detto che la comunità<br />

da questo punto di vista si mostra in continua crescita. Due punti su<br />

cui occorre verificarsi sempre sono il legame con la Gerarchia e la capacità<br />

di dialogo con l’intera società civile: anche da questo punto di vista<br />

si vedono chiarezza di idee e una buona maturità, almeno nelle componenti<br />

<strong>delle</strong> parrocchie più sensibili e formate. Tutto questo permette un<br />

livello di collaborazione abbastanza alto negli organismi parrocchiali e<br />

una buona coscienza ministeriale.<br />

Estremamente feconda in questa direzione si rivela l’esperienza dell’Azione<br />

Cattolica.<br />

1. Formazione<br />

a. I laici che fanno parte <strong>delle</strong> diverse associazioni e impegnati nella<br />

vita parrocchiale seguono i cammini di formazione proposti dai<br />

gruppi di appartenenza.<br />

b. La maggior parte dei fedeli si forma attraverso omelie o in momenti<br />

occasionali (feste di pietà popolare, quaresima e avvento).<br />

c. Non sempre si nutre la coscienza di appartenenza ecclesiale con la<br />

conseguenza di disimpegno e mancanza di responsabilità.<br />

d. Si riscontra sostanziale fedeltà alla dottrina della Chiesa e si nutre<br />

obbedienza all’autorità ecclesiastica.<br />

2. Presenza<br />

a. A livello di laici impegnati in politica la presenza è carente, altrettanto<br />

per quanto riguarda gli altri aspetti della vita economica e<br />

sociale ecc…<br />

b. Scarsa conoscenza della dottrina sociale della Chiesa.<br />

3. Vitalità<br />

a. L’influsso apostolico è sufficientemente recepito dai laici <strong>delle</strong> diverse<br />

associazioni e il rapporto con la gerarchia è vissuto in modo<br />

ottimale.


4. Disponibilità<br />

a. Ottima partecipazione dei fedeli impegnati nei diversi organismi<br />

diocesani e parrocchiali.<br />

b. Accolitato - Ministri straordinari della Comunione, Catechesi,<br />

CPP, CPAE.<br />

5. Preparazione<br />

a. Esiste l’impegno dei sacerdoti e dei diaconi a prepararsi per accompagnare<br />

i laici nella loro formazione nei gruppi e associazioni, anche se<br />

per la presenza molteplice di tali aggregazioni non sempre si è in grado<br />

di rispondere alle attese.<br />

Ci sono iniziative formative e ricreative sul territorio, così anche fruttuose<br />

collaborazioni con le Scuole elementari e medie. I non cattolici in<br />

diocesi ci sono. I rapporti sono di reciproco rispetto; con i Testimoni di<br />

Geova non c’è apertura, anche se si nota con alcune persone un possibile<br />

dialogo. Con gli altri fratelli separati si vivono momenti unitari nella settimana<br />

di preghiera e riflessione ecumenica a gennaio di ogni anno.<br />

1. In sintonia con il Programma Pastorale diocesano, si insiste molto<br />

sulla formazione cristiana e spirituale dei fedeli laici, mediante<br />

la partecipazione alle varie proposte parrocchiali e diocesane<br />

(Assemblea al Santuario dell’Incoronata di Foggia, Scuola di formazione<br />

teologico-pastorale, “Pozzo di Giacobbe”, Scuola di preghiera<br />

“Emmaus”, incontri vari di formazione). Buona la disponibilità da<br />

parte dei fedeli laici a collaborare alle varie attività apostoliche, nella<br />

fedeltà alla dottrina della Chiesa e nell’ubbidienza all’autorità ecclesiastica;<br />

in questo, le unità pastorali aiutano a sviluppare il concetto<br />

di Chiesa-comunione e di appartenenza ecclesiale.<br />

2. Buono il rapporto tra le aggregazioni laicali e la Gerarchia, nell’osservanza<br />

della disciplina ecclesiastica e nel rispetto degli statuti ufficialmente<br />

approvati.<br />

3. Altrettanto buona la disponibilità dei laici alla collaborazione con<br />

i Pastori negli organismi di partecipazione parrocchiali e diocesani.<br />

Ad alcuni di loro, previa una specifica formazione a livello parrocchiale<br />

e diocesano, vengono affidati ministeri e funzioni stabili,<br />

svolti sempre nell’osservanza <strong>delle</strong> norme ecclesiastiche.<br />

4. I sacerdoti ed i religiosi costituiscono l’insostituibile guida per l’accompagnamento<br />

nella fede <strong>delle</strong> diverse forme associative dei laici.<br />

2 1


2 2<br />

XI. ECUMENISMO<br />

A. NOTA STATISTICA<br />

Non è possibile offrire dati statistici esatti <strong>delle</strong> Comunità Cristiane<br />

non Cattoliche presenti nel territorio della <strong>Diocesi</strong>, perché non siamo<br />

in possesso di Annuari da loro curati e anche perché, amministrando il<br />

battesimo agli adulti, tendono a distinguere nella propria Comunità il<br />

nucleo dei battezzati dai simpatizzanti.<br />

Con alcune Comunità il Segretariato ha rapporti di amicizia e di collaborazione<br />

più o meno costanti, con altre non ha alcun rapporto. Le<br />

prime sono:<br />

• La Chiesa Cristiana Evangelica Battista di <strong>Altamura</strong>.<br />

• La Chiesa Cristiana Evangelica Battista di <strong>Gravina</strong>.<br />

• La Chiesa Cristiana Evangelica Battista di Santeramo.<br />

• La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno di <strong>Altamura</strong>.<br />

Di queste, le più consistenti sembrano essere le prime due, con un<br />

centinaio di membri ciascuna; le altre due sembrano essere molto più<br />

ridotte di numero.<br />

Le Comunità con le quali il Segretariato non ha rapporti ufficiali sono:<br />

– La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno di <strong>Gravina</strong><br />

– La Chiesa Evangelica Pentecostale ATI di <strong>Altamura</strong><br />

– La Chiesa Evangelica Pentecostale Libera di <strong>Altamura</strong><br />

– La Chiesa dei Fratelli di <strong>Gravina</strong>.<br />

Di queste, la più consistente e la più antica sembra essere la prima,<br />

con un centinaio di membri.<br />

B. PARTE ESPOSITIVA<br />

Fra il clero e fra i cristiani laici della <strong>Diocesi</strong> si nutre maggiore rispetto<br />

e stima verso le confessioni cristiane non cattoliche con le quali si<br />

coltivano rapporti di amicizia e di collaborazione ecumenica.<br />

Esiste in diocesi un sacerdote incaricato dal vescovo come delegato<br />

per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Egli è affiancato da una<br />

decina di persone, laiche e religiose, che fungono da Commissione o<br />

Segretariato diocesano per l’ecumenismo e il dialogo.


Le attività ecumeniche annuali, promosse dal Segretariato sono:<br />

– La Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani (18-25 gennaio);<br />

– La Giornata dell’Ebraismo (17 gennaio): non sempre si svolge, a<br />

causa della mancanza di interlocutori; talvolta è celebrata in date<br />

diverse da quella stabilita dalla Conferenza Episcopale Italiana;<br />

– La Veglia di Pentecoste celebrata in forma ecumenica,<br />

– Incontri ecumenici o interreligiosi a carattere teologico, culturale<br />

e formativo, con la partecipazione di rappresentanti <strong>delle</strong> diverse<br />

confessioni religiose o con esperti nel campo dell’ecumenismo o<br />

del dialogo tra le religioni, invitati in <strong>Diocesi</strong> da altre parti dell’Italia<br />

o dell’Europa.<br />

La formazione all’ecumenismo nella nostra Chiesa locale avviene<br />

o attraverso gli incontri teologici e culturali di cui sopra, o con lezioni<br />

appropriate nella Scuola diocesana di formazione teologica. Talvolta si<br />

utilizzano su temi ecumenici anche gli incontri di aggiornamento per il<br />

clero.<br />

La preghiera in comune avviene soprattutto in occasione della Settimana<br />

di Preghiera per l’unità dei Cristiani in gennaio, in occasione della<br />

Veglia di Pentecoste e in altre circostanze. Vengono osservate le norme<br />

della Chiesa circa l’intercomunione e l’ospitalità eucaristica e, in occasione<br />

di matrimoni misti, spesso si collabora tra pastori e sacerdoti in<br />

modo tale che siano celebrati e vissuti in comunione con le rispettive<br />

Chiese.<br />

La collaborazione ecumenica avviene nel campo della preghiera, in<br />

quello del dialogo teologico e in qualche iniziativa a favore di situazioni<br />

di bisogno, come la consegna della Bibbia ai carcerati o la raccolta di<br />

fondi per la diffusione della Bibbia in Paesi poveri del Terzo Mondo.<br />

XII. ALTRE RELIGIONI<br />

A. NOTA STATISTICA<br />

In diocesi esistono gruppi di immigrati, singoli o con le proprie famiglie,<br />

che affermano di appartenere alla religione islamica. Essi provengono<br />

in gran parte dai Paesi del Nord Africa, come il Marocco e la<br />

Tunisia, o dai Balcani, come l’Albania e il Kosovo. Non esistono di essi<br />

2 3


2 4<br />

comunità ufficialmente costituite sul territorio diocesano. Vi sono, inoltre,<br />

gruppi di immigrati che provengono dai Paesi dell’Est Europeo, come<br />

la Romania e l’Ucraina, che appartengono alle Chiese Ortodosse,<br />

senza essere organizzati in Comunità ufficialmente costituite sul territorio.<br />

Esistono anche seguaci della Religione Ba’hai. Di tutti questi gruppi<br />

finora non è stato possibile determinare la consistenza numerica.<br />

B. PARTE ESPOSITIVA<br />

Le relazioni religiose con l’ebraismo sono del tutto sporadiche, non<br />

essendo presenti in diocesi persone che seguono la religione ebraica.<br />

Nozioni di ebraismo sono trasmesse nella Scuola diocesana di formazione<br />

teologica e nell’insegnamento di religione nella scuola pubblica. Non<br />

esistono fenomeni veri e propri di antisemitismo, se non la convinzione<br />

tradizionale di identificare l’ebreo con il non credente o con uno che si<br />

comporta da non credente.<br />

Gli immigrati ortodossi o musulmani vengono rispettati nelle loro<br />

convinzioni religiose; non vi sono contrasti o opposizioni da parte dei<br />

cattolici, che non conoscono bene tali espressioni religiose.<br />

Non esistono attività sistematiche di dialogo interreligioso, salvo alcune<br />

conferenze o incontri organizzati da questo Segretariato in collaborazione<br />

con la Comunità di Sant’Egidio, con le Comunità cristiane<br />

evangeliche e rappresentanti <strong>delle</strong> Chiese ortodosse e <strong>delle</strong> Comunità<br />

islamiche presenti in Italia. Iniziative in vista di una conoscenza reciproca<br />

sono prese talvolta autonomamente dalla scuole, che chiedono al<br />

riguardo la collaborazione del Segretariato o la presenza di esperti.<br />

Le sette o nuovi movimenti religiosi in diocesi sono rappresentati per<br />

lo più dai Testimoni di Geova, raggruppati in Comunità e aventi proprie<br />

sedi, dette “sale del Regno”. Sono gruppi fortemente polemici contro la<br />

Chiesa Cattolica e accentuatamente proselitistici.<br />

I rimedi pastorali per resistere al loro influsso negativo possono essere:<br />

una più intensa catechesi biblica e un più efficace e intenso spirito di<br />

comunione e di carità tra i membri della Chiesa Cattolica e le sue comunità<br />

parrocchiali e associazioni ecclesiali, proiettati in un atteggiamento<br />

di dialogo e di carità anche verso gli altri.


XIII. PASTORALE DELLA FAMIGLIA<br />

A. NOTA STATISTICA<br />

Sicuramente il numero degli aborti è aumentato nel quinquennio ma<br />

non si è in grado di offrire una statistica. Il tasso di natalità è in media di<br />

1300 nuove nascite.<br />

Ci sono organismi e movimenti ecclesiali a favore della vita, i consultori<br />

familiari.<br />

2001<br />

Cause presso il tribunale Ecclesiastico Pugliese 10.<br />

2005<br />

Cause presso il tribunale Ecclesiastico Pugliese 13.<br />

B. PARTE ESPOSITIVA<br />

L’ufficio della Pastorale familiare, l’azione pastorale diocesana e<br />

parrocchiale, in questi ultimi anni, ha impiegato molte energie per “sottolineare<br />

la fondamentale vocazione della famiglia ad essere il primo e<br />

principale luogo di accoglienza della vita”.<br />

Ci si è resi conto del grande bisogno, tanto sotto il profilo culturale<br />

quanto sotto quello politico e legislativo, di sostenere la famiglia. La<br />

famiglia, sotto l’aspetto pastorale, non è stata vista come un peso ma<br />

come una risorsa, come un ottima operatrice pastorale, evangelizzatrice,<br />

collaboratrice a tutti i livelli. È stata posta sempre tra gli obiettivi primari<br />

del programma pastorale diocesano perché venisse formata, favorita<br />

in tutti gli ambienti. In ambito diocesano, relativamente all’azione della<br />

Chiesa o dei cattolici, singoli e associati, per la difesa dei diritti della famiglia<br />

presso l’autorità politica e presso l’opinione pubblica , da un lato<br />

si evidenzia l’impegno <strong>delle</strong> comunità parrocchiali a seguire le indicazioni<br />

CEI e quelle diocesane, dall’altro si assiste alla completa assenza<br />

di codesta azione.<br />

Diverse sono le iniziative volte a favorire la trasmissione dell’insegnamento<br />

della Chiesa sulla morale sessuale, il matrimonio e il rispetto<br />

della vita umana:<br />

2


2<br />

– formazione di “gruppi genitori”<br />

– corsi di preparazione al matrimonio<br />

– cammini per le coppie<br />

– centri di ascolto della Parola di Dio, soprattutto in Quaresima<br />

– cammini formativi per i giovani-adulti<br />

– conferenze di sensibilizzazione ed informazione sul tema del rispetto<br />

per la vita.<br />

Per quanto riguarda la pastorale dei divorziati e dei separati, presenti<br />

nel nostro territorio diocesano, si osserva la disciplina sacramentale voluta<br />

dalla Chiesa, senza far mai mancare la preghiera.<br />

È maturata la consapevolezza che una pastorale efficace è necessario<br />

che passi dalla famiglia. Si cerca dunque di coinvolgere con una certa<br />

regolarità i genitori dei ragazzi che frequentano la catechesi: ciò ha portato<br />

alla formazione di un “gruppo dei genitori” che ha avviato un cammino<br />

davvero molto fruttuoso. A questo itinerario si affiancano quello<br />

di preparazione dei fidanzati e quello per le giovani coppie. Soprattutto<br />

in occasioni particolari è stato sottolineato nel confronto culturale e politico<br />

l’insegnamento della Chiesa in merito alla famiglia e alla vita.<br />

XIV. EVANGELIZZAZIONE DELLA CULTURA<br />

A. NOTA STATISTICA<br />

Non ci sono associazioni predisposte a questo tipo di servizio però attraverso<br />

il Mieac Movimento di Impegno educativo dell’Azione Cattolica,<br />

attraverso l’associazione culturale Teothokos, attraverso gli articoli<br />

numerosi che il vescovo ed alcuni sacerdoti offrono ad alcune riviste e<br />

quotidiani locali si cerca di evangelizzare la cultura.<br />

B. PARTE ESPOSITIVA<br />

Il rapporto tra evangelizzazione e cultura è stato un tema essenziale.<br />

La preoccupazione, da parte della nostra Chiesa, per l’evangelizzazione<br />

della cultura è una costante che ritorna a più riprese. L’estraneità che il<br />

mondo secolarizzato dimostra verso la fede ha sollecitato l’urgenza di<br />

una riflessione capace di cogliere le attese dell’uomo contemporaneo.


Nella nostra diocesi, il problema della secolarizzazione e del relativismo<br />

dei valori morali e dei costumi è decisamente presente ma stimola<br />

le comunità e le associazioni e i movimenti ecclesiali all’ascolto <strong>delle</strong><br />

realtà presenti nel territorio al fine di fare sintesi della pluralità di voci,<br />

di linguaggi e di iniziative per dar vita ad un’opera condivisa.<br />

Se da una parte, si assiste alla tendenza dei fedeli ad una sorta di<br />

complicità o, addirittura, di adesione completa alla mentalità corrente<br />

soprattutto in materia di legalità, famiglia, sessualità, dall’altra parte è<br />

presente una radicata sensibilità religiosa ancora troppo legata alle tradizioni<br />

e, di conseguenza, poco disponibile ad impegnarsi in una lettura<br />

della storia del mondo.<br />

Avendo come obiettivo prioritario l’inserimento della linfa vitale del<br />

Vangelo nelle culture, per rinnovare dall’interno e trasformare alla luce<br />

della Rivelazione le visioni dell’uomo e della società che modellano le<br />

culture, le comunità parrocchiali si sono sforzate ed impegnate a leggere<br />

con occhio critico il paesaggio culturale moderno, non solo attraverso<br />

la catechesi ma anche attraverso lo studio del proprio patrimonio storico-artistico,<br />

il quale rappresenta un’occasione preziosa di elaborazione<br />

culturale e di riflessione sulla vita della Chiesa e del paese.<br />

A causa dello scarso interesse di molti fedeli per i grandi temi del<br />

dibattito culturale contemporaneo, l’annuncio e la testimonianza del<br />

Vangelo in ambito sociale e politico diventano sempre più difficili e, a<br />

volte, inesistenti. A questo proposito, si offrono continuamente, a livello<br />

diocesano e parrocchiale, momenti di studio, preghiera e confronto per<br />

illuminare e purificare la fede dai condizionamenti culturali, per aiutare<br />

i fedeli ad avere una sana e concreta visione dell’uomo e della vita cristiana<br />

ma, soprattutto, per far sì che ciascuno riveda la propria vita alla<br />

luce della Parola di Dio.<br />

XV. MEZZI DI COMUNICAZIONE SOCIALE<br />

A. NOTA STATISTICA<br />

Non ci sono case editoriali ma ci sono tre librerie cattoliche disposte<br />

in vari paesi della <strong>Diocesi</strong>. La <strong>Diocesi</strong> non ha un giornale proprio ma<br />

ci sono giornalini cittadini, parrocchiali, e la pagina diocesana dell’Av-<br />

2


2<br />

venire. Altre riviste diffuse in diocesi sono prevalentemente Famiglia<br />

Cristiana e Jesus.<br />

B. PARTE ESPOSITIVA<br />

In ambito diocesano, l’atteggiamento e l’orientamento ideologico e<br />

morale dei mezzi di comunicazione di massa verso la Chiesa non è ostile<br />

ma il messaggio è debole e legato soprattutto a fatti di cronaca, più<br />

o meno rilevanti. Esiste un rapporto sereno e continuo con le emittenti<br />

televisive e la stampa locali e ci sono persone impegnate direttamente<br />

nei mezzi di comunicazione.<br />

Si avverte che l’uso <strong>delle</strong> tecniche e <strong>delle</strong> tecnologie della comunicazione<br />

contemporanea fanno parte integrante della missione nel terzo<br />

millennio. A partire da questa consapevolezza, la comunità diocesana<br />

ha compiuto passi significativi nell’uso degli strumenti della comunicazione<br />

per l’informazione religiosa, per l’evangelizzazione e la catechesi,<br />

per la formazione degli operatori pastorali.<br />

Un sacerdote e alcuni laici sono impegnato nella cura dell’Ufficio<br />

stampa diocesano, curano le relazioni con i vari organi di informazione,<br />

creano occasioni di confronto e dialogo. Esistono esperienze di giornalini<br />

parrocchiali e/o cittadini ma, nonostante la grande e continua sensibilizzazione<br />

all’informazione e alla formazione attraverso la stampa<br />

cattolica periodica e quotidiana, si assiste ad una piccola risposta in<br />

questo senso.<br />

Nelle parrocchie è diffusa la distribuzione di “Famiglia Cristiana”<br />

e dei suoi supplementi, di “Jesus” e “Il Giornalino”, di “Avvenire” che<br />

ogni quindi giorni in questi anni ha avuto un’intera pagina diocesana.<br />

È imminente l’apertura del Sito Web Diocesano in collegamento con<br />

il Servizio Informatico della CEI; anche in questo ambito la diocesi ha<br />

incaricato un laico e alcuni collaboratori per la realizzazione del Sito<br />

Diocesano, per il continuo aggiornamento e per una comunicazione via<br />

Internet con uffici e parrocchie.<br />

Le parrocchie, inoltre sono abbonate a diverse riviste riguardanti<br />

l’evangelizzazione e la catechesi, la liturgia, la carità, la pastorale.


XIX. GIUSTIZIA SOCIALE E DOTTRINA SOCIALE DELLA<br />

CHIESA<br />

A. NOTA STATISTICA<br />

Attualmente ci sono varie associazioni di ispirazione cristiana che si<br />

dedicano alla giustizia sociale e alla diffusione della Dottrina Sociale<br />

della Chiesa attraverso incontri, dibattiti, seminari e un mensile di informazione.<br />

B. PARTE ESPOSITIVA<br />

Nel nostro territorio diocesano, esistono problemi concreti di giustizia<br />

sociale e di difesa della persona, relativamente al mondo del lavoro,<br />

all’interno del quale le forze sindacali sono deboli e vige un clima di illegalità<br />

diffusa, alla violazione dei diritti umani, ad episodi di intolleranza<br />

nei confronti <strong>delle</strong> minoranze etniche e religiose e al grave problema<br />

ecologico, che sta causando malattia e morte.<br />

Riguardo questi temi, c’è un’esigenza di formazione e informazione,<br />

alla quale si cerca di rispondere attraverso gli itinerari di catechesi degli<br />

adulti ma non c’è una chiara e forte presa di posizione nè un impegno<br />

concreto all’interno <strong>delle</strong> nostre città.<br />

Pertanto, gli interessi di pochi continuano ad avere la meglio sui diritti<br />

di tutti.<br />

Nei fedeli più attenti e consapevoli è certamente molto affinata la<br />

sensibilità civile e la percezione dei bisogni sociali del nostro paese.<br />

XX. CARITÀ, PROMOZIONE UMANA E CRISTIANA<br />

A. PARTE ESPOSITIVA<br />

Al di là degli appuntamenti comuni di formazione è stato avviato anche<br />

un itinerario specifico per gli operatori della Caritas, che tuttavia ha<br />

ancora bisogno di una più precisa strutturazione.<br />

Dalle parrocchie vengono seguite in media circa 50 famiglie: ci si<br />

mette in ascolto dei loro bisogni e si cerca di venire incontro alle loro ne-<br />

2


300<br />

cessità. Si tratta di povertà d’ogni tipo, che abbiamo l’impressione oggi<br />

siano in netta crescita: povertà economica, umana, culturale, spirituale.<br />

È attivo un centro d’ascolto e un punto di distribuzione di viveri. Un<br />

discreto numero di famiglie della parrocchia si è impegnato a rifornire<br />

periodicamente la dispensa.<br />

I responsabili Caritas parrocchiali e i vari volontari sono stati formati<br />

con incontri a livello di unità pastorale.<br />

Fondamentali sono i centri d’ascolto parrocchiale: ascoltare per capire,<br />

osservare per progettare, orientare per risolvere. È stato promosso a<br />

favore dei giovani il credito formativo per i ragazzi frequentanti gli ultimi<br />

anni <strong>delle</strong> scuole superiori, e per sostenere l’Anno di Volontariato Sociale<br />

per ragazzi e ragazze. Per le famiglie, si è cercato di sostenerle con interventi<br />

e gesti concreti salvaguardando la loro dignità e cercando di intervenire<br />

per le cose di cui hanno bisogno, organizzando un servizio di recapito<br />

a casa, avvalendosi della collaborazione dei ministri straordinari.<br />

1. Catechesi: gli operatori Caritas <strong>delle</strong> parrocchie, riuniti in commissione<br />

o gruppo operativo, hanno incontri mensili per programmare<br />

iniziative e formarsi.<br />

Il primo obiettivo è stato la presenza attiva ed operativa degli animatori<br />

Caritas in tutte le realtà parrocchiali.<br />

Il secondo obiettivo la costruzione dell’Osservatorio <strong>delle</strong> povertà e<br />

<strong>delle</strong> disponibilità.<br />

Il terzo obiettivo l’impegno politico-sociale per lavorare in rete con<br />

le istituzioni e le realtà politiche del territorio.<br />

Il quarto obiettivo: la progettualità, con precisi e puntuali progetti da<br />

predisporre e realizzare con gli altri uffici, per fornire radicali e fattivi<br />

aiuti per la risoluzione dei diversi problemi.<br />

Il quinto obiettivo: la collaborazione ed il coordinamento del volontariato.<br />

Sono state seguite direttamente le diverse Caritas Parrocchiali con la<br />

nascita dei laboratori in diocesi, per il collegamento con la regione e il<br />

centro nazionale, e per paesi per il collegamento con le parrocchie. Sono<br />

state stipulate apposite convenzioni per sostenere il cammino dei centri<br />

di ascolto nella risoluzione <strong>delle</strong> problematiche presentate e raccolte nell’ascolto.<br />

Il Coordinamento del lavoro del volontariato a livello centrale<br />

per la formazione dei volontari e la costruzione di una mappa dei servizi,


e la promozione per ogni paese della diocesi a sostenere nel cammino<br />

iniziale dei gesti, sono stati segno di una Carità che si fa accoglienza.<br />

Ci sono stati molti incontri mensili di preghiera e programmazione del<br />

Consiglio Diocesano Caritas. Inoltre ci sono incontri mensili di preghiera,<br />

formazione e di organizzazione del Coordinamento Cittadino.<br />

2. Assistenza: vengono seguite varie famiglie della Parrocchia ed alcune<br />

fuori dal territorio parrocchiale. L’attenzione è posta all’individuazione<br />

di nuove situazioni di povertà, invitando i fedeli a farsi portavoce<br />

di eventuali situazioni di precarietà materiali e non solo. Alle famiglie si<br />

forniscono aiuti alimentari, con prodotti che riceviamo dalla C.E.E. e da<br />

offerte di parrocchiani, con cadenza bimestrale o al bisogno. Vengono<br />

seguiti alcuni extracomunitari, sostenendoli nel mettere su casa, cercando<br />

per loro mobili, suppellettili e abbigliamento. Si interviene anche,<br />

là dove ci viene richiesto, collaborando con il Consultorio familiare e i<br />

Servizi sociali dei Comuni della <strong>Diocesi</strong>, per <strong>delle</strong> particolari situazioni<br />

familiari, dove la povertà non è solo materiale. Sono stati avviati dei<br />

progetti “Un anziano in affidamento”; e “Adozione a Vicinanza” quale<br />

investimento culturale a favore dei minori a rischio. Si sono organizzati,<br />

nei diversi centri della <strong>Diocesi</strong>, giornate o settimana del Volontariato<br />

con dibattiti e manifestazioni utili a far conoscere le diverse realtà ed a<br />

creare coordinamento per poter raggiungere il traguardo della Consulta<br />

Diocesana della Associazioni di Volontariato.<br />

3. Promozione: si sollecitano sempre le Comunità a non perdere di<br />

vista la testimonianza che<br />

come cristiani siamo chiamati a dare. Si programmano iniziative varie,<br />

soprattutto nei momenti forti dell’anno liturgico; se ci sono progetti<br />

diocesani, vengono sostenuti. Inoltre, si sensibilizzano le famiglie verso<br />

le adozioni a distanza.<br />

Alcune comunità hanno aderito a un progetto della Caritas diocesana<br />

per bambini a rischio sociale.<br />

301


302<br />

XXI. PASTORALE SANITARIA<br />

A. NOTA STATISTICA<br />

Gli ospedali in <strong>Diocesi</strong> sono cinque di cui uno è l’ospedale “F. Miulli”<br />

che è un Ente Ecclesiastico. Del “Miulli” fa parte anche il Centro di<br />

riferimento nazionale per la cura del Morbo di Hansen (Lebbra), il più<br />

importante per dimensioni in Italia, che si colloca nell’ambito di un progetto<br />

nazionale e regionale dedicato alla diagnosi e cura <strong>delle</strong> Malattie<br />

rare per le quali il Miulli è individuato come Struttura di Riferimento.<br />

Ci sono sei sacerdoti come cappellani negli ospedali, <strong>delle</strong> religiose e<br />

alcuni laici che hanno il ministero straordinario dell’Eucaristia. Ci sono<br />

associazioni di medici cattolici.<br />

B. PARTE ESPOSITIVA<br />

L’assistenza spirituale agli infermi è una priorità nella vita <strong>delle</strong> nostre<br />

comunità parrocchiali e dei centri sanitari. Gli ammalati ricevono periodicamente<br />

la visita dei parroci, dei ministri straordinari della Comunione<br />

e degli operatori Caritas e dei membri <strong>delle</strong> associazioni che collaborano<br />

con le parrocchie nell’assistenza ai malati. Non si fa mancare, altresì, la<br />

vicinanza alle famiglie colpite da lutti o malattie di particolare gravità.<br />

I cappellani degli ospedali cittadini sono figure importanti ma con le<br />

quali si auspica una più stretta collaborazione al fine di garantire un’adeguata<br />

ed organica assistenza ai malati e favorire iniziative comuni di<br />

formazione per gli operatori di pastorale sanitaria.<br />

Nell’ambito della pastorale sanitaria, grande importanza hanno volontari,<br />

più o meno giovani, che si dedicano all’assistenza e all’accompagnamento<br />

dei disabili.<br />

La sofferenza resta sempre una grande mistero che invoca l’intervento<br />

salvifico e la presenza consolante del Signore ma non sempre risulta<br />

facile che pazienti, familiari e personale sanitario accettino l’annuncio<br />

della Parola di Dio e il confronto con essa, nonostante si affermi il grande<br />

valore spirituale della sofferenza sia nella catechesi parrocchiali sia<br />

nel magistero della Chiesa, sempre molto apprezzato dai fedeli.<br />

Vasto è il campo della pastorale della salute; basta saperlo coniugare<br />

con il nostro essere cristiani, vivendo la malattia con dignità umana.


Spesso la parola di Dio trova difficoltà nell’essere annunziata, in quanto<br />

il paziente, il personale sanitario e soprattutto i lavoratori e i familiari del<br />

malato considerano il Signore come un essere che interviene quando e<br />

come vuole. La cura pastorale degli ammalati e degli anziani spetta in<br />

prevalenza ai sacerdoti che li incontrano ogni primo venerdì del mese per<br />

la confessione e la comunione. Si visitano gli ammalati anche in ospedale.<br />

Ogni settimana, la comunione agli ammalati, come conforto e sostegno<br />

alla sofferenza, viene portata dai ministri straordinari della Comunione.<br />

Gli ammalati sono periodicamente visitati dai ministri straordinari<br />

della comunione e, con cadenza meno frequente, dai parroci. Sono attive<br />

associazioni che, pur autonome rispetto al cammino comunitario, collaborano<br />

con la parrocchia nell’assistenza ai malati.<br />

XIX. PASTORALE DEI MIGRANTI E DEGLI ITINERANTI<br />

A. NOTA STATISTICA<br />

Attualmente non è possibile offrire dei dati precisi sui nomadi, gli<br />

zingari, immigrati ed emigrati. Il Vescovo ha incaricato un sacerdote per<br />

la pastorale migrantes, offre degli aiuti materiali ed economici per le necessità<br />

del campo nomade sito in <strong>Altamura</strong>.<br />

B. PARTE ESPOSITIVA<br />

In ambito diocesano, la pastorale dei migranti è caratterizzata dalla<br />

sensibilizzazione dei giovani e non ad operare come volontari negli ambiti<br />

formativi, ricreativi e sportivi e a partecipare, a loro volta, ad occasioni<br />

proposte dalle associazione e dai movimenti ecclesiali.<br />

Nelle comunità parrocchiali si organizzano campivi estivi, tornei di<br />

calcetto e di ping pong e si offrono ai giovani e alle famiglie momenti di<br />

vita <strong>insieme</strong>.<br />

I pellegrinaggi ai santuari e i viaggi di carattere spirituale e religioso<br />

sono molto diffusi e guidati sempre dai sacerdoti che garantiscono<br />

la Celebrazione Eucaristica giornaliera nei luoghi sacri, principalmente<br />

Lourdes, la Terra Santa, Fatima, Roma.<br />

303


304<br />

XX. BENI ARTISTICI E STORICI DELLA CHIESA<br />

A. PARTE ESPOSITIVA<br />

Lo stato di conservazione e di fruibilità del patrimonio storico-artistico<br />

è ritenuto di grande importanza sia a livello Diocesano che <strong>delle</strong> Comunità<br />

Parrocchiali, a tal fine sono state attivate e realizzate o in corso di<br />

realizzazione numerosi interventi mirati alla tutela e alla fruibilità del patrimonio<br />

storico artistico, molti altri interventi sono in programmazione.<br />

Gli interventi riguardano la valorizzazione di:<br />

– CHIESE Cattedrali, Parrocchiali, Rettorie e non,<br />

– EDIFICI STORICI adibiti ad attività di uffici diocesani, parrocchiali,<br />

case canoniche, musei diocesani e di fondazioni, associazioni<br />

e attività di volontariato.<br />

– Opere d’arte quali quadri, statue e arredi sacri vari.<br />

– Opere librarie con manoscritti di grande importanza storica,<br />

– Patrimonio Musicale con recupero di organi, libri e antifonari.<br />

In questo periodo è in corso da parte di alcuni archivisti e volontari<br />

la realizzazione di una pubblicazione che serva da guida e da indirizzo<br />

per la informatizzazione degli inventari a tutti i livelli Diocesani al fine<br />

di aver una esatta situazione patrimoniale e di stato di conservazione di<br />

ogni singolo bene storico-artistico.<br />

Le stesse Comunità Parrocchiali sono dotate di:<br />

– inventari;<br />

– cataloghi fotografici;<br />

– archivi storici;<br />

– archivi di registri parrocchiali;<br />

– biblioteche;<br />

– videoteche.<br />

Grande attenzione è posta alla dignità ed al decoro dell’edificio sacro,<br />

cercando di coordinare tutti gli interventi e di sottoporli al vaglio<br />

dell’Ufficio Diocesano Beni Culturali, particolare attenzione è posta alla<br />

custodia <strong>delle</strong> stesse opere d’arte per evitarne cattiva conservazione,<br />

furti e alienazioni illecite.<br />

Interventi di particolare importanza svolti sono:<br />

– Restauro conservativo della Cattedrale di <strong>Altamura</strong> (Accordo di<br />

programma con Regione Puglia) ultimato il 1° Stralcio, è in corso<br />

di appalto il 2° Stralcio.


– Restauro e recupero funzionale della Chiesa San Michele al Corso<br />

di <strong>Altamura</strong>( Chiusa da 20 anni).<br />

– Ristrutturazione Casa di accoglienza San Lorenzo di <strong>Altamura</strong>.<br />

– Consolidamento statico e recupero funzionale Chiesa S. Maria<br />

Maggiore e Chiesa San Lorenzo di <strong>Altamura</strong>.<br />

– Consolidamento Statico e Restauro Campanile Chiesa Santa Maria<br />

Maggiore di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />

– Consolidamento Statico e Recupero Funzionale Casa Canonica<br />

Chiesa Santa Maria Maggiore di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />

– Restauro e recupero funzionale Chiesa San Sebastiano Spinazzola.<br />

– Restauro ed adeguamento Chiesa Madre Santeramo in Colle.<br />

– Restauro e recupero funzionale Palazzo Loglisci <strong>Gravina</strong> i Puglia<br />

adibito a Seminario Diocesano e parte ad Asilo-scuola materna.<br />

– Impianti di sicurezza allarme in diverse chiese e parrocchie.<br />

XXI. SITUAZIONE ECONOMICA DELLA DIOCESI<br />

1) Nel quinquennio 2001-2005 a seguito del riassetto dell’ufficio amministrativo<br />

della curia diocesana, a causa della morte dell’economo,<br />

è stato possibile avere una conoscenza globale e una gestione<br />

più ordinata <strong>delle</strong> entrate e <strong>delle</strong> uscite della <strong>Diocesi</strong>.<br />

– Come criterio di amministrazione si portano in modo distinto e<br />

separato, la contabilità della <strong>Diocesi</strong> e quella <strong>delle</strong> somme provenienti<br />

dall’otto per mille per le necessità di culto e pastorale e per<br />

gli interventi caritativi.<br />

– Negli ultimi cinque anni la diocesi di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti ha ricevuto dall’otto per mille:<br />

PER IL CULTO PASTORALE PER LA CARITÀ<br />

2001 Euro 469.523,86 Euro 240.772,08<br />

2002 Euro 521.198,78 Euro 261.898,92<br />

2003 Euro 522.116,93 Euro 261.677,27<br />

2004 Euro 521.596,30 Euro 278.824,69<br />

2005 Euro 560.281,45 Euro 307.959,66<br />

30


30<br />

Dalle fonti ordinarie previste dal C.J.C., nella cassa diocesana sono:<br />

ENTRATE USCITE<br />

2001 Euro 184.548,23 Euro 179.546,67<br />

2002 Euro 198.420,63 Euro 188.352,54<br />

2003 Euro 194.503,00 Euro 190.966,00<br />

2004 Euro 171.597,00 Euro 151.359,00<br />

2005 Euro 242.154,00 Euro 198.498,00<br />

Le suddette somme in entrata e in uscita sono comprensive <strong>delle</strong> partite<br />

di giro dovute a collette obbligatorie per giornate mondiali, nazionali<br />

e diocesane (seminario).<br />

Ogni anno l’economo predispone un bilancio preventivo che assicura<br />

la copertura <strong>delle</strong> entrate e <strong>delle</strong> uscite in parità.<br />

– il bilancio consuntivo in questi ultimi anni è stato sempre chiuso in<br />

attivo.<br />

Le risorse ordinarie sono sufficienti, grazie al sostegno che la curia e<br />

gli uffici pastorali ricevono dai contributi destinati alle necessità di culto<br />

e pastorale.<br />

2) Fonti Finanziarie<br />

Le entrate ordinarie della <strong>Diocesi</strong> provengono dai tributi <strong>delle</strong> parrocchie<br />

e <strong>delle</strong> confraternite, e dalle tariffe stabilite dalla conferenza episcopale<br />

regionale (can. 1262).<br />

– Il vescovo non ha ritenuto opportuno, eccetto che per calamità naturali<br />

verificatesi in altri continenti, imporre tributi straordinari o<br />

indire giornate di raccolta di offerte (can. 1263).<br />

Ogni anno le parrocchie versano alla cassa diocesana Euro 0,10 pro-<br />

capite per ogni abitante della parrocchia:<br />

– le confraternite versano il 5% del bilancio annuale.<br />

– Nonostante i continui richiami, non è sentito da tutti i sacerdoti il<br />

dovere di versare alla curia la quota parte <strong>delle</strong> binazioni e il sovrappiù<br />

<strong>delle</strong> messe plurintenzionali.<br />

La <strong>Diocesi</strong> a seguito dei ritrasferimenti dei beni, attuati in conformità<br />

alla legge 222/85, non possiede un patrimonio che produce reddito: i<br />

suoi immobili sono adibiti a culto, servizio pastorale, residenza del Vescovo.


