camminare insieme - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva delle ...
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Nuova Serie • Anno XII 2006<br />
CAMMINARE INSIEME<br />
RIVISTA TRIMESTRALE DELLA DIOCESI DI ALTAMURA • GRAVINA • ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />
UFFICIALE PER GLI ATTI DEL VESCOVO E DELLA CURIA<br />
Nuova Serie • Anno XII 2006
Tutte le illustrazioni di questo volume di “Camminare Insieme” si riferiscono<br />
alla Chiesa della Trasfigurazione di <strong>Altamura</strong> (Parrocchia SS. Trinità).
BOLLETTINO PERIODICO DELLA DIOCESI<br />
DI ALTAMURA • GRAVINA<br />
ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />
UFFICIALE PER GLI ATTI<br />
DEL VESCOVO E DELLA CURIA<br />
Nuova Serie • Anno XII • 2006
CAMMINARE INSIEME<br />
Rivista della <strong>Diocesi</strong><br />
di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
ufficiale per gli atti del Vescovo e della Curia<br />
Nuova Serie - Anno XII - 2006<br />
Registrazione Tribunale di Bari n. 1384 del 06.08.1998<br />
Direttore Responsabile: Sac. Nunzio Falcicchio<br />
Redazione: Sac. Vincenzo Panaro<br />
Ins. Anna Graziano - Ins. Marisa Piazza<br />
Amministrazione:<br />
Curia Diocesana di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Arco Duomo, 1 - 70022 <strong>Altamura</strong> (BA)<br />
Tel. e Fax 080/3117024 - e-mail: curiadiocesana@libero.it<br />
www.diocesidialtamura.it<br />
Impianti e Stampa:<br />
Grafiche Grilli srl<br />
Via Manfredonia Km 2.200 - 71100 Foggia<br />
Tel. 0881/568034-568040 - Fax 0881/755525
Benedetto XVI
Chiesa della Trasfigurazione (Parrocchia SS . Trinità) - <strong>Altamura</strong> - Ingresso principale
Telegramma augurale<br />
al Santo Padre Benedetto XVI<br />
nel 1° anniversario di Pontificato<br />
19 aprile 2006<br />
SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI<br />
00120 CITTÀ DEL VATICANO<br />
A NOME MIO PERSONALE ET INTERA COMUNITÀ DIOCESA-<br />
NA ALTAMURA-GRAVINA-ACQUAVIVA DELLE FONTI FOR-<br />
MULO FERVIDI VOTI AUGURALI PRIMO ANNIVERSARIO<br />
VOSTRA ELEZIONE SOMMO PONTIFICATO ET RINNOVANDO<br />
FILIALE OBBEDIENZA SUPREMO MAGISTERO PETRINO IM-<br />
PLORO DAL SIGNORE ABBONDANTI DONI VOSTRO MINISTE-<br />
RO APOSTOLICO.<br />
MARIO PACIELLO VESCOVO
SEGRETERIA DI STATO<br />
________<br />
prima sezione - affari generali<br />
N. 34.500<br />
Eccellenza Reverendissima,<br />
Dal Vaticano, 11 maggio 2006<br />
il Santo Padre ha ricevuto con vivo compiacimento le espressioni di<br />
fervido augurio che Ella, anche a nome di codesta Comunità diocesana,<br />
Gli ha indirizzato nell’anniversario della Sua elezione alla Cattedra di<br />
Pietro, assicurando speciali preghiere per la Sua persona ed il Suo ministero.<br />
Nel farLe giungere i sensi della Sua gratitudine per tale premurosa e<br />
lieta testimonianza di devozione e affetto, il Sommo Pontefice, mentre<br />
invita ad attingere al mistero della morte e resurrezione del Redentore<br />
la forza per continuare a svolgere con amore e dedizione il proprio servizio<br />
ecclesiale, invoca la materna intercessione della Regina Caeli e<br />
ben volentieri imparte a Vostra Eccellenza ed a quanti sono affidati alle<br />
sue cure pastorali l’implorata Benedizione Apostolica.<br />
Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio<br />
dell’Eccellenza Vostra Rev.ma<br />
dev.mo nel Signore<br />
✠ Leonardo Sandri<br />
Sostituto<br />
_______________________________<br />
A Sua Eccellenza Reverendissima<br />
Mons. MARIO PACIELLO<br />
Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Arco Duomo, 1<br />
70022 ALTAMURA (BA)
Telegramma di solidarietà<br />
al Santo Padre Benedetto XVI<br />
per reazioni da parte dei musulmani<br />
18 settembre 2006<br />
SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI<br />
00120 CITTÀ DEL VATICANO<br />
A NOME MIO PERSONALE DEL PRESBITERIO E DELL’INTERA<br />
COMUNITÀ DIOCESANA DI ALTAMURA-GRAVINA-ACQUA-<br />
VIVA DELLE FONTI ESPRIMO VICINANZA SANTITÀ VOSTRA<br />
PER REAZIONI DA PARTE DEI CREDENTI MUSULMANI ET AS-<br />
SICURO FILIALE SOLIDARIETÀ E RICORDO PARTICOLARE<br />
NELLA PREGHIERA AUSPICANDO PER IL FUTURO RISPETTO<br />
RECIPROCO E SINCERO DIALOGO.<br />
MARIO PACIELLO VESCOVO
SEGRETERIA DI STATO<br />
________<br />
prima sezione - affari generali<br />
Eccellenza Reverendissima,<br />
Dal Vaticano, 28 settembre 2006<br />
con cortese messaggio del 18 settembre corrente, Ella, anche a nome<br />
di codesta Comunità diocesana, ha voluto manifestare al Santo Padre<br />
Benedetto XVI sentimenti di devota venerazione, rinnovando piena<br />
adesione al Suo universale Ministero.<br />
Nell’accogliere con animo grato il premuroso gesto, segno di comunione<br />
e di affetto verso la Sua persona, reso ancora più prezioso<br />
per l’assicurazione di costanti preghiere, il Sommo Pontefice, mentre<br />
invoca su Vostra Eccellenza abbondanti doni celesti e la materna protezione<br />
della Vergine Maria, di cuore invia la Benedizione Apostolica,<br />
volentieri estendendola ai Sacerdoti, ai Religiosi e a tutti i fedeli della<br />
<strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />
Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio<br />
_______________________________<br />
A Sua Eccellenza Reverendissima<br />
Mons. Mario PACIELLO<br />
Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Palazzo Vescovile - Arco Duomo, 1<br />
70022 ALTAMURA (BA)<br />
dell’Eccellenza Vostra Rev.ma<br />
dev.mo nel Signore<br />
✠ Leonardo Sandri<br />
Sostituto
Udienza<br />
ai Vescovi italiani<br />
in occasione della 56 a Assemblea Generale della CEI<br />
Cari Fratelli Vescovi italiani,<br />
18 maggio 2006<br />
sono davvero lieto di incontrarvi tutti questa mattina, riuniti nella vostra<br />
Assemblea Generale. Saluto il vostro Presidente, Cardinale Camillo<br />
Ruini, e lo ringrazio per le parole cordiali che mi ha rivolto interpretando<br />
i comuni sentimenti. Saluto i tre Vicepresidenti, il Segretario Generale<br />
e ciascuno di voi, esprimendovi a mia volta l’affetto del mio cuore e la<br />
gioia della nostra reciproca comunione.<br />
L’oggetto principale di questa vostra Assemblea verte sulla vita e<br />
il ministero dei sacerdoti, nell’ottica di una Chiesa che intende essere<br />
sempre più protesa alla sua fondamentale missione evangelizzatrice. Voi<br />
continuate così l’opera iniziata nell’Assemblea del novembre scorso ad<br />
Assisi, nella quale avete concentrato la vostra attenzione sui seminari e<br />
sulla formazione al ministero presbiterale. In realtà, per noi Vescovi è un<br />
compito essenziale essere costantemente vicini ai nostri sacerdoti che<br />
attraverso il Sacramento dell’Ordine partecipano al ministero apostolico<br />
che il Signore ci ha affidato. Occorre innanzitutto curare un’attenta<br />
selezione dei candidati al sacerdozio, verificandone le predisposizioni<br />
personali ad assumere gli impegni connessi con il futuro ministero; coltivare<br />
poi la formazione, non solo negli anni del seminario ma anche<br />
nelle successive fasi della loro vita; avere a cuore il loro benessere materiale<br />
e spirituale; esercitare la nostra paternità verso di loro con animo<br />
fraterno; non lasciarli mai soli nelle fatiche del ministero, nella malattia<br />
e nella vecchiaia, come nelle inevitabili prove della vita. Cari fratelli<br />
Vescovi, quanto più saremo vicini ai nostri sacerdoti, tanto più essi a loro<br />
volta avranno verso di noi affetto e fiducia, scuseranno i nostri limiti<br />
personali, accoglieranno la nostra parola e si sentiranno solidali con noi<br />
nelle gioie e nelle difficoltà del ministero.
10<br />
Al centro del nostro rapporto con i sacerdoti, come della stessa vita<br />
nostra e loro, sta con tutta evidenza la relazione a Cristo, l’unione intima<br />
con Lui, la partecipazione alla missione che Egli ha ricevuto dal Padre. Il<br />
mistero del nostro sacerdozio consiste in quella identificazione con Lui<br />
in virtù della quale noi, deboli e poveri essere umani, per il Sacramento<br />
dell’Ordine possiamo parlare e agire in persona Christi capitis. L’intero<br />
percorso della nostra vita di sacerdoti non può puntare che a questo<br />
traguardo: configurarci nella realtà dell’esistenza e nei comportamenti<br />
quotidiani al dono e al mistero che abbiamo ricevuto. Devono guidarci<br />
e confortarci in questo cammino le parole di Gesù: “Non vi chiamo più<br />
servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati<br />
amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere<br />
a voi” (Gv 15, 15). Il Signore si mette nelle nostre mani, ci trasmette il<br />
suo mistero più profondo e personale, ci vuole partecipi del suo potere<br />
di salvezza. Ma ciò richiede evidentemente che noi a nostra volta siamo<br />
davvero amici del Signore, che i nostri sentimenti si conformino ai suoi<br />
sentimenti, il nostro volere al suo volere (cfr Fil 2, 5).<br />
L’orizzonte dell’amicizia in cui Gesù ci introduce è poi l’umanità intera:<br />
Egli infatti vuol essere per tutti il buon Pastore che dona la propria<br />
vita (cfr Gv 10, 11). Perciò anche la nostra sollecitudine pastorale non<br />
può che essere universale. Certamente dobbiamo preoccuparci anzitutto<br />
di coloro che, come noi, credono e vivono con la Chiesa, e tuttavia non<br />
dobbiamo stancarci di uscire, come ci chiede il Signore, “per le strade e<br />
lungo le siepi” (Lc 14, 13), per invitare al banchetto che Dio ha preparato<br />
anche coloro che finora non lo hanno conosciuto, o forse hanno preferito<br />
ignorarlo. Cari fratelli Vescovi italiani, mi unisco a voi nel dire un<br />
grande grazie ai nostri sacerdoti per la loro continua e spesso nascosta<br />
dedizione e nel chiedere loro, con animo fraterno, di fidarsi sempre del<br />
Signore e di <strong>camminare</strong> con generosità e coraggio sulla via che conduce<br />
alla santità, confortando e sostenendo anche noi Vescovi nel medesimo<br />
cammino.<br />
In questa Assemblea vi siete occupati anche dell’ormai prossimo<br />
Convegno ecclesiale nazionale che si svolgerà a Verona e al quale avrò<br />
anch’io la gioia di intervenire. Avendo per tema “Testimoni di Gesù risorto,<br />
speranza del mondo”, il Convegno sarà un grande momento di comunione<br />
per tutte le componenti della Chiesa in Italia. Sarà possibile fare<br />
il punto sul cammino percorso negli ultimi anni e soprattutto guardare
in avanti, per affrontare <strong>insieme</strong> il compito fondamentale di mantenere<br />
sempre viva la grande tradizione cristiana che è la principale ricchezza<br />
dell’Italia. A tale scopo è particolarmente felice la scelta di mettere al<br />
centro del Convegno Gesù risorto, fonte di speranza per tutti: a partire da<br />
Cristo, infatti, e soltanto a partire da Lui, dalla sua vittoria sul peccato e<br />
sulla morte, è possibile rispondere al bisogno fondamentale dell’uomo,<br />
che è bisogno di Dio, non di un Dio lontano e generico ma del Dio che<br />
in Gesù Cristo si è manifestato come l’amore che salva. Ed è anche possibile<br />
proiettare una luce nuova e liberatrice sulle grandi problematiche<br />
del tempo presente.<br />
A Verona occorrerà dunque concentrarsi anzitutto su Cristo e pertanto<br />
sulla missione prioritaria della Chiesa di vivere alla sua presenza e<br />
di rendere il più possibile visibile a tutti questa medesima presenza. Su<br />
queste basi prenderete giustamente in esame i vari ambiti dell’esistenza<br />
quotidiana, all’interno dei quali la testimonianza dei credenti deve rendere<br />
operante la speranza che viene da Cristo risorto: in concreto la vita<br />
affettiva e la famiglia, il lavoro e la festa, la malattia e le varie forme di<br />
povertà, l’educazione, la cultura e le comunicazioni sociali, le responsabilità<br />
civili e politiche. Non vi è infatti alcuna dimensione dell’uomo che<br />
sia estranea a Cristo. La vostra attenzione, cari fratelli Vescovi, anche<br />
nell’attuale Assemblea è rivolta in modo particolare ai giovani. Mi è grato<br />
ricordare con voi l’esperienza dell’agosto scorso a Colonia, quando i<br />
giovani italiani, accompagnati da tanti di voi e dei vostri sacerdoti, parteciparono<br />
intensamente alla Giornata Mondiale della Gioventù. Si tratta<br />
ora di avviare l’itinerario che condurrà all’appuntamento del 2008 a<br />
Sydney, dando spazio all’entusiasmo e alla voglia di partecipazione dei<br />
giovani. Così essi potranno comprendere sempre meglio che la Chiesa<br />
è la grande famiglia nella quale, vivendo l’amicizia di Cristo, si diventa<br />
davvero liberi e amici tra di noi, superando le divisioni e le barriere che<br />
spengono la speranza.<br />
Desidero infine condividere con voi la sollecitudine che vi anima nei<br />
riguardi del bene dell’Italia. Come ho avuto modo di rilevare nell’Enciclica<br />
Deus caritas est (nn. 28-29), la Chiesa è ben consapevole che “alla<br />
struttura fondamentale del cristianesimo appartiene la distinzione tra ciò<br />
che è di Cesare e ciò che è di Dio” (cfr Mt 22, 21), cioè tra lo Stato e la<br />
Chiesa, ossia l’autonomia <strong>delle</strong> realtà temporali. Questa distinzione e<br />
11
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autonomia la Chiesa non solo riconosce e rispetta, ma di essa si rallegra,<br />
come di un grande progresso dell’umanità e di una condizione fondamentale<br />
per la sua stessa libertà e l’adempimento della sua universale<br />
missione di salvezza. In pari tempo, e proprio in virtù della medesima<br />
missione di salvezza, la Chiesa non può venir meno al compito di purificare<br />
la ragione, mediante la proposta della propria dottrina sociale,<br />
argomentata “a partire da ciò che è conforme alla natura di ogni essere<br />
umano”, e di risvegliare le forze morali e spirituali, aprendo la volontà<br />
alle autentiche esigenze del bene. A sua volta, una sana laicità dello Stato<br />
comporta senza dubbio che le realtà temporali si reggano secondo norme<br />
loro proprie, alle quali appartengono però anche quelle istanze etiche<br />
che trovano il loro fondamento nell’essenza stessa dell’uomo e pertanto<br />
rinviano in ultima analisi al Creatore. Nelle circostanze attuali, richiamando<br />
il valore che hanno per la vita non solo privata ma anche pubblica<br />
alcuni fondamentali principi etici, radicati nella grande eredità cristiana<br />
dell’Europa e in particolare dell’Italia, non commettiamo dunque alcuna<br />
violazione della laicità dello Stato, ma contribuiamo piuttosto a garantire<br />
e promuovere la dignità della persona e il bene comune della società.<br />
Carissimi Vescovi italiani, su questi valori siamo debitori di una chiara<br />
testimonianza a tutti i nostri fratelli in umanità: con essa non imponiamo<br />
loro inutili pesi ma li aiutiamo ad avanzare sulla via della vita e dell’autentica<br />
libertà. Vi assicuro la mia quotidiana preghiera per voi, per le<br />
vostre Chiese e per tutta la diletta Nazione italiana e imparto con grande<br />
affetto la Benedizione apostolica a ciascuno di voi, ai vostri sacerdoti, ad<br />
ogni famiglia italiana, specialmente a chi più soffre e sente più forte il<br />
bisogno dell’aiuto di Dio.
Lettera<br />
al Santo Padre Benedetto XVI<br />
riguardo alla vicenda dei due fratellini scomparsi<br />
Francesco e Salvatore Pappalardi<br />
A Sua Santità<br />
Benedetto XVI<br />
Beatissimo Padre,<br />
da oltre un mese si sono perse le tracce dei due fratellini Francesco e<br />
Salvatore di <strong>Gravina</strong> in Puglia.<br />
Vane si sono rivelate finora tutte le piste perseguite e le investigazioni<br />
fatte. La <strong>Diocesi</strong>, sin dai primi giorni della scomparsa, sta invocando<br />
lo Spirito Santo perché guidi le menti e i passi di quanti stanno facendo<br />
indagini.<br />
Il Vescovo si è offerto come mediatore e non perde occasioni per lanciare<br />
messaggi e inviti a chi sa e a chi eventualmente detiene i bambini.<br />
Una parola della Santità Vostra di sensibilizzazione e di esortazione<br />
a quanti possono contribuire al ritrovamento dei fratellini avrebbe una<br />
risonanza e una autorevolezza di portata universale.<br />
Sono certo che nella Sua preghiera e nel Suo cuore di Padre e di Pastore,<br />
profondamente sensibile per le piaghe che affliggono le famiglie<br />
del nostro tempo, Francesco e Salvatore sono quotidianamente presenti.<br />
Ora Le chiedo umilmente, se la Santità Vostra lo ritiene opportuno, di<br />
avere un ricordo dei fratellini all’Angelus di domenica prossima.<br />
Mi è gradita questa privilegiata circostanza per professarLe la mia<br />
stima per la Sua nobile persona, la mia gratitudine per il Suo altissimo e<br />
chiarissimo Magistero, e per chiederLe di benedirmi con il Presbiterio e<br />
con tutto il Popolo di Dio a me affidato.<br />
<strong>Gravina</strong> in Puglia, 5 luglio 2006<br />
di Vostra Santità<br />
umilissimo servo<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
13
14<br />
Telegramma<br />
del Card. Angelo Sodano<br />
Segretario di Stato di Sua Santità<br />
11 luglio 2006<br />
S.E.R. MONS. MARIO PACIELLO<br />
VESCOVO DI ALTAMURA-GRAVINA-ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />
ARCO DUOMO 1<br />
70022 ALTAMURA<br />
SANTO PADRE BENEDETTO XVI MI INCARICA FAR SAPERE<br />
AT VOSTRA ECCELLENZA ET INTERA COMUNITÀ DIOCESA-<br />
NA CHE EGLI CONTINUA AT SEGUIRE CON VIVA TREPIDAZIO-<br />
NE VICENDA DUE FRATELLINI FRANCESCO ET SALVATORE<br />
DI GRAVINA DI PUGLIA ET MENTRE ASSICURA SPECIALE RI-<br />
CORDO NELLA PREGHIERA AUSPICA DI CUORE CHE DOLO-<br />
ROSO CASO GIUNGA PRESTO AT FELICE CONLUSIONE.<br />
CARD. ANGELO SODANO SEGRETARIO DI STATO<br />
* * *
SUA SANTITÀ<br />
BENEDETTO XVI<br />
CITTÀ DEL VATICANO<br />
Telegramma di ringraziamento<br />
di S.E. Mons. Mario Paciello<br />
BEATISSIMO PADRE,<br />
A NOME MIO PERSONALE E DELLA DIOCESI LE ESPRIMO<br />
PROFONDA COMMOZIONE E VIVA GRATITUDINE PER IL SUO<br />
MESSAGGIO. LA SUA PREGHIERA E LA SUA VICINANZA CI<br />
CONFORTANO NELL’IMPEGNO PER IL RITROVAMENTO DI<br />
FRANCESCO E SALVATORE. IL SUO ALTISSIMO INTERESSE<br />
PER I FRATELLINI HA GIÀ AVUTO UNA RISONANZA MONDIA-<br />
LE CHE CERTAMENTE CONTRIBUIRÀ A CONSOLIDARE LA<br />
SPERANZA DI CONCLUDERE POSITIVAMENTE LA TRISTE VI-<br />
CENDA. CON FILIALE DEVOZIONE IMPLORO PER TUTTI LA<br />
SUA APOSTOLICA BENEDIZIONE.<br />
DELLA SANTITÀ VOSTRA UMILE SERVO<br />
MARIO PACIELLO<br />
1
Prospetto e accesso da Via Santeramo
Santa Sede
Prospetto e accesso da Via Palestro
SEGRETERIA DI STATO<br />
________<br />
prima sezione - affari generali<br />
N. 51.107<br />
Eccellenza Reverendissima,<br />
Dal Vaticano, 28 novembre 2006<br />
con lettera n. 89/06 del 20 novembre corrente, codesta Curia<br />
Diocesana ha inviato al Santo Padre, mediante assegno bancario, la<br />
somma di € 6.470,00, raccolta in occasione dell’ultima Giornata della<br />
carità del Papa. L’offerta figurerà nel bilancio dell’Obolo di San Pietro<br />
per l’anno 2006.<br />
Sua Santità Benedetto XVI ha apprezzato vivamente l’aiuto così<br />
dato ai fratelli che si trovano in stato di necessità nel mondo, prega<br />
per Vostra Eccellenza, per il Presbiterio e per i fedeli della <strong>Diocesi</strong> di<br />
<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, tutti affidando alla materna<br />
protezione della Beata Vergine Maria, e con affetto e stima invia la<br />
Benedizione Apostolica.<br />
Mi valgo volentieri della circostanza per porgerLe un saluto cordiale,<br />
confermandomi con sensi di distinto ossequio<br />
dell’Eccellenza Vostra Rev.ma<br />
dev.mo nel Signore<br />
Monsignor Gabriele Caccia<br />
Assessore<br />
_________________________<br />
A Sua Eccellenza Rev.ma<br />
Mons. Mario PACIELLO<br />
Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Arco Duomo, 1<br />
70022 ALTAMURA BA<br />
1
20<br />
Telegramma<br />
del Card. Tarcisio Bertone<br />
Segretario di Stato di Sua Santità<br />
in occasione dell’inaugurazione<br />
della nuova struttura<br />
dell’Ospedale “F. Miulli” in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
27 settembre 2006<br />
A SUA ECC.ZA REV.MA MONS. MARIO PACIELLO<br />
VESCOVO DI<br />
ALTAMURA-GRAVINA-ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />
PIAZZA BENEDETTO XIII 26<br />
70024 GRAVINA IN PUGLIA<br />
SOMMO PONTEFICE RIVOLGE BENEAUGURANTE SALUTO AT<br />
PARTECIPANTI INAUGURAZIONE NUOVA STRUTTURA OSPE-<br />
DALE MIULLI DI ACQUAVIVA DELLE FONTI ESPRIMENDO<br />
VIVO COMPIACIMENTO PER PROVVIDA REALIZZAZIONE TE-<br />
SA AT OFFRIRE SERVIZIO SEMPRE PIÙ RISPONDENTE AT ESI-<br />
GENZE TERRITORIO ET MENTRE AUSPICA CHE LODEVOLE<br />
IMPEGNO CODESTA DIOCESI PER CURA AMMALATI SUSCITI<br />
RINNOVATI PROPOSITI SOLIDARIETÀ ET DEDIZIONE AT SOF-<br />
FERENTI IMPARTE AT VOSTRA ECCELLENZA AT CARDINALE<br />
RE CHE PRESIEDE SIGNIFICATIVA CERIMONIA AT AUTORITÀ<br />
PERSONALE MEDICO ET PARAMEDICO AT DEGENTI COME<br />
PURE AT PRESENTI TUTTI IMPLORATA BENEDIZIONE APO-<br />
STOLICA.<br />
CARDINALE TARCISIO BERTONE SEGRETARIO DI STATO DI<br />
SUA SANTITÀ
PONTIFICIO CONSIGLIO PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI<br />
Comunicato<br />
circa la soppressione del titolo “Patriarca d’Occidente”<br />
ne L’Annuario Pontificio<br />
22 marzo 2006<br />
Ne L’Annuario Pontificio 2006 manca, nell’enumerazione dei titoli<br />
del Papa, il titolo «Patriarca d’Occidente». Tale assenza è stata commentata<br />
in modi diversi ed esige un chiarimento.<br />
Senza la pretesa di considerare la complessa questione storica del titolo<br />
di Patriarca in tutti i suoi aspetti, si può affermare dal punto di vista<br />
storico che gli antichi Patriarcati dell’Oriente, fissati dai Concili di Costantinopoli<br />
(381) e di Calcedonia (451), erano relativi ad un territorio<br />
abbastanza chiaramente circoscritto, allorché il territorio della Sede del<br />
Vescovo di Roma rimaneva vago. In Oriente, nell’ambito del sistema<br />
ecclesiastico imperiale di Giustiniano (527-565), accanto ai quattro<br />
Patriarcati orientali (Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme),<br />
il Papa era compreso come Patriarca d’Occidente. Inversamente,<br />
Roma privilegiò l’idea <strong>delle</strong> tre sedi episcopali petrine: Roma, Alessandria<br />
ed Antiochia. Senza usare il titolo di «Patriarca d’Occidente»,<br />
il IV Concilio di Costantinopoli (869-70), il IV Concilio del Laterano<br />
(1215) ed il Concilio di Firenze (1439), elencarono il Papa come il primo<br />
degli allora cinque Patriarchi.<br />
Il titolo di «Patriarca d’Occidente» fu adoperato nell’anno 642 da Papa<br />
Teodoro I. In seguito esso ricorse soltanto raramente e non ebbe un<br />
significato chiaro. La sua fioritura avvenne nel XVI e XVII secolo, nel<br />
quadro del moltiplicarsi dei titoli del Papa; ne L’Annuario Pontificio esso<br />
apparve per la prima volta nel 1863.<br />
Attualmente il significato del termine «Occidente» richiama un contesto<br />
culturale che non si riferisce soltanto all’Europa Occidentale, ma si<br />
estende dagli Stati Uniti d’America fino all’Australia e alla Nuova Zelanda,<br />
differenziandosi così da altri contesti culturali. Ovviamente tale<br />
significato del termine «Occidente» non intende descrivere un territorio<br />
21
22<br />
ecclesiastico né esso può essere adoperato come definizione di un territorio<br />
patriarcale. Se si vuole dare al termine «Occidente» un significato<br />
applicabile al linguaggio giuridico ecclesiale, potrebbe essere compreso<br />
soltanto in riferimento alla Chiesa latina. Pertanto, il titolo «Patriarca<br />
d’Occidente» descriverebbe la speciale relazione del Vescovo di Roma<br />
a quest’ultima, e potrebbe esprimere la giurisdizione particolare del Vescovo<br />
di Roma per la Chiesa latina.<br />
Di conseguenza, il titolo «Patriarca d’Occidente», sin dall’inizio poco<br />
chiaro, nell’evolversi della storia diventava obsoleto e praticamente<br />
non più utilizzabile. Appare dunque privo di senso insistere a trascinarselo<br />
dietro. Ciò tanto più che la Chiesa cattolica con il Concilio Vaticano<br />
II ha trovato per la Chiesa latina nella forma <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali<br />
e <strong>delle</strong> loro riunioni internazionali di Conferenze Episcopali, l’ordinamento<br />
canonico adeguato alle necessità di oggi.<br />
Tralasciare il titolo di «Patriarca d’Occidente» non cambia chiaramente<br />
nulla al riconoscimento, tanto solennemente dichiarato dal Concilio<br />
Vaticano II, <strong>delle</strong> antiche Chiese patriarcali (Lumen Gentium 23).<br />
Ancor meno tale soppressione può voler dire che essa sottintende nuove<br />
rivendicazioni. La rinuncia a detto titolo vuole esprimere un realismo<br />
storico e teologico e, allo stesso tempo, essere la rinuncia ad una pretesa,<br />
rinuncia che potrebbe essere di giovamento al dialogo ecumenico.
PENITENZIERIA APOSTOLICA<br />
Speciali Indulgenze<br />
concesse nella ricorrenza della<br />
14 a Giornata Mondiale del Malato<br />
DECRETO<br />
Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, spinto da vivo desiderio che dalle<br />
infermità e dolori degli uomini, sopportati con rassegnazione e offerti<br />
all’Eterno Padre attraverso la Vergine Maria <strong>insieme</strong> alle sofferenze del<br />
suo Figlio Redentore, provengano abbondanti frutti spirituali, e soprattutto<br />
sostenuto dalla speranza che siano promosse opere ed iniziative di<br />
cristiana pietà e di sociale solidarietà in favore degli infermi, in modo<br />
particolare verso quelli che, essendo affetti da qualche menomazione<br />
mentale, più facilmente sono emarginati dalla società e dalla propria<br />
famiglia, nell’Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Penitenziere<br />
Maggiore il 2 gennaio del corrente anno, ha disposto che vengano concesse<br />
ai fedeli <strong>delle</strong> speciali Indulgenze, come segue, in occasione della<br />
«14 a Giornata Mondiale del Malato», l’11 febbraio prossimo, memoria<br />
liturgica della B. Vergine di Lourdes, che avrà il suo culmine con la celebrazione<br />
eucaristica nella cattedrale S. Francesco Saverio, di Adelaide<br />
in Australia.<br />
A. Indulgenza plenaria ai fedeli che, alle solite condizioni (Confessione<br />
sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni<br />
del Santo Padre) e con l’animo distaccato da qualsiasi peccato,<br />
l’11 febbraio prossimo parteciperanno devotamente, nella cattedrale di<br />
Adelaide o in qualsiasi altro luogo stabilito dall’Autorità ecclesiastica, a<br />
qualche sacra cerimonia celebrata per impetrare da Dio le finalità della<br />
«Giornata Mondiale del Malato».<br />
I fedeli che negli ospedali pubblici o in qualsivoglia casa privata assistono<br />
caritatevolmente come «buoni Samaritani» gli ammalati, specialmente<br />
quelli che a causa di qualche menomazione mentale richiedono<br />
maggiore pazienza, diligenza e attenzione, e, a motivo del loro servizio<br />
non possono partecipare alla cerimonia sopra indicata, otterranno il medesimo<br />
dono dell’Indulgenza plenaria, se in quel giorno presteranno ge-<br />
23
24<br />
nerosamente almeno per qualche ora la loro caritatevole assistenza agli<br />
ammalati come se lo facessero allo stesso Cristo Signore (cf. Mt 25, 40),<br />
avendo l’animo distaccato da ogni peccato e il proposito di adempiere,<br />
quando potranno, alle condizioni richieste per l’ottenimento dell’Indulgenza<br />
plenaria.<br />
I fedeli infine che per malattia, per età avanzata o per altra simile<br />
ragione, sono impediti dal prendere parte alla cerimonia sopra indicata,<br />
otterranno l’Indulgenza plenaria, purché, avendo l’animo distaccato<br />
da qualsiasi peccato e proponendosi di adempiere alle solite condizioni<br />
appena possibile, in quel giorno, unitamente al Santo Padre, partecipino<br />
spiritualmente con il desiderio alla suddetta celebrazione, preghino<br />
devotamente per tutti gli ammalati e offrano a Dio, attraverso la Vergine<br />
Maria, «Salute degli Infermi», le loro sofferenze fisiche e spirituali.<br />
B. Indulgenza parziale a tutti i fedeli, dal 9 all’11 del prossimo febbraio,<br />
ogniqualvolta, con cuore contrito, rivolgeranno a Dio misericordioso<br />
devote preghiere per implorare le suddette finalità in aiuto degli<br />
infermi.<br />
Il presente Decreto ha vigore per questa volta. Nonostante qualunque<br />
contraria disposizione.<br />
Dato a Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 18 gennaio<br />
2006, inizio della Settimana di preghiere per l’unità dei Cristiani.<br />
✠ James Francis Card. Stafford<br />
Penitenziere Maggiore<br />
Gianfranco Girotti, OFM Conv.<br />
Reggente
Indulgenza plenaria<br />
concessa in occasione<br />
del V Incontro Mondiale <strong>delle</strong> Famiglie<br />
DECRETO<br />
Giovanni Paolo PP. II, di venerata memoria, volendo proporre alla<br />
considerazione di tutta la Chiesa il tema della famiglia, ha stabilito che<br />
ogni tre anni fosse celebrato l’«Incontro Mondiale <strong>delle</strong> Famiglie». Egli<br />
fu mosso soprattutto dalla preoccupazione pastorale che quell’argomento<br />
venisse illustrato mediante studi approfonditi, e l’istituto dell’umana<br />
famiglia fosse difeso dagli errori e dai cattivi costumi che si stanno oggi<br />
diffondendo, e con la preghiera fosse affidato a Dio, dal quale, Creatore,<br />
la famiglia stessa è stata istituita e dal quale, Autore dell’ordine soprannaturale,<br />
il matrimonio dei battezzati è stato elevato a sacramento.<br />
Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, facendo propria la mente del<br />
suo Predecessore, ha stabilito di concludere con la Sua presenza il «V<br />
Incontro Mondiale <strong>delle</strong> Famiglie», che quest’anno si svolgerà a Valencia,<br />
in Spagna, dal 1° al 9 luglio, innalzando voti alla Santissima Trinità<br />
perché se ne ottenga un grande beneficio per la Chiesa; ciò specialmente<br />
con l’approfondimento del tema che gli è stato assegnato, quello della<br />
famiglia, sede della vita e dell’amore, chiesa domestica, nella quale dai<br />
genitori è trasmesso ai figli il dono inestimabile della fede.<br />
Il Santo Padre dunque, aderendo di tutto cuore alla convocazione<br />
mondiale di Valencia, ha stabilito volentieri di concedere il dono dell’Indulgenza<br />
plenaria ai fedeli nei termini qui sotto indicati, nutrendo il<br />
vivo desiderio che vi accorrano numerosi da ogni parte del mondo. Essi<br />
possano partecipare con fervore e attenzione alle varie iniziative e celebrazioni<br />
religiose che vi si svolgeranno in favore della famiglia e, una<br />
volta tornati alle proprie case fortificati dalla grazia di Dio, si dedichino<br />
generosamente a conformare le loro famiglie e quelle del loro prossimo<br />
alle sante regole del Vangelo. Offrano inoltre l’esempio di una vita ornata<br />
<strong>delle</strong> virtù cristiane e ricca di opere di pietà e di carità, sotto la protezione<br />
della Beata Vergine Maria e di S. Giuseppe, suo castissimo sposo,<br />
ai quali il misterioso disegno di Dio ha affidato di costituire quella fami-<br />
2
2<br />
glia nella quale Nostro Signore Gesù Cristo, fatto uomo, «cresceva in<br />
sapienza e statura e grazia presso Dio e gli uomini» (Lc 2, 40).<br />
Perciò il Sommo Pontefice concede ai fedeli l’Indulgenza plenaria,<br />
da ottenersi alle solite condizioni (Confessione sacramentale, Comunione<br />
eucaristica e preghiera secondo le intenzioni dello stesso Sommo<br />
Pontefice), con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, se devotamente<br />
parteciperanno a qualche solenne celebrazione, a Valencia, nel corso del<br />
«V Incontro Mondiale <strong>delle</strong> Famiglie» e alla sua solenne conclusione.<br />
Tutti gli altri fedeli, che non potranno partecipare a tale evento, otterranno<br />
lo stesso dono dell’Indulgenza plenaria, alle medesime condizioni,<br />
nei giorni in cui esso si svolge e nel suo giorno conclusivo, se, uniti<br />
con lo spirito e con il pensiero ai fedeli presenti a Valencia, reciteranno<br />
in famiglia il «Padre Nostro», il «Credo» e altre devote orazioni per invocare<br />
dalla Divina Misericordia le finalità sopra indicate.<br />
Il presente Decreto ha vigore per questa volta. Nonostante qualunque<br />
contraria disposizione.<br />
Dato in Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 15 giugno<br />
2006, nella solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo.<br />
✠ James Francis Card. Stafford<br />
Penitenziere Maggiore<br />
Gianfranco Girotti, OFM Conv.<br />
Reggente
Conferenza<br />
Episcopale<br />
Italiana
Ingresso laterale (interno)
Atto formale<br />
di separazione dalla Chiesa Cattolica<br />
Il Pontificio Consiglio per i testi legislativi, con lettera circolare del<br />
13 marzo 2006 (prot. n. 10279/2006), inviata ai Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze<br />
Episcopali nazionali, ha fornito opportune precisazioni circa<br />
la natura e le conseguenze giuridiche dell’atto formale di separazione<br />
dalla Chiesa cattolica, contemplato dai cann. 1086, § 1, 1117 e 1124 del<br />
Codice di diritto canonico. Dopo aver enumerato gli elementi che lo<br />
contraddistinguono (n. 1), la circolare ricorda che tale atto – configurandosi<br />
come rottura dei vincoli della comunione ecclesiastica – non<br />
ha una mera rilevanza giuridico-amministrativa, cioè non coincide con<br />
l’uscita dalla Chiesa nel senso anagrafico con le eventuali conseguenze<br />
civili che tale atto può assumere in alcuni Paesi (n. 2). In quest’ultimo<br />
caso, infatti, potrebbe restare intatta la volontà di perseverare nella comunione<br />
ecclesiastica (n. 3). La circolare richiede che l’atto di separazione<br />
sia manifestato dall’interessato in forma scritta, davanti all’Ordinario<br />
o al parroco proprio (n. 5). Al fine di fugare ogni possibile dubbio<br />
interpretativo, il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, con<br />
lettera del 28 giugno 2006 (prot. n. 549/06), ha chiesto al Pontificio Consiglio<br />
se detta affermazione sottenda la necessità di presentarsi sempre<br />
di persona davanti all’Ordinario o al parroco proprio, o se invece possa<br />
essere sufficiente l’invio dell’istanza in forma scritta da parte dell’interessato.<br />
Il Presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi,<br />
rispondendo al quesito in data 24 novembre 2006 (prot. n. 10502/2006),<br />
ha ribadito che spetta esclusivamente all’autorità ecclesiastica accertare<br />
l’esistenza nel fedele <strong>delle</strong> libere e coscienti disposizioni di volontà<br />
necessarie perché l’atto di separazione sortisca gli effetti canonici e la<br />
conoscenza da parte del medesimo <strong>delle</strong> conseguenze del suo gesto. A<br />
tal fine, è sempre auspicabile il contatto personale con il fedele. Nel caso,<br />
tuttavia, in cui l’interessato rifiuti il contatto personale, gli si dovrà<br />
inviare una lettera nella quale si esponga con chiarezza e delicatezza<br />
che un vero atto di defezione rompe i legami di comunione con la Chiesa.<br />
Sarà, altresì, necessario chiarire che tale gesto, qualificato come atto<br />
di vera apostasia (oppure di eresia o di scisma, a seconda <strong>delle</strong> eventuali<br />
ragioni addotte dal fedele), costituisce un delitto nell’ordinamento<br />
2
30<br />
ecclesiastico, per il quale viene comminata la scomunica, illustrandone<br />
anche le conseguenze disciplinari. Scopo della comunicazione è invitare<br />
motivatamente il latore dell’istanza a ponderare ed eventualmente<br />
mutare la decisione di separarsi dalla Chiesa cattolica. Qualora tale<br />
invito non sia accolto o la lettera rimanga senza risposta, sarà evidente<br />
per via documentaria la volontà dell’interessato di porsi formalmente<br />
in una situazione canonica di rottura dalla comunione ecclesiale, con le<br />
relative conseguenze penali canoniche, e si potrà procedere ad annotare<br />
l’avvenuta defezione nel registro dei battesimi.<br />
Si riportano, di seguito, la circolare del Pontificio Consiglio per i<br />
testi legislativi, la lettera del Presidente della CEI e la lettera di risposta<br />
del Presidente del medesimo Consiglio.<br />
Prot. N. 10279/2006<br />
pontificium consilium<br />
de legum textibus<br />
Eminenza/Eccellenza Reverendissima,<br />
Città del Vaticano, 13 marzo 2006<br />
Da tempo, non pochi Vescovi, Vicari giudiziali e altri operatori del<br />
Diritto Canonico hanno sottoposto a questo Pontificio Consiglio dubbi<br />
e richieste di chiarimento a proposito del cosiddetto actus formalis defectionis<br />
ab Ecclesia catholica, di cui ai canoni 1086, § 1, 1117 e 1124<br />
del Codice di Diritto Canonico. Si tratta, infatti, di un concetto nuovo<br />
nella legislazione canonica e diverso dalle altre modalità piuttosto “virtuali”<br />
(basate cioè su comportamenti) di abbandono “notorio” o semplicemente<br />
“pubblico” della fede (cfr cann. 171, § 1, 4°; 194, § 1, 2°; 316,<br />
§ 1; 694, § 1, 1°; 1071, § 1, 4° e § 2), circostanze in cui i battezzati nella<br />
Chiesa cattolica o in essa accolti sono tenuti alle leggi meramente ecclesiastiche<br />
(cfr can. 11).<br />
Il problema è stato attentamente esaminato dai competenti Dicasteri<br />
della Santa Sede al fine di precisare innanzitutto i contenuti teologicodottrinali<br />
di tale actus formalis defectionis ab Ecclesia catholica, e successivamente<br />
i requisiti o le formalità giuridiche necessarie perché esso<br />
si configuri come un vero “atto formale” di defezione.