– Nel 2003 la <strong>Diocesi</strong> ha ricevuto in eredità dal sac. Michele Mastrogiacomo<br />

di <strong>Gravina</strong> una casa da destinare a comunità religiosa<br />

o di vita consacrata che assiste personalmente o pastoralmente i<br />

sacerdoti.<br />

La casa è stata data in comodato alla fraternità Marta e Maria,<br />

un’associazione di fedeli laici consacrati eretta in <strong>Diocesi</strong>.<br />

Inoltre la diocesi ha acquisito dal capitolo cattedrale di <strong>Gravina</strong>,<br />

con una donazione condizionata al versamento di una somma alla<br />

fondazione Benedetto XIII, il palazzo Loglisci, un immobile del<br />

‘700, che, restaurato, è diventato il nuovo seminario diocesano.<br />

3) La <strong>Diocesi</strong> da alcuni anni ha un rapporto di gemellaggio con la <strong>Diocesi</strong><br />

di AWASA in ETIOPIA, alla quale destina ogni anno un contributo<br />

di 5.000/00 euro.<br />

– Molteplici sono le iniziative di comunità parrocchiali e associazioni<br />

per cooperare ai bisogni di missioni particolari.<br />

– Spesso giungono richieste di vescovi asiatici, africani o dell’Est<br />

Europa per la costruzione di seminari, chiese o strutture sanitarie.<br />

– Per la carità del Papa la <strong>Diocesi</strong>, negli ultimi cinque anni ha versato<br />

le seguenti offerte:<br />

anno 2001 Euro 4.286,00<br />

anno 2002 Euro 3.500,00<br />

anno 2003 Euro 4.800,00<br />

anno 2004 Euro 5.255,00<br />

anno 2005 Euro 5.570,00<br />

B) Struttura economico-amministrativa<br />

La <strong>Diocesi</strong>, per l’amministrazione dispone di un Consiglio di Affari<br />

Economici e del Collegio dei Consultori; organismi strutturati e operanti<br />

secondo le norme del Diritto Canonico e le delibere della CEI.<br />

In curia sono presenti figure laicali, tutte volontarie. Si prevede di<br />

assumere entro l’anno un laico come addetto di curia.<br />

L’Istituto diocesano per il sostentamento del clero ha sede in <strong>Gravina</strong>.<br />

Il suo patrimonio è stimato in Euro 446.199,00 in fabbricati e in<br />

41.264,00 in terreni.<br />

30


30<br />

– I criteri di retribuzione del clero sono quelli determinati dalla CEI<br />

e dall’Istituto Centrale per il sostentamento del clero.<br />

– Ai sacerdoti che svolgono uffici e servizi a favore della curia, del<br />

seminario o servizi non retribuiti vengono assegnati punti aggiuntivi<br />

di sostentamento.<br />

– Nessun sacerdote, anche se non abile o malato manca del necessario,<br />

perché gode dei benefici <strong>delle</strong> assicurazioni fatte dall’I.C.S.C.<br />

per i sacerdoti .<br />

– La diocesi non dispone di una massa comune, ma accantona ogni<br />

anno il 10% dei contributi dell’otto per mille, per il culto e la pastorale,<br />

per un fondo di garanzia.<br />

Il fondo di garanzia attualmente è di circa trecentomila euro.<br />

– In <strong>Diocesi</strong> non persiste nessun beneficio.<br />

Per l’assistenza sanitaria ogni sacerdote è iscritto al fondo di previdenza<br />

statale, ed è assistito dal servizio sanitario nazionale.<br />

XXII. VALUTAZIONE GENERALE E PROSPETTIVE PER IL<br />

FUTURO<br />

La <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti è una Chiesa<br />

con radici cristiane remote e profonde che hanno la loro espressione<br />

più evidente nella pietà popolare che, pur essendo molto sentita, non<br />

degenera in forme di folklore o di dubbio significato religioso.<br />

Il modo di vivere la fede da parte di quanti si riconoscono cristiani<br />

risponde alle categorie, alle analisi e alle statistiche di tutto il centro meridione<br />

d’Italia.<br />

Le sfide pastorali prioritarie sono:<br />

– La famiglia che si mostra sempre più fragile;<br />

– I giovani che dal momento in cui si affacciano alla soglia dell’adolescenza,<br />

si allonatanano dalla Chiesa, si aprono a tutte le esperienze<br />

che li seguono per tutta la vita: sesso, droga, indifferentismo,<br />

consumismo.<br />

Il vescovo appena giunto in <strong>Diocesi</strong> (1997) ha messo appunto, con i<br />

collaboratori, i presbiteri, le associazioni e i seminaristi teologi, un progetto<br />

pastorale per fissare la meta a lungo termine verso la quale <strong>camminare</strong>.<br />

Dal progetto pastorale scaturiscono, ogni anno o ogni due tre anni,<br />

i programmi Pastorali Diocesani, facendo attenzione:


– alle indicazioni del Magistero Pontificio<br />

– agli orientamenti della Chiesa che in Italia<br />

– a non perdere di vista il punto di partenza e la meta<br />

– guardando attentamente i bisogni, le sfide, le attese del territorio<br />

Alla luce di quanto premesso i programmi Pastorali Diocesani, in<br />

questi cinque anni, hanno privilegiato la famiglia, i giovani, la comunità,<br />

il “Giorno del Signore”. Per dare risposte concrete si sta lavorando innanzitutto<br />

sulla formazione con l’istituzione di un seminario per Laici:<br />

– Scuola di Formazione Teologico Pastorale.<br />

– Lectio Divina mensile alla <strong>Diocesi</strong> tenuta dal Vescovo.<br />

– Giornata di formazione teologica e metodologica per catechisti.<br />

– Grande settimana diocesana nel Giorno del Signore.<br />

– Esercizi Spirituali.<br />

– Ritiri per le famiglie e le Aggregazioni tenuti dal vescovo.<br />

– Incontri culturali.<br />

– Accompagnamento <strong>delle</strong> coppie.<br />

– Gruppi famiglia.<br />

– Per i giovani si stanno mettendo in atto proposte di incontro attraverso<br />

l’Azione Cattolica, il servizio di Pastorale giovanile, le<br />

Associazioni, l’Agesci.<br />

Da alcuni anni è frequentata la scuola mensile di preghiera. Sono un<br />

appuntamento fisso la Via Crucis Diocesana dei giovani, il pellegrinaggio<br />

penitenziale di quaresima, le GMG mondiali e diocesane, i campi<br />

scuola diocesani.<br />

Questi momenti non sostituiscono ma sostengono e completano<br />

l’esperienza di fede che si fa in parrocchia. Tuttavia il problema dei giovani<br />

resta aperto e grave e richiede una presenza più costante e numerosa<br />

di testimoni in mezzo a loro. Tra le novità in progetto c’è la creazione<br />

di un “punto giovani” nelle scuole superiori. Per la comunità si stanno<br />

facendo tutti gli sforzi possibili attraverso esperienze diocesane con un<br />

lavoro di formazione e di aggiornamento per aprire le menti dei preti e<br />

dei laici alla comunione pastorale tra parrocchie, associazioni e gruppi e<br />

all’avvio di Unità Pastorali.<br />

In prospettiva restano i giovani, la famiglia, la formazione spirituale,<br />

la presa di coscienza del proprio essere Chiesa, e quindi: testimonianza,<br />

comunione e missione. Fondamentale, indispensabile è la decisione<br />

ferma della conversione parrocchiale e dell’accoglienza dell’altro per<br />

andare <strong>insieme</strong> a dare testimonianza del Risorto.<br />

30


310<br />

XXIII. RIASSUNTO<br />

La <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, in provincia<br />

di Bari, dal 6 agosto 1997 è affidata alla cura pastorale di S.E. Mons.<br />

Mario Paciello, già vescovo di Cerreto Sannita - Telese - Sant’Agata dei<br />

Goti, dal 1991.<br />

Gli abitanti della <strong>Diocesi</strong> sono circa centosettantamila; le parrocchie<br />

sono quaranta.<br />

La Curia è organizzata per settori: pastorale e tecnico amministrativi;<br />

ha tutti gli organismi di consiglio e gli uffici necessari. È dotata di un<br />

progetto pastorale che si attua a tappe attraverso i programmi pastorali.<br />

Da nove anni si sta inculcando un criterio di comunione pastorale a livello<br />

di progettazione e di operatività, sia negli uffici di curia che nelle<br />

parrocchie e tra le parrocchie.<br />

Il cammino di evangelizzazione, di santificazione e di testimonianza<br />

tiene presenti le indicazioni del Magistero Pontificio, gli orientamenti<br />

della CEI e i bisogni spirituali e morali del territorio. In questo quinquennio,<br />

poli intorno ai quali si è svolto il lavoro pastorale e formativo<br />

sono stati il Congresso Eucaristico Nazionale e il Convegno Ecclesiale<br />

di Verona.<br />

La domanda dei sacramenti dell’iniziazione cristiana è alta; ma convive<br />

in tanti casi come la mentalità secolaristica e con l’abbandono della<br />

fedeltà alla santificazione del Giorno del Signore.<br />

La Curia e le parrocchie mettono al primo posto la formazione dei<br />

formatori, dei catechisti e di tutti gli operatori pastorali; cresce la coscienza<br />

della responsabilità laicale nella Chiesa, ma c’è sempre molto<br />

cammino da fare.<br />

La formazione dei laici nell’ambito della <strong>Diocesi</strong>, non mira a formare<br />

degli specialisti, ma dei testimoni in grado di dare ragione della loro speranza<br />

e consapevoli della propria responsabilità per l’animazione missionaria<br />

<strong>delle</strong> comunità e degli ambienti. A sostegno di questa formazione<br />

la <strong>Diocesi</strong> ha una scuola di formazione Teologico-Pastorale per laici.<br />

Soddisfacente e fruttuosa è la pastorale vocazionale all’interno del<br />

seminario e <strong>delle</strong> parrocchie. Oltre la comunità seminaristica si coltiva il<br />

“Gruppo Samuel” (frequentatori del seminario dall’esterno), i gruppi di<br />

ministranti e alcuni giovani in ricerca.<br />

Costante è la cura del rapporto parrocchia - seminario - famiglia; agli<br />

educatori del seminario si aggiungono docenti, consacrate, volontari


per sostenere e ampliare la formazione umana, cristiana e artistica dei<br />

ragazzi.<br />

Il clero è numericamente sufficiente. È presente quasi al completo in<br />

tutti i momenti di incontro, di formazione e di vita diocesana. Gli Istituti<br />

religiosi maschili e femminili, al di là <strong>delle</strong> crisi interne dovute al calo<br />

<strong>delle</strong> vocazioni religiose, vivono tutti un rapporto di collaborazione<br />

e di dialogo con le <strong>Diocesi</strong>, con le parrocchie, con i sacerdoti. In questo<br />

quinquennio, per creare maggiore dialogo ecclesiale e pastorale tra<br />

gruppi, associazioni, movimenti e <strong>Diocesi</strong>, è stata Costituita la Consulta<br />

Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali. Si sta cercando di intensificare il<br />

dialogo con i mezzi della comunicazione sociale attraverso comunicati,<br />

interviste, servizi, articoli, e di offrire occasioni di approfondimento culturale<br />

a categorie e persone non vicine alla Chiesa.<br />

Significativo è l’impegno ecumenico, e non solo del segretariato per<br />

l’Ecumenismo, ma anche per l’impegno personale del Vescovo e della<br />

Comunità di Gesù.<br />

Scelte prioritarie del Programma Pastorale Diocesano sono la famiglia,<br />

i giovani, il Giorno del Signore. La Caritas Diocesana ha uno statuto<br />

e segue la struttura e le indicazioni della Caritas Italiana. Tutte le<br />

parrocchie hanno la Caritas.<br />

La pastorale sanitaria è curata in tute le parrocchie e gli ospedali; ma<br />

deve fare molto cammino per rispondere a tutte le fragilità della società<br />

contemporanea. Il Vescovo di <strong>Altamura</strong> – <strong>Gravina</strong> – <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />

Fonti è Governatore di un moderno ospedale, Ente Ecclesiastico. I nomadi,<br />

i Rom, I circensi sono affidati alle cure di un sacerdote anche per<br />

cercare di risolvere problemi di ordine sociale e materiale. In questi anni<br />

si sono affrontati impegni di spesa e lavori per il recupero di molti beni<br />

monumentali abbandonati o inagibili.<br />

Dal punto di vista economico la <strong>Diocesi</strong> non ha ricchezze ma affronta<br />

serenamente le varie necessità con contributi CEI, Regionali, offerte di<br />

privati, accensione di mutui. Al tempo di S. E. Mons. Tarcisio Pisani<br />

(1982 – 1994), il Clero di <strong>Gravina</strong> costituì la Fondazione Benedetto XIII,<br />

costruendo un grande “Centro Giovanile” ma indebitandosi in modo da<br />

non riuscire a chiudere i conti in rosso con le banche. A nulla servono i<br />

sostanziosi contributi annuali della <strong>Diocesi</strong>.<br />

Da alcuni anni, secondo le indicazioni della CEI, si sta costituendo<br />

un fondo Diocesano di garanzia che non viene manomesso per nessuna<br />

necessità ordinaria.<br />

311


312<br />

Le indicazioni illuminanti del Santo Padre e la sua paterna, apostolica<br />

benedizione ci sostengano nel prosieguo del cammino e nell’impegno<br />

perché Cristo regni nel cuore di ogni uomo e donna di buona volontà.<br />

<strong>Altamura</strong>, 10 dicembre 2006<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo


Atti<br />

del Vescovo


Un’acquasantiera<br />

Fonte Battesimale


Prot. n. 11/2006<br />

Norme<br />

per il ministero straordinario<br />

della Santa Comunione<br />

Decreti<br />

«Nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della<br />

Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e pane vivo, che, mediante<br />

la sua carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, dà vita agli<br />

uomini» (Rito della Comunione fuori della Messa e culto eucaristico,<br />

Introduzione generale, 1).<br />

Poiché è dovere dei Pastori prendersi cura degli infermi e degli anziani,<br />

anche se non gravemente malati né in imminente pericolo di vita,<br />

offrendo loro la possibilità di ricevere l’Eucaristia, personalmente o attraverso<br />

l’aiuto dei ministri straordinari della Comunione, ritengo opportuno<br />

offrire norme comuni circa coloro che sono scelti per l’esercizio<br />

di tale ministero nella Comunità.<br />

Pertanto, a norma dei cann. 230 § 3 e 910 § 2 del CJC e <strong>delle</strong> Istruzioni<br />

della Sacra Congregazione per la disciplina dei sacramenti Fidei custos<br />

(30 aprile 1969) e Immensae caritatis (29 gennaio 1973), alla luce<br />

della consuetudine pastorale consolidatasi in questi anni, con il presente<br />

Decreto<br />

approvo<br />

le Norme per il ministero straordinario<br />

della Santa Comunione.<br />

A. Indicazione dei candidati<br />

1. Scelta dei candidati<br />

I candidati sono scelti dal Parroco, sentito il parere del Consiglio<br />

Pastorale Parrocchiale.<br />

2. Numero<br />

Il numero dei ministri straordinari dipende dal numero dei malati o<br />

anziani da curare spiritualmente. Ogni ministro, di norma, assista<br />

non più di cinque malati.<br />

31


31<br />

3. Requisiti<br />

• Vita sacramentale e testimonianza cristiana;<br />

• sensibilità, amore e spirito di servizio verso malati e anziani;<br />

• tempo disponibile, specialmente la domenica;<br />

• almeno 30 anni di età.<br />

B. Avvio al ministero<br />

4. Presentazione<br />

Il Parroco, o il Superiore religioso, presenta per iscritto all’Ordinario<br />

Diocesano ciascun candidato, tramite il Direttore dell’Ufficio<br />

Liturgico diocesano, chiedendo il conferimento del ministero, con<br />

l’assenso scritto dello stesso candidato.<br />

5. Preparazione<br />

a) Formazione catechetica, spirituale e pastorale permanente in<br />

parrocchia;<br />

b) Corso di preparazione al ministero straordinario, a cura dell’Ufficio<br />

Liturgico Diocesano.<br />

6. Conferimento<br />

Si riceve il ministero nella Messa In Coena Domini presieduta dal<br />

Vescovo.<br />

C. Esercizio del ministero<br />

7. Durata<br />

Il ministero è conferito per un anno ed è rinnovabile, ogni 31 dicembre,<br />

per altri quattro anni, su richiesta del Parroco o del Superiore<br />

religioso.<br />

8. Luogo di esercizio<br />

Il ministero deve essere esercitato nel luogo per il quale è stato richiesto<br />

(parrocchia o comunità religiosa). Si può esercitare in altra<br />

comunità, solo su richiesta del Parroco o del legittimo Superiore.


9. Gratuità<br />

L’esercizio del ministero si compie a titolo totalmente gratuito.<br />

Eventuali offerte devono essere devolute alla parrocchia.<br />

10. Interruzione e fine<br />

L’esercizio del ministero può essere sospeso per scelta personale o<br />

per decisione del Parroco o del Superiore competente.<br />

D. rito<br />

11. Per quanto riguarda la distribuzione della Santa Comunione, sia<br />

durante, sia fuori la celebrazione eucaristica, il ministro si attenga<br />

alle apposite norme contenute nel Rito della Comunione fuori della<br />

Messa e culto eucaristico.<br />

12. Abito<br />

Nell’esercizio del ministero, sia nelle case, sia durante la celebrazione<br />

eucaristica, ci sia sempre proprietà e dignità nel vestito e nel<br />

portamento.<br />

Le presenti Norme entrano in vigore a partire dalla data odierna.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 5 marzo 2006, I Domenica di Quaresima<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

31


31<br />

Prot. n. 35/2006<br />

Determinazione<br />

della denominazione della<br />

Parrocchia Madonna <strong>delle</strong> Grazie in <strong>Gravina</strong><br />

§ visto il nostro Decreto in data 28 aprile 1998, Prot. n. 30/98, con il<br />

quale, accogliendo l’istanza del Sac. Angelo Casino, Parroco della<br />

Parrocchia Madonna <strong>delle</strong> Grazie in <strong>Gravina</strong>, Ente Ecclesiastico civilmente<br />

riconosciuto, iscritto nel Registro <strong>delle</strong> Persone Giuridiche<br />

tenuto presso la Prefettura della Provincia di Bari il 20 ottobre 1988<br />

al n. 548, veniva stabilito il cambiamento di denominazione della<br />

suddetta Parrocchia da “Madonna <strong>delle</strong> Grazie” a “Madonna della<br />

Grazia”;<br />

§ considerato che la suddetta istanza è stata presentata al nuovo Vescovo<br />

come atto giuridico conclusivo di un iter precedentemente avviato;<br />

§ visto che, da approfondite ricerche, non risulta che vi siano ragioni<br />

certe che giustifichino la variazione del nome della Parrocchia;<br />

§ considerato che la denominazione riportata nel Decreto di erezione<br />

della Parrocchia, a firma di S.E. Mons. Giovanni Maria Sanna in data<br />

12 aprile 1952; quella determinata con Decreto a firma di S.E. Mons.<br />

Tarcisio Pisani in data 28 giugno 1986 e riconosciuta con Decreto<br />

del Ministero dell’Interno in data 25 ottobre 1986, pubblicato nella<br />

Gazzetta Ufficiale del 10 novembre 1986, è di “Parrocchia Madonna<br />

<strong>delle</strong> Grazie”;<br />

§ al fine di evitare discordanze di denominazione, e ritenendo come<br />

valida e definitiva la denominazione riportata nei succitati Decreti di<br />

erezione della Parrocchia e di successivo riconoscimento civile, con<br />

il presente<br />

decreto


si stabilisce quanto segue:<br />

1. viene annullato il nostro Decreto del 28 aprile 1998, Prot. n. 30/98,<br />

citato in premessa;<br />

2. la denominazione ufficiale ritorna ad essere la seguente: “Parrocchia<br />

Madonna <strong>delle</strong> Grazie”;<br />

3. ai fini della validità civile, i matrimoni celebrati nella Parrocchia<br />

“Madonna della Grazia” sono da intendersi come celebrati nella<br />

Parrocchia “Madonna <strong>delle</strong> Grazie”.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 8 settembre 2006, Festa della Natività della B.V.<br />

Maria<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

31


320<br />

Prot. 53/2006<br />

Disposizioni<br />

circa i legati depositati presso la Cassa Diocesana<br />

§ preso atto che presso la Cassa Diocesana sono attualmente depositati<br />

i capitali relativi ai sottoelencati legati, per conto dei rispettivi<br />

Enti Ecclesiastici:<br />

1. Capitolo Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />

§ Legati vari £ 160.700 € 82,99<br />

2. Parrocchia S. Maria Assunta - Cattedrale in <strong>Altamura</strong><br />

§ Simone £ 100.000 € 51,65<br />

§ Natrella £ 300.000 € 154,94<br />

§ Miglionico £ 240.000 € 123,95<br />

3. Parrocchia S. Maria del Carmine in <strong>Altamura</strong><br />

§ Fiore £ 2.100 € 1,10<br />

§ Ninivaggi £ 20.000 € 10,33<br />

4. Parrocchia S. Nicola dei Greci in <strong>Altamura</strong><br />

§ Calia Berenice £ 60.500 € 31,25<br />

§ Bolognese £ 100.000 € 51.65<br />

§ Legati vari £ 14.200 € 7,33<br />

5. Parrocchia S. Sepolcro in <strong>Altamura</strong><br />

§ Denora Anna £ 100.000 € 51,65<br />

§ Ceglie £ 80.000 € 41,32<br />

§ Genco £ 50.000 € 25,82<br />

6. Parrocchia S. Teresa in <strong>Altamura</strong><br />

§ Mele Maria £ 500.000 € 258,23<br />

§ Ceglie Teresa £ 100.000 € 51,65<br />

§ Tragni Teresa £ 450.000 € 232,41<br />

§ Polignieri Andrea £ 900.000 € 464,81<br />

§ Fiorino Antonia £ 250.000 € 129,11<br />

§ Tragni Battista £ 200.000 € 103,29


§ Clemente Tommaso £ 200.000 € 103,29<br />

§ Pellegrino Teresa £ 30.000 € 15,49<br />

§ Ninivaggi Francesco £ 100.000 € 51,65<br />

§ Passarelli Maria £ 50.000 € 25,82<br />

§ Legati vari £ 31.200 € 16,11<br />

7. Parrocchia SS. Trinità in <strong>Altamura</strong><br />

§ Aiello £ 1.000.000 € 516,46<br />

§ Carone Maria £ 200.000 € 103,29<br />

§ Simone - Berloco £ 40.000 € 20,60<br />

§ Gemmato £ 120.000 € 61,97<br />

§ Calia Berenice £ 181.500 € 93,75<br />

§ Legati vari £ 89.600 € 46,27<br />

8. Parrocchia S. Michele Arcangelo in <strong>Altamura</strong><br />

§ Legati vari £ 50.000 € 25,82<br />

9. Suore Ancelle del Sacro Cuore della Beata Caterina Volpicelli -<br />

<strong>Altamura</strong><br />

§ Legati vari £ 515.000 € 265,98<br />

10. Colonna Pasqua £ 100.000 € 51,65<br />

§ considerato che le rendite <strong>delle</strong> somme depositate sono attualmente<br />

insufficienti alla celebrazione di SS. Messe secondo la tariffa diocesana;<br />

§ al fine di sollevare l’Ufficio Amministrativo Diocesano dall’incombenza<br />

di amministrare i suddetti legati;<br />

§ a norma del can. 1308 § 3 del CJC, con il presente<br />

dispongo che:<br />

decreto<br />

1. venga restituito ai rispettivi Enti Ecclesiastici il capitale originario<br />

corrispondente a ciascun legato;<br />

321


322<br />

2. i legati che non fruttano un interesse netto superiore ad € 10,00 vengano<br />

unificati e si celebrino tante Messe fino all’estinzione del capitale;<br />

3. i legati che fruttano un interesse netto superiore ad € 10,00 vanno<br />

mantenuti sino a che è possibile celebrare la S. Messa secondo la tariffa<br />

diocesana; quando gli interessi maturati saranno inferiori ad €<br />

10,00, si potranno unificare e procedere come al punto 2;<br />

4. il capitale del legato “Colonna Pasqua” venga consegnato al Seminario<br />

Diocesano, affinché siano celebrate tante Messe fino alla sua<br />

estinzione.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 25 ottobre 2006<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo


Prot. n. 55/2006<br />

Nuovo assetto<br />

della Curia diocesana<br />

La Curia diocesana, in quanto unità “degli organismi e <strong>delle</strong> persone che<br />

aiutano il Vescovo nel governo di tutta la diocesi, cioè nel dirigere l’attività<br />

pastorale, nel curare l’amministrazione della diocesi come pure nell’esercitare<br />

la potestà giudiziaria” (can. 469), rappresenta uno strumento essenziale,<br />

indispensabile e prezioso per l’esercizio del ministero episcopale.<br />

Con Decreto in data 8 settembre 1998, avevo già dato alla nostra Curia<br />

diocesana un assetto organico funzionale, secondo le direttive del<br />

Concilio Vaticano II, del Codice di Diritto Canonico e del Direttorio per<br />

il ministero pastorale dei Vescovi.<br />

Ora, alla luce dell’esperienza fatta in questi anni, <strong>delle</strong> indicazioni<br />

e della prassi della Conferenza Episcopale Italiana, ritengo necessario<br />

apportare alcune modifiche alla precedente struttura.<br />

Pertanto, al fine di rendere sempre più efficiente ed efficace il servizio<br />

che la stessa Curia deve offrire, con il presente<br />

decreto<br />

determino la struttura della nostra Curia diocesana, articolata nel<br />

seguente modo:<br />

A. un settore per gli affari generali;<br />

B. tre settori pastorali;<br />

C. un settore tecnico-amministrativo;<br />

D. un settore giudiziario.<br />

A. Il settore per gli affari generali comprende i seguenti<br />

Uffici:<br />

– Ufficio di Cancelleria;<br />

– Ufficio di Segreteria;<br />

– Ufficio stampa;<br />

– Servizio informatico;<br />

– Redazione Bollettino Diocesano “Camminare Insieme”;<br />

– Archivio storico.<br />

323


324<br />

B. settori pastorali<br />

1. Il primo settore pastorale, Evangelizzazione e Catechesi,<br />

comprende i seguenti Uffici:<br />

– Ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese;<br />

– Ufficio Catechistico;<br />

– Servizio per l’insegnamento della religione cattolica;<br />

– Ufficio per l’educazione, la scuola e l’università;<br />

– Servizio per il progetto culturale;<br />

– Ufficio per le comunicazioni sociali;<br />

– Centro Diocesano Vocazioni.<br />

1. Il secondo settore pastorale, Liturgia e Santificazione, comprende<br />

i seguenti Uffici:<br />

– Ufficio Liturgico;<br />

– Servizio al Catecumenato;<br />

– Ufficio per la formazione permanente del clero;<br />

– Ufficio per la vita consacrata;<br />

– Ufficio per le Confraternite.<br />

1. Il terzo settore pastorale, Testimonianza Cristiana e Carità,<br />

comprende i seguenti Uffici:<br />

– Ufficio per la pastorale della famiglia;<br />

– Ufficio Caritas Diocesana;<br />

– Ufficio per i migranti;<br />

– Ufficio per i problemi sociali e il lavoro;<br />

– Ufficio per la pastorale della salute;<br />

– Servizio per la pastorale giovanile;<br />

– Segretariato per l’ecumenismo;<br />

– Ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport.<br />

C. Il settore tecnico-amministrativo comprende i seguenti<br />

Uffici:<br />

– Economato e Amministrazione;<br />

– Ufficio per i beni culturali ecclesiastici;<br />

– Servizio per l’edilizia di culto;<br />

– Osservatorio giuridico-legislativo;


– Servizio per la promozione del sostegno economico alla<br />

Chiesa Cattolica.<br />

D. Il settore giudiziario si configura nel Tribunale Ecclesiastico<br />

Diocesano.<br />

Contestualmente, stabilisco che:<br />

1. il settore per gli affari generali viene coordinato direttamente dal<br />

Vicario Generale e Moderatore di Curia;<br />

2. ognuno dei tre settori pastorali e il settore tecnico-amministrativo<br />

sono coordinati da un Vicario Episcopale, nominato dal Vescovo,<br />

preferibilmente tra i Direttori degli Uffici del settore; il Vicario<br />

Giudiziale, anch’egli nominato dal Vescovo secondo le norme del<br />

diritto, coordina l’attività del settore giudiziario;<br />

3. Il Vicario Generale e i Vicari Episcopali, sotto la presidenza del<br />

Vescovo, formano il Consiglio Episcopale, quale organo consultivo,<br />

anello indispensabile di congiunzione e strumento di comunicazione<br />

periodica e sistematica tra il Vescovo e gli Uffici.<br />

Sono organi consultivi della <strong>Diocesi</strong>:<br />

– il Consiglio Presbiterale;<br />

– il Collegio dei Consultori;<br />

– il Consiglio Diocesano per gli Affari Economici;<br />

– il Consiglio Pastorale Diocesano;<br />

– i Parroci Consultori.<br />

Il presente Decreto ha effetto a partire dalla data odierna.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 1 novembre 2006, Solennità di Tutti i Santi<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

32


32<br />

Ai Presbiteri e Diaconi<br />

diocesani e religiosi<br />

della <strong>Diocesi</strong><br />

Carissimi,<br />

Lettere<br />

il cammino quaresimale che dalle Ceneri ci porta alla celebrazione<br />

del Mistero Pasquale volge al termine.<br />

Lungo la via state accompagnando i fedeli laici perché arrivino a<br />

Pasqua spiritualmente preparati.<br />

Tra la Domenica <strong>delle</strong> Palme e l’inizio del Triduo Pasquale, la<br />

Chiesa chiama noi, partecipi del sacerdozio ministeriale di Cristo servo,<br />

maestro e pastore a vivere <strong>insieme</strong> il memoriale dell’istituzione del Sacramento<br />

dell’Ordine.<br />

La Messa Crismale è appuntamento fondamentale e culminante<br />

dell’identità e della fraternità sacerdotale; è espressione altissima del<br />

rapporto intimo tra il sacerdozio battesimale di tutto il popolo di Dio e<br />

l’ordine sacro che ci assimila a Cristo sommo ed eterno sacerdote della<br />

Nuova Alleanza.<br />

Tutti, certamente, siamo consapevoli di questo grande mistero<br />

che, senza alcun nostro merito, ci avvolge e ci supera. Tutti sentiamo<br />

il bisogno di essere presenti e di esortare i fedeli laici a vivere con noi<br />

la commemorazione dell’istituzione del nostro sacerdozio e a pregare<br />

intensamente per noi mentre rinnoviamo le promesse fatte nell’ordinazione<br />

presbiterale o diaconale.<br />

Vi aspetto presso il Monastero <strong>delle</strong> Domenicane, a <strong>Gravina</strong>,<br />

il 12 aprile alle ore 18.00.<br />

Mentre vi rinnovo l’invito a fermarvi tutti per una frugalissima e<br />

agile agape, dopo la solenne concelebrazione, vi abbraccio fraternamente.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 28 marzo 2006<br />

✠ Mario, Vescovo


Carissimi,<br />

- Ai Rev.di Presbiteri e Diaconi<br />

diocesani e religiosi<br />

- Alle Comunità parrocchiali e religiose<br />

- Alle Associazioni, Gruppi, Movimenti<br />

e Confraternite<br />

- Alle Famiglie cristiane<br />

la terza Domenica di giugno, in tutte le Comunità cattoliche del mondo,<br />

si celebra la Festa del Corpo e del Sangue di Cristo.<br />

Quest’anno dobbiamo celebrare con particolare solennità e con rinnovato<br />

fervore la Festa del Corpus Domini, perché siamo eredi e testimoni<br />

dei messaggi e degli eventi del Congresso Eucaristico Nazionale di Bari<br />

del 2005 e abbiamo ricevuto il dono dell’Enciclica “Deus Caritas Est”.<br />

Nella prima Enciclica, il Papa Benedetto XVI ha messo in evidenza il<br />

rapporto intimo e inscindibile che c’è tra la vita eucaristica e la testimonianza<br />

dell’amore e della comunione: l’unione con Cristo è unione con<br />

gli altri. La comunione eucaristica unisce a Cristo e gli altri. Diventiamo<br />

un solo corpo con Gesù e con gli altri.<br />

Eucaristia e amore cristiano hanno lo stesso nome: sono “Agàpe”,<br />

cioè amore totale, definitivo e gratuito.<br />

Voi sapete che, sin dal 2000, nella nostra <strong>Diocesi</strong> la Solennità del Corpus<br />

Domini si celebra in due momenti: uno diocesano e uno cittadino.<br />

La duplice celebrazione non è un doppione inutile, né una ripetizione<br />

senza necessità.<br />

La Celebrazione Diocesana è una testimonianza pubblica, solenne,<br />

assembleare di fede di tutta la Chiesa locale nella Presenza reale di Cristo<br />

nell’Eucaristia e un’occasione unica nell’anno liturgico-pastorale<br />

per far incontrare tutte le comunità parrocchiali, le aggregazioni ecclesiali,<br />

le famiglie religiose intorno a Cristo Eucaristia, al Vescovo e al<br />

presbiterio, per una gioiosa esperienza di Chiesa.<br />

Quest’anno,<br />

la Celebrazione Diocesana del Corpus Domini<br />

si celebra a Poggiorsini<br />

il 15 giugno 2006<br />

32


32<br />

Vi prego di accogliere questo invito, non come parola del Vescovo,<br />

ma come appello che la Santissima Trinità, fonte e modello di comunione<br />

e di unità, fa a ogni battezzato e a ogni porzione del Suo popolo.<br />

Per il Padre che ci ha resi figli, per il Figlio che ci ha redenti e glorificati,<br />

per lo Spirito che ci santifica e ci guida verso l’unità, non lesiniamo<br />

né tempo, né piccoli sacrifici, né gioia e disponibilità interiore, per essere<br />

presenti e per coinvolgere altri.<br />

Poggiorsini, “la più piccola fra le città di Giuda”, ma dal cuore grande<br />

e ospitale, merita che si riversino su di essa pullman e auto provenienti<br />

da tutta la <strong>Diocesi</strong>, per toccare con mano la sua importanza nella<br />

Chiesa locale.<br />

Maria, donna eucaristica, che nel mese di maggio veneriamo con particolare<br />

fervore, prepari il nostro cuore a rendere la meritata lode e adorazione<br />

al Figlio Suo.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 22 maggio 2006<br />

Carissimi,<br />

* * *<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

Ai Rev.di<br />

Sacerdoti e Religiosi<br />

della <strong>Diocesi</strong><br />

il Santo Padre Benedetto XVI, di fronte all’aggravarsi della situazione<br />

in Medio Oriente, ha indetto, per domenica 23 luglio, una speciale<br />

Giornata di Preghiera e di Penitenza “invitando i Pastori ed i fedeli di<br />

tutte le Chiese Particolari come tutti i credenti del mondo ad implorare<br />

da Dio il dono prezioso della pace”.<br />

Il Papa ci esorta a pregare “perché cessi immediatamente il fuoco tra<br />

le Parti, si instaurino subito corridoi umanitari per poter portare aiuto<br />

alle popolazioni sofferenti e si inizino poi i negoziati ragionevoli e responsabili,<br />

per porre fine ad oggettive situazioni di ingiustizia esistenti<br />

in quella regione”.<br />

Accogliendo l’accorata esortazione del Santo Padre, sento il dovere<br />

di farmi Suo portavoce presso di voi e le vostre comunità, per chiedere<br />

al Signore che sia rispettata l’integrità e la sovranità del Libano, sia ri-


conosciuto lo Stato di Israele, i Palestinesi abbiano una patria libera e<br />

sovrana.<br />

Sarebbe particolarmente significativo esprimere, anche con il segno<br />

della carità, la partecipazione al dolore e alle sofferenze <strong>delle</strong> popolazioni<br />

colpite da questo conflitto.<br />

Lascio alla creatività e alla sensibilità di ognuno di voi la scelta <strong>delle</strong><br />

forme e dei modi per coinvolgere i fedeli in questa risposta di preghiera<br />

e di carità auspicata dal Santo Padre e attesa dalle vittime incolpevoli di<br />

questa assurda guerra.<br />

La “Giornata” chiesta dal Santo Padre sia momento culminante e ufficiale<br />

di una supplica incessante perché si instauri al più presto la pace<br />

in tutto il Medio Oriente.<br />

Vi saluto e vi benedico.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 20 luglio 2006<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

P.S.: Allego l’ultimo comunicato di Caritas Italiana dal quale si possono<br />

attingere notizie e indicazioni per eventuali aiuti.<br />

Carissimi,<br />

* * *<br />

Ai Presbiteri e Diaconi<br />

diocesani e religiosi<br />

un anno molto ricco di eventi ecclesiali e pastorali è alle porte.<br />

Durante i mesi estivi, una piccola equipe di volontari ha lavorato <strong>insieme</strong><br />

con il Vescovo per offrirvi la proposta di una bozza di programma<br />

pastorale per il triennio 2006–2009.<br />

Il 9 settembre 2006 ci attende il grande appuntamento all’Incoronata<br />

di Foggia per la VII Assemblea Pastorale Diocesana: inizio ufficiale<br />

della nuova tappa di cammino della nostra Chiesa Locale.<br />

Il 28 agosto, lunedì, alle 9.30, nella sala “Giovanni Paolo II” dell’episcopio<br />

di <strong>Gravina</strong>, si riunirà il Consiglio Presbiterale per un primo<br />

32


330<br />

approccio alla bozza di programma e la messa in comune di osservazioni,<br />

modifiche, suggerimenti, allo scopo di offrire alla <strong>Diocesi</strong> <strong>delle</strong> linee<br />

meglio definite e ampiamente condivise.<br />

Sarà vostra premura, nei giorni che seguiranno l’Assemblea, riunire<br />

i Consigli Pastorali Parrocchiali e le Associazioni, per raccogliere eventuali<br />

contributi di idee e trasmetterli alla Curia, prima che il programma<br />

sia ufficialmente approvato e pubblicato dal Vescovo.<br />

Considerata l’imminenza del nuovo Anno Pastorale, colgo l’occasione<br />

per comunicarvi alcuni avvicendamenti in atto.<br />

Don Giovanni Bruno in ottobre sarà parroco della Madonna della<br />

Grazia in <strong>Gravina</strong>.<br />

Don Vincenzo Panaro sarà parroco di S. Anna in <strong>Altamura</strong> e Vice<br />

Cancelliere della Curia.<br />

Don Nunzio Falcicchio è il nuovo Rettore del Seminario Diocesano<br />

e Segretario della Curia.<br />

Altri movimenti e incarichi vi saranno resi noti appena saranno meglio<br />

definiti e comunicati ai confratelli interessati; intanto, comunico<br />

a quanti ricoprono uffici diocesani di ritenersi dimissionari, pur continuando<br />

ad esercitare l’ufficio. Al più presto, con un unico decreto, comunicherò<br />

conferme, cambi di ufficio o nuove nomine.<br />

Questo atto, da tempo atteso, intende rilanciare l’impegno pastorale e<br />

l’organizzazione dei singoli settori pastorali.<br />

A tutti, un grazie sincero per il lavoro svolto; a ognuno, la preghiera<br />

di rendersi disponibili a un’eventuale richiesta di operosa e generosa<br />

collaborazione.<br />

In attesa di incontrarvi, vi saluto fraternamente.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 21 agosto 2006<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo


Credeva di essere un dio<br />

Non era un sogno<br />

dalla Giornata della Vita<br />

alla Vita nel Risorto<br />

pista di riflessione quaresimale<br />

25 gennaio 2006<br />

Messaggi<br />

Mi faceva tanta pena vederlo vagare per la città, disorientato, senza<br />

meta, senza punti di riferimento.<br />

Non sapeva da dove veniva, non gli importava dove andare, né chi<br />

erano i suoi genitori. Non ricordava il suo nome, ma non ne era preoccupato.<br />

Non sapeva nemmeno se era uomo o donna, anzi non sembrava<br />

che fosse in grado di capire che significa essere uomo o essere donna.<br />

Diceva frasi senza senso, slogan volgari, e, se qualcuno si avvicinava<br />

per aiutarlo a rientrare in sé e a ritrovare la strada, reagiva rabbiosamente<br />

con pesanti invettive: lo sentiva un nemico e gli intimava di zittire.<br />

Credeva di essere un dio, e, tra una farneticante affermazione e l’altra,<br />

costringeva i passanti a scendere dai marciapiedi e obbligava gli automobilisti<br />

a guidare a sinistra, a passare con il “rosso”, a infilare strade<br />

controsenso, creando un disordine incredibile con conseguenti concerti<br />

di clacson rauchi e dissonanti.<br />

Come se il tutto non lo riguardasse, strappava i bimbi dai passeggini e<br />

li scaraventava per strada, perché ingombravano il traffico. E tutti sarebbero<br />

finiti sotto le ruote <strong>delle</strong> auto se persone coraggiose non avessero<br />

cercato di salvarne il maggior numero.<br />

Non contento del caos generato, costringeva le coppie a cambiare<br />

partner, senza badare a sesso ed età. Con spintoni e strattonate sbatteva<br />

gli anziani contro i muri e le vetrine, facendoli stramazzare irreparabilmente<br />

al suolo.<br />

Unica eccezione, i giovani ai quali, per soggiogarli, dava qualcosa<br />

che somigliava a bustine di zucchero da caffè.<br />

331


332<br />

L’effetto piazza<br />

Improvvisamente, come se una folata di vento avesse fatto girare le<br />

pagine di un album fotografico, ecco una grandissima piazza. Il penoso<br />

scalmanarsi di uno diventa il tumulto di molti: stesso agitarsi, stesso<br />

smarrimento, stesso clamore amplificato fino all’ultimo decibel, per impressionare<br />

il mondo.<br />

Più della stucchevole monotonia dell’unico colore <strong>delle</strong> bandiere, più<br />

degli slogan da esserini addomesticati, mi colpivano i visi “datati” <strong>delle</strong><br />

manifestanti, evidente rigurgito di dissepolto femminismo.<br />

Tra loro alcuni, che dicevano di contare molto, promettevano che giunti<br />

al potere, avrebbero tolto quella massa e tutti gli altri dalla loro condizione<br />

servile, dichiarando “ordine” e “diritto” ciò che è “disordine” e “sbandamento”,<br />

e annullando, sulla scia di Sodoma e Gomorra, le incancellabili e<br />

profonde orme impresse nella natura sin dall’origine del mondo.<br />

Tutti agitavano striscioni su cui si leggevano espressioni che erano il<br />

massimo dell’offesa alla dignità della persona, della negazione dell’ordine<br />

naturale, della coscienza, della verità dell’uomo.<br />

Il piacere dell’insipienza<br />

A sentirli e vederli, molti restavano affascinati dal piacere dell’insipienza<br />

e gridavano: dobbiamo portare la società allo stato brado: niente codici stradali,<br />

penali, civili, deontologici. Nessuna distinzione tra sessi, niente legami<br />

di parentela, impegni a vita; niente responsabilità, doveri, regole e limiti di<br />

comportamento; ma libertà assoluta, abolizione di tutti i reati e le pene.<br />

Dobbiamo trasformare questo vecchio mondo in un deserto che muta<br />

continuamente volto, secondo lo spirare del vento <strong>delle</strong> voglie, <strong>delle</strong><br />

passioni, del pensiero, degli interessi di ognuno; in balia di un egoismo<br />

universale, con un unico principio: dichiarare buono e lecito tutto ciò<br />

che piace e fa comodo, nell’assoluto disinteresse verso persone, società<br />

e istituzioni, e nella negazione aprioristica di ogni legge naturale, positiva,<br />

rivelata, di ogni dovere proprio, di ogni diritto altrui.<br />

Questa è vita, questa è modernità, questo è futuro, fratelli d’Italia!<br />

Ma a dire, anzi, a suonare quest’ultima parola era la radio-sveglia che<br />

mi riportava dal mondo dei sogni a quello della realtà e mi chiamava ad<br />

alzarmi.


“L’amore si muterà in odio”<br />

Dante, nella Divina Commedia, dice che i sogni del mattino sono veri;<br />

e io, mentre rivedevo le scene del sogno, non ho dovuto fare molta<br />

fatica a riconoscere la realtà nascosta dietro le quinte dell’inconscio.<br />

Il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato un passo letto la sera<br />

prima: “negli ultimi giorni aumenteranno i falsi profeti e i corruttori,<br />

le pecore si cambieranno in lupi e l’amore si muterà in odio.<br />

Crescendo l’iniquità, gli uni odieranno gli altri, si perseguiteranno<br />

e si tradiranno. Allora comparirà il seduttore del mondo come figlio di<br />

Dio e farà segni e prodigi.<br />

La terra sarà nelle sue mani e farà cose scellerate che mai avvennero<br />

dal principio del mondo” (Didachè 16, 3-4).<br />

Questo quadro drammatico è stato disegnato da un calamo del primo<br />

secolo dopo Cristo, in Palestina.<br />

È, infatti, l’inizio del sedicesimo ed ultimo capitolo di uno scritto in<br />

lingua greca intitolato “Didachè” o “Dottrina degli Apostoli”. Nessuno,<br />

quindi, pensi di trovarsi davanti ad una affermazione millenaristica di un<br />

profeta di sciagure.<br />

Senza nulla condividere con le aberranti manipolazioni <strong>delle</strong> Sacre<br />

Scritture fatte da “sette” che cercano proseliti e ingenti patrimoni inculcando<br />

paure di imminenti sconvolgimenti cosmici con relative vendette<br />

di un Dio giustiziere contro chi non è entrato a far parte di questa o quella<br />

setta, non dobbiamo dimenticare che Cristo ci ha insegnato a leggere i<br />

segni dei tempi per vivere con saggezza, e dignità il proprio tempo.<br />

“Quando vedete salire una nuvola da ponente, subito dite: viene la<br />

pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: ci sarà caldo,<br />

e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo,<br />

come mai questo tempo non sapete giudicarlo?” (Lc 12, 54).<br />

Come dobbiamo giudicare il nostro tempo?<br />

La grande seduttrice<br />

Con quale appellativo il ventunesimo secolo passerà alla storia? Forse<br />

come il secolo super-tecnologico; forse come il secolo della condanna<br />

a morte del pianeta terra, o del delirio della scienza, o del terrorismo<br />

fondamentalista, o della rivoluzione dell’ignoranza.<br />

333


334<br />

Probabilmente l’impronta più pesante che la società del nuovo millennio<br />

lascerà ai posteri sarà proprio questa: l’ignoranza.<br />

È l’ignoranza, infatti, la grande madre di tutti i mali del nostro tempo.<br />

Non l’ignoranza incolpevole di chi non ha avuto il dono di conoscere,<br />

ma l’ignoranza che è scelta volontaria e programmata di ignorare chi è<br />

Dio e chi è l’uomo. L’ignoranza di chi presume di sapere e si rifiuta di<br />

ricercare la verità; l’ignoranza che vuole tagliare le radici su cui è germogliato<br />

il presente, l’ignoranza di chi preferisce ignorare per non ammettere<br />

di essere fuori strada; l’ignoranza di chi essendo immerso nella<br />

falsità, crede di essere la fonte della verità; l’ignoranza di chi non vuol<br />

conoscere, per non accettare limiti e non dover fare rinunzie; l’ignoranza<br />

di chi confonde rabbie e livori, odi e pregiudizi, condizionamenti psicologici<br />

e ideologie di parte con lo splendore della verità; l’ignoranza di<br />

chi insulta e combatte come nemici persone degne di altissima stima e<br />

venerazione; l’ignoranza di chi non si rende conto di quale basso livello<br />

e grottesca meschinità raggiunge, facendosi strada a colpi di insulti e<br />

offese, presumendo di suscitare simpatizzanti e ottenere consensi.<br />

Chi non ama è bugiardo<br />

Solo una mente ignorante per scelta può pretendere che una minorenne<br />

incinta possa decidere di abortire; che si abbrevi il tempo della<br />

riflessione per interrompere la gravidanza; che aumenti il numero <strong>delle</strong><br />

settimane entro le quali è possibile abortire; che si possa praticare l’eutanasia<br />

anche sui minori; che si possa fare il testamento biologico; che<br />

la poligamia non sia più reato; che sia equiparato al matrimonio la convivenza<br />

omosessuale; che i diritti “propri” della famiglia siano riconosciuti<br />

anche a coppie che rifiutano il riconoscimento civile della loro<br />

unione di fatto.<br />

E non è assurdo denunciare la piaga dei bambini soldato o comunque<br />

violati nella loro dignità infantile, e non porsi il problema di coscienza<br />

<strong>delle</strong> decine e decine di milioni di figli abortiti? Che senso ha battersi per<br />

la lotta contro i tumori e fare campagne a favore della RU486 o della manipolazione<br />

degli embrioni o dell’eutanasia? Se l’uomo è tanto grande,<br />

potente e autonomo da poter decidere, col favore della legge, di privare<br />

un altro essere umano del diritto di vivere, della libertà di esistere, perché<br />

alle vittime questo potere è negato?


Il concepito, il malato terminale, chi è entrato in coma, il disabile non<br />

autosufficiente sono colpevoli solo perché sono i più deboli? Quale reato<br />

hanno commesso per essere gettati dalla rupe Tarpea <strong>delle</strong> assurde ed<br />

egoistiche legislazioni moderne?<br />

Da uomo a uomo: la verità!<br />

E come è possibile che, mentre in diversi paesi la libertà religiosa e i<br />

diritti umani sono violati, il Parlamento Europeo, in dieci anni ha accusato<br />

per ben trenta volte la Chiesa e il Vaticano di violazione dei diritti<br />

umani, perché ricorda alle donne che il grembo materno è il tabernacolo<br />

della vita, e non un contenitore da ripulire o svuotare; perché difende<br />

l’uomo specialmente nelle condizioni di maggiore debolezza; perché<br />

insegna a tutti che l’amore è il cuore di tutte le leggi e il fondamento di<br />

ogni società ben ordinata? È proprio tanto difficile riconoscere che solo<br />

l’amore insegna all’uomo a vivere con dignità e in modo alto la sua vita?<br />

Il mondo, a chi non l’ha saputo amare, è sempre inesorabilmente sfuggito<br />

di mano: la storia insegna!<br />

Il mondo è di chi ama; il mondo vive perché c’è chi lo ama.<br />

Solo chi ama l’uomo gli dice la verità, lo guida verso la piena realizzazione<br />

di sé, gli rivela il senso profondo e misterioso della sua esistenza,<br />

gli apre la soglia della speranza.<br />

Il mondo gronda di amore vero<br />

La storia, la società odierna, la Chiesa, gli agglomerati umani piccoli<br />

e grandi sono ridondanti di questi testimoni conosciuti e nascosti della<br />

vita vissuta con amore, con dignità, con fierezza umile e gioiosa. Se si<br />

facesse un congresso di tutte le “mamme coraggio”, di tutte le mamme<br />

e i padri aperti alla vita e all’amore anche nelle situazioni più critiche e<br />

dolorose, di tutti i volontari dell’amore, non basterebbero tutte le piazze<br />

del mondo per contenerli.<br />

E non è mai esistito poeta o scrittore capace di cantare o descrivere la<br />

felicità di una madre che vede affiorare un accenno di sorriso sul volto<br />

del figlio disabile col quale non può comunicare ma al quale dona tutta<br />

la sua vita.<br />

33


33<br />

I cantautori cantano l’amore facile, occasionale, passionale: con quello<br />

vero, che giunge ad essere sacrificio di tutta la propria vita per chi non<br />

può dare nulla in cambio, non si cimentano. L’amore vero si racconta solo<br />

col silenzio; la sua prima dote è la dignità: rifugge dalle ostentazioni;<br />

si ritiene ripagato dalla gioia della gratuità.<br />

Gli amanti dell’amore vero non fanno chiasso, né manifestazioni<br />

tumultuose; non si spogliano, non si vestono da carnevale, non si imbrattano<br />

il viso; ma l’eco del loro amore concreto all’uomo, alla vita, al<br />

dovere, alla famiglia, a Dio, raggiunge i confini della terra e dà speranza<br />

all’umanità.<br />

Solo nell’amore c’è l’uomo vero<br />

I personaggi del sogno soffrivano tutti di uno stesso male e i loro<br />

comportamenti erano frutto della carenza di un organo indispensabile<br />

per vivere: il cuore. Mi piace concludere queste riflessioni con un’altra<br />

immagine, quella del violinista.<br />

Il suonatore di violino ha cinque corde per suonare: quattro sullo strumento,<br />

una nel cuore.<br />

La quinta corda, è la sua capacità di entrare nello spartito e nell’ispirazione<br />

del compositore, di comunicare con lo strumento fino a diventare<br />

una sola cosa con esso, di far proprio il desiderio degli ascoltatori<br />

di godere una bella esecuzione. Senza la quinta corda, il violino è uno<br />

straziante strumento di tortura.<br />

Solo il violinista con la quinta corda è un’artista, un violinista vero.<br />

Allo stesso modo, ogni persona è vera se ha un cuore che vibra soltanto<br />

se mosso dallo spirito dell’amore; ma solo chi si lascia amare da<br />

Cristo può farsi dono e testimone di amore presso l’altro uomo.<br />

È questo il primo messaggio del Vangelo; è questo il primo insegnamento<br />

ufficiale del Magistero di Benedetto XVI nella Lettera Enciclica<br />

“Deus Caritas est”.<br />

È questa l’energia di cui ha bisogno l’umanità per proseguire nella<br />

speranza il suo cammino verso la risurrezione finale e l’incontro col Risorto.<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo


Mons. Vescovo ha nominato:<br />

Nomine<br />

2 febbraio 2006 il Sac. Miroslaw Korenkiewicz, Vicario parrocchiale<br />

della Parrocchia del SS. Crocifisso in Santeramo<br />

in Colle (Prot. n. 02/2006).<br />

14 febbraio 2006 il Sac. Giuseppe Creanza, Parroco della Parrocchia<br />

del SS. Rosario di Pompei in <strong>Altamura</strong> (Prot.<br />

n. 07/2006).<br />

22 febbraio 2006 il Sac. Domenico Cornacchia, Consulente Ecclesiastico<br />

del “Consorzio per la valorizzazione e la<br />

tutela del pane di <strong>Altamura</strong> a D.O.P.”, con sede in<br />

<strong>Altamura</strong> (Prot. n. 08/2006);<br />

P. Maurizio Bevilacqua, cmf, Membro del Consiglio<br />

Presbiterale e del Collegio dei Consultori<br />

(Prot. n. 09/2006);<br />

Don Ciro Solfora, sdb, Membro del Consiglio<br />

Presbiterale (Prot. n. 10/2006).<br />

6 marzo 2006 Mons. Antonio Fiore, Canonico del Capitolo della<br />

Cattedrale e Rettore della chiesa di S. Francesco<br />

da Paola in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 12/2006).<br />

13 aprile 2006 P. Francesco Calderoni, ofmConv., Confessore<br />

straordinario del Monastero di S. Chiara in <strong>Altamura</strong><br />

(Prot. n. 20/2006).<br />

30 aprile 2006 il Sac. Vincenzo Lopano, Vicario parrocchiale<br />

della Parrocchia del Sacro Cuore in Santeramo in<br />

Colle (Prot. n. 24/2006).<br />

1 luglio 2006 il Sac. Jozef Tomaga, del clero della <strong>Diocesi</strong> di<br />

Spiš (Slovacchia), Vicario parrocchiale della Par-<br />

33


33<br />

rocchia di S. Eustachio in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

(Prot. n. 32/2006).<br />

11 luglio 2006 il Sac. Vincenzo Panaro, Parroco della Parrocchia<br />

di S. Anna in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 33/2006).<br />

10 agosto 2006 il Sac. Nunzio Falcicchio, Rettore del Seminario<br />

Diocesano (Prot. n. 34/2006).<br />

9 settembre 2006 il Sac. Giovanni Bruno, Parroco della Parrocchia<br />

della Madonna <strong>delle</strong> Grazie in <strong>Gravina</strong> (Prot.<br />

n. 36/2006);<br />

il Sac. Angelantonio Cianciotta, Parroco della<br />

Parrocchia di S. Giovanni Bosco in <strong>Altamura</strong><br />

(Prot. n. 37/2006);<br />

il Sac. Vincenzo Lopano, Vicario parrocchiale<br />

della Parrocchia del Sacro Cuore in <strong>Altamura</strong><br />

(Prot. n. 38/2006);<br />

il Sac. Giuseppe Cifarelli, Vicario parrocchiale<br />

della Parrocchia di Santa Teresa in <strong>Altamura</strong><br />

(Prot. n. 39/2006);<br />

il Sac. Nunzio Falcicchio, Assistente Spirituale<br />

del Serra International pro vocazioni sacerdotali<br />

Club n. 857 “<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />

Fonti”, 73° Distretto (Prot. n. 40/2006).<br />

12 settembre 2006 il Sac. Vincenzo Panaro, Assistente Spirituale del<br />

Gruppo Scout A.G.E.S.C.I. “<strong>Altamura</strong> 2” (Prot. n.<br />

41/2006);<br />

il Sac. Michele Lorusso, Canonico del Capitolo<br />

della Cattedrale e Rettore della chiesa della SS.<br />

Trinità in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 42/2006).


1 ottobre 2006 il Sac. Carlo Carducci, Parroco della Parrocchia<br />

di S. Agostino in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 44/2006);<br />

P. Domenico Pedullà, smm, Vice Rettore della<br />

Chiesa-Santuario Madonna del Buoncammino in<br />

<strong>Altamura</strong> (Prot. n. 45/2006);<br />

il Sac. Giovanni Giove, Vicario parrocchiale della<br />

Parrocchia del Sacro Cuore in Santeramo in Colle<br />

(Prot. n. 46/2006).<br />

15 ottobre 2006 il Sac. Giuseppe Lassandro, cpps, Collaboratore<br />

parrocchiale della Parrocchia di S. Erasmo in<br />

Santeramo in Colle (Prot. n. 49/2006);<br />

P. Giuseppe Tondo, ofmConv. e il Sac. Michele<br />

Lombardi, Assistenti Spirituali del Gruppo Scout<br />

A.G.E.S.C.I. “Spinazzola 1”, rispettivamente per la<br />

Comunità Capi e il Clan e per il Reparto (Prot. n.<br />

50/2006).<br />

31 ottobre 2006 il Sac. Michele Lombardi, Assistente Spirituale<br />

dell’Associazione Laicale “Sacro Costato” - Sezione<br />

di Spinazzola (Prot. n. 54/2006).<br />

Con Decreto in data 1 novembre 2006 (Prot. n. 56/2006), a seguito del<br />

nuovo assetto della Curia diocesana, Mons. Vescovo ha nominato:<br />

il Sac. Vito Colonna, Vicario Generale e Moderatore<br />

di Curia;<br />

il Sac. Saverio Ciaccia, Vicario Episcopale per<br />

l’Evangelizzazione e la Catechesi, Vicario foraneo<br />

per <strong>Gravina</strong>-Spinazzola-Poggiorsini e Direttore<br />

dell’Ufficio Catechistico;<br />

il Sac. Giacomo Fiore, Vicario Episcopale per la<br />

Liturgia e la Santificazione, Vicario foraneo per<br />

<strong>Altamura</strong> e Delegato per il Servizio al Catecumenato;<br />

33


340<br />

il Sac. Domenico Giannuzzi, Vicario Episcopale<br />

per la Testimonianza cristiana e la Carità, Vicario<br />

foraneo per <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, Direttore ecclesiastico<br />

dell’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici<br />

e Promotore di giustizia e Difensore del vincolo<br />

del Tribunale Ecclesiastico Diocesano;<br />

il Sac. Vito Nuzzi, Vicario Episcopale per il settore<br />

tecnico-amministrativo e Vicario foraneo per<br />

Santeramo in Colle;<br />

Mons. Diego Carlucci, Cancelliere (Ufficio Matrimoni<br />

e Archivio storico) e Direttore dell’Archivio<br />

storico di <strong>Altamura</strong>;<br />

il Sac. Vincenzo Panaro, Vice Cancelliere (Cancelleria<br />

e Archivio corrente), Direttore dell’Ufficio<br />

per la vita consacrata e Notaio del Tribunale Ecclesiastico<br />

Diocesano;<br />

Mons. Giuseppe Cipriani, Notaio di Curia per la<br />

sede di <strong>Gravina</strong>;<br />

Mons. Felice Posa, Vicario Giudiziale, Notaio di<br />

Curia per la sede di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, Direttore<br />

dell’Archivio storico di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti e<br />

Direttore dell’Osservatorio giuridico-legislativo;<br />

il Sac. Nunzio Falcicchio, Segretario della Curia<br />

diocesana e Direttore dell’Ufficio stampa;<br />

l’Avv. Massimo Marvulli, Direttore del Servizio<br />

informatico;<br />

il Sac. Luigi Dimarno, Direttore Responsabile<br />

del Bollettino Diocesano “Camminare Insieme”,<br />

Direttore dell’Ufficio per la pastorale del tempo<br />

libero, turismo e sport e Direttore dell’Ufficio Economato<br />

e Amministrazione;<br />

il Diac. Nicola Chiarulli, Direttore del Servizio<br />

per il progetto culturale, Direttore dell’Ufficio per<br />

le comunicazioni sociali, Capo Redattore del Bollettino<br />

Diocesano “Camminare Insieme”, Vice Direttore<br />

dell’Ufficio Liturgico e Cerimoniere;<br />

il Sac. Vincenzo Mazzotta, Direttore dell’Archivio<br />

storico di <strong>Gravina</strong>;


P. Maurizio Bevilacqua, cmf, Direttore dell’Ufficio<br />

per la cooperazione missionaria tra le Chiese;<br />

il Diac. Leonardo Ferrulli, Direttore del Servizio<br />

per l’insegnamento della religione cattolica e Vice<br />

Direttore dell’Ufficio per l’educazione, la scuola e<br />

l’università;<br />

il Sac. Angelantonio Cianciotta, Direttore dell’Ufficio<br />

per l’educazione, la scuola e l’università<br />

e Consulente Ecclesiastico del Servizio per l’insegnamento<br />

della religione cattolica;<br />

il Sac. Giuseppe Cifarelli, Direttore del Centro<br />

Diocesano Vocazioni;<br />

il Sac. Alessandro Amapani, Direttore dell’Ufficio<br />

Liturgico;<br />

il Sac. Domenico Cornacchia, Direttore dell’Ufficio<br />

per la formazione permanente del clero;<br />

il Sac. Giovanni Monitillo, Direttore dell’Ufficio<br />

per le Confraternite;<br />

il Sac. Giovanni Bruno, Direttore dell’Ufficio per<br />

la pastorale della famiglia;<br />

il Sac. Vito Cassese, Direttore dell’Ufficio Caritas;<br />

il Sac. Giuseppe Chironna, Direttore dell’Ufficio<br />

per i migranti;<br />

il Sac. Michele Lorusso, Direttore dell’Ufficio per<br />

i problemi sociali e il lavoro;<br />

il Sac. Vito Incampo, Direttore dell’Ufficio per la<br />

pastorale della salute;<br />

il Rag. Luca Cagnazzi, Direttore del Servizio per<br />

la pastorale giovanile;<br />

P. Mario Marino, ofmConv., Assistente del Servizio<br />

per la pastorale giovanile;<br />

il Sac. Rocco Scalera, Delegato del Segretariato<br />

per l’ecumenismo;<br />

l’Ing. Domenico Franchini, Direttore tecnico dell’Ufficio<br />

per i beni culturali ecclesiastici e del Servizio<br />

per l’edilizia di culto;<br />

il Sac. Giuseppe Pietroforte, Direttore ecclesiastico<br />

del Servizio per l’edilizia di culto;<br />

341


342<br />

il Sac. Giuseppe Creanza, Incaricato del Servizio<br />

per la promozione del sostegno economico alla<br />

Chiesa Cattolica.<br />

il Sac. Michele Capodiferro, Vice Direttore dell’Ufficio<br />

Catechistico;<br />

il Prof. Giovanni Cornacchia, Vice Direttore del<br />

Servizio per l’insegnamento della religione cattolica;<br />

il Diac. Angelo Goffredo, Vice Delegato per il<br />

Servizio al Catecumenato;<br />

il Diac. Vincenzo Savino, Vice Direttore dell’Ufficio<br />

per la formazione permanente del clero;<br />

Sr. Marta Landero, ascv, Vice Direttore dell’Ufficio<br />

per la vita consacrata;<br />

il Sig. Salvatore Bisignano, Vice Direttore dell’Ufficio<br />

per le Confraternite;<br />

il Sac. Michele Gramegna, Vice Direttore dell’Ufficio<br />

per la pastorale della famiglia;<br />

il Dott. Michele Laddaga e l’Ins. Orsola Topputo,<br />

Coppia Responsabile dell’Ufficio per la pastorale<br />

della famiglia;<br />

il Sac. F. Saverio Colonna, Vice Direttore dell’Ufficio<br />

Caritas;<br />

la Sig.na Maria Laurieri, Vice Direttore dell’Ufficio<br />

per i migranti;<br />

il Sac. Vincenzo Lopano, Vice Direttore dell’Ufficio<br />

per i problemi sociali e il lavoro;<br />

il Diac. Pietro Dipace, Vice Direttore dell’Ufficio<br />

per la pastorale della salute;<br />

la Prof. M. Filippa Lombardi, Vice Delegata del<br />

Segretariato per l’ecumenismo;<br />

il Diac. Benito Bolognese, Vice Direttore dell’Ufficio<br />

per la pastorale del tempo libero, turismo e<br />

sport;<br />

la Rag. Donata Ceglie, Vice Direttore dell’Ufficio<br />

Economato e Amministrazione;<br />

l’Ins. Marisa Piazza, l’Ins. Anna Garziano, la<br />

Dott.ssa Anna Spatuzzo, Addetti di Segreteria<br />

della Curia diocesana;


il Sig. Vitantonio Carella, Collaboratore dell’Ufficio<br />

per la formazione permanente del clero (per<br />

la formazione dei ministri istituiti);<br />

la Sig.na Annunziata Rifino, Collaboratore dell’Ufficio<br />

per la vita consacrata (per gli Istituti secolari).<br />

10 novembre 2006 Mons. Angelo Casino, Rettore della Chiesa di S.<br />

Felice e Cappellano <strong>delle</strong> Suore Missionarie di<br />

Gesù Crocifisso in <strong>Gravina</strong> (Prot. n. 57/2006);<br />

il Sac. Sante Ferrulli, Vice Assistente Diocesano<br />

del Settore Adulti di A.C. per il triennio 2005-2008<br />

(Prot. n. 58/2006).<br />

1 dicembre 2006 il Sac. Domenico Cornacchia, Direttore Spirituale<br />

<strong>delle</strong> Comunità Religiose <strong>delle</strong> Suore di Gesù<br />

Crocifisso Missionarie Francescane che sono in<br />

<strong>Gravina</strong> (Prot. n. 60/2006).<br />

3 dicembre 2006 il Sac. Miroslaw Korenkiewicz, Cappellano dell’Ospedale<br />

Generale Regionale “F. Miulli” in <strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti (Prot. n. 61/2006).<br />

26 dicembre 2006 il Diac. Nicola Chiarulli, Collaboratore presso la<br />

Parrocchia del SS. Redentore in <strong>Altamura</strong> (Prot. n.<br />

62/2006);<br />

il Diac. Pasquale Caporusso, Collaboratore presso<br />

la Parrocchia di S. Domenico in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />

Fonti (Prot. n. 63/2006).<br />

30 dicembre 2006 il Sac. Giuseppe Loviglio, Vicario parrocchiale<br />

della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in <strong>Gravina</strong><br />

(Prot. n. 64/2006);<br />

il Diac. Francesco Elia, Collaboratore presso la<br />

Parrocchia di S. Pietro Apostolo in Spinazzola<br />

(Prot. n. 65/2006);<br />

343


344<br />

Mons. Vescovo ha confermato:<br />

Mons. Giuseppe Lofrese, Assistente Spirituale<br />

dell’Associazione Laicale “Sacro Costato” - Sezione<br />

di <strong>Gravina</strong> (Prot. n. 66/2006);<br />

P. Daniele Carraro, smm, Esorcista (Prot. n.<br />

67/2006).<br />

Conferme<br />

16 gennaio 2006 Ventricelli Vincenzo, Priore della Confraternita<br />

Maria SS. Immacolata, con sede in <strong>Altamura</strong> (Prot.<br />

n. 01/2006).<br />

11 febbraio 2006 il Tariffario ed il Tassario Regionale, già approvato<br />

con Delibera della Conferenza Episcopale<br />

Pugliese in data 28 marzo 2000 e successiva precisazione<br />

in Euro in data 6 novembre 2001 (Prot. n.<br />

04/2006);<br />

Digirolamo Vito L., Priore della Confraternita<br />

del SS. Crocifisso, con sede in Santeramo in Colle<br />

(Prot. n. 06/2006).<br />

20 marzo 2006 il Comitato Feste in onore di Maria SS. del Buon-<br />

cammino in <strong>Altamura</strong> per l’anno 2006 (Prot.<br />

13/2006).<br />

29 marzo 2006 il Comitato Feste in onore della Madonna della<br />

Croce in <strong>Altamura</strong> per l’anno 2006 (Prot.<br />

15/2006).<br />

10 aprile 2006 Sirressi Francesco, Priore della Confraternita di<br />

S. Lucia, con sede in Santeramo in Colle (Prot. n.<br />

19/2006).<br />

29 aprile 2006 il Comitato Feste in onore di Maria Ausiliatrice<br />

in <strong>Altamura</strong> per l’anno 2006 (Prot. 23/2006).


7 maggio 2006 Silletti Erasmo, Priore della Confraternita di<br />

Maria SS. del Carmine e di S. Erasmo, con sede in<br />

Santeramo in Colle (Prot. n. 25/2006).<br />

31 maggio 2006 il Comitato Feste in onore della Madonna del<br />

Carmine in <strong>Altamura</strong> per l’anno 2006 (Prot.<br />

26/2006).<br />

8 luglio 2006 il Comitato Feste in onore dei Ss. Medici in <strong>Altamura</strong><br />

per l’anno 2006 (Prot. 29/2006).<br />

Mons. Vescovo ha autorizzato:<br />

Musci Michelangelo, Priore della Confraternita<br />

di Maria SS. Annunziata, con sede in Santeramo in<br />

Colle (Prot. n. 30/2006).<br />

Autorizzazioni<br />

24 aprile 2006 il Sac. Giuseppe Pietroforte, Parroco della<br />

Parrocchia di S. Domenico in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />

Fonti, a stipulare con il Sig. Maselli Francesco,<br />

a mezzo atto pubblico o scrittura privata autenticata,<br />

un contratto con il quale la suddetta Parrocchia,<br />

stante la transazione perfezionata in data<br />

19.01.2005, concede definitivamente allo stesso<br />

Sig. Maselli il diritto di servitù di tenere l’edificio<br />

di sua proprietà, sito in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

alla Via Tommaso Francavilla n. 15, costruito<br />

sul confine con il suolo parzialmente edificato di<br />

proprietà della Parrocchia, a distanza inferiore<br />

a quella di legge rispetto al corpo di fabbrica dell’edificio<br />

di proprietà della medesima Parrocchia<br />

(Prot. n. 21/2006).<br />

23 ottobre 2006 il Sac. Domenico Giannuzzi, Parroco della Parrocchia<br />

di S. Eustachio in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fon-<br />

34


34<br />

ti, alla permuta di un immobile di proprietà della<br />

suddetta Parrocchia con un immobile di proprietà<br />

del Sig. Maselli Francesco, sito in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />

Fonti (Prot. n. 51/2006).<br />

1 dicembre 2006 il Sac. Giacomo Fiore, Parroco della Parrocchia<br />

di S. Teresa in <strong>Altamura</strong>, a contrarre un mutuo chirografario<br />

della durata di sette anni a tasso fisso,<br />

presso la Banca Popolare di Bari - Agenzia di <strong>Altamura</strong><br />

(Prot. n. 59/2006).<br />

Mons. Vescovo ha concesso la licenza:<br />

Licenze<br />

11 febbraio 2006 al Sac. Giuseppe Lofrese, Presidente del Capitolo<br />

Cattedrale di <strong>Gravina</strong>, per alienare un immobile<br />

sito in <strong>Gravina</strong> in Puglia, Vico S. Luca n. 8 (Prot. n.<br />

05/2006).<br />

22 marzo 2006 a Suor Aurora Iunco, Legale rappresentante dell’Istituto<br />

<strong>delle</strong> Figlie del Divino Zelo con sede legale<br />

in Roma, per alienare un immobile sito in <strong>Gravina</strong><br />

in Puglia, Via S. Giovanni Evangelista n. 36<br />

(Prot. n. 14/2006).<br />

3 aprile 2006 al Sac. Giuseppe Lofrese, Presidente del Capitolo<br />

Cattedrale di <strong>Gravina</strong>, per alienare il diritto<br />

di livello enfiteutico su un immobile sito in <strong>Gravina</strong><br />

in Puglia, Via D. Cristiani n. 29-31-33 (Prot. n.<br />

17/2006).<br />

10 aprile 2006 al Sac. Vito Cassese, Parroco della Parrocchia dei<br />

Santi Pietro e Paolo in <strong>Gravina</strong>, per alienare al Sig.<br />

Ditaranto Giovanni il terreno adiacente il complesso<br />

parrocchiale, corredato di progetto approvato,<br />

completo di tutte le autorizzazioni necessarie per<br />

la realizzazione di impianto sportivo, in cambio


della piena proprietà di due campetti, da realizzarsi<br />

a spese del promittente acquirente sul piano di copertura<br />

<strong>delle</strong> piscine (Prot. n. 18/2006).<br />

29 aprile 2006 al Sac. Giuseppe Lofrese, Presidente del Capitolo<br />

Cattedrale di <strong>Gravina</strong>, per alienare un suolo ubicato<br />

alla periferia dell’abitato di <strong>Gravina</strong> in Puglia, al<br />

fine di sostenere la Fondazione “Benedetto XIII”,<br />

di cui lo stesso Capitolo è uno dei Soci confondatori<br />

(Prot. n. 16/2006);<br />

al Sac. Giuseppe Nicola Cipriani, Presidente e<br />

Legale rappresentante del “Sacro Monte dei Morti”<br />

in <strong>Gravina</strong>, per alienare un suolo ubicato alla<br />

periferia dell’abitato di <strong>Gravina</strong> in Puglia, al fine<br />

di sostenere la Fondazione “Benedetto XIII”, di cui<br />

lo stesso Ente è uno dei Soci confondatori (Prot. n.<br />

22/2006).<br />

8 luglio 2006 a P. Giuseppe Rolli, ofmConv., Parroco della<br />

Parrocchia Maria SS. Annunziata in Spinazzola,<br />

per cedere il diritto di usufrutto sulle unità immobiliari<br />

site in Spinazzola, Corso Umberto I n. 140-<br />

142 (appartamento al primo piano e locale a piano<br />

terra) (Prot. n. 27/2006);<br />

al Sig. Vincenzo Ventricelli, Priore e Legale rappresentante<br />

della Confraternita Maria SS. Immacolata,<br />

con sede in <strong>Altamura</strong> presso la Parrocchia<br />

di S. Teresa, per alienare un immobile sito in <strong>Altamura</strong>,<br />

Claustro Altieri n. 7 (Prot. n. 28/2006).<br />

26 settembre 2006 al Sac. Giuseppe Manfredi, Parroco della Parrocchia<br />

SS. Trinità in <strong>Altamura</strong>, per alienare un immobile<br />

sito in <strong>Altamura</strong>, Via Trinità n. 40 (Prot. n. 43/2006).<br />

25 ottobre 2006 a Mons. Venturo Lorusso, Legale rappresentante<br />

dell’Arciconfraternita del Purgatorio, con sede in<br />

<strong>Altamura</strong>, per alienare un immobile sito in <strong>Altamura</strong>,<br />

Via Trinità n. 25 (Prot. 52/2006).<br />

34


34<br />

Mons. Vescovo ha approvato:<br />

Riconoscimenti e Approvazioni<br />

6 febbraio 2006 gli elaborati tecnici presentati dall’Ing. Francesco<br />

Rutigliano, relativi agli impianti elettrico, d’allarme<br />

ed antincendio circa il progetto “Memoriae Ecclesiae<br />

Murgiae” (già approvato in data 10 novembre<br />

2005), attribuendo alla S.r.l. Gi.Enne Elettronica<br />

l’esecuzione dei suddetti lavori, alle condizioni<br />

offerte dalla stessa società (Prot. n. 03/2006).<br />

Idoneità all’Insegnamento della Religione Cattolica<br />

30 dicembre 2006 Mons. Vescovo ha rilasciato il Decreto di idoneità<br />

all’insegnamento della Religione Cattolica nelle<br />

Scuole Statali Primarie e dell’Infanzia ai seguenti<br />

Insegnanti (Prot. n. 68-207/2006):<br />

Arteria Caterina, Barbara Anna, Basile Angela,<br />

Basile Chiara, Basile Rosa, Berloco Cecilia, Boffilo<br />

Maria Elisabetta, Bruno Rosa, Cagnazzi Lucia,<br />

Caivano Giuseppina, Calia Angela, Calia Margherita,<br />

Calia Paola, Calò Antonia, Cannito Domenica<br />

Elena, Capolongo Marisa, Capone Pasqua, Caponio<br />

Carmela, Caponio Chiara, Caponio Domenica,<br />

Caponio Irene, Capozzi Francesca, Capurso Paola,<br />

Carbone Anna, Cardascia Maria Pia, Cardinale<br />

Cornelia Maria, Carissimo Maria, Carlucci Teresa,<br />

Carulli Maria Teresa, Cassano Maria Francesca,<br />

Cataldi Giovanna, Cataldi Giuseppina, Cataldi<br />

Maria, Catello Patrizia, Ceglie Angela Francesca,<br />

Ceglie Concetta, Ciccarone Amalia Claudia, Ciccarone<br />

Rosangela, Cipriani Maria, Cirillo Carmela,<br />

Colacicco Filomena, Colamonaco Filomena,<br />

Colonna Filomena, Colonna Isabella, Cornacchia<br />

Maria, Corniola Rosa, Corrado Maria Filippa, Cristofaro<br />

Antonella, D’Ambrosio Antonia, Decandia


Maria Giovanna, Deninno Anna, Dibattista Lucia,<br />

Dibenedetto Anna, Digirolamo Antonia, Digregorio<br />

Maria Rosaria, Dimattia Maria Giuseppa, Dimita<br />

Carmela, Dipalo Grazia, Disabato Elisabetta<br />

Maria, Disanto Vita Rosanna, Facendola Maria<br />

Rosaria, Farella Grazia Maria, Fiorilli Maria, Gatti<br />

Anita, Genuario Maria, Giannico Antonella, Giannuzzi<br />

Loreta, Gramegna Maria Giacinta, Grittani<br />

Marta, Iacovelli Rosalba, Iurino Loredana, Iurlandino<br />

Teresa, Labarile Angela, Labarile Domenica,<br />

Labarile Maria Stefania, Labarile Rosanna, Lavolpe<br />

Grazia, Lella Maria, Leone Adalgisa, Loiudice<br />

Rosa, Lombardi Consiglia, Lorusso Angela, Lorusso<br />

Giacoma, Lorusso Luigia, Loviglio Teresa,<br />

Maggio Isabella, Mammucci Alfonsina, Marculli<br />

Anna, Mariani Maria Addolorata, Mascolo Maria<br />

Giovanna, Masiello Domenica, Mastrogiacomo<br />

Maria Assunta, Messenio Chiara, Messina Angela,<br />

Milano Margherita, Minutiello Francesca, Montrone<br />

Ciriaca, Moramarco Filomena, Morra Carmen,<br />

Morra Rosaria, Natuzzi Antonia, Natuzzi Maria<br />

Cristina, Palasciano Cecilia, Panzarea Annunziata,<br />

Pappalardi Maria, Paradiso Annunziata, Patella<br />

Eufemia, Perniola Lucia Vita, Perniola Maria Luisa,<br />

Pontrandolfo Rosa, Porfido Marcella, Prezzano<br />

Arcangela, Priore Angela, Raguso Lucia, Renzo<br />

Felicia, Ruggero Giuseppina, Sannolla Anna, Santarsia<br />

Anna Teresa, Santoro Annunziata, Scalera<br />

Stella, Schinco Domenica, Sette Antonia, Sette Sabrina,<br />

Sirianni Daniela, Sornatale Maria, Stano Annamaria,<br />

Stolfa Anna, Tarantino Innocenza, Tartaro<br />

Anna, Tedesco Carmela, Tragni Irene, Trotta Adele,<br />

Trotta Eufemia Emma, Tucci Rosa, Turi Rosa,<br />

Ungaro Gabriella, Valenzano Maria Raffaella, Varvara<br />

Maria Teresa, Vitobello Rita, Vitti Annavita.<br />

34


3 0<br />

Onorificenze<br />

Con Biglietti della Segreteria di Stato in data 6 marzo 2006, il Santo Padre<br />

Benedetto XVI ha nominato Cappellani di Sua Santità i Rev.di:<br />

§ Sac. Giuseppe Angelo Casino<br />

§ Sac. Giuseppe Ciccarone<br />

§ Sac. Antonio Lorusso<br />

§ Sac. Giuseppe Lofrese


Omelia<br />

per la Messa Crismale<br />

Concattedrale di <strong>Gravina</strong><br />

12 aprile 2006<br />

Saluto iniziale<br />

Omelie<br />

Is 61, 1-3.6.8-9<br />

Sal 88<br />

Ap 1, 5-8<br />

Lc 4, 16-21<br />

Carissimi Presbiteri e Diaconi,<br />

sono certo che venite tutti con profonda e sempre nuova commozione<br />

a questa solenne concelebrazione, che ci riporta al giorno nostra ordinazione,<br />

ci fa fare un’esperienza gioiosa di incontro fraterno, di unità<br />

presbiterale e di comunione ecclesiale.<br />

Vi saluto cordialmente uno per uno e vi abbraccio nel Signore.<br />

Saluto con paterno affetto i Seminaristi del Seminario Teologico e<br />

Diocesano, i Ministri istituiti, le Religiose e le Consacrate, tutti i fratelli<br />

e le sorelle qui presenti e in voi saluto le parrocchie alle quali appartenete.<br />

Un pensiero particolarmente affettuoso da parte di tutti noi va, in<br />

questa celebrazione, a tutti i sacerdoti infermi fisicamente assenti, e un<br />

ricordo di suffragio a S.E. Mons. Donato Squicciarini e a Don Lorenzo<br />

Colaninno, chiamati a partecipare alla Pasqua eterna.<br />

Col saluto, un grazie sincero a quanti si sono adoperati e messi a disposizione<br />

per la migliore riuscita di questa celebrazione, alle persone<br />

che si prendono cura dei sacerdoti, a tutti coloro che lavorano al loro<br />

fianco nelle parrocchie, e a tutta l’assemblea, per essere venuta a onorare<br />

e sostenere con la preghiera i suoi sacerdoti.<br />

3 1


3 2<br />

Omelia<br />

Il Presbitero, segno vivo della speranza<br />

Carissimi Presbiteri, Diaconi, fratelli e sorelle,<br />

la celebrazione della Messa Crismale alle porte del Triduo Sacro ci<br />

introduce nel cuore del mistero pasquale. È una celebrazione unica, solenne,<br />

plenaria, ed è per tutti i presbiteri come l’esperienza del Tabor<br />

concessa da Gesù a Pietro, Giacomo e Giovanni, per prepararli ad affrontare<br />

e comprendere il dramma della passione.<br />

Questa divina liturgia, infatti, ci chiama a ravvivare il dono che Dio<br />

ci ha fatto per l’imposizione <strong>delle</strong> mani del Vescovo (cfr Tm 1, 6) e ci<br />

consegna gli oli benedetti perché siano, nelle Comunità, segni efficaci di<br />

grazia, di salvezza e di speranza.<br />

Non possiamo vivere questo momento importante e centrale per i<br />

presbiteri di tutte le Chiese Locali, senza inserirlo nel cammino della<br />

Chiesa Italiana, e senza leggerlo alla luce della prima enciclica del Santo<br />

Padre Benedetto XVI.<br />

Speranza e Carità, <strong>insieme</strong> alla Fede, sono una triade di virtù talmente<br />

complementare ed inscindibile, che non è possibile parlare di una senza<br />

sfociare nell’altra.<br />

Contemplando Cristo che lava i piedi ai suoi discepoli, che spezza se<br />

stesso per noi, che apre le braccia sulla croce, che perdona i suoi crocifissori<br />

e promette il Regno Eterno a un compagno di pena, comprendiamo<br />

cosa è la speranza, che cosa è la carità e chi ne è la sorgente.<br />

1. La speranza e il presbitero<br />

La speranza cristiana non è un pio desiderio, né un augurio; non è un<br />

auspicio, né un’illusione in cui rifugiarsi per non guardare la realtà.<br />

La speranza che Cristo ci dona è certezza solida ricevuta nella fede,<br />

fondata sulla serietà di Dio, sul Cristo Suo Figlio, morto e risorto.<br />

La speranza è fiducia assoluta e indiscutibile in Cristo Via, Verità e<br />

Vita, salvezza e risurrezione nostra.<br />

La speranza cristiana è dono e virtù; è grazia e conquista, è sicurezza<br />

incrollabile, anche nell’apparente contraddizione dei segni.