Dopo aver avuto, riguardo al primo aspetto, la decisione della Congregazione<br />
per la Dottrina della Fede ed aver esaminato in sede di Sessione<br />
Plenaria l’intera questione, questo Pontificio Consiglio comunica<br />
agli Em.mi ed Ecc.mi Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali quanto<br />
segue:<br />
1. L’abbandono della Chiesa cattolica perché possa essere validamente<br />
configurato come un vero actus formalis defectionis ab Ecclesia,<br />
anche agli effetti <strong>delle</strong> eccezioni previste nei predetti canoni, deve concretizzarsi<br />
nella:<br />
a) decisione interna di uscire dalla Chiesa cattolica;<br />
b) attuazione e manifestazione esterna di questa decisione;<br />
c) recezione da parte dell’autorità ecclesiastica competente di tale decisione.<br />
2. Il contenuto dell’atto di volontà deve essere la rottura di quei vincoli<br />
di comunione – fede, sacramenti, governo pastorale – che permettono<br />
ai fedeli di ricevere la vita di grazia all’interno della Chiesa. Ciò significa<br />
che un tale atto formale di defezione non ha soltanto un carattere<br />
giuridico-amministrativo (l’uscire dalla Chiesa nel senso anagrafico con<br />
le rispettive conseguenze civili), ma si configura come una vera separazione<br />
dagli elementi costitutivi della Chiesa: suppone quindi un atto di<br />
apostasia, eresia o scisma.<br />
3. L’atto giuridico-amministrativo dell’abbandono della Chiesa di<br />
per sé non può costituire un atto formale di defezione nel senso inteso<br />
dal CIC, giacché potrebbe rimanere la volontà di perseverare nella comunione<br />
della fede.<br />
D’altra parte l’eresia formale o (ancor meno) materiale, lo scisma e<br />
l’apostasia non costituiscono da soli un atto formale di defezione, se non<br />
sono concretizzati esternamente e se non sono manifestati nel modo dovuto<br />
all’autorità ecclesiastica.<br />
4. Deve trattarsi, pertanto, di un atto giuridico valido posto da persona<br />
canonicamente abile e in conformità alla normativa canonica che lo<br />
regola (cfr cann. 124-126). Tale atto dovrà essere emesso in modo personale,<br />
cosciente e libero.<br />
31
32<br />
5. Si richiede, inoltre, che l’atto venga manifestato dall’interessato<br />
in forma scritta, davanti alla competente autorità della Chiesa cattolica:<br />
Ordinario o parroco proprio, al quale unicamente compete giudicare<br />
l’esistenza o meno nell’atto di volontà del contenuto espresso al n. 2.<br />
Di conseguenza, soltanto la coincidenza dei due elementi – il profilo<br />
teologico dell’atto interiore e la sua manifestazione nel modo così definito<br />
– costituisce l’actus formalis defectionis ab Ecclesia catholica, con<br />
le relative sanzioni canoniche (cfr can. 1364, § 1).<br />
6. In questi casi, la stessa autorità ecclesiastica competente provvederà<br />
perché nel libro dei battezzati (cfr can. 535, § 2) venga fatta l’annotazione<br />
con la dicitura esplicita di avvenuta “defectio ab Ecclesia catholica<br />
actu formali”.<br />
7. Rimane, comunque, chiaro che il legame sacramentale di appartenenza<br />
al Corpo di Cristo che è la Chiesa, dato dal carattere battesimale, è<br />
un legame ontologico permanente e non viene meno a motivo di nessun<br />
atto o fatto di defezione.<br />
Nella sicurezza che codesto Episcopato, conscio della dimensione<br />
salvifica della comunione ecclesiastica, comprenderà bene le motivazioni<br />
pastorali di queste norme, profitto <strong>delle</strong> circostanze per confermarmi<br />
con sentimenti di fraterno ossequio<br />
dell’Eminenza/Eccellenza Vostra Reverendissima<br />
dev.mo in Domino<br />
Julián Card. Herranz<br />
Presidente<br />
✠ Bruno Bertagna<br />
Segretario<br />
La presente comunicazione è stata approvata dal Sommo Pontefice, Benedetto<br />
XVI, che ne ha disposta la notifica a tutti i Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze<br />
Episcopali.
Prot. N. 549/06<br />
Conferenza Episcopale Italiana<br />
Eminenza Reverendissima,<br />
Roma, 28 giugno 2006<br />
è pervenuta a questa Conferenza Episcopale, per il cortese tramite<br />
del Nunzio Apostolico in Italia, la Sua comunicazione in data 13 marzo<br />
2006 (Prot. N. 10279/2006), concernente alcuni chiarimenti in ordine al<br />
cosiddetto actus formalis defectionis ab Ecclesia catholica.<br />
Accingendosi a darne notizia nelle forme consuete ai membri della<br />
Conferenza Episcopale, al fine di prevenire e poter fugare eventuali dubbi<br />
di interpretazione, si chiede a codesto Dicastero di precisare se l’affermazione<br />
di cui al n. 5 (“Si richiede, inoltre, che l’atto venga manifestato<br />
all’interessato in forma scritta, davanti alla competente autorità della<br />
Chiesa cattolica”) sottenda la necessità di presentarsi sempre di persona<br />
davanti all’Ordinario o al parroco proprio, o se invece possa essere sufficiente<br />
l’invio dell’istanza in forma scritta da parte dell’interessato.<br />
Nel primo caso, pare opportuno rilevare che tale procedura confliggerebbe<br />
con il pronunciamento del Garante per la protezione dei dati<br />
personali, che, in data 5 novembre 2003, con riferimento alla richiesta<br />
di annotazione inviata a una parrocchia romana, ha precisato che “la<br />
disciplina in materia di protezione dei dati personali non prevede che il<br />
mittente della nota raccomandata debba anche recarsi personalmente e<br />
necessariamente presso il destinatario” (cfr allegato).<br />
Si noti ancora che, prima della menzionata pronuncia del Garante per<br />
la protezione dei dati personali, la Conferenza Episcopale Italiana aveva<br />
già fornito agli Ordinari diocesani l’indicazione di procedere all’annotazione<br />
anche nel caso in cui la volontà del soggetto di uscire dalla Chiesa<br />
cattolica risultasse con certezza in via documentaria.<br />
In attesa di un Suo cortese riscontro, profitto della circostanza per<br />
confermarmi con sensi di distinto ossequio<br />
dell’Eminenza Vostra Reverendissima<br />
devotissimo nel Signore<br />
Camillo Card. Ruini<br />
Presidente<br />
33
34<br />
Prot. N. 10502/2006<br />
Eminenza Reverendissima,<br />
pontificium consilium<br />
de legum textibus<br />
Città del Vaticano, 24 novembre 2006<br />
Con stimato foglio Prot. N. 549/06 del 28 giugno 2006, Vostra Eminenza,<br />
in riferimento alla Lettera circolare inviata da questo Pontificio<br />
Consiglio il 13 marzo 2006 (Prot. N. 10279/2006) circa l’actus formalis<br />
defectionis ab Ecclesia catholica, ha chiesto se l’affermazione di cui al<br />
n. 5 (“Si richiede, inoltre, che l’atto venga manifestato dall’interessato<br />
in forma scritta davanti alla competente autorità della Chiesa Cattolica”)<br />
sottenda la necessità di presentarsi di persona davanti all’Ordinario o al<br />
parroco proprio, o se invece possa essere sufficiente l’invio dell’istanza<br />
in forma scritta da parte dell’interessato.<br />
L’Eminenza Vostra ha rilevato che, prima di ricevere detta Lettera<br />
circolare, la Conferenza Episcopale Italiana aveva già fornito agli Ordinari<br />
diocesani l’indicazione di procedere alla relativa annotazione nel<br />
libro dei battesimi anche nel caso in cui la volontà del soggetto di uscire<br />
dalla Chiesa Cattolica risultasse con certezza per via documentaria.<br />
Ha aggiunto, inoltre, che la procedura della presentazione di persona<br />
davanti all’Ordinario o al parroco confliggerebbe (nell’ambito della legge<br />
civile italiana) con il pronunciamento del Garante per la protezione<br />
dei dati personali. Detto Garante, in data 5 novembre 2003 ha precisato<br />
– oltrepassando, per quanto riguarda le annotazioni nel registro dei battezzati,<br />
i limiti della propria competenza – che: “la disciplina in materia<br />
di protezione dei dati personali non prevede che il mittente della nota<br />
raccomandata debba anche recarsi personalmente e necessariamente<br />
presso il destinatario”.<br />
Questo Pontificio Consiglio ha attentamente esaminato la richiesta di<br />
chiarimento presentata da Vostra Eminenza. In proposito – e fermo restando<br />
che si tratta sempre di due ordinamenti giuridici diversi e autonomi<br />
– va tenuto presente che la mente della Lettera circolare della Santa<br />
Sede è che l’appartenenza o non appartenenza alla Chiesa Cattolica non<br />
è soltanto una questione giuridico-amministrativa anagrafica, ma una
delicata questione teologico-canonica attinente agli elementi costitutivi<br />
della vita della Chiesa.<br />
Infatti, da essa sono separati soltanto coloro che pongono consapevolmente<br />
atti di vera apostasia, eresia o scisma (cfr cann. 751 e 1364<br />
CIC) e che quindi hanno la reale intenzione di rompere i vincoli di comunione<br />
con la Chiesa, nonostante le conseguenze penali canoniche di<br />
cui essi sono coscienti, o devono essere resi coscienti.<br />
Soltanto l’Autorità ecclesiastica – mediante il sempre auspicabile<br />
contatto personale con il fedele che ha presentato o inviato la richiesta<br />
o la semplice comunicazione di abbandono – può accertare l’esistenza<br />
o meno in lui di queste libere e coscienti disposizioni di volontà e della<br />
conoscenza <strong>delle</strong> relative conseguenze canoniche. Nella fattispecie,<br />
pertanto, non si tratta di un atto di regolamentazione dei dati personali<br />
nell’ordinamento civile, ma di un atto di grande rilievo teologico-canonico<br />
posto all’interno dell’ordinamento ecclesiastico, la cui autonomia di<br />
giurisdizione in materia è riconosciuta dallo Stato italiano (cfr Accordo di<br />
revisione del Concordato lateranense del 18 febbraio 1984, Art. 2, § 1).<br />
In caso di rifiuto di un incontro di persona da parte del fedele (ciò<br />
che avrebbe permesso al sacro pastore far riflettere sulla gravità e conseguenze<br />
dell’atto, e magari motivare un cambiamento della decisione),<br />
si dovrà necessariamente ricorrere all’invio di una lettera personale in<br />
cui si spieghi con chiarezza e delicatezza che un vero atto di defezione<br />
rompe i legami di comunione con la Chiesa che esistevano dal momento<br />
del battesimo. Sarà necessario chiarire che tale gesto, qualificato come<br />
un atto di vera apostasia (oppure di eresia o di scisma, a seconda <strong>delle</strong><br />
eventuali ragioni che abbia dato il fedele), è così grave che viene considerato<br />
non soltanto un grave peccato ma un delitto nell’ordinamento<br />
ecclesiastico, per cui è prescritta la più onerosa <strong>delle</strong> pene canoniche,<br />
cioè la scomunica. Per far capire la gravità di tale pena sarà conveniente<br />
illustrare in modo concreto gli effetti più pratici della scomunica (ad<br />
esempio, che senza l’eventuale remissione della pena non si può ricevere<br />
la comunione o l’assoluzione sacramentale, che non si può essere<br />
padrino nei battesimi o nelle cresime, che non saranno celebrate le esequie<br />
ecclesiastiche, ecc.). Insomma, la comunicazione dovrebbe essere<br />
un motivato invito a ponderare ed eventualmente mutare la decisione di<br />
uscire dalla Chiesa Cattolica.<br />
Qualora questo invito orale o in scriptis non sia accolto – o la lettera<br />
ricevuta rimanga senza risposta –, sarà evidente per via documentaria la<br />
3
3<br />
volontà dell’interessato di porsi formalmente in una situazione canonica<br />
di rottura della comunione ecclesiale con le relative conseguenze penali<br />
e si potrà quindi procedere alla richiesta annotazione. Comunque, se<br />
fosse ancora possibile, converrà fargli sapere che in vista del carattere<br />
battesimale rimane un legame ontologico con la Chiesa e sarà sempre<br />
desiderato un suo ritorno alla Casa paterna (cfr Lc 15, 11-33).<br />
Per quanto riguarda l’ordinamento giuridico dello Stato italiano, si<br />
nota che anche lo stesso Garante – nel predetto atto di dubbio rispetto<br />
all’autonomia giurisdizionale della Chiesa – ha ammesso che “resta legittima<br />
ogni eventuale attività del destinatario della richiesta volta a richiamare<br />
l’attenzione dell’istante sugli effetti che l’istanza comporta”.<br />
Nella speranza di aver fornito a Vostra Eminenza tutti gli elementi<br />
necessari per risolvere i dubbi prospettati, profitto volentieri della circostanza<br />
per confermarmi con sensi di cordiale ossequio<br />
dell’Eminenza Vostra Reverendissima<br />
dev.mo<br />
Julián Card. Herranz<br />
Presidente
Determinazioni<br />
in materia di sostentamento del clero<br />
Il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 20-22 marzo<br />
2006, ha approvato due determinazioni in materia di sostentamento<br />
del clero, concernenti rispettivamente l’incremento dei punti aggiuntivi<br />
riconosciuti ai parroci incaricati della cura di più parrocchie, di parrocchie<br />
molto estese, di parrocchie aventi più di quattromila abitanti e<br />
ai parroci che svolgono il ministero di cappellano negli istituti di prevenzione<br />
e di pena, e l’incremento della misura complessiva dei punti<br />
aggiuntivi affidati all’attribuzione discrezionale dei vescovi.<br />
Tenendo realisticamente conto <strong>delle</strong> attuali e <strong>delle</strong> future disponibilità<br />
finanziarie, le due determinazioni intendono riconoscere un maggiore<br />
beneficio economico ai sacerdoti gravati da oneri ministeriali<br />
molteplici o particolarmente gravosi.<br />
La prima determinazione innalza da otto a dieci il numero dei punti<br />
aggiuntivi riconosciuti ai parroci di più parrocchie, di parrocchie<br />
molto estese o di parrocchie particolarmente popolose, in esecuzione<br />
del disposto dell’art. 2, § 2, lettera c), della delibera n. 58 (Testo unico<br />
<strong>delle</strong> disposizioni di attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento<br />
del clero che svolge servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi), promulgata il<br />
1° agosto 1991 (cfr “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana”<br />
1991, p. 149). Per ragioni di coerenza, si è ritenuto equo riconoscere<br />
il medesimo adeguamento anche alla categoria numericamente assai<br />
limitata dei parroci cappellani <strong>delle</strong> carceri non mandamentali.<br />
La seconda determinazione amplia i parametri di riferimento in base<br />
ai quali si determina il cosiddetto punteggio discrezionale, cioè il monte<br />
punti a disposizione dei vescovi per venire incontro alle esigenze economiche<br />
dei sacerdoti secolari che si trovano in situazione di particolare<br />
onerosità. In forza della determinazione assunta dai Presidenti <strong>delle</strong><br />
Conferenze Episcopali Regionali riuniti in occasione della sessione del<br />
Consiglio Episcopale Permanente del 17-20 settembre 1990 (cfr “Notiziario<br />
della Conferenza Episcopale Italiana” 1990, p. 224), a ciascun<br />
vescovo diocesano è attribuito un monte punti pari al doppio del numero<br />
dei sacerdoti secolari della propria diocesi presenti nel sistema di<br />
sostentamento del clero. La determinazione ora approvata accresce il<br />
3
3<br />
numero complessivo dei punti discrezionali, stabilendo che essi si calcolino<br />
moltiplicando per 2,5 il numero dei sacerdoti secolari presenti<br />
nel sistema di sostentamento del clero e inserendo anche due ulteriori<br />
correttivi, finalizzati a riconoscere il maggiore impegno che grava sui<br />
sacerdoti di diocesi particolarmente estese o densamente popolate. Per<br />
queste ragioni, vengono riconosciuti 1,5 punti per ogni scaglione territoriale<br />
e per ogni scaglione di popolazione che superano i valori medi<br />
territoriali e abitativi italiani, ottenuti dividendo il numero dei chilometri<br />
quadrati del territorio italiano e il numero degli abitanti del Paese<br />
per il numero dei sacerdoti in attività. Per evitare che tali criteri statistici<br />
risultino complessivamente squilibrati, è previsto un correttivo, in<br />
base al quale il punteggio attribuibile a ciascuna diocesi non può essere<br />
superiore al prodotto del numero dei sacerdoti secolari in servizio moltiplicato<br />
per 3,5. Attesa la complessità del meccanismo, l’Istituto centrale<br />
per il sostentamento del clero provvederà annualmente a comunicare a<br />
ciascun vescovo diocesano il punteggio discrezionale a lui rimesso, calcolato<br />
in base alla situazione rilevata il 31 luglio dell’anno precedente.<br />
Il Consiglio Episcopale Permanente ha inoltre fissato in 25 punti la misura<br />
massima dei punti discrezionali attribuibili a ciascun sacerdote.<br />
Entrambe le determinazioni entrano in vigore il 1° gennaio 2007.<br />
Prot. n. 346/06<br />
decreto<br />
Il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 20-22 marzo<br />
2006, ha esaminato e approvato le determinazioni concernenti la revisione<br />
di taluni meccanismi di calcolo della remunerazione del clero.<br />
Con il presente decreto, nella mia qualità di Presidente della Conferenza<br />
Episcopale Italiana, in conformità all’art. 72 del Regolamento<br />
della CEI promulgo attraverso la pubblicazione nel “Notiziario della<br />
Conferenza Episcopale Italiana” le determinazioni nel testo allegato al<br />
presente decreto.<br />
Roma, 7 aprile 2006<br />
Camillo Card. Ruini<br />
Presidente<br />
✠ Giuseppe Betori<br />
Segretario Generale
Il Consiglio Episcopale Permanente<br />
− considerate le determinazioni approvate dalla 28 a Assemblea Generale<br />
della CEI relative all’assegnazione di punti aggiuntivi per<br />
particolari oneri connessi all’esercizio dell’ufficio;<br />
− ritenuto necessario adeguare detti benefici economici previsti per<br />
i sacerdoti gravati da oneri ministeriali molteplici o particolarmente<br />
gravosi;<br />
− visti l’art. 2, §§ 2, lettera c), quarto alinea, e 3, e l’art. 6 della delibera<br />
CEI n. 58 (Testo unico <strong>delle</strong> disposizioni di attuazione <strong>delle</strong> norme<br />
relative al sostentamento del clero che svolge servizio in favore <strong>delle</strong><br />
diocesi),<br />
approva<br />
le seguenti determinazioni<br />
1. Le determinazioni approvate dalla 28 a Assemblea Generale della<br />
CEI relative all’assegnazione di punti aggiuntivi per particolari oneri<br />
connessi all’esercizio dell’ufficio ai parroci incaricati della cura di più<br />
parrocchie o di parrocchie molto estese o di parrocchie aventi più di<br />
quattromila abitanti e ai parroci che svolgono il ministero di cappellano<br />
negli istituti di prevenzione e di pena sono così modificate:<br />
Per tener conto dei particolari oneri connessi all’esercizio del loro<br />
ufficio, vengono attribuiti:<br />
− ai parroci incaricati della cura di più parrocchie o di parrocchie molto<br />
estese o di parrocchie aventi più di quattromila abitanti: punti 10;<br />
− ai parroci che svolgono il ministero di cappellano negli istituti di<br />
prevenzione e di pena ai sensi della legge 4 marzo 1982, n. 68: punti<br />
10.<br />
2. Le presenti determinazioni entrano in vigore il 1° gennaio 2007.<br />
* * *<br />
Il Consiglio Episcopale Permanente<br />
− tenuto conto della determinazione approvata dai Presidenti <strong>delle</strong><br />
Conferenze Episcopali Regionali riuniti in occasione del Consiglio<br />
3
40<br />
Episcopale Permanente tenutosi dal 17 al 20 settembre 1990, relativa<br />
ai punti aggiuntivi affidati all’attribuzione discrezionale dei Vescovi;<br />
− ritenuto necessario incrementare la misura complessiva dei predetti<br />
punti aggiuntivi;<br />
− visti l’art. 2, §§ 2, lettera d), e 3, e l’art. 6 della delibera CEI n. 58<br />
(Testo unico <strong>delle</strong> disposizioni di attuazione <strong>delle</strong> norme relative al<br />
sostentamento del clero che svolge servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi),<br />
approva<br />
le seguenti determinazioni<br />
1. La determinazione approvata dai Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali<br />
Regionali riuniti in occasione del Consiglio Episcopale Permanente<br />
tenutosi dal 17 al 20 settembre 1990, relativa ai punti aggiuntivi<br />
affidati all’attribuzione discrezionale dei vescovi, è così modificata:<br />
“In esecuzione dell’art. 2, § 2, lettera d), della delibera CEI n. 58, i<br />
Vescovi diocesani possono assegnare ai sacerdoti secolari punti aggiuntivi<br />
nella misura complessiva risultante dalla somma:<br />
a) del prodotto del numero dei sacerdoti secolari, presenti nel sistema<br />
di sostentamento del clero, per 2,5 punti;<br />
b) del prodotto di 1,5 punti per ogni scaglione di Kmq 9 del territorio<br />
diocesano, che supera il numero ottenuto moltiplicando per 9 il numero<br />
dei sacerdoti secolari presenti nel sistema di sostentamento del<br />
clero;<br />
c) del prodotto di 1,5 punti per ogni scaglione di 1.700 abitanti della<br />
popolazione diocesana che supera il numero ottenuto moltiplicando<br />
per 1.700 il numero dei sacerdoti secolari presenti nel sistema di<br />
sostentamento del clero.<br />
Il punteggio attribuibile sulla base dei predetti criteri non può essere<br />
superiore al prodotto del numero dei sacerdoti secolari al servizio della<br />
diocesi presenti nel sistema, calcolato con riferimento al 31 luglio dell’anno<br />
precedente, per il coefficiente 3,5.<br />
2. La misura massima dei punti aggiuntivi affidati all’attribuzione<br />
discrezionale dei vescovi è fissata in 25 punti per ciascun sacerdote.
3. I punti aggiuntivi di cui alla presente determinazione non vengono<br />
presi in considerazione in tutti quei casi nei quali le delibere o le determinazioni<br />
della CEI facciano riferimento al numero medio dei punti o<br />
alla remunerazione media.<br />
4. Le presenti determinazioni entrano in vigore il 1° gennaio 2007”.<br />
Concorso finanziario della CEI<br />
in favore dell’assistenza domestica al clero<br />
Nel 1996 l’Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana<br />
ha stabilito di avviare taluni interventi a favore dell’assistenza<br />
domestica per il clero. Dopo una iniziale fase sperimentale, la 44 a Assemblea<br />
Generale ha approvato in forma definitiva i criteri e ha affidato<br />
alla Presidenza della CEI la competenza ad adottare le procedure<br />
per l’attuazione di questo intervento (cfr “Notiziario della Conferenza<br />
Episcopale Italiana” 1998, 127-129; 247-249).<br />
A dieci anni di distanza dall’attivazione di questa iniziativa, la<br />
Presidenza della CEI nella riunione del 15 maggio 2006, ha ritenuto<br />
opportuno adeguare gli importi relativi alla misura oraria forfetaria,<br />
corrisposta ai sacerdoti, che versano all’INPS contributi per il servizio<br />
della collaboratrice domestica della quale si avvalgono, e alla misura<br />
forfetaria mensile corrisposta alle case del clero o ad altri enti e strutture<br />
diocesane, che ospitano sacerdoti inseriti nel sistema di sostentamento<br />
del clero o in quello di previdenza integrativa. Resta fermo che<br />
l’intervento della CEI nei confronti dei singoli sacerdoti è limitato a un<br />
massimo di diciotto ore settimanali.<br />
Prot. n. 485/06<br />
Il Presidente<br />
Roma, 29 maggio 2006<br />
vista la determinazione approvata dalla 44 a Assemblea Generale<br />
relativa al concorso finanziario della CEI volto a favorire l’assistenza<br />
domestica al clero;<br />
41
42<br />
viste le disposizioni regolamentari attuative degli interventi circa<br />
l’assistenza domestica al clero, adottate dalla Presidenza della CEI nella<br />
riunione del 21 settembre 1998, promulgate con decreto 22 settembre<br />
1998, n. 849/98;<br />
considerata l’opportunità di adeguare la misura dell’intervento<br />
economico attualmente disposto;<br />
in esecuzione della decisione adottata dalla Presidenza della CEI<br />
in data 15 maggio 2006, ai sensi del numero 4 della determinazione citata,<br />
dopo aver inteso il Comitato per gli enti e i beni ecclesiastici e con<br />
il parere favorevole del Consiglio Episcopale Permanente,<br />
decreta<br />
1. L’importo forfetario orario del rimborso dei contributi che i sacerdoti<br />
versano all’INPS, per il servizio prestato dalla collaboratrice domestica<br />
della quale si avvalgono, previsto dal n. 1, lettera a) del decreto<br />
richiamato in premessa, è elevato a € 1,69.<br />
2. L’importo forfetario mensile riconosciuto alle case del clero o ad<br />
altri enti o strutture diocesane che ospitano sacerdoti inseriti nel sistema<br />
di sostentamento del clero o in quello di previdenza integrativa, previsto<br />
dal n. 2, lettera a) del decreto citato in premessa, è elevato a € 65,00.<br />
3. Le presenti disposizioni entrano in vigore dal 1° gennaio 2007.<br />
Camillo Card. Ruini
Modifica della delibera n. 58<br />
e determinazione in materia di previdenza integrativa<br />
Nell’ambito dei provvedimenti finalizzati a introdurre taluni correttivi<br />
ai meccanismi di calcolo della remunerazione dei sacerdoti inseriti<br />
nel sistema di sostentamento del clero (cfr “Notiziario della Conferenza<br />
Episcopale Italiana” 2006, pp. 121-126), la 56 a Assemblea Generale dei<br />
Vescovi (Roma, 15-19 maggio 2006) ha approvato una modifica dell’art.<br />
5, lettera a), secondo capoverso, della delibera n. 58 (Testo unico<br />
<strong>delle</strong> disposizioni di attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento<br />
del clero che svolge servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi), promulgata il 1°<br />
agosto 1991 (cfr “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana”<br />
1991, p. 152).<br />
Ottenuta in data 23 giugno 2006 la recognitio della delibera da parte<br />
della Santa Sede, il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione<br />
del 18-20 settembre 2006, ha approvato una determinazione conseguente<br />
che, modificando quanto deciso dalla 32 a Assemblea Generale dei Vescovi,<br />
svoltasi a Roma dal 14 al 18 maggio 1990 (cfr “Notiziario della<br />
Conferenza Episcopale Italiana” 1990, p. 214), ha ridotto dalla metà a<br />
un quarto la quota computabile della pensione erogata dal Fondo Clero<br />
INPS per determinare la misura dell’assegno integrativo spettante ai<br />
Vescovi e ai presbiteri inseriti nel sistema di previdenza integrativa.<br />
Per illustrare la portata di questi provvedimenti è utile richiamare<br />
che, in base alla normativa vigente, la misura di tale assegno è pari<br />
alla media dei punti attribuiti rispettivamente ai Vescovi e ai sacerdoti<br />
inseriti nel sistema di sostentamento del clero. In ordine al raggiungimento<br />
della predetta misura, oltre agli altri sussidi computabili, sono<br />
computate le pensioni di cui si tiene conto nel sistema di sostentamento<br />
del clero, nella misura dell’intero loro ammontare, e – fino al presente<br />
– la metà della pensione erogata dal Fondo Clero INPS.<br />
Con l’approvazione di queste modifiche, a partire dal 1° gennaio<br />
2007 la quota della pensione del Fondo Clero INPS da computarsi ai<br />
fini del calcolo dell’integrazione è ridotta a un quarto.<br />
Dal punto di vista sistematico, il testo approvato dall’Assemblea<br />
Generale consente un maggiore dinamismo nell’adozione <strong>delle</strong> determinazioni<br />
connesse, coerentemente con le altre disposizioni della delibera<br />
n. 58 implicanti ulteriori decisioni di carattere tecnico. La for-<br />
43
44<br />
mulazione «Spetta alla Conferenza Episcopale Italiana determinare la<br />
quota computabile <strong>delle</strong> pensioni assicurate dal Fondo Clero INPS» ora<br />
introdotta nell’art. 5, lettera a), è quella adottata nella delibera n. 58<br />
in tutti i casi in cui, ai sensi dell’art. 6, la competenza per ulteriori determinazioni<br />
è rimessa al Consiglio Episcopale Permanente, previa, se<br />
possibile, consultazione <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali Regionali: cfr artt.<br />
2, § 3 (numero dei punti aggiuntivi per particolari oneri d’ufficio); 4,<br />
§ 1 (remunerazione dei Vescovi); 4, § 4 (remunerazione dovuta dagli<br />
enti ecclesiastici diversi dalle parrocchie); 4 bis, § 1 (remunerazione<br />
spettante ai sacerdoti Fidei donum); 5 (misura dell’assegno integrativo<br />
periodico spettante ai Vescovi e ai sacerdoti presenti nel sistema di previdenza<br />
integrativa).<br />
Prot. n. 606/06<br />
decreto<br />
La Conferenza Episcopale Italiana, nella 56 a Assemblea Generale del<br />
15-19 maggio 2006, ha esaminato e approvato con la prescritta maggioranza<br />
la delibera concernente la modifica dell’articolo 5, lettera a) della<br />
delibera n. 58.<br />
Con il presente decreto, nella mia qualità di Presidente della Conferenza<br />
Episcopale Italiana, per mandato della stessa Assemblea, dopo<br />
aver ottenuto la debita recognitio della Santa Sede con lettera della Segreteria<br />
di Stato n. 4438/06/RS del 23 giugno 2006, in conformità al can.<br />
455, §§ 2-3 del codice di diritto canonico e ai sensi degli artt. 16, § 3, e<br />
27, lett. f), dello statuto e dell’art. 72 del regolamento della CEI promulgo<br />
attraverso la pubblicazione nel “Notiziario della Conferenza Episcopale<br />
Italiana” la delibera nel testo allegato al presente decreto.<br />
Roma, 5 luglio 2006<br />
✠ Giuseppe Betori<br />
Segretario Generale<br />
Camillo Card. Ruini<br />
Presidente
La 56 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana<br />
– vista la delibera CEI n. 58;<br />
– considerata l’opportunità di attribuire al Consiglio Episcopale<br />
Permanente la competenza a determinare la quota computabile <strong>delle</strong><br />
pensioni assicurate dal Fondo Clero INPS ai Vescovi emeriti e ai sacerdoti<br />
dichiarati emeriti o inabili dal Vescovo presenti nel sistema di<br />
previdenza integrativa, in analogia a quanto già stabilito per la determinazione<br />
della misura economica spettante agli stessi;<br />
– visto l’art. 75, commi secondo e terzo, <strong>delle</strong> Norme approvate con il<br />
Protocollo 15 novembre 1984;<br />
– ai sensi del can. 455 del codice di diritto canonico e dell’art. 16 dello<br />
statuto della CEI,<br />
delibera<br />
L’art. 5, lett. a) della delibera CEI n. 58 (Testo unico <strong>delle</strong> disposizioni<br />
di attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento del clero che<br />
svolge servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi) è così modificato:<br />
“a) si provvede ai Vescovi emeriti e ai sacerdoti dichiarati emeriti o<br />
inabili dal Vescovo mediante un assegno di carattere integrativo, la cui<br />
entità è determinata dalla differenza tra l’intero ammontare <strong>delle</strong> pensioni<br />
da computare ai sensi dell’art. 3, lettere c) e d), aumentato dell’importo<br />
di ogni altro sussidio computabile di cui il soggetto gode, e la misura<br />
periodicamente stabilita rispettivamente per i Vescovi e per i sacerdoti.<br />
Spetta alla Conferenza Episcopale Italiana determinare la quota computabile<br />
<strong>delle</strong> pensioni assicurate dal Fondo Clero INPS”.<br />
Prot. n. 736/06<br />
* * *<br />
decreto<br />
Il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 18-20 settembre<br />
2006, ha esaminato e approvato la determinazione concernente la<br />
quota computabile <strong>delle</strong> pensioni assicurate dal Fondo Clero INPS ai<br />
Vescovi e ai sacerdoti inseriti nel sistema di previdenza integrativa ai<br />
4
4<br />
fini del calcolo della misura dell’assegno integrativo previsto dall’articolo<br />
5, lettera a) e dall’articolo 6 della delibera n. 58.<br />
Con il presente decreto, nella mia qualità di Presidente della Conferenza<br />
Episcopale Italiana, in conformità all’art. 72 del regolamento<br />
della CEI promulgo attraverso la pubblicazione nel “Notiziario della<br />
Conferenza Episcopale Italiana” la determinazione nel testo allegato al<br />
presente decreto.<br />
Roma, 4 ottobre 2006<br />
✠ Giuseppe Betori<br />
Segretario Generale<br />
Il Consiglio Episcopale Permanente<br />
Camillo Card. Ruini<br />
Presidente<br />
– visti l’articolo 5, lettera a) e l’articolo 6 della delibera CEI n. 58 (Testo<br />
unico <strong>delle</strong> disposizioni di attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento<br />
del clero che svolge servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi);<br />
– vista la determinazione approvata dalla 32 a Assemblea Generale<br />
relativa alla quota computabile <strong>delle</strong> pensioni assicurate ai Vescovi<br />
emeriti e ai sacerdoti dichiarati emeriti o inabili dal Vescovo ai fini<br />
della determinazione della misura dell’assegno integrativo;<br />
– ritenuto necessario assicurare una maggiore disponibilità finanziaria<br />
ai Vescovi e ai sacerdoti inseriti nel sistema di previdenza integrativa,<br />
approva<br />
la seguente determinazione<br />
1. I primi due periodi del numero 7 della determinazione approvata<br />
dalla 32 a Assemblea Generale relativa all’organizzazione del sistema di<br />
previdenza integrativa e autonoma in favore dei Vescovi emeriti e dei<br />
sacerdoti inabili all’esercizio del ministero, sono sostituiti dai seguenti:<br />
“Ai fini della determinazione della misura dell’assegno integrativo<br />
saranno computate la pensione erogata dal Fondo Clero INPS nella mi-
sura di un quarto del suo ammontare e le altre pensioni maturate nell’esercizio<br />
del ministero, di cui si tiene conto nel sistema di sostentamento<br />
del clero, nella misura dell’intero loro ammontare. Nel caso di<br />
concorso della pensione Fondo Clero INPS con altre pensioni sarà comunque<br />
escluso per i sacerdoti interessati il computo di tre quarti dell’importo<br />
dell’intera pensione Fondo Clero”.<br />
2. La presente determinazione entra in vigore il 1° gennaio 2007.<br />
4
4<br />
N. 71/06/8<br />
LA FORMAZIONE DEI PRESBITERI<br />
NELLA CHIESA ITALIANA<br />
Orientamenti e norme per i seminari<br />
(terza edizione)<br />
congregatio<br />
de institutione catholica<br />
(de seminariis atque studiorum institutis)<br />
decretum<br />
Conferentia Episcopalis Italiae ad augescentes sacerdotalis praeparationis<br />
exigentias respiciens, in animo habuit suam “Rationem institutionis<br />
sacerdotalis” perficere, praesentis temporis culturalibus et socialibus<br />
circumstantiis prae oculis habitis. Quem ad assequendum finem,<br />
eadem Conferentia ad rem Magisterii fontes perlustravit, verae utilitatis<br />
elementa sanae doctrinae et paedagogiae exinde colligens ad futurorum<br />
sacerdotum spiritalem, humanam, intellectualem et pastoralem efformationem<br />
novis vitalibus impulsionibus ditandam, peculiari nostrae aetatis<br />
indoli consonis. Haec “Ratio” sana doctrina atque authentico apostolico<br />
et missionari spiritu penitus imbuta est, ad novam evangelizationem<br />
omni ope fovendam et promovendam hodie tam necessariam.<br />
Merita laude pariter extollenda est istius Exc.mi Episcopatus sollicitudo<br />
de recta ac profunda philosophica et theologica alumnorum praeparatione,<br />
hodierno scientiae sacrae progressui accommodata, quae in<br />
ampla “Ratione studiorum” claris principiis generalibus atque particularibus<br />
pro singulis disciplinis normis ita definita exhibetur, ut personali<br />
sacerdotum spirituali vitae atque universae missioni pastorali in hodierna<br />
societate tutum fundamentum praestare possit.<br />
Quibus igitur rite consideratis ac perpensis, haec Congregatio de Institutione<br />
Catholica (de Seminariis atque Studiorum Institutis), libenter<br />
praesentem “Rationem institutionis sacerdotalis pro Italia”, ad normam<br />
can. 242 § 1 CIC ad sexennium approbat, necnon ab iis ad quos pertinet<br />
fideliter observari iubet; servatis ceteris de iure servandis, contrariis<br />
quibuslibet minime obstantibus.