Della speranza, che è Cristo stesso, innanzitutto noi sacerdoti siamo<br />

testimoni.<br />

Scrive Chevrot in “La victoire de Pâques”: “Siamo inevitabilmente<br />

i testimoni del Cristo, fedeli o falsi testimoni. In ogni modo, saremo testimoni;<br />

se Gesù vive in noi come viveva nei suoi Apostoli con la forza<br />

dello Spirito Santo, testimonieremo a suo favore; diversamente testimonieremo<br />

contro di lui”.<br />

Da che cosa si vede che noi abbiamo speranza in Cristo? Che cosa ci<br />

rende testimoni di speranza? Devono risplendere in noi le virtù sacerdotali<br />

di Cristo!<br />

Il Pastore, quanto più si conforma al Cristo, tanto più va incontro al<br />

gregge, e il gregge lo cerca, lo segue, lo ascolta, gli crede.<br />

Il Presbitero non è un solitario chiuso nel suo intimismo, o nel suo<br />

egoismo o davanti al suo computer; non è un funzionario del culto o un<br />

attivista della Chiesa: è il pastore che forma la comunità intorno a Cristo<br />

Parola ed Eucaristia, la fa <strong>camminare</strong> nella speranza e con essa va verso<br />

le “altre pecore che non sono di quest’ovile” (Gv 10, 16).<br />

Nei confronti di Colui che ci ha chiamati e del popolo al quale siamo<br />

mandati, noi:<br />

ÿ siamo come gli uomini mandati da Mosè, che al ritorno dell’esplorazione<br />

della Terra Promessa, ne portano i frutti e raccontano meraviglie;<br />

ÿ siamo come l’angelo Gabriele che annunzia l’aurora del mondo<br />

nuovo e suscita risposte;<br />

ÿ siamo gli apostoli che raccontano ciò che hanno veduto, toccato e<br />

sperimentato del Verbo della vita.<br />

È sempre valida e attuale, nonostante il perdurare di tante crisi vocazionali,<br />

la figura del presbitero come il pastore che dona la vita, perché<br />

il gregge raggiunga i pascoli erbosi e le acque tranquille del cuore di<br />

Cristo, nel quale riposare.<br />

La Traccia del cammino verso Verona domanda di formare cristiani<br />

adulti, non omologati alla mentalità corrente, ma conformati a Cristo,<br />

fondati sull’amore, aperti alla missione, fedeli a Cristo nella testimonianza,<br />

e all’uomo nella condivisione dei suoi drammi e dei suoi bisogni.<br />

Perché la Chiesa riprenda “slancio per annunciare il Vangelo della<br />

speranza” (Traccia); perché il popolo di Dio diventi “la stirpe eletta, il<br />

sacerdozio regale, la nazione santa, perché proclami le opere meravi-<br />

3 3


3 4<br />

gliose di Lui”, occorrono segni forti e credibili di speranza: occorrono<br />

sacerdoti santi.<br />

È lo stile di vita che ci rende segno concreto e credibile di speranza.<br />

In una cultura dall’aria viziata noi siamo il profumo di Cristo.<br />

Noi, davanti al miracolo della vita che deve nascere, davanti al mistero<br />

della morte e all’oscurità della sofferenza, davanti allo stravolgimento<br />

e al predominio dell’eros, all’attaccamento ai beni materiali, siamo<br />

chiamati continuamente a testimoniare e a infondere speranza. Siamo il<br />

faro al quale tutti si riferiscono per navigare verso la salvezza.<br />

Vedere il proprio prete rinnovato nello spirito, più paziente, più accogliente,<br />

più fedele agli impegni, più attento alle situazioni di fragilità,<br />

più vicino ai giovani, più presente sul campo del quotidiano faticoso<br />

<strong>delle</strong> famiglie, più unito ai confratelli sacerdoti, più sensibile verso la<br />

<strong>Diocesi</strong>, più disposto a valorizzare i consigli e ad accettare collaborazione,<br />

più umile nei rapporti, più distaccato dai soldi e più trasparente<br />

nell’amministrazione, più preoccupato della propria formazione e della<br />

propria vita spirituale, significa, per il popolo, essere portato come aquilotto<br />

implume sulle ali della speranza del proprio pastore.<br />

In una parola, solo il presbitero santo è segno di speranza.<br />

2. La carità, segnale forte e chiaro della speranza<br />

Solo chi ama dà speranza al mondo! Cristo morto e risorto è diventato<br />

speranza del mondo, perché lo ha amato fino alla fine.<br />

L’ultima preghiera di Gesù nel cenacolo è stata una forte, fiduciosa e<br />

accorata domanda di unità e di comunione intima con il Padre e il Figlio<br />

e tra di noi.<br />

L’ultima invocazione, prima di emettere lo Spirito sulla croce, è stata<br />

una richiesta di perdono: la vittima implorava perdono per i crocifissori<br />

bestemmiatori e sacrileghi. Egli, che si era caricato di tutto il peccato del<br />

mondo, si è sostituito a noi anche nel domandare perdono al Padre.<br />

Per dare speranza al mondo, bisogna convertirsi all’amore. Noi, invece,<br />

ci auto-perdoniamo troppi peccati contro la carità.<br />

La speranza che dobbiamo infondere nel cuore degli uomini con la<br />

nostra testimonianza è che in Cristo è possibile amare il fratello, il prossimo,<br />

il nemico; è possibile accettare la sofferenza, portare con dignità le<br />

responsabilità della vita.


E perché la nostra testimonianza sia credibile ed efficace, dobbiamo<br />

cercare con tutte le forze di dirci con amore e per amore la verità, di<br />

comprendere i limiti, apprezzare gli sforzi, parlare bene dei confratelli,<br />

essere sempre disposti a collaborare; dobbiamo amare il popolo di Dio<br />

con la pazienza del padre e la tenerezza della madre.<br />

3. Il distacco, segno di speranza<br />

Per essere segno di speranza, dobbiamo essere proiettati verso la beata<br />

speranza, desiderosi come Paolo, come Ignazio di Antiochia, dell’incontro<br />

con Cristo nel suo Regno. Dobbiamo essere protesi, come Cristo,<br />

verso l’ora del compimento.<br />

Dobbiamo essere operosi e di passaggio come le stagioni dell’anno:<br />

ognuna ha un compito importante; ma se non cede il posto a quella che<br />

segue, si arresta il ciclo della vita vegetale: non ci sono frutti! Perché ci<br />

riesce tanto difficile capire che le comunità parrocchiali, pur grate per<br />

l’immenso bene ricevuto da un sacerdote, dopo un eccessivo numero di<br />

anni, cadono in un insopportabile e interminabile autunno in cui tutto<br />

avvizzisce e cade, senza speranza né volontà di rinascita?<br />

Siamo segno di speranza se ci sostiene la consapevolezza di dover<br />

cedere il posto a chi è chiamato a dare continuità al nostro lavoro.<br />

Se nel luogo dove siamo e nel lavoro che facciamo, ci sentiamo padroni,<br />

nel momento in cui siamo invitati a lasciare, proveremo il senso<br />

della frustrazione, della sconfitta, della delusione, del tradimento, dell’ingiustizia,<br />

dell’ingratitudine, del torto.<br />

4. Esaminiamoci sulla speranza<br />

Dobbiamo riconoscere davanti a Dio, e al suo popolo, con umiltà, “in<br />

cinere et cilicio”, che non sempre brilliamo in esemplarità di comportamento,<br />

non sempre edifichiamo. Finché il popolo di Dio non vede che<br />

mettiamo al primo posto la relazione con Dio, che siamo impregnati di<br />

umiltà, di carità fraterna, avrà motivo per non sperare.<br />

Mentre serviamo nel ministero pastorale, quali messaggi trasmettiamo?<br />

Cosa coglie il popolo? Quali impressioni si porta via chi ci avvicina?<br />

3


3<br />

Dobbiamo confessare che siamo, se non divisi, almeno distanti, talvolta<br />

diffidenti, facilmente pronti a giudicare.<br />

Forse, come ci sono giovani “interiormente dissociati”; come ci sono<br />

adolescenti già “rotti dentro”, come ci sono “coppie rotte”, ci sono anche<br />

in qualche presbiterio del mondo “sacerdoti rotti”, che si lamentano<br />

della solitudine, che fanno fatica a comprendere la propria identità e la<br />

loro funzione ecclesiale, semplicemente perché non sono capaci di passare<br />

“dall’amore di sé al dono di sé”.<br />

C’è un deserto di amore intorno a noi che invoca la pioggia ristoratrice<br />

della speranza e di una gioiosa testimonianza di amore.<br />

5. Il mondo smarrito ha bisogno di speranza<br />

Tutte le forme di povertà presenti oggi nel mondo del benessere e in<br />

quello dei poveri hanno bisogno di segnali forti di speranza.<br />

Sono tanti, tantissimi i poveri di cibo, di salute, di casa, di lavoro; non<br />

sono meno i poveri di relazione: anziani, disabili, famiglie sbriciolate,<br />

minori trascurati.<br />

Sono innumerevoli i poveri di senso della vita, che si autodistruggono<br />

con la droga, l’alcool, l’anoressia, la bulimia, l’eccesso di velocità, il<br />

gioco d’azzardo, lo sfruttamento, la pedofilia, la devianza.<br />

Negli ultimi due secoli certe correnti di pensiero illuministe, nichiliste,<br />

materialiste, hanno tentato di negare Dio, di dichiararlo morto o mai<br />

esistito.<br />

La pretesa dell’epoca post-moderna è di negare la vera identità dell’uomo,<br />

della natura umana, <strong>delle</strong> sue leggi: spenta la Luce non si vede<br />

più nulla. Estromesso o negato Dio, come si fa a sapere chi è l’uomo?<br />

Il mondo attuale ha bisogno di un nuovo afflato di speranza che lo<br />

faccia risuscitare; e noi ne siamo i portatori.<br />

Questa consapevolezza deve risvegliare continuamente in noi un fortissimo<br />

anelito di cambiamento interiore e di rinnovamento spirituale.<br />

Più cerchiamo di essere veri e puliti dentro, di esprimere al meglio la<br />

nostra identità di ministri di Cristo, di presentarci al gregge come uomini<br />

ricchi di virtù, spiritualmente eleganti, asceticamente formati, in possesso<br />

di una grande dote di umanità, più suscitiamo speranza, bisogno di<br />

conversione e di impegno nel popolo di Dio.<br />

Nella preghiera, nell’ascolto, nella celebrazione eucaristica, cerchia-


mo ardentemente il Volto del Padre, perché nella predicazione, nel ministero<br />

e nei rapporti umani traspaia la presenza di Cristo e la nostra<br />

intimità con Lui. Dice Chevrot, nell’opera citata: “Non faremo mai conoscere<br />

Gesù Cristo se non lo conosciamo noi stessi dal di dentro, e non<br />

lo conosciamo veramente se non lo amiamo. Chi vive nell’intimità del<br />

Cristo sa pure parlare bene di lui […] Il testimone fedele è colui che fornisce<br />

la prova vivente che Gesù è il suo Salvatore, come dichiarava San<br />

Paolo: «La mia vita è Gesù Cristo». Gesù è colui che dà alla mia vita la<br />

sua ragion d’essere, il suo valore, il suo splendore? Posso affermare che<br />

se lui scomparisse dalla mia vita, dovrei scomparire anch’io? La mia<br />

vita è Gesù Cristo. Pregarlo è il mio riposo, ascoltarlo è la mia liberazione,<br />

riceverlo è la mia massima gioia”.<br />

“Non abbiamo visto mai Dio tanto vicino” dicevano coloro che avvicinavano<br />

il Curato d’Ars.<br />

Chi ci avvicina deve toccare con mano che credere in Gesù cambia la<br />

vita; affidarsi a Cristo mette le ali, porta in un’altra dimensione; abbandonandosi<br />

a Lui, si entra in una nuova realtà.<br />

Lo garantisce l’apostolo Pietro nella prima lettera: “Stringendovi a<br />

Lui, pietra viva… anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione<br />

di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo…” (2, 4-5).<br />

Dobbiamo convincerci, inoltre, dell’importanza essenziale della comunione<br />

e della forza comunionale che hanno la fedeltà agli incontri<br />

istituzionali, la collaborazione con le parrocchie vicine, il cammino verso<br />

le unità pastorali, i momenti di fraternità sacerdotale.<br />

Ci sono segni di buona volontà ed esperienze promettenti di incontro;<br />

ma i passi di pochi devono diventare il cammino di tutti.<br />

6. Conclusione<br />

Mi piace concludere questi pensieri con alcune riflessioni tratte da<br />

una lettera di Madre Margherita Tanlongo, seconda Superiora Generale<br />

<strong>delle</strong> Suore Oblate del Sacro Cuore: “[I sacerdoti] Sono i pastori che si<br />

dedicano completamente alle loro pecorelle, che cercano la pecorella<br />

smarrita, vanno incontro al figliuol prodigo, versano olio e balsamo sulle<br />

anime ferite, piangono ai piedi dell’altare le colpe degli uomini e le<br />

espiano con l’immolazione di tutto il loro essere.<br />

3


3<br />

Sono i sacerdoti che con la dignità della loro presenza danno ai fedeli<br />

l’impressione di vedere Gesù stesso […]<br />

La salvezza del mondo?... Sono i sacerdoti santi. Ogni loro parola è<br />

messaggio di pace, il loro esempio ha una forza irresistibile, la loro presenza<br />

vale essa stessa come una predica […]<br />

Vedendoli si pensa a Dio, avvicinandoli ci sentiamo migliori e nessuna<br />

anima può sottrarsi al calore vivificante della loro carità.<br />

Quale cumulo di grandezze, quale abisso di spirituali ricchezze!”.<br />

Con questa consapevolezza e con rinnovate disposizioni interiori,<br />

desiderosi di essere i pastori, le guide, i maestri, i testimoni e i modelli<br />

della Speranza, accingiamoci a riconfermare gli impegni sacerdotali.<br />

* * *<br />

Omelia<br />

per la Celebrazione diocesana<br />

del Corpus Domini<br />

Poggiorsini<br />

15 giugno 2006<br />

Adorate il Signore Cristo nei vostri cuori<br />

Es 24, 3-8<br />

Sal 115<br />

Eb 9, 11-15<br />

Mc 14, 12-16.22-26<br />

Tutta la Comunità Diocesana si è radunata intorno all’altare del Signore,<br />

per rendere solenne omaggio di adorazione alla Sua presenza reale<br />

nella Divina Eucaristia.<br />

Nella liturgia c’è già un giorno solenne dedicato all’Eucaristia: il<br />

Giovedì Santo. Ma quel giorno contempliamo l’istituzione, il sacrificio<br />

pasquale.<br />

Il Papa Urbano IV, nel 1264, istituì la solennità del Corpus Domini<br />

soprattutto per dare spazio alla pubblica adorazione, alla persona di Gesù<br />

realmente presente in Anima, Corpo, Divinità nella SS. Eucaristia.


Siamo qui per celebrare il sacrificio della Nuova Alleanza e per adorare.<br />

Di sacrificio di alleanza ci hanno parlato le letture; di invito ad adorare<br />

ci parla la frase scritta sul fondale dell’altare.<br />

La prima Lettura ci ha portati nel deserto del Sinai, dove si celebrò la<br />

prima grande assemblea liturgica dell’Antico Testamento.<br />

Dio aveva dato la Legge a Mosè e aveva proposto un’alleanza al suo<br />

popolo.<br />

Mosè costruisce un altare con 12 pietre, simbolo <strong>delle</strong> 12 tribù, e fa<br />

celebrare un sacrificio di alleanza.<br />

Tre grandi segni emergono nel rito:<br />

a) la lettura del libro della Legge;<br />

b) l’impegno del popolo: “Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo<br />

e lo eseguiremo”;<br />

c) l’aspersione dell’altare e del popolo col sangue degli animali sacrificati:<br />

“Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha stretto<br />

con voi mediante tutte queste parole”.<br />

Tutti e tre questi segni avevano un forte contenuto simbolico:<br />

a) il libro della Legge è chiamato “Libro dell’Alleanza”, perché i comandamenti<br />

non sono precetti e proibizioni, ma rivelazione della<br />

volontà di Dio di instaurare un rapporto di rispetto e di amore reciproco;<br />

b) il sangue sull’altare e sul popolo era segno che un’unica vita scorreva<br />

tra Dio e il popolo: il popolo apparteneva a Dio;<br />

c) l’impegno del popolo dimostrava che non si celebrava un semplice<br />

rito; l’ascolto non era stato passivo. Il popolo era coinvolto e<br />

accettava la Legge.<br />

La lettera agli Ebrei (II Lettura) ha messo in evidenza l’infinita differenza<br />

tra il sangue che cadeva sul popolo di Israele nel deserto e il<br />

sangue che offriamo noi.<br />

Il sangue che noi offriamo, e dal quale siamo purificati e redenti, non<br />

è sangue di capri e di vitelli; ma è sangue di Cristo.<br />

Se Israele veniva realmente coinvolto, fino ad assumersi <strong>delle</strong> responsabilità<br />

e ad impegnarsi di osservare un’alleanza, quale deve essere<br />

la nostra partecipazione, il nostro coinvolgimento nell’assemblea liturgica?<br />

3


3 0<br />

Nel cenacolo, Gesù riprende le parole di Mosè: “Questo è il mio sangue,<br />

il sangue dell’Alleanza, versato per molti”. Il rito simbolico, diventa<br />

vero, reale.<br />

Il Sacrificio Eucaristico è sacrificio di Alleanza Nuova. In ogni Messa,<br />

Gesù dà il Suo sangue e una Nuova Legge; fa alleanza con noi: “Vi do<br />

un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri. Sì, come io ho amato<br />

voi, così amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno che siete miei<br />

discepoli, se avrete amore gli uni gli altri”.<br />

L’esempio di come si ama, Gesù lo dà lavando i piedi ai discepoli:<br />

ama chi si fa servo e si umilia.<br />

Scrive Benedetto XVI: “L’Eucaristia ci attira nell’atto oblativo di<br />

Gesù. Noi […] veniamo coinvolti nella dinamica della sua donazione<br />

[…] Lo stare di fronte a Dio diventa ora […] partecipazione al suo corpo<br />

e al suo sangue, diventa unione” (Deus caritas est, 13).<br />

“La «mistica» del sacramento ha un carattere sociale […] L’unione<br />

con Cristo è allo stesso tempo unione con tutti gli altri ai quali Egli si<br />

dona […] La Comunione mi tira fuori di me stesso verso di Lui, e così<br />

anche verso l’unità con tutti i cristiani […] Un’Eucaristia che non si traduca<br />

in amore concretamente praticato è in se stessa frammentata” (n.<br />

14).<br />

“Se il contatto con Dio manca del tutto nella mia vita, posso vedere<br />

nell’altro sempre soltanto l’altro” (n. 18).<br />

Adorate<br />

Quando si celebra bene, quando si entra con tutta la mente, il cuore, la<br />

vita nella celebrazione Eucaristica, …tutta la vita diventa una Messa, un<br />

atto di culto, un sacrificio spirituale, un’adorazione continua, una vita a<br />

due con Cristo.<br />

Ecco il senso <strong>delle</strong> parole di Pietro: “Adorate il Signore Cristo nei<br />

vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione<br />

della speranza che è in voi” (1Pt 3, 15).<br />

L’adorazione spetta solo a Dio.<br />

Adorare è riconoscere la trascendenza di Dio, la divinità di Gesù, la<br />

sua signoria, la sua sovranità universale.<br />

L’adorazione si esprime con i gesti di culto, i riti liturgici, la genuflessione,<br />

la prostrazione.


Ma l’adorazione diventa piena, vera, perfetta quando si adora con la<br />

vita: sono segni e frutti di una adorazione vera la cura della vita spirituale,<br />

i sacramenti, lo stato di grazia, l’assenza del peccato, la comunione<br />

di vita con Dio, la pratica <strong>delle</strong> virtù cristiane, soprattutto della carità, la<br />

preghiera nella giornata.<br />

Così si esprime Benedetto XVI nell’omelia dei Primi Vespri nella<br />

vigilia di Pentecoste: nella giornata “dobbiamo soprattutto ritrovare la<br />

fonte della vita […] La vita stessa deve riemergere in tutta la sua bellezza<br />

e sublimità, cercando col cuore Cristo […] La creazione e la storia<br />

[…] aspettano uomini e donne che realmente siano figli di Dio e si comportino<br />

di conseguenza”.<br />

San Paolo, quest’idea aveva del culto. È stato un modello e un maestro<br />

dell’adorare Cristo con la vita: vedeva il suo stesso martirio come<br />

una coppa versata in onore di Cristo.<br />

Egli, ai cristiani di Roma, scrive che tutta la vita cristiana è un culto<br />

spirituale: “Vi esorto, o fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire le<br />

vostre persone quale sacrificio vivo, santo, gradito a Dio; questo è il vostro<br />

culto spirituale”.<br />

L’unico culto del cristiano è l’offerta della vita di carità a Dio.<br />

Ai Filippesi scrive che il proprio martirio è il sangue versato in libagione;<br />

la vita di fede dei Filippesi e il proprio apostolato sono una “Liturgia”,<br />

un “Sacrificio”.<br />

È una “Liturgia” il gesto di carità dei Filippesi, che gli hanno mandato<br />

Epafrodito ad “assisterlo nelle sue necessità”. Chiama “Liturgia” la<br />

colletta fatta dai Corinzi e dai Romani a favore dei cristiani di Gerusalemme.<br />

L’espressione più alta, massima dell’adorazione è donare la vita a<br />

Cristo per i fratelli. Chi dona la vita, è sullo stesso piano cultuale del<br />

sacrificio di Cristo.<br />

Benedetto XVI, sempre nell’omelia dei Primi Vespri nella vigilia di<br />

Pentecoste, così si esprime: “La vita la si trova soltanto donandola […]<br />

Quando della vita ci si vuole soltanto impadronire, essa si rende sempre<br />

più vuota, più povera; facilmente si finisce per rifugiarsi nella droga,<br />

nella grande illusione […] La vita la troviamo nella comunione con Colui<br />

che è la vita in persona”.<br />

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3 2<br />

Concludo con una icona presa dal Vangelo che è stato proclamato:<br />

agli Apostoli che chiedono dove preparare per la Pasqua, Gesù risponde:<br />

“Vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo”.<br />

Cioè: incontrerete un “servo”; uno rivestito di umiltà, di spirito di servizio,<br />

che si rapporta al suo Padrone. Egli vi porterà a celebrare la Pasqua.<br />

Il mondo, oggi, ha bisogno urgente di questi servi, in stretto rapporto<br />

col Signore.<br />

Insieme al libretto per la celebrazione, vi è stata consegnata un’immaginetta<br />

ricordo di questa giornata. Dietro, trovate una preghiera semplice<br />

e breve, che ho scritta perché, imparandola a memoria, possiamo<br />

ripeterla innumerevoli volte lungo il giorno:<br />

− per vivere ogni momento in unione e in dialogo con Gesù;<br />

− per lavorare, stando continuamente alla presenza di Dio e dell’Eucaristia;<br />

− per rendere ogni azione un culto spirituale;<br />

− per adorare continuamente Cristo nel nostro cuore.<br />

Schema Omelia<br />

per l’Ordinazione Diaconale<br />

di Giuseppe Loviglio<br />

Concattedrale di <strong>Gravina</strong><br />

20 maggio 2006<br />

VI Domenica di Pasqua - B<br />

At 10, 25-27.34-35.44-48<br />

Sal 97<br />

1Gv 4, 7-10<br />

Gv 15, 9-17<br />

Nel Vangelo: tutte le risposte agli interrogativi che questa Celebrazione<br />

pone.<br />

Un giovane mette tutta la sua vita, la sua esistenza nelle mani del Signore<br />

e si impegna, consapevolmente e responsabilmente:


ÿ a vivere secondo la santità del Sacramento dell’Ordine,<br />

ÿ a mettere se stesso a servizio degli altri nella Chiesa.<br />

Qual è la chiave di lettura di questo gesto, in un contesto in cui:<br />

ÿ è rivendicata l’assoluta autonomia della sessualità;<br />

ÿ non si crede nel celibato;<br />

ÿ si ha paura di scelte definitive: nulla è certo, tutto è relativo;<br />

ÿ la Chiesa è presentata con i tratti più foschi;<br />

ÿ la figura di Cristo è sacrilegamente oltraggiata per odio contro<br />

il Papa e amore del denaro.<br />

Quando un giovane chiede di donare se stesso, è segno che ha ricevuto<br />

un dono: il dono di comprendere (con la luce dello Spirito e la certezza<br />

della fede) le parole che abbiamo ascoltato nel Vangelo: “Come<br />

il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio<br />

amore” (v. 9).<br />

Si risponde alla vocazione quando si comprende di essere amati da<br />

Gesù, con lo stesso amore col quale Egli è amato dal Padre.<br />

L’amore eterno, immenso, personale, gratuito che il Padre dona al<br />

Figlio, il Figlio lo dà a me.<br />

Come il Padre e il Figlio sono una cosa sola, perché il Padre rimane<br />

nel Figlio e il Figlio nel Padre, così chi scopre di essere amato con questo<br />

amore sente il bisogno di rimanere totalmente e per sempre nel Padre<br />

e nel Figlio.<br />

Scoprire di essere stati creati per entrare in comunione con Dio è la<br />

gioia più grande della vita: “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in<br />

voi e la vostra gioia sia piena” (v. 11).<br />

Dio non ama a parole: Dio ha tanto amato il mondo da dare il proprio<br />

Figlio; e il Figlio, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino<br />

alla fine.<br />

Dio ama donando se stesso: “Nessuno ha un amore più grande di questo:<br />

dare la vita per i propri amici” (v. 13).<br />

Chi prende coscienza di essere amato da Dio, sente il bisogno di donare<br />

la propria vita ai fratelli, perché anch’essi scoprano e facciano esperienza<br />

di essere amati da Dio: “Io […] vi ho costituiti perché andiate e<br />

portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (v. 16).<br />

3 3


3 4<br />

Ecco la chiave che spiega il mistero del sacerdozio e della vita consacrata;<br />

ecco il segreto che spiega la domanda di Giuseppe di scegliere<br />

Colui dal quale è stato scelto, per servire gli altri unicamente per amore.<br />

Giuseppe, nella fedeltà di ogni giorno, non riprenderti mai ciò che<br />

oggi doni al Cristo!<br />

Nell’incontro quotidiano con Cristo, sentiti inviato in missione di<br />

servizio generoso e gratuito. Nel servire i fratelli, offri non cose di tua<br />

produzione, ma frutti che rimangano: Cristo, la sua Parola, il suo amore,<br />

la sua testimonianza.<br />

Ogni persona che avvicini, senta che tu sei “amico di Gesù”, perché<br />

dal tuo cuore e dalla tua bocca esce sempre e soltanto ciò che hai udito<br />

da Lui.<br />

Omelia<br />

per la festa della Virgo Fidelis,<br />

Patrona dell’Arma dei Carabinieri<br />

Cattedrale di Bari<br />

21 novembre 2006<br />

Zc 2,10-13<br />

Ef 1,3-6.11-12<br />

Mc 3.31-35<br />

In tutto il Vangelo, una sola volta Gesù presenta alla gente sua madre.<br />

Poteva dire di lei cose meravigliose: “la mia mamma è immacolata; è<br />

mia madre ma è vergine perché mi ha concepito per opera dello Spirito<br />

santo; è la madre di Dio, perché io sono il figlio di Dio”.<br />

Preferisce, invece, presentarla come modello di quelli che fanno sempre<br />

la volontà di Dio. La presenta come donna fedele alla parola di Dio,<br />

come vergine che mantiene nella fedeltà le promesse fatte al Signore.


l’origine della devozione<br />

I Carabinieri, da 65 anni, prima per lo zelo e la devozione del gesuita<br />

P. Massaruti; poi per opera dell’Ordinario Militare S. E. Mons. Carlo Alberto<br />

Cavallerleone e del Cappellano Capo P. Apolloni, gesuita, onorano<br />

la Vergine come patrona dell’Arma col titolo di “Virgo fidelis”.<br />

Nel 1949 questa devozione è così diffusa e sentita che Pio XII proclama,<br />

con la sua autorità pontificia, la Vergine Santissima, patrona dell’Arma<br />

dei Carabinieri col titolo di “Virgo fidelis”, e fissa la celebrazione<br />

della Festa al 21 novembre, giorno in cui la liturgia celebra la memoria<br />

della presentazione al tempio di Maria.<br />

E l’Arma dei carabinieri, nei 192 anni della sua storia, ha dimostrato<br />

in molti modi e in numerosissime azioni di fare onore alla propria<br />

Patrona.<br />

Il motto coniato nel primo centenario dell’Arma: “Nei secoli fedele”<br />

e gli appellativi di “benemerita” e “fedelissima” attribuitile negli anni<br />

seguenti, sono testimonianze di uno spirito e di un impegno che, nel cuore<br />

dell’Arma, non sono venuti e non vengono mai meno.<br />

le ragioni della festa<br />

La festa della Virgo fidelis, allora, celebra non solo la celeste Patrona,<br />

modello di fedeltà; ma anche lo spirito dell’Arma dei carabinieri, (che è<br />

la fedeltà), e l’identità del carabiniere, ciò che egli è. Celebra la vostra<br />

vita, il vostro carisma.<br />

La festa della Virgo Fidelis vi invita: a volgere lo sguardo alla testimonianza<br />

di Maria; a ricordare il cammino glorioso dell’arma. Un cammino<br />

segnato spesso dal sangue <strong>delle</strong> vittime sacrificate nell’adempimento<br />

del loro dovere.<br />

Oggi vogliamo onorare in modo speciale le vittime di Nassiria, sacrilegamente<br />

offese e oltraggiate da una ciurma di scalmanati, senza alcun<br />

senso civico, senza alcun sentimento di pietà, senza alcuna umanità. Nel<br />

ricordo commosso e riverente del loro sacrificio, oggi rinnovate gli impegni,<br />

che, vestendo la divisa e facendo giuramento, ognuno ha preso<br />

davanti alla propria coscienza, all’Arma e alla Patria: essere fedele!<br />

3


3<br />

Il segreto di Maria<br />

Qual’era il segreto della fedeltà di Maria? Maria aveva la mente, il<br />

cuore, la vita piena di Cristo.<br />

Il cuore di Maria è stata la prima casa abitata in terra dal Figlio di Dio.<br />

Al centro del cuore di Maria c’è Gesù; intorno a Gesù, come la terra intorno<br />

al sole, ha orbitato Maria con una fede indefettibile.<br />

Il cuore di Maria era il Tempio dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo<br />

l’ha resa non solo madre del Figlio di Dio incarnato, ma anche forte,<br />

umile, semplice, vigilante, fedele.<br />

Il segreto di Maria lo rivela e lo riassume San Luca con questa espressione:<br />

“Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel<br />

suo cuore” (Lc 2,19). Cioè, Maria filtrava tutto ciò che accadeva e doveva<br />

fare alla luce della Volontà di Dio e della Sua Parola.<br />

La Virgo Fidelis, modello attuale<br />

Maria era una semplice ragazza di villaggio, sposa di un giovane di<br />

nome Giuseppe. È lontana da noi nel tempo, ma è modello attuale per i<br />

cristiani di ogni tempo. Il nostro tempo sembra caratterizzarsi per il suo<br />

allentamento da Dio.<br />

Oggi si vogliono risolvere i problemi senza di Lui; lo si vuole escludere<br />

dalla vita, dalla cultura, dalla politica, dalla società.<br />

Il Papa, il 19 ottobre scorso, al Convegno Ecclesiale di Verona ha detto<br />

che in Maria “incontriamo pura e non deformata, al vera essenza della<br />

Chiesa”. Maria è il punto di riferimento, il modello del quale abbiamo<br />

bisogno per riuscire ad essere segno concreto e credibile della presenza<br />

di Dio e della Sua azione nel mondo.<br />

Maria insegna che “senza Dio” siamo niente; siamo ruderi di Città<br />

desolate.<br />

Senza Cristo, c’è solo sete di potere; c’è orgoglio, bramosìa di piaceri,<br />

assenza di principi e di valori. Quando nel cuore dell’uomo non c’è<br />

posto per Cristo, non c’è posto nemmeno per il prossimo; per il rispetto<br />

della vita e della dignità della persona.<br />

È così che si arriva a dissacrare giovani vite sacrificate nell’adempimento<br />

del loro dovere a servizio della pace, dell’assistenza ai deboli, del<br />

dialogo tra i popoli e le culture.