Datum Romae ex Aedibus Congregationum, d. VIII m. Septembris a.<br />
D. MMVI, in Festo Beatae Mariae Virginis Nativitatis.<br />
✠ J. Michael Miller, csb<br />
A Secretis<br />
conferenza episcopale italiana<br />
Zenon Card. Grocholewski<br />
Praefectus<br />
Prot. n. 828/06<br />
decreto<br />
La Conferenza Episcopale Italiana, nella 55a e 56a Assemblea Generale,<br />
ha esaminato e approvato con la maggioranza prescritta dei due terzi<br />
degli aventi diritto a voto deliberativo il documento “La formazione<br />
dei presbiteri nella Chiesa italiana. Orientamenti e norme per i seminari<br />
(terza edizione)”.<br />
Con il presente decreto, nella mia qualità di Presidente della Conferenza<br />
Episcopale Italiana, per mandato della medesima Assemblea Generale,<br />
dopo aver ottenuto la debita approvazione della Santa Sede in data 8<br />
settembre 2006 con decreto n. 71/06/8 della Congregazione per l’Educazione<br />
Cattolica (dei Seminari e degli Istituti di Studi), in conformità al<br />
canone 242, § 1 del codice di diritto canonico e ai sensi dell’articolo 27,<br />
lettera f) dello statuto della CEI, promulgo l’allegata “Ratio institutionis<br />
sacerdotalis”, stabilendo che tale promulgazione sia fatta mediante la<br />
pubblicazione nel “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana”.<br />
Ai sensi dell’articolo 16, § 3 dello statuto della Conferenza Episcopale<br />
Italiana, il documento “La formazione dei presbiteri nella Chiesa<br />
italiana. Orientamenti e norme per i seminari (terza edizione)” entra in<br />
vigore un mese dopo la data della pubblicazione nel “Notiziario della<br />
Conferenza Episcopale Italiana”.<br />
Roma, 4 novembre 2006<br />
Memoria di San Carlo Borromeo<br />
✠ Giuseppe Betori<br />
Segretario Generale<br />
Camillo Card. Ruini<br />
Presidente<br />
4
0<br />
Presentazione<br />
1. Nell’odierno cammino della Chiesa in Italia, all’inizio del terzo<br />
millennio cristiano, il presente documento offre ai seminari e alle comunità<br />
ecclesiali un quadro rinnovato degli orientamenti e <strong>delle</strong> norme per<br />
la formazione dei candidati al presbiterato.<br />
Si tratta di un testo che, in continuità con le due precedenti edizioni<br />
della Ratio institutionis sacerdotalis 1 , ha cercato di recepire le nuove<br />
domande poste dal mondo giovanile, di prestare attenzione al mutato<br />
contesto culturale ed ecclesiale, di valorizzare l’esperienza acquisita sul<br />
campo dagli educatori e di fare tesoro <strong>delle</strong> numerose indicazioni magisteriali<br />
nel frattempo intervenute.<br />
2. Questa edizione di Orientamenti e norme è la terza elaborata dall’Episcopato<br />
italiano, in conformità a quanto prescritto dal decreto conciliare<br />
Optatam totius, che chiede alle Conferenze Episcopali di adattare<br />
periodicamente i principi generali della formazione presbiterale alle<br />
particolari circostanze di tempo e di luogo, in modo che essi risultino<br />
sempre conformi alle necessità pastorali <strong>delle</strong> regioni in cui dovrà svolgersi<br />
il ministero dei presbiteri 2 .<br />
L’edizione del 1972 si proponeva di perseguire due scopi: suggerire<br />
un’impostazione pedagogica che fosse la più rispondente al Concilio<br />
Vaticano II e al nuovo contesto culturale; responsabilizzare più fortemente<br />
giovani ed educatori in un impegno che tocca i supremi interessi<br />
della Chiesa e dell’umanità 3 .<br />
L’edizione del 1980, di fronte alle ipotesi di nuove vie formative che<br />
si andavano affacciando, riaffermava l’importanza del seminario come<br />
1 Conferenza Episcopale Italiana, La preparazione al sacerdozio ministeriale. Orientamenti<br />
e norme, Roma 1972; La formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana. Orientamenti e<br />
norme per i seminari, Roma 1980. Gli Orientamenti e norme del 1980 sono stati assunti come<br />
documento per la formazione dei candidati al sacerdozio nei seminari italiani, ai sensi del can.<br />
242, § 1, in forza della delibera n. 33 del 18 aprile 1985, e sono stati ripresentati con una lettera<br />
della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la cultura e la scuola (29 giugno<br />
1989), approvata dal Consiglio Episcopale Permanente e dalla XXXI Assemblea Generale. Essi<br />
erano stati integrati e completati dal Regolamento degli studi teologici dei seminari maggiori<br />
d’Italia, Roma 1984, approvato dalla XX Assemblea Generale e promulgato il 10 giugno 1984,<br />
dopo avere ottenuto la recognitio della Congregazione per l’Educazione Cattolica.<br />
2 Cfr OT, 1; cfr anche CIC, can. 242; RF, 1-4; Pastores dabo vobis, 61.<br />
3 Cfr G. Carraro, Presentazione, in Conferenza Episcopale Italiana, La preparazione al<br />
sacerdozio ministeriale, p. 15.
«“luogo” privilegiato della Chiesa e vera comunità ecclesiale in cui Cristo,<br />
nella potenza dello Spirito, forma i suoi sacerdoti» 4 . Essa, inoltre,<br />
sottolineava la dimensione pastorale del futuro presbitero e, seguendo<br />
più da vicino l’Optatam totius, aiutava a percorrere la storia di ogni vocazione<br />
nel suo genetico sviluppo, a cominciare dal seminario minore,<br />
considerato come l’esperienza più significativa per riconoscere i primi<br />
germi della vocazione presbiterale.<br />
Ora, a venticinque anni di distanza, questa terza edizione, mentre fa<br />
tesoro del patrimonio della collaudata tradizione formativa italiana, ha<br />
cura di integrarlo con le scelte pedagogiche richieste dalle mutate circostanze.<br />
3. Il testo, dopo aver raccolto le istanze per una formazione al presbiterato<br />
più adeguata alle attuali esigenze della Chiesa, delinea, nel primo<br />
capitolo, la figura di presbitero che deve essere ben presente agli educatori<br />
e ai docenti dei seminari, ai seminaristi e alle comunità cristiane.<br />
Si tratta di una figura che, in continuità con le indicazioni conciliari<br />
e la receptio postconciliare, ha la sua chiave di volta nella nozione di<br />
carità pastorale, concetto che racchiude in sé gli aspetti essenziali della<br />
natura e della missione presbiterale, quali il riferimento prioritario a Cristo<br />
Pastore, la necessaria relazione alla Chiesa, l’articolata dimensione<br />
missionaria, l’unità di vita, la radicalità evangelica.<br />
L’intreccio di questi aspetti permette di delineare una figura di presbitero<br />
che ben si addice alla tradizione ecclesiale italiana e che si presta<br />
a integrare i nuovi accenti richiesti dalle odierne circostanze.<br />
4. Il secondo capitolo, sulla promozione della vocazione presbiterale<br />
e sui percorsi propedeutici, coniuga le diverse esigenze evidenziate dalle<br />
diocesi italiane. Alcune hanno chiesto espressamente che si continuasse<br />
a trattare del seminario minore; altre che si precisassero in modo chiaro<br />
e puntuale la configurazione e gli obiettivi della comunità propedeutica.<br />
Al secondo e al terzo paragrafo del capitolo, dedicati a questi temi, se ne<br />
è premesso uno sulla specifica promozione della vocazione presbiterale<br />
e se ne è fatto seguire un quarto dedicato ai criteri di ammissione al seminario<br />
maggiore.<br />
4 A. Ambrosanio, Presentazione, in FP, p. 8.<br />
1
2<br />
La parte più innovativa è quella dedicata alla comunità propedeutica,<br />
che viene considerata in collegamento con il seminario maggiore,<br />
anche se distinta da esso, e caratterizzata per la finalità specificamente<br />
vocazionale. Pur riconoscendo che si tratta di una realtà ancora in fase di<br />
sperimentazione, se ne tracciano le linee essenziali.<br />
La parte dedicata ai criteri di ammissione al seminario maggiore è<br />
molto precisa. Si indicano i criteri generali di ammissione, quelli relativi<br />
all’area affettivo-sessuale e quelli specificamente vocazionali. Si<br />
prendono poi in considerazione i casi di seminaristi provenienti da altri<br />
seminari o case di formazione, le vocazioni in età adulta, i seminaristi di<br />
altre nazioni, offrendo indicazioni che recepiscono le norme già vigenti<br />
e l’esperienza in atto in numerosi seminari.<br />
5. Il terzo capitolo, sulla comunità del seminario maggiore, costituisce<br />
il cuore degli Orientamenti e norme. Esso consta di otto paragrafi,<br />
aventi per tema la necessità e gli obiettivi del seminario maggiore,<br />
l’identità della comunità, i protagonisti della formazione, le dimensioni<br />
e i mezzi, l’itinerario, il discernimento, il progetto educativo e la “regola<br />
di vita comunitaria”, la formazione permanente.<br />
Tra i protagonisti della formazione, si sottolinea il ruolo importante<br />
della comunità del seminario e quello insostituibile degli stessi seminaristi.<br />
Quanto ai movimenti, gruppi e associazioni, si recepisce l’impostazione<br />
della Pastores dabo vobis, sottolineando la necessità che le<br />
diverse aggregazioni ecclesiali consegnino con fiducia ai seminari diocesani<br />
le vocazioni che sorgono al loro interno. Si valorizza poi con prudenza<br />
l’eventuale intervento di consulenti psicologici, escludendo che<br />
essi facciano parte a pieno titolo dell’équipe educativa e precisando che<br />
la loro consulenza non è finalizzata al discernimento vocazionale, ma all’individuazione<br />
e alla crescita di quegli spazi di libertà che permettano<br />
ai candidati di accogliere con verità la vocazione.<br />
Si ribadisce la necessità di una profonda integrazione tra le varie dimensioni<br />
della formazione, per evitare i rischi della giustapposizione e<br />
della contrapposizione. Nella loro trattazione, si pone al primo posto la<br />
formazione spirituale, facendo risaltare la rilevanza dell’esperienza di<br />
fede, la decisività di un ideale che sia in grado di dare pieno significato<br />
alla vita e di costituirsi come suo principio unificante.<br />
La formazione spirituale è incentrata sulla carità pastorale e sulla radicalità<br />
dei consigli evangelici, insiste sulla prospettiva della comunio-
ne nel presbiterio e nella Chiesa particolare ed è aperta alla missione.<br />
La formazione umana prevede un prudente ricorso al contributo <strong>delle</strong><br />
scienze psicopedagogiche. La formazione teologica sottolinea la necessità<br />
dell’integrazione tra sapere teologico e vissuto teologale. La formazione<br />
pastorale precisa i caratteri <strong>delle</strong> esperienze pastorali, che devono<br />
essere consistenti, circoscritte, graduali, differenziate e verificate.<br />
L’itinerario formativo si discosta dalla suddivisione scolastica in<br />
biennio filosofico e triennio o quadriennio teologico ed è ritmato in tre<br />
bienni, caratterizzati dalle diverse tappe formative: il biennio iniziale,<br />
che si conclude con la domanda di ammissione tra i candidati al diaconato<br />
e al presbiterato, il biennio dei ministeri istituiti e quello dei ministeri<br />
ordinati.<br />
6. Il quarto capitolo contiene il regolamento degli studi teologici dei<br />
seminari maggiori. Ponendosi in sostanziale continuità con la prima<br />
edizione del 1984, esso recepisce le indicazioni presenti nei documenti<br />
recenti della Santa Sede e fa tesoro di quanto maturato dall’esperienza.<br />
Dopo avere richiamato l’esortazione petrina a confessare coraggiosamente<br />
la fede, sottolinea la funzione ecclesiale dei docenti, presenta<br />
l’organizzazione degli studi ed evidenzia la necessità di finalizzarli in<br />
vista della formazione globale dei candidati al sacerdozio. Il capitolo è<br />
integrato dall’organigramma degli studi e dalla presentazione dettagliata<br />
degli obiettivi, dei contenuti e della didattica <strong>delle</strong> singole discipline.<br />
7. I Vescovi italiani hanno ritenuto che il quadro degli orientamenti<br />
e <strong>delle</strong> norme delineato dal presente documento risponda in modo adeguato<br />
alle esigenze attuali della formazione e lasci aperte le prospettive<br />
per una sua ulteriore sapiente evoluzione.<br />
È vivo l’auspicio che esso possa aiutare a delineare quel seminario<br />
descritto dal Papa Benedetto XVI nell’incontro con i seminaristi a Colonia,<br />
in occasione della XX Giornata mondiale della gioventù (19 agosto<br />
2005): «Il seminario è tempo di cammino, di ricerca, ma soprattutto<br />
di scoperta di Cristo. Infatti, solo nella misura in cui fa una personale<br />
esperienza di Cristo, il giovane può comprendere in verità la sua volontà<br />
e quindi la propria vocazione. Più conosci Gesù e più il suo mistero ti<br />
attrae; più lo incontri e più sei spinto a cercarlo. È un movimento dello<br />
spirito che dura per tutta la vita e che trova nel seminario una stagione<br />
carica di promesse, la sua “primavera”».<br />
3
4<br />
Affidiamo i nuovi Orientamenti e norme agli educatori e ai docenti<br />
dei seminari, ai seminaristi e alle comunità cristiane perché, con la grazia<br />
di Dio, per l’intercessione della Beata Vergine Maria e dei Santi, li<br />
applichino con fedeltà e creatività.<br />
Roma, 18 ottobre 2006<br />
Festa di San Luca, Evangelista<br />
introduzione<br />
✠ Benvenuto Italo Castellani<br />
Arcivescovo di Lucca<br />
Presidente della Commissione Episcopale<br />
per il clero e la vita consacrata<br />
Indice<br />
capitolo primo<br />
Natura e missione del ministero presbiterale nel contesto ecclesiale<br />
italiano<br />
1. La centralità della carità pastorale<br />
2. Gli aspetti essenziali della natura e della missione presbiterale<br />
a) La dimensione cristologica<br />
b) La dimensione ecclesiologica<br />
c) L’armonia tra i diversi compiti presbiterali<br />
d) L’unità tra ministero e vita<br />
e) La radicalità evangelica<br />
3. Gli elementi tipici della figura del presbitero in Italia<br />
capitolo secondo<br />
La promozione della vocazione presbiterale e i percorsi propedeutici<br />
1. La promozione della vocazione presbiterale<br />
2. La comunità del seminario minore<br />
a) Obiettivi, caratteristiche e soggetti educativi<br />
b) I criteri di ammissione e di permanenza in seminario<br />
c) Le indicazioni essenziali per una formazione integrale
3. La comunità propedeutica<br />
a) Obiettivi, configurazione ed educatori<br />
b) Gli aspetti fondamentali del progetto educativo<br />
4. L’ammissione al seminario maggiore<br />
capitolo terzo<br />
La comunità del seminario maggiore<br />
1. La necessità e gli obiettivi del seminario maggiore<br />
2. L’identità della comunità<br />
3. I protagonisti della formazione<br />
4. Le dimensioni e i mezzi<br />
a) La formazione spirituale<br />
b) La formazione umana<br />
c) La formazione teologica<br />
d) La formazione pastorale<br />
5. L’itinerario<br />
6. Il discernimento<br />
7. Il progetto educativo e la regola di vita comunitaria<br />
8. La formazione permanente<br />
capitolo quarto<br />
Il Regolamento degli studi teologici<br />
1. La funzione ecclesiale dei docenti<br />
2. L’organizzazione degli studi<br />
3. Il rapporto tra gli studi teologici e la formazione globale<br />
Organigramma degli studi<br />
Presentazione <strong>delle</strong> discipline<br />
I. Discipline propedeutiche e introduttive<br />
1. Corso introduttivo al mistero di Cristo<br />
2. Storia della filosofia<br />
3. Lingue antiche<br />
a) Lingua ebraica<br />
b) Lingua greca del Nuovo Testamento<br />
c) Lingua latina cristiana<br />
4. Lingue moderne<br />
5. Metodologia del lavoro teologico
II. Discipline fondamentali<br />
1. Filosofia<br />
a) Storia della filosofia contemporanea<br />
b) Filosofia della conoscenza ed epistemologia<br />
c) Filosofia dell’essere e teologia filosofica<br />
d) Filosofia della religione<br />
e) Antropologia filosofica ed etica<br />
2. Scienze umane<br />
a) Psicologia<br />
b) Sociologia<br />
3. Sacra Scrittura<br />
a) Introduzione alla Sacra Scrittura<br />
b) Lettura ed esegesi dell’Antico Testamento<br />
c) Lettura ed esegesi del Nuovo Testamento<br />
d) Teologia biblica<br />
4. Patrologia e patristica<br />
5. Storia della Chiesa<br />
6. Teologia fondamentale<br />
7. Teologia dogmatica<br />
a) Il mistero di Dio<br />
b) Cristologia<br />
c) Ecclesiologia<br />
d) Sacramentaria<br />
e) Antropologia teologica ed escatologia<br />
8. Liturgia<br />
a) Introduzione alla liturgia<br />
b) Liturgia fondamentale<br />
9. Teologia morale<br />
a) Morale fondamentale<br />
b) Morale sociale<br />
c) Morale sessuale e familiare<br />
d) Morale della vita fisica e bioetica<br />
10. Teologia spirituale<br />
11. Diritto canonico<br />
III. Discipline pastorali<br />
1. Teologia pastorale<br />
2. Catechetica<br />
3. Omiletica
4. Musica sacra<br />
5. Pastorale del sacramento della Penitenza<br />
6. Ecumenismo<br />
7. Introduzione allo studio <strong>delle</strong> religioni<br />
8. Comunicazioni sociali<br />
9. Introduzione allo studio dell’arte sacra e alla tutela dei beni culturali<br />
ecclesiastici<br />
10. Storia della Chiesa locale<br />
conclusione
Lettera<br />
ai sacerdoti italiani<br />
Nel corso della 56 a Assemblea Generale (Roma, 15-19 maggio 2006)<br />
i Vescovi italiani hanno dedicato attenzione alle condizioni concrete<br />
della vita e del ministero dei sacerdoti, nella prospettiva missionaria<br />
che costituisce l’orientamento di fondo della pastorale in questo primo<br />
decennio del terzo millennio. Con questa riflessione, sintetizzata in una<br />
lettera indirizzata ai sacerdoti italiani, è stato completato il cammino<br />
iniziato nella 55 a Assemblea (Assisi, 14-18 novembre 2005) nella quale<br />
era stato affrontato il tema della formazione al ministero presbiterale<br />
e dei seminari. Nei lavori assembleari e nella lettera i Vescovi hanno<br />
espresso solidarietà, affetto, gratitudine e vicinanza ai sacerdoti, la cui<br />
dedizione personale e quotidiana fatica ha per la vita e la missione della<br />
Chiesa un rilievo decisivo.<br />
Carissimi sacerdoti,<br />
a conclusione della 56 a Assemblea Generale in cui, come sapete, abbiamo<br />
riservato molta attenzione alla considerazione della vita e del ministero<br />
dei presbiteri, all’analisi <strong>delle</strong> sfide e <strong>delle</strong> difficoltà che si impongono<br />
oggi nell’esercizio della loro missione e anche all’esame <strong>delle</strong><br />
concrete condizioni di esistenza dei sacerdoti nella diversità <strong>delle</strong> situazioni,<br />
desideriamo indirizzarvi una nostra breve lettera.<br />
Avrete modo di sapere dell’approfondita e corale riflessione che ha<br />
impegnato l’Assemblea e di leggere, in particolare, i testi dell’intervento<br />
del Santo Padre, della parte della prolusione del Presidente, Card. Ruini,<br />
dedicata al tema del ministero presbiterale, dell’ampia relazione del<br />
Vescovo di Piacenza, Mons. Monari, che ha introdotto la discussione e<br />
della sintesi dei lavori di gruppo da lui stesso curata. Ma vorremmo che<br />
vi giungesse anche una semplice e affettuosa nostra parola che, accompagnando<br />
la lettura di quei testi, vi assicuri principalmente del nostro<br />
sentimento di gratitudine per la collaborazione che quotidianamente ci<br />
prestate nell’opera di edificazione <strong>delle</strong> nostre Chiese particolari, e possa<br />
anche esservi di incoraggiamento nella bella e buona testimonianza di<br />
fedeltà al Signore che siete chiamati a rendere nel generoso servizio del<br />
popolo di Dio.
È questa una chiamata che viene dalla stessa ordinazione presbiterale<br />
che vi ha configurato a Cristo Buon Pastore e, perciò, vi ha fatti partecipi<br />
della sua missione di salvezza e del suo compito di capo e guida nella<br />
Chiesa in collaborazione al ministero apostolico dei vescovi.<br />
Conoscete come e più di noi quanta fatica ed anche quale sentimento<br />
di marginalità possa oggi comportare la fedeltà a questa chiamata che<br />
consacra la nostra vita e configura la nostra vera identità. È la fatica<br />
che deriva dall’accresciuto numero e peso dei compiti che gravano su<br />
ciascun sacerdote a causa del minor numero <strong>delle</strong> ordinazioni, almeno<br />
complessivamente nelle nostre Chiese diocesane, e conseguentemente<br />
a causa dell’aumento dell’età media dei nostri presbiterî. Ma è anche il<br />
senso di impotenza e di inadeguatezza che talvolta ci coglie di fronte alle<br />
tante urgenze del ministero e alle tante domande degli uomini e <strong>delle</strong><br />
donne del nostro tempo, in particolare <strong>delle</strong> nuove generazioni, anche<br />
all’interno <strong>delle</strong> nostre stesse comunità ecclesiali.<br />
Un mondo nuovo sembra confusamente sorgere attorno a noi. E anche<br />
a questo mondo bisogna dire il Signore. Anche questo mondo, che<br />
per tanti versi va assumendo un orientamento tanto distante dalla tradizione<br />
cristiana, bisogna portare al Signore. Perché sappiamo bene che<br />
ogni uomo e ogni donna sono aperti, nel profondo del loro cuore, all’annuncio<br />
del Vangelo. E perché sappiamo che il Signore, nel suo amore<br />
misericordioso, ci ha associati al suo stesso ministero di salvezza. È<br />
l’esercizio del nostro ministero che rende presente nella storia l’opera<br />
redentrice del Risorto. Siamo responsabili della salvezza del mondo!<br />
Questa consapevolezza potrebbe schiacciarci. Ma il Signore è con noi<br />
con la forza del suo Spirito che sostiene e allevia la nostra fatica.<br />
Perciò sentiamo, cari fratelli nel sacerdozio, di dovervi dire: coraggio!<br />
Nessun timore ci immobilizzi. Non ci chiuda in noi stessi il sentimento<br />
della nostra piccolezza e la coscienza dei tanti limiti nostri e <strong>delle</strong><br />
nostre Chiese. Non ci turbi la pressione di una cultura diffusa secolarista<br />
e relativista. Non ci mettano in ansia i così rapidi mutamenti della nostra<br />
società. Tutto è del Signore, anche questo mondo che cambia, al quale<br />
Egli vuole che portiamo la nostra testimonianza di fede, di speranza e di<br />
amore.<br />
E, perciò ancora, sentiamo di potervi e dovervi chiedere, con semplicità<br />
ma anche con forza e convinzione, di coltivare intensamente il<br />
vostro rapporto personale col Signore, di vivere una sincera comunione<br />
col Vescovo e fra di voi e di impegnarvi in maniera sempre più coinvol-
0<br />
gente ed anche creativa nel servizio del popolo di Dio. Lo sapete e lo<br />
vivete già: sono le tre dimensioni costitutive del nostro sacerdozio. Le<br />
distinguiamo nella nostra considerazione ma esse stanno <strong>insieme</strong> nella<br />
nostra esperienza.<br />
Alla base, quale relazione fondamentale, c’è l’amore al Signore,<br />
quell’amicizia con Lui che vi ha fatto decidere di seguirlo accogliendo<br />
il suo invito al ministero e che è venuta crescendo proprio nell’esercizio<br />
di esso. Senza questa amicizia con il Signore non ci può essere gioia<br />
nella vita di un sacerdote. Anche il nostro celibato può essere vissuto in<br />
pienezza solo in un sentimento di appartenenza incondizionata e sempre<br />
rinnovata al Signore Gesù, per essere come Lui e con Lui offerta viva al<br />
Padre per la vita del mondo.<br />
La seconda relazione vitale è con gli altri sacerdoti e con il Vescovo.<br />
L’ordinazione inserisce in un presbiterio e stabilisce nella comunione<br />
col Vescovo. A questo proposito vi chiediamo di avere un costante<br />
sguardo di fede e di tendere sempre ad un rapporto di carità. Guardate al<br />
Vescovo come a un segno vivo del Cristo unico Pastore <strong>delle</strong> anime nostre<br />
e scorgete nelle sue decisioni e nei suoi consigli un’indicazione del<br />
Signore stesso. E vivete l’appartenenza al presbiterio – una realtà umana<br />
per sua natura intergenerazionale e, oggi più di ieri, formata da persone<br />
di diversa estrazione culturale e sociale e perfino di distante provenienza<br />
geografica – cogliendo, appunto nella fede, l’unità che tra tutti i suoi<br />
membri fonda lo stesso Signore Gesù e valorizzando come ricchezze le<br />
differenze che non possono non esserci. Sia ogni nostro presbiterio un<br />
luogo di vere e profonde amicizie, una scuola di aiuto fraterno – anche<br />
attraverso la sperimentazione di forme di vita in comune – e di pazienza<br />
cristiana e inoltre un laboratorio di idee e di impegno per la trasmissione<br />
della fede alle nuove generazioni e l’annuncio del Vangelo a tutti.<br />
Sì, perché la terza dimensione costituiva del nostro sacerdozio è la<br />
missione che ci spinge all’incontro con quanti il Signore chiama alla<br />
fede nella Chiesa e nutre in essa attraverso il nostro ministero. Testimoniate<br />
la speranza che è in voi a chiunque ve ne chieda ragione. Spendetevi<br />
senza riserve per il Vangelo. Sia la carità pastorale la via della vostra<br />
realizzazione più vera. Seguite l’esempio luminoso di quanti, anche in<br />
anni recenti, non hanno esitato a fare sacrificio della loro stessa vita nell’esercizio<br />
del ministero.<br />
Per l’intercessione di questi nostri fratelli nel sacerdozio chiediamo al<br />
Signore di concedere fecondità al vostro ministero, anche con una nuova
capacità di proposta vocazionale ai giovani. Possano essi vedere in voi<br />
la possibilità di una vita bella e degna di essere vissuta, di una chiamata<br />
che venga dal Signore stesso per il servizio della sua Chiesa. Da parte<br />
nostra, nell’affidarvi a Maria madre del Buon Pastore, vi assicuriamo il<br />
costante ricordo nella preghiera e rinnovando la gratitudine per la vostra<br />
collaborazione vi benediciamo con tutto il nostro amore di padri e fratelli<br />
nello Spirito di Gesù, vita nostra, vita vera, speranza del mondo.<br />
Roma, 19 maggio 2006<br />
I vostri Vescovi<br />
1
2<br />
«Predicate il Vangelo e curate i malati».<br />
La comunità cristiana e la pastorale della salute<br />
Nota pastorale<br />
della Commissione Episcopale<br />
per il servizio della carità e la salute<br />
PRESENTAZIONE<br />
L’esigenza di un documento sulla pastorale della salute, in continuità<br />
con quello pubblicato nel 1989 a cura della Consulta Nazionale per la<br />
pastorale della sanità, era avvertita già da tempo davanti ai mutamenti<br />
in atto in ambito socio-culturale, nel mondo sanitario e nella pastorale.<br />
L’occasione per dare attuazione a tale intendimento è stata l’Assemblea<br />
Generale della Conferenza Episcopale Italiana, che si è svolta in Assisi<br />
nel novembre 2005. La riflessione sviluppata dai vescovi sul tema della<br />
cura pastorale <strong>delle</strong> situazioni di sofferenza suscitate dalla malattia ha<br />
fatto emergere proposte significative. La presente Nota ne raccoglie gli<br />
elementi salienti, nella consapevolezza del compito della Chiesa, «chiamata<br />
a manifestare l’amore e la sollecitudine di Cristo verso quanti soffrono<br />
e verso coloro che se ne prendono cura» 1 .<br />
La Nota intende offrire alle comunità ecclesiali criteri di discernimento<br />
e indicazioni pastorali per un’adeguata evangelizzazione e una<br />
incisiva testimonianza della speranza cristiana nel mondo della salute.<br />
Le luci e le ombre che emergono nell’ambito della sanità costituiscono<br />
una provocazione feconda per l’agire pastorale della Chiesa (cfr nn. 7-<br />
20). Dare attuazione convincente al comando di Gesù che mandò i suoi<br />
discepoli «ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi» (Lc 9,<br />
2), è oggi una fra le più urgenti forme di evangelizzazione.<br />
La Nota intende anche invitare la comunità cristiana nel suo complesso<br />
a sentirsi soggetto corresponsabile della pastorale della salute,<br />
integrandola in una pastorale d’<strong>insieme</strong>. Le sfide che provengono dal<br />
mondo della salute chiedono alla Chiesa una risposta animata dalla speranza.<br />
Tale azione profetica sarà possibile se la comunità ecclesiale si<br />
1 Benedetto XVI, Messaggio per la XIV Giornata mondiale del malato, 8 dicembre 2005.
sentirà costantemente provocata dal modo di agire di Gesù Cristo (cfr<br />
nn. 21-48). Ci ricorda il Santo Padre: «Cristo, soffrendo per tutti noi, ha<br />
conferito un nuovo senso alla sofferenza, l’ha introdotta in una nuova<br />
dimensione, in un nuovo ordine: quello dell’amore… Tuttavia dobbiamo<br />
anche fare del tutto perché gli uomini possano scoprire il senso della<br />
sofferenza, per essere così in grado di accettare la propria sofferenza e<br />
unirla alla sofferenza di Cristo» 2 .<br />
La Nota, infine, offrendo orientamenti operativi, vuole promuovere<br />
e sostenere un’azione pastorale più partecipata e coinvolgente, in cui<br />
il malato sia valorizzato come soggetto attivo (cfr nn. 49-69). Tutti,<br />
infatti, siamo in debito verso quanti sono nella sofferenza, perché essi<br />
immettono nel mondo, spesso a caro prezzo, silenziosamente e in incognito,<br />
fiumi vitali di speranza. Anche in questo campo «è l’ora di una<br />
nuova “fantasia della carità”, che si dispieghi non tanto e non solo nell’efficacia<br />
dei soccorsi prestati, ma nella capacità di farsi vicini, solidali<br />
con chi soffre» 3 .<br />
La coincidenza della pubblicazione della Nota con la fase finale del<br />
cammino preparatorio verso il 4° Convegno Ecclesiale nazionale (Verona,<br />
16-20 ottobre 2006) vuole essere un segno peculiare dell’attenzione<br />
della Chiesa italiana nei confronti della fragilità sperimentata nella<br />
malattia e nella sofferenza. La offriamo alle comunità ecclesiali facendo<br />
nostre le parole di Benedetto XVI: «Duc in altum! Questo invito di<br />
Cristo a Pietro e agli Apostoli lo rivolgo alle Comunità ecclesiali… e, in<br />
modo speciale, a quanti sono al servizio dei malati, perché, con l’aiuto<br />
di Maria Salus infirmorum, testimonino la bontà e la paterna sollecitudine<br />
di Dio» 4 .<br />
Roma, 4 giugno 2006, Solennità di Pentecoste<br />
✠ Francesco Montenegro<br />
Presidente della Commissione Episcopale<br />
per il servizio della carità e la salute<br />
2 Benedetto XVI, Discorso alla Curia Romana in occasione della presentazione degli auguri<br />
natalizi, 22 dicembre 2005.<br />
3 Giovanni Paolo II, lettera apostolica Novo millennio ineunte, 6 gennaio 2001, 50: AAS 93<br />
(2001), 303.<br />
4 Benedetto XVI, Messaggio per la XIV Giornata mondiale del malato.<br />
3
4<br />
INTRODUZIONE<br />
1. I cambiamenti in atto nel mondo della salute, unitamente ad alcune<br />
esigenze emerse nel cammino della Chiesa, hanno fatto affiorare la necessità<br />
di offrire alle comunità cristiane e a quanti in vario modo operano nel<br />
mondo sanitario nuovi elementi di riflessione e linee operative comuni.<br />
Si tratta di indicazioni pastorali da leggere in continuità e sintonia con<br />
quelle contenute nei documenti elaborati dalla Chiesa italiana durante<br />
gli ultimi decenni, in particolare nella Nota della Consulta Nazionale<br />
per la pastorale della sanità del 1989 5 . Unisce tutti questi documenti la<br />
volontà di mettere a punto una prassi ecclesiale che risponda alle mutate<br />
condizioni del mondo sanitario «affinché i valori della vita e della salute<br />
siano rispettati e orientati verso la salvezza e il momento della malattia e<br />
della morte possano ricevere oltre il sostegno della scienza e della solidarietà<br />
umana anche quello della grazia del Signore» 6 .<br />
In linea con il cammino della Chiesa<br />
2. Quanto viene proposto nel presente documento è in linea con il<br />
cammino compiuto negli ultimi anni dalla Chiesa italiana, che, riflettendo<br />
sulle modalità della propria presenza e attività, ha riconosciuto il<br />
primato dell’evangelizzazione rispetto a ogni altra azione pastorale.<br />
In questa prospettiva, la consapevolezza che il servizio ai malati e ai<br />
sofferenti è «parte integrante della missione della Chiesa» 7 rende urgente<br />
incorporare nel progetto evangelizzatore la promozione della salute<br />
e l’impegno per alleviare la sofferenza e la cura degli infermi, in ossequio<br />
al comando di Cristo, il cui agire connette strettamente il compito<br />
di evangelizzazione e la guarigione dei malati 8 . Nella cura amorevole<br />
della persona e nella promozione della salute è infatti insita un’attesa e<br />
5 Consulta Nazionale della CEI per la pastorale della sanità, La pastorale della<br />
salute nella Chiesa italiana. Linee di pastorale sanitaria, 30 marzo 1989: “Notiziario della<br />
Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 94-116.<br />
6 Ibid., 2: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 97.<br />
7 Giovanni Paolo II, motu proprio Dolentium hominum, 11 febbraio 1985, 1: AAS 77 (1985), 457.<br />
8 Tra i numerosi passi evangelici che descrivono l’attenzione di Gesù e degli apostoli nei confronti<br />
dei malati, ricordiamo Mt 10, 1; Mc 6, 3; Lc 9, 1-6; 10, 9; At 2, 42; 3, 6; 5, 12; 6, 8; 8, 5-6;<br />
9, 34.40; 1Cor 12, 9; 12, 28-30; Gc 5, 13-14.
un’esperienza di liberazione e di amore che diventa segno e annuncio di<br />
una salvezza integrale.<br />
Con animo grato<br />
3. Le proposte offerte alla comunità ecclesiale per accompagnarla nella<br />
sua missione evangelizzatrice nel mondo della salute non ignorano il<br />
compito che tanti cristiani - laici, singoli o associati, consacrati e consacrate,<br />
sacerdoti e diaconi, operatori e operatrici sanitari - generosamente<br />
svolgono, testimoniando attraverso la prossimità al malato, il lavoro, lo<br />
studio e la ricerca, i valori evangelici della dignità della persona, del<br />
rispetto della vita e della misericordia. Nella linea <strong>delle</strong> parole dell’apostolo<br />
Paolo: «Se un membro soffre, tutte le membra soffrono <strong>insieme</strong>»<br />
(1Cor 12, 26), essi contribuiscono a costruire comunità in cui fioriscono<br />
la solidarietà fraterna, la condivisione di ciò che si è e che si possiede,<br />
l’empatia per le gioie e le sofferenze degli altri (cfr At 2, 42-48).<br />
Né tali proposte sono indifferenti agli sviluppi tecnici e organizzativi<br />
della sanità nel nostro Paese, indotti dalle conquiste della scienza e dalle<br />
scelte operate dalla politica nell’ambito della tutela della salute: la presenza<br />
evangelizzatrice della Chiesa, infatti, s’incarna in ogni sforzo di autentico<br />
servizio alla persona e di vera umanizzazione della realtà sanitaria.<br />
Riconoscendo con gratitudine la testimonianza offerta dai credenti<br />
impegnati nel mondo della salute e alleandosi con gli sforzi compiuti da<br />
tutti gli uomini di buona volontà, questo documento si propone di offrire<br />
alcune linee di risposta alle aspirazioni profonde di salute e di salvezza<br />
presenti nel cuore di ogni persona. Si tratta di rendere presente nella vita<br />
di ogni uomo la fondata speranza a noi donata in Gesù Cristo e nell’adesione<br />
di fede al suo mistero. Non possiamo dimenticare, infatti, che il<br />
nostro agire ecclesiale in campo sanitario costituisce una partecipazione<br />
misteriosa ma reale all’azione di Gesù Cristo morto e risorto, sorgente di<br />
vita e di salvezza per ciascuno.<br />
Obiettivi e articolazione del documento<br />
4. In questa prospettiva si possono comprendere gli obiettivi della<br />
Nota pastorale, che intende:
− favorire il discernimento <strong>delle</strong> sfide poste dal mondo della salute alla<br />
presenza e all’azione della Chiesa, prospettando linee di collaborazione<br />
con tutti gli uomini di buona volontà;<br />
− offrire stimoli per un’educazione al valore della salute e al senso della<br />
sofferenza, interpretate alla luce del mistero di Gesù Cristo;<br />
− sostenere l’integrazione della pastorale sanitaria nella pastorale d’<strong>insieme</strong><br />
<strong>delle</strong> comunità cristiane;<br />
− promuovere una maggiore integrazione tra l’assistenza spirituale<br />
assicurata nelle strutture sanitarie e la cura pastorale ordinaria nelle<br />
parrocchie, sviluppando forme di collaborazione tra le cappellanie<br />
ospedaliere e le comunità ecclesiali territoriali;<br />
− fornire indicazioni per il coinvolgimento di tutte le componenti del<br />
popolo di Dio nella pastorale della salute, potenziando gli organismi<br />
di comunione e corresponsabilità;<br />
− promuovere una maggiore organicità e progettualità della pastorale<br />
sanitaria, anche mediante specifici itinerari formativi.<br />
Le riflessioni e le indicazioni proposte sono sviluppate in tre parti. La prima<br />
offre una visione del mondo attuale della salute, evidenziandone luci e<br />
ombre. Nella seconda, viene indicato il messaggio di speranza che la Chiesa<br />
intende offrire al mondo della salute, rispondendo alle sfide che da esso provengono.<br />
Nella terza, infine, sono presentate alcune linee operative.<br />
Ci accompagna la speranza che le riflessioni e le indicazioni pastorali<br />
qui contenute aiutino le comunità ecclesiali a crescere nella fraternità e<br />
nella solidarietà, nel segno evangelizzatore della cura dei malati e della<br />
promozione della salute.<br />
I. IL MONDO DELLA SALUTE OGGI<br />
5. Fedele alla sua missione, la Chiesa fa sue «le gioie e le speranze, le tristezze<br />
e le angosce» 9 che caratterizzano il mondo della salute, pronta a offrire<br />
il messaggio di salvezza del suo Maestro, che alla proclamazione del<br />
Regno univa costantemente il ministero di guarigione: «Prese a parlar loro<br />
del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure» (Lc 9, 11).<br />
9 Concilio Ecumenico Vaticano II, costituzione pastorale Gaudium et spes, 7 dicembre 1965,<br />
1: AAS 58 (1966), 1025.
Conquiste e difficoltà<br />
6. La Chiesa italiana riconosce e apprezza i preziosi contributi offerti<br />
dalla ricerca scientifica per la migliore cura e per l’assistenza sanitaria<br />
<strong>delle</strong> persone e incoraggia in tal senso ogni progresso rispettoso della<br />
persona umana.<br />
Parimenti, riconosce e apprezza l’impegno profuso dai responsabili<br />
della vita politica e amministrativa nel promuovere e salvaguardare il<br />
diritto, costituzionalmente sanzionato 10 , alla tutela della salute dei cittadini,<br />
e nell’assicurare al mondo sanitario il più alto livello scientifico e<br />
tecnico e le più ampie garanzie sociali.<br />
7. È peraltro vero che le difficoltà sperimentate dal legislatore nel rispondere<br />
in maniera adeguata ai bisogni di cura e di salute dei cittadini<br />
si comprendono più facilmente, se si considera che a tali sforzi spesso<br />
si contrappongono visioni culturali e sociali inconciliabili con il perseguimento<br />
del bene comune.<br />
Un’eccessiva libertà d’iniziativa, ad esempio, rischia di emarginare i<br />
soggetti più deboli, mentre l’esasperazione dell’uguaglianza dei servizi<br />
socio-sanitari resi alla popolazione può ingenerare burocratizzazione<br />
della risposta, passività e acquiescenza dell’utente.<br />
Anche l’adozione indiscriminata del modello aziendale in ambito sanitario,<br />
seppur motivata dall’esigenza di organizzare i servizi in maniera<br />
più efficiente, si presta al rischio di privilegiare il risultato economico<br />
rispetto alla cura della persona.<br />
Per altro verso, l’aver demandato a livello regionale rilevanti competenze<br />
per la tutela della salute deve comporsi con la garanzia, assicurata<br />
in misura uguale sull’intero territorio nazionale, dei livelli essenziali<br />
<strong>delle</strong> prestazioni.<br />
Occorre rilevare, infine, che laddove non si presta sufficiente attenzione<br />
al principio di sussidiarietà, più difficile diventa anche nell’ambito<br />
sanitario l’azione dei soggetti del privato sociale e del terzo settore.<br />
10 «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della<br />
collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato<br />
trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun<br />
caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana» (Costituzione della Repubblica<br />
italiana, art. 32).
Aspetti culturali<br />
8. L’assetto attuale del mondo della salute va compreso anche alla<br />
luce di alcune tendenze della cultura contemporanea e del progresso<br />
scientifico e tecnico che hanno inciso sul modo di concepire la salute e<br />
la malattia, la vita e la morte.<br />
Nell’evidenziare alcuni tratti caratteristici di questa visione del mondo,<br />
ci limitiamo a sottolineare quelli che maggiormente costituiscono<br />
una sfida a cui la Chiesa è chiamata a rispondere.<br />
Atteggiamento “prometeico”<br />
9. L’impiego di strumenti sempre più sofisticati consente alla medicina<br />
di migliorare la qualità dell’esistenza, di prolungare la vita, di combattere<br />
più efficacemente il dolore, intervenendo sull’organismo umano<br />
fin nel suo assetto genetico.<br />
Accanto a innegabili e provvidenziali benefici, il progresso della<br />
scienza e della tecnica non manca d’ingenerare, come ha fatto notare<br />
Giovanni Paolo II, «una sorta di atteggiamento prometeico dell’uomo<br />
che, in tal modo, si illude di potersi impadronire della vita e della morte»<br />
11 . Tale atteggiamento porta larghi settori della scienza e della medicina<br />
a ignorare i limiti inerenti alla condizione umana, contribuendo a coltivare<br />
l’immagine di un uomo padrone assoluto dell’esistenza, arbitro<br />
insindacabile di sé, <strong>delle</strong> sue scelte e <strong>delle</strong> sue decisioni.<br />
Due sintomi molto evidenti di questa concezione sono, pur nella diversità<br />
<strong>delle</strong> motivazioni e degli esiti, da un lato l’accanimento terapeutico<br />
e dall’altro l’eutanasia. A ben vedere, tra accanimento terapeutico<br />
ed eutanasia vi è una certa continuità logica, perché in essi è sempre<br />
l’uomo a non accettare di misurarsi in maniera umana con la morte: con<br />
l’accanimento terapeutico l’uomo usa tutti i mezzi per posticipare la<br />
morte, mentre con l’eutanasia l’uomo si arroga il diritto di anticipare e<br />
determinare la morte. In ambedue i casi, egli intende esercitare un dominio<br />
assoluto sulla vita e sulla morte.<br />
11 Giovanni Paolo II, lettera enciclica Evangelium vitae, 25 marzo 1995, 15: AAS 87 (1995), 417.
«Il pericolo che l’uomo, fidandosi troppo <strong>delle</strong> odierne scoperte, pensi<br />
di bastare a se stesso e più non cerchi cose più alte» 12 alberga nella cultura<br />
contemporanea malgrado l’insorgere di nuove malattie e di minacce<br />
(quali l’inquinamento atmosferico e l’abuso di sostanze) che rendono<br />
tragicamente illusorio il sogno di un progresso assoluto, mostrando<br />
l’impotenza della persona di fronte alla finitudine umana.<br />
Il rifiuto della condizione finita dell’uomo non è privo di ripercussioni<br />
sul piano socio-psicologico e spirituale. Infatti, il dramma costituito<br />
dallo scontro tra un progresso tecnico senza fine e l’ineluttabilità della<br />
morte suscita nevrosi e disagio esistenziale e influisce negativamente<br />
sulla ricerca del senso della vita e sull’elaborazione di una scala di valori<br />
rispettosa della persona e della natura.<br />
Dalla medicina dei bisogni alla medicina dei desideri<br />
10. Se fino a ieri l’obiettivo prioritario della medicina era quello di far<br />
vivere, oggi essa si pone anche quello di far vivere bene. Si può pertanto<br />
affermare che, accanto alla medicina dei bisogni, esiste anche una medicina<br />
dei desideri. Nella mentalità di molte persone, infatti, non è più sufficiente<br />
non ammalarsi e guarire, ma è necessario tendere verso una pienezza<br />
in cui siano soddisfatti non solo i bisogni primari ma anche quelli<br />
subordinati, sconfinando impercettibilmente nel dominio del desiderio.<br />
Tale tendenza, favorita da alcuni elementi tipici della cultura postmoderna,<br />
quali l’attenzione alle dimensioni della corporeità e della sessualità,<br />
la rivalutazione del piacere, la cura dell’ambiente e il primato <strong>delle</strong><br />
relazioni, se da un lato è positiva, esprimendo la nostalgia di una vita<br />
buona, dall’altro non è priva di esiti potenzialmente problematici.<br />
Rimozione <strong>delle</strong> esperienze dolorose<br />
11. Una <strong>delle</strong> conseguenze negative è identificabile con la tendenza a<br />
rimuovere gli aspetti faticosi dell’esistenza: la sofferenza è considerata<br />
scomoda compagna di cui l’uomo diventa silenzioso spettatore impotente;<br />
12 Concilio Ecumenico Vaticano II, costituzione pastorale Gaudium et spes, 57: AAS 58<br />
(1966), 1078.
0<br />
la malattia è vissuta come evento da cui liberarsi più che evento da liberare;<br />
il naturale processo di invecchiamento è rifiutato, dal momento che la<br />
vecchiaia viene considerata un tempo dopo la vita vera e non tempo della<br />
vita; la morte è vista come evento indicibile e inaudito; la disabilità è considerata<br />
più come ostacolo che non come provocazione, più come bisogno<br />
assistenziale che non come domanda di riconoscimento esistenziale.<br />
Logica dei fini e logica dei mezzi<br />
12. Nell’ambito sanitario si assiste a un crescente spostamento dei temi<br />
della salute, della sofferenza e della morte dal terreno del senso e del<br />
valore a quello della tecnica. Le enormi possibilità della medicina hanno<br />
sottratto questi temi dalla sfera metafisica, morale e religiosa, trasferendoli<br />
nella sfera pratica. L’insignificanza dei vissuti esistenziali, che<br />
caratterizza il nostro tempo, depotenzia la capacità di “dare un senso”<br />
al tempo della malattia cronica e inguaribile, della decadenza di una vecchiaia<br />
sempre più prolungata, della morte. La malattia come evento clinico,<br />
infatti, è spesso presidiata dall’attesa dell’onnipotenza del sapere<br />
medico; l’evento esistenziale appare, al contrario, rimosso e censurato.<br />
Cogliere il senso della sofferenza, della malattia e della morte è reso<br />
difficile anche dal fatto che la sanità è spesso irretita nella logica dei<br />
mezzi tecnologici e finanziari, dimenticando l’orizzonte dei fini.<br />
Nasce l’interrogativo su come armonizzare, nella cura della persona e<br />
nella promozione della salute, logica tecnica e logica etica, mezzi e fini.<br />
Situazioni di fragilità<br />
13. L’affievolirsi del rispetto della vita è un altro aspetto che spesso<br />
caratterizza il mondo della salute. Mentre si fanno sforzi ingenti e accaniti<br />
per prolungare la vita e per produrla artificialmente, non si permette<br />
di nascere a chi è già concepito e non si risponde adeguatamente ai<br />
bisogni di quelle fasce di persone che non rispondono a canoni di efficienza<br />
e produttività.<br />
Si creano così situazioni di fragilità, cui sono esposte numerose frange<br />
della popolazione. Anche nella sanità vi sono “gli ultimi della fila”,<br />
per la loro tutela non basta la generica affermazione di diritti.
Spesso avviene che, in assenza di un consenso sociale sufficientemente<br />
ampio e condiviso, anche la migliore “carta dei diritti” si rivela inefficace.<br />
Si potrebbe paradossalmente affermare che i “diritti dei deboli” si fanno,<br />
giorno dopo giorno, “diritti deboli”: sono quelli dei disabili, <strong>delle</strong> persone<br />
affette da forme gravissime di sofferenza psichica, dei lungodegenti e<br />
degli inguaribili, dei malati cronici, di quanti necessitano di riabilitazione<br />
estensiva di lungo termine. Le lodevoli iniziative promosse in questi campi<br />
(interventi per gli anziani e i diversamente abili, cure palliative, ecc.) trovano<br />
rallentamenti e ostacoli causati da una visione riduttiva della persona<br />
umana e da interessi economici legati alla gestione <strong>delle</strong> strutture sanitarie.<br />
In un contesto più ampio, ma ugualmente legato al mondo della salute<br />
e al rispetto della vita, è da prendere in considerazione la problematica<br />
legata all’ecologia. Smisurati interessi economici portano all’inquinamento<br />
dell’ambiente, compromettono la qualità del territorio, impoveriscono<br />
il livello di vita dei cittadini.<br />
“Curare” e “prendersi cura”<br />
14. Il discorso sulla carenza di umanità nel servizio reso al malato è<br />
lungi dall’essere esaurito. Si avverte un profondo bisogno di personalizzare<br />
l’approccio, di passare dal curare al prendersi cura, di considerare<br />
la persona nella totalità del suo essere.<br />
Se l’esperienza degli anni più recenti ha fatto registrare una buona<br />
crescita a livello tecnico e specialistico, ha portato anche a una cura settoriale<br />
e frammentata a scapito di un approccio olistico della persona. Si<br />
pensi, ad esempio, all’accostamento terapeutico con le persone in condizione<br />
di fragilità psichica o mentale: senza un’accoglienza e una cura<br />
totale della persona è difficile che una semplice terapia farmacologia,<br />
per quanto specializzata, possa rivelarsi davvero efficace.<br />
Nel contempo sono diminuite alcune figure professionali, indispensabili<br />
per il servizio di base al malato. Non è raro avvertire da parte di<br />
diversi operatori sanitari l’incapacità di guardare la realtà del malato al<br />
di là dell’aspetto strettamente sanitario, la paura di essere interpellati sui<br />
problemi esistenziali, la difficoltà di accogliere e accompagnare le reazioni<br />
emotive del malato e dei familiari, soprattutto nelle fasi terminali<br />
della malattia. Si tratta di un problema non esclusivamente religioso ma<br />
antropologico e professionale.<br />
1
2<br />
Prevenzione, bioetica, formazione<br />
15. Uno degli obiettivi che non trova ancora adeguata realizzazione<br />
è costituito dalla prevenzione, che comprende sia misure specifiche atte<br />
a contrastare i fattori di malattia nei luoghi di vita e nei luoghi di lavoro<br />
(educazione alla salute, medicina scolastica, vaccinazioni, controllo di<br />
fasce di popolazione a rischio, ecc.), sia misure preventive collegate a opzioni<br />
da attuare in altri ambiti (umanizzazione del lavoro, miglioramento<br />
della nutrizione e <strong>delle</strong> abitazioni, educazione degli stili di vita, ecc.).<br />
Se tutta la medicina si pone come scopo la salute, solo la prevenzione<br />
ha come caratteristica specifica la tutela del bene comune e impegna ciascuno<br />
a essere soggetto attivo del proprio benessere.<br />
16. I problemi della bioetica, che sono al centro dell’odierno dibattito culturale,<br />
sono seguiti con grande attenzione dai mezzi di comunicazione sociale<br />
e dall’opinione pubblica. L’affievolirsi <strong>delle</strong> evidenze etiche e il soggettivismo<br />
<strong>delle</strong> coscienze, unitamente al pluralismo culturale, etico e religioso,<br />
portano facilmente a relativizzare i valori, e quindi al rischio di non poter più<br />
fare riferimento a un ethos condiviso, soprattutto in ordine alle grandi domande<br />
esistenziali, riferite al senso del nascere, del vivere e del morire.<br />
Spesso manca un’informazione corretta, e da ciò conseguono giudizi<br />
e opinioni avventati e scarsamente fondate. Si nota soprattutto un’insufficiente<br />
conoscenza <strong>delle</strong> posizioni sostenute della Chiesa, che sono<br />
spesso riportate in maniera impropria o sono giudicate inadeguate al<br />
tempo presente.<br />
17. I programmi formativi, che raggiungono buoni livelli nel campo<br />
medico e infermieristico, mostrano invece spesso significative carenze in<br />
quello antropologico ed etico. Ciò, peraltro, contrasta sia con le richieste<br />
degli operatori sanitari, sia con quelle, spesso implicite, dei malati. La disattenzione<br />
a questa problematica può considerarsi come uno dei fattori<br />
all’origine del logorio psicologico e spirituale di molti operatori sanitari.<br />
18. Crocevia dell’umanità, il mondo della salute è anche terra del<br />
Vangelo. In questo luogo dove s’intersecano cammini diversi, dove<br />
convivono generosità ed egoismo, richiami materialistici e desiderio<br />
di spiritualità, proclamazione di diritti e ingiustizie di fatto, la Chiesa è<br />
chiamata a offrire la luce e l’orientamento del Vangelo.
II. RENDERE RAGIONE DELLA SPERANZA<br />
NEL MONDO DELLA SALUTE<br />
19. Alle numerose sfide presenti nel mondo della salute, la Chiesa<br />
risponde anzitutto con un messaggio di gioiosa speranza, fondata sulla<br />
certezza della risurrezione di Gesù Cristo e, quindi, dell’amore e della<br />
fedeltà sanante e salvatrice di Dio. Di tale speranza vuole rendere ragione<br />
(cfr 1Pt 3, 15) attraverso un dialogo rispettoso, un confronto onesto e<br />
una fattiva collaborazione.<br />
Cristo il nome della nostra speranza<br />
20. La pastorale della salute trova il fondamento nella contemplazione<br />
del volto dolente e glorioso di Gesù Cristo, in cui il credente riconosce<br />
umilmente il suo Signore 13 . La Chiesa, contemplando il mistero<br />
della sua passione, morte e risurrezione, apprezza la specifica valenza<br />
evangelizzatrice della pastorale della salute e la sua necessaria integrazione<br />
nella pastorale d’<strong>insieme</strong> della comunità cristiana.<br />
Gesù, infatti, ha annunciato il regno di Dio come dono di salute e di<br />
salvezza per tutti gli uomini soprattutto attraverso l’incontro con i poveri,<br />
i malati e i sofferenti. Egli si presenta come promotore di salute e<br />
agisce come Buon Samaritano. Manifestando l’amore misericordioso<br />
del Padre, si fa vicino e si prende cura <strong>delle</strong> persone malate e sofferenti,<br />
le guarisce, le restituisce alla speranza e al senso pieno della vita.<br />
La Chiesa “profezia di speranza” nel mondo della salute<br />
21. Riscrivendo la parabola del Buon Samaritano (cfr Lc 10, 29-37),<br />
la Chiesa rende presente la speranza, dono della Pasqua di Cristo, attraverso<br />
l’annuncio della parola, la celebrazione dei sacramenti e la preghiera,<br />
i segni della comunione fraterna e del servizio amorevole e competente<br />
verso quanti soffrono.<br />
13 Cfr Giovanni Paolo II, lettera apostolica Novo millennio ineunte, 24-29: AAS 93 (2001),<br />
281-286.<br />
3
4<br />
Del dono della speranza la Chiesa vuol rendere partecipe quanti – credenti<br />
e uomini di buona volontà – sono impegnati nella cura dei malati e<br />
nella promozione della salute.<br />
Una comunità ospitale, che si “prende cura”<br />
22. Alla società che si impegna per garantire la tutela dei diritti dei<br />
cittadini alla salute, la Chiesa con la parola che viene da Dio e con la<br />
testimonianza propone l’ideale di una comunità che si prende cura, difendendo<br />
e promovendo la persona nella sua globalità e coinvolgendo<br />
la famiglia, gli operatori sanitari e pastorali.<br />
23. In tale prospettiva, si può individuare nell’ospitalità la dimensione<br />
antropologica che riassume e collega le diverse forme della prevenzione,<br />
della cura e della riabilitazione. Celebrando la prossimità dell’atto<br />
curativo, l’ospitalità evoca i significati antichi, per cui al luogo della<br />
cura è stato dato il nome di “ospedale”:<br />
− è volto, voce, gesto e parola, capace di generare cura e <strong>insieme</strong> di<br />
prendersi cura, soprattutto quando la malattia si annuncia come degenerativa,<br />
cronica, irreversibile, terminale;<br />
− assume, quale criterio prioritario <strong>delle</strong> proprie scelte, la promozione<br />
della vita in tutti i suoi momenti e in tutte le sue dimensioni e la<br />
tutela della vita di ciascuno, privilegiando, all’interno dei processi<br />
formativi degli operatori sanitari, la cura della “relazione”, quale<br />
modalità di ascolto, accoglienza e riconoscimento dell’altro, inteso<br />
come prossimo e mai come estraneo, anche quando proviene da contesti<br />
sociali e da appartenenze etniche e culturali diverse;<br />
− si fa carico di accompagnare anche le malattie inguaribili nelle scansioni<br />
di un tempo, che, per quanto faticoso o doloroso, può restituire<br />
significato all’esistenza intera;<br />
− abilita all’accoglienza compiuta di tutta l’esistenza, propiziando e<br />
promuovendo condizioni di vivibilità e appartenenza a chiunque<br />
chieda assistenza, cura e riabilitazione, in quanto riconosce nella<br />
malattia un evento della vita carico di significati, messaggi e annunci,<br />
seppure non sempre immediatamente decifrabili;<br />
− sa accogliere il malato nella sua unicità e irripetibilità.
24. Compresa nei suoi più profondi significati, la categoria dell’ospitalità<br />
offre a quanti sono chiamati a elaborare le politiche sanitarie criteri<br />
validi per perseguire l’efficienza dei servizi senza nuocere ai diritti<br />
della persona, evitando o riducendo le disuguaglianze sociali nell’accesso<br />
alle risorse sanitarie, rifuggendo sia dall’eccessiva pubblicizzazione<br />
<strong>delle</strong> strutture sia dal mercantilismo sfrenato e valorizzando la<br />
sussidiarietà sia istituzionale che sociale.<br />
La Chiesa guarda con fiducia alle risorse presenti nella società – tra<br />
cui le istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana e il volontariato – nella<br />
certezza che esse possono offrire un valido contributo all’azione dello<br />
Stato nell’ambito della sanità, facendo appello al valore della solidarietà,<br />
nel rispetto del pluralismo dei valori e dei soggetti.<br />
Un servizio dal volto umano<br />
25. È nella prospettiva dell’ospitalità che acquistano significato le<br />
iniziative finalizzate a rendere più umano il servizio al malato.<br />
Un contesto in cui vi sono tensioni, conflittualità, difficoltà di dialogo<br />
e di comunicazione tra le persone nuoce alla cura del malato e rende<br />
difficile fare del lavoro un’occasione di crescita personale. È, quindi,<br />
necessario promuovere un clima in cui la diversità dei ruoli, <strong>delle</strong> competenze,<br />
<strong>delle</strong> mentalità o culture venga vissuta come possibilità di reciproco<br />
arricchimento, di collaborazione complementare, di sincera ricerca<br />
di quel bene prezioso rappresentato dalla salute.<br />
26. La Chiesa ritiene che l’umanizzazione del mondo sanitario sia un<br />
compito urgente e perciò la include nell’ambito dell’azione pastorale,<br />
convinta della valenza evangelizzatrice di ogni iniziativa volta a imprimere<br />
un volto più umano all’assistenza e cura dei malati. Infatti, quando<br />
tali gesti sono informati dalla carità – tradotta in dedizione generosa,<br />
approccio caloroso, sensibilità attenta, presenza umile e gratuita – possiedono<br />
una forte carica interna che li trascende, ponendo domande di<br />
senso 14 , allargando gli spazi di comprensione e d’intesa comune, costituendo<br />
una piattaforma da cui partire per ulteriori traguardi, aprendo la<br />
14 Cfr Paolo VI, esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, 8 dicembre 1975, 21: AAS 68<br />
(1976), 19-20.
mente e il cuore a orizzonti nuovi, diventando proclamazione silenziosa,<br />
ma assai efficace, del Vangelo.<br />
Da ciò deriva che, mentre offre il proprio contributo all’umanizzazione<br />
del mondo della salute, il credente non solo pone le premesse per<br />
l’evangelizzazione di tale realtà, ma già realizza un’attività evangelizzatrice.<br />
I gesti che egli compie, infatti, proclamano che l’uomo, anche<br />
quando subisce il degrado del corpo o della mente, mantiene il suo valore<br />
di figlio di Dio, merita di essere trattato come persona e aiutato a<br />
riacquistare la salute nel senso integrale del termine.<br />
27. Nel leggere il fenomeno inquietante del degrado d’umanità presente<br />
nei servizi al malato – quali il prevalere di interessi politici ed economici,<br />
l’eccessiva burocratizzazione, l’inefficienza amministrativa, il<br />
deterioramento della scala dei valori, la scarsa considerazione del malato<br />
come persona – la Chiesa invita a vedere la radice della disumanizzazione<br />
nel peccato. Da ciò deriva che alla base di ogni riforma è richiesta<br />
la conversione del cuore, prima che <strong>delle</strong> strutture. Infatti, secondo la<br />
visione cristiana, il primo obiettivo dell’umanizzazione del mondo sanitario<br />
è costituito dalla promozione di valori come la giustizia, il rispetto<br />
della persona, la fraternità e la solidarietà, necessari alla costituzione<br />
della civiltà dell’amore.<br />
Promovendo segni di riconciliazione, di reciproco rispetto, di accoglienza<br />
e di comunione, sviluppando il gusto e la qualità di una relazione<br />
fraterna e gratuita, è possibile trasformare il mondo della salute in un<br />
laboratorio di una nuova civiltà dell’amore, modello di convivenza più<br />
umana, sulle orme di Cristo che «è venuto per servire e non per essere<br />
servito» (Mt 20, 28).<br />
Grandezza e limiti della ricerca e cura sanitaria<br />
28. L’ospitalità non è solo accoglienza ma anche risposta ai bisogni<br />
<strong>delle</strong> persone ospitate. Nel mondo della salute tale risposta è stata ed è<br />
offerta da una molteplicità di soggetti impegnati nella ricerca scientifica<br />
e nella sua attuazione.<br />
La Chiesa ha sempre espresso un’alta considerazione nei confronti della<br />
scienza e dell’arte sanitaria, intendendola come cooperazione all’opera<br />
creatrice e redentrice del Signore. Chi è impegnato nella cura dei malati, in-
fatti, si sforza di rispondere ai gemiti della creazione di cui parla san Paolo<br />
(cfr Rm 8, 22), iscrivendo così la sua azione in una dimensione escatologica,<br />
alla ricerca di quei cieli nuovi e terra nuova (cfr 2Pt 3, 13) che sono aspirazione<br />
di ogni individuo e dell’umanità intera. I documenti della Chiesa si<br />
rifanno frequentemente a questa visione, accogliendo con gioia e ammirazione<br />
i grandi progressi compiuti dalla scienza e dalla tecnologia medica 15 .<br />
29. Mentre incoraggia gli uomini della scienza e dell’arte medica a riconoscere<br />
e a difendere la grandezza dell’uomo, la Chiesa li invita anche<br />
a recuperare, accettare e rispettare la debolezza creaturale della persona<br />
umana, caratteristica che non ne mortifica la dignità ontologica ma carica<br />
di misterioso significato l’impedimento corporeo, spingendo il nostro<br />
sguardo oltre l’orizzonte dell’effimero. Infatti, come affermava Pio XII,<br />
«il medico cattolico sa che il suo paziente e lui stesso sono sottomessi alla<br />
legge della coscienza e alla volontà di Dio; ma egli sa anche che tutte<br />
le risorse della natura sono state messe a sua disposizione per proteggere<br />
e difendere gli uomini dalla malattia e dall’infermità. Egli non divinizza<br />
né la natura né la medicina, non le considera come degli assoluti, ma egli<br />
vede in esse un riflesso della grandezza e della bontà di Dio e subordinate<br />
interamente al suo servizio» 16 .<br />
Accompagnare con amore e competenza<br />
30. Proprio il riconoscimento <strong>delle</strong> conseguenze della condizione finita<br />
dell’essere umano stimola a sviluppare le risorse, umane e tecniche,<br />
necessarie per rispondere ai bisogni di quanti vivono la difficile stagione<br />
della sofferenza.<br />
«Si potrebbe dire che la sofferenza presente sotto tante forme diverse<br />
nel nostro mondo umano, vi sia presente anche per sprigionare nell’uomo<br />
l’amore, proprio quel dono disinteressato del proprio “io” in favore<br />
degli altri uomini, degli uomini sofferenti. Il mondo dell’umana soffe-<br />
15 Nell’introduzione al Rito dell’Unzione degli infermi si legge: «La Chiesa incoraggia e benedice<br />
ogni ricerca e ogni iniziativa intrapresa per vincere le infermità, perché vede in questo una<br />
collaborazione degli uomini all’azione divina di lotta e di vittoria sul male» (n. 134).<br />
16 Pio XII, Radiomessaggio al VII Congresso internazionale dei medici cattolici (11 settembre<br />
1956), in Discorsi e radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XVIII (1956-57), p. 425.
enza invoca, per così dire, senza sosta un altro mondo: quello dell’amore<br />
umano; e quest’amore disinteressato che si desta nel suo cuore e nelle<br />
sue opere, l’uomo lo deve, in un certo senso, alla sofferenza» 17 .<br />
31. Facendo leva su queste risorse presenti nel cuore dell’uomo, si<br />
possono accompagnare quanti soffrono nel loro difficile cammino.<br />
L’esperienza della sofferenza e di ogni altra forma di disabilità suscita<br />
domande sempre nuove, invoca un orizzonte di senso, chiede prossimità<br />
e rispettosa attenzione, richiama ai valori fondamentali del vivere. Per<br />
aiutare a rispondere ai persistenti interrogativi che sorgono dal cuore<br />
della persona inferma e che riguardano il senso del vivere e del morire,<br />
il significato del dolore, della malattia e della morte, la vita presente e<br />
futura e il loro mutuo rapporto, la comunità cristiana offre la luce della<br />
parola di Dio e il conforto della solidarietà cristiana. Per questo non solo<br />
si allea con quanti, nella società, sono impegnati nella lotta contro la sofferenza,<br />
rigettando ogni forma di dolorismo, ma anche vuole illuminare<br />
di speranza cristiana l’oscurità della sofferenza e della morte e sottolineare<br />
il valore della solidarietà, della prossimità e del servizio 18 .<br />
Per la persona umana che cerca ed è destinata alla gioia e alla vita<br />
eterna, il soffrire e il morire sono un mistero che solo la croce e la risurrezione<br />
di Cristo possono illuminare e trasformare in esperienza di<br />
salvezza.<br />
32. Nel proporre il proprio messaggio sulla sofferenza, la Chiesa è<br />
consapevole di scontrarsi con una diffusa mentalità materialista, efficientistica<br />
ed edonista, che coltiva una concezione riduttiva della salute,<br />
rifugge il dolore, rimuove la morte, tende a idolatrare il corpo.<br />
Questi ostacoli, però, non le impediscono di proclamare la buona notizia<br />
del Signore morto e risorto, fonte di speranza per i malati e per<br />
coloro che se ne prendono cura, invitandoli a trovare nel mistero della<br />
Pasqua di cui sono partecipi la luce, la forza, la speranza, la gioia del<br />
dono e dell’amore.<br />
All’accompagnamento del malato deve abbinarsi quello dei familiari.<br />
L’intera famiglia viene infatti investita dagli eventi legati alla malattia,<br />
17 Giovanni Paolo II, lettera apostolica Salvifici doloris, 11 febbraio 1984, 29: AAS 76 (1984), 245.<br />
18 Cfr Ibid., 25-27: AAS 76 (1984), 235-242; 28-30: AAS 76 (1984), 242-248.
con ripercussioni notevoli sulle relazioni tra i suoi membri e, in generale,<br />
sull’equilibrio della struttura familiare 19 .<br />
Verso la pienezza di vita<br />
33. Nel promuovere il prendersi cura dei malati, la Chiesa non ignora<br />
la crescente attenzione e sensibilità della società contemporanea ai problemi<br />
del benessere psico-fisico e spirituale della persona.<br />
Considerando legittima questa domanda di una vita piena, non esita<br />
a ricordare che anche Gesù, nello svolgimento della sua missione, ha<br />
avuto di mira la pienezza di vita dell’uomo.<br />
34. Nella prospettiva evangelica, la promozione della salute psico-fisica<br />
e del benessere possono diventare segni del regno instaurato da Cristo,<br />
apertura all’accoglienza della salvezza, indicatori di una condizione<br />
che troverà la sua piena realizzazione al termine della storia.<br />
Fa quindi parte del progetto divino mettere in atto tutto ciò che è legittimo<br />
per assicurare condizioni sempre migliori di vita a tutti gli esseri<br />
umani. Questo impegno, che costituisce una precisa responsabilità per<br />
ciascuno, deve mirare alla crescita della persona a livello di tutte le sue<br />
dimensioni, aprendosi anche a quell’appello alla trascendenza insito in<br />
ogni essere umano.<br />
35. Anche l’approccio globale nella cura del malato e nei programmi<br />
di crescita della persona umana – tema oggi di costante considerazione<br />
nel mondo della salute e nella società in generale – trova una spinta a<br />
essere più completo nell’insegnamento di Cristo. Non si tratta solo di<br />
prendere coscienza <strong>delle</strong> diverse dimensioni della persona, ma di saperle<br />
porre in relazione tra loro, ordinandole secondo quella scala di valori<br />
che trova nell’insegnamento evangelico la sua più alta espressione e che<br />
aiuta a compiere scelte e anche a fare rinunce necessarie per rispettare la<br />
vita, difendere la dignità della persona propria e altrui, mantenere viva la<br />
tensione verso il trascendente.<br />
19 Cfr Consulta Nazionale della CEI per la pastorale della sanità, La pastorale della<br />
salute nella Chiesa italiana. Linee di pastorale sanitaria, 32-37: “Notiziario della Conferenza<br />
Episcopale Italiana” 1989, 105-106.
0<br />
Testimoniare l’amore e il servizio alla vita come messaggio di speranza<br />
36. In una cultura complessa e spesso condizionata dagli strumenti di<br />
informazione non è facile comprendere e approfondire, in modo responsabile,<br />
i problemi che riguardano il senso della vita, la sua cura e la portata<br />
di interventi che ne rispettano o ne violano la dignità. Non mancano<br />
correnti di pensiero caratterizzate, più o meno consapevolmente, dalla<br />
sindrome dell’onnipotenza della scienza o dalla presunta padronanza assoluta<br />
della vita.<br />
In questo contesto, la Chiesa sente il dovere di «impegnarsi per il<br />
rispetto della vita di ciascun essere umano dal concepimento fino al suo<br />
naturale tramonto» 20 .<br />
37. Tale impegno deve essere costantemente accompagnato dallo sforzo<br />
di far comprendere le motivazioni che lo sorreggono: si tratta di argomenti<br />
mai ideologici, ma d’intensa umanità, di amore e vicinanza a ogni persona<br />
nella sua concreta situazione esistenziale, di difesa dei valori fondamentali<br />
iscritti nella natura della persona umana e della relazione sociale.<br />
Per quanto necessario, il solo pronunciamento dei princìpi non sembra<br />
oggi sufficiente per far comprendere la necessità di rispettare la vita<br />
in ogni situazione. Nel mondo della salute, la Chiesa deve manifestarsi<br />
e agire come “madre e maestra” di vita, laboratorio di esperienze dove<br />
fede e scienza si coniugano a servizio della cura integrale e permanente<br />
della persona umana. Allora la carità vissuta e testimoniata nel servizio<br />
dei malati e dei sofferenti, diventerà «necessariamente servizio alla<br />
cultura, alla politica, all’economia, alla famiglia, perché dappertutto<br />
vengano rispettati i principi fondamentali dai quali dipende il destino<br />
dell’essere umano e il futuro della civiltà» 21 .<br />
Le istituzioni sanitarie cattoliche<br />
38. Una modalità specifica per testimoniare la speranza cristiana nel mondo<br />
della salute è data dalla presenza <strong>delle</strong> istituzioni sanitarie cattoliche 22 .<br />
20 Giovanni Paolo II, lettera apostolica Novo millennio ineunte, 51: AAS 93 (2001), 304.<br />
21 Ibid., 51 AAS 93 (2001), 304.<br />
22 Cfr Ufficio nazionale della CEI per la pastorale della sanità, Le istituzioni sani-
Esse mantengono la loro ragione di essere all’interno di un orizzonte<br />
sanitario sempre più complesso e attraversato da numerosi problemi.<br />
Presenze ecclesiali, luoghi in cui si è chiamati a lodare Dio servendo il<br />
malato, le istituzioni sanitarie cattoliche costituiscono l’attuazione storica<br />
di quell’“albergo” a cui il Buon Samaritano della parabola evangelica<br />
affida, perché venga debitamente curata, la persona ferita, raccolta sulla<br />
strada di Gerico, simbolo della strada percorsa da ogni uomo, anzitutto<br />
dal più povero, superando ogni divisione di popoli.<br />
39. Le istituzioni sanitarie cattoliche possono offrire, in un clima di dialogo<br />
e di collaborazione, un significativo contributo al mondo della sanità<br />
per una cura più umana della persona. Esse, infatti, non sono da considerarsi<br />
“sanità di parte”, bensì componente integrante nella programmazione del<br />
sistema sanitario nazionale, per cui è giusto che godano degli stessi diritti e<br />
abbiano gli stessi doveri <strong>delle</strong> altre istituzioni sanitarie.<br />
40. Sono molti gli interrogativi che vengono rivolti a tali istituzioni<br />
nel momento storico presente: come essere fedeli al mandato di Gesù<br />
e alla grande tradizione dell’hospitalis, nata nella Chiesa quale espressione<br />
del suo amore per l’uomo? Come tradurre in termini moderni i<br />
carismi <strong>delle</strong> diverse famiglie religiose, senza rinunciare a qualificarsi<br />
come centri tecnologici polispecialistici, come richiesto dal Servizio sanitario<br />
nazionale? Come coniugare ricerca scientifica e opzione di fede,<br />
efficienza economica e cura etica, puntando a una sanità di eccellenza,<br />
autenticamente umana?<br />
41. La risposta a tali domande esige che le istituzioni sanitarie cattoliche<br />
si qualifichino per le prestazioni mediche e gestionali; si impegnino<br />
a rispondere con iniziative concrete alle sfide della bioetica; pongano in<br />
risalto il primato dell’ammalato, la cura integrale della persona e la testimonianza<br />
della carità come criteri adeguati di intervento; siano scuole<br />
di comunione e luoghi dove l’ammalato possa aprirsi alla speranza; sappiano<br />
«ritagliare spazi per attività solidaristiche in favore di categorie di<br />
malati trascurate dal settore pubblico» 23 .<br />
tarie cattoliche in Italia, 7 luglio 2000: Enchiridion della Conferenza Episcopale Italiana 6,<br />
1541-1580.<br />
23 Ibid., n. 18: Enchiridion della Conferenza Episcopale Italiana 6, 1558. Nello stesso paragrafo<br />
1
2<br />
42. Affinché la presenza <strong>delle</strong> istituzioni sanitarie cattoliche possa<br />
esercitare un influsso positivo sulla comunità ecclesiale e sulla società,<br />
occorre che vengano compiuti alcuni passi.<br />
Il primo porta le istituzioni a superare l’isolamento, rendendole sempre<br />
più visibili nella comunità ecclesiale. La popolazione del territorio<br />
deve poter riconoscere in esse un punto di riferimento, uno strumento di<br />
sensibilizzazione ai problemi della salute, della morte, della vecchiaia e<br />
della disabilità. Ciò costituisce il compito carismatico dei religiosi che le<br />
gestiscono: la missione loro affidata di servire i malati e di promuovere<br />
la salute appartiene a tutta la Chiesa. A loro incombe il dovere di aiutare<br />
la comunità ecclesiale a diventarne maggiormente consapevole.<br />
43. Vi è poi un passo che spetta alla comunità ecclesiale territoriale,<br />
chiamata a sentire come proprio l’ospedale, la residenza di anziani o<br />
la casa di accoglienza presenti nel proprio territorio. Spetta anzitutto ai<br />
Vescovi e ai parroci animare, incoraggiare e coinvolgere i cristiani nei<br />
programmi assistenziali.<br />
44. Un terzo passo deve essere realizzato nel confronto tra le varie<br />
istituzioni sanitarie cattoliche. Un prezioso coordinamento è offerto al<br />
riguardo dall’ARIS (Associazione Religiosa Istituti Socio-sanitari).<br />
Una più efficace collaborazione tra le diverse istituzioni rende possibile<br />
la condivisione di esperienze, il sostegno reciproco soprattutto nei momenti<br />
di difficoltà economico-amministrativa, la messa in comune di<br />
risorse tecniche e personali, collaborazione in progetti a livello zonale o<br />
regionale, lo scambio di modelli gestionali e di operatori, interventi comuni<br />
per regolare i rapporti con le autorità politiche e amministrative.<br />
45. Un ultimo passo, infine, consiste in un maggiore coinvolgimento<br />
dei laici all’interno <strong>delle</strong> istituzioni sanitarie cattoliche. A questo fine<br />
i religiosi devono offrire ai laici opportune possibilità di condividere<br />
la spiritualità dei fondatori degli istituti, rendendoli anche più partecipi<br />
della responsabilità dell’istituzione. Da parte loro i laici sono chiamati a<br />
si afferma: «Diventa realmente profetico lo specifico impegno nel realizzare apposite opere di<br />
sostegno ai più poveri, non solo a motivo della loro condizione economica ma anche per le<br />
specifiche tipologie patologiche o esistenziali».
superare le barriere costituite da una lunga tradizione di passività, assumendo<br />
il ruolo che loro compete nell’ambito della comunità ecclesiale.<br />
46. Per tutti coloro che operano nell’ambito del servizio ai malati e ai sofferenti<br />
è valido quanto il Santo Padre Benedetto XVI afferma nell’enciclica<br />
Deus caritas est, in particolare là dove, dopo aver sottolineato come la Chiesa<br />
offra al mondo di oggi ancora una volta come modello l’immagine del Buon<br />
Samaritano, esorta tutte le istituzioni che agiscono in nome della Chiesa a<br />
«fare il possibile, affinché siano disponibili i relativi mezzi e soprattutto gli<br />
uomini e le donne che assumano tali compiti. Per quanto riguarda il servizio<br />
che le persone svolgono per i sofferenti, occorre innanzitutto la competenza<br />
professionale: i soccorritori devono essere formati in modo da saper fare la<br />
cosa giusta nel modo giusto, assumendo poi l’impegno del proseguimento<br />
della cura. La competenza professionale è una prima fondamentale necessità,<br />
ma da sola non basta. Si tratta, infatti, di esseri umani, e gli esseri umani<br />
necessitano sempre di qualcosa in più di una cura solo tecnicamente corretta.<br />
Hanno bisogno di umanità. Hanno bisogno dell’attenzione del cuore.<br />
Quanti operano nelle istituzioni caritative della Chiesa devono distinguersi<br />
per il fatto che non si limitano ad eseguire in modo abile la cosa conveniente<br />
al momento, ma si dedicano all’altro con le attenzioni suggerite dal cuore,<br />
in modo che questi sperimenti la loro ricchezza di umanità. Perciò, oltre alla<br />
preparazione professionale, a tali operatori è necessaria anche, e soprattutto,<br />
la “formazione del cuore”: occorre condurli a quell’incontro con Dio in<br />
Cristo che susciti in loro l’amore e apra il loro animo all’altro, così che per<br />
loro l’amore del prossimo non sia più un comandamento imposto per così<br />
dire dall’esterno, ma una conseguenza derivante dalla loro fede che diventa<br />
operante nell’amore (cfr Gal 5, 6)» 24 .<br />
Educare alla “speranza che non delude”<br />
47. La speranza cristiana non è un semplice atteggiamento ottimista.<br />
Non consiste nella fuga dalle difficoltà del presente proiettandosi in un<br />
avvenire migliore, bensì nella capacità di rendere presente quell’avvenire<br />
di cui la fede in Cristo risorto ci dà la certezza e di viverlo nell’adesso<br />
24 Benedetto XVI, lettera enciclica Deus caritas est, 25 dicembre 2005, 31: “L’Osservatore<br />
Romano” 26 gennaio 2006.<br />
3
4<br />
della storia. Così compresa, la speranza è sorgente d’iniziativa, perché<br />
spinge colui che spera ad attuare qui e ora, anche se parzialmente, quei<br />
valori che troveranno la loro piena realizzazione nell’era escatologica.<br />
In una realtà in cui la speranza è spesso messa in crisi, la Chiesa è chiamata<br />
ad aprire ed educare a quella speranza umana fatta propria da Cristo<br />
e impiantata dallo Spirito nel profondo dei cuori, cioè all’unica speranza<br />
che non delude (cfr Rm 5, 5), perché risposta piena e definitiva di ogni<br />
attesa di salute e di pienezza di vita. È la speranza che nutre la creazione<br />
intera e la stessa condizione di sofferenza e di limite umano, nella certezza<br />
che «le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla<br />
gloria futura che sarà rivelata in noi» (Rm 8, 18), senza dimenticare che<br />
essa è sorretta dalla fede e dalla carità, e a sua volta le nutre 25 .<br />
III. LA PASTORALE DELLA SALUTE<br />
NELLA COMUNITÀ<br />
48. La presenza e l’azione della Chiesa nel mondo della salute trovano<br />
la loro realizzazione concreta nelle comunità particolari in cui si<br />
articola la sua presenza. È al loro interno che i fedeli sono chiamati a<br />
porre attenzione alle situazioni di sofferenza presenti nel territorio e a<br />
conoscere le molteplici strutture che, in esso, promuovono la salute e<br />
attuano la cura dei malati 26 .<br />
La panoramica attuale <strong>delle</strong> strutture sanitarie sul territorio italiano è<br />
costituita dall’Azienda sanitaria locale, articolata in Distretti socio-sanitari,<br />
Aziende ospedaliere, Case di cura, Istituti di riabilitazione, Servizi<br />
socio-sanitari, Istituti di ricovero e cura di carattere scientifico.<br />
Visita al mondo della salute<br />
49. La prima attenzione della cura pastorale nelle comunità cristiane<br />
è la visita al mondo della salute.<br />
25 Cfr Ibid., 39.<br />
26 Cfr Consulta Nazionale della CEI per la pastorale della sanità, La pastorale della<br />
salute nella Chiesa italiana. Linee di pastorale sanitaria, 23-24: “Notiziario della Conferenza<br />
Episcopale Italiana” 1989, 102-103.