Il Papa a Verona ha affermato: “decisivo è il nostro essere uniti a Lui,<br />

e quindi tra noi”; “la nostra vera forza è dunque nutrirci della Sua Parola<br />

e del Suo Corpo”. Applicato a voi questo messaggio significa che il<br />

carabiniere, per essere fedele alla Patria, deve essere fedele a Cristo e al<br />

Corpo al quale, come militare, appartiene.<br />

santi in divisa<br />

Tra le vostre file non mancano uomini che hanno testimoniato con la<br />

vita quanto siano vere le parole del Santo Padre.<br />

È in corso la causa di beatificazione di Salvo D’Acquisto, il comandante<br />

della Stazione di Palidoro che il 23 settembre 1943 si consegnò ai<br />

tedeschi in cambio di 22 ostaggi presi per rappresaglia.<br />

Il Generale francese Gioacchino Ambert, verso la metà del 1800, tracciava<br />

questo profilo commovente, letterariamente poetico, ma vero ed<br />

esaltante, del carabiniere italiano: è un testo che certamente conoscete.<br />

“Io l’ho visto soccorrere i prigionieri con la devozione della suora<br />

di carità; l’ho visto confortare il condannato a morte, come fa il sacerdote<br />

col moribondo; l’ho visto dopo le cruente lotte civili curare i feriti,<br />

come fa il medico; l’ho visto nella famiglia calmare gli odi ed i rancori,<br />

come fa il confessore; l’ho visto presiedere le feste del villaggio, come fa<br />

il vecchio patriarca della tribù; l’ho visto combattere come guerriero;<br />

l’ho visto soffrire in silenzio come il religioso; l’ho visto morire come<br />

martire”.<br />

Questa non è poesia, né enfasi. Questi sono modelli di santità in divisa<br />

alla quale tutti siete chiamati.<br />

Ce lo ha ricordato San Paolo nella seconda lettura.<br />

Dio “ci ha scelti, prima della creazione del mondo, per essere santi e<br />

immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci ad essere suoi<br />

figli adottivi, per opera di Gesù Cristo”.<br />

È una chiamata che scaturisce dal battesimo e alla quale dobbiamo<br />

rispondere con la fedeltà di ogni giorno.<br />

La “Virgo fidelis” vi sia modello e guida.<br />

3


3<br />

Vergine del Rosario,<br />

Madre di Dio<br />

e Madre nostra, Maria,<br />

Tu hai condiviso<br />

le gioie, i dolori e la gloria<br />

del Tuo Figlio Gesù.<br />

Preghiera<br />

alla Madonna del Rosario<br />

Fà, o Madre, che noi,<br />

contemplando nei misteri del Rosario<br />

la tenerezza del Padre<br />

che ci ha donato il Suo Figlio,<br />

l’amore del Cristo,<br />

che ha versato il Suo sangue<br />

per la nostra salvezza,<br />

la potenza dello Spirito<br />

che risuscita, santifica e dà vita,<br />

ci convertiamo al Vangelo<br />

camminiamo nella speranza,<br />

cresciamo nella carità.<br />

La corona che ci offri,<br />

o Madre dolcissima,<br />

sia per noi, pellegrini nel mondo,<br />

pegno del Tuo aiuto<br />

e della Tua materna protezione,<br />

scudo che ci difende<br />

dalle seduzioni del Maligno,<br />

vincolo che ci unisce a Te,<br />

via che ci porta nel cuore<br />

dell’eterna e beata Trinità.<br />

Amen.<br />

Preghiere<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo


Io credo, o mio Gesù,<br />

che tu sei presente<br />

nella Santissima Eucaristia.<br />

Ti adoro nei tabernacoli<br />

di tutto il mondo<br />

e desidero ardentemente<br />

di riceverti nel mio cuore.<br />

Vieni in me,<br />

o mio Gesù,<br />

perché io viva<br />

ogni istante con Te.<br />

Dammi il tuo perdono<br />

e la tua grazia<br />

perché io ami Te<br />

e i miei fratelli<br />

come Tu ami me.<br />

Maria, Donna Eucaristica,<br />

rendimi, nella Chiesa<br />

e per il mondo,<br />

un segno vivo di speranza. Amen.<br />

Preghiera<br />

per la Comunione Spirituale<br />

Poggiorsini, 15 giugno 2006, Celebrazione Diocesana del Corpus Domini<br />

✠ Mario Paciello<br />

3


3 0<br />

a) Verifica<br />

Programma Pastorale Diocesano<br />

2006-2009<br />

Premessa<br />

Ogni nuovo anno pastorale ci fa sentire il bisogno e il dovere di chiederci:<br />

“cosa fare - quale tappa raggiungere - quali scelte privilegiare”.<br />

• Domanda legittima e necessaria per dare risposte che non siano un<br />

inutile agitare di ali senza volo e senza mèta.<br />

• Una risposta programmatica e operativa, per essere seria, deve fondarsi<br />

su una previa verifica del programma dell’anno precedente.<br />

• Se non dobbiamo accontentarci di frasi fatte, di programmi puramente<br />

cartacei, di cammini di Chiesa puramente illusori, dobbiamo avere<br />

l’umiltà e il coraggio di riconoscere il bene fatto e quello che potevamo<br />

promuovere e non abbiamo fatto.<br />

• Nel Programma Pastorale dello scorso anno abbiamo scelto di privilegiare:<br />

ß il Giorno del Signore;<br />

ß la famiglia;<br />

ß i giovani;<br />

ß le unità pastorali.<br />

Cosa ne è stato di questi quattro obiettivi nelle nostre Comunità e<br />

negli Uffici di Curia?<br />

• È impossibile in uno o due anni realizzare e consolidare conquiste pastorali;<br />

e quand’anche ci si riuscisse, non per questo dovrebbe venire<br />

meno l’impegno.<br />

• Se dobbiamo avere il coraggio della verità, dobbiamo riconoscere<br />

che:<br />

ß Dobbiamo fare passi significativi per promuovere la pastorale sanitaria,<br />

familiare, sociale e giovanile.<br />

ß Dobbiamo rendere molto più articolati, efficienti e propositivi gli<br />

Uffici di Curia e gli Operatori Pastorali Parrocchiali.<br />

ß Molti più giovani parteciperebbero alla Scuola di Preghiera se noi<br />

fossimo attenti ad invitarli e accompagnarli.


ß Potremmo fare di più per inculcare nei catechisti e negli operatori<br />

pastorali il dovere e il bisogno di formazione.<br />

ß Tutte le iniziative diocesane riuscirebbero meglio se fossero sempre<br />

e da tutti prese con dovuta attenzione.<br />

ß Gran parte del Programma Pastorale Diocesano non resterebbe<br />

lettera morta se lo si facesse entrare nella programmazione pastorale<br />

parrocchiale.<br />

ß Tante difformità di comportamento pastorale non ci sarebbero, se<br />

fosse più forte il senso di ecclesialità e di comunione presbiterale.<br />

ß Si può avere una maggiore partecipazione dei laici nell’azione pastorale<br />

se ci apriamo a un più rispettoso e attento ascolto e se dedichiamo<br />

più tempo alla formazione interiore e alla cura della vita<br />

spirituale <strong>delle</strong> persone.<br />

ß Si potrebbero dare risposte più adeguate ai bisogni di accoglienza<br />

se si unissero le forze e il volontariato per la carità.<br />

ß La costituzione <strong>delle</strong> unità pastorali non sarebbe così difficile e<br />

problematica, se fossimo un po’ più aperti al nuovo e alla comunione.<br />

ß Parecchie parrocchie non sono abitate e abitabili dai giovani.<br />

- I giovani, anche quelli “vicini”, avvertono l’assenza amichevole<br />

e spirituale, particolarmente dei preti giovani.<br />

ß Si nota il desiderio di un salto di qualità nella vita e nell’azione<br />

pastorale della <strong>Diocesi</strong>: dobbiamo chiederci cosa siamo disposti a<br />

fare per collaborare.<br />

Questa panoramica informale e incompleta non vuole essere né un<br />

libello di accusa né una retorica e trita lamentazione.<br />

Se in tutto ciò che abbiamo osservato c’è della verità, non dobbiamo<br />

fare altro che metterci in atteggiamento di conversione e ripartire col<br />

cuore aperto alla speranza.<br />

b) Indicazioni di metodo<br />

Per una migliore e più efficace azione pastorale, propongo, per la<br />

nuova tappa di cammino, alcune attenzioni metodologiche, che il Consiglio<br />

Presbiterale e i Direttori degli Uffici di Curia valuteranno.<br />

3 1


3 2<br />

1. Dobbiamo condividere più frequentemente con i Presbiteri la vita<br />

della <strong>Diocesi</strong> attraverso gli Organismi di Consiglio, incontri con i<br />

Parroci e riunioni cittadine.<br />

2. Dobbiamo impostare un Programma Pastorale Triennale (2006-<br />

2009) a dimensione interparrocchiale per aiutare gli operatori pastorali<br />

e le comunità a realizzare una pastorale di <strong>insieme</strong>, un’azione<br />

missionaria unitaria e comunitaria.<br />

3. Dobbiamo superare le collaborazioni sporadiche, le iniziative occasionali,<br />

gli aiuti di emergenza, per entrare in una cultura pastorale di<br />

comunione, di condivisione, di sussidiarietà, di partecipazione.<br />

4. Dobbiamo cogliere dall’esperienza che viviamo quale idea di Chiesa<br />

abbiamo, e dai Documenti del Magistero e del Concilio, quale<br />

Chiesa dobbiamo essere, quale battesimo dobbiamo vivere.<br />

5. Dobbiamo rinnovare la Curia con alcuni cambiamenti di persone<br />

o di ufficio e con l’inserimento di laici volontari nei diversi settori<br />

pastorali.<br />

6. Per facilitare i rapporti “Curia - Parrocchie”, si propone ai presbiteri<br />

e diaconi <strong>delle</strong> singole zone [1) <strong>Altamura</strong>; 2) <strong>Gravina</strong>, Spinazzola,<br />

Poggiorsini; 3) <strong>Acquaviva</strong>, 4) Santeramo] di scegliere non coordinatori,<br />

ma vicari foranei che si impegnano ad essere presenti in Curia<br />

una volta la settimana, e negli incontri degli Uffici di Curia.<br />

7. Si avverte la necessità di rendere la Caritas espressione della carità<br />

della <strong>Diocesi</strong>.<br />

Poiché la “carità” è il tema di fondo di tutta l’azione pastorale del<br />

triennio 2006-2009, occorre articolare meglio l’ufficio, dividere le<br />

responsabilità dei servizi e dei progetti, sviluppare l’impegno formativo<br />

dei preti e dei laici.<br />

8. Un’attenzione particolare occorre nella nostra <strong>Diocesi</strong> al mondo e<br />

ai problemi della cultura sui grandi temi ideologici, etici e teologici,<br />

oggi maggiormente dibattuti.<br />

A tal proposito si nota la necessità di invitare maestri autorevoli, di<br />

istituire l’Ufficio di Pastorale Scolastica e di coordinarlo con l’Ufficio<br />

Cultura e l’Ufficio Scuola, per offrire ai docenti, agli universitari,<br />

ai professionisti, occasioni di approfondimento sui punti più<br />

dibattuti nel contesto attuale.<br />

9. Occorre istituire una Scuola di Formazione Socio-Politica per far<br />

conoscere il pensiero della Chiesa in fatto di Dottrina Sociale e Politica.


Facendo tesoro <strong>delle</strong> esperienze in atto in altre <strong>Diocesi</strong> e interagendo<br />

con le Associazioni socio-politico-culturali esistenti (Circolo <strong>delle</strong><br />

Formiche - Circolo Aldo Moro - Progetto “Bollenti spiriti” - Circolo<br />

dei monelli - Pensare Politicamente - Associazioni Culturali) è possibile<br />

suscitare interesse verso il diritto-dovere di cittadinanza da<br />

cristiani nel mondo della politica, dell’economia, della vita sociale.<br />

10. Per la Scuola di Formazione Teologico Pastorale, dopo le diverse<br />

tipologie adottate, si avverte la necessità di una maggiore stabilità<br />

nelle forme e nei contenuti.<br />

Nasce la S.F.T.P. come realtà autonoma, distinta dagli altri Uffici, e<br />

in dialogo con essi, con un proprio Direttore ed un’unica sede.<br />

Le lezioni si svolgeranno in due ore settimanali nell’arco di un triennio.<br />

Il piano di studi sarà articolato sulla base <strong>delle</strong> quattro Costituzioni<br />

Conciliari del Vaticano II.<br />

Luogo della Scuola potrebbe essere la nuova Parrocchia della Trinità<br />

di <strong>Altamura</strong> (Chiesa della Trasfigurazione in Via Santeramo).<br />

11. L’Aggiornamento dei Sacerdoti si potrebbe fare il lunedì sera, anziché<br />

il venerdì, e articolarsi in due momenti: a) Relazione; b) Gruppi<br />

di approfondimento a livello cittadino.<br />

c) Eventi di rilievo dell’anno 2006/2007<br />

• L’Anno Pastorale 2006-2007, dopo la grande Assemblea dell’Incoronata<br />

e le tre grandi feste della Madonna di Costantinopoli, della<br />

Madonna del Buoncammino e di San Michele Arcangelo, si apre<br />

con due eventi straordinari che si celebreranno lo stesso giorno, il 30<br />

settembre 2006: l’inaugurazione del nuovo Ospedale “F. Miulli” e<br />

l’inaugurazione del nuovo Seminario.<br />

Per l’una e l’altra manifestazione, che saranno presiedute da Sua<br />

Eminenza il Cardinale Re, riceverete l’invito col vivo desiderio che<br />

siate presenti, almeno a una <strong>delle</strong> due.<br />

• Un altro evento straordinario sarà la “Visita ad limina” durante la quale<br />

il Santo Padre desidera incontrare le <strong>Diocesi</strong> Pugliesi nell’udienza<br />

generale del 14 marzo 2007. Al Santo Padre non vorrei portare solo<br />

la mia persona e i nostri problemi, ma tutta la Chiesa, tutte le Parrocchie,<br />

tutti i Sacerdoti, i Religiosi e le Aggregazioni.<br />

3 3


3 4<br />

ß Dal 16 al 20 ottobre 2006 con tutte le Chiese che sono in Italia vivremo<br />

il Convegno Ecclesiale di Verona.<br />

ß Dal 13 al 15 ottobre, la Comunità di Gesù promuove a Bari il Kairos,<br />

un grande evento ecumenico di dialogo e di preghiera con rappresentanti<br />

di Chiese dell’Oriente e dell’Occidente.<br />

ß Lungo questo anno pastorale avremo l’ordinazione presbiterale di<br />

Don Giuseppe Loviglio, e diaconale di Francesco Elia e di Nicola<br />

Chiarulli; saranno ordinati diaconi permanenti gli accoliti Pietro Di<br />

Pace di <strong>Altamura</strong> e Pasquale Caporusso di <strong>Acquaviva</strong>.<br />

ß Il 23 settembre ordinerò presbitero nella Cattedrale di <strong>Gravina</strong> il<br />

Diacono Rogazionista don Antonio Paciello.<br />

ß Il Vescovo dal 25 ottobre al 6 novembre 2006 sarà in Argentina e in<br />

Brasile:<br />

– per il primo Incontro Mondiale dei Vescovi che hanno nuove Comunità<br />

(Comunità di Gesù);<br />

– per la XII Conferenza Internazionale della Fraternità Cattolica.<br />

1. Il cammino della Chiesa Italiana<br />

“Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” è il solco tracciato<br />

dai Vescovi Italiani per il decennio 2000 - 2010.<br />

A metà di questo percorso il Convegno di Verona (16-20 ottobre<br />

2006), raccogliendo indicazioni e riflessioni provenienti dalle <strong>Diocesi</strong><br />

italiane, consegnerà alle Chiese Locali la sintesi di un percorso condiviso<br />

e alcune attenzioni pastorali:<br />

• la vita affettiva;<br />

• il lavoro e la festa;<br />

• la fragilità umana;<br />

• la tradizione;<br />

• la cittadinanza.<br />

Le risposte al questionario in preparazione al Convegno di Verona<br />

elaborate dalle unità pastorali della nostra <strong>Diocesi</strong> sono state una prima<br />

tappa di riflessione su tematiche che interpellano tutta la nostra<br />

Chiesa.


2. Rispondere alle attese della nostra gente<br />

a) Vita affettiva<br />

I recenti episodi che hanno colpito due famiglie e le Città della nostra<br />

<strong>Diocesi</strong>, la crescita del numero di matrimoni che naufragano in separazioni,<br />

divorzi, unioni di fatto sono per la nostra Chiesa Locale un invito<br />

a vivere con rinnovato impegno l’annuncio del Vangelo nelle nostre famiglie.<br />

Non possiamo nasconderci le difficoltà che le giovani famiglie trovano<br />

nell’impostare il proprio percorso di vita familiare. Per mettere a<br />

punto un programma che voglia dare risposte concrete, dobbiamo:<br />

a) riflettere sull’efficacia dei corsi di preparazione al matrimonio;<br />

b) cercare “<strong>insieme</strong>” percorsi più seri, qualificati ed esigenti per celebrare<br />

in modo degno il sacramento del matrimonio;<br />

c) prendere atto che moltissime coppie, specialmente nei primi anni di<br />

matrimonio, sono aperte a un cammino spirituale e desiderose di incontro<br />

e di accompagnamento, ma, di solito non lo trovano;<br />

d) verificare quali iniziative e occasioni di formazione all’affettività offriamo<br />

agli adolescenti e ai giovani che frequentano i nostri gruppi;<br />

e) ipotizzare itinerari ed esperienze comuni <strong>delle</strong> parrocchie per formare<br />

gli animatori di coppie o per la preparazione dei fidanzati;<br />

f) aprirci alla collaborazione e alla condivisione di spazi, di idee, di<br />

strutture e di mezzi per iniziative a favore dei ragazzi (vacanze, carnevale,<br />

anno scolastico, periodo estivo, tempi liturgici, avvenimenti,<br />

ecc.).<br />

b) Lavoro e festa<br />

Nell’anno pastorale 2004/2005 ci siamo preparati al Congresso Eucaristico<br />

Nazionale con il Convegno Diocesano sul “Giorno del Signore”.<br />

Diversi suggerimenti, sollecitazioni, prospettive sono state offerte<br />

alle nostre comunità.<br />

Ora, alla luce dell’esperienza che viviamo ogni domenica in parrocchia,<br />

cerchiamo di:<br />

a) ipotizzare iniziative concrete, da far entrare in programma, per fare<br />

un salto di qualità, sia nella celebrazione, sia nella sensibilizzazione<br />

<strong>delle</strong> famiglie a vivere il Giorno del Signore;<br />

3


3<br />

b) chiederci quale presenza c’è e quale può esserci nelle realtà lavorative<br />

dell’ambito parrocchiale;<br />

c) adeguare gli orari <strong>delle</strong> celebrazioni al nuovo contesto socio-culturale,<br />

sia nei giorni feriali che in quelli festivi.<br />

c) Fragilità umana<br />

Non mancano nelle nostre Città situazioni familiari e personali che<br />

chiedono maggiore attenzione: giovani senza lavoro, famiglie in crisi,<br />

ammalati e anziani soli. Sappiamo di non riuscire a dare una risposta a<br />

tutte le richieste che quotidianamente si presentano alla nostra Chiesa,<br />

ma non possiamo smettere di porre domande e cercare risposte.<br />

Per evitare di sfiorare il problema senza risolverlo, è necessario:<br />

a) individuare i bisogni emergenti, le cause di povertà della Parrocchia e<br />

della Città;<br />

b) convincersi che con le sole proprie forze non si possono dare molte<br />

risposte;<br />

c) rendersi disponibili e sensibilizzare le comunità vicine o tutta la città a<br />

elaborare progetti comuni (es. centri di ascolto - mensa - accoglienza).<br />

d) Tradizione<br />

La nostra terra è ricca di tradizioni che alimentano e sostengono la<br />

fede del nostro popolo. Ma la tradizione ecclesiale non è semplicemente<br />

il ripetersi di eventi, manifestazioni o iniziative. Essa necessita di<br />

essere sostenuta continuamente dalla novità della Parola di Dio, dalla<br />

testimonianza dei martiri, dalla radicalità della sequela di Cristo, dalla<br />

formazione dei cristiani. È necessario coniugare le nostre radici con i<br />

nuovi strumenti di comunicazione.<br />

Le nostre tradizioni, come i nuovi mezzi di comunicazione, ci interpellano<br />

e ci invitano a dare risposte.<br />

È opportuno e importante:<br />

a) Verificare se il nuovo Statuto per le feste patronali e parrocchiali,<br />

pubblicato nel 2005, è adottato e rispettato.<br />

– Spesso si invocano norme; ma quando vengono emanate, tutto resta<br />

com’era.


– Nulla si muove, nulla progredisce se non si ha il coraggio dell’innovazione,<br />

anche a costo di sofferenze.<br />

b) Far partire al più presto il sito internet della <strong>Diocesi</strong>, pubblicare l’annuario;<br />

rendere operante quanto prima il “Servizio Informatico Diocesano”,<br />

avviare entro l’anno l’informatizzazione e la messa in rete<br />

degli archivi diocesani. Un grande contributo volontario in questo<br />

settore, può venire offerto alla Curia dalle Parrocchie, poiché molti<br />

giovani e adulti sono esperti in informatica.<br />

e) Cittadinanza<br />

L’impegno di testimonianza nelle nostre Città è quanto mai urgente e<br />

doveroso. Mi piacerebbe offrire ai laici della <strong>Diocesi</strong> percorsi formativi<br />

a sostegno dell’impegno di chi vive in prima persona la propria fede in<br />

ambiti sociali e politici. Anche in questo caso ritengo quanto mai significativo<br />

l’apporto <strong>delle</strong> parrocchie e dei gruppi presenti in <strong>Diocesi</strong>. Le<br />

nostre Città non ci chiedono di sostituirci a persone, istituzioni o organizzazioni<br />

socio politiche, ma innanzitutto di sostenere con una progettualità<br />

capace di dialogo, iniziative, proposte a favore di tutti, in particolare<br />

di chi ha più bisogno. È necessario imparare a decifrare con tutti il<br />

concetto di bene comune attraverso proposte concrete nuove.<br />

Una risposta concreta <strong>delle</strong> Parrocchie all’impegno di cittadinanza<br />

può essere data:<br />

a) Individuando giovani e adulti particolarmente portati verso le problematiche<br />

socio-politiche e convincerli a partecipare alla Scuola di<br />

Formazione sulla Dottrina Sociale della Chiesa.<br />

b) Formando laici cristiani a interessarsi dei problemi della Città, ad<br />

avere una presenza attiva e testimoniante negli ambienti amministrativi,<br />

lavorativi, politici e culturali.<br />

3. Dio è amore<br />

La Chiesa non è un supermercato che soddisfa tutti i desideri e i bisogni,<br />

né una fabbrica di iniziative.<br />

La Chiesa è la testimonianza viva nel mondo dell’Amore di Dio e<br />

della Risurrezione di Cristo.<br />

3


3<br />

L’annuncio fondamentale, permanente, essenziale di cui ogni uomo,<br />

in ogni tempo ha bisogno e che la Chiesa, attraverso l’azione di evangelizzazione,<br />

di santificazione e di servizio, deve dare è che “Dio è Amore”.<br />

Dio è Amore Trinitario, Amore aperto alla comunione con l’uomo,<br />

Amore che si dona, redime, perdona, salva, e rende felice ogni creatura.<br />

È questa la verità posta a fondamento e come obiettivo del Progetto<br />

Pastorale Diocesano nel 1998. È questo il primo annuncio magisteriale<br />

di Benedetto XVI; è questo il cammino che il Santo Padre ha indicato<br />

alla Chiesa Universale e all’umanità del terzo millennio.<br />

La carità è il filo conduttore di ogni iniziativa, di ogni incontro, di<br />

ogni attività.<br />

Desidero in questo anno invitare le comunità parrocchiali, gli uffici<br />

di curia, le associazioni a riproporre la carità come atteggiamento fondamentale,<br />

percorso principale di ogni impegno e iniziativa.<br />

La carità non è semplicemente un’idea ma una Persona, un’esperienza,<br />

una scelta di vita. Consegnando il Programma Pastorale, il Vescovo<br />

ß indica <strong>delle</strong> priorità,<br />

ß presenta alcune iniziative comunitarie,<br />

ß affida degli incarichi,<br />

ma il cammino della nostra Chiesa non si esaurisce nella realizzazione<br />

di alcune iniziative, quanto nella comune sintonia tra le parrocchie,<br />

nell’entusiasmo con cui vengono proposti ed elaborati percorsi di fede,<br />

nella disponibilità a lavorare <strong>insieme</strong> per un progetto comune.<br />

Desidero iniziare a declinare con voi la parola Carità invitando a proseguire<br />

tale impegno nelle comunità parrocchiali, negli uffici di Curia e<br />

nei gruppi presenti in <strong>Diocesi</strong>.<br />

Ricordo ad ognuno le parole di Papa Benedetto XVI: “La carità non<br />

è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale che si potrebbe<br />

anche lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressione<br />

irrinunciabile della sua stessa essenza” (Deus caritas est, 25).<br />

a) Carità, territorio e parrocchia<br />

La nota pastorale della CEI “Il volto missionario della parrocchia in<br />

un mondo che cambia” ci ricorda il profondo legame tra le Parrocchie e<br />

la <strong>Diocesi</strong> (attraverso le parrocchie si manifesta la dimensione locale


della <strong>Diocesi</strong>: n. 3) e <strong>delle</strong> parrocchie tra di loro. Più che di “parrocchia”<br />

dovremmo parlare di “parrocchie”: la parrocchia infatti non è mai una<br />

realtà a sé, ed è impossibile pensarla se non nella comunione della Chiesa<br />

particolare (ivi).<br />

Ci siamo incamminati verso l’esperienza <strong>delle</strong> unità pastorali. Queste<br />

non sono semplicemente una risposta alla diminuzione del clero, ma<br />

una esigenza missionaria della nostra Chiesa Locale: solo attraverso una<br />

vera collaborazione tra i parroci, i consigli pastorali, le comunità parrocchiali<br />

possiamo dare risposte alle tante domande della nostra gente.<br />

La comunione è una <strong>delle</strong> risposte che la carità offre ai tanti isolamenti e<br />

soggettivismi.<br />

Incoraggio, e apprezzo i diversi tentavi che nelle parrocchie della<br />

<strong>Diocesi</strong> si stanno realizzando.<br />

Ricordo ad ognuno che a fondamento di tutto è necessaria una carità<br />

che sappia perdonare, ricominciare, guardare a chi è nel bisogno, condividere<br />

e accogliere.<br />

Attraverso i Consigli Pastorali Diocesani, gli incontri con il Presbiterio,<br />

la Consulta <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali desidero con voi costruire<br />

questo percorso di carità da offrire alla <strong>Diocesi</strong>. Per sostenere l’impegno<br />

di comunione e collaborazione tra le parrocchie <strong>delle</strong> città e la <strong>Diocesi</strong><br />

sarà affidato ai vicari di zona il compito di coordinare le parrocchie e<br />

collaborare con la Curia.<br />

ß Il cammino verso le unità pastorali ci permetterà di vivere l’ascolto<br />

reciproco nelle parrocchie e tra le comunità dello stesso territorio.<br />

Questo atteggiamento sarà una tappa indispensabile per il discernimento<br />

comunitario che ci porterà a individuare, secondo criteri di<br />

evangelizzazione e di comunione, quali parrocchie sono chiamate a<br />

collaborare e a formare “unità”.<br />

In questi anni abbiamo offerto alla <strong>Diocesi</strong> l’appuntamento mensile<br />

de “Il Pozzo di Giacobbe”. Esso ha raccolto attorno al Vescovo, ogni<br />

mese, più di quattrocento persone provenienti dalla <strong>Diocesi</strong>.<br />

Questa esperienza ritengo che ora debba essere patrimonio condiviso<br />

da tutte le parrocchie e offerto a tutti i laici. Mi piacerebbe che ogni Città<br />

offrisse mensilmente un’occasione di preghiera alla luce della Parola<br />

di Dio. Nei prossimi mesi sarà pubblicata la raccolta di tutti gli incontri<br />

del “Pozzo di Giacobbe”: potrà essere una guida per avviare questa<br />

esperienza nelle unità pastorali. Il Vescovo sarà felice di poter visitare e<br />

sostenere queste iniziative.<br />

3


3 0<br />

L’Azione Cattolica ha dato la disponibilità a collaborare con i sacerdoti<br />

che guideranno la Lectio Divina.<br />

Aggiornamento clero<br />

ß Appuntamenti<br />

Il tema “carità e unità pastorale” sarà l’oggetto dei percorsi di formazione<br />

per i presbiteri della <strong>Diocesi</strong>.<br />

L’incontro di Aggiornamento del Clero si terrà il terzo lunedì del mese:<br />

30 ottobre 2006;<br />

20 novembre 2006;<br />

15 gennaio 2007;<br />

19 febbraio 2007.<br />

Il Pozzo di Giacobbe<br />

Ogni secondo lunedì del mese nelle Città della <strong>Diocesi</strong>.<br />

Il Vescovo sarà presente:<br />

<strong>Altamura</strong>: Parrocchia S. Sepolcro 13 novembre 2006<br />

<strong>Gravina</strong>: Parrocchia San Domenico 11 dicembre 2006<br />

<strong>Acquaviva</strong>: Cattedrale 8 gennaio 2007<br />

Santeramo: Parrocchia S. Erasmo 12 febbraio 2007<br />

Spinazzola: Chiesa Purgatorio 5 marzo 2007<br />

Poggiorsini: Parrocchia Maria SS. Addolorata 14 maggio 2007<br />

b) Carità, giovani e famiglia<br />

Il mondo giovanile oggi vive in una solitudine che non permette di<br />

far esplodere le enormi ricchezze che questa fase della vita contiene. Ai<br />

giovani è necessario avvicinarsi con la carità. Sappiamo bene che la carità<br />

non si confonde con il permissivismo o con inutili sconti sulla fede.<br />

Anzi. L’apostolo ci ricorda che la carità è esigente. Ai giovani siamo<br />

invitati a proporre percorsi di carità esigente che interpelli le coscienze<br />

verso il dono di sé.<br />

Non mancano in <strong>Diocesi</strong> occasioni di preghiera e di riflessione da<br />

offrire ai giovani. Sarebbe bello che a queste seguissero proposte di vita<br />

coinvolgenti, nuove e radicali. I giovani ci interpellano, ci chiedono di


innovare le nostre parrocchie e la nostra pastorale. Ad essi dobbiamo<br />

guardare <strong>insieme</strong>.<br />

A tale proposito ritengo necessaria una collaborazione tra la pastorale<br />

giovanile, il centro diocesano vocazioni, la pastorale familiare, la caritas.<br />

I Vescovi hanno indicato l’attenzione ai giovani come una <strong>delle</strong><br />

priorità pastorali del decennio.<br />

Il Consiglio Permanente della C.E.I. ha approvato la proposta di un<br />

percorso nazionale articolato in tre anni 2006-2009.<br />

Il primo anno (2006-2007) è dedicato all’ascolto del mondo giovanile.<br />

– Occorre instaurare nuove relazioni con i giovani con iniziative locali<br />

negli ambienti della loro vita quotidiana.<br />

– A livello nazionale, ci sarà un incontro europeo dal 28 agosto al 2 settembre<br />

2007 a cui parteciperà il Santo Padre.<br />

Il secondo anno (2007-2008) è dedicato alla dimensione interpersonale<br />

dell’evangelizzazione: presenza quotidiana negli ambienti<br />

di vita; iniziative straordinarie di missione; preparazione alla GMG di<br />

Sidney (luglio 2008).<br />

Il terzo anno (2008-2009) è dedicato alla dimensione culturale e<br />

sociale dell’evangelizzazione: attenzione alla cultura, alle grandi questioni<br />

culturali e sociali, alla comunicazione, al servizio, alla pace.<br />

Per il 2006-2007 il Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile, per<br />

vivere l’“Ascolto” del mondo giovanile, propone:<br />

– Una Consulta Diocesana di P.G. allargata a tutti i Responsabili <strong>delle</strong><br />

Associazioni e Movimenti;<br />

– Incontri di formazione per Educatori, Catechisti, Animatori, Sacerdoti,<br />

distinti per Ragazzi e Giovani (14 gennaio - 22 aprile);<br />

– Creazione di un punto giovani in una scuola media superiore per<br />

paese: sacerdoti e laici a disposizione per alcune ore;<br />

– Creazione di un punto giovani cittadino;<br />

– Iniziative sportive;<br />

– Tutte le iniziative di preghiera già consolidate;<br />

– Scuola di Preghiera (da ottobre 2006 a aprile 2007).<br />

– Via Crucis Diocesana (24 febbraio 2007).<br />

– GMG Diocesana (31 marzo 2007).<br />

Per un’efficace servizio di Pastorale Giovanile sono necessarie l’intesa<br />

e la collaborazione con altri Uffici di Curia e Associazioni e Movimenti.<br />

3 1


3 2<br />

Ma la carità dell’ascolto è chiesta a tutta la Comunità Diocesana. In<br />

particolare invito i sacerdoti, i religiosi e le religiose, gli adulti presenti<br />

nelle nostre parrocchie e gli stessi giovani dei gruppi parrocchiali a mettersi<br />

in ascolto del mondo giovani, creando relazioni nuove con coloro<br />

che non frequentano le nostre parrocchie, i nostri gruppi e le nostre iniziative.<br />

Nella famiglia la carità si manifesta nei diversi linguaggi dell’amore<br />

coniugale, dell’amore filiale e dell’amicizia. Dalle sintesi della preparazione<br />

del Convegno di Verona è emersa la necessità di una “conversione<br />

pastorale” <strong>delle</strong> nostre parrocchie alla famiglia. Ciò è possibile attraverso<br />

un nuovo protagonismo dei laici nella vita <strong>delle</strong> parrocchie. Le famiglie<br />

mature sono chiamate ad affiancare i sacerdoti in un nuovo impegno<br />

in particolare verso:<br />

– famiglie che chiedono il battesimo per i propri figli;<br />

– famiglie nei primi anni di matrimonio;<br />

– famiglie che vivono situazioni di povertà.<br />

Per favorire e valorizzare l’uso del Nuovo Rito del Matrimonio, entrato<br />

in vigore nel 2005, la CEI ha pubblicato il testo Celebrare il “mistero<br />

grande” dell’amore. In questo anno in cui desideriamo porre l’amore<br />

al centro del nostro cammino siamo invitati a riflettere sui percorsi di<br />

accompagnamento e formazione offerti dalla nostre parrocchie ai fidanzati.<br />

ß A tutte le famiglie è necessario prestare un ascolto continuo e costante.<br />

Nel territorio della nostra <strong>Diocesi</strong> abbiamo diverse realtà che ci permettono<br />

di essere vicini a chi vive nel dolore e nella malattia: il Carcere<br />

in <strong>Altamura</strong>, l’ospedale “F. Miulli” in <strong>Acquaviva</strong>… in questi luoghi incontriamo<br />

famiglie e giovani che nella fragilità possono fare esperienza<br />

del volto misericordioso di Dio. Le parrocchie e gli uffici diocesani hanno<br />

la responsabilità di guardare a queste realtà e di proporre esperienze<br />

di evangelizzazione.<br />

c) Carità e Presbiterio<br />

La carità pastorale si manifesta attraverso la comunione sacramentale<br />

tra il Vescovo e il suo Presbiterio. In questo anno i ritiri del clero e<br />

le occasioni di formazione offerti a tutti saranno guidati dal tema della


carità. Ad essa desidero che si faccia riferimento non solo attraverso<br />

una riflessione razionale ma innanzitutto attraverso uno stile di vita che<br />

rinnovi le relazioni, renda nuovo il nostro incontro, crei rapporti di profonda<br />

stima, collaborazione e aiuto reciproco.<br />

Durante i ritiri spirituali saremo guidati da meditazioni sulla carità<br />

(in particolare sulla carità pastorale). Il tema della carità ci guiderà<br />

anche negli aggiornamenti dove approfondiremo alcuni aspetti della<br />

nostra vita e del nostro ministero: la fraternità sacerdotale, la carità e<br />

gli affetti, la carità nel ministero: le unità pastorali. Mi auguro che gli<br />

aggiornamenti non siano solo occasioni di formazione o di scambio di<br />

opinioni ma, anche, occasione per pensare <strong>insieme</strong> al nostro ministero.<br />

Testi di riferimento per le meditazioni e la formazione saranno:<br />

– Il sussidio “Radicati e fondati nella carità” a cura della Caritas Italiana.<br />

– L. Monari, La vita e il ministro del prete, in Il Regno, 11 (2006).<br />

ß Attraverso l’incontro con i Parroci, del Consiglio Presbiterale, della<br />

Curia e <strong>delle</strong> diverse occasioni offerte dalla <strong>Diocesi</strong> anche il Vescovo<br />

stesso ascolterà il suo Presbiterio. A questi incontri mi piacerebbe che<br />

seguissero occasioni di incontro e dialogo personale con tutti e tra<br />

tutti. L’ascolto della Parola e l’ascolto reciproco potrà aiutarci a vivere<br />

con più consapevolezza e gratitudine il ministero dell’ascolto a cui<br />

siamo chiamati nella liturgia, nei sacramenti, nel servizio pastorale.<br />

Il 30 settembre sarà inaugurata la nuova sede del Seminario<br />

Diocesano.<br />

La nuova sede non sarà semplicemente l’occasione per dare al seminario<br />

altri ambienti per la formazione dei ragazzi, ma una opportunità<br />

per la <strong>Diocesi</strong> per valorizzare, promuovere e sostenere il cammino dei<br />

ragazzi e dei loro formatori.<br />

Il Seminario Diocesano, attraverso l’equipe degli animatori, potrà essere<br />

non solo un riferimento per i ragazzi ma anche per tutti i Sacerdoti<br />

della <strong>Diocesi</strong>.<br />

3 3


3 4<br />

Ritiri spirituali mensili<br />

ß Appuntamenti<br />

Ogni secondo venerdì del mese.<br />

Tema: “La carità nella vita e nel ministero dei presbiteri”.<br />

Guida: don Angelo Panzetta.<br />

13 Ottobre 2006: presso il Monastero di Noci;<br />

10 Novembre 2006: presso il Centro Giovanile Benedetto XIII;<br />

15 Dicembre 2006: presso il Centro Giovanile Benedetto XIII;<br />

12 Gennaio 2007: presso il Seminario Diocesano;<br />

9 Febbraio 2007: presso il Centro Giovanile Benedetto XIII;<br />

9 Marzo 2007: presso il Centro Giovanile Benedetto XIII;<br />

11 Maggio 2007: presso Santuario Madonna del Buoncammino.<br />

d) Carità e formazione<br />

La carità si esprime attraverso i linguaggi della cultura. Non si può<br />

amare se non si conosce.<br />

È necessaria innanzitutto una profonda svolta nella proposta formativa<br />

che la <strong>Diocesi</strong> offre ai laici, in particolare, a coloro che svolgeranno<br />

alcuni servizi nella <strong>Diocesi</strong>.<br />

Desidero riconsegnare la Scuola di Formazione Teologico Pastorale<br />

quale offerta formativa che raccolga in un unico progetto la formazione<br />

dei laici della <strong>Diocesi</strong>.<br />

La responsabilità della Scuola sarà affidata ad un’equipe coordinata<br />

da un direttore. La sede sarà unica per tutta la <strong>Diocesi</strong>.<br />

La Scuola di Formazione Teologico Pastorale sarà per la nostra <strong>Diocesi</strong><br />

non solo l’occasione per celebrare il quarantennio del Concilio<br />

Vaticano II ma uno strumento per recepire, così come ci ha invitati Papa<br />

Benedetto XVI nel suo encomiabile discorso alla Curia romana (27 dicembre<br />

2005), il suo spirito: “occorrerebbe seguire non i testi del Concilio,<br />

ma il suo spirito […] Possiamo oggi con gratitudine volgere il nostro<br />

sguardo al Concilio Vaticano II: se lo leggiamo e recepiamo guidati da<br />

una giusta ermeneutica, esso può essere e diventare sempre di più una<br />

grande forza per il sempre necessario rinnovamento della Chiesa”.


e) La Caritas: un impegno di tutti per ognuno<br />

Nel fare della carità l’impegno principale di questo anno pastorale<br />

non possiamo che fare riferimento alla caritas.<br />

Impegno primario di questo anno sarà la formazione degli animatori<br />

<strong>delle</strong> Caritas parrocchiali.<br />

La riflessione e l’organizzazione <strong>delle</strong> caritas parrocchiali potrebbe<br />

essere avviata nelle unità pastorali: testo di riferimento sarà “Partire dai<br />

poveri per costruire la comunità. Parrocchie in un mondo che cambia, il<br />

ruolo della Caritas” pubblicato da Caritas - EDB.<br />

Con la Caritas Diocesana e gli Uffici di Curia individueremo un progetto<br />

su cui puntare l’attenzione e la cura della <strong>Diocesi</strong>.<br />

La funzione di animazione della carità propria della Caritas non<br />

esclude gli altri nella responsabilità di operare e crescere nelle carità.<br />

Piuttosto ci invita a percorrere strade di collaborazione.<br />

Appendici<br />

a) Come formulare il Programma Pastorale in Parrocchia<br />

Il Programma Pastorale Diocesano:<br />

ß traccia linee guida per le comunità parrocchiali;<br />

ß offre occasioni di formazione;<br />

ß propone iniziative a sostegno dei singoli, dei gruppi, <strong>delle</strong> parrocchie.<br />

Ma il Programma Diocesano non è tutto il cammino della <strong>Diocesi</strong>, né si<br />

sostituisce alla necessità che ogni parrocchia abbia una traccia per il cammino<br />

annuale e attività attraverso le quali proporre un cammino di fede.<br />

Per questo motivo offriamo alle parrocchie una scheda che possa servire<br />

da guida per elaborare un percorso parrocchiale.<br />

I soggetti<br />

L’elaborazione del Programma Pastorale Parrocchiale (PPP) non è<br />

solo compito del parroco. Ad esso si affianca innanzitutto il Consiglio<br />

Pastorale Parrocchiale e coloro che in parrocchia hanno responsabilità<br />

e servizi.<br />

3


3<br />

Gli atteggiamenti<br />

Prima di preoccuparsi di organizzare una serie di iniziative è bene<br />

interrogarsi sugli atteggiamenti che ci accompagnano nel percorso di<br />

programmazione. Ne suggeriamo alcuni:<br />

Accoglienza e ascolto<br />

Negli incontri di programmazione ci incontriamo non tanto per far<br />

emergere le nostre opinioni, i nostri desideri, i nostri bisogni quanto<br />

piuttosto per accogliere l’altro, le sue idee, i suoi bisogni come un dono<br />

per la comunità.<br />

Passione per il Regno di Dio<br />

Il PPP è una <strong>delle</strong> strade attraverso le quali rendiamo concreta e visibile<br />

la nostra passione per il Regno di Dio. Ci incontriamo per condividere<br />

l’esperienza di Cristo a muovere le nostre intelligenze, i nostri<br />

affetti e le nostre volontà verso l’annunzio del Regno.<br />

Condivisione e corresponsabilità<br />

Il PPP è una tappa di un percorso tracciato per la nostra <strong>Diocesi</strong>, le<br />

nostre parrocchie, i nostri gruppi.<br />

Esso è affidato a tutti ed è arricchito dal contributo di tutti.<br />

Essere corresponsabili vuol dire sentirsi protagonisti del cammino,<br />

non fuggire dinanzi alle difficoltà, dividere con gli altri i nostri dubbi, le<br />

nostre paure, le nostre ricchezze.<br />

Obiettivi<br />

Obiettivo ultimo<br />

Nel paragrafo 3 del programma pastorale diocesano sono proposti gli<br />

obiettivi fondamentali del cammino annuale.<br />

In particolare è affidato alla comunità diocesana il compito di vivere la<br />

carità e coniugare attraverso i linguaggi nuovi il comando del Signore.<br />

Obiettivi intermedi<br />

Come possiamo vivere la carità nelle nostre parrocchie?<br />

È questa una domanda che chiede risposte concrete, obiettivi realizzabili,<br />

percorsi condivisi.