Si tratta in primo luogo di conoscere la reale situazione della sanità<br />
del proprio ambito territoriale, consolidando e intensificando le attività<br />
che già si attuano mediante la visita ai malati nelle strutture sanitarie o<br />
a domicilio da parte dei sacerdoti e dei religiosi, l’attività dei ministri<br />
straordinari della Comunione, l’azione dei volontari <strong>delle</strong> associazioni,<br />
il conforto e il sostegno ai familiari dei malati.<br />
Nel suo significato globale, la visita implica anche la presa di coscienza<br />
di tutti i problemi connessi con la salute e la malattia, come la<br />
prevenzione, il valore della vita, l’educazione sanitaria, la partecipazione<br />
alle iniziative promosse dalle istituzioni civili.<br />
Orientamenti pastorali<br />
50. Dalla visita al mondo della salute, sull’esempio di Gesù e nella<br />
tradizione della Chiesa, derivano alcuni importanti orientamenti per<br />
un’efficace azione pastorale.<br />
Comunità sananti<br />
51. Il primo progetto da realizzare è la costruzione di una comunità<br />
guarita e sanante. Gesù, infatti, non solo ha curato e guarito i malati,<br />
ma è stato anche instancabile promotore della salute. Il suo contributo<br />
in quest’area del vivere umano si è rivelato attraverso la sua persona,<br />
il suo insegnamento e le sue azioni. Il suo agire, infatti, è teso non solo<br />
a colmare l’indigenza dell’uomo, vittima dei propri limiti, ma anche a<br />
sostenere la sua tensione verso la pienezza di vita: «Sono venuto perché<br />
abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10, 10).<br />
Ne deriva che nella trasmissione della fede – insegnamento, catechesi,<br />
incontri di studio, ritiri e esercizi spirituali, ecc. – non va solo instillata<br />
l’attenzione a tutte le categorie di malati, ma va anche compiuta<br />
un’azione preventiva, aiutando i giovani a un sano sviluppo umano e<br />
spirituale, accompagnando gli adulti nel superare con equilibrio le crisi<br />
della loro età, offrendo agli anziani risorse che li aiutino a vivere serenamente<br />
la vecchiaia.<br />
Si tratta d’introdurre all’arte della vita interiore, stimolando la capacità<br />
di gestire la propria sessualità, affettività ed emotività, educando al
discernimento del bene e male, al controllo <strong>delle</strong> situazioni, all’apprendimento<br />
della misura dei propri limiti, allo sviluppo di modalità comunicative<br />
e relazionali significative. Tale attività educativa di prevenzione<br />
libera dal mito dell’onnipotenza, difende dalla depressione, induce a trovare<br />
un senso alla vita e favorisce lo stabilirsi di rapporti interpersonali<br />
caratterizzati da collaborazione e fraternità.<br />
La promozione della salute intesa nella sua integralità apre alla comprensione<br />
dei valori della vita, esperienza da amare e rispettare in tutte le<br />
situazioni e i momenti, anche in quelli della vulnerabilità e della morte.<br />
Il malato, lavoratore nella vigna del Signore<br />
52. È, poi, compito importante della comunità ecclesiale la promozione<br />
della persona sofferente. Si tratta di rendere operativa l’affermazione di<br />
Giovanni Paolo II, secondo cui l’uomo sofferente è «soggetto attivo e responsabile<br />
dell’opera di evangelizzazione e di salvezza» 27 . Tale affermazione<br />
implica il riconoscimento del carisma dei sofferenti, dei valori che<br />
essi richiamano, del loro apporto creativo alla Chiesa e al mondo: «anche<br />
gli infermi sono inviati [dal Signore] come lavoratori nella sua vigna» 28 .<br />
A nessuno sfugge quanto sia importante passare da una concezione<br />
che intende il malato come oggetto di cura a una che lo rende soggetto<br />
responsabile della promozione del regno. Tale cambiamento di prospettiva<br />
è realizzata anche dalla nuova sensibilità sociale e civile che ha<br />
trovato un’espressione significativa nelle diverse “carte dei diritti dei<br />
malati”. Uno degli aspetti maggiormente considerati in tali documenti è<br />
costituito dal diritto del malato a essere coinvolto nella propria terapia,<br />
assumendo così un ruolo di responsabilità nel processo di cura che concerne<br />
la sua persona.<br />
Questo cambiamento di accento nella considerazione dell’infermo<br />
«diventa credibile allorquando non risuona semplicemente sulle labbra,<br />
ma passa attraverso la testimonianza della vita, sia di tutti coloro che<br />
curano con amore i malati, gli handicappati e i sofferenti, sia di questi<br />
27 Giovanni Paolo II, esortazione apostolica Christifideles laici, 30 dicembre 1988, 54: AAS<br />
81 (1989), 501.<br />
28 Ibid., 53: AAS 81 (1989), 499.
stessi, resi sempre più coscienti e responsabili del loro posto e del loro<br />
compito nella Chiesa e per la Chiesa» 29 .<br />
La valorizzazione della presenza dei malati, della loro testimonianza<br />
nella Chiesa e dell’apporto specifico che essi possono dare alla salvezza<br />
del mondo, richiede un lavoro di educazione amorosa da realizzarsi non<br />
solo nelle istituzioni sanitarie attraverso un accompagnamento appropriato,<br />
ma anche e in modo tutto speciale nelle comunità parrocchiali.<br />
Una comunità che accoglie e celebra<br />
53. Per questo la comunità parrocchiale deve aprirsi all’accoglienza,<br />
impegnandosi a far sì che il sofferente non sia solo nella prova: gli è vicino<br />
Cristo che perdona, santifica e salva, unitamente alla Chiesa che, con<br />
i gesti della “presenza”, partecipa alla sua situazione di debolezza e prega<br />
con lui. Sono segni della misericordia divina il conforto di una fraterna<br />
presenza, la qualità di una comunicazione sincera, la proposta della<br />
parola di Dio, la preghiera, la grazia dei sacramenti, l’aiuto materiale.<br />
Particolare significato e valore acquista la celebrazione del sacramento<br />
dell’Unzione degli infermi, istituito da Cristo «medico del corpo e dello<br />
spirito» 30 . L’apostolo Giacomo scrive: «Chi è malato, chiami a sé i presbiteri<br />
della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome<br />
del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo<br />
rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati» (Gc 5, 14-15).<br />
«Il sacramento dell’Unzione è il segno che gli infermi non sono soli<br />
nella prova, ma che ad essi è vicino Gesù, che conosce il soffrire, per<br />
dar loro forza ed aiutarli a conservare la fiducia in Dio Padre e ad aver<br />
pazienza verso il loro fragile corpo, destinato alla risurrezione» 31 . Frutto<br />
29 Ibid., 54: AAS 81 (1989), 501. In termini simili si esprime la nota pastorale La pastorale<br />
della salute nella Chiesa italiana. Linee di pastorale sanitaria: «Difficilmente il malato potrà<br />
svolgere il suo ruolo di soggetto attivo nella comunità ecclesiale se non sarà prima “termine dell’amore<br />
e del servizio della Chiesa” (Christifideles laici, 54), trovando in essa appoggio umano,<br />
spirituale e morale» (n. 27): “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 104.<br />
30 Concilio Ecumenico Vaticano II, costituzione Sacrosanctum Concilium, 4 dicembre 1963,<br />
5: AAS 56 (1964), 99. La medesima costituzione conciliare, collocando l’Unzione degli infermi<br />
nella prospettiva di un rito continuato dopo la Penitenza e prima del Viatico (cfr Sacrosanctum<br />
Concilium, 73-75: AAS 56 (1964), 118-119), contribuisce a evidenziarne il carattere specifico<br />
di sacramento dei malati.<br />
31 Conferenza Episcopale Italiana, Documento pastorale dell’Episcopato italiano Evan-
del sacramento, per l’azione dello Spirito, è per il malato il sentirsi sollevato<br />
e rinvigorito, e <strong>insieme</strong> aiutato a dare significato e a vivere con più<br />
serenità la propria condizione.<br />
In questa prospettiva, la comunità cristiana è chiamata a promuovere<br />
la presa di coscienza di questo dono e a collocare la celebrazione del sacramento<br />
all’interno di una proposta pastorale articolata e integrata.<br />
Una sofferenza redenta ed educatrice<br />
54. Di grande importanza è il ricorso a un’autentica teologia della<br />
sofferenza che, evitando di cadere nel dolorismo, sappia comunicare che<br />
anche «gli eventi negativi della vita – non esclusa la malattia, l’handicap,<br />
la morte – sono “realtà redenta” dal Cristo e da lui assunta come<br />
“strumento di redenzione”» 32 . «Il cristiano, infatti, mediante la viva partecipazione<br />
al mistero pasquale di Cristo può trasformare la sua condizione<br />
di sofferente in un momento di grazia per sé e per gli altri fino a<br />
trovare nell’infermità una vocazione ad amare di più, una chiamata a<br />
partecipare all’infinito amore di Dio verso l’umanità» 33 .<br />
Alle numerose e lodevoli iniziative che già esistono a questo riguardo<br />
– come le diverse associazioni di malati – è opportuno che ne vengano<br />
aggiunte altre, come, ad esempio, l’inserzione di malati negli organismi<br />
ecclesiali di partecipazione.<br />
Non si tratta tanto di “programmare” una nuova pastorale, ma di chiedere<br />
il dono di un cuore ricco di Dio e di umanità e di vivere la dinamica<br />
del “dare e ricevere”: dare (tempo, cura, assistenza, ecc.) da parte dei<br />
sani ai malati, e ricevere dai malati quanto sono in grado di donarci.<br />
Una sofferenza condivisa può diventare una forza trasformatrice della<br />
società.<br />
La malattia è “pedagogia” per tutti: fa imparare la riconoscenza a Dio<br />
per i tanti doni ricevuti; spinge a pregare per chi è nella prova, ad apprezzare<br />
il bene nascosto, a ridimensionare i propri problemi; fa ritrovare<br />
gelizzazione e sacramenti della Penitenza e dell’Unzione degli infermi, 142: “Notiziario della<br />
Conferenza Episcopale Italiana” 1974, 159.<br />
32 Consulta Nazionale della CEI per la pastorale della sanità, La pastorale della<br />
salute nella Chiesa italiana. Linee di pastorale sanitaria, 26: “Notiziario della Conferenza<br />
Episcopale Italiana” 1989, 103.<br />
33 Ibid., 26: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 103.
semplicità e umiltà e spinge a una maggiore disponibilità verso gli altri;<br />
invita ad approfondire la domanda sul senso della vita. Frequentando le<br />
persone sofferenti si impara ad ascoltare di più, a incoraggiare, a compiere<br />
anche i servizi più umili per aiutare l’altro, a non fuggire dalla realtà<br />
quotidiana.<br />
Comunione e collaborazione<br />
55. La pastorale della salute esige che si realizzi comunione e collaborazione<br />
tra le varie categorie degli operatori presenti nella comunità.<br />
Ciò è affermato dall’ecclesiologia del concilio Vaticano II e ulteriormente<br />
sviluppato nella riflessione teologica post-conciliare. Secondo<br />
tale prospettiva, la comunione è intesa come una realtà organica, cioè<br />
nella diversità e complementarità dei ruoli: «La comunione ecclesiale si<br />
configura, più precisamente, come comunione organica, analoga a quella<br />
di un corpo vivo e operante: essa, infatti, è caratterizzata dalla compresenza,<br />
dalla diversità e dalla complementarità <strong>delle</strong> vocazioni e condizioni<br />
di vita, dei ministeri, dei carismi e <strong>delle</strong> responsabilità» 34 . Grazie<br />
a questa diversità e complementarità ogni membro si trova in relazione<br />
con tutto il corpo e a esso offre il proprio contributo.<br />
56. La comunione converge nella realizzazione dell’obiettivo comune<br />
a tutto il popolo di Dio: l’evangelizzazione 35 : «Le sfide della missione,<br />
infatti, sono tali da non poter essere efficacemente affrontate senza la collaborazione,<br />
sia nel discernimento che nell’azione, di tutti i membri della<br />
Chiesa. Difficilmente i singoli possiedono la risposta risolutiva: questa<br />
invece può scaturire dal confronto e dal dialogo. In particolare, la comunione<br />
operativa tra i vari carismi non mancherà di assicurare, oltre che un<br />
arricchimento reciproco, una più incisiva efficacia nella missione» 36 .<br />
34 Giovanni Paolo II, esortazione apostolica Christifideles laici, 20: AAS 81 (1989), 425.<br />
35 «Operai della vigna sono tutti i membri del popolo di Dio: i sacerdoti, i religiosi e le religiose,<br />
i fedeli laici, tutti a un tempo oggetto e soggetto della missione di salvezza. Tutti e ciascuno<br />
lavoriamo nell’unica vigna del Signore con carismi e con ministeri diversi e complementari»<br />
(Ibid., 55: AAS 81 [1989], 502).<br />
36 Giovanni Paolo II, esortazione apostolica Vita consecrata, 25 marzo 1996, 74a: AAS 88<br />
(1996), 449-450.
0<br />
È forte il richiamo a educarsi alla comunione e alla collaborazione,<br />
mettendo in questione il proprio modo di vivere e di lavorare per la<br />
promozione del regno di Dio nel mondo della salute.<br />
Coinvolgimento di tutte le categorie del popolo di Dio<br />
57. È compito dei sacerdoti, sia di quelli che operano nelle istituzioni<br />
sanitarie in qualità di cappellani sia dei parroci e dei loro vicari, coinvolgere<br />
nella pastorale della salute i diaconi, i consacrati e le consacrate, i<br />
fedeli laici.<br />
Come già nella Chiesa <strong>delle</strong> origini gli apostoli scelsero i diaconi per<br />
svolgere un «servizio sociale… assolutamente concreto, ma al contempo…<br />
anche un servizio spirituale… che realizza un compito essenziale<br />
della Chiesa, quello dell’amore ben ordinato del prossimo» 37 , così anche<br />
oggi i diaconi sono chiamati a realizzare un ministero di carità rivolto in<br />
modo particolare ai bisognosi, ai malati e ai sofferenti.<br />
Preziosa, poi, è la partecipazione dei consacrati e <strong>delle</strong> consacrate alla<br />
pastorale della salute. Lungo la storia, essi hanno costituito la principale<br />
forma di presenza concreta della Chiesa nell’assistenza agli infermi:<br />
«Molte istituzioni religiose sono sorte con la specifica finalità di promuovere,<br />
organizzare, migliorare ed estendere l’assistenza agli infermi» 38 .<br />
Irrinunciabile, infine, è il contributo che i fedeli laici possono offrire<br />
alla pastorale della salute sia attraverso l’esercizio della loro professione<br />
negli ospedali e nel territorio, sia collaborando ai compiti propri dei ministri<br />
ordinati 39 . Nell’esercizio <strong>delle</strong> attività verso gli infermi che competono<br />
alla comunità ecclesiale, lo spazio dei laici è rilevante: possono<br />
37 Benedetto XVI, lettera enciclica Deus caritas est, 21: “L’Osservatore Romano”, 26 gennaio<br />
2006.<br />
38 Giovanni Paolo II, motu proprio Dolentium hominum, 1: AAS 77 (1985), 457.<br />
39 Cfr Congregazione per il Clero e Altre, Istruzione su alcune questioni circa la collaborazione<br />
dei fedeli laici al ministero dei sacerdoti (15 agosto 1997): «Entro questa vasta area di<br />
concorde operosità, sia specificamente spirituale o religiosa, sia nella consecratio mundi, esiste<br />
un campo speciale, quello che riguarda il sacro ministero del clero, nell’esercizio del quale possono<br />
essere chiamati a coadiuvare i fedeli laici, uomini e donne, e, naturalmente, anche i membri<br />
degli Istituti di vita consacrata e <strong>delle</strong> Società di vita apostolica. A tale ambito si riferisce<br />
il Concilio Ecumenico Vaticano II, laddove insegna: “Infine la gerarchia affida ai laici alcuni<br />
compiti, che sono più intimamente collegati con i doveri dei pastori, come nell’esposizione della<br />
dottrina cristiana, in alcuni atti liturgici, nella cura <strong>delle</strong> anime” (Apostolicam actuositatem,<br />
24)» (Premessa): AAS 89 (1997), 854.
visitare i malati a nome della comunità, portare loro la Santa Comunione,<br />
guidare momenti di preghiera, partecipare attivamente alle celebrazioni<br />
liturgiche.<br />
Il ruolo della donna<br />
58. Una partecipazione più attiva e corresponsabile della donna –<br />
consacrata e laica – alla missione della Chiesa nel mondo sanitario non<br />
solo è auspicabile ma raccomandabile. La sua presenza negli organismi<br />
operanti nelle istituzioni sanitarie e nelle parrocchie offre una risorsa<br />
importante, portando a cambiamenti significativi nel modo di porsi in<br />
relazione con le persone e i problemi del mondo della salute. L’azione<br />
pastorale della Chiesa può essere arricchita dall’integrazione di quelle<br />
caratteristiche che sono tipiche della personalità femminile: la ricettività,<br />
la disponibilità, l’accoglienza, la capacità di ascolto, l’abilità nel<br />
cogliere le situazioni, l’attitudine a farsi carico dei problemi degli altri,<br />
l’inclinazione a offrire il proprio aiuto.<br />
Come ha scritto Giovanni Paolo II: «Nella nostra epoca i successi della<br />
scienza e della tecnica permettono di raggiungere in maniera ancora<br />
sconosciuta un benessere materiale che, favorendo alcuni, conduce altri<br />
all’emarginazione. Questo progresso materiale può comportare anche<br />
una graduale scomparsa della sensibilità dell’uomo, verso ciò che è essenzialmente<br />
umano. In questo senso, soprattutto il nostro tempo aspetta<br />
la manifestazione del genio della donna che assicuri la sensibilità verso<br />
l’uomo in ogni circostanza: per il semplice fatto che è uomo!» 40 .<br />
Progettualità<br />
59. La comunione e la collaborazione non potranno essere efficacemente<br />
promosse senza il passaggio dall’agire improvvisato alla progettualità<br />
e senza un coordinamento intelligente <strong>delle</strong> risorse presenti nella<br />
comunità: i ministri straordinari della Comunione, gli operatori pastora-<br />
40 Giovanni Paolo II, lettera apostolica Mulieris dignitatem, 15 agosto 1988, 30: AAS 80<br />
(1988), 1726.<br />
1
2<br />
li e sanitari, i volontari <strong>delle</strong> diverse associazioni, i familiari dei malati,<br />
i malati stessi.<br />
La programmazione non può restare a livello di alcune decisioni prese<br />
in base alla buona volontà, ma va vista come l’occasione per realizzare<br />
un processo dinamico che unisce riflessione, discernimento e operatività.<br />
Per questo sono necessari luoghi e momenti di confronto e verifica.<br />
Ciò si rende tanto più necessario se si considera che il sistema sanitario<br />
esce progressivamente dagli ambiti <strong>delle</strong> sole strutture ospedaliere<br />
per radicarsi su tutto il territorio, con la conseguenza che un numero<br />
sempre più consistente di malati si trova nelle famiglie, soprattutto nella<br />
fase dell’assistenza e della riabilitazione.<br />
L’organizzazione a diversi livelli<br />
60. Per un coinvolgimento creativo di tutta la comunità ecclesiale<br />
nella pastorale della salute si richiede la presenza di strutture di comunione<br />
operanti a livello nazionale, regionale, diocesano, parrocchiale e<br />
ospedaliero. Alcune di esse sono in funzione da tempo, altre sono sorte<br />
in questi ultimi anni.<br />
A livello nazionale<br />
61. Due sono le strutture di riferimento istituite dalla Conferenza Episcopale<br />
Italiana: l’Ufficio Nazionale e la Consulta Nazionale per la pastorale<br />
della sanità.<br />
L’Ufficio Nazionale è la struttura che anima la pastorale della salute<br />
su tutto il territorio nazionale. Suoi compiti specifici sono:<br />
− promuovere in tutte le diocesi la costituzione di un ufficio analogo,<br />
così da programmare un’adeguata pastorale nei suoi compiti fondamentali<br />
(evangelizzazione, celebrazione dei sacramenti, servizio della<br />
carità);<br />
− favorire la collaborazione <strong>delle</strong> diverse realtà sanitarie di ispirazione<br />
cristiana (associazioni professionali, organismi di volontariato, istituzioni<br />
sanitarie cattoliche, ecc.) presenti sul territorio nazionale;<br />
− seguire l’evoluzione della legislazione sanitaria per elaborare orientamenti<br />
pastorali adeguati;
− promuovere lo studio e l’approfondimento dei problemi inerenti la<br />
pastorale della salute, con particolare attenzione a quelli etici.<br />
La Consulta Nazionale, composta dai rappresentanti <strong>delle</strong> principali<br />
realtà cristiane operanti, a livello nazionale, nell’ambito della sanità,<br />
ha come compito specifico la promozione di una pastorale d’<strong>insieme</strong> e<br />
l’offerta di un contributo di riflessione sugli orientamenti generali della<br />
pastorale della salute in Italia 41 .<br />
62. Accanto a queste due strutture, si è costituito il Tavolo nazionale<br />
<strong>delle</strong> istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana, le cui finalità sono:<br />
− stabilire un collegamento permanente tra i soggetti aderenti per il<br />
confronto, la ricerca e l’attuazione di comuni indirizzi etico-antropologici,<br />
anche per favorire l’effettivo perseguimento <strong>delle</strong> finalità<br />
evangeliche per cui le istituzioni sono sorte;<br />
− elaborare proposte di orientamenti pastorali, di iniziative e di interventi<br />
rivolti ai diversi soggetti ecclesiali che operano nell’ambito sanitario;<br />
− promuovere iniziative di formazione mirate all’efficienza, all’efficacia<br />
e all’appropriatezza dei servizi e dei presidi sanitari, assumendo<br />
in via prioritaria l’umanizzazione degli interventi.<br />
È auspicabile che gradualmente vengano costituiti con le stesse finalità<br />
Tavoli <strong>delle</strong> istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana a livello<br />
regionale o interregionale.<br />
A livello regionale<br />
63. La sanità sta assumendo particolare importanza e rilevanza autonoma<br />
nelle singole regioni, per cui s’impone la necessità di istituire<br />
o potenziare la Consulta regionale per la pastorale della salute, diretta<br />
da un responsabile designato dalla Conferenza Episcopale Regionale.<br />
41 Cfr Consulta Nazionale della CEI per la pastorale della sanità, La pastorale della<br />
salute nella Chiesa italiana. Linee di pastorale sanitaria, 66 -70: “Notiziario della Conferenza<br />
Episcopale Italiana” 1989, 112.<br />
3
4<br />
Spetta anche alla Conferenza Episcopale Regionale designare al proprio<br />
interno un vescovo con l’incarico di seguire la pastorale sanitaria.<br />
I compiti specifici della Consulta regionale riguardano in particolare<br />
la promozione di iniziative a carattere formativo, il coordinamento degli<br />
uffici diocesani, l’attenzione agli interventi legislativi, la sensibilizzazione<br />
della popolazione ai problemi sanitari 42 .<br />
A livello diocesano<br />
64. Una pastorale organica nell’ambito diocesano trova il suo punto<br />
di riferimento nella persona del vescovo che esercita il ministero di governo<br />
nella Chiesa particolare mediante organismi e uffici pastorali.<br />
Particolare rilievo per la promozione di una pastorale sanitaria organica<br />
assume l’Ufficio diocesano, cui è bene sia aggiunta una Consulta<br />
diocesana, composta, oltre che dal responsabile dell’Ufficio, da soggetti<br />
attivi nell’azione pastorale: parroci, cappellani, rappresentanti di associazioni<br />
ecclesiali, di associazioni professionali cristiane e del volontariato.<br />
L’Ufficio diocesano per la pastorale della salute ha il compito di studiare<br />
le linee pastorali diocesane nel campo della sanità, di sensibilizzare<br />
le comunità cristiane a tali problemi, di coordinare le iniziative riguardanti<br />
la formazione e l’aggiornamento <strong>delle</strong> persone che operano nel<br />
settore, di seguire i vari progetti locali in materia sanitaria.<br />
Le principali attività della Consulta diocesana sono:<br />
− la sensibilizzazione <strong>delle</strong> comunità ecclesiali, mettendo in rilievo il<br />
fatto che esse costituiscono il soggetto primario della pastorale sanitaria;<br />
− la formazione degli operatori sanitari, con particolare attenzione ai<br />
cappellani, ai medici, agli infermieri e ai volontari. L’attività formativa<br />
può avvenire attraverso l’apporto e la collaborazione <strong>delle</strong> associazioni<br />
professionali e di volontariato. Pur lasciando a ogni associazione<br />
la realizzazione dei propri specifici programmi, è opportuno<br />
fissare alcune iniziative annuali da svolgere <strong>insieme</strong>;<br />
− la promozione di iniziative finalizzate a migliorare l’assistenza ai<br />
malati, con particolare attenzione alle persone sole, emarginate, con<br />
42 Cfr Ibid., 74: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 112-113.
patologie che richiedono cure particolari, come i malati oncologici,<br />
gli anziani non autosufficienti, le persone affette da AIDS e i malati<br />
psichiatrici.<br />
A livello parrocchiale<br />
65. La continua evoluzione della sanità, sempre più articolata sul territorio,<br />
interpella le comunità parrocchiali, chiamate a farsi carico della<br />
cura e assistenza dei malati, dell’educazione dei fedeli ai valori cristiani<br />
della vita e della loro sensibilizzazione ai problemi della salute, della<br />
sofferenza e della morte 43 .<br />
È compito soprattutto del parroco promuovere nel tessuto vitale della<br />
comunità lo spirito della diaconia evangelica verso i sofferenti e l’impegno<br />
per la promozione della salute. Nelle catechesi – soprattutto nei<br />
tempi forti dell’anno liturgico o in occasioni particolari, come la Giornata<br />
mondiale del malato – devono essere trattate le tematiche relative<br />
alla sofferenza e alla salute, al vivere e al morire. È importante, infatti,<br />
che i fedeli siano sensibilizzati su questi grandi temi prima ancora di<br />
farne esperienza diretta nel periodo della malattia o nella vicinanza della<br />
morte. Attraverso i sacramenti di guarigione – celebrati individualmente<br />
e comunitariamente – egli rende presente l’azione del Signore verso coloro<br />
che soffrono.<br />
Strettamente legato alla celebrazione dell’Eucaristia è il servizio dei<br />
ministri straordinari della Comunione. Si tratta di una ministerialità da<br />
promuovere e da valorizzare come segno di una comunità che si fa vicina<br />
al malato e lo ha presente nel cuore della celebrazione eucaristica,<br />
come membro del corpo di Cristo, a cui va offerta la cura più grande. In<br />
questa luce, è significativo che i ministri nel giorno del Signore vengano<br />
inviati a portare la Comunione ai malati dall’assemblea stessa radunata<br />
per la celebrazione.<br />
43 «Nell’attenzione ai problemi del mondo della salute e nella cura ammirevole verso i malati,<br />
la comunità ecclesiale è coinvolta in tutte le sue componenti» (Consulta Nazionale della<br />
CEI per la pastorale della sanità, La pastorale della salute nella Chiesa italiana. Linee<br />
di pastorale sanitaria, 23: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 103). «L’assistenza<br />
amorevole agli ammalati raggiungerà più efficacemente il suo scopo, se si eviteranno<br />
facili deleghe a pochi individui o gruppi e se si organizzeranno sapientemente interventi della<br />
comunità» (Ibid., 24: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 103).
Prezioso è il dono che si può offrire ai malati e ai loro familiari attraverso<br />
la visita sia a domicilio che nelle strutture ospedaliere presenti<br />
nell’ambito della parrocchia. La visita ai malati e ai familiari, fatta a nome<br />
della comunità, è sorgente di fraternità e di gioia, li fa sentire membri<br />
attivi della comunità ed è segno della vicinanza e dell’accoglienza di<br />
Dio. I visitatori possono farsi carico in maniera efficace <strong>delle</strong> sofferenze<br />
dei malati e dei loro congiunti, identificarne i bisogni più immediati,<br />
mediarne le esigenze.<br />
L’azione in favore dei malati trae grande giovamento dalla presenza<br />
di adeguati collegamenti tra la cappellania ospedaliera, il consiglio pastorale<br />
ospedaliero e la parrocchia.<br />
Un contributo efficace all’assistenza dei malati è offerta dal volontariato,<br />
che va promosso, sostenuto e formato 44 .<br />
A livello ospedaliero e di presidi socio-sanitari<br />
66. L’ospedale rimane ancora luogo privilegiato di evangelizzazione<br />
che favorisce l’incontro dell’uomo malato con Dio. Figura centrale<br />
dell’animazione pastorale nelle istituzioni sanitarie è il cappellano,<br />
chiamato a «farsi centro e propulsore di un’azione tesa a risvegliare e<br />
sintonizzare tutte le forze cristiane presenti nell’ospedale, anche quelle<br />
potenziali e latenti» 45 .<br />
L’azione del cappellano o assistente spirituale trova sostegno nella cappellania<br />
e nel consiglio pastorale ospedaliero 46 , organismi necessari per una<br />
partecipazione attiva di tutta la comunità ospedaliera ai progetti pastorali.<br />
La cappellania permette di valorizzare la partecipazione e la collaborazione<br />
di diaconi, consacrati e consacrati e laici, accanto alla figura<br />
irrinunciabile del sacerdote. Questa varietà di presenze e di carismi contribuisce<br />
a favorire uno svolgimento più articolato dei diversi compiti<br />
pastorali, dando spazio non solo alla celebrazione dei sacramenti ma anche<br />
ad altre attività di evangelizzazione e servizio.<br />
44 Cfr Consulta Nazionale della CEI per la pastorale della sanità, La pastorale della<br />
salute nella Chiesa italiana. Linee di pastorale sanitaria, 59-64: “Notiziario della Conferenza<br />
Episcopale Italiana” 1989, 110-111.<br />
45 Ibid., 41: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 106.<br />
46 Ibid., 79-81: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 113-114.
Alcune attenzioni particolari<br />
67. Nella programmazione della pastorale sanitaria, è bene che le comunità<br />
cristiane abbiano presenti alcune priorità:<br />
a. Far riscoprire ai fedeli la loro vocazione missionaria, attraverso<br />
la presa di coscienza del Battesimo come partecipazione all’ufficio sacerdotale,<br />
profetico e regale di Cristo. Il ministero di cura, di accompagnamento<br />
e di compassione verso i malati è una conseguenza di tale<br />
vocazione costitutiva.<br />
b. Promuovere una formazione adeguata degli operatori pastorali.<br />
Per essere lievito e fermento nel mondo della salute, i cristiani vanno<br />
resi idonei a svolgere con amore e competenza il loro apostolato, utilizzando<br />
le risorse formative offerte dagli istituti di pastorale sanitaria 47 . La<br />
formazione non può limitarsi a rimediare all’ignoranza cognitiva, ma<br />
deve puntare a far maturare atteggiamenti che tocchino tutte le dimensioni<br />
della persona. L’operatore pastorale, infatti, è chiamato a crescere<br />
non solo a livello del sapere, ma anche a quelli del saper essere e del<br />
saper fare. Ne deriva che, nel processo formativo, spiritualità e professionalità<br />
vanno perseguiti con uguale attenzione e intensità. All’azione<br />
dell’operatore pastorale può essere applicato quanto affermato da Paolo<br />
VI a proposito dell’evangelizzazione: «L’evangelizzazione non sarà mai<br />
possibile senza l’azione dello Spirito Santo… Le tecniche dell’evangelizzazione<br />
sono buone, ma neppure le più perfette tra di esse potrebbero<br />
sostituire l’azione discreta dello Spirito. Anche la preparazione più raffinata<br />
dell’evangelizzatore non opera senza di lui. Senza di lui la dialettica<br />
più convincente è impotente sullo spirito degli uomini. Senza di lui i<br />
più elevati schemi a base sociologica e psicologica si rivelano vuoti e<br />
privi di valore. Si può dire che lo Spirito Santo è l’agente principale dell’evangelizzazione»<br />
48 .<br />
c. Promuovere un coordinamento efficace <strong>delle</strong> associazioni che<br />
operano nel settore sanitario e socio-sanitario, presenti sul territorio.<br />
Si tratterà di cercare nuovi modi di esprimere la comunione ecclesiale,<br />
lasciandosi guidare dal comandamento evangelico dell’amore e crescendo<br />
nell’esperienza e nella testimonianza della solidarietà e della<br />
47 Tra i Centri di formazione pastorale ricordiamo l’Istituto Internazionale di Teologia Pastorale<br />
Sanitaria “Camillianum” di Roma, che offre programmi accademici.<br />
48 Paolo VI, esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, 75: AAS 68 (1976), 64-66.
condivisione. È importante che nelle associazioni maturi la consapevolezza<br />
che ogni iniziativa a favore dei malati e dei sofferenti, come pure<br />
ogni presenza nella società, è fatta non a titolo personale o di gruppo,<br />
ma a nome dell’intera comunità cristiana.<br />
d. Valorizzare la Giornata mondiale del malato, come occasione formativa<br />
della comunità. Le finalità della giornata sono molteplici 49 : esse<br />
vanno conosciute, approfondite e attualizzate con progressività e con<br />
perseveranza, avvalendosi <strong>delle</strong> tematiche annuali proposte dall’Ufficio<br />
Nazionale per la pastorale della sanità. Tale Giornata deve fare un salto<br />
di qualità, sviluppando, oltre che la dimensione cultuale, già diffusa e<br />
sentita nelle parrocchie, anche quella culturale. Ciò comporta che accanto<br />
alle celebrazioni liturgiche siano promosse iniziative (quali convegni<br />
o conferenze) in ambito parrocchiale, vicariale, zonale e diocesano, con<br />
lo scopo di far riflettere sul valore della salute, sul senso della sofferenza,<br />
sull’impegno della cura dei malati, su problematiche etiche, sanitarie<br />
e organizzative, coinvolgendo anche le autorità civili.<br />
e. Favorire il sorgere o potenziare, se già esistono, microstrutture o<br />
concrete iniziative che mirino a realizzare luoghi di assistenza e accoglienza<br />
per gli anziani, i malati in fase terminale, i disabili, i bisognosi di<br />
cura, e a offrire ospitalità ai familiari dei malati ricoverati.<br />
CONCLUSIONE<br />
68. Il cammino percorso in Italia dalla pastorale della salute dopo il<br />
concilio Vaticano II è stato notevole. È cresciuta la sensibilità ecclesiale<br />
verso i problemi della sanità, portando a un coinvolgimento più efficace<br />
di tutti i membri della comunità nel servizio a chi soffre e nelle iniziative<br />
volte alla promozione della salute. La letteratura in questo settore ha<br />
49 Cfr Lettera di Giovanni Paolo II al Card. F. Angelini del 13 maggio 1992. In tale testo si afferma<br />
che la Giornata mondiale del malato ha «lo scopo manifesto di sensibilizzare il popolo<br />
di Dio e, di conseguenza, le molteplici istituzioni sanitarie cattoliche e la stessa società civile,<br />
alla necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi; di aiutare chi è ammalato a valorizzare<br />
sul piano umano e soprattutto su quello soprannaturale, la sofferenza; a coinvolgersi<br />
in maniera particolare le diocesi, le comunità cristiane, le Famiglie religiose nella pastorale<br />
sanitaria; a favorire l’impegno sempre più prezioso del volontariato; a richiamare l’importanza<br />
della formazione spirituale e morale degli operatori sanitari e, infine, a far meglio comprendere<br />
l’importanza dell’assistenza religiosa agli infermi da parte dei sacerdoti diocesani e regolari,<br />
nonché di quanti vivono ed operano accanto a chi soffre».
conosciuto un significativo sviluppo e si sono moltiplicati i centri per la<br />
formazione degli operatori pastorali. Più aperto e costruttivo è divenuto<br />
il dialogo con gli organismi e le istituzioni che a livello sociale e politico<br />
si occupano della cura dei malati e della promozione della salute.<br />
Le mete raggiunte costituiscono uno stimolo a mantenere costante la<br />
volontà di compiere ulteriori passi, rinvigorendo lo slancio spirituale e<br />
apostolico e affinando metodi e strategie pastorali, tenendo sempre fisso<br />
lo sguardo su Gesù Cristo, Buon Samaritano, nella consapevolezza che<br />
l’impegno nella promozione della salute e nella cura amorevole dei malati<br />
contribuisce efficacemente alla realizzazione del regno di Dio.<br />
69. Nell’affrontare le sfide poste dal mondo sanitario, la comunità<br />
cristiana, impegnata nel servizio a chi soffre, guarda alla Vergine Maria,<br />
salute degli infermi, come a un modello da imitare.<br />
Dichiarandosi serva del Signore, Maria ha compreso e dimostrato che<br />
la resa incondizionata alla sovranità di Dio può fornire all’uomo l’alfabeto<br />
primordiale per intendere e realizzare ogni altro servizio umano. La vita<br />
divina, presente in pienezza in lei, ha permeato tutto il suo essere e il suo<br />
operare. Partecipe della condizione dei poveri, esperta nella sofferenza,<br />
Maria è icona dell’attenzione vigile e della compassione verso chi soffre.<br />
Subito dopo essersi dichiarata serva del Signore, è corsa con fretta<br />
premurosa a farsi ancella di Elisabetta. Con sguardo attento ha colto il<br />
disagio degli sposi in Cana di Galilea. Nel suo atteggiamento si esprime<br />
l’amore di Dio, la cui misericordia non conosce limiti (cfr Lc 1, 50). Il<br />
servizio della Vergine Maria trova la manifestazione massima nella partecipazione<br />
alla sofferenza e alla morte del Figlio.<br />
«Assunta alla gloria del cielo, accompagna con materno amore la<br />
Chiesa e la protegge nel cammino verso la patria, fino al giorno glorioso<br />
del Signore» 50 . «Ora risplende sul nostro cammino, segno di consolazione<br />
e di sicura speranza» 51 .<br />
Alla sua intercessione affidiamo l’impegno <strong>delle</strong> nostre Chiese nel<br />
testimoniare quella speranza che, sola, può confortare ogni uomo e ogni<br />
donna provati dalla sofferenza e dalla malattia.<br />
50 Messale Romano, Prefazio III della Beata Vergine Maria.<br />
51 Messale Romano, Prefazio IV della Beata Vergine Maria.
100<br />
Rendiconto,<br />
previsto dall’art. 44 della legge n. 222/1985,<br />
circa l’utilizzo <strong>delle</strong> somme<br />
pervenute all’I.C.S.C. e alla C.E.I.<br />
nell’anno 2005<br />
L’articolo 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222, dispone che la Conferenza<br />
Episcopale Italiana trasmetta annualmente all’autorità statale<br />
competente il rendiconto relativo all’effettiva utilizzazione <strong>delle</strong> somme<br />
di cui agli articoli 46, 47 e 50, terzo comma, della stessa legge e lo pubblichi<br />
sul «Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana», organo<br />
ufficiale della Conferenza medesima.<br />
In adempimento a tale disposizione, si pubblica il rendiconto relativo<br />
all’anno 2005, con alcune annotazioni illustrative, inviato dal Presidente<br />
della CEI, Card. Camillo Ruini, al Ministro dell’Interno, On. Giuliano<br />
Amato, con lettera in data 5 luglio 2006, prot. n. 563/05.<br />
Nell’indicare i singoli dati si segue l’ordine <strong>delle</strong> lettere del comma<br />
secondo dell’art. 44:<br />
* Lettera a) - Numero dei sacerdoti a favore dei quali si è provveduto<br />
nell’anno 2005:<br />
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore <strong>delle</strong><br />
diocesi n. 35.471<br />
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore<br />
<strong>delle</strong> diocesi n. 3.024<br />
* Lettera b) - Somma stabilita dalla Conferenza Episcopale Italiana<br />
per il dignitoso sostentamento dei sacerdoti (al netto dei contributi<br />
previdenziali dovuti al Fondo Clero dell’INPS e al lordo <strong>delle</strong> ritenute<br />
fiscali):<br />
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno:<br />
da un minimo di € 10.732,80 (€ 894,40 mensili x 12 mensilità)<br />
ad un massimo di € 19.989,84 (€ 1.665,82 mensili x 12 mensilità)<br />
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno:<br />
sacerdoti: € 14.204,16 (€ 1.183,68 mensili x 12 mensilità)<br />
Vescovi emeriti: € 17.229,12 (€ 1.435,76 mensili x 12 mensilità)
* Lettera c) - Ammontare complessivo <strong>delle</strong> somme di cui agli articoli<br />
46 e 47 destinate al sostentamento del clero:<br />
– erogazioni liberali pervenute all’Istituto Centrale per il sostentamento<br />
del clero e deducibili a termini dell’art. 46 € 18.229.151<br />
– importo destinato dalla CEI a valere sull’anticipo dell’8 per mille<br />
IRPEF € 315.000.000<br />
* Lettera d) - Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata l’intera remunerazione:<br />
n. 142<br />
* Lettera e) - Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata un’integrazione:<br />
n. 34.723<br />
* Lettera f) - Ammontare <strong>delle</strong> ritenute fiscali e dei contributi previdenziali<br />
operati ai sensi dell’art. 25:<br />
– ritenute fiscali € 60.854.252<br />
– contributi previdenziali € 27.427.146<br />
* Lettera g) - Interventi finanziari dell’Istituto Centrale a favore dei<br />
singoli Istituti per il sostentamento del clero € 317.438.994<br />
* Lettera h) - Interventi operati per le altre finalità previste dall’art. 48:<br />
1. Esigenze di culto della popolazione<br />
La somma destinata a questa finalità è stata pari a<br />
€ 471.250.000,00.<br />
In particolare, essa è stata così ripartita:<br />
– per l’edilizia di culto: € 200 milioni;<br />
– alle diocesi, per il sostegno <strong>delle</strong> attività di culto e pastorale:<br />
€ 155 milioni;<br />
– per interventi di rilievo nazionale definiti dalla CEI:<br />
€ 49.250.000,00;<br />
– per il “fondo speciale” finalizzato alla promozione della catechesi<br />
e dell’educazione cristiana: € 60 milioni;<br />
– per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause<br />
matrimoniali: € 7 milioni.<br />
101
102<br />
2. Interventi caritativi in Italia e nei paesi del terzo mondo<br />
La somma destinata a questa finalità è stata pari a € 195 milioni.<br />
In particolare, essa è stata così ripartita:<br />
– alle diocesi, per interventi caritativi a favore della collettività<br />
nazionale: € 85 milioni;<br />
– per interventi caritativi di rilievo nazionale definiti dalla CEI:<br />
€ 30 milioni;<br />
– per interventi caritativi a favore di paesi del terzo mondo:<br />
€ 80 milioni.<br />
3. Accantonamento a futura destinazione per le esigenze di culto e<br />
pastorale e per gli interventi caritativi: € 2.865.165,49.<br />
ANNOTAZIONI<br />
L’art. 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222 dispone che “la<br />
Conferenza Episcopale Italiana trasmette annualmente all’autorità statale<br />
competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione <strong>delle</strong><br />
somme di cui agli articoli 46, 47 [e 50, terzo comma]”, e indica gli elementi<br />
che “tale rendiconto deve comunque precisare”.<br />
sostentamento del clero cattolico<br />
1. Quanto al dato di cui alla lettera a) dell’art. 44, comma secondo<br />
Il numero di 38.495 (35.471 + 3.024) individua i sacerdoti inseriti<br />
nel sistema di sostentamento nel corso del 2005, compresi coloro che<br />
tra il 2 gennaio e il 31 dicembre dello stesso anno sono deceduti.<br />
I primi (35.471) sono coloro che hanno avuto titolo ad una remunerazione<br />
per il ministero svolto a tempo pieno in servizio <strong>delle</strong> diocesi<br />
(cfr art. 24); i secondi (3.024) sono coloro a cui si è provveduto a titolo<br />
di previdenza integrativa (cfr art. 27, comma primo), non essendo essi<br />
più in grado di svolgere un servizio a tempo pieno.
2. Quanto ai dati di cui alla lettera b)<br />
L’esistenza di un importo minimo e di un importo massimo di remunerazione<br />
assicurato ai sacerdoti deriva dalle scelte operate nella definizione<br />
del sistema remunerativo.<br />
A ciascun sacerdote spetta un numero X di punti; ogni anno la CEI<br />
determina il valore monetario del singolo punto (per il 2005: € 11,18);<br />
la remunerazione assicurata corrisponde al prodotto del numero dei<br />
punti per il valore del punto.<br />
Il numero dei punti varia in concreto per ciascun sacerdote, perché a<br />
partire da un numero-base uguale per tutti (nel 2005: 80 punti mensili)<br />
sono attribuiti punti ulteriori (fino a un massimo di 149 punti mensili)<br />
al verificarsi di circostanze previste dalla normativa data dalla CEI ai<br />
sensi dell’art. 75 della legge n. 222/1985 e secondo gli indirizzi del can.<br />
281 del codice di diritto canonico (oneri particolari connessi con l’esercizio<br />
di taluni uffici; anzianità nell’esercizio del ministero sacerdotale;<br />
spese per alloggio in mancanza di casa canonica; condizioni di speciale<br />
difficoltà).<br />
3. Quanto ai dati di cui alla lettera c)<br />
Le offerte deducibili previste dall’art. 46, destinate al sostentamento<br />
del clero cattolico nel 2005, sono state pari a € 18.229.151.<br />
Si tratta dell’importo complessivo <strong>delle</strong> erogazioni liberali versate<br />
nel corso del 2004 dai donanti sui conti correnti postale e bancari dell’Istituto<br />
Centrale oppure presso gli Istituti diocesani per il sostentamento<br />
del clero all’uopo delegati, del quale l’Istituto Centrale ha avuto<br />
conoscenza esauriente soltanto dopo la chiusura dell’esercizio 2004,<br />
al ricevimento <strong>delle</strong> rendicontazioni degli enti collettori; conseguentemente<br />
detto importo è stato destinato al sostentamento del clero nell’esercizio<br />
successivo (2005).<br />
La somma di € 315.000.000,00 corrisponde all’importo trasmesso<br />
dalla CEI all’Istituto Centrale prelevandolo dal versamento complessivo<br />
di € 984.115.165,49 effettuato dallo Stato nell’anno 2005 ai sensi<br />
dell’ultimo comma dell’art. 47.<br />
103
104<br />
4. Quanto ai dati di cui alle lettere d) ed e)<br />
Come è noto, il sistema di sostentamento del clero cattolico è impostato<br />
secondo i seguenti criteri:<br />
A. I sacerdoti che svolgono servizio in favore della diocesi “comunicano<br />
annualmente all’Istituto diocesano per il sostentamento del clero:<br />
a) la remunerazione che, secondo le norme stabilite dal Vescovo<br />
diocesano, sentito il Consiglio presbiterale, ricevono dagli enti<br />
ecclesiastici presso i quali esercitano il ministero;<br />
b) gli stipendi eventualmente ad essi corrisposti da altri soggetti”<br />
(art. 33).<br />
B. “L’Istituto verifica, per ciascun sacerdote, i dati ricevuti a norma dell’art.<br />
33. Qualora la somma dei proventi di cui al medesimo articolo<br />
non raggiunga la misura determinata dalla Conferenza Episcopale<br />
Italiana a norma dell’articolo 24, primo comma, l’Istituto stabilisce<br />
l’integrazione spettante, dandone comunicazione all’interessato”<br />
(art. 34, comma primo).<br />
C. “Gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero provvedono all’integrazione<br />
di cui all’art. 34 con i redditi del loro patrimonio.<br />
Qualora tali redditi risultino insufficienti, gli Istituti richiedono all’Istituto<br />
Centrale la somma residua necessaria ad assicurare ad ogni<br />
sacerdote la remunerazione nella misura stabilita” (art. 35, commi<br />
primo e secondo).<br />
In pratica possono dunque verificarsi tre situazioni:<br />
– Taluni sacerdoti non ricevono alcuna remunerazione dall’ente ecclesiastico,<br />
perché questo è impossibilitato a intervenire in loro favore<br />
per mancanza totale di mezzi; se il sacerdote non ha altre entrate<br />
computabili, gli si deve l’intera remunerazione.<br />
I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 142.<br />
– Altri sacerdoti ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o<br />
godono di altre entrate computabili; se con queste risorse non raggiungono<br />
la misura di remunerazione loro attribuita (cfr quanto annotato<br />
più sopra alla lettera B) hanno diritto di ricevere una integrazione<br />
fino alla concorrenza di tale misura.<br />
I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 34.723.
– Altri sacerdoti, infine, che ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici<br />
o godono di altre entrate computabili, raggiungono con questi<br />
apporti, o addirittura superano, la misura di remunerazione loro attribuita;<br />
in questo caso non è dovuta loro alcuna integrazione.<br />
I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 3.630.<br />
5. Quanto al dato di cui alla lettera f)<br />
A proposito <strong>delle</strong> ritenute fiscali è opportuno ricordare che si tratta di<br />
quelle operate dall’Istituto Centrale su due possibili componenti della<br />
remunerazione dei sacerdoti:<br />
– la remunerazione ricevuta da enti ecclesiastici;<br />
– la remunerazione totale o l’integrazione ricevuta dagli Istituti per il<br />
sostentamento del clero.<br />
È da sottolineare, peraltro, che il carico fiscale complessivo che è<br />
gravato sui sacerdoti nel 2005 è maggiore dell’importo indicato: quando,<br />
per esempio, a comporre la remunerazione attribuita al sacerdote<br />
concorre uno stipendio (insegnamento della religione cattolica nelle<br />
scuole, assistenza spirituale negli ospedali o nelle carceri, ecc.) le ritenute<br />
sul medesimo sono operate direttamente dallo Stato. È noto inoltre<br />
che lo Stato effettua le ritenute sulle pensioni di cui eventualmente i<br />
sacerdoti godono.<br />
A proposito dei contributi previdenziali si precisa che si tratta di<br />
quelli dovuti, ai sensi della legge 22 dicembre 1973, n. 903, per il fondo<br />
speciale clero costituito presso l’INPS, l’iscrizione al quale è obbligatoria<br />
per ogni sacerdote secolare avente cittadinanza italiana e per ogni<br />
sacerdote non avente cittadinanza italiana, ma presente sul territorio<br />
italiano al servizio di diocesi italiane.<br />
6. Quanto alla lettera g)<br />
Se si confrontano i dati relativi al primo e terzo comma del precedente<br />
punto 3 <strong>delle</strong> presenti Annotazioni (€ 333.229.151) e la somma erogata<br />
dall’Istituto Centrale ai singoli Istituti diocesani per il sostentamento<br />
del clero (€ 317.438.994) – utilizzata per la corresponsione ai sacerdoti<br />
10
10<br />
<strong>delle</strong> integrazioni e degli assegni di previdenza, per il versamento dei<br />
contributi previdenziali al Fondo Clero dell’INPS, per il pagamento del<br />
premio di una polizza sanitaria integrativa in favore del Clero – si constata<br />
la differenza positiva di € 15.790.157. Tale somma sarà utilizzata<br />
per le esigenze del sostentamento del clero dell’anno successivo.<br />
7. Quanto alla lettera h)<br />
1. esigenze di culto della popolazione<br />
A) Una quota di € 200 milioni è stata destinata all’“edilizia di culto”.<br />
In seguito all’esito dei lavori della Commissione Paritetica istituita<br />
ai sensi dell’articolo 49 della legge 20 maggio 1985, n. 222, per la<br />
verifica del triennio 2002-2004, sono stati riuniti in questa voce i<br />
fondi destinati alla costruzione di edifici di culto cattolico e <strong>delle</strong><br />
pertinenti opere parrocchiali (€ 130 milioni) e quelli destinati alla<br />
tutela e al restauro dei beni culturali ecclesiastici (€ 70 milioni). Il<br />
primo ambito di intervento (nuova edilizia di culto) è finalizzato a<br />
rispondere alle esigenze di mobilità della popolazione sul territorio<br />
nazionale, con particolare riferimento agli insediamenti abitativi<br />
nelle periferie urbane, e a dotare le comunità parrocchiali di adeguate<br />
infrastrutture (per es. case canoniche, locali per la catechesi<br />
e la pastorale giovanile). Il secondo tipo di intervento è finalizzato<br />
primariamente al restauro e al consolidamento statico di edifici di<br />
culto di interesse storico-artistico e <strong>delle</strong> loro pertinenze; in secondo<br />
luogo alla conservazione e consultazione di archivi e biblioteche<br />
diocesani e alla promozione di musei diocesani o di interesse diocesano,<br />
all’inventariazione informatizzata dei beni artistici e storici di<br />
proprietà di enti ecclesiastici, all’installazione di impianti di sicurezza<br />
per gli edifici di culto e le loro dotazioni storico-artistiche, al<br />
restauro di organi a canne.<br />
B) Una quota di € 155 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane,<br />
per il sostegno <strong>delle</strong> attività di culto e di pastorale.<br />
La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i<br />
seguenti criteri: una quota base (€ 349.939,32) eguale per ciascuna<br />
diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila
abitanti: € 116.646,44), una quota variabile a seconda del numero<br />
degli abitanti (€ 1,3029 per abitante).<br />
L’individuazione <strong>delle</strong> finalità di culto e di pastorale alle quali destinare<br />
la somma ricevuta è stata fatta in un’apposita circolare inviata<br />
dalla CEI ai Vescovi diocesani, tenendo come punto di riferimento<br />
la descrizione <strong>delle</strong> attività di religione e di culto contenuta nell’art.<br />
16, lett. a) della legge n. 222/1985: attività dirette all’esercizio del<br />
culto e alla cura <strong>delle</strong> anime, alla formazione del clero e dei religiosi,<br />
a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana.<br />
Agli stessi criteri ci si è attenuti nel fornire ai Vescovi gli schemi<br />
per il rendiconto annuale.<br />
C) Una quota di € 49.250.000,00 è stata destinata a sostegno di attività<br />
di culto e pastorale a rilievo nazionale, individuate in concreto dalla<br />
Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente.<br />
Anche per quest’anno si segnalano, tra gli altri e a titolo esemplificativo,<br />
contributi: a monasteri di clausura femminili che versano<br />
in condizioni di particolare necessità; alle facoltà teologiche, affidate<br />
alla diretta responsabilità dei Vescovi italiani, per le attività di<br />
formazione del clero e dei religiosi; a enti e associazioni operanti<br />
nell’ambito della catechesi, dell’educazione cristiana e per scopi<br />
missionari.<br />
D) Una quota di € 60 milioni è stata destinata per il “fondo speciale”,<br />
costituito presso la CEI, finalizzato alla promozione della catechesi<br />
e dell’educazione cristiana.<br />
E) Una quota di € 7 milioni è stata destinata per l’attività dei Tribunali<br />
ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali.<br />
2.1. interventi caritativi a favore della collettività nazionale<br />
A) Una quota di € 85 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane<br />
per interventi caritativi a favore della collettività nazionale.<br />
La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i<br />
seguenti criteri: una quota base (€ 192.338,57) uguale per ciascuna<br />
10
10<br />
diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti:<br />
€ 64.112,86), una quota variabile a seconda del numero degli<br />
abitanti (€ 0,7153 per abitante).<br />
B) Una quota di € 30 milioni è stata destinata per interventi caritativi<br />
in Italia aventi rilievo nazionale, individuati in concreto dalla<br />
Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente.<br />
Anche per quest’anno si segnalano, tra gli altri e a titolo esemplificativo,<br />
contributi: alla Caritas Italiana che coordina interventi sul<br />
territorio riguardanti i seguenti ambiti: il sostegno alle famiglie particolarmente<br />
disagiate, l’accoglienza dei rifugiati, il recupero <strong>delle</strong><br />
vittime della tratta di esseri umani, iniziative orientate a favorire il<br />
reinserimento lavorativo, sociale e comunitario di detenuti; contributi<br />
a fondazioni ed enti senza scopo di lucro che operano per<br />
l’assistenza ai poveri, agli emarginati e ai profughi, per la prevenzione<br />
dell’usura, per il reinserimento sociale di disoccupati ed ex<br />
tossicodipendenti, per il sostegno di soggetti disabili; contributi ad<br />
associazioni e centri in difesa della vita umana.<br />
2.2. interventi caritativi a favore di paesi del terzo mondo<br />
Nell’anno 2005 una quota di € 80 milioni è stata destinata agli interventi<br />
caritativi a favore del terzo mondo.<br />
Le assegnazioni vengono definite da un apposito Comitato.<br />
Relativamente ai fondi dell’anno 2005 sono pervenuti n. 612 progetti,<br />
di cui quelli finora approvati sono stati 242. Molti progetti sono stati<br />
respinti perché non rientravano negli ambiti previsti dalla legge n.<br />
222/1985, oppure perché la loro realizzazione è stata giudicata meno<br />
urgente o non in linea con il Regolamento indicante il quadro dei criteri<br />
generali di intervento e le priorità contenutistiche e geografiche.<br />
I progetti finanziati promuovono la formazione in molteplici ambiti:<br />
dall’alfabetizzazione alla formazione professionale in campo sanitario,<br />
agricolo-ambientale, economico, cooperativo e <strong>delle</strong> comunicazioni sociali;<br />
non si trascura il sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione<br />
di competenze gestionali, né si tengono in minor considerazione la<br />
formazione universitaria e la promozione della donna. Oltre al sostegno<br />
offerto a questa tipologia di progetti prioritari, si segnalano anche talu-
ni interventi consistenti per emergenze che ricorrentemente insorgono<br />
nelle aree interessate all’azione del Comitato: l’entità degli stanziamenti<br />
varia nel caso di gravi calamità nazionali rispetto a interventi più<br />
mirati per emergenze locali.<br />
Di seguito si elencano taluni progetti, tra quelli maggiormente significativi,<br />
per la cui realizzazione sono stati concessi contributi.<br />
In ambito scolastico: lotta allo sfruttamento dei minori mediante la<br />
formazione di alunni <strong>delle</strong> caste inferiori in India; programma educativo<br />
a favore <strong>delle</strong> popolazioni tribali Gumuz in Etiopia; formazione e<br />
aggiornamento degli insegnanti <strong>delle</strong> scuole primarie nella Repubblica<br />
Democratica del Congo; programma di educazione di base per le popolazioni<br />
rurali più vulnerabili in Cambogia; alfabetizzazione degli adulti<br />
nelle famiglie e nelle comunità fluviali in Nicaragua; formazione degli<br />
educatori in Messico e Cambogia; alfabetizzazione e formazione degli<br />
insegnanti in Angola; sostegno alla formazione di ragazze disagiate in<br />
Colombia.<br />
In ambito sanitario: formazione in Africa di personale sanitario per la<br />
cura dell’AIDS; tutela dei diritti dei malati psichici e miglioramento dei<br />
servizi di cura <strong>delle</strong> malattie mentali in Albania; rafforzamento del servizio<br />
sanitario rurale, ammodernamento dell’ospedale e programma di<br />
riabilitazione per pazienti affetti dal virus dell’AIDS e della tubercolosi<br />
in India; creazione di un centro di formazione permanente di operatori<br />
sanitari in Guinea Bissau; implementazione del sostegno per l’assistenza<br />
sanitaria mobile a favore <strong>delle</strong> popolazioni tribali Turkana e Metile<br />
in Kenya; acquisto di equipaggiamenti per strutture ospedaliere in India;<br />
avvio di un programma per la protezione della salute in favore della<br />
popolazione del Niger e, con particolare riguardo all’ambito rurale, in<br />
Salvador, India, Malawi, Angola e Burkina Faso.<br />
Nel settore della promozione umana: documentazione e ricerche sull’etnoantropologia<br />
dei Ngambai in Ciad; sostegno alle Chiese locali per<br />
l’acquisto della radio Kairos in Brasile e della Catholic Radio Network<br />
in Papua Nuova Guinea; formazione <strong>delle</strong> risorse umane e acquisto di<br />
equipaggiamenti per la radio Pa’i Puku in Paraguay e in Lesotho; inserimento<br />
sociale e lavorativo di adolescenti a rischio in Bolivia; avvio di<br />
corsi di formazione professionale in informatica, rilegatura, sartoria e<br />
artigianato in India; avvio di programmi di formazione in informatica a<br />
favore di alunni tribali in India; avvio di un istituto linguistico e formazione<br />
alla gestione marketing in Siria; creazione di un centro di preven-<br />
10
110<br />
zione, educazione integrale e formazione al lavoro per madri adolescenti<br />
della strada in Colombia.<br />
Tra le emergenze alle quali è stato possibile dar risposta nel 2005 si<br />
segnala:<br />
Honduras, Guatemala e Salvador (uragano)<br />
e Pakistan (terremoto): € 4.000.000;<br />
Darfur, Niger e Sahel (carestia): € 3.750.000;<br />
India, Indonesia e Sri Lanka (tsunami): € 3.000.000;<br />
India (alluvione): € 1.500.000.<br />
L’intera somma destinata agli interventi caritativi verrà comunque<br />
erogata per i progetti approvati. Si segnala, inoltre, che la somma € 80<br />
milioni destinata nell’anno 2004 è stata interamente erogata per finanziare<br />
465 dei 1.366 progetti presentati.<br />
3. accantonamento a futura destinazione per le esigenze di<br />
culto e pastorale e per gli interventi caritativi<br />
Una quota di € 2.865.165,49 è stata destinata all’“accantonamento”,<br />
costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana nel 2003 in considerazione<br />
dell’eventualità che nei prossimi anni possa ridursi l’entità dei<br />
conguagli <strong>delle</strong> somme alla stessa corrisposte in forza degli articoli 46 e<br />
47 della legge 222/1985. Resta fermo che la predetta quota verrà destinata<br />
per le finalità di culto e pastorale e per gli interventi caritativi negli<br />
anni successivi.
Ripartizione <strong>delle</strong> somme<br />
derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF<br />
per l’anno 2006<br />
La 56 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana ha<br />
approvato la proposta di ripartizione <strong>delle</strong> somme derivanti dall’otto<br />
per mille dell’IRPEF per l’anno 2006 presentata dalla Presidenza della<br />
CEI, dopo aver sentito il Consiglio Episcopale Permanente nella sessione<br />
di marzo 2006.<br />
La determinazione è stata approvata con 183 voti favorevoli su 186<br />
votanti.<br />
determinazione<br />
La 56 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana<br />
– preso atto che, sulla base <strong>delle</strong> informazioni ricevute il 10 gennaio<br />
2006 dal Ministero dell’Economia e <strong>delle</strong> Finanze, la somma relativa<br />
all’8 per mille irpef che lo Stato è tenuto a versare alla CEI nel corso<br />
dell’anno 2006 risulta pari a € 929.942.977,17 (€ 71.048.556,05 a<br />
titolo di conguaglio per l’anno 2003 e € 858.894.421,12 a titolo di<br />
anticipo dell’anno 2006);<br />
– considerate le proposte di ripartizione e assegnazione presentate<br />
dalla Presidenza della CEI;<br />
– visti i paragrafi 1 e 5 della delibera CEI n. 57,<br />
approva<br />
le seguenti determinazioni<br />
1. La somma di € 929.942.977,17, di cui in premessa, è così ripartita e<br />
assegnata:<br />
a) all’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero:<br />
335.932.000,00;<br />
b) per le esigenze di culto e pastorale: 399.010.977,17 di cui:<br />
111
112<br />
– alle diocesi: 155 milioni;<br />
– per l’edilizia di culto: 180 milioni<br />
(di cui 110 milioni destinati alla nuova edilizia di<br />
culto, 7 milioni destinati alla costruzione di case<br />
canoniche nel Sud d’Italia e 63 milioni destinati<br />
alla tutela e al restauro dei beni culturali ecclesiastici);<br />
– al Fondo per la catechesi e l’educazione cristiana:<br />
20.010.977,17;<br />
– ai Tribunali Ecclesiastici Regionali: 7.500.000,00;<br />
– per esigenze di culto e pastorale di rilievo nazionale:<br />
36.500.000,00;<br />
c) per gli interventi caritativi: 195.000.000,00 di cui:<br />
– alle diocesi: 85 milioni;<br />
– per interventi nei Paesi del terzo mondo: 80 milioni;<br />
– per esigenze caritative di rilievo nazionale: 30 milioni.<br />
2. Alle voci “nuova edilizia di culto” e “Fondo per la catechesi e<br />
l’educazione cristiana” è ulteriormente destinata la somma di €<br />
30.000.000,00, prelevandola dall’avanzo di gestione del bilancio<br />
consuntivo della Conferenza Episcopale Italiana per l’anno 2005,<br />
che è così ripartita:<br />
− per la nuova edilizia di culto: 10 milioni;<br />
− per il Fondo per la catechesi e l’educazione cristiana: 20 milioni.<br />
3. Eventuali variazioni in positivo o in negativo della somma di cui in<br />
premessa derivanti dalle comunicazioni definitive dell’Amministrazione<br />
statale competente saranno imputate al “fondo di riserva” costituito<br />
presso la CEI.