Gli obiettivi intermedi possono essere individuati in base ai soggetti<br />

e ai tempi:<br />

– soggetti<br />

quali proposte per i giovani? Per le famiglie? Per i bisognosi? Per gli<br />

animatori? Per gli ammalati? Per i gruppi? Per la comunità intera? Per le<br />

parrocchie in Unità Pastorali?<br />

– tempi<br />

Il cammino <strong>delle</strong> parrocchie si dispiega nell’anno liturgico. Ci chiediamo:<br />

quali mete per il tempo di Avvento - Natale?<br />

Quali mete per il tempo di Quaresima - Pasqua?<br />

Come inserire in questo percorso le nostre feste religiose?<br />

È bene per ogni iniziativa individuare i tempi per la programmazione,<br />

per la realizzazione e per la verifica.<br />

Mezzi<br />

Quali mezzi abbiamo a disposizione per accogliere suggerimenti, per<br />

realizzare iniziative?<br />

Desidero suggerire innanzitutto alcuni testi:<br />

– Caritas Italiana, Partire dai poveri per costruire comunità. Parrocchie<br />

in un mondo che cambia, il ruolo della caritas, EDB, 2006.<br />

– Caritas Italiana, Caritas parrocchiale e azioni, Grafica Luigi Monti,<br />

2006.<br />

– Caritas Italiana, Radicati e fondati nella carità. Itinerario di formazione<br />

alla carità per sacerdoti, seminaristi e diaconi della Chiesa italiana,<br />

EDB, 2006.<br />

In questi testi non solo troverete riflessioni sulla carità, ma anche percorsi,<br />

esperienze e iniziative che possono aiutarci a realizzare servizi ed<br />

esperienze nuove.<br />

I mezzi che potremmo utilizzare sono legati agli obiettivi che ci proponiamo.<br />

Forse nelle singole parrocchie non troveremo persone e strumenti<br />

per ogni iniziativa. A tal proposito ritengo utile il cammino <strong>delle</strong><br />

unità pastorali.<br />

Anche la <strong>Diocesi</strong> mette a disposizione alcuni mezzi:<br />

per la formazione: la Scuola di Formazione Teologico Pastorale;<br />

per la spiritualità: il Pozzo di Giacobbe;<br />

3


3<br />

per le iniziative legate ai diversi soggetti: le proposte che i singoli<br />

Uffici di Curia promuovono a favore di tutti.<br />

È bene tenerne conto nella programmazione <strong>delle</strong> attività parrocchiali<br />

per non proporre iniziative già pensate o sovrapporre date e impegni.<br />

b) Come formulare il Programma Pastorale negli Uffici di Curia<br />

La necessità di un coordinamento<br />

La Curia è a servizio del Vescovo per offrire strumenti per la realizzazione<br />

del cammino pastorale diocesano.<br />

È bene che gli Uffici non si vivano come settori indipendenti gli uni<br />

dagli altri.<br />

Il Vescovo dopo aver ascoltato il Consiglio Pastorale Diocesano, il<br />

Consiglio Presbiterale, i Sacerdoti e Laici collaboratori, Associazioni e<br />

Gruppi, offre alla <strong>Diocesi</strong>, attraverso il Programma Pastorale Diocesano,<br />

obiettivi e mete per il cammino della <strong>Diocesi</strong>.<br />

Il ruolo degli uffici è fondamentale nel cammino di realizzazione degli<br />

obiettivi indicati.<br />

Gli obiettivi<br />

Gli obiettivi degli Uffici Diocesani sono gli stessi del Programma Pastorale.<br />

Ad ogni ufficio spetta il compito di chiedersi:<br />

– come coniugare il tema della carità con il settore di cui ognuno è responsabile;<br />

– quali obiettivi, mezzi e strumenti si hanno in comune con gli altri Uffici;<br />

– quali iniziative possono essere realizzate <strong>insieme</strong>.<br />

Mezzi e tempi<br />

La CEI, attraverso gli Uffici Nazionali, offre a tutti strumenti e iniziative<br />

da poter accogliere e promuovere.


È bene di ogni iniziativa conoscere i tempi di realizzazione e coordinare<br />

tutto con il percorso diocesano.<br />

c) Programma della Scuola di Formazione Teologico Pastorale per<br />

laici<br />

Obiettivi<br />

a. La scuola si propone di comunicare lo spirito del Concilio piuttosto<br />

che una conoscenza analitica dei testi.<br />

b. Offrire criteri per leggere le Scritture, le verità fondamentali della<br />

teologia e le conseguenze pastorali (è il caso della ecclesiologia e<br />

della sacramentaria).<br />

c. La scuola rilegge il Concilio nella prospettiva dell’evangelizzazione.<br />

Destinatari<br />

La scuola è destinata agli animatori dei gruppi, ai responsabili, ai<br />

catechisti.<br />

Programma triennale<br />

– Convocati dalla Parola (I anno)<br />

Durante l’anno i destinatari della Scuola sono invitati a riconoscere<br />

nella storia di Israele l’intervento di Dio che fa di un gruppo di nomadi<br />

un nuovo popolo (Esodo). Anche nel Nuovo Testamento, Gesù, mediatore<br />

e pienezza della Rivelazione, fonda un nuovo popolo chiamato alla<br />

santità. La Chiesa, continua ancora oggi ad essere nella storia, segno e<br />

sacramento del progetto di Dio. Quest’opera avviene attraverso la testimonianza<br />

della fede dei laici (famiglia, lavoro..), attraverso la presenza<br />

della Chiesa nella Città (parrocchia), attraverso la carità. L’Eucaristia,<br />

vincolo di carità, è per la Chiesa dono e sostegno in questo percorso.<br />

3


3 0<br />

– A servizio della Parola (II anno)<br />

La Parola ci viene consegnata per essere annunciata. Nell’Antico<br />

Testamento, come nel Nuovo Testamento, lo Spirito di Dio guida i cristiani<br />

all’ascolto e all’annuncio della Parola.<br />

La Parola invita alla conversione: questo percorso si realizza attraverso<br />

gli itinerari di iniziazione cristiana, attraverso percorsi di formazione<br />

alla fede e di testimonianza.<br />

– Testimoni della Parola (III anno)<br />

L’itinerario di formazione si conclude con l’iniziazione ai temi fondamentali<br />

della Dottrina Sociale della Chiesa. Della Parola, siamo chiamati<br />

ad essere non solo annunciatori ma anche testimoni nella storia.<br />

“Alla scuola del Concilio”<br />

Convocati dalla Parola<br />

primo anno<br />

data lezione docente<br />

23 ottobre Assemblea “Lo spirito del Concilio”<br />

20 novembre<br />

4 dicembre<br />

18 dicembre<br />

15 gennaio<br />

29 gennaio<br />

Rivelazione e storia<br />

Il concetto di Rivelazione (DV)<br />

La Bibbia è Parola di Dio<br />

Ispirazione - autori - canone<br />

Come leggere e interpretare la Bibbia<br />

Esegesi - magistero - lectio<br />

La Parola e il popolo di Dio: il libro<br />

dell’Esodo (esegesi di un brano)<br />

La Parola pregata: i Salmi<br />

(esegesi di un salmo)<br />

es<br />

es<br />

es<br />

past<br />

es<br />

es


5 febbraio<br />

12 febbraio<br />

5 marzo<br />

26 marzo<br />

16 aprile<br />

La Parola annunciata: i Profeti<br />

(esegesi di un profeta)<br />

Gesù Cristo mediatore e pienezza della<br />

Rivelazione (DV 2)<br />

Nuova alleanza e nuovo popolo<br />

(LG capitolo II - il popolo di Dio)<br />

Universale vocazione alla santità:<br />

i laici (LG capitoli IV-V)<br />

La Parrocchia in un tempo che cambia<br />

Le unità pastorali<br />

es<br />

cr<br />

ecc<br />

ecc<br />

ecc<br />

past<br />

23 aprile La Chiesa celebra la comunione lit<br />

7 maggio Eucaristia: vincolo di carità sac<br />

21 maggio<br />

Chiamati alla comunione: il Sacramento<br />

del Matrimonio - La Verginità Consacrata<br />

sac<br />

28 maggio La caritas: animatori della carità past<br />

3 1


3 2<br />

“Alla scuola del Concilio”<br />

A servizio della Parola<br />

secondo anno<br />

data lezione docente<br />

1 Assemblea “Il dialogo: un dono del Concilio”<br />

2<br />

La Bibbia nella vita della Chiesa<br />

significato ed esperienze<br />

3 Antico e Nuovo Testamento es<br />

4 La Parola di Dio nei Vangeli<br />

5<br />

Paolo ministro della Parola<br />

Ispirazione - autori<br />

6 Lo Spirito Santo e la Parola di Dio<br />

es<br />

es<br />

past<br />

7 La Chiesa e l’annuncio della Parola ecc<br />

8 Bibbia e annuncio<br />

es<br />

es<br />

past<br />

9 L’iniziazione cristiana: gli adulti sac<br />

10 L’iniziazione cristiana: i bambini sac<br />

11<br />

Il Progetto Catechistico<br />

della Chiesa Italiana<br />

past<br />

12 “Carismi e ministeri nella Chiesa” ecc<br />

13<br />

14<br />

15<br />

La Chiesa celebra la Parola:<br />

Liturgia della Parola<br />

Il Ministero del Lettore e<br />

dell’Accolito<br />

Ministri della Comunione e<br />

Pastorale Sanitaria<br />

lit<br />

lit<br />

past<br />

sac<br />

past


“Alla scuola del Concilio”<br />

Testimoni della Parola<br />

terzo anno<br />

data lezione docente<br />

1 Assemblea “le gioie e le speranze”<br />

2<br />

La Pasqua nell’Antico e Nuovo<br />

Testamento<br />

3 I racconti della resurrezione es<br />

4<br />

L’apocalisse:<br />

il Risorto e la sua Chiesa<br />

5 Cristo, uomo nuovo cr<br />

6<br />

La famiglia<br />

fidanzati e giovani coppie<br />

es<br />

es<br />

sac<br />

7 La vita: un dono da accogliere mor<br />

8 La vita e la scienza mor<br />

9<br />

Fondamenti<br />

della dottrina sociale cristiana<br />

mor<br />

10 Il lavoro mor<br />

11 La vita economica mor<br />

12 La comunità politica mor<br />

13 La comunità internazionale mor<br />

14 L’ambiente mor<br />

15 La pace mor<br />

3 3


Crocifisso


Atti<br />

della Curia


Tetto in legno lamellare<br />

Rosone centrale del pavimento


Carissimi,<br />

VICARIO GENERALE<br />

- Ai Rev.di Sacerdoti e Diaconi<br />

Diocesani e Religiosi<br />

- Alle Comunità parrocchiali e religiose<br />

- Ai Responsabili degli Ordini Secolari,<br />

<strong>delle</strong> Confraternite, Associazioni, Gruppi<br />

e Movimenti ecclesiali<br />

l’appuntamento annuale della Celebrazione diocesana della Solennità<br />

del Corpus Domini, interrotto lo scorso anno per la concomitanza con<br />

il Congresso Eucaristico Nazionale celebrato a Bari, riprenderà giovedì<br />

15 giugno p.v. a Poggiorsini, alle ore 19.00 (ore 18.30: arrivi ed accoglienza).<br />

È l’ultimo paese della <strong>Diocesi</strong> che ospita tale celebrazione,<br />

che costituisce sempre un momento importante per la vita della <strong>Diocesi</strong>,<br />

riunita <strong>insieme</strong> al suo Pastore, il Vescovo Mario, intorno al Sacramento<br />

dell’Eucaristia.<br />

Con la presente, Vi comunico alcune notizie utili:<br />

– La Celebrazione Eucaristica si svolgerà in Piazza Borgo Vecchio (in<br />

prossimità dell’antica chiesa di S. Maria dei Sette Dolori). Seguirà la<br />

Processione, che, percorrendo Corso Vittorio Veneto, si concluderà<br />

con la Benedizione Eucaristica in Piazza Aldo Moro (piazzale antistante<br />

la chiesa parrocchiale). Alla Processione prenderanno parte,<br />

<strong>insieme</strong> al Vescovo, ai Sacerdoti, ai Diaconi, ai Ministri istituiti, ai<br />

Seminaristi ed ai Ministranti, anche tutti i fedeli convenuti. Faranno<br />

corona al SS.mo Sacramento le Autorità presenti e i membri <strong>delle</strong><br />

Confraternite del SS.mo Sacramento presenti in <strong>Diocesi</strong>.<br />

– Per raggiungere il luogo della celebrazione: da Piazza Aldo Moro,<br />

percorrere tutto Corso Vittorio Veneto.<br />

3


3<br />

– Il parcheggio per i pullman sarà su Corso Vittorio Veneto.<br />

– Ai Sacerdoti ricordo di:<br />

1. portare solo il camice per la celebrazione; la Curia provvederà alle<br />

stole e alle casule. I paramenti sacri saranno indossati nella parrocchia<br />

di Maria SS. Addolorata, in Piazza Aldo Moro;<br />

2. affiggere per tempo nelle parrocchie i manifesti per la celebrazione.<br />

I libretti saranno distribuiti al momento dell’arrivo;<br />

3. invitare i fedeli a confessarsi, per ricevere convenientemente l’Eucarestia.<br />

– Alla celebrazione potranno partecipare tutti i membri <strong>delle</strong> Confraternite,<br />

<strong>delle</strong> Associazioni, dei Gruppi e dei Movimenti ecclesiali,<br />

portando stendardi e labari propri.<br />

– Per l’UNITALSI, gli ammalati e gli anziani sono riservati posti a<br />

sedere.<br />

– L’animazione liturgica della Celebrazione Eucaristica e della Processione<br />

sarà affidata al Coro parrocchiale di Poggiorsini. A partire dalle<br />

ore 18.00, ci saranno le prove dei canti già riportati nel libretto.<br />

Eventuali altre notizie e/o disposizioni saranno date immediatamente<br />

prima della celebrazione.<br />

In attesa di incontrarVi, fraternamente Vi saluto nel Signore.<br />

<strong>Altamura</strong>, 25 maggio 2006<br />

Sac. Vito Colonna<br />

Vicario Generale


Carissimi,<br />

Ai Rev.di Sacerdoti<br />

Religiosi e Diaconi<br />

della <strong>Diocesi</strong><br />

Vi comunico che dalle ore 12.00 di lunedì 26 al pranzo di venerdì<br />

30 giugno p.v., presso l’Oasi “S. Maria dell’Isola” in Conversano,<br />

si terranno gli Esercizi Spirituali per i Sacerdoti, i Religiosi e i Diaconi<br />

della <strong>Diocesi</strong>.<br />

Detterà le meditazioni Mons. Giuseppe Zanon, Delegato Vescovile<br />

per il Clero della <strong>Diocesi</strong> di Padova.<br />

Avendo dato ascolto alle Vostre richieste, che auspicavano il Corso<br />

di Esercizi Spirituali ogni due anni, chiedo a tutti di essere attenti a questa<br />

proposta di comunione sacerdotale diocesana e, compatibilmente<br />

con gli impegni pastorali, una nutrita partecipazione.<br />

Vogliate comunicare la Vostra adesione entro mercoledì 31 maggio<br />

p.v., consegnando in Curia il talloncino sottostante debitamente compilato.<br />

La quota di partecipazione è di €. 155,00 (da consegnare a Don<br />

Luigi Dimarno durante gli Esercizi).<br />

Un saluto cordiale.<br />

<strong>Altamura</strong>, 17 marzo 2006 Sac. Vito Colonna<br />

Vicario Generale<br />

Esercizi Spirituali diocesani 2006<br />

Scheda di adesione<br />

Il sottoscritto _____________________________________________<br />

parteciperà agli Esercizi Spirituali diocesani dal 26 al 30 giugno 2006.<br />

Firma<br />

_____________________________<br />

3


400<br />

Carissimi,<br />

Ai Rev.mi Sacerdoti<br />

Diocesani e Religiosi<br />

e p.c. A S.E. Mons. Mario Paciello<br />

come ogni anno, è stato pubblicato da parte della CEI il Calendario<br />

<strong>delle</strong> Giornate mondiali e nazionali per l’anno 2006 (cfr. Notiziario<br />

della Conferenza Episcopale Italiana n. 7/2005, pp. 322-323).<br />

Con la presente, Vi ricordo le date di quelle Giornate per le quali è<br />

stabilita la “Colletta obbligatoria”, da versare alla Curia Diocesana nei<br />

giorni che seguono immediatamente la stessa celebrazione:<br />

ß Giornata per le migrazioni (15 gennaio);<br />

ß Giornata per le opere della Terra Santa (14 aprile - Venerdì santo);<br />

ß Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore (30 aprile);<br />

ß Giornata per la carità del Papa (25 giugno);<br />

ß Giornata missionaria (22 ottobre);<br />

ß Giornata del Seminario (8 dicembre).<br />

Rimangono ad libitum le seguenti Giornate:<br />

ß Giornata dell’infanzia missionaria (6 gennaio);<br />

ß Giornata dei malati di lebbra (29 gennaio).<br />

RingraziandoVi anticipatamente per la partecipazione che le Vostre<br />

Comunità vorranno esprimere per i bisogni di tutta la Chiesa, Vi saluto<br />

fraternamente.<br />

<strong>Altamura</strong>, 16 febbraio 2006<br />

Sac. Vito Colonna<br />

Vicario Generale


Carissimi,<br />

Ai Rev.mi Parroci<br />

e Collaboratori<br />

Loro Sedi<br />

come già annunciato durante l’ultimo incontro di aggiornamento (27<br />

gennaio u.s.), dal 12 al 17 marzo 2007 i Vescovi della Puglia compiranno<br />

la Visita ad limina, prevista dal Codice di Diritto Canonico ogni<br />

cinque anni.<br />

In vista di questo appuntamento, per dare al Vescovo la possibilità<br />

di stilare con serenità ed obiettività la prescritta Relazione sullo stato<br />

della <strong>Diocesi</strong>, da inviare almeno sei mesi prima della stessa Visita<br />

alla Congregazione per i Vescovi, Vi invio in allegato un estratto dello<br />

schema approntato dalla medesima Congregazione, per quelle parti che<br />

riguardano le parrocchie.<br />

Vogliate rispondere al questionario a livello interparrocchiale (per<br />

Zone Pastorali), consegnando quanto prima la relazione al Coordinatore<br />

cittadino, il quale provvederà a trasmetterla in Curia entro e non oltre il<br />

23 aprile 2006 (possibilmente su supporto informatico), al fine di permettere<br />

al Vescovo la stesura definitiva.<br />

Certo della Vostra fattiva collaborazione, Vi saluto fraternamente.<br />

<strong>Altamura</strong>, 16 febbraio 2006<br />

Sac. Vito Colonna<br />

Vicario Generale<br />

401


402<br />

Santuario Madonna Incoronata di Foggia<br />

9 Settembre 2006<br />

Ecc.za Rev.ma,<br />

SALUTO augurale al VESCOVO<br />

salute e pace a Lei, a tutti i fratelli e le sorelle giunti in questo Santuario<br />

della Madonna Incoronata di Foggia e a quelli che, pur desiderandolo,<br />

per vari motivi non hanno potuto partecipare alla nostra assemblea<br />

diocesana e ci hanno accompagnati spiritualmente con la preghiera.<br />

Abbiamo risposto con entusiasmo, Confratelli nel sacerdozio, Religiosi<br />

e Religiose, Diaconi permanenti, Ministri, Famiglie e Laici provenienti<br />

dalle città che formano la nostra <strong>Diocesi</strong>, accogliendo il Suo<br />

paterno invito a dare solenne inizio al nuovo anno pastorale diocesano,<br />

come è ormai consuetudine da sette anni.<br />

Con affetto filiale e fraterno, Le rivolgo queste parole di saluto per<br />

offrire, a me e a tutti i presenti, ancora qualche spunto di riflessione e di<br />

proponimento da portare a casa, a conclusione di una giornata festosa<br />

scandita dai ritmi dell’ascolto, della preghiera e della condivisione.<br />

Ascolto innanzitutto della Parola di Dio che ci illumina e ci guida e<br />

dalla parola del Vescovo che, in modo chiaro e coinvolgente, ci ha presentato<br />

la bozza del programma pastorale diocesano.<br />

Preghiera incessante e accorata a Dio, ispiratore di ogni progetto, e alla<br />

Vergine Madre di Dio, sotto la cui protezione mettiamo le nostre persone, le<br />

famiglie, le comunità parrocchiali, le città della <strong>Diocesi</strong>, la Chiesa tutta.<br />

Condivisione di esperienze, di amicizie ma soprattutto del progetto<br />

pastorale unitario per il triennio 2006-2009 la cui piena realizzazione,<br />

come i recenti avvenimenti della cronaca sportiva calcistica italiana ci<br />

suggeriscono, richiede due atteggiamenti fondamentali:<br />

a) una adesione personale e comunitaria, consapevole e convinta, anche<br />

con sofferenza ma nella fedeltà al percorso tracciato da chi è stato<br />

chiamato a ricoprire responsabilità di Chiesa;<br />

b) una partecipazione attiva, forte e motivata alle varie tappe del programma<br />

pastorale sempre perfettibile e oggetto di costante verifica.


Carissimo Padre,<br />

noi siamo della squadra di Cristo, contemporaneamente, tifosi e giocatori<br />

ciascuno nel proprio ruolo e con le proprie capacità; Le chiediamo<br />

perciò come nostro Commissario tecnico di allenarci, con tenacia e sacrificio,<br />

in modo efficace alle sfide da affrontare nella Chiesa e nel mondo<br />

per vincere non solo il campionato annuale ma la Coppa della Vita eterna.<br />

Il Convegno ecclesiale nazionale di Verona ormai alle porte e gli<br />

eventi futuri della Chiesa universale costituiranno per noi preziose indicazioni<br />

per proseguire sulla strada della santità e della comunione<br />

fraterna. Infatti il nostro cammino di Chiesa particolare sarà tanto più<br />

spedito quanto più si fonderà sulla fede in Dio, la carità vicendevole e<br />

l’obbedienza a Lei, amato Pastore che conosce le sue pecore una ad una<br />

e non vorrebbe alcuna smarrita. E ciò non accadrà se queste la seguiranno<br />

docili e fiduciose, pronte a rinunciare a se stesse e ai propri vantaggi<br />

individuali per il bene del gregge intero.<br />

Carissimo Don Mario,<br />

l’occasione odierna è quanto mai propizia per rinnovarLe a nome mio<br />

personale, del Clero diocesano e dei Fedeli qui convenuti, gli auguri più<br />

gioiosi per i prossimi anniversari che la riguardano: il 15° anniversario della<br />

Consacrazione Episcopale (29-09-1991), il 9° anniversario dell’ingresso<br />

nella nostra <strong>Diocesi</strong> (25-10-1997), e il 69° compleanno (26-10-1937).<br />

Possa il Signore Gesù, per l’intercessione di Maria Incoronata a cui<br />

umilmente anche noi ci uniamo nella preghiera di lode e di ringraziamento,<br />

benedirLa con abbondanza e con la potenza del Suo Santo Spirito<br />

sostenerLa nella missione affidatale.<br />

Auguri vivissimi e buon lavoro a tutti.<br />

Foggia 09 settembre 2006 Sac. Vito Colonna<br />

Vicario Generale<br />

403


404<br />

Carissimi,<br />

Ai Rev.mi Sacerdoti<br />

Diocesani e Religiosi<br />

e p.c. A S.E. Mons. Mario Paciello<br />

come ogni anno, è stato pubblicato da parte della CEI il Calendario<br />

<strong>delle</strong> Giornate mondiali e nazionali per l’anno 2006 (cfr. Notiziario<br />

della Conferenza Episcopale Italiana n. 7/2005, pp. 322-323).<br />

Con la presente, Vi ricordo le date di quelle Giornate per le quali è<br />

stabilita la “Colletta obbligatoria”, da versare alla Curia Diocesana nei<br />

giorni che seguono immediatamente la stessa celebrazione:<br />

ß Giornata per le migrazioni (15 gennaio);<br />

ß Giornata per le opere della Terra Santa (14 aprile - Venerdì santo);<br />

ß Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore (30 aprile);<br />

ß Giornata per la carità del Papa (25 giugno);<br />

ß Giornata missionaria (22 ottobre);<br />

ß Giornata del Seminario (8 dicembre).<br />

Rimangono ad libitum le seguenti Giornate:<br />

ß Giornata dell’infanzia missionaria (6 gennaio);<br />

ß Giornata dei malati di lebbra (29 gennaio).<br />

RingraziandoVi anticipatamente per la partecipazione che le Vostre<br />

Comunità vorranno esprimere per i bisogni di tutta la Chiesa, Vi saluto<br />

fraternamente.<br />

<strong>Altamura</strong>, 16 febbraio 2006<br />

* * *<br />

Sac. Vito Colonna<br />

Vicario Generale


Carissimi,<br />

Ai Rev.mi Parroci<br />

e Collaboratori<br />

Loro Sedi<br />

come già annunciato durante l’ultimo incontro di aggiornamento (27<br />

gennaio u.s.), dal 12 al 17 marzo 2007 i Vescovi della Puglia compiranno<br />

la Visita ad limina, prevista dal Codice di Diritto Canonico ogni<br />

cinque anni.<br />

In vista di questo appuntamento, per dare al Vescovo la possibilità<br />

di stilare con serenità ed obiettività la prescritta Relazione sullo stato<br />

della <strong>Diocesi</strong>, da inviare almeno sei mesi prima della stessa Visita<br />

alla Congregazione per i Vescovi, Vi invio in allegato un estratto dello<br />

schema approntato dalla medesima Congregazione, per quelle parti che<br />

riguardano le parrocchie.<br />

Vogliate rispondere al questionario a livello interparrocchiale (per<br />

Zone Pastorali), consegnando quanto prima la relazione al Coordinatore<br />

cittadino, il quale provvederà a trasmetterla in Curia entro e non oltre il<br />

23 aprile 2006 (possibilmente su supporto informatico), al fine di permettere<br />

al Vescovo la stesura definitiva.<br />

Certo della Vostra fattiva collaborazione, Vi saluto fraternamente.<br />

<strong>Altamura</strong>, 16 febbraio 2006<br />

* * *<br />

Sac. Vito Colonna<br />

Vicario Generale<br />

40


40<br />

Carissimi,<br />

Ai Rev.di Sacerdoti<br />

Religiosi e Diaconi<br />

della <strong>Diocesi</strong><br />

Vi comunico che dalle ore 12.00 di lunedì 26 al pranzo di venerdì<br />

30 giugno p.v., presso l’Oasi “S. Maria dell’Isola” in Conversano,<br />

si terranno gli Esercizi Spirituali per i Sacerdoti, i Religiosi e i Diaconi<br />

della <strong>Diocesi</strong>.<br />

Detterà le meditazioni Mons. Giuseppe Zanon, Delegato Vescovile<br />

per il Clero della <strong>Diocesi</strong> di Padova.<br />

Avendo dato ascolto alle Vostre richieste, che auspicavano il Corso<br />

di Esercizi Spirituali ogni due anni, chiedo a tutti di essere attenti a questa<br />

proposta di comunione sacerdotale diocesana e, compatibilmente<br />

con gli impegni pastorali, una nutrita partecipazione.<br />

Vogliate comunicare la Vostra adesione entro mercoledì 31 maggio<br />

p.v., consegnando in Curia il talloncino sottostante debitamente compilato.<br />

La quota di partecipazione è di €. 155,00 (da consegnare a Don<br />

Luigi Dimarno durante gli Esercizi).<br />

Un saluto cordiale.<br />

<strong>Altamura</strong>, 17 marzo 2006<br />

* * *<br />

Sac. Vito Colonna<br />

Vicario Generale


Carissimi,<br />

– Ai Rev.di Sacerdoti e Diaconi<br />

Diocesani e Religiosi<br />

– Alle Comunità parrocchiali e religiose<br />

– Ai Responsabili degli Ordini Secolari,<br />

<strong>delle</strong> Confraternite, Associazioni, Gruppi<br />

e Movimenti ecclesiali<br />

l’appuntamento annuale della Celebrazione diocesana della Solennità<br />

del Corpus Domini, interrotto lo scorso anno per la concomitanza con<br />

il Congresso Eucaristico Nazionale celebrato a Bari, riprenderà giovedì<br />

15 giugno p.v. a Poggiorsini, alle ore 19.00 (ore 18.30: arrivi ed accoglienza).<br />

È l’ultimo paese della <strong>Diocesi</strong> che ospita tale celebrazione,<br />

che costituisce sempre un momento importante per la vita della <strong>Diocesi</strong>,<br />

riunita <strong>insieme</strong> al suo Pastore, il Vescovo Mario, intorno al Sacramento<br />

dell’Eucaristia.<br />

Con la presente, Vi comunico alcune notizie utili:<br />

– La Celebrazione Eucaristica si svolgerà in Piazza Borgo Vecchio (in<br />

prossimità dell’antica chiesa di S. Maria dei Sette Dolori). Seguirà la<br />

Processione, che, percorrendo Corso Vittorio Veneto, si concluderà<br />

con la Benedizione Eucaristica in Piazza Aldo Moro (piazzale antistante<br />

la chiesa parrocchiale). Alla Processione prenderanno parte,<br />

<strong>insieme</strong> al Vescovo, ai Sacerdoti, ai Diaconi, ai Ministri istituiti, ai<br />

Seminaristi ed ai Ministranti, anche tutti i fedeli convenuti. Faranno<br />

corona al SS.mo Sacramento le Autorità presenti e i membri <strong>delle</strong><br />

Confraternite del SS.mo Sacramento presenti in <strong>Diocesi</strong>.<br />

– Per raggiungere il luogo della celebrazione: da Piazza Aldo Moro,<br />

percorrere tutto Corso Vittorio Veneto.<br />

– Il parcheggio per i pullman sarà su Corso Vittorio Veneto.<br />

– Ai Sacerdoti ricordo di:<br />

1. portare solo il camice per la celebrazione; la Curia provvederà alle<br />

stole e alle casule. I paramenti sacri saranno indossati nella parrocchia<br />

di Maria SS. Addolorata, in Piazza Aldo Moro;<br />

2. affiggere per tempo nelle parrocchie i manifesti per la celebrazione.<br />

I libretti saranno distribuiti al momento dell’arrivo;<br />

40


40<br />

3. invitare i fedeli a confessarsi, per ricevere convenientemente l’Eucarestia.<br />

– Alla celebrazione potranno partecipare tutti i membri <strong>delle</strong> Confraternite,<br />

<strong>delle</strong> Associazioni, dei Gruppi e dei Movimenti ecclesiali,<br />

portando stendardi e labari propri.<br />

– Per l’UNITALSI, gli ammalati e gli anziani sono riservati posti a<br />

sedere.<br />

– L’animazione liturgica della Celebrazione Eucaristica e della Processione<br />

sarà affidata al Coro parrocchiale di Poggiorsini. A partire dalle<br />

ore 18.00, ci saranno le prove dei canti già riportati nel libretto.<br />

Eventuali altre notizie e/o disposizioni saranno date immediatamente<br />

prima della celebrazione.<br />

In attesa di incontrarVi, fraternamente Vi saluto nel Signore.<br />

<strong>Altamura</strong>, 25 maggio 2006<br />

Sac. Vito Colonna<br />

Vicario Generale


SEGRETERIA<br />

Verbali <strong>delle</strong> Riunioni degli Uffici di Curia<br />

Verbale n. 24<br />

La seduta ha avuto inizio alle ore 16.10 con un breve momento di<br />

preghiera presieduto dal Vescovo Mario. Il vescovo ha innanzitutto ringraziato<br />

i presenti per aver risposto all’invito.<br />

Sono presenti: Don Vito Colonna, Padre Pasquale Cenciarelli, Don<br />

Giuseppe Pietroforte, Don Luigi Dimarno, Mons. Felice Posa, Don Nicola<br />

Laterza, Don Vito Cassese, Don Domenico Giannuzzi,Don Angelo<br />

Cianciotta, Don Vincenzo Panaro, Don Saverio Ciaccia, Don Giovanni<br />

Monitillo, Don Giacomo Fiore, Diac. Giuseppe Angelillo, Don Michele<br />

Lorusso, Rag. Luca Cagnazzi, Don Vito Incampo, Diac. Leonardo Ferrulli,<br />

Sig. Nuzzi.<br />

Assenti giustificati: don Giuseppe Chironna, Mons. Diego Carlucci.<br />

Assenti ingiustificati: Mons. Giuseppe Lofrese, Don Vincenzo Confetti,<br />

Don Tommaso Lerario.<br />

I P.o.g. sono stati:<br />

1. Verifica degli uffici<br />

2. Criteri per l’individuazione dei nuovi direttori degli uffici<br />

3. Invito ad una verifica personale<br />

4. Proposte per la reimpostazione della curia<br />

1. Verifica degli uffici<br />

Il Vescovo, riferendosi alla lettera inviata a tutti i sacerdoti lo scorso<br />

21 agosto, dove chiedeva la disponibilità ad esercitare l’ufficio nonostante<br />

le dimissioni, ha ringraziato tutti i direttori, vice direttori, segretari<br />

e collaboratori degli uffici per il servizio svolto finora.<br />

Ha invitato a guardare all’esperienza fatta in questi anni per poter verificare<br />

quale immagine di curia è stata data alla diocesi. Ha ricordato ai<br />

presenti il privilegio nel fare tale verifica favorito dal duplice ruolo: interno<br />

(cioè come officiali di curia) ed esterno (a servizio <strong>delle</strong> parrocchie).<br />

40


410<br />

Diac. Leonardo Ferrulli (ufficio scuola) ha subito rilevato che proprio<br />

questo duplice impegno (ufficio e parrocchia) non sempre ha favorito<br />

l’impegno in curia, pertanto ha rilevato a volte l’inefficienza del servizio.<br />

Don Giuseppe Pietroforte (vicario 3 settore) ha sottolineato che nonostante<br />

tutto, pur non avendo in curia sacerdoti a tempo pieno si è lavorato<br />

tanto; ha aggiunto che molto dipende non dal tempo ma dalla convinzione<br />

che uno ha. Ha fatto notare che alcuni direttori sono stati spesso<br />

assenti.<br />

Don Giacomo Fiore: nota uno sforzo maggiore di comunicazione e di<br />

offerta di incontri.<br />

Don Vito Incampo: il vicario e il segretario sono stati più presenti in Curia<br />

offrendo un ottimo servizio a tutti. Il carico degli impegni per i parroci<br />

è forte pertanto c’è una disponibilità più limitata. Alcuni uffici sono<br />

stati più presenti altri meno. Non è ancora chiaro il coordinamento degli<br />

ambiti della curia. A volte alla curia è passato il compito che altri organismi<br />

(Consiglio Presbiterale e Consiglio Pastorale Diocesano) avrebbero<br />

dovuto avere. Come uffici a volte ci si è sentiti isolati e non sempre si è<br />

riusciti ad inserirsi nella realizzazione dei Programmi Pastorali.<br />

Don Vito Cassese: questo compito non è un ruolo ma un servizio; è<br />

necessaria una comunione in azione, una pre-stima tra di noi. Pensare all’altro<br />

come migliore di me, una promozione dell’altro. Cerchiamo una<br />

intesa di comunione.<br />

Padre Pasquale Cenciarelli: La curia è stato un luogo accogliente, con<br />

un bel clima. Se spesse volte ci si è rivolti al Vescovo per risolvere o proporre<br />

alcune cose questo non deve far sentire i responsabili degli uffici<br />

come messi da parte. C’è bisogno di più interazione tra vescovo e vicari<br />

episcopali ed un CPD più partecipe. Importante avere in curia una presenza<br />

laicale.<br />

2. Criteri per l’individuazione dei nuovi direttori degli uffici<br />

Don Michele Lorusso: Invita a cambiare la mentalità; è necessaria la<br />

continuità come primo criterio. L’ufficio deve preparare le persone.<br />

Continuità, esperienza e formazione tre criteri fondamentali.<br />

Sig. Nuzzi: per la pastorale familiare è necessaria una rotazione <strong>delle</strong><br />

coppie dei vari paesi. Corresponsabilità tra sacerdote e coppia responsabile.