Determinazione<br />
concernente l’adeguamento<br />
del valore monetario del punto<br />
per l’anno 2007<br />
Il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 18-20 settembre<br />
2006, ai sensi dell’art. 6 del Testo unico <strong>delle</strong> disposizioni di<br />
attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento del clero che svolge<br />
servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi (in “Notiziario della Conferenza Episcopale<br />
Italiana”, 1991, 152), ha approvato la seguente determinazione<br />
concernente l’adeguamento del valore monetario del punto a decorrere<br />
dal 1° gennaio 2007.<br />
Il Consiglio Episcopale Permanente<br />
– visto l’articolo 2, §§ 1, 2 e 3 della delibera della CEI n. 58 (Testo<br />
unico <strong>delle</strong> disposizioni di attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento<br />
del clero che svolge servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi);<br />
– visto l’art. 6 della medesima delibera,<br />
approva<br />
la seguente determinazione<br />
1. Il valore monetario del punto a decorrere dal 1° gennaio 2007 è<br />
elevato a € 11,82.<br />
113
114<br />
4° CONVEGNO ECCLESIALE<br />
“TESTIMONI DI GESÙ RISORTO,<br />
SPERANZA DEL MONDO”<br />
Verona, 16-20 ottobre 2006<br />
Discorso del Santo Padre Benedetto XVI<br />
ai partecipanti al Convegno, riuniti in Assemblea<br />
19 ottobre 2006<br />
Cari fratelli e sorelle!<br />
Mi rallegro di essere con voi oggi, in questa tanto bella e storica città<br />
di Verona, per prendere parte attivamente al 4° Convegno nazionale<br />
della Chiesa in Italia. Porgo a tutti e a ciascuno il più cordiale saluto nel<br />
Signore. Ringrazio il Cardinale Camillo Ruini, Presidente della Conferenza<br />
Episcopale, e la Dottoressa Giovanna Ghirlanda, rappresentante<br />
della <strong>Diocesi</strong> di Verona, per le gentili parole di accoglienza che mi hanno<br />
rivolto a nome di voi tutti e per le notizie che mi hanno dato sullo<br />
svolgimento del Convegno. Ringrazio il Cardinale Dionigi Tettamanzi,<br />
Presidente del Comitato preparatorio, e quanti hanno lavorato per la sua<br />
realizzazione. Ringrazio di cuore ognuno di voi, che rappresentate qui,<br />
in felice armonia, le varie componenti della Chiesa in Italia: il Vescovo<br />
di Verona, Mons. Flavio Roberto Carraro, che ci ospita, i Vescovi qui<br />
convenuti, i sacerdoti e i diaconi, i religiosi e le religiose, e voi fedeli<br />
laici, uomini e donne, che date voce alle molteplici realtà del laicato cattolico<br />
in Italia.<br />
Questo 4° Convegno nazionale è una nuova tappa del cammino di attuazione<br />
del Vaticano II, che la Chiesa italiana ha intrapreso fin dagli anni<br />
immediatamente successivi al grande Concilio: un cammino di comunione<br />
anzitutto con Dio Padre e con il suo Figlio Gesù Cristo nello Spirito<br />
Santo e quindi di comunione tra noi, nell’unità dell’unico Corpo di Cristo<br />
(cfr 1Gv 1, 3; 1Cor 12, 12-13); un cammino proteso all’evangelizzazione,<br />
per mantenere viva e salda la fede nel popolo italiano; una tenace<br />
testimonianza, dunque, di amore per l’Italia e di operosa sollecitudine per<br />
il bene dei suoi figli. Questo cammino la Chiesa in Italia lo ha percorso in
stretta e costante unione con il Successore di Pietro: mi è grato ricordare<br />
con voi i Servi di Dio Paolo VI, che volle il I Convegno nell’ormai lontano<br />
1976, e Giovanni Paolo II, con i suoi fondamentali interventi – li ricordiamo<br />
tutti – ai Convegni di Loreto e di Palermo, che hanno rafforzato<br />
nella Chiesa italiana la fiducia di poter operare affinché la fede in Gesù<br />
Cristo continui ad offrire, anche agli uomini e alle donne del nostro tempo,<br />
il senso e l’orientamento dell’esistenza ed abbia così “un ruolo-guida<br />
e un’efficacia trainante” nel cammino della Nazione verso il suo futuro<br />
(cfr Discorso al Convegno di Loreto, 11 aprile 1985, n. 7).<br />
Il Signore risorto e la sua Chiesa<br />
Nello stesso spirito sono venuto oggi a Verona, per pregare il Signore<br />
con voi, condividere – sia pure brevemente – il vostro lavoro di queste<br />
giornate e proporvi una mia riflessione su quel che appare davvero<br />
importante per la presenza cristiana in Italia. Avete compiuto una scelta<br />
assai felice ponendo Gesù Cristo risorto al centro dell’attenzione del<br />
Convegno e di tutta la vita e la testimonianza della Chiesa in Italia. La<br />
risurrezione di Cristo è un fatto avvenuto nella storia, di cui gli Apostoli<br />
sono stati testimoni e non certo creatori. Nello stesso tempo essa non è<br />
affatto un semplice ritorno alla nostra vita terrena; è invece la più grande<br />
“mutazione” mai accaduta, il “salto” decisivo verso una dimensione di<br />
vita profondamente nuova, l’ingresso in un ordine decisamente diverso,<br />
che riguarda anzitutto Gesù di Nazareth, ma con Lui anche noi, tutta la<br />
famiglia umana, la storia e l’intero universo: per questo la risurrezione<br />
di Cristo è il centro della predicazione e della testimonianza cristiana,<br />
dall’inizio e fino alla fine dei tempi. Si tratta di un grande mistero, certamente,<br />
il mistero della nostra salvezza, che trova nella risurrezione del<br />
Verbo incarnato il suo compimento e <strong>insieme</strong> l’anticipazione e il pegno<br />
della nostra speranza. Ma la cifra di questo mistero è l’amore e soltanto<br />
nella logica dell’amore esso può essere accostato e in qualche modo<br />
compreso: Gesù Cristo risorge dai morti perché tutto il suo essere è<br />
perfetta e intima unione con Dio, che è l’amore davvero più forte della<br />
morte. Egli era una cosa sola con la Vita indistruttibile e pertanto poteva<br />
donare la propria vita lasciandosi uccidere, ma non poteva soccombere<br />
definitivamente alla morte: in concreto nell’Ultima Cena egli ha anticipato<br />
e accettato per amore la propria morte in croce, trasformandola<br />
11
11<br />
così nel dono di sé, quel dono che ci dà la vita, ci libera e ci salva. La<br />
sua risurrezione è stata dunque come un’esplosione di luce, un’esplosione<br />
dell’amore che scioglie le catene del peccato e della morte. Essa<br />
ha inaugurato una nuova dimensione della vita e della realtà, dalla quale<br />
emerge un mondo nuovo, che penetra continuamente nel nostro mondo,<br />
lo trasforma e lo attira a sé.<br />
Tutto ciò avviene concretamente attraverso la vita e la testimonianza<br />
della Chiesa; anzi, la Chiesa stessa costituisce la primizia di questa trasformazione,<br />
che è opera di Dio e non nostra. Essa giunge a noi mediante<br />
la fede e il sacramento del Battesimo, che è realmente morte e risurrezione,<br />
rinascita, trasformazione in una vita nuova. È ciò che rileva San<br />
Paolo nella Lettera ai Galati: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive<br />
in me” (2, 20). È stata cambiata così la mia identità essenziale, tramite<br />
il Battesimo, e io continuo ad esistere soltanto in questo cambiamento.<br />
Il mio proprio io mi viene tolto e viene inserito in un nuovo soggetto<br />
più grande, nel quale il mio io c’è di nuovo, ma trasformato, purificato,<br />
“aperto” mediante l’inserimento nell’altro, nel quale acquista il suo<br />
nuovo spazio di esistenza. Diventiamo così “uno in Cristo” (Gal 3, 28),<br />
un unico soggetto nuovo, e il nostro io viene liberato dal suo isolamento.<br />
“Io, ma non più io”: è questa la formula dell’esistenza cristiana fondata<br />
nel Battesimo, la formula della risurrezione dentro al tempo, la formula<br />
della “novità” cristiana chiamata a trasformare il mondo. Qui sta la nostra<br />
gioia pasquale. La nostra vocazione e il nostro compito di cristiani<br />
consistono nel cooperare perché giunga a compimento effettivo, nella<br />
realtà quotidiana della nostra vita, ciò che lo Spirito Santo ha intrapreso<br />
in noi col Battesimo: siamo chiamati infatti a divenire donne e uomini<br />
nuovi, per poter essere veri testimoni del Risorto e in tal modo portatori<br />
della gioia e della speranza cristiana nel mondo, in concreto, in quella<br />
comunità di uomini e di donne entro la quale viviamo. E così, da questo<br />
messaggio fondamentale della risurrezione presente in noi e nel nostro<br />
operato quotidiano, vengo al tema del servizio della Chiesa in Italia alla<br />
Nazione, all’Europa e al mondo.<br />
Il servizio della Chiesa in Italia alla Nazione, all’Europa e al mondo<br />
L’Italia di oggi si presenta a noi come un terreno profondamente bisognoso<br />
e al contempo molto favorevole per una tale testimonianza. Pro-
fondamente bisognoso, perché partecipa di quella cultura che predomina<br />
in Occidente e che vorrebbe porsi come universale e autosufficiente,<br />
generando un nuovo costume di vita. Ne deriva una nuova ondata di<br />
illuminismo e di laicismo, per la quale sarebbe razionalmente valido soltanto<br />
ciò che è sperimentabile e calcolabile, mentre sul piano della prassi<br />
la libertà individuale viene eretta a valore fondamentale al quale tutti gli<br />
altri dovrebbero sottostare. Così Dio rimane escluso dalla cultura e dalla<br />
vita pubblica, e la fede in Lui diventa più difficile, anche perché viviamo<br />
in un mondo che si presenta quasi sempre come opera nostra, nel quale,<br />
per così dire, Dio non compare più direttamente, sembra divenuto superfluo<br />
anzi estraneo. In stretto rapporto con tutto questo, ha luogo una<br />
radicale riduzione dell’uomo, considerato un semplice prodotto della<br />
natura, come tale non realmente libero e di per sé suscettibile di essere<br />
trattato come ogni altro animale. Si ha così un autentico capovolgimento<br />
del punto di partenza di questa cultura, che era una rivendicazione della<br />
centralità dell’uomo e della sua libertà. Nella medesima linea, l’etica<br />
viene ricondotta entro i confini del relativismo e dell’utilitarismo, con<br />
l’esclusione di ogni principio morale che sia valido e vincolante per se<br />
stesso. Non è difficile vedere come questo tipo di cultura rappresenti<br />
un taglio radicale e profondo non solo con il cristianesimo ma più in<br />
generale con le tradizioni religiose e morali dell’umanità: non sia quindi<br />
in grado di instaurare un vero dialogo con le altre culture, nelle quali la<br />
dimensione religiosa è fortemente presente, oltre a non poter rispondere<br />
alle domande fondamentali sul senso e sulla direzione della nostra vita.<br />
Perciò questa cultura è contrassegnata da una profonda carenza, ma anche<br />
da un grande e inutilmente nascosto bisogno di speranza.<br />
L’Italia però, come accennavo, costituisce al tempo stesso un terreno<br />
assai favorevole per la testimonianza cristiana. La Chiesa, infatti, qui è<br />
una realtà molto viva, – e lo vediamo! – che conserva una presenza capillare<br />
in mezzo alla gente di ogni età e condizione. Le tradizioni cristiane<br />
sono spesso ancora radicate e continuano a produrre frutti, mentre è in<br />
atto un grande sforzo di evangelizzazione e catechesi, rivolto in particolare<br />
alle nuove generazioni, ma ormai sempre più anche alle famiglie. È<br />
inoltre sentita con crescente chiarezza l’insufficienza di una razionalità<br />
chiusa in se stessa e di un’etica troppo individualista: in concreto, si avverte<br />
la gravità del rischio di staccarsi dalle radici cristiane della nostra<br />
civiltà. Questa sensazione, che è diffusa nel popolo italiano, viene formulata<br />
espressamente e con forza da parte di molti e importanti uomini di<br />
11
11<br />
cultura, anche tra coloro che non condividono o almeno non praticano la<br />
nostra fede. La Chiesa e i cattolici italiani sono dunque chiamati a cogliere<br />
questa grande opportunità, e anzitutto ad esserne consapevoli. Il nostro<br />
atteggiamento non dovrà mai essere, pertanto, quello di un rinunciatario<br />
ripiegamento su noi stessi: occorre invece mantenere vivo e se possibile<br />
incrementare il nostro dinamismo, occorre aprirsi con fiducia a nuovi<br />
rapporti, non trascurare alcuna <strong>delle</strong> energie che possono contribuire alla<br />
crescita culturale e morale dell’Italia. Tocca a noi infatti – non con le nostre<br />
povere risorse, ma con la forza che viene dallo Spirito Santo – dare<br />
risposte positive e convincenti alle attese e agli interrogativi della nostra<br />
gente: se sapremo farlo, la Chiesa in Italia renderà un grande servizio non<br />
solo a questa Nazione, ma anche all’Europa e al mondo, perché è presente<br />
ovunque l’insidia del secolarismo e altrettanto universale è la necessità<br />
di una fede vissuta in rapporto alle sfide del nostro tempo.<br />
Rendere visibile il grande “sì” della fede<br />
Cari fratelli e sorelle, dobbiamo ora domandarci come, e su quali<br />
basi, adempiere un simile compito. In questo Convegno avete ritenuto,<br />
giustamente, che sia indispensabile dare alla testimonianza cristiana<br />
contenuti concreti e praticabili, esaminando come essa possa attuarsi e<br />
svilupparsi in ciascuno di quei grandi ambiti nei quali si articola l’esperienza<br />
umana. Saremo aiutati, così, a non perdere di vista nella nostra<br />
azione pastorale il collegamento tra la fede e la vita quotidiana, tra la<br />
proposta del Vangelo e quelle preoccupazioni e aspirazioni che stanno<br />
più a cuore alla gente. In questi giorni avete riflettuto perciò sulla vita<br />
affettiva e sulla famiglia, sul lavoro e sulla festa, sull’educazione e la<br />
cultura, sulle condizioni di povertà e di malattia, sui doveri e le responsabilità<br />
della vita sociale e politica.<br />
Per parte mia vorrei sottolineare come, attraverso questa multiforme<br />
testimonianza, debba emergere soprattutto quel grande “sì” che in Gesù<br />
Cristo Dio ha detto all’uomo e alla sua vita, all’amore umano, alla nostra<br />
libertà e alla nostra intelligenza; come, pertanto, la fede nel Dio dal volto<br />
umano porti la gioia nel mondo. Il cristianesimo è infatti aperto a tutto ciò<br />
che di giusto, vero e puro vi è nelle culture e nelle civiltà, a ciò che allieta,<br />
consola e fortifica la nostra esistenza. San Paolo nella Lettera ai Filippesi<br />
ha scritto: “Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato,
quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri”<br />
(4, 8). I discepoli di Cristo riconoscono pertanto e accolgono volentieri gli<br />
autentici valori della cultura del nostro tempo, come la conoscenza scientifica<br />
e lo sviluppo tecnologico, i diritti dell’uomo, la libertà religiosa, la<br />
democrazia. Non ignorano e non sottovalutano però quella pericolosa fragilità<br />
della natura umana che è una minaccia per il cammino dell’uomo in<br />
ogni contesto storico; in particolare, non trascurano le tensioni interiori e<br />
le contraddizioni della nostra epoca. Perciò l’opera di evangelizzazione<br />
non è mai un semplice adattarsi alle culture, ma è sempre anche una purificazione,<br />
un taglio coraggioso che diviene maturazione e risanamento,<br />
un’apertura che consente di nascere a quella “creatura nuova” (2Cor 5, 17;<br />
Gal 6, 15) che è il frutto dello Spirito Santo.<br />
Come ho scritto nell’Enciclica Deus caritas est, all’inizio dell’essere<br />
cristiano – e quindi all’origine della nostra testimonianza di credenti<br />
– non c’è una decisione etica o una grande idea, ma l’incontro con la<br />
Persona di Gesù Cristo, “che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò<br />
la direzione decisiva” (n. 1). La fecondità di questo incontro si manifesta,<br />
in maniera peculiare e creativa, anche nell’attuale contesto umano e<br />
culturale, anzitutto in rapporto alla ragione che ha dato vita alle scienze<br />
moderne e alle relative tecnologie. Una caratteristica fondamentale di<br />
queste ultime è infatti l’impiego sistematico degli strumenti della matematica<br />
per poter operare con la natura e mettere al nostro servizio le sue<br />
immense energie. La matematica come tale è una creazione della nostra<br />
intelligenza: la corrispondenza tra le sue strutture e le strutture reali dell’universo<br />
– che è il presupposto di tutti i moderni sviluppi scientifici e<br />
tecnologici, già espressamente formulato da Galileo Galilei con la celebre<br />
affermazione che il libro della natura è scritto in linguaggio matematico<br />
– suscita la nostra ammirazione e pone una grande domanda.<br />
Implica infatti che l’universo stesso sia strutturato in maniera intelligente,<br />
in modo che esista una corrispondenza profonda tra la nostra ragione<br />
soggettiva e la ragione oggettivata nella natura. Diventa allora inevitabile<br />
chiedersi se non debba esservi un’unica intelligenza originaria, che<br />
sia la comune fonte dell’una e dell’altra. Così proprio la riflessione sullo<br />
sviluppo <strong>delle</strong> scienze ci riporta verso il Logos creatore. Viene capovolta<br />
la tendenza a dare il primato all’irrazionale, al caso e alla necessità, a<br />
ricondurre ad esso anche la nostra intelligenza e la nostra libertà. Su queste<br />
basi diventa anche di nuovo possibile allargare gli spazi della nostra<br />
razionalità, riaprirla alle grandi questioni del vero e del bene, coniugare<br />
11
120<br />
tra loro la teologia, la filosofia e le scienze, nel pieno rispetto dei loro<br />
metodi propri e della loro reciproca autonomia, ma anche nella consapevolezza<br />
dell’intrinseca unità che le tiene <strong>insieme</strong>. È questo un compito<br />
che sta davanti a noi, un’avventura affascinante nella quale merita spendersi,<br />
per dare nuovo slancio alla cultura del nostro tempo e per restituire<br />
in essa alla fede cristiana piena cittadinanza. Il “progetto culturale” della<br />
Chiesa in Italia è senza dubbio, a tal fine, un’intuizione felice e un contributo<br />
assai importante.<br />
La persona umana. Ragione, intelligenza, amore<br />
La persona umana non è, d’altra parte, soltanto ragione e intelligenza,<br />
che pur ne sono elementi costitutivi. Porta dentro di sé, iscritto nel più<br />
profondo del suo essere, il bisogno di amore, di essere amata e di amare<br />
a sua volta. Perciò si interroga e spesso si smarrisce di fronte alle durezze<br />
della vita, al male che esiste nel mondo e che appare tanto forte e, al contempo,<br />
radicalmente privo di senso. In particolare nella nostra epoca, nonostante<br />
tutti i progressi compiuti, il male non è affatto vinto; anzi, il suo<br />
potere sembra rafforzarsi e vengono presto smascherati tutti i tentativi di<br />
nasconderlo, come dimostrano sia l’esperienza quotidiana sia le grandi<br />
vicende storiche. Ritorna dunque, insistente, la domanda se nella nostra<br />
vita ci possa essere uno spazio sicuro per l’amore autentico e, in ultima<br />
analisi, se il mondo sia davvero l’opera della sapienza di Dio. Qui, molto<br />
più di ogni ragionamento umano, ci soccorre la novità sconvolgente della<br />
rivelazione biblica: il Creatore del cielo e della terra, l’unico Dio che è<br />
la sorgente di ogni essere, questo unico Logos creatore, questa ragione<br />
creatrice, sa amare personalmente l’uomo, anzi lo ama appassionatamente<br />
e vuole essere a sua volta amato. Questa ragione creatrice, che è nello<br />
stesso tempo amore, dà vita perciò a una storia d’amore con Israele, il<br />
suo popolo, e in questa vicenda, di fronte ai tradimenti del popolo, il suo<br />
amore si mostra ricco di inesauribile fedeltà e misericordia, è l’amore che<br />
perdona al di là di ogni limite. In Gesù Cristo un tale atteggiamento raggiunge<br />
la sua forma estrema, inaudita e drammatica: in Lui infatti Dio si<br />
fa uno di noi, nostro fratello in umanità, e addirittura sacrifica la sua vita<br />
per noi. Nella morte in croce – apparentemente il più grande male della<br />
storia –, si compie dunque “quel volgersi di Dio contro se stesso nel quale<br />
Egli si dona per rialzare l’uomo e salvarlo – amore, questo, nella sua for-
ma più radicale”, nel quale si manifesta cosa significhi che “Dio è amore”<br />
(1Gv 4, 8) e si comprende anche come debba definirsi l’amore autentico<br />
(cfr Enc. Deus caritas est, nn. 9-10 e 12).<br />
Proprio perché ci ama veramente, Dio rispetta e salva la nostra libertà.<br />
Al potere del male e del peccato non oppone un potere più grande, ma<br />
– come ci ha detto il nostro amato Papa Giovanni Paolo II nell’Enciclica<br />
Dives in misericordia e, da ultimo, nel libro Memoria e identità, il suo<br />
vero testamento spirituale – preferisce porre il limite della sua pazienza<br />
e della sua misericordia, quel limite che è, in concreto, la sofferenza del<br />
Figlio di Dio. Così anche la nostra sofferenza è trasformata dal di dentro,<br />
è introdotta nella dimensione dell’amore e racchiude una promessa<br />
di salvezza. Cari fratelli e sorelle, tutto questo Giovanni Paolo II non lo<br />
ha soltanto pensato, e nemmeno soltanto creduto con una fede astratta: lo<br />
ha compreso e vissuto con una fede maturata nella sofferenza. Su questa<br />
strada, come Chiesa, siamo chiamati a seguirlo, nel modo e nella misura<br />
che Dio dispone per ciascuno di noi. La croce ci fa giustamente paura,<br />
come ha provocato paura e angoscia in Gesù Cristo (cfr Mc 14, 33-36):<br />
essa però non è negazione della vita, da cui per essere felici occorra sbarazzarsi.<br />
È invece il “sì” estremo di Dio all’uomo, l’espressione suprema<br />
del suo amore e la scaturigine della vita piena e perfetta: contiene dunque<br />
l’invito più convincente a seguire Cristo sulla via del dono di sé. Qui mi<br />
è caro rivolgere un pensiero di speciale affetto alle membra sofferenti del<br />
corpo del Signore: esse, in Italia come ovunque nel mondo, completano<br />
quello che manca ai patimenti di Cristo nella propria carne (cfr Col 1, 24)<br />
e contribuiscono così nella maniera più efficace alla comune salvezza.<br />
Esse sono i testimoni più convincenti di quella gioia che viene da Dio e<br />
che dona la forza di accettare la croce nell’amore e nella perseveranza.<br />
Sappiamo bene che questa scelta della fede e della sequela di Cristo<br />
non è mai facile: è sempre, invece, contrastata e controversa. La Chiesa<br />
rimane quindi “segno di contraddizione”, sulle orme del suo Maestro<br />
(cfr Lc 2, 34), anche nel nostro tempo. Ma non per questo ci perdiamo<br />
d’animo. Al contrario, dobbiamo essere sempre pronti a dare risposta<br />
(apo-logia) a chiunque ci domandi ragione (logos) della nostra speranza,<br />
come ci invita a fare la prima Lettera di San Pietro (3, 15), che avete<br />
scelto assai opportunamente quale guida biblica per il cammino di questo<br />
Convegno. Dobbiamo rispondere “con dolcezza e rispetto, con una<br />
retta coscienza” (3, 15-16), con quella forza mite che viene dall’unione<br />
con Cristo. Dobbiamo farlo a tutto campo, sul piano del pensiero e del-<br />
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122<br />
l’azione, dei comportamenti personali e della testimonianza pubblica.<br />
La forte unità che si è realizzata nella Chiesa dei primi secoli tra una<br />
fede amica dell’intelligenza e una prassi di vita caratterizzata dall’amore<br />
reciproco e dall’attenzione premurosa ai poveri e ai sofferenti ha reso<br />
possibile la prima grande espansione missionaria del cristianesimo nel<br />
mondo ellenistico-romano. Così è avvenuto anche in seguito, in diversi<br />
contesti culturali e situazioni storiche. Questa rimane la strada maestra<br />
per l’evangelizzazione: il Signore ci guidi a vivere questa unità tra verità<br />
e amore nelle condizioni proprie del nostro tempo, per l’evangelizzazione<br />
dell’Italia e del mondo di oggi. Vengo così ad un punto importante e<br />
fondamentale, cioè l’educazione.<br />
L’educazione<br />
In concreto, perché l’esperienza della fede e dell’amore cristiano sia<br />
accolta e vissuta e si trasmetta da una generazione all’altra, una questione<br />
fondamentale e decisiva è quella dell’educazione della persona. Occorre<br />
preoccuparsi della formazione della sua intelligenza, senza trascurare<br />
quella della sua libertà e capacità di amare. E per questo è necessario il ricorso<br />
anche all’aiuto della Grazia. Solo in questo modo si potrà contrastare<br />
efficacemente quel rischio per le sorti della famiglia umana che è costituito<br />
dallo squilibrio tra la crescita tanto rapida del nostro potere tecnico<br />
e la crescita ben più faticosa <strong>delle</strong> nostre risorse morali. Un’educazione<br />
vera ha bisogno di risvegliare il coraggio <strong>delle</strong> decisioni definitive, che<br />
oggi vengono considerate un vincolo che mortifica la nostra libertà, ma<br />
in realtà sono indispensabili per crescere e raggiungere qualcosa di grande<br />
nella vita, in particolare per far maturare l’amore in tutta la sua bellezza:<br />
quindi per dare consistenza e significato alla stessa libertà. Da questa<br />
sollecitudine per la persona umana e la sua formazione vengono i nostri<br />
“no” a forme deboli e deviate di amore e alle contraffazioni della libertà,<br />
come anche alla riduzione della ragione soltanto a ciò che è calcolabile<br />
e manipolabile. In verità, questi “no” sono piuttosto dei “sì” all’amore<br />
autentico, alla realtà dell’uomo come è stato creato da Dio. Voglio esprimere<br />
qui tutto il mio apprezzamento per il grande lavoro formativo ed<br />
educativo che le singole Chiese non si stancano di svolgere in Italia, per<br />
la loro attenzione pastorale alle nuove generazioni e alle famiglie: grazie<br />
per questa attenzione! Tra le molteplici forme di questo impegno non
posso non ricordare, in particolare, la scuola cattolica, perché nei suoi<br />
confronti sussistono ancora, in qualche misura, antichi pregiudizi, che<br />
generano ritardi dannosi, e ormai non più giustificabili, nel riconoscerne<br />
la funzione e nel permetterne in concreto l’attività.<br />
Testimonianze di carità<br />
Gesù ci ha detto che tutto ciò che avremo fatto ai suoi fratelli più piccoli<br />
lo avremo fatto a Lui (cfr Mt 25, 40). L’autenticità della nostra adesione<br />
a Cristo si verifica dunque specialmente nell’amore e nella sollecitudine<br />
concreta per i più deboli e i più poveri, per chi si trova in maggior pericolo<br />
e in più grave difficoltà. La Chiesa in Italia ha una grande tradizione di vicinanza,<br />
aiuto e solidarietà verso i bisognosi, gli ammalati, gli emarginati,<br />
che trova la sua espressione più alta in una serie meravigliosa di “Santi<br />
della carità”. Questa tradizione continua anche oggi e si fa carico <strong>delle</strong><br />
molte forme di nuove povertà, morali e materiali, attraverso la Caritas, il<br />
volontariato sociale, l’opera spesso nascosta di tante parrocchie, comunità<br />
religiose, associazioni e gruppi, singole persone mosse dall’amore<br />
di Cristo e dei fratelli. La Chiesa in Italia, inoltre, dà prova di una straordinaria<br />
solidarietà verso le sterminate moltitudini dei poveri della terra.<br />
È quindi quanto mai importante che tutte queste testimonianze di carità<br />
conservino sempre alto e luminoso il loro profilo specifico, nutrendosi<br />
di umiltà e di fiducia nel Signore, mantenendosi libere da suggestioni<br />
ideologiche e da simpatie partitiche, e soprattutto misurando il proprio<br />
sguardo sullo sguardo di Cristo: è importante dunque l’azione pratica ma<br />
conta ancora di più la nostra partecipazione personale ai bisogni e alle<br />
sofferenze del prossimo. Così, cari fratelli e sorelle, la carità della Chiesa<br />
rende visibile l’amore di Dio nel mondo e rende così convincente la nostra<br />
fede nel Dio incarnato, crocifisso e risorto.<br />
Responsabilità civili e politiche dei cattolici<br />
Il vostro Convegno ha giustamente affrontato anche il tema della<br />
cittadinanza, cioè le questioni <strong>delle</strong> responsabilità civili e politiche dei<br />
cattolici. Cristo infatti è venuto per salvare l’uomo reale e concreto, che<br />
vive nella storia e nella comunità, e pertanto il cristianesimo e la Chiesa,<br />
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124<br />
fin dall’inizio, hanno avuto una dimensione e una valenza anche pubblica.<br />
Come ho scritto nell’Enciclica Deus caritas est (cfr nn. 28-29), sui<br />
rapporti tra religione e politica Gesù Cristo ha portato una novità sostanziale,<br />
che ha aperto il cammino verso un mondo più umano e più libero,<br />
attraverso la distinzione e l’autonomia reciproca tra lo Stato e la Chiesa,<br />
tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio (cfr Mt 22, 21). La stessa libertà<br />
religiosa, che avvertiamo come un valore universale, particolarmente<br />
necessario nel mondo di oggi, ha qui la sua radice storica. La Chiesa,<br />
dunque, non è e non intende essere un agente politico. Nello stesso tempo<br />
ha un interesse profondo per il bene della comunità politica, la cui<br />
anima è la giustizia, e le offre a un duplice livello il suo contributo specifico.<br />
La fede cristiana, infatti, purifica la ragione e l’aiuta ad essere meglio<br />
se stessa: con la sua dottrina sociale pertanto, argomentata a partire<br />
da ciò che è conforme alla natura di ogni essere umano, la Chiesa contribuisce<br />
a far sì che ciò che è giusto possa essere efficacemente riconosciuto<br />
e poi anche realizzato. A tal fine sono chiaramente indispensabili<br />
le energie morali e spirituali che consentano di anteporre le esigenze<br />
della giustizia agli interessi personali, o di una categoria sociale, o anche<br />
di uno Stato: qui di nuovo c’è per la Chiesa uno spazio assai ampio,<br />
per radicare queste energie nelle coscienze, alimentarle e irrobustirle.<br />
Il compito immediato di agire in ambito politico per costruire un giusto<br />
ordine nella società non è dunque della Chiesa come tale, ma dei fedeli<br />
laici, che operano come cittadini sotto propria responsabilità: si tratta di<br />
un compito della più grande importanza, al quale i cristiani laici italiani<br />
sono chiamati a dedicarsi con generosità e con coraggio, illuminati dalla<br />
fede e dal magistero della Chiesa e animati dalla carità di Cristo.<br />
Una speciale attenzione e uno straordinario impegno sono richiesti<br />
oggi da quelle grandi sfide nelle quali vaste porzioni della famiglia umana<br />
sono maggiormente in pericolo: le guerre e il terrorismo, la fame e<br />
la sete, alcune terribili epidemie. Ma occorre anche fronteggiare, con<br />
pari determinazione e chiarezza di intenti, il rischio di scelte politiche<br />
e legislative che contraddicano fondamentali valori e principi antropologici<br />
ed etici radicati nella natura dell’essere umano, in particolare riguardo<br />
alla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento<br />
alla morte naturale, e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio,<br />
evitando di introdurre nell’ordinamento pubblico altre forme di<br />
unione che contribuirebbero a destabilizzarla, oscurando il suo carattere<br />
peculiare e il suo insostituibile ruolo sociale. La testimonianza aperta e
coraggiosa che la Chiesa e i cattolici italiani hanno dato e stanno dando<br />
a questo riguardo sono un servizio prezioso all’Italia, utile e stimolante<br />
anche per molte altre Nazioni. Questo impegno e questa testimonianza<br />
fanno certamente parte di quel grande “sì” che come credenti in Cristo<br />
diciamo all’uomo amato da Dio.<br />
Essere uniti a Cristo<br />
Cari fratelli e sorelle, i compiti e le responsabilità che questo Convegno<br />
Ecclesiale pone in evidenza sono certamente grandi e molteplici.<br />
Siamo stimolati perciò a tenere sempre presente che non siamo soli nel<br />
portarne il peso: ci sosteniamo infatti gli uni gli altri e soprattutto il Signore<br />
stesso guida e sostiene la fragile barca della Chiesa. Ritorniamo<br />
così al punto da cui siamo partiti: decisivo è il nostro essere uniti a Lui, e<br />
quindi tra noi, lo stare con Lui per poter andare nel suo nome (cfr Mc 3,<br />
13-15). La nostra vera forza è dunque nutrirci della sua parola e del suo<br />
corpo, unirci alla sua offerta per noi, come faremo nella Celebrazione<br />
di questo pomeriggio, adorarlo presente nell’Eucaristia: prima di ogni<br />
attività e di ogni nostro programma, infatti, deve esserci l’adorazione,<br />
che ci rende davvero liberi e ci dà i criteri per il nostro agire. Nell’unione<br />
a Cristo ci precede e ci guida la Vergine Maria, tanto amata e venerata in<br />
ogni contrada d’Italia. In Lei incontriamo, pura e non deformata, la vera<br />
essenza della Chiesa e così, attraverso di Lei, impariamo a conoscere e<br />
ad amare il mistero della Chiesa che vive nella storia, ci sentiamo fino in<br />
fondo parte di essa, diventiamo a nostra volta “anime ecclesiali”, impariamo<br />
a resistere a quella “secolarizzazione interna” che insidia la Chiesa<br />
nel nostro tempo, in conseguenza dei processi di secolarizzazione che<br />
hanno profondamente segnato la civiltà europea.<br />
Cari fratelli e sorelle, eleviamo <strong>insieme</strong> al Signore la nostra preghiera,<br />
umile ma piena di fiducia, affinché la comunità cattolica italiana,<br />
inserita nella comunione vivente della Chiesa di ogni luogo e di tutti i<br />
tempi, e strettamente unita intorno ai propri Vescovi, porti con rinnovato<br />
slancio a questa amata Nazione, e in ogni angolo della terra, la gioiosa<br />
testimonianza di Gesù risorto, speranza dell’Italia e del mondo.<br />
* * *<br />
12
12<br />
Omelia<br />
del Santo Padre Benedetto XVI<br />
durante la Santa Messa<br />
nello stadio “Bentegodi” di Verona<br />
19 ottobre<br />
Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio!<br />
Cari fratelli e sorelle!<br />
In questa Celebrazione Eucaristica viviamo il momento centrale del<br />
4° Convegno nazionale della Chiesa in Italia, che si raccoglie quest’oggi<br />
attorno al Successore di Pietro. Il cuore di ogni evento ecclesiale è<br />
l’Eucaristia, nella quale Cristo Signore ci convoca, ci parla, ci nutre e ci<br />
invia. È significativo che il luogo prescelto per questa solenne Liturgia<br />
sia lo stadio di Verona: uno spazio dove abitualmente si celebrano non<br />
riti religiosi, ma manifestazioni sportive, coinvolgendo migliaia di appassionati.<br />
Oggi, questo spazio ospita Gesù risorto, realmente presente<br />
nella sua Parola, nell’assemblea del Popolo di Dio con i suoi Pastori e,<br />
in modo eminente, nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue. Cristo<br />
viene oggi, in questo moderno areopago, per effondere il suo Spirito<br />
sulla Chiesa che è in Italia, perché, ravvivata dal soffio di una nuova<br />
Pentecoste, sappia “comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”,<br />
come propongono gli Orientamenti pastorali della Conferenza Episcopale<br />
Italiana per il decennio 2000-2010.<br />
A voi, venerati Fratelli Vescovi, con i Presbiteri e i Diaconi, a voi,<br />
cari delegati <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> e <strong>delle</strong> aggregazioni laicali, a voi religiose,<br />
religiosi e laici impegnati rivolgo il mio più cordiale saluto, che estendo<br />
a quanti si uniscono a noi mediante la radio e la televisione. Saluto<br />
e abbraccio spiritualmente l’intera Comunità ecclesiale italiana, Corpo<br />
di Cristo vivente. Desidero esprimere in modo speciale il mio apprezzamento<br />
a quanti hanno a lungo faticato per la preparazione e l’organizzazione<br />
di questo Convegno: il Presidente della Conferenza Episcopale<br />
Cardinale Camillo Ruini, il Segretario Generale Mons. Giuseppe Betori<br />
con i collaboratori dei vari uffici; il Cardinale Dionigi Tettamanzi e<br />
gli altri membri del Comitato preparatorio; il Vescovo di Verona, Mons.<br />
Flavio Roberto Carraro, al quale sono grato per le cortesi parole che mi<br />
ha rivolto all’inizio della celebrazione a nome anche di questa amata<br />
comunità veronese che ci accoglie. Un deferente pensiero va anche al
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri e alle altre distinte Autorità<br />
presenti; un cordiale ringraziamento infine agli operatori della comunicazione<br />
che seguono i lavori di quest’importante assise della Chiesa in<br />
Italia.<br />
Le Letture bibliche, che poc’anzi sono state proclamate, illuminano il<br />
tema del Convegno: “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”.<br />
La Parola di Dio pone in evidenza la risurrezione di Cristo, evento che<br />
ha rigenerato i credenti a una speranza viva, come si esprime l’apostolo<br />
Pietro all’inizio della sua Prima Lettera. Questo testo ha costituito l’asse<br />
portante dell’itinerario di preparazione a questo grande incontro nazionale.<br />
Quale suo successore, anch’io esclamo con gioia: “Sia benedetto<br />
Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo” (1Pt 1, 3), perché mediante<br />
la risurrezione del suo Figlio ci ha rigenerati e, nella fede, ci ha donato<br />
una speranza invincibile nella vita eterna, così che noi viviamo nel presente<br />
sempre protesi verso la meta, che è l’incontro finale con il nostro<br />
Signore e Salvatore. Forti di questa speranza non abbiamo paura <strong>delle</strong><br />
prove, le quali, per quanto dolorose e pesanti, mai possono intaccare<br />
la gioia profonda che ci deriva dall’essere amati da Dio. Egli, nella sua<br />
provvidente misericordia, ha dato il suo Figlio per noi e noi, pur senza<br />
vederlo, crediamo in Lui e Lo amiamo (cfr 1Pt 1, 3-9). Il suo amore ci<br />
basta.<br />
Dalla forza di questo amore, dalla salda fede nella risurrezione di Gesù<br />
che fonda la speranza, nasce e costantemente si rinnova la nostra testimonianza<br />
cristiana. È lì che si radica il nostro “Credo”, il simbolo di<br />
fede a cui ha attinto la predicazione iniziale e che continua inalterato ad<br />
alimentare il Popolo di Dio. Il contenuto del kerygma dell’annuncio, che<br />
costituisce la sostanza dell’intero messaggio evangelico, è Cristo, il Figlio<br />
di Dio fatto Uomo, morto e risuscitato per noi. La sua risurrezione è<br />
il mistero qualificante del Cristianesimo, il compimento sovrabbondante<br />
di tutte le profezie di salvezza, anche di quella che abbiamo ascoltato<br />
nella prima Lettura, tratta dalla parte finale del Libro del profeta Isaia.<br />
Dal Cristo Risorto, primizia dell’umanità nuova, rigenerata e rigenerante,<br />
è nato in realtà, come predisse il profeta, il popolo dei “poveri” che<br />
hanno aperto il cuore al Vangelo e sono diventati e diventano sempre di<br />
nuovo “querce di giustizia”, “piantagione del Signore per manifestare la<br />
sua gloria”, ricostruttori di rovine, restauratori di città desolate, stimati<br />
da tutti come stirpe benedetta dal Signore (cfr Is 61, 3-4.9). Il mistero<br />
della risurrezione del Figlio di Dio, che, salito al cielo accanto al Padre,<br />
12
12<br />
ha effuso su di noi lo Spirito Santo, ci fa abbracciare con un solo sguardo<br />
Cristo e la Chiesa: il Risorto e i risorti, la Primizia e il campo di Dio, la<br />
Pietra angolare e le pietre vive, per usare un’altra immagine della Prima<br />
Lettera di Pietro (cfr 2, 4-8). Così avvenne all’inizio, con la prima comunità<br />
apostolica, e così deve avvenire anche ora.<br />
Dal giorno della Pentecoste, infatti, la luce del Signore risorto ha trasfigurato<br />
la vita degli Apostoli. Essi ormai avevano la chiara percezione<br />
di non essere semplicemente discepoli di una dottrina nuova ed interessante,<br />
ma testimoni prescelti e responsabili di una rivelazione a cui era<br />
legata la salvezza dei loro contemporanei e di tutte le future generazioni.<br />
La fede pasquale riempiva il loro cuore di un ardore e di uno zelo straordinario,<br />
che li rendeva pronti ad affrontare ogni difficoltà e persino la<br />
morte, ed imprimeva alle loro parole un’irresistibile energia di persuasione.<br />
E così, un manipolo di persone, sprovviste di umane risorse e forti<br />
soltanto della loro fede, affrontò senza paura dure persecuzioni e il martirio.<br />
Scrive l’apostolo Giovanni: “Questa è la vittoria che ha sconfitto<br />
il mondo: la nostra fede” (1Gv 5, 4b). La verità di quest’affermazione<br />
è documentata anche in Italia da quasi due millenni di storia cristiana,<br />
con innumerevoli testimonianze di martiri, di santi e beati, che hanno<br />
lasciato tracce indelebili in ogni angolo della bella Penisola nella quale<br />
viviamo. Alcuni di loro sono stati evocati all’inizio del Convegno e i loro<br />
volti ne accompagnano i lavori.<br />
Noi oggi siamo gli eredi di quei testimoni vittoriosi! Ma proprio da<br />
questa constatazione nasce la domanda: che ne è della nostra fede? In<br />
che misura sappiamo noi oggi comunicarla? La certezza che Cristo è<br />
risorto ci assicura che nessuna forza avversa potrà mai distruggere la<br />
Chiesa. Ci anima anche la consapevolezza che soltanto Cristo può pienamente<br />
soddisfare le attese profonde di ogni cuore umano e rispondere<br />
agli interrogativi più inquietanti sul dolore, l’ingiustizia e il male, sulla<br />
morte e l’aldilà. Dunque, la nostra fede è fondata, ma occorre che questa<br />
fede diventi vita in ciascuno di noi. C’è allora un vasto e capillare sforzo<br />
da compiere perché ogni cristiano si trasformi in “testimone” capace e<br />
pronto ad assumere l’impegno di rendere conto a tutti e sempre della<br />
speranza che lo anima (cfr 1Pt 3, 15). Per questo occorre tornare ad annunciare<br />
con vigore e gioia l’evento della morte e risurrezione di Cristo,<br />
cuore del Cristianesimo, fulcro portante della nostra fede, leva potente<br />
<strong>delle</strong> nostre certezze, vento impetuoso che spazza ogni paura e indecisione,<br />
ogni dubbio e calcolo umano. Solo da Dio può venire il cambiamento
decisivo del mondo. Soltanto a partire dalla Risurrezione si comprende<br />
la vera natura della Chiesa e della sua testimonianza, che non è qualcosa<br />
di staccato dal mistero pasquale, bensì ne è frutto, manifestazione e<br />
attuazione da parte di quanti, ricevendo lo Spirito Santo, sono inviati da<br />
Cristo a proseguire la sua stessa missione (cfr Gv 20, 21-23).<br />
“Testimoni di Gesù Risorto”: questa definizione dei cristiani deriva<br />
direttamente dal brano del Vangelo di Luca oggi proclamato, ma anche<br />
dagli Atti degli Apostoli (cfr At 1, 8.22). Testimoni di Gesù Risorto. Quel<br />
“di” va capito bene! Vuol dire che il testimone è “di” Gesù Risorto, cioè<br />
appartiene a Lui, e proprio in quanto tale può rendergli valida testimonianza,<br />
può parlare di Lui, farLo conoscere, condurre a Lui, trasmettere<br />
la sua presenza. È esattamente il contrario di quello che avviene per l’altra<br />
espressione: “speranza del mondo”. Qui la preposizione “del” non<br />
indica affatto appartenenza, perché Cristo non è del mondo, come pure<br />
i cristiani non devono essere del mondo. La speranza, che è Cristo, è nel<br />
mondo, è per il mondo, ma lo è proprio perché Cristo è Dio, è “il Santo”<br />
(in ebraico Qadosh). Cristo è speranza per il mondo perché è risorto, ed<br />
è risorto perché è Dio. Anche i cristiani possono portare al mondo la speranza,<br />
perché sono di Cristo e di Dio nella misura in cui muoiono con Lui<br />
al peccato e risorgono con Lui alla vita nuova dell’amore, del perdono,<br />
del servizio, della non-violenza. Come dice sant’Agostino: “Hai creduto,<br />
sei stato battezzato: è morta la vita vecchia, è stata uccisa sulla croce,<br />
sepolta nel battesimo. È stata sepolta la vecchia, nella quale malamente<br />
sei vissuto: risorga la nuova” (Sermone Guelf. IX, in M. Pellegrino,<br />
Vox Patrum, 177). Solo se, come Cristo, non sono del mondo, i cristiani<br />
possono essere speranza nel mondo e per il mondo.<br />
Cari fratelli e sorelle, il mio augurio, che sicuramente voi tutti condividete,<br />
è che la Chiesa in Italia possa ripartire da questo Convegno come<br />
sospinta dalla parola del Signore risorto che ripete a tutti e a ciascuno:<br />
siate nel mondo di oggi testimoni della mia passione e della mia risurrezione<br />
(cfr Lc 24, 48). In un mondo che cambia, il Vangelo non muta. La<br />
Buona Notizia resta sempre la stessa: Cristo è morto ed è risorto per la<br />
nostra salvezza! Nel suo nome recate a tutti l’annuncio della conversione<br />
e del perdono dei peccati, ma date voi per primi testimonianza di una vita<br />
convertita e perdonata. Sappiamo bene che questo non è possibile senza<br />
essere “rivestiti di potenza dall’alto” (Lc 24, 49), cioè senza la forza interiore<br />
dello Spirito del Risorto. Per riceverla occorre, come disse Gesù<br />
ai discepoli, non allontanarsi da Gerusalemme, rimanere nella “città”<br />
12
130<br />
dove si è consumato il mistero della salvezza, il supremo Atto d’amore<br />
di Dio per l’umanità. Occorre rimanere in preghiera con Maria, la Madre<br />
che Cristo ci ha donato dalla Croce. Per i cristiani, cittadini del mondo,<br />
restare in Gerusalemme non può che significare rimanere nella Chiesa,<br />
la “città di Dio”, dove attingere dai Sacramenti l’“unzione” dello Spirito<br />
Santo. In questi giorni del Convegno Ecclesiale nazionale, la Chiesa che<br />
è in Italia, obbedendo al comando del Signore risorto, si è radunata, ha<br />
rivissuto l’esperienza originaria del Cenacolo, per ricevere nuovamente<br />
il dono dall’Alto. Ora, consacrati dalla sua “unzione”, andate! Portate il<br />
lieto annuncio ai poveri, fasciate le piaghe dei cuori spezzati, proclamate<br />
la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, promulgate<br />
l’anno di misericordia del Signore (cfr Is 61, 1-2). Ricostruite le antiche<br />
rovine, rialzate gli antichi ruderi, restaurate le città desolate (cfr Is 61,<br />
4). Sono tante le situazioni difficili che attendono un intervento risolutore!<br />
Portate nel mondo la speranza di Dio, che è Cristo Signore, il quale è<br />
risorto dai morti, e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.<br />
* * *<br />
Il Signore doni alla Chiesa italiana<br />
umili e coraggiosi testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo<br />
Prolusione<br />
del Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano<br />
e Presidente del Comitato preparatorio<br />
del 4° Convegno Ecclesiale<br />
16 ottobre 2006<br />
«Cristo è Risorto. Questa è la fede della Chiesa. Questa è la speranza<br />
che illumina e sostiene la vita e la testimonianza dei cristiani» (Traccia…,<br />
n. 1).<br />
Carissimi, con questa professione di fede e di speranza il Signore ci<br />
dà la grazia di iniziare la celebrazione di questo 4° Convegno della Chiesa<br />
italiana, di quella Chiesa che voi partecipanti rappresentate nelle sue<br />
226 diocesi e nelle sue molteplici e diverse vocazioni e realtà: una Chiesa<br />
che è presente e viva nel nostro Paese.