Don Domenico Giannuzzi: è necessaria più sensibilità che competenza.<br />

Compito della curia deve essere quello di favorire e far crescere una<br />

sensibilità. Oltre a scegliere dei direttori è opportuno pensare a vice direttori<br />

e segretari cosicché l’ufficio non nasce con una sola persona.<br />

Mons. Felice Posa: richiamando il can. 478 parla di sacerdoti esperti,<br />

degni di fiducia e rettitudine criteri indispensabili per la scelta dei nuovi<br />

direttori.<br />

Don Luigi Dimarno: disponibilità della persona con la volontà di un<br />

cammino pieno di intenti e una maggior frequenza in curia e piena collaborazione.<br />

Diac. Leonardo Ferrulli: è importante che sia il direttore a suggerire il<br />

vice direttore e segretario ed eventuali collaboratori. Inoltre è necessario<br />

un senso di gratitudine verso i laici in varie forme (Sussidi, libri, convegni<br />

di formazione).<br />

Don Angelo Cianciotta: è importante che coloro che partecipano ai<br />

convegni offrano poi le proprie potenzialità al servizio della diocesi.<br />

Dopo aver ascoltato tutti il Vescovo ha ripercorso i vari interventi,<br />

ha prospettato un maggior inserimento dei laici, una collaborazione più<br />

proficua con i vari organismi e supportato dall’ assenso di Don Luigi Dimarno<br />

in qualità di economo ha ricordato che in più occasioni la diocesi<br />

ha favorito la partecipazione a convegni di formazione.<br />

3. Invito ad una verifica personale<br />

Il Vescovo ha invitato tutti alla verifica personale. Chi è che non desidera<br />

una curia più attenta, funzionante, una curia di cui tutti siano contenti?<br />

Questo desiderio che tutti abbiamo ci deve portare a chiederci:<br />

come abbiamo servito al nostra diocesi? Come abbiamo collaborato all’interno<br />

e con gli altri uffici?<br />

4. Proposte per la reimpostazione della curia<br />

Il Vescovo premettendo ai presenti la provvisorietà di tali proposte e<br />

chiedendo a tutti un impegno al riserbo ha elencato per ogni ufficio <strong>delle</strong><br />

proposte di eventuali nuovi direttori, vice direttori e collaboratori. Da<br />

411


412<br />

segnalare il nuovo ufficio della Pastorale Scolastica alquanto urgente e<br />

necessaria. Inoltre, anche l’ufficio Caritas avrà una caratterizzazione diversa:<br />

un direttore e dei responsabili per la formazione, Progetti in corso,<br />

banco alimentare, fondo Antiusura, Caritas parrocchiali, servizio civile,<br />

emergenze e bisogni. Il Vescovo ha poi annunciato anche l’inserimento<br />

in alcuni uffici a seconda della sensibilità, dei seminaristi di Teologia<br />

che pur non potendo dare un contributo alquanto fattivo potranno però<br />

così iniziare a conoscere più da vicino il lavoro e le iniziative della <strong>Diocesi</strong>.<br />

Sarà importante che i direttori interessati li tengano informati.<br />

Il Vicario Generale ha annunciato la data del prossimo incontro: 3 ottobre<br />

2006. Ha anche ricordato a tutti i presenti i due grandi avvenimenti<br />

dell’Inaugurazione dell’Ospedale e del Seminario Diocesano invitando<br />

tutti a pregare e partecipare.<br />

L’incontro si è concluso alle ore 18.05 con la Benedizione del Vescovo.<br />

<strong>Altamura</strong>, 21 settembre 2006<br />

Sac. Nunzio Falcicchio<br />

Segretario


Verbale n. 25<br />

La seduta ha avuto inizio alle ore 17.00 con un breve momento di<br />

preghiera presieduto dal Vescovo Mario. Il vescovo ha innanzitutto ringraziato<br />

i presenti per aver risposto all’invito.<br />

Sono presenti: Don Vito Colonna, Don Angelo Cianciotta, Don Rocco<br />

Scalera, P. Maurizio Bevilacqua, Don Giovanni Bruno, Don Domenico<br />

Cornacchia, Don Luigi Dimarno, Don Michele Lo russo, Don Luigi<br />

Dimarno, Mons. Felice Posa, Don Vito Cassese, Don Domenico Giannuzzi,<br />

Don Vincenzo Panaro, Don Saverio Colonna, Don Saverio Ciaccia,<br />

Don Giacomo Fiore, Don Vincenzo Lopano, alcuni diaconi e laici<br />

invitati dal vescovo<br />

Assenti giustificati: don Vito Incampo, don Giuseppe Pietroforte, don<br />

Alessandro Amapani<br />

I P. o. g. sono stati:<br />

1. Lettura verbale precedente seduta<br />

2. Comunicazioni del vescovo<br />

1. Lettura verbale precedente seduta<br />

Il segretario ha dato lettura del verbale dell’incontro tenutosi il 21<br />

settembre, fornendone copia ai presenti. Dopo ha preso la parola il Vescovo.<br />

2. Comunicazioni del vescovo<br />

Il Vescovo, riferendosi all’incontro precedentemente avuto con gli<br />

uffici ed hai colloqui personali con alcuni direttori, ha precisato che l’invito<br />

a cambiare i direttori degli uffici non è per un risentimento verso<br />

qualcuno o automaticamente un giudizio negativo verso chi ha lavorato<br />

in curia in questi anni, ma il bisogno, da più parti avvertito ed evidenziato,<br />

di rigenerare, di dare un nuovo slancio al lavoro degli stessi uffici.<br />

413


414<br />

Il Vescovo ha ribadito che si lavora alla luce di una scuola che Cristo<br />

ci ha fatto: “siamo servi inutili”. Lui deve crescere ed io diminuire.<br />

Quando si lavora per noi stessi non va bene, ha continuato il vescovo. Ha<br />

comunicato di aver ricevuto da parte di sacerdoti, diaconi e laici apprezzamenti<br />

per queste decisioni ma anche meraviglia e lamentele.<br />

Il Vescovo poi, ha ricordato che l’invito rivolto ai presenti dal Vicario<br />

generale, è la testimonianza della fiducia che ha riposto e ripone nei sacerdoti,<br />

diaconi e laici che collaborano negli uffici di curia. Il Vescovo<br />

ringraziando ancora una volta coloro che hanno svolto il proprio ufficio,<br />

comunica che una <strong>delle</strong> esigenze emerse è di cui si compiace è la voglia<br />

di lavorare in modo coordinato (con presenze laiche e religiose) con gli<br />

altri uffici che hanno relazione nello stesso settore. Al più presto nominerà<br />

i vicari Episcopali di ogni settore.<br />

Il vescovo infine, ha chiesto a tutti di “tenere gli occhi aperti” cioè di<br />

studiare, informarsi, leggere e ascoltare i bisogni del territorio e della<br />

Chiesa e suggerire <strong>delle</strong> risposte. L’ufficio non deve essere visto come<br />

un fatto puramente burocratico. Importante è avere collaboratori e rispettare<br />

i tempi specie per arrivare a giugno con il programma pastorale.<br />

Don Vito Colonna ha informato i presenti che i sacerdoti daranno <strong>delle</strong><br />

indicazioni per i vicari foranei. Ha chiesto di prendere visione della nuova<br />

griglia con le proposte dei nuovi direttori e collaboratori.<br />

Diac. Giuseppe Angellillo sottolinea che per l’ufficio Caritas il nuovo<br />

Direttore deve fare un corso e chiede di definire gli uffici.<br />

Vescovo: interviene dicendo che non farà subito un decreto, che l’incontro<br />

riveste l’informalità di una consultazione e che resta in attesa dei<br />

suggerimenti per completare con le eventuali precise correzioni la griglia<br />

degli uffici. Inoltre il campo della Caritas data la sua articolazione e<br />

complessità sarà bene esaminarlo in altra sede. L’ufficio scuola sarà poi<br />

affiancato dal nuovo ufficio per la pastorale scolastica.<br />

Don Mimmo Giannuzzi: chiede di inserire la parola Evangelizzazione<br />

all’inizio di ogni settore in sintonia con la Chiesa italiana così diviene<br />

uno stare <strong>insieme</strong>, un pensare l’evangelizzazione.


Don Saverio Ciaccia: ritiene che è bene intestare i tre settori secondo i<br />

tre munus profetico - sacerdotale - regale.<br />

Vescovo: viene data lettura della griglia di proposta dei nuovi direttori,<br />

vice direttori e collaboratori. Al termine della lettura chiede ai vecchi direttori<br />

di aiutare nell’inserimento dell’ufficio coloro che rivestiranno il<br />

nuovo incarico. I vari suggerimenti e le precisazioni saranno coordinate<br />

dal Vicario e dal Segretario.<br />

L’incontro si è concluso alle ore 18.30 con la Benedizione del Vescovo.<br />

<strong>Altamura</strong>, 21 settembre 2006<br />

Sac. Nunzio Falcicchio<br />

Segretario<br />

41


41<br />

Verbale n. 26<br />

La seduta ha avuto inizio alle ore 10.00 con un breve momento di<br />

preghiera presieduto dal Vescovo Mario, presso la parrocchia di S. Anna<br />

in <strong>Altamura</strong>. Il vescovo ha innanzitutto ringraziato i presenti per aver<br />

risposto all’invito.<br />

Sono presenti: Don Vito Colonna, Don Giacomo Fiore, Don Saverio<br />

Ciaccia, Don Domenico Giannuzzi, Don Vito Nuzzi, Mons. Felice Posa,<br />

Don Luigi Dimarno, Don Angelo Cianciotta, Don Rocco Scalera, P. Maurizio<br />

Bevilacqua, Don Giovanni Bruno, Don Domenico Cornacchia, Don<br />

Vito Cassese, Don Vincenzo Panaro, Don Saverio Colonna, , Don Vincenzo<br />

Lopano, Don Peppino Chironna, Don Giovanni Monitillo, don Vito<br />

Incampo, don Giuseppe Pietroforte, don Alessandro Amapani, don Nicola<br />

Chiarulli, don Michele Lorusso, don Giuseppe Cifarelli, P. Mario Marino,<br />

Ing. Franchini, Diac. Leonardo Ferrulli, Avv. Massimo Marvulli.<br />

I P. o. g. sono stati:<br />

1. Lettura verbale precedente seduta<br />

2. Giuramento dei Vicari episcopali<br />

3. Varie<br />

1. Lettura verbale precedente seduta<br />

Il segretario ha dato lettura del verbale dell’incontro tenutosi il 3 ottobrebre,<br />

fornendone copia ai presenti. Dopo ha preso la parola il Vescovo<br />

che ha salutato i presenti, ringraziato il parroco don Vincenzo Panaro e<br />

spiegato ai presenti il cambio della sede per l’incontro, dovuto all’impossibilità<br />

del parcheggio in p.zza Duomo. Il Vescovo ha ricordato che è<br />

la prima volta che in modo ufficiale e completo incontra i nuovi direttori<br />

degli uffici di curia.<br />

2. Giuramento dei Vicari episcopali<br />

Il Vescovo, ha invitato i quattro Vicari episcopali (don Giacomo Fiore,<br />

don Domenico Giannuzzi, Don Saverio Ciaccia, don Vito Nuzzi) a<br />

fare il giuramento in vista di assumere un tale incarico.


3. Varie<br />

Dopo il giuramento ha preso la parola il Vescovo sottolineando l’importanza<br />

dell’incontro prima di Natale per avere la possibilità di scambiarsi<br />

<strong>delle</strong> proposte e riflessioni per rendere operativi gli uffici.<br />

Il Vescovo ha proposto a tutti i presenti di mettere a fondamento e<br />

convincimento di tutti, il sentirsi chiamati ad essere costruttori di unità<br />

attraverso il servizio che ognuno di noi è chiamato a svolgere. Ha chiesto<br />

di non proporre tante iniziative, incontri o riunioni che potrebbero<br />

disorientare.<br />

È opportuno, ha continuato il Vescovo, completare in questo primo<br />

tempo l’organico degli uffici, cercare collaboratori nelle parrocchie per<br />

non fare sempre e solo esclusivamente riferimento ai parroci. È importante<br />

mettere <strong>insieme</strong> le varie programmazioni per coordinare il lavoro<br />

perché diventi un unico progetto.<br />

Dopo il Vescovo, ha preso la parola il Vicario Generale che ha ricordato<br />

che i nuovi Vicari Episcopali sono anche Vicari Foranei e primi<br />

collaboratori del Vescovo. Ha sottolineato la necessità di fornire presso<br />

la segreteria della curia la scheda tecnica completa di ogni ufficio con i<br />

nomi dei collaboratori e gli indirizzi.<br />

Poi, il segretario, è stato invitato a dare <strong>delle</strong> indicazioni logistiche<br />

per l’uso dei computer, telefoni, fotocopiatori.<br />

Alcuni dei presenti hanno chiesto informazioni circa il pellegrinaggio<br />

diocesano a Roma in vista della Visita ad limina del 14 Marzo 2007.<br />

Don Alessandro ha proposto di stampare un libretto per la Liturgia, ricordandoci<br />

che avremo la Celebrazione nella Basilica di S. Pietro alle<br />

ore 12.30 presieduta dal nostro Vescovo. Per quanto riguarda l’utilizzo<br />

dei pullman don Luigi Dimarno dopo alcune consultazioni comunicherà<br />

ai parroci la cifra per i pellegrini, cosicché, tutta la <strong>Diocesi</strong> utilizzi la<br />

stessa quota di iscrizione. Inoltre ogni pellegrino avrà un segno distintivo<br />

(cappellino) e il pass per accedere alla Udienza.<br />

L’incontro si è concluso alle ore 12.30 con la Benedizione del Vescovo.<br />

<strong>Altamura</strong>, 21 settembre 2006<br />

Sac. Nunzio Falcicchio<br />

Segretario<br />

41


41<br />

Rendiconto<br />

relativo alla erogazione<br />

<strong>delle</strong> somme derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF<br />

per l’esercizio 2005<br />

I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE<br />

A. Esercizio del culto:<br />

1. Nuovi complessi parrocchiali 77.853,00<br />

2. Sussidi liturgici 7.276,40<br />

3. Centro Giovanile 32.000,00<br />

B. Esercizio e cura <strong>delle</strong> anime:<br />

117.129,40<br />

1. Attività pastorali straordinarie 1.136,00<br />

2. Curia diocesana e centri pastorali diocesani<br />

30.000,00<br />

3. Mezzi di comunicazione sociale a finalità<br />

pastorale<br />

24.493,55<br />

4. Istituto di scienze religiose<br />

5. Manutenzione straordinaria di case cano-<br />

13.500,00<br />

niche e/o locali di ministero pastorale 17.290,50<br />

6. Parrocchie in condizioni di straordinaria<br />

necessità<br />

8.000,00<br />

7. Enti ecclesiastici per il sostentamento dei<br />

sacerdoti addetti<br />

4.250,00<br />

8. Clero anziano e malato 300,00<br />

9. Istituti di vita consacrata in straordinaria<br />

necessità<br />

3.000,00<br />

10. Rimborso collaboratori 5.200,00<br />

107.170,05


C. Formazione del clero:<br />

1. Seminario diocesano, interdiocesano, re-<br />

56.468,80<br />

gionale<br />

2. Rette di seminaristi e sacerdoti studenti a<br />

Roma o presso altre facoltà ecclesiastiche 3.396,00<br />

3. Formazione permanente del clero 6.380,00<br />

4. Restauro Seminario Diocesano 237.111,58<br />

303.356,38<br />

D. Scopi missionari:<br />

1. Centro missionario diocesano e animazione<br />

missionaria<br />

2. Cura pastorale degli immigrati presenti in<br />

diocesi<br />

E. Catechesi ed educazione cristiana:<br />

1.000,00<br />

5.000,00<br />

1. Iniziative di cultura religiosa nell’ambito<br />

della diocesi<br />

1.900,00<br />

2. Istituti Regionali 2.155,00<br />

F. Contributo al servizio diocesano per la promozione<br />

del sostegno economico alla Chiesa:<br />

G. Altre erogazioni:<br />

6.000,00<br />

4.055,00<br />

1.200,00<br />

1. Casa S. Lorenzo 2.000,00<br />

2. Fondo Facoltà Teologica 50.385,18<br />

3. Fitto Parrocchia Spirito Santo 12.292,19<br />

4. Tasse e manutenzione Casa<br />

Mastrogiacomo<br />

9.500,47<br />

a) totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate nel 2005<br />

74.177,84<br />

613.088,67<br />

41


420<br />

Riepilogo<br />

- totale <strong>delle</strong> somme da erogare per<br />

l’anno 2005<br />

- a dedurre totale <strong>delle</strong> erogazioni ef-<br />

1.195.142,98<br />

fettuate nell’anno 2005 (fino al 31 marzo<br />

2006)<br />

613.088,67<br />

- differenza<br />

L’importo “differenza” è così suddiviso:<br />

582.054,31<br />

* Fondo diocesano di garanzia<br />

(fino al 10% del contributo dell’anno 2005)<br />

56.000,00<br />

* Fondo diocesano di garanzia relativo agli esercizi<br />

precedenti<br />

Totale fondo diocesano di garanzia (da riporta-<br />

242.248,30<br />

re nel rendiconto assegnazioni 2006)<br />

* Altre somme assegnate nell’esercizio 2005 e<br />

non erogate al 31/03/2006 (da riportare nel ren-<br />

298.248,30<br />

diconto assegnazioni 2006) 271.563,53<br />

- interessi netti del 30/06/05;<br />

30/09/05 e 31/12/05<br />

3.198,23<br />

- assegni emessi o bonifici effettuati ma<br />

non ancora contabilizzati nell’e/c<br />

9.044,25<br />

saldo conto corrente e/o deposito titoli<br />

al 31 marzo 2006<br />

594.296,79


II. PER INTERVENTI CARITATIVI<br />

A. Distribuzione a persone bisognose:<br />

1. Da parte della diocesi 36.890,00<br />

2. Da parte <strong>delle</strong> parrocchie 60.800,00<br />

3. Da parte di altri enti ecclesiastici 30.000,00<br />

B. Opere caritative diocesane:<br />

1. In favore di extracomunitari 11.100,00<br />

2. In favore di tossicodipendenti 17.000,00<br />

3. In favore di anziani 11.000,00<br />

4. In favore di portatori di handicap 10.500,00<br />

5. In favore di altri bisognosi 850,00<br />

6. Fondo antiusura (diocesano o regionale) 20.000,00<br />

C. Opere caritative parrocchiali:<br />

1. In favore di extracomunitari 10.000,00<br />

2. In favore di altri bisognosi 21.350,00<br />

3. Caritas 4.000,00<br />

D. Opere caritative di altri enti ecclesiastici:<br />

1. Fondazione Benedetto XIII 30.000,00<br />

2. Opere Caritative Religiose 42.500,00<br />

3. Casa Accoglienza Loglisci 140.254,08<br />

E. Altre erogazioni:<br />

1. Opere Caritative Missionarie 1.500,00<br />

127.690,00<br />

70.450,00<br />

35.350,00<br />

212.754,08<br />

1.500,00<br />

b) totale <strong>delle</strong> erogazioni 447.744,08<br />

421


422<br />

Riepilogo<br />

- totale <strong>delle</strong> somme da erogare per l’anno 2005 623.130,48<br />

- a dedurre totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate<br />

nell’anno 2005 (fino al 31 marzo 2006) 447.774,08<br />

- differenza 175.386,40<br />

L’importo “differenza” è così suddiviso:<br />

* Altre somme assegnate nell’esercizio 2005<br />

e non erogate al 31/03/2006 (da riportare nel<br />

rendiconto assegnazioni 2006) 168.195,33<br />

- interessi netti del 30/09/05; 31/12/05 e 31/03/06 3.191,07<br />

- assegni emessi o bonifici effettuati<br />

ma non ancora contabilizzati nell’e/c 4.000,00<br />

saldo conto corrente e/o deposito titoli al 31<br />

182.577,47<br />

marzo 2006<br />

Si allegano:<br />

1. relazione esplicativa del rendiconto relativo alle somme erogate;<br />

2. fotocopia <strong>delle</strong> pagine di tutti gli estratti conto bancari dal 01.04.2005<br />

al 31.03.2006;<br />

3. documentazione dei depositi amministrati o della gestione patrimoniale<br />

nel caso in cui le disponibilità siano state temporaneamente investite.<br />

Si attesta che:<br />

• il presente “Rendiconto” è stato sottoposto alla verifica del Consiglio<br />

Diocesano per gli affari economici;<br />

• il “Rendiconto” è pubblicato nel bollettino ufficiale della diocesi n. 1,<br />

anno 2006.<br />

l’economo diocesano<br />

Sac. Luigi Dimarno<br />

il vescovo diocesano<br />

X Mario Paciello


Rendiconto relativo alla assegnazione<br />

<strong>delle</strong> somme attribuite alla <strong>Diocesi</strong><br />

dalla Conferenza Episcopale Italiana<br />

ex art. 47 della legge 222/1985<br />

per l’anno 2006<br />

I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE<br />

- contributo ricevuto dalla c.e.i. nel 2006 570.711,94<br />

- interessi netti maturati sui depositi bancari<br />

e sugli investimenti:<br />

al 30.09.2005 1.111,53<br />

al 31.12.2005 1.293,97<br />

al 31.03.2006 1.125,26<br />

al 30.06.2006 1.338,46<br />

4.869,22<br />

- fondo diocesano di garanzia relativo agli eser-<br />

298.248,30<br />

cizi precedenti<br />

- somme impegnate per iniziative pluriennali esercizi<br />

precedenti<br />

- somme assegnate nell’esercizio 2005 e non ero-<br />

273.128,00<br />

gate al 31.03.2006<br />

a) totale <strong>delle</strong> somme da assegnare<br />

per l’anno 2006 1.146.957,46<br />

A. Esercizio del culto:<br />

1. Nuovi complessi parrocchiali 58.000,00<br />

2. Sussidi liturgici 20.000,00<br />

3. Centro Giovanile 50.000,00<br />

128.000,00<br />

423


424<br />

B. Esercizio e cura <strong>delle</strong> anime:<br />

1. Attività pastorali straordinarie 25.828,00<br />

2. Curia diocesana e centri pastorali diocesani 65.000,00<br />

3. Mezzi di comunicazione sociale a finalità<br />

53.473,40<br />

pastorale<br />

4. Istituto di scienze religiose 12.000,00<br />

5. Archivi e biblioteche di enti ecclesiastici 10.000,00<br />

6. Manutenzione straordinaria di case canoniche<br />

e/o locali di ministero pastorale<br />

59.660,00<br />

7. Consultorio familiare diocesano 10.000,00<br />

8. Parrocchie in condizioni di straordinaria necessità<br />

20.000,00<br />

9. Enti ecclesiastici per il sostentamento dei<br />

sacerdoti addetti<br />

2.000,00<br />

10. Clero anziano e malato 5.160,00<br />

11. Istituti di vita consacrata in straordinaria<br />

necessità<br />

13.000,00<br />

12. Rimborsi collaboratori 25.220,00<br />

C. Formazione del clero:<br />

301.341,40<br />

1. Seminario diocesano, interdiocesano, re-<br />

104.550,00<br />

gionale<br />

2. Rette di seminaristi e sacerdoti studenti a<br />

Roma o presso altre facoltà ecclesiastiche 3.800,00<br />

3. Formazione permanente del clero 8.900,00<br />

4. Restauro Seminario 176.969,22<br />

294.219,22<br />

D. Scopi missionari:<br />

1. Centro missionario diocesano e animazione<br />

missionaria<br />

3. Cura pastorale degli immigrati presenti in<br />

diocesi<br />

2.000,00<br />

10.000,00<br />

12.000,00


E. Catechesi ed educazione cristiana:<br />

1. Oratori e patronati per ragazzi e giovani 11.500,00<br />

2. Associazioni ecclesiali (per la formazione<br />

dei membri)<br />

8.000,00<br />

3. Iniziative di cultura religiosa nell’ambito<br />

della diocesi<br />

4.600,00<br />

4. Istituzioni Regionali 4.000,00<br />

F. Contributo al servizio diocesano per la<br />

promozione del sostegno economico alla<br />

Chiesa<br />

G. Altre assegnazioni:<br />

1.200,00<br />

1. Casa San Lorenzo 6.000,00<br />

2. Fitto Parrocchia Spirito Santo 14.292,19<br />

3. Manutenzione Casa Mastrogiacomo 10.880,00<br />

H. Somme impegnate per iniziative pluriennali:<br />

1. Fondo diocesano di garanzia (fino al 10%<br />

del contributo dell’anno 2006)<br />

350.924,00<br />

28.100,00<br />

1.200,00<br />

31.172,19<br />

350.924,65<br />

b) totale <strong>delle</strong> assegnazioni 1.146.957,46<br />

II. PER INTERVENTI CARITATIVI<br />

- contributo ricevuto dalla c.e.i. nel 2006 313.697,07<br />

- interessi netti maturati sui depositi bancari<br />

e sugli investimenti:<br />

42


42<br />

al 30.09.2005 1.125,51<br />

al 31.12.2005 1.282,97<br />

al 31.03.2006 782,59<br />

al 30.06.2006 599,04<br />

- somme impegnate per iniziative pluriennali esercizi<br />

precedenti<br />

- somme assegnate nell’esercizio 2005 e non erogate<br />

al 31.03.2006<br />

a) totale <strong>delle</strong> somme da assegnare<br />

per l’anno 2006<br />

A. Distribuzione a persone bisognose:<br />

3.790,11<br />

166.902,35<br />

484.389,53<br />

1. Da parte della diocesi 63.170,00<br />

2. Da parte <strong>delle</strong> parrocchie 53.200,00<br />

3. Da parte di altri enti ecclesiastici 20.000,00<br />

136.370,00<br />

B. Opere caritative diocesane:<br />

1. In favore di extracomunitari 15.000,00<br />

2. In favore di tossicodipendenti 20.000,00<br />

3. In favore di anziani 20.000,00<br />

4. In favore di portatori di handicap 20.000,00<br />

5. In favore di altri bisognosi 49.793,00<br />

6. Fondo antiusura (diocesano o regionale) 25.000,00<br />

149.793,00<br />

C. Opere caritative parrocchiali:<br />

1. In favore di altri bisognosi 34.000,00<br />

34.000,00


D. Opere caritative di altri enti ecclesiastici:<br />

1. Fondazione Benedetto XIII 27.000,00<br />

2. Opere Caritative Religiose 20.000,00<br />

3. Casa di Accoglienza Loglisci 80.226,53<br />

127.226,53<br />

E. Altre assegnazioni:<br />

1. Gemellaggio Awasa 15.000,00<br />

2. Opere caritative missionarie 22.000,00<br />

37.000,00<br />

b) totale <strong>delle</strong> assegnazioni 484.389,53<br />

1. Il parere del Consiglio diocesano per gli affari economici è stato<br />

espresso nella riunione tenutasi in data 8 novembre 2006<br />

2. Il parere del Collegio dei consultori è stato espresso nella riunione<br />

tenutasi in data 8 novembre 2006<br />

3. L’incaricato diocesano per la promozione del sostegno economico<br />

alla Chiesa è stato sentito dal Vescovo in data 8 novembre 2006<br />

4. Il Direttore della Caritas Diocesana è stato sentito dal Vescovo in merito<br />

agli interventi caritativi in data 8 novembre 2006<br />

<strong>Altamura</strong>, 27 novembre 2006<br />

il vescovo diocesano<br />

X Mario Paciello<br />

42


42<br />

RENDICONTO DELLE COLLETTE<br />

PER LE GIORNATE OBBLIGATORIE 2006<br />

Giornata<br />

missionaria Seminario<br />

Carità<br />

del Papa<br />

Università<br />

Cattolica<br />

Luoghi<br />

Santi<br />

Migranti Lebbrosi<br />

Infanzia<br />

missionaria<br />

ALTAMURA<br />

Cattedrale 500,00 100,00 – 250,00 200,00 200,00 500,00 700,00<br />

Sacro Cuore 400,00 100,00 150,00 200,00 200,00 100,00 600,00 700,00<br />

S. Agostino 50,00 – – 100,00 150,00 – 305,00 250,00<br />

S. Anna 120,00 100,00 – 85,00 50,00 125,00 920,00 250,00<br />

S. Giovanni Bosco 800,00 – – – – – 700,00 1.400,00<br />

S. Maria Carmine 150,00 200,00 – 125,00 60,00 170,00 750,00 510,00<br />

S. M. Consolazione 300,00 150,00 – 100,00 150,00 135,00 2.100,00 200,00<br />

S. Michele A. 160,00 150,00 – 180,00 150,00 125,00 450,00 380,00<br />

S. Nicola 420,00 110,00 – 110,00 110,00 130,00 660,00 420,00<br />

SS. Redentore – 50,00 – – – – 50,00 200,00<br />

SS. Rosario 300,00 80,00 – 125,00 50,00 100,00 500,00 600,00<br />

S. Sabino 90,00 70,00 – 180,00 90,00 70,00 50,00 –<br />

S. Sepolcro 150,00 100,00 50,00 150,00 50,00 150,00 250,00 250,00<br />

S. Teresa 650,00 200,00 180,00 150,00 80,00 130,00 910,00 590,00<br />

SS. Trinità 50,00 50,00 – 180,00 270,00 50,00 200,00 350,00


Ancelle “Volpicelli” – – – – – – – –<br />

Buoncammino – 215,00 – 50,00 215,00 100,00 610,00 350,00<br />

Cimitero 80,00 20,00 – – – – 70,00 500,00<br />

Madonna della Croce 90,00 30,00 20,00 – 20,00 40,00 90,00 50,00<br />

Ospedale 50,00 100,00 – 100,00 50,00 65,00 100,00 115,00<br />

S. Antonio 47,00 – – 60,00 21,00 25,00 50,00 45,00<br />

S. Chiara – – – – – – – –<br />

S. Domenico 223,00 – – 104,00 – 85,00 123,00 –<br />

S. Francesco di P. – – – – – 40,00 – 50,00<br />

S. Lorenzo – – – – – – – –<br />

S. Lucia 250,00 50,00 190,00 135,00 50,00 135,00 600,00 260,00<br />

Annunziata – – – – – – – –<br />

Caritas S. Sepolcro – – – – – – 200,00 –<br />

4.880,00 1.875,00 640,00 2.384,00 1.966,00 1.975,00 10.788,00 8.170,00<br />

GRAVINA<br />

Buon Pastore 100,00 100,00 – 100,00 100,00 100,00 700,00 600,00<br />

Madonna d. Grazie – 30,00 – – – 157,00 666,00 742,00<br />

Mater Ecclesiae – – – – – – 650,00 700,00<br />

S. Domenico 1.000,00 100,00 – 300,00 50,00 400,00 2.240,00 1.650,00<br />

S. Francesco 150,00 250,00 320,00 110,00 110,00 200,00 500,00 400,00<br />

42


430<br />

S. Giovanni Battista – – – 75,00 227,00 118,00 550,00 565,00<br />

S. Giovanni Evang. – 35,00 – 35,00 35,00 45,00 670,00 210,00<br />

SS. Nicola e Cecilia – – – – – – 400,00 190,00<br />

SS. Pietro e Paolo – 100,00 – 100,00 100,00 100,00 100,00 500,00<br />

Spirito Santo – – – – – 145,00 950,00 1.000,00<br />

SS. Crocifisso – – – 500,00 50,00 200,00 1.550,00 1.100,00<br />

SS. Nome di Gesù – – – – – – 50,00 70,00<br />

Cattedrale – – – – – – – –<br />

Ospedale – – – – – – – –<br />

S.Emidio – – – – – – – –<br />

S. Felice – – – – – – – –<br />

S. Giuseppe – – – – – – – –<br />

S. Maria – – – – – – – –<br />

S. Sofia – – – – – – – –<br />

S. Teresa – – – – – – – –<br />

Suore S. Cecilia – – – – – – – –<br />

Suore Sacro Costato – – – – – – – 150,00<br />

Confr. S. Antonio – – – – – – – 100,00<br />

Suore Carmelitane – – – – – – 155,00 –<br />

1.250,00 615,00 320,00 1.220,00 672,00 1.465,00 9.026,00 7.677,00


ACQUAVIVA<br />

S. Eustachio 200,00 – – 300,00 130,00 200,00 1.200,00 395,00<br />

S. Agostino 20,00 – – 20,00 20,00 20,00 165,00 30,00<br />

Sacro Cuore – 152,00 – 100,00 300,00 130,00 1.350,00 400,00<br />

S. Domenico 600,00 70,00 – 150,00 50,00 200,00 1.000,00 1.000,00<br />

S. Francesco – – – 50,00 50,00 50,00 150,00 200,00<br />

S. Lucia – 50,00 – 51,00 55,00 70,00 130,00 150,00<br />

S. Maria Maggiore 300,00 150,00 – 100,00 200,00 200,00 350,00 1.000,00<br />

Addolorata – – – – – – – –<br />

Immacolata – – – – – – – –<br />

Ospedale “Collone” – – – – – – – –<br />

Ospedale “Miulli” – – – – – – – –<br />

S. Anna – – – – – – – –<br />

S. Benedetto – – – – – – – –<br />

S. Chiara – – – – – – – –<br />

Suore “Cirielli” 300,00 – – – – – 410,00 –<br />

1.420,00 422,00 – 771,00 805,00 870,00 4.755,00 3.175,00<br />

SANTERAMO<br />

S. Erasmo 309,00 250,00 – 250,00 – 300,00 868,00 1.177,00<br />

Sacro Cuore 200,00 200,00 – 185,00 250,00 145,00 500,00 800,00<br />

SS. Crocifisso 1.080,00 430,00 480,00 360,00 550,00 500,00 1.400,00 850,00<br />

431


432<br />

Annunziata 50,00 – – – – – 101,00 94,00<br />

Carmine 60,00 – – – – – 108,00 96,00<br />

Monfortani – – – – – – 170,00 150,00<br />

Ospedale – – – – – – – –<br />

Pietà – – 75,00 – – – 50,00 –<br />

S. Giuseppe 61,00 – – – – – 56,00 97,00<br />

S. Lucia 30,00 – – – – – 50,00 –<br />

Salesiani – – – – – – 310,00 –<br />

Asilo Mons. Rago 20,00 – – – – – – –<br />

Confr. SS. C rocif. – – – – – – 50,00 –<br />

Confr. SS. Sacram. – – – – – – 50,00 –<br />

Confr. S. Giuseppe – – – – – – 50,00 –<br />

1.780,00 880,00 555,00 795,00 800,00 945,00 3.763,00 3.264,00<br />

SPINAZZOLA<br />

S. Pietro Apostolo 170,00 150,00 – 300,00 30,00 150,00 450,00 340,00<br />

SS. Annunziata 100,00 100,00 – 225,00 100,00 375,00 835,00 250,00<br />

270,00 250,00 – 525,00 130,00 525,00 1.285,00 590,00<br />

POGGIORSINI<br />

M. SS. Addolorata – – – – – – 200,00 300,00<br />

– – – – – – 200,00 300,00<br />

TOTALE 9.600,00 4.042,00 1.515,00 5.695,00 4.373,00 5.780,00 29.817,00 23.176,00<br />

Aggiornato al 26.10.2007


In pace Domini<br />

Si è spento il 5 marzo 2006 a Roma, all’età di 79 anni, S.E. Mons.<br />

Donato Squicciarini, Arcivescovo titolare di Tiburnia e Nunzio<br />

Apostolico.<br />

Nato ad <strong>Altamura</strong> il 24 aprile 1927, dopo aver frequentato il Ginnasio<br />

nel Pontificio Seminario Regionale di Potenza, completò gli studi<br />

liceali nel Pontificio Seminario Romano Minore e quelli teologici nel<br />

Pontificio Seminario Romano Maggiore. Ordinato Sacerdote da Mons.<br />

Salvatore Rotolo nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong> il 12 aprile 1952, nel 1956<br />

fece l’ingresso nella Pontificia Accademia Ecclesiastica e nel 1958 fu<br />

destinato come Addetto della Nunziatura Apostolica in Panama. Trasferito<br />

nel 1960 presso la Nunziatura Apostolica in Colombia, e nel 1961<br />

presso quella in Germania, nel 1965 fu nominato Uditore della Nunziatura<br />

Apostolica in Turchia e, nel 1967, presso la Segreteria di Stato<br />

(Consiglio degli Affari pubblici della Chiesa). Nel 1975 fu destinato come<br />

Consigliere della Nunziatura Apostolica in Austria, Delegato Permanente<br />

della Santa Sede presso l’Agenzia Internazionale dell’Energia<br />

Atomica e Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione<br />

<strong>delle</strong> Nazioni Unite per lo sviluppo industriale a Vienna.<br />

Eletto Arcivescovo titolare di Tiburnia e Nunzio Apostolico in Burundi<br />

il 31 agosto 1978, ricevette l’Ordinazione Episcopale il 26 novembre<br />

1978 nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong> da Sua Eminenza il Card. Franz<br />

König, Arcivescovo di Vienna, essendo Conconsacranti S.E. Mons.<br />

Giuseppe Caprio, Sostituto della Segreteria di Stato, e S.E. Mons. Salvatore<br />

Isgrò, Vescovo di <strong>Gravina</strong> e Prelato di <strong>Altamura</strong> e di <strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti.<br />

Pro-Nunzio Apostolico in Camerun e Gabon e Delegato Apostolico<br />

(successivamente Pro-Nunzio) per la Guinea Equatoriale dal 1981<br />

al 1989, il 1 luglio 1989 fu nominato Nunzio Apostolico in Austria e<br />

il 9 gennaio 1990 Rappresentante Permanente della Santa Sede presso<br />

l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica e Osservatore Permanente<br />

della Santa Sede presso l’Organizzazione <strong>delle</strong> Nazioni Unite per<br />

lo sviluppo Industriale e presso l’Ufficio <strong>delle</strong> Nazioni Unite a Vienna.<br />

Ha rinunziato agli incarichi diplomatici, per raggiunti limiti d’età, l’8<br />

ottobre 2002, ritirandosi nella sua residenza romana a pochi passi dalla<br />

Basilica di S. Pietro.<br />

433


434<br />

Di lui così si è espresso il Card. Angelo Sodano durante l’omelia della<br />

Messa esequiale nella Basilica di S. Pietro in Vaticano: “La carità di<br />

Cristo ha sostenuto e animato tutta l’azione apostolica del nostro Fratello<br />

defunto e lo ha reso capace di favorire il dialogo e la comprensione in<br />

tante situazioni diverse. Dovunque, egli ha aiutato a superare conflitti,<br />

ad aprire vie di incontro, ad avvicinare persone e comunità alla Chiesa,<br />

in particolare alla comunione con il Papa”.<br />

È questa la sintesi di una vita interamente spesa a servizio della Chiesa,<br />

come sacerdote e vescovo, ad immagine di Cristo Buon Pastore.<br />

* * *<br />

Si è spento il 1 aprile 2006, all’età di 86 anni, Mons. Lorenzo<br />

Colaninno, Cappellano di Sua Santità e Canonico del Capitolo<br />

Concattedrale di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />

Nato ad <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti il 22 novembre 1920, dopo aver frequentato<br />

il Ginnasio nel Seminario di Bisceglie, completò gli studi liceali<br />

e teologici nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta. Ordinato Sacerdote<br />

da Mons. Giuseppe Della Cioppa nella Cattedrale di <strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti il 14 luglio 1946, fu nominato Vice Parroco di S. Eustachio<br />

in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti. Successivamente, ha svolto gli incarichi di<br />

Mansionario e poi Canonico del Capitolo Cattedrale di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />

Fonti, Padre Spirituale dell’Arciconfraternita di Maria SS. Immacolata,<br />

Assistente della G.I.A.C. e <strong>delle</strong> A.C.L.I., Delegato Vescovile presso il<br />

Comitato Feste Patronali, Facente funzioni di Governatore dell’Ospedale<br />

“F. Miulli”, Assistente Diocesano di Azione Cattolica (1984-1986),<br />

Membro del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici, Delegato<br />

diocesano per l’attività missionaria (1987-1998), Membro del Consiglio<br />

Presbiterale (1989-1994). Il 1 gennaio 1990 fu nominato Parroco in solidum<br />

di S. Eustachio e S. Agostino in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti (rinuncerà il<br />

27 dicembre 2001); nel contempo, dal 1994 al 1998, è stato anche Parroco<br />

in solidum di S. Lucia in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />

Insegnante di Religione nella Scuola Media Statale dal 1952 al 1991,<br />

dal 1999 fino alla morte è stato Collaboratore parrocchiale di S. Domenico<br />

in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti. Il 31 gennaio 2001 è stato nominato Cappellano<br />

di Sua Santità.<br />

* * *


Si è spento il 16 luglio 2006, all’età di 79 anni, Mons. Antonio<br />

Lorusso, Cappellano di Sua Santità, Parroco emerito di S. Sepolcro e<br />

Canonico del Capitolo Cattedrale di <strong>Altamura</strong>.<br />

Nato ad <strong>Altamura</strong> il 29 luglio 1927, dopo aver frequentato il Ginnasio<br />

ad <strong>Altamura</strong>, proseguì gli studi liceali e teologici presso il Pontificio Seminario<br />

Regionale di Molfetta. Ordinato Sacerdote da Mons. Salvatore<br />

Rotolo nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong> il 16 luglio 1950, fu nominato Vice<br />

Parroco di S. Nicola in <strong>Altamura</strong> (1950-1963), svolgendo, contemporaneamente,<br />

gli incarichi di Assistente diocesano Uomini di Azione Cattolica<br />

(1960-1970), Vice Cappellano di S. Chiara (1961-1963), Insegnante<br />

di Religione nelle Scuole Superiori Statali (1956-1983).<br />

Nominato Parroco di S. Sepolcro il 14 aprile 1963, ha svolto tale incarico<br />

fino al febbraio 1994, continuando a rimanere nella medesima<br />

Parrocchia, come Collaboratore, fino alla morte.<br />

Canonico del Capitolo Cattedrale di <strong>Altamura</strong> dal 19 marzo 1995, il<br />

31 gennaio 2001 era stato nominato Cappellano di Sua Santità.<br />

* * *<br />

Si è spento il 2 ottobre 2006, all’età di 90 anni, Mons. Francesco<br />

Simone, Cappellano di Sua Santità e Canonico del Capitolo Cattedrale<br />

di <strong>Altamura</strong>.<br />

Nato ad <strong>Altamura</strong> l’8 agosto 1916, dopo aver frequentato il Ginnasio<br />

ad <strong>Altamura</strong>, proseguì gli studi liceali presso il Pontificio Seminario<br />

Regionale di Molfetta e quelli teologici presso il Pontificio Seminario<br />

Campano di Napoli - Posillipo. Ordinato Sacerdote da Mons. Domenico<br />

Dell’Aquila nella Chiesa di S. Chiara in <strong>Altamura</strong> il 23 giugno 1940, fu<br />

destinato per qualche mese come Vice Parroco di S. Nicola e, dal 1 luglio<br />

1941, come Vice Parroco della SS. Trinità in <strong>Altamura</strong>, della quale<br />

diventerà Parroco il 13 dicembre 1954, esercitando tale ministero fino<br />

al 1 settembre 1995. Ha svolto anche i seguenti incarichi: Cappellano<br />

del Ricovero di Mendicità e del Carcere mandamentale (1940-1946),<br />

Vice Assistente <strong>delle</strong> Donne di Azione Cattolica e dell’Associazione<br />

Fanciulli Cattolici (1944-1954), Fondatore ed Assistente del Circolo<br />

ACLI (1944-1955), Fondatore e Cappellano del Segretariato ONAR-<br />

MO (1950-1956), Cappellano del Distaccamento di Polizia in <strong>Altamura</strong><br />

(1950-1953), Assistente dell’ASCI (1950-1952), Fondatore ed Assistente<br />

dell’ACAI (1952-1959), Consigliere Ecclesiastico dei Coltivatori<br />

43


43<br />

Diretti (1953-1960); successivamente, è stato anche Membro del Consiglio<br />

Amministrativo Diocesano (1981-1984).<br />

Già Cameriere segreto di Sua Santità dal 1962, e successivamente<br />

Cappellano di Sua Santità dal 1964, il 18 ottobre 1995, a seguito della<br />

rinuncia all’incarico di Parroco, è stato nominato Canonico del Capitolo<br />

Cattedrale di <strong>Altamura</strong>, all’interno del quale ha ricoperto anche l’ufficio<br />

di Revisore dei conti (1999-2004). Dal 1950 al 1981 è stato Insegnante<br />

di Religione nella Scuola Media Statale.


Diario<br />

del Vescovo


Campanile (scala di accesso)<br />

Campanile


GENNAIO 2006<br />

1 Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

6 Inaugurazione organo - Mater Ecclesiae - <strong>Gravina</strong><br />

8-14 Predicazione Esercizi Spirituali ai Sacerdoti - Santa Maria degli<br />

Angeli - Assisi<br />

16 Lectio divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

18 Udienze<br />

20 Ritiro del Clero<br />

Celebrazione Eucaristica per la Festa di San Sebastiano - Spinazzola<br />

21 Udienze<br />

22 Ritiro USMI - Istituto “Volpicelli” - <strong>Altamura</strong><br />

23-24 Convegno Internazionale in Vaticano sulla Enciclica “Deus<br />

Caritas est”<br />

25 Incontro per il progetto della nuova parrocchia del SS. Redentore<br />

Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Chiusura della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani<br />

- San Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />

26 Udienze<br />

Giuramento dei membri del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto<br />

Diocesano Sostentamento Clero - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

Catechesi per Radio Maria<br />

27 Udienze<br />

43


440<br />

Aggiornamento del Clero - Aula “Giovanni Paolo II” - Episcopio<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

28 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Partecipazione all’inaugurazione del nuovo Oratorio - Cerreto<br />

Sannita<br />

29 Cresime adolescenti - S. Erasmo - Santeramo<br />

30-1/02 C.E.P. - Martina Franca<br />

Udienze<br />

FEBBRAIO 2006<br />

2 Giornata della Vita Consacrata:<br />

Celebrazione dei Vespri - Monastero Domenicane - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

4 Udienze<br />

5 Cresime adolescenti - S. Erasmo - Santeramo;<br />

6-8 Presidenza Caritas Italiana - Roma<br />

7-8 Consiglio Nazionale Caritas Italiana - Roma<br />

9 Udienze<br />

10 Udienze<br />

11 Incontro con i medici cattolici - Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

Udienze<br />

12 Cresime adolescenti - S. Erasmo - Santeramo


13 Lectio divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

14 Visita al Monastero <strong>delle</strong> Carmelitane - <strong>Gravina</strong><br />

15 Curia - <strong>Altamura</strong><br />

16 Udienze<br />

17 Ritiro del Clero<br />

Udienze<br />

18 Udienze<br />

Partecipazione al Convegno sull’immigrazione - <strong>Gravina</strong><br />

19 Celebrazione Eucaristica per l’ingresso di don Miroslaw Korenkiewicz<br />

come Vicario parrocchiale - SS. Crocifisso - Santeramo<br />

Visita in una famiglia<br />

Visita a una defunta<br />

20 Udienze<br />

21 Udienze<br />

22 Visita ai cantieri del Seminario e della Trasfigurazione<br />

Incontro con il Presidente della Provincia presso il “Miulli”<br />

24 Aggiornamento del Clero - Aula “Giovanni Paolo II” - Episcopio<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

Partecipazione all’incontro sul 40° della Unitatis redintegratio<br />

S. Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />

25 Incontro con le coppie - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

27 Udienze<br />

Incontro degli Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />

28 Celebrazione Eucaristica - Suore Marcelline - Foggia<br />

441


442<br />

MARZO 2006<br />

1 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica de “Le Ceneri” - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

2 Inaugurazione Anno Accademico - Bari<br />

3 Incontro con gli Insegnanti di Religione sulle catechesi di Colonia<br />

- Aula “Giovanni Paolo II” - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

4 Via Crucis Diocesana con Liturgia Penitenziale - <strong>Acquaviva</strong><br />

5 Ritiro per le Famiglie e i Laici - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

6 Celebrazione Eucaristica per l’insediamento del nuovo parroco<br />

don Giuseppe Creanza - SS. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />

7 Celebrazione Eucaristica per la Festa della Madonna di Costantinopoli<br />

- Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

8 Visita al cantiere del nuovo Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per le Esequie di S.E. Mons. Donato<br />

Squicciarini - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

9 Catechesi per Radio Maria<br />

10 Incontro con i Sacerdoti di <strong>Gravina</strong> - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

11 Udienze<br />

Concelebrazione Eucaristica per l’Ordinazione Episcopale di<br />

S.E. Mons. Nicola Girasoli - Cattedrale - Ruvo<br />

12 Concerto - San Domenico - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - San Domenico - <strong>Altamura</strong><br />

13 Lectio divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile -<br />

<strong>Gravina</strong>


14 Incontro per il Bollettino Diocesano - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per il “Club Femminile dell’Amicizia”<br />

nel 30° di istituzione - Chiesa Madre - Santeramo<br />

15 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per i Carabinieri e la Guardia di Finanza<br />

- Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

Visita al cantiere della nuova parrocchia della SS. Trinità<br />

Udienze<br />

16 Udienze<br />

Incontro per la consegna di alcuni libri antichi da parte dei Carabinieri<br />

alla Biblioteca “Finia” - Aula “Giovanni Paolo II” -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

17 Ritiro del Clero<br />

18 Udienze<br />

Concelebrazione Eucaristica per la Beatificazione di Sr. Elia di<br />

San Clemente - Bari<br />

19 Celebrazione Eucaristica nella Festa di San Giuseppe - Cattedrale<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

20-21 Commissione C.E.I. per la Pastorale della Salute - Roma<br />

22 Udienze<br />

Incontro con i Sacerdoti di <strong>Gravina</strong><br />

23 Udienze<br />

Partecipazione al Convegno <strong>delle</strong> Suore Marcelline – Foggia<br />

24 Aggiornamento del Clero<br />

Udienze<br />

Incontro con i cresimandi adulti della parrocchia della Consolazione<br />

di <strong>Altamura</strong> - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

443


444<br />

25 Udienze<br />

Via Crucis con gli studenti del Liceo - Chiesa Madre - Spinazzola<br />

Celebrazione Eucaristica con Prima Comunione e Cresime per<br />

alcuni membri della Comunità “Fratello Sole” - Colonia Hanseniana<br />

- Gioia del Colle<br />

27 Visita alle Clarisse - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro per il Palazzo Loglisci - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Consiglio Presbiterale e Collegio dei Consultori - <strong>Altamura</strong><br />

Presentazione dell’Enciclica “Deus Caritas est” - Parrocchia<br />

San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />

Partecipazione ad una rappresentazione - Teatro Sidion - <strong>Gravina</strong><br />

28 Incontro col Consiglio Pastorale - Parrocchia SS. Redentore<br />

<strong>Altamura</strong><br />

29 Udienze<br />

30 Udienze<br />

Incontro di catechesi su “Giovanni Paolo II, Pastore della Chiesa<br />

Universale” - San Marco in Lamis (FG)<br />

31 Udienze<br />

APRILE 2006<br />

1 Udienze<br />

Giornata della Gioventù - <strong>Altamura</strong><br />

Cresime Adolescenti - San Giovanni Bosco – <strong>Altamura</strong><br />

2 Cresime Adolescenti - SS. Crocifisso - Santeramo<br />

Celebrazione Eucaristica - S. Francesco di Paola - Bari<br />

Benedizione atrio San Francesco - <strong>Gravina</strong><br />

3 C.E.P. - Molfetta


Celebrazione Eucaristica per le Esequie di don Lorenzo Colaninno<br />

- Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

Celebrazione Eucaristica e Benedizione della Chiesa di San<br />

Sebastiano - Spinazzola<br />

4 Udienze<br />

Catechesi sulla Settimana Santa - SS. Trinità - <strong>Altamura</strong><br />

5 Convegno sull’uso dei fondi raccolti dalla C.E.I. per la riduzione<br />

del debito estero<br />

Celebrazione Eucaristica nel trigesimo della morte di S.E.<br />

Mons. Donato Squicciarini<br />

6-9 Viaggio in Romania con incontri con Sua Beatitudine Teoctist,<br />

Vescovi e monasteri ortodossi<br />

10 Incontro presso le Domenicane - <strong>Gravina</strong><br />

12 S. Messa del Crisma - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

13 Messa In Coena Domini - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

Catechesi per Radio Maria<br />

14 Azione Liturgica nella Passione del Signore - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

Processione del Legno Santo - <strong>Gravina</strong><br />

15 Veglia Pasquale - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

16 Pasqua - Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

18 Celebrazione Eucaristica - Santuario Madonna del Bosco - Spinazzola<br />

Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per l’Ammissione tra i Candidati agli<br />

Ordini Sacri di Giuseppe Logruosso - San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />

44


44<br />

19 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica con Battesimi - SS. Crocifisso - Santeramo<br />

20 Udienze<br />

Saluto ai partecipanti alla Corsa Campestre <strong>delle</strong> Scuole della<br />

provincia di Bari - Agriturismo Dibenedetto – <strong>Altamura</strong><br />

21 Commemorazione di Antonio Lepore -Palazzo Dogana - Foggia<br />

22 Udienze<br />

Cresime Adolescenti della Parrocchia dello Spirito Santo - Cattedrale<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

23 Cresime Adolescenti - SS. Crocifisso - Santeramo<br />

Celebrazione Eucaristica per l’Associazione “Figli in cielo” -<br />

Fornello - <strong>Altamura</strong><br />

24 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per l’Ordinazione Presbiterale di don<br />

Vincenzo Lopano - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

25 Udienze<br />

26 Udienze<br />

27-28 Presidenza Caritas Italiana - Roma<br />

29 Udienze<br />

Visita in Ospedale ad un Sacerdote<br />

Cresime Adolescenti - San Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />

30 Cresime Adolescenti - Maria SS. Annunziata - Spinazzola


MAGGIO 2006<br />

2 Delegazione Caritas Regionale - Molfetta<br />

Incontro con don Stefano Caprio e famiglie Scout d’Europa -<br />

Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

3 Udienze<br />

Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

Consegna del Decreto di idoneità agli Insegnanti di Religione<br />

di ruolo - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica con i ministri Ordinati e Istituiti -<br />

Cappellina Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

5 Inaugurazione Congresso di Urologia - Nuovo Ospedale “Miulli”<br />

- <strong>Acquaviva</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per la Festa di S. Irene - Cattedrale<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

6 Partecipazione al Convegno dei Medici - Aula “Giovanni Paolo<br />

II” - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

Cresime Adolescenti - Buon Pastore - <strong>Gravina</strong><br />

Partecipazione al Convegno su Benedetto XIII - Cattedrale -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

7 Celebrazione <strong>delle</strong> Lodi con gli Animatori dei Giovani e Giovanissimi<br />

di A.C. - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

Cresime Adolescenti - SS. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />

Cresime Adolescenti - SS. Crocifisso - <strong>Gravina</strong><br />

8 Lectio divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

9 Udienze<br />

10 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro Diocesano con l’A.d.P.: riflessione e Celebrazione<br />

Eucaristica - Spinazzola<br />

44


44<br />

11 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica - Poggiorsini<br />

12 Ritiro del Clero - Santuario del Buoncammino - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

13 Incontro con il Serra Club<br />

Udienze<br />

Benedizione Via Crucis e Celebrazione Eucaristica - Selva di<br />

Fasano<br />

14 Udienze<br />

Cresime Adolescenti - Sant’Anna - <strong>Altamura</strong><br />

Cresime Adolescenti - S. Maria del Carmine - <strong>Altamura</strong><br />

15-19 Assemblea Generale C.E.I. - Aula del Sinodo - Vaticano<br />

16 Commissione C.E.I. per la Pastorale della Salute e incontro con<br />

i Vescovi delegati - Vaticano<br />

20 Ordinazione Diaconale del Seminarista Giuseppe Loviglio -<br />

Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

21 Ritiro alle Samaritane - Monastero Suore Domenicane - <strong>Gravina</strong><br />

Cresime Adolescenti - S. Nicola - <strong>Gravina</strong><br />

Cresime Adolescenti - Maria SS. Addolorata - Poggiorsini<br />

22 Celebrazione Eucaristica - S. Agostino - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro con la Milizia dell’Immacolata - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

23 Visione con alcuni Sacerdoti del film “Codice da Vinci” - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro con il funzionario della Soprintendenza e i tecnici per<br />

il restauro della Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />

Incontro col Consiglio Pastorale della Trinità e con le maestranze<br />

sullo stato dei lavori della nuova chiesa


25 Visita al Palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />

Benedizione del nuovo Ufficio Postale - <strong>Gravina</strong><br />

Incontro per adempimenti amministrativi dell’Ospedale “Miulli”<br />

- Bari<br />

26 Celebrazione Eucaristica - Madonna <strong>delle</strong> Grazie - <strong>Gravina</strong><br />

27 Visita ad alcuni Sacerdoti anziani di <strong>Acquaviva</strong><br />

Cresime Adolescenti - S. Michele Arcangelo - <strong>Altamura</strong><br />

28 Celebrazione Eucaristica - SS. Crocifisso - <strong>Gravina</strong><br />

Cresime Adolescenti - S. Francesco - <strong>Gravina</strong><br />

29-30 Presidenza Caritas Italiana - Roma<br />

30-31 Consiglio Nazionale Caritas Italiana - Roma<br />

GIUGNO 2006<br />

1 Incontro con la “Comunità di Gesù” e le nuove Comunità -<br />

Mondo Migliore - Roma<br />

Celebrazione Eucaristica con le famiglie dei Seminaristi e del<br />

“Gruppo Samuel” - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

2 Celebrazione Eucaristica e Processione per la Festa Patronale<br />

di S. Erasmo - Chiesa Madre - Santeramo<br />

Cresime Adolescenti - San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />

3 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Veglia Ecumenica di Pentecoste - <strong>Altamura</strong><br />

4 Visita al Santuario della Madonna del Bosco per lavori -<br />

Spinazzola<br />

Cresime Adolescenti - S. Pietro Apostolo - Spinazzola<br />

Benedizione nuova sede AGESCI - Spinazzola<br />

Cresime Adolescenti - Santa Teresa - <strong>Altamura</strong><br />

44


4 0<br />

5 Incontro degli Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica nel primo anniversario della consacrazione<br />

della nuova chiesa di San Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />

6 Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

Visita al Palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze con i tecnici della Murgetta e della Parrocchia dello<br />

Spirito Santo - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

7 Udienze<br />

8 Udienze<br />

Catechesi per Radio Maria<br />

9 Incontro con i Sindacati dell’Ospedale “Miulli”<br />

Udienze<br />

10 Marcia <strong>delle</strong> Scuole per i due fratellini scomparsi - <strong>Gravina</strong><br />

Cresime Adolescenti - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />

11 Cresime Adolescenti - Sant’Agostino - <strong>Altamura</strong><br />

Saluto all’A.C. Adulti<br />

Celebrazione Eucaristica per la rinnovazione dei voti di una<br />

consacrata del Sacro Costato - SS. Trinità - <strong>Altamura</strong><br />

Benedizione della nuova campana - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

12 C.E.P. - Oasi “S. Maria dell’Isola” - Conversano<br />

Giornata Diocesana dei Ministranti - Madonna della Scala -<br />

Noci - Udienze<br />

13 Celebrazione Eucaristica per la Festa titolare - Chiesa di Sant’Antonio<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

15 Celebrazione Eucaristica Diocesana per la Solennità del Corpus<br />

Domini - Poggiorsini<br />

17 Udienze<br />

Cresime Adolescenti - Sant’Agostino - <strong>Altamura</strong>


18 Cresime Adolescenti - SS. Redentore - <strong>Altamura</strong><br />

19 Incontro con i Preti giovani sulla Pastorale Giovanile - Fornello<br />

<strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica e Benedizione ambulanza - S. Francesco<br />

- <strong>Acquaviva</strong><br />

20 Udienze<br />

21 Convegno di chirurgia vascolare<br />

Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

22 Visita al Palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - Santa Teresa - <strong>Altamura</strong><br />

23 Celebrazione Eucaristica - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica - Sacro Cuore - Santeramo<br />

24 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Consiglio Pastorale Diocesano e CDAL - Centro Giovanile -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

25 Cresime Adolescenti - San Francesco - <strong>Acquaviva</strong><br />

Benedizione Cappella Cimitero - <strong>Gravina</strong><br />

Cresime Adolescenti - SS. Pietro e Paolo - <strong>Gravina</strong><br />

26 Celebrazione Eucaristica per i due fratellini scomparsi Francesco<br />

e Salvatore Pappalardi - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

27-30 Esercizi Spirituali diocesani - Oasi “S. Maria dell’Isola” -<br />

Conversano<br />

30 Battesimo - San Michele - Foggia<br />

4 1


4 2<br />

LUGLIO 2006<br />

1 Udienze<br />

Incontro con i Comitati Festa “Madonna del Buoncammino” e<br />

“S. Maria Assunta” - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro con tutti i Docenti di Religione - Aula “Giovanni Paolo<br />

II” - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

2 Incontro con un gruppo di coppie - Foggia<br />

3 Udienze<br />

Incontro col falegname per lavori chiese Ospedale “Miulli” -<br />

Ponte (BN)<br />

4 Intervista sui fratellini scomparsi su “Italia in diretta”<br />

5 Udienze<br />

7 Incontro con i Seminaristi di Teologia<br />

8 Udienze<br />

Incontro con l’Ufficio Scuola - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

9 Visita a un Sacerdote malato<br />

Udienze<br />

10 Udienze<br />

11 Visita a un Sacerdote malato<br />

Incontro per il Programma Pastorale Diocesano - Curia -<br />

<strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

12 Udienze<br />

Visita a un Sacerdote malato<br />

13 Udienze


Incontro col Rettore del Seminario di Molfetta - Episcopio -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

14 Udienze<br />

Incontro col Padre Generale dei Piccoli Fratelli del SS. Sacramento<br />

Incontro col Giudice Marzano per i fratellini scomparsi<br />

15 Riunione in Curia - <strong>Altamura</strong><br />

16 Celebrazione Eucaristica - Monastero <strong>delle</strong> Carmelitane - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - S. Maria del Carmine - <strong>Altamura</strong><br />

17 Udienze<br />

18 Incontro per il Programma Pastorale Diocesano - Episcopio -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

Visita al Palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />

19 Riunione per l’inaugurazione del nuovo Ospedale “Miulli”<br />

20 Visita al Palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />

Visita al cantiere della SS. Trinità<br />

21 Visita al Palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

22 Curia<br />

24 Incontro per il Programma Pastorale Diocesano - Episcopio -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

25-30 Predicazione Esercizi Spirituali alla Fraternità “Marta e Maria”<br />

Oasi “Sacro Cuore” - Conversano<br />

31 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

4 3


4 4<br />

AGOSTO 2006<br />

1 Incontro per il Programma Pastorale Diocesano<br />

Celebrazione Eucaristica per l’inaugurazione della chiesa -<br />

Santa Chiara - <strong>Altamura</strong><br />

2 Udienze<br />

4 Udienze<br />

5 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica - Santa Maria Maggiore - <strong>Acquaviva</strong><br />

8 Celebrazione Eucaristica - San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />

9 Udienze<br />

11 Celebrazione Eucaristica per la Festa Patronale - Maria SS. Addolorata<br />

- Poggiorsini<br />

Incontro con l’Ambasciatore della Repubblica di Cina presso<br />

la Santa Sede - Hotel San Nicola - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - Santa Chiara - <strong>Altamura</strong><br />

13 Celebrazione Eucaristica per la Festa Patronale della Madonna<br />

del Bosco - Spinazzola<br />

15 Celebrazione Eucaristica per la Festa Patronale di Maria SS.<br />

Assunta - <strong>Altamura</strong><br />

Processione – <strong>Altamura</strong><br />

16 Udienze<br />

19 Udienze<br />

Incontro per il Seminario<br />

20 Esequie della sorella di Don Carlo Caputo - San Domenico -<br />

<strong>Gravina</strong>


23 Incontro di preparazione per l’inaugurazione del nuovo Ospedale<br />

“Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

Stesura del Programma Pastorale Diocesano<br />

24 Stesura del Programma Pastorale Diocesano<br />

25 Stesura del Programma Pastorale Diocesano<br />

26 Curia - <strong>Altamura</strong><br />

27 Celebrazione Eucaristica per il Triduo in onore di Sant’Agostino<br />

- Sant’Agostino - Irsina<br />

28 Consiglio Presbiterale - Curia<br />

29 Udienze<br />

30 Udienze<br />

Incontro con gli Insegnanti di Religione - Aula “Giovanni Paolo<br />

II” - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

31 Incontro degli Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Presentazione del libro “Madonna di Costantinopoli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

Professione Perpetua di Sr. Maria Caterina Berloco, Figlia del<br />

Divino Zelo - San Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />

SETTEMBRE 2006<br />

1 Incontro degli Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />

2 Celebrazione Eucaristica per la Professione Perpetua si una<br />

Suora Oblata - Cappella Suore Oblate - Roma<br />

4 Presidenza Caritas Italiana - Roma<br />

5 Celebrazione Eucaristica per la Festa Patronale Maria SS. di<br />

4


4<br />

Costantinopoli - <strong>Acquaviva</strong><br />

Processione<br />

6 Visita al cantiere Santuario Madonna del Bosco - Spinazzola<br />

Incontro al “Miulli” di preparazione per l’inaugurazione del<br />

nuovo Ospedale - <strong>Acquaviva</strong><br />

7 Consiglio Affari Economi Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

8 Celebrazione Eucaristica - Madonna <strong>delle</strong> Grazie - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per i Seminaristi - Seminario Diocesano<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

9 VII Assemblea Pastorale Diocesana - Santuario dell’Incoronata<br />

- Foggia<br />

10 Celebrazione Eucaristica per la Festa della Madonna del Buoncammino<br />

- Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

Processione<br />

11 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro di preparazione per l’inaugurazione del nuovo Ospedale<br />

“Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

12 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per l’ingresso del nuovo parroco don<br />

Vincenzo Panaro - S. Anna - <strong>Altamura</strong><br />

13 Udienze<br />

Incontro con i Seminaristi di Teologia<br />

Visita alla Parrocchia della Trasfigurazione - <strong>Altamura</strong><br />

14 Partecipazione al Congresso di Cardiologia - Bari<br />

Incontro di preparazione per l’inaugurazione del nuovo Ospedale<br />

“Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - SS. Crocifisso - Santeramo<br />

15 Udienze


Incontro con i tecnici per il restauro della Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />

Visita al Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

16 Udienze - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

Concelebrazione per il 50° di Ordinazione Sacerdotale di don<br />

Saverio Del Vecchio - Cerignola<br />

17 Celebrazione Eucaristica e benedizione del quadro di Gesù Misericordioso<br />

- San Giovanni Bosco - <strong>Altamura</strong><br />

18 Commissione C.E.I. per la Pastorale della Salute - Roma<br />

Incontro col Card. Re presso i Legionari di Cristo - Roma<br />

19 Udienze<br />

20 Udienze<br />

21 Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro degli Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />

22 Udienze<br />

23 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per l’Ordinazione Sacerdotale di P.<br />

Antonio Paciello, Rogazionista - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

25 Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

26 Celebrazione Eucaristica per la Festa dei S.S. Medici - S. Maria<br />

della Consolazione - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

27 Udienze<br />

Presentazione del Libro “Teresa Orsini” - SS. Pietro e Paolo<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

4


4<br />

28 Celebrazione dei Primi Vespri nella Festa di San Michele - Cattedrale<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

29 Celebrazione Eucaristica - S. Michele Arcangelo - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per la Festa Patronale di S. Michele<br />

- Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Consiglio Nazionale Aris - Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

Processione in onore di S. Michele - <strong>Gravina</strong><br />

30 Inaugurazione del nuovo Ospedale “Miulli”: Celebrazione Eucaristica<br />

presieduta dal Card. Giovanni Battista Re - <strong>Acquaviva</strong><br />

Inaugurazione del nuovo Seminario Diocesano presieduta dal<br />

Card. Giovanni Battista Re - <strong>Gravina</strong><br />

OTTOBRE 2006<br />

1 Celebrazione Eucaristica per il 50° di Sacerdozio di don Guerino<br />

Perrucci - San Michele Arcangelo - <strong>Altamura</strong><br />

2 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica - Maria SS. Annunziata - Spinazzola<br />

Incontro con gli Scout di Spinazzola<br />

3 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per le Esequie di don Francesco Simone<br />

- Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro degli Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - San Nicola - <strong>Altamura</strong><br />

4 Celebrazione Eucaristica - San Francesco - <strong>Acquaviva</strong><br />

Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica - San Francesco - <strong>Gravina</strong><br />

Intervista sul nuovo Seminario per “<strong>Gravina</strong> on line”<br />

5 Udienze<br />

Incontro con il Consiglio <strong>delle</strong> Clarisse - Monastero S. Chiara<br />

<strong>Altamura</strong>


Celebrazione Eucaristica per 50° della morte di Mons. Sanna<br />

- San Felice - <strong>Gravina</strong><br />

6 Visita al cantiere del Santuario Madonna del Bosco - Spinazzola<br />

Udienze<br />

7 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica - SS. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per l’ingresso del nuovo parroco don<br />

Angelo Cianciotta - San Giovanni Bosco - <strong>Altamura</strong><br />

8 Celebrazione Eucaristica per l’ingresso del nuovo parroco don<br />

Giovanni Bruno - Madonna <strong>delle</strong> Grazie - <strong>Gravina</strong><br />

9 Presidenza Caritas Italiana - Roma<br />

10-11 Consiglio Nazionale Caritas Italiana - Roma<br />

12 Udienze<br />

13 Ritiro del Clero - Abbazia “Madonna della Scala” - Noci<br />

Partecipazione al Kairos - Bari<br />

14 Udienze<br />

15 Cresime Adolescenti - San Nicola - <strong>Gravina</strong><br />

16-20 Partecipazione al Convegno Ecclesiale di Verona<br />

21 Partecipazione alla presentazione del Libro “Un nodo da sciogliere”<br />

- SS. Pietro e Paolo - <strong>Gravina</strong><br />

22 Cresime Adolescenti di S. Maria Maggiore e Sacro Cuore -<br />

<strong>Acquaviva</strong><br />

Cresime Adolescenti - Sacro Cuore - Santeramo<br />

23 Incontro per la Caritas Diocesana - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

4


4 0<br />

Inaugurazione Scuola di Formazione Teologica Pastorale -<br />

<strong>Altamura</strong><br />

Aggiornamento del Clero - Sant’Anna - <strong>Altamura</strong><br />

24 Cresime Adolescenti - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

25 Partenza per Buenos Aires<br />

26 Buenos Aires - Visita al Santuario di N. S. de Lujan<br />

27 Buenos Aires - Incontro col Card. Bergoglio - Incontro Ecumenico<br />

28 Buenos Aires - Giornata dell’Alleanza<br />

29 Partenza per San Paolo del Brasile<br />

30 Lavrinas (San Paolo) - Ritiro Mondiale dei Vescovi<br />

31 Lavrinas (San Paolo) - Ritiro Mondiale dei Vescovi<br />

NOVEMBRE 2006<br />

1 Lavrinas (San Paolo) - Ritiro Mondiale dei Vescovi<br />

2-3 Cachoeira (San Paolo) - Conferenza Internazionale della Fraternità<br />

Cattolica<br />

4 Celebrazione Eucaristica del Cuore Immacolato di Maria - Cachoeira<br />

(San Paolo) - Conferenza Internazionale della Fraternità<br />

Cattolica<br />

5 Partenza per l’Italia<br />

6 Viaggio di ritorno


7 Benedizione della Casa della Fraternità “Marta e Maria” -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

8 Collegio dei Consultori e Consiglio Diocesano Affari Economici<br />

- Curia - <strong>Altamura</strong><br />

9 Visita ad una bambina ammalata - <strong>Altamura</strong><br />

10 Ritiro del Clero<br />

Celebrazione Eucaristica per l’inizio del ministero di parroco<br />

di don Carlo Carducci - S. Agostino - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

11 Udienze<br />

Benedizione Casa di Riposo “La Fenice” - <strong>Altamura</strong><br />

12 Celebrazione Eucaristica per l’ingresso nella Fraternità “Marta<br />

e Maria” di una coppia - Poggiorsini<br />

13 Udienze<br />

Lectio divina “Al Pozzo di Giacobbe” - San Sepolcro -<br />

<strong>Altamura</strong><br />

14 Udienze<br />

15 Udienze<br />

17 Incontro con i giovani della Parrocchia San Nicola - <strong>Gravina</strong><br />

18 Udienze<br />

Visita alla mamma di un Sacerdote<br />

20 Udienze<br />

Incontro con i ragazzi del catechismo della parrocchia del SS.<br />

Crocifisso di <strong>Gravina</strong> - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

21 Celebrazione Eucaristica per i Carabinieri nella Festa della Virgo<br />

Fidelis - Cattedrale - Bari<br />

4 1


4 2<br />

Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

22 Udienze<br />

Partecipazione al Convegno “Cultura e Legalità” - Comando<br />

Polizia Municipale - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - Santa Chiara - <strong>Altamura</strong><br />

23 Intervista per Rai 3 sul nuovo Ospedale “Miulli”<br />

Celebrazione Eucaristica nel I anniversario della morte di un<br />

Agente di Polizia - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

24 Incontro di preghiera con i giovani<br />

25 Udienze<br />

26 Cresime Adolescenti di S. Eustachio e Sant’Agostino - Cattedrale<br />

- <strong>Acquaviva</strong><br />

27 Caritas Italiana - Relazione al Forum “Deus Caritas est” -<br />

Roma<br />

28 Caritas Italiana - Forum “Deus Caritas est” - Roma<br />

29 Incontro con la Caritas Diocesana - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

DICEMBRE 2006<br />

1 Udienze - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per due giovani morti in un incidente<br />

- San Francesco - <strong>Gravina</strong><br />

2 Udienze<br />

Celebrazione dei Primi Vespri di Avvento al Concorso MMS<br />

per giovani e giovanissimi - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

Cresime Adolescenti - Madonna <strong>delle</strong> Grazie - <strong>Gravina</strong>


3 Celebrazione Eucaristica - San Nicola - <strong>Gravina</strong><br />

4-5 Presidenza Caritas Italiana - Roma<br />

6 Consiglio Affari Economici Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - San Nicola - <strong>Altamura</strong><br />

7 Udienze<br />

Cresime Adolescenti - SS. Trinità - <strong>Altamura</strong><br />

8 Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

9 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica presso l’Azienda Quartet - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica con consacrazione dell’altare per la<br />

riapertura al culto - Santuario Madonna del Bosco - Spinazzola<br />

10 Ritiro Spirituale alle famiglie e A.C. adulti, con tesseramento<br />

di A.C. - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica nella Festa della Madonna di Loreto<br />

- Santa Teresa - <strong>Altamura</strong><br />

11 C.E.P. - Molfetta<br />

Lectio divina “Al Pozzo di Giacobbe” - San Domenico -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

12 Visita e Celebrazione Eucaristica - Colonia Hanseniana - Gioia<br />

del Colle<br />

Visita al Carcere - Spinazzola<br />

Incontro con gli Scout - Spinazzola<br />

13 Incontro con l’Associazione “Teresa Orsini” - Aula “Giovanni<br />

Paolo II” - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - Cappella Ospedale “Miulli” -<br />

<strong>Acquaviva</strong><br />

Celebrazione Eucaristica nella Festa di Santa Lucia - S. Giovanni<br />

Evangelista - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

4 3


4 4<br />

14 Udienze<br />

Inaugurazione Anno Accademico Università della Terza Età -<br />

Sala Consiliare - <strong>Altamura</strong><br />

15 Ritiro del Clero - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

16 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per gli studenti della Scuola “T. Fiore”<br />

- Trasfigurazione - <strong>Altamura</strong><br />

17 Cresime Adolescenti - San Domenico - <strong>Acquaviva</strong><br />

Celebrazione per l’Alleanza - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Saluto agli Scout per l’arrivo della Luce di Betlemme - Cattedrale<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

18 Visita al Campo Nomadi - <strong>Altamura</strong><br />

Inaugurazione Sede ACI - <strong>Gravina</strong><br />

19 Visita alla Cattedrale di <strong>Gravina</strong> del Funzionario della Soprintendenza<br />

e tecnici per intervento di urgenza<br />

20 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

21 Benedizione del Presepe - Scuola Primaria “S. Domenico Savio”<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

Scambio di auguri con i dipendenti dell’Ospedale “Miulli” -<br />

<strong>Acquaviva</strong><br />

22 Udienze<br />

Incontro degli Uffici di Curia - Sant’Anna - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

23 Udienze di Natale<br />

24 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica - Cappella nuovo Ospedale “Miulli”<br />

<strong>Acquaviva</strong>


25 Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

26 Incontro con i Diaconi e la Fraternità “Marta e Maria” - Episcopio<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

Ordinazione Diaconale del Seminarista Nicola Chiarulli, del<br />

Dott. Pietro Dipace e del Prof. Pasquale Caporusso - Cattedrale<br />

<strong>Acquaviva</strong><br />

27 Udienze<br />

Incontro del SEM.PRE. - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

Concelebrazione Eucaristica per il XXV di Ordinazione Episcopale<br />

di Mons. Benigno Papa - Concattedrale - Taranto<br />

30 Celebrazione Eucaristica per l’Ordinazione Sacerdotale di don<br />

Giuseppe Loviglio e per l’Ordinazione Diaconale del Seminarista<br />

Francesco Elia - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

31 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per la Festa della Famiglia - Cattedrale<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

4


Ingresso uffici parrocchiali


Temi di predicazione<br />

OMELIE<br />

Periodico mensile - Anno LII<br />

7 numeri dedicati a:<br />

❏ Prima parte: SUSSIDI PER LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA<br />

Per ognuna <strong>delle</strong> Domeniche o Solennità dell’anno liturgico:<br />

1. Formulario per l’Eucaristia - 2. Per l’animazione della celebrazione<br />

- 3. Esegesi - 4. Per l’Omelia - 5. Pagina patristica - 6. Per i giovani<br />

7. Per i ragazzi.<br />

❏ Seconda parte: SUSSIDI VARI<br />

1. Primi venerdì - 2. Ritiri per presbiteri e religiosi - 3. Giornate e<br />

ricorrenze - 4. Santorale - 5. Mesi, Novene, Tridui - 6. Bookmarks<br />

- 7. Genitivo, plurale - 8. Bibbia e liturgia: «Tra le belle parole» - 9.<br />

Esempi, spunti, testimonianze - 10. Segnalazioni bibliografiche.<br />

2 numeri dedicati a:<br />

❏ Monografie<br />

DESTINATARI: Ministri ordinati - Lettori - Accoliti - Religiosi - Seminaristi<br />

- Missionari - Laici - Catechisti - Animatori ecclesiali.<br />

ABBONAMENTI<br />

Italia<br />

Cartaceo € 57,00<br />

PDF * € 42,00<br />

Cartaceo + PDF € 87,00<br />

Modalità di pagamento degli abbonamenti *<br />

4


4<br />

Per l’Italia<br />

• Con Bollettino di Conto Corrente Postale premarcato fornito da noi<br />

n. 2479802<br />

Per Italia ed Estero<br />

• Versamento/bonifico intestato a:<br />

EDITRICE DOMENICA ITALIANA<br />

Poste Italiane:<br />

Paese: IT Check - Digit: 70 - CIN: O - ABI: 07601 - CAB: 03400<br />

N° Conto: 24794802 - BIC: BPPIITRRXXX<br />

Banca Sella:<br />

Paese: IT Check - Digit: 13 - CIN: F - ABI: 03268 - CAB: 03400<br />

N° Conto: 052868482870 - BIC: SELBIT2B<br />

• Carta di Credito per acquisti direttamente dal sito www.edi.na.it con<br />

• Assegni esteri a condizione che siano aggiunti € 8,00 per le spese<br />

bancarie<br />

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in segreteria al numero verde. Gli abbonamenti decorrono da gennaio<br />

a dicembre e possono essere sottoscritti in qualsiasi momento dell’anno.<br />

Per informazioni, rinnovi e acquisti di tutte le nostre pubblicazioni<br />

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DIREZIONI, REDAZIONI, AMMINISTRAZIONE<br />

Via Giuseppe Marotta, 12 - 80133 Napoli - Italia<br />

Tel. + 39 081 7375658 e Fax + 39 081 4109563 - info@edi.na.it<br />

Numero Verde: 800.800.389<br />

Orario ufficio di segreteria: dal lunedì al venerdì 9,00-13,00 / 14,30-17,00


Indice<br />

Benedetto XVI....................................................................... 3<br />

Santa Sede ............................................................................... 17<br />

Conferenza Episcopale Italiana ...................................... 27<br />

Conferenza Episcopale Pugliese .................................... 171<br />

Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese ............. 213<br />

Vita Diocesana ....................................................................... 235<br />

Atti del Vescovo ................................................................... 313<br />

Atti della Curia .................................................................. 395<br />

Diario del Vescovo ............................................................... 439


Piccolo anfiteatro<br />

Casa canonica


Locali pastorali<br />

Ingresso sala comunità


Finito di stampare<br />

nel mese di gennaio 2008<br />

dalle Grafiche Grill Srl

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