Sentiamo particolarmente presenti tra noi S.E. Mons. Cataldo Naro,<br />
uno dei Vice presidenti del Convegno, che il Signore ha improvvisamente<br />
chiamato a godere il frutto maturo e pieno della speranza cristiana, e<br />
S.E. Mons. Giuseppe Betori, il Segretario Generale della CEI: egli ci<br />
offre il più prezioso dei contributi, quello della sua sofferta lontananza.<br />
Mentre esprimiamo gratitudine per il suo qualificato e generoso apporto<br />
dato alla preparazione del Convegno, ci rassicurano le confortati notizie<br />
sul suo rapido e pieno ristabilimento.<br />
Introduzione<br />
Il nostro Convegno prosegue i precedenti di Roma (1976), Loreto<br />
(1985) e Palermo (1995), quali momenti importanti nei quali la Chiesa<br />
in Italia ha ricevuto e vissuto il messaggio di rinnovamento venuto dal<br />
Concilio. Era proprio questa l’intenzione originaria del primo Convegno:<br />
«tradurre il Concilio in italiano».<br />
Ritengo che una simile intuizione debba essere ripresa e riproposta<br />
con forza come criterio anche per questo nostro Convegno: ovviamente<br />
con l’accresciuta ricchezza ecclesiale e nella modificata situazione sociale-culturale-ecclesiale<br />
del periodo successivo, e <strong>insieme</strong> sull’onda di<br />
una preparazione al Convegno ampia e capillare, impegnata e appassionata,<br />
come testimoniano – tra l’altro – le relazioni regionali e diocesane,<br />
i contributi degli organismi nazionali e <strong>delle</strong> aggregazioni ecclesiali e di<br />
ispirazione cristiana, e gli innumerevoli apporti giunti dalle più diverse<br />
parti.<br />
In apertura del Convegno e nello stesso tempo giungendo alle sue<br />
radici, sono sicuro di poter condividere con tutti voi un pensiero, un sentimento,<br />
un’istanza estremamente semplici ma di grande significato. Li<br />
esprimo con una frase che mi è abituale: parliamo non solo “di” speranza,<br />
ma anche e innanzitutto “con” speranza. È la speranza come “stile<br />
virtuoso” – come anima, clima interiore, spirito profondo – prima ancora<br />
che come contenuto.<br />
È proprio questo lo stile del Vaticano II, verso cui il nostro Convegno<br />
rilancia il suo ponte di raccordo, accogliendo in modo convinto e rinnovato<br />
il testimone che i Padri conciliari hanno consegnato al mondo nel<br />
loro “congedo”: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli<br />
uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono<br />
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132<br />
pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo,<br />
e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.<br />
Perciò essa si sente realmente e intimamente solidale con il genere<br />
umano e con la sua storia» (Gaudium et spes, n. 1). A ricordarci questa<br />
consegna strategica del Concilio alla Chiesa e al mondo è Paolo VI,<br />
che nell’omelia di chiusura lo difendeva dall’accusa di «un tollerante e<br />
soverchio relativismo al mondo esteriore, alla storia fuggente, alla moda<br />
culturale, ai bisogni contingenti, al pensiero altrui» (EV1 454*), ne<br />
esaltava l’atteggiamento «volutamente ottimista» e lo indicava in modo<br />
programmatico come stile tipico della Chiesa: «Una corrente di affetto e<br />
di ammirazione – diceva il Papa – si è riversata dal Concilio sul mondo<br />
umano moderno. Riprovati gli errori, sì; perché ciò esige la carità, non<br />
meno che la verità; ma per le persone solo richiamo, rispetto ed amore.<br />
Invece di deprimenti diagnosi, incoraggianti rimedi; invece di funesti<br />
presagi, messaggi di fiducia sono partiti dal Concilio verso il mondo<br />
contemporaneo: i suoi valori sono stati non solo rispettati, ma onorati,<br />
i suoi sforzi sostenuti, le sue aspirazioni purificate e benedette» (EV1<br />
457*).<br />
La speranza come stile virtuoso è parte essenziale e integrante del<br />
realismo cristiano. Certo, nessuno di noi può minimamente negare o attenuare<br />
l’esistenza dei tantissimi mali, drammi, pericoli crescenti e talvolta<br />
inediti dell’attuale momento storico – l’elenco non terminerebbe<br />
mai –, ma tutti, grazie alla presenza indefettibile di Cristo Signore e del<br />
suo Spirito nella storia d’ogni tempo, possiamo e dobbiamo riconoscere<br />
che la speranza non è solo un desiderio o un sogno o una promessa, non<br />
riguarda unicamente il domani, ma è una realtà molto concreta e attuale,<br />
che non abbandona mai la nostra terra: le persone, le famiglie, le comunità,<br />
l’umanità intera, soprattutto la Chiesa del Signore.<br />
È dunque nella coscienza umile dei nostri ritardi, fatiche, lentezze e<br />
inadempienze e nel segno di un’immensa gratitudine al Signore e di una<br />
fiducia incrollabile nel suo amore che siamo chiamati a vivere questo<br />
Convegno nell’orizzonte della speranza. Chi ha occhi e cuore evangelici<br />
vede e gode del numero incalcolabile di semi e germi e frutti e opere<br />
concrete di speranza che sono in atto nei più diversi ambiti <strong>delle</strong> nostre<br />
Chiese e nella nostra società. Ci sono tantissime persone e gruppi che<br />
continuano a scrivere “il Vangelo della speranza” nelle realtà e nelle vicende<br />
più disagiate e sofferte della vita quotidiana. Possiamo allora applicare<br />
qui quanto leggiamo nell’esortazione Christifideles laici: «Agli
occhi illuminati dalla fede si spalanca uno scenario meraviglioso: quello<br />
di tantissimi laici, uomini e donne, che proprio nella vita e nelle attività<br />
d’ogni giorno, spesso inosservati o addirittura incompresi, sconosciuti<br />
ai grandi della terra ma guardati con amore dal Padre, sono gli operai instancabili<br />
che lavorano nella vigna del Signore, sono gli artefici umili e<br />
grandi – certo per la potenza della grazia di Dio – della crescita del regno<br />
di Dio nella storia» (n. 17).<br />
Ora questa mia prolusione vuole solo “introdurre” al Convegno. Ma<br />
come? Lo penso, questo Convegno, come un momento di grande grazia<br />
e di forte responsabilità, nel quale siamo posti di fronte ad una rinnovata<br />
effusione dello Spirito santo che tutti ci coinvolge e ci sollecita all’ascolto:<br />
sì, all’ascolto reciproco – piccola e grande cosa, questa! –, ma<br />
ancor più all’ascolto della voce di Dio e del suo Spirito, dei “sogni” che<br />
Gesù Cristo oggi ha nei riguardi <strong>delle</strong> nostre Chiese e della nostra società:<br />
«Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (Ap 2, 7).<br />
In concreto, l’appello è a rivisitare alcuni cammini ecclesiali che stiamo<br />
facendo, a lasciarci incrociare dalle sfide di cui oggi sono segnati e<br />
a scioglierle con la forza della nostra testimonianza, con il nostro essere<br />
“testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”.<br />
Con voi desidero ora soffermarmi, nella prospettiva indicata, su di un<br />
triplice cammino della nostra Chiesa in Italia.<br />
Gesù Cristo crocifisso e risorto: speranza che non delude<br />
Il primo cammino avvenuto è quello di una maturazione sempre più<br />
chiara e forte della coscienza della Chiesa circa la sua missione evangelizzatrice.<br />
È questa, e non altra, la missione della Chiesa: le viene riconsegnata<br />
ogni giorno da Cristo e dal suo Spirito come missione tipica,<br />
irrinunciabile, sempre aperta, necessaria e insostituibile perché voluta in<br />
ordine alla fede e alla salvezza di tutti gli uomini.<br />
E aggiungiamo: si tratta di una missione che sta vivendo una stagione<br />
di singolare urgenza e indilazionabilità. Infatti, in intimo rapporto con la<br />
coscienza evangelizzatrice registriamo una più diffusa ed esplicita consapevolezza<br />
della “distanza” (nel senso di estraneità o/e di antitesi) che<br />
nel nostro contesto socio-culturale e <strong>insieme</strong> ecclesiale esiste tra la fede<br />
cristiana e la mentalità moderna e contemporanea. È, da un lato, il contesto<br />
del secolarismo, dell’indifferentismo religioso, della cultura estra-<br />
133
134<br />
nea o contraria al Vangelo quando non addirittura alla stessa razionalità<br />
umana; e, dall’altro lato, è il contesto di un’interruzione o di un rallentamento<br />
dei canali ecclesiali classici di trasmissione della fede, come la<br />
famiglia, la scuola, la stessa comunità cristiana.<br />
Se è così, non è allora esagerato dire che l’evangelizzazione e la fede<br />
si ripropongono oggi con singolare acutezza come il “caso serio” della<br />
Chiesa.<br />
Di qui l’urgenza di tenere viva la preoccupazione per la “distanza”<br />
che esiste tra la fede cristiana e la mentalità moderna e contemporanea.<br />
Senza dimenticare, peraltro, che una simile distanza – sia pure in forme<br />
e gradi diversi – ha sempre segnato la vita della comunità cristiana, e<br />
ancor più ha segnato e continua a segnare il cuore di ogni credente, che<br />
nella prospettiva di san Giovanni è pur sempre un incrocio di fede e di<br />
incredulità, di sequela del Vangelo e di arroccamento su se stessi e sul<br />
proprio egoismo. Ma la grande sfida pastorale rimane in tutta la sua gravità:<br />
come eliminare o attenuare questa “distanza”?<br />
Risponderei dicendo che prioritario e decisivo oggi è di tenere massimamente<br />
desta non tanto la preoccupazione per la “distanza”, quanto<br />
la preoccupazione per la “differenza”, per la “specificità” della fede<br />
cristiana. Meglio e inserendoci nell’orizzonte del Convegno, diciamo:<br />
siamo chiamati a “custodire”, ossia conservare, vivere e rilanciare l’originalità,<br />
di più la novità – unica e universale – della speranza cristiana, il<br />
DNA cristiano della speranza presente e operante nella storia.<br />
L’appello del Convegno è di tornare e ritornare senza sosta, con lucidità<br />
e coraggio, a interrogarci – per agire di conseguenza – su: chi è<br />
la speranza cristiana? quali sono i suoi tratti qualificanti? come essa<br />
incrocia l’uomo concreto d’oggi nei suoi problemi e nelle sue attese?<br />
1. La speranza è Gesù Cristo! Non pronuncio una formula, ma proclamo<br />
una convinzione di fede: la mia, la nostra, quella della Chiesa. È<br />
la stessa fede dell’apostolo Paolo, che così scrive nella lettera ai Romani:<br />
«La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato<br />
nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (5, 5).<br />
Fondamento incrollabile e sorgente viva – e <strong>insieme</strong> dinamismo inarrestabile<br />
e formidabile risorsa – della speranza cristiana è l’amore di Dio<br />
effuso in noi dallo Spirito, quell’amore senza misura o calcolo, sovrabbondante,<br />
eccedente, folle, “sprecato” (cfr Mc 14, 3-9), vissuto «sino<br />
alla fine» (Gv 13, 1) che è stato donato totalmente da Gesù Cristo sulla
croce e che viene riofferto con le sue ferite sempre aperte e il suo costato<br />
squarciato nel memoriale del suo sacrificio, cioè nell’Eucaristia.<br />
Ave crux spes unica! È la morte gloriosa di Cristo il luogo sorgivo e<br />
l’alimento costante della speranza della Chiesa e dell’umanità. Qui, nell’incontro<br />
vivo con Gesù crocifisso e risorto, viene dato alla Chiesa quel<br />
grande appuntamento che la costituisce nella storia – in ogni sua epoca –<br />
quale sacramentum spei, segno e luogo di speranza per tutti gli uomini, le<br />
persone e i popoli. Ed è qui l’incontro di tutti noi che, come membri della<br />
Chiesa, riceviamo la grazia e la responsabilità di essere, nel cuore e nella<br />
vita, annunciatori e testimoni dell’unica speranza – quella assolutamente<br />
nuova e rinnovatrice che viene dalla morte e risurrezione di Gesù – che sa<br />
dare risposta vera e piena alle attese <strong>delle</strong> persone e della società.<br />
2. “La speranza che non delude” presenta, tra gli altri, alcuni tratti<br />
qualificanti, che pongono oggi al cammino spirituale-pastorale-culturale<br />
della nostra Chiesa nuove sfide. Sono sfide gravide sì di difficoltà,<br />
ma <strong>insieme</strong> di opportunità feconde, di appelli di grazia proprio a partire<br />
dalla forza incontenibile, pervasiva e trasformatrice della speranza cristiana.<br />
Ricordo, in particolare, che la novità della speranza cristiana si ritrova<br />
e si sprigiona in particolare nell’evento della risurrezione di Cristo,<br />
nella vita eterna che ci attende, nella comunione beatificante con Dio<br />
come destino offerto all’umanità.<br />
Non è questo il momento per l’analisi di questi contenuti caratteristici<br />
della speranza cristiana. È piuttosto il momento di sottolineare l’urgenza<br />
e la drammaticità di un loro ricupero e rilancio, prendendo coscienza<br />
tutti che la scommessa più forte, in un certo senso cruciale, all’inizio del<br />
terzo millennio – nel contesto di una società cosiddetta liquida e ripiegata<br />
e quasi esaurita sull’immediato – consiste nel mettere in luce – con la<br />
parola e con la vita – la fondamentale e ineliminabile dimensione escatologica<br />
della fede cristiana. E dunque la sua valenza o proiezione di<br />
futuro, ma di un futuro che si sta costruendo nel presente, proprio dentro<br />
le tante e più diverse “attese umane”.<br />
In realtà, in questione non è semplicemente la fine, la conclusione<br />
della vita, ma il fine, il senso, il logos della vita dell’uomo. E questo,<br />
proprio perché tale, rimandandoci al traguardo ci coinvolge nel cammino<br />
in atto: la speranza cristiana entra, abita, plasma e trasforma l’esistenza<br />
quotidiana. Per il cristianesimo – che è memoria, celebrazione ed<br />
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esperienza viva dell’evento del Figlio eterno di Dio fatto uomo per noi<br />
nella “pienezza del tempo” – è una vera e propria eresia pensare che l’aldilà<br />
sia ininfluente o alienante l’uomo che vive sulla terra e nel tempo.<br />
Desidero citare un testo del Concilio, che scrivendo dell’atteggiamento<br />
di fronte all’ateismo afferma: la Chiesa «insegna che la speranza escatologica<br />
non diminuisce l’importanza degli impegni terreni, ma anzi dà<br />
nuovi motivi a sostegno della attuazione di essi. Al contrario, invece,<br />
se manca il fondamento divino e la speranza della vita eterna, la dignità<br />
umana viene lesa in maniera assai grave, come si costata spesso al giorno<br />
d’oggi, e gli enigmi della vita e della morte, della colpa e del dolore<br />
rimangono senza soluzione, tanto che non di rado gli uomini sprofondano<br />
nella disperazione» (Gaudium et spes, n. 21).<br />
Di qui il grave e inquietante pericolo, religioso ed umano ad un tempo,<br />
di un’eclissi o smemoratezza del tratto escatologico della fede cristiana,<br />
che viene proclamato nelle ultime parole del Credo: «Credo la<br />
risurrezione della carne e la vita eterna». Sì, sono le ultime parole, ma<br />
in qualche modo sono quelle riassuntive e decisive dell’intero Credo,<br />
proprio perché offrono la chiave di lettura e di soluzione dei problemi<br />
antropologici più complessi e decisivi per l’esistenza, a cominciare dal<br />
senso del morire e quindi dell’intera esistenza umana come tale.<br />
E così siamo introdotti a cogliere lo spessore umano, la consistenza<br />
antropologica della speranza cristiana.<br />
3. La speranza in Cristo genera un rinnovato pensiero antropologico.<br />
Sbocciata nel cuore di Cristo – Dio fatto uomo, morto risorto e veniente<br />
– e riversata dal suo Spirito nel cuore del credente e di ogni uomo, la speranza<br />
raggiunge e coinvolge l’uomo nella sua totalità e radicalità, quale<br />
meraviglioso microcosmo: di struttura, dinamismi, finalità; di anima<br />
psiche e corpo; di individuo e comunità; di unicità irripetibile e tessuto<br />
vivo di relazioni; di tempo e di eternità, di spazio e di infinito.<br />
Si fa qui inevitabile, e <strong>insieme</strong> quanto mai interessante, l’intreccio tra<br />
la speranza cristiana e la questione antropologica, che si è riproposta in<br />
modo particolarmente acuto nella nostra cultura. Non sto parlando soltanto<br />
della cultura cosiddetta “alta” – appannaggio dei filosofi e teologi,<br />
degli scienziati e tecnocrati, degli uomini dell’economia-finanzapolitica-comunicazione<br />
sociale, ecc. –, ma e non meno della cultura che contagia<br />
e modula ogni persona e ogni gruppo sociale nella loro esistenza<br />
quotidiana.
Ora la speranza cristiana, grazie alla novità dei suoi contenuti e in<br />
concreto all’esperienza di Dio e dell’uomo che essa genera e alimenta,<br />
possiede un formidabile potere di trasformazione sulla visione, di più<br />
sull’esperienza odierna dell’uomo: vale a dire sull’immagine e la concezione<br />
della persona, l’inizio e il termine della vita, la cura <strong>delle</strong> relazioni<br />
quotidiane, la qualità del rapporto sociale, l’educazione e la trasmissione<br />
dei valori, la sollecitudine verso il bisogno, i modi della cittadinanza<br />
e della legalità, le figure della convivenza tra le religioni e le culture e i<br />
popoli tutti.<br />
Si apre oggi con più forza a tutta la nostra Chiesa in Italia il compito di<br />
elaborare – con un’interpretazione che sappia intrecciare fede e ragione,<br />
teoria e prassi, spiritualità e pastoralità, identità e dialogo – una rinnovata<br />
figura antropologica sotto il segno della speranza. Esiste infatti, in<br />
sintonia con l’intellectus fidei, un intellectus spei, un’intelligenza della<br />
speranza – una vera speranza è realtà che è nella storia e la costruisce, e<br />
dunque non può non vedere, non leggere, non interpretare, non decidere,<br />
non toccare il vissuto concreto dell’uomo – da cui deriva un sapere della<br />
speranza che si ripercuote sulla questione antropologica.<br />
Non potrebbe incominciare da qui una specie di “seconda fase” del<br />
progetto culturale in atto nella nostra Chiesa? una fase che rimetta al<br />
centro la persona umana e il suo bisogno vitale e insopprimibile, appunto<br />
la speranza, come rilevava in modo incisivo sant’Ambrogio dicendo<br />
che «non può essere vero uomo se non colui che spera in Dio» (De Isaac<br />
vel anima, 1, 1)? Forse è possibile un’analogia: come la Dottrina Sociale<br />
della Chiesa e la conseguente prassi hanno la persona umana come<br />
principio fondativo e architettonico dei loro più svariati contenuti, così<br />
l’azione spirituale-pastorale-culturale della Chiesa potrebbe strutturarsi<br />
in riferimento alla centralità della persona umana, nella sua dignità di<br />
immagine viva di Dio in Cristo e nella concretezza <strong>delle</strong> sue situazioni e<br />
relazioni quotidiane.<br />
La Chiesa: una comunione nella varietà per l’unità e l’universalità<br />
Un secondo cammino avvenuto e in atto nelle nostre Chiese è quello<br />
di una maturazione della coscienza e della prassi della comunione ecclesiale.<br />
È il frutto e il segno dell’ecclesiologia di comunione donataci<br />
dal Concilio e vissuta nel periodo successivo, eco viva e sviluppo con-<br />
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creto dell’antica parola di san Cipriano: la Chiesa è come «un popolo<br />
adunato dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» (De Oratione<br />
Dominica, 23).<br />
Questa maturazione si trova oggi a dover affrontare nuove sfide, perché<br />
la testimonianza dei cristiani si situa all’interno di un mondo e di una<br />
società gravati da molteplici tensioni, contrapposizioni, divisioni, conflitti,<br />
solitudini immense e angosce profonde, ecc.; ma anche all’interno<br />
<strong>delle</strong> stesse comunità e realtà ecclesiali che non poche volte faticano o<br />
rinunciano a “<strong>camminare</strong> <strong>insieme</strong>”, non conoscono la “sinodalità”: non<br />
certo come parola, ma come esperienza di vita e di partecipazione ecclesiale.<br />
Senza dire, in positivo, che oggi si danno opportunità inedite<br />
e urgenze più forti per vivere una comunione ecclesiale più ampia, più<br />
intensa, più responsabile e, proprio per questo, più missionaria.<br />
E la risposta alle sfide passa, ancora una volta, attraverso il ricupero e<br />
il rilancio della fede professata-celebrata-vissuta, di una fede che genera<br />
e corrobora la speranza cristiana. E questa ha un suo proprio contributo<br />
da offrire per il realizzarsi della comunione ecclesiale. Mentre illumina<br />
alcuni aspetti propri del nostro “<strong>camminare</strong> <strong>insieme</strong>” come Chiesa, la<br />
speranza cristiana ci garantisce le risorse specifiche necessarie.<br />
E ora con la preoccupazione pastorale concreta, propria di un Vescovo,<br />
desidero offrire alcuni spunti sulla comunione ecclesiale in quanto<br />
comunione nella varietà per l’unità e l’universalità.<br />
1. La comunione ecclesiale è un dono di Dio, è un bene della Chiesa<br />
e per la Chiesa (e <strong>insieme</strong> della e per la società), è una promessa di<br />
Cristo e del suo Spirito, è un ideale alto ed esigente, un comandamento,<br />
una responsabilità per tutti, ecc. Certo, sto ricordando a me e a voi una<br />
prospettiva di fede. Ma questa, con la forza della grazia e la libera risposta<br />
del credente, costruisce la storia quotidiana di una Chiesa, delinea il<br />
volto visibile e preciso di una comunità cristiana che a tutti può presentarsi<br />
nella realtà concreta di una comunione di persone, una comunione<br />
singolare, perché segnata <strong>insieme</strong> dalla varietà e dall’unità, dall’unità e<br />
dall’universalità.<br />
Eccoci allora a riprendere in modo più convinto e determinato il compito<br />
spirituale-pastorale-culturale della nostra Chiesa, chiamata a rielaborare<br />
e rivivere il tessuto dei profondi legami che intercorrono tra la<br />
varietà e l’unità della e nella Chiesa, tra la sua unità e universalità, tutto<br />
come riflesso luminoso del mistero dell’infinita ricchezza di Cristo e del
suo Spirito. Varietà e unità, unità e universalità non si contrappongono,<br />
ma si incontrano nel segno della complementarietà, della circolarità, anzi<br />
della compenetrazione profonda. Più radicalmente la varietà è generata<br />
dall’unità, dell’unità è espressione e vita, nell’unità sfocia come a<br />
suo fine.<br />
Così come si ripropone con maggiore forza il compito di rielaborare<br />
e realizzare l’indissolubile legame che esiste tra l’unità e l’universalità<br />
della Chiesa. Come il bonum è diffusivum sui, così il bene della comunione<br />
ecclesiale quanto più si fa profondo e intenso tanto più si apre e si<br />
dilata, <strong>insieme</strong> si concentra e si espande senza limiti: dai singoli cristiani<br />
a tutti i cristiani, dalle singole Chiese locali alla Chiesa universale. Ritroviamo<br />
qui il meraviglioso fatto della communio sanctorum, e nello<br />
stesso tempo ci vengono incontro le nuove possibilità aperte dai fenomeni<br />
della globalizzazione. E così il credente è membro della Chiesa<br />
cattolica e cittadino del mondo.<br />
Certo, sono prospettive note. Ma come lasciarci concretamente contagiare<br />
e trasformare quando rischiamo di rimanere chiusi e prigionieri<br />
di un <strong>camminare</strong> <strong>insieme</strong> troppo angusto, stolto e sterile? La comunione<br />
“nuova” e “originale” della Chiesa è di essere “cattolica”, chiamata dunque<br />
a coinvolgere tutti, a raggiungere l’umanità intera. Per sua natura è<br />
il segno dell’amore universale di Dio, è il frutto del dono di Cristo che<br />
muore sulla croce per tutti, è missionaria e lo è da Gerusalemme «fino<br />
agli estremi confini della terra» (At 1, 8).<br />
Da qui nasce la missio ad gentes, da qui deriva la modalità ecclesiale<br />
che deve distinguere tutte le forme di presenza nelle Chiese di altri popoli<br />
o di altri mondi, da qui emerge il paradigma d’ogni impegno pastorale<br />
missionario: dentro e attraverso la comunione tra Chiese sorelle. E<br />
da qui vengono anche la grazia e la responsabilità di una nuova visione<br />
e realizzazione della mondialità e della grande questione della giustizia<br />
e della pace!<br />
Come si vede, sto declinando il riferimento alla comunione ecclesiale<br />
in termini di universalità, ma tale riferimento si fa subito anche estremamente<br />
“domestico”, perché ci tocca nella concreta comunione che<br />
di fatto esiste – o non esiste – nelle e tra le nostre Chiese, nelle e tra le<br />
nostre diverse realtà ecclesiali. Da parte mia ritengo quanto mai appropriata<br />
e stimolante la rilettura ecclesiologica del comandamento biblico<br />
dell’«ama il prossimo tuo come te stesso», che con rigorosa logica si<br />
declina così: «ama la parrocchia altrui come la tua, la diocesi altrui come<br />
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la tua, la Chiesa di altri Paesi come la tua, l’aggregazione altrui come la<br />
tua, ecc.». Sto forse esagerando e rifugiandomi in una specie di sogno, o<br />
non piuttosto confessando la bellezza e l’audacia della nostra fede? Non<br />
ci sono dubbi: nel mysterium Ecclesiae ciò è possibile, ciò è doveroso:<br />
non solo nell’intenzione e nella preghiera, ma anche nella concretezza<br />
dell’azione.<br />
Per concludere questo primo spunto, rilevo come proprio a questo<br />
livello quotidiano possiamo cogliere l’intimo e inscindibile legame tra<br />
comunione e missione, tra missione e comunione. Sono assolutamente<br />
inseparabili: simul stant vel cadunt. Secondo la categorica parola di Gesù,<br />
anzi secondo la sua appassionata preghiera: «Come tu, Padre, sei in<br />
me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda<br />
che tu mi hai mandato» (Gv 17, 21). La Christifideles laici così chiosa il<br />
testo evangelico: «In tal modo la comunione si apre alla missione, si fa<br />
essa stessa missione» (n. 31).<br />
2. Il secondo spunto vuole rileggere la Chiesa quale “comunione nella<br />
varietà per l’unità e l’universalità” in più diretto riferimento alle persone<br />
che della Chiesa sono “le pietre vive”: alle persone nella concretezza<br />
del loro stato e condizione di vita, di vocazioni, di doni e compiti, di ministeri,<br />
ecc. È l’unico popolo di Dio nella sua eccezionale varietà. Sono<br />
tutti i christifideles. Sono i presbiteri e diaconi, le persone consacrate, i<br />
laici.<br />
Ma nella Chiesa – che come memoria vivente di Gesù, il Verbo incarnato,<br />
è composta di uomini e donne concreti – la comunione donata<br />
e richiesta dal Signore può e deve essere vissuta e testimoniata non<br />
soltanto nella modulazione specificamente ecclesiale (in rapporto alle<br />
categorie ora ricordate), ma anche in una sua modulazione antropologica<br />
e sociale. Proprio nella Chiesa, in una maniera nuova e rinnovatrice,<br />
può e deve realizzarsi la comunione più variegata e talvolta più difficile:<br />
è, per esemplificare, la comunione tra uomini e donne, giovani e adulti,<br />
ricchi e poveri, studenti e maestri, sani e malati, potenti e deboli, vicini e<br />
lontani, cittadini del paese e cittadini del mondo, giudei e greci, schiavi<br />
e liberi (per usare le parole dell’apostolo: cfr Gal 3, 28), fortunati e disperati,<br />
ecc.<br />
E per ritornare alla modulazione propriamente ecclesiale della comunione,<br />
al di là dei tanti passi positivi compiuti nella nostra Chiesa, siamo<br />
consapevoli che l’essere oggi “testimoni di Gesù Risorto, speranza del
mondo” domanda una comunione missionaria tra le diverse categorie<br />
di fedeli più compattata e dinamica, più libera e <strong>insieme</strong> strutturata, più<br />
convinta e convincente, più visibile e credibile. Non si dà testimonianza<br />
cristiana al di fuori o contro la comunione ecclesiale!<br />
Una comunione, questa – lo dobbiamo marcare con forza –, che nel<br />
suo spirito interiore e nel suo realizzarsi storico fiorisce e fruttifica sempre<br />
e solo come triade indivisa e indivisibile di comunione-collaborazione-corresponsabilità.<br />
La comunione ecclesiale conduce alla collaborazione:<br />
dall’anima e dal cuore alle mani, ai gesti concreti della vita,<br />
alle iniziative intraprese, in una parola al dono reciproco e al servizio<br />
vicendevole (cfr Rom 12, 9ss). E, a loro volta, comunione e collaborazione<br />
non possono non portare a forme di vera e propria corresponsabilità,<br />
perché l’incontro e il dialogo sono tra soggetti coscienti e liberi, tra<br />
le menti che valutano la realtà e le volontà che liberamente affrontano e<br />
forgiano la realtà stessa, e dunque nell’ambito del discernimento e della<br />
decisione evangelici-pastorali. Certo, una corresponsabilità nella quale<br />
sono diverse le competenze e diversi i ruoli dei vari membri della Chiesa,<br />
ma sempre un’autentica corresponsabilità.<br />
È in questo contesto e secondo questo spirito che è più che legittimo,<br />
anzi doveroso il richiamo alla specificità dei vari stati di vita, vocazioni<br />
e missioni nella Chiesa. Infatti, solo nel confronto e nell’incontro e<br />
nel riferimento all’unità e universalità la specificità può essere custodita,<br />
promossa ed esaltata: diviene cioè ricchezza per tutta la Chiesa.<br />
Secondo la parola dell’apostolo: «a ciascuno è data una manifestazione<br />
particolare dello Spirito per l’utilità comune» (1Cor 12, 7). E secondo<br />
la parola di papa Benedetto XVI: «Al di là dell’affermazione del diritto<br />
alla propria esistenza, deve sempre prevalere, con indiscutibile priorità,<br />
l’edificazione del Corpo di Cristo in mezzo agli uomini» (Al II Congresso<br />
dei Movimenti ecclesiali, 22 maggio 2006).<br />
Il nostro Convegno è chiamato qui a dire una parola, molto attesa e<br />
doverosa, sui christifideles laici, sui laici e sul laicato. Occorrerebbe,<br />
forse, un’intera prolusione ad hoc. Ma pur rapidamente esprimo qualche<br />
convinzione e qualche urgenza per la Chiesa in Italia e per il nostro<br />
Paese.<br />
Inizio con una parola che è di quasi vent’anni fa: è venuta l’ora nella<br />
quale «la splendida ‘teoria’ sul laicato espressa dal Concilio possa<br />
diventare un’autentica ‘prassi’ ecclesiale» (Christifideles laici, n. 2). E<br />
l’ora è aperta, conserva tutta la sua urgenza, ma va accelerata nel senso<br />
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di coglierne l’intera ricchezza di grazia e di responsabilità per la missione<br />
evangelizzatrice della Chiesa e per il servizio al bene comune della<br />
società, in una parola per la testimonianza cristiana e umana nell’attuale<br />
situazione del mondo.<br />
Sento poi di dover esprimere stima e gratitudine per la testimonianza<br />
evangelica e civile che tantissimi laici e il laicato nelle sue varie forme,<br />
grazie alla loro propria e peculiare co-appartenenza alla Chiesa e al<br />
mondo, hanno dato e continuano a dare a Gesù Risorto e all’avvento del<br />
suo Regno nella storia, e dunque nelle più diverse problematiche, realtà<br />
e strutture terrene e temporali.<br />
Il disegno di Cristo circa la sua Chiesa domanda a tutti noi di rinnovare<br />
il nostro riconoscimento cordiale e gioioso del posto e del compito<br />
comuni e specifici dei fedeli laici: il riconoscimento cioè del diritto – in<br />
chiave ecclesiale e quindi nel suo senso più originale e forte e nel suo<br />
spirito evangelico di glorioso servizio – e <strong>insieme</strong> il riconoscimento della<br />
responsabilità. L’affermazione è teorica, ma proprio per questo ognuno<br />
di noi può coglierne le implicazioni di vita e di azione nella Chiesa e<br />
nella società.<br />
È anche necessario un rinnovato impegno <strong>delle</strong> nostre Chiese e realtà<br />
ecclesiali per sviluppare una più ampia e profonda opera formativa dei<br />
laici – singoli e aggregati – che assicuri loro quell’animazione spirituale,<br />
quella passione pastorale e quello slancio culturale che li rende pronti e<br />
decisi (e aggiungerei: competenti, dialoganti, coerenti, operativi e coraggiosi)<br />
nella loro tipica testimonianza evangelica e umana al servizio<br />
del bene comune, in specie nel campo familiare, sociale, economicofinanziario,<br />
culturale, mediatico e politico, e tutto ciò nell’ambito del<br />
Paese, dell’Europa e del mondo. Il Convegno ci offre una meta e un programma<br />
di grande respiro e <strong>insieme</strong> di singolare concretezza quotidiana<br />
– e dunque di riferimento alle sacrosante richieste della gente, dei poveri<br />
in particolare –, là dove ci apre alla riflessione e all’impegno sulla vita<br />
affettiva, sul lavoro e la festa, sulla fragilità umana, sulla trasmissione<br />
dei valori, sulla cittadinanza.<br />
In questa prospettiva si fa logico e straordinariamente bello, confortante,<br />
stimolante ricordare a tutti i laici che nella Chiesa identica è<br />
la missione evangelizzatrice e ancor più la vocazione alla santità, alla<br />
“misura alta” della vita cristiana ordinaria (cfr Novo millennio ineunte,<br />
n. 31). Ciò vale per tutti, anche per i politici cristiani. Mi rimangono indimenticabili<br />
le parole di Paolo VI: «La politica è una maniera esigente
– ma non la sola – di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri»<br />
(Octogesima adveniens, n. 46).<br />
3. Un ultimo spunto riguarda la comunione ecclesiale nel suo rapporto<br />
con la speranza cristiana. Questa tocca sì l’individuo e le sue<br />
personali attese, ma coinvolge anche le comunità nelle loro aspettative.<br />
La Chiesa stessa, sappiamo, si configura come “popolo pellegrinante”<br />
verso la comunione piena e definitiva con Dio (cfr Lumen gentium, n.<br />
9). E i contenuti tipici della fede cristiana sopra ricordati – quelli, in<br />
particolare, della risurrezione di Gesù il crocifisso, la vita eterna e la<br />
beatitudine –, offrendo una intelligenza nuova e un vissuto nuovo ai<br />
membri della comunità cristiana, non possono non ripercuotersi sulla<br />
comunione ecclesiale, nel suo dinamismo operativo e nelle sue caratteristiche:<br />
è una comunione ecclesiale segnata dalla speranza, dono dello<br />
Spirito di Cristo.<br />
In particolare, è lo Spirito Santo – come vinculum amoris tra il Padre<br />
e il Figlio, tra la divinità e la carne umana di Cristo, tra il Signore Gesù<br />
crocifisso e risorto e la sua Chiesa – il principio sorgivo della comunione<br />
ecclesiale – varia, unita e universale – e <strong>insieme</strong> la legge nuova e la risorsa<br />
permanente per la sua quotidiana realizzazione storica. Emergono<br />
così la gratuità e la serietà della comunione ecclesiale: proprio perché<br />
segnata dalla speranza che viene dallo Spirito, essa è un dono e un compito.<br />
È allora la forza dello Spirito che sostiene – al di là di ritardi, lentezze,<br />
errori, mancanze, ecc. – il cammino della comunità cristiana verso<br />
una comunione autentica e costantemente tesa alla sua perfezione.<br />
Potremmo dire che, connotata dalla tensione escatologica, la comunione<br />
ecclesiale può ritrovare l’umiltà e la conversione di fronte alle<br />
sue diverse forme di lacerazione, può farsi più ricca di vigilanza e di<br />
desiderio e di slancio operativo, può aprirsi all’audacia profetica di una<br />
singolare libertà e di una grande snellezza nei suoi cammini e passi<br />
nelle varie vicende storiche. Cito dalla Lettera apostolica Orientale<br />
Lumen: «Se la Tradizione ci pone in continuità con il passato, l’attesa<br />
escatologica ci apre al futuro di Dio. Ogni Chiesa deve lottare contro<br />
la tentazione di assolutizzare ciò che compie e quindi di autocelebrarsi<br />
o di abbandonarsi alla tristezza. Ma il tempo è di Dio, e tutto ciò che si<br />
realizza non si identifica mai con la pienezza del Regno, che è sempre<br />
dono gratuito» (n. 8).<br />
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La testimonianza: di tutti i cristiani e di ogni giorno<br />
Giungiamo finalmente al cuore del Convegno: alla testimonianza di<br />
Gesù Risorto, che è dono e compito di tutti i cristiani ed è questione di<br />
ogni giorno.<br />
La tirannia del tempo mi offre, lasciando a chi lo desidera la lettura<br />
del testo scritto, la libertà di limitarmi al semplice indice o poco più. Del<br />
resto, è l’intero Convegno, con la ricchezza della sua preparazione ed<br />
ora della celebrazione che si apre, un corale approfondimento dei contenuti,<br />
<strong>delle</strong> forme e degli spazi della testimonianza cristiana.<br />
1. La testimonianza cristiana è generata e sostenuta dalla fede in Gesù<br />
Cristo, il Crocifisso Risorto e il Veniente. È la fede cristiana nella sua<br />
unitotalità, nella sua triplice e inscindibile dimensione di fede professata-celebrata-vissuta.<br />
È, dunque, la fede che sta in ascolto della Parola<br />
di Dio, che celebra ed esperimenta l’incontro vivo e personale con Gesù<br />
Cristo nella sua Chiesa con il Sacramento e la preghiera, che si fa “carne<br />
della propria carne” nel vissuto di ogni giorno.<br />
Così la testimonianza cristiana, per essere vera e autentica, ha assoluto<br />
bisogno della Parola e del Sacramento, dei quali proprio il vissuto<br />
del credente deve dirsi frutto, verifica, “compimento”. In questo senso<br />
si deve riprendere la prospettiva indicata nella “Traccia” (cfr Allegato)<br />
e più volte ricordata nella prolusione: la testimonianza è questione globale<br />
e unitaria di spiritualità, di pastorale e di cultura, perché per interiore<br />
esigenza e di fatto essa scaturisce dalle radici vive e vivificanti<br />
di una intensa spiritualità, si esprime nell’agire pastorale-missionario<br />
della Chiesa e dei credenti e trova nella cultura lo strumento e <strong>insieme</strong><br />
la forza per “aprirsi” e “dialogare” con i linguaggi e le esperienze della<br />
vita dell’uomo d’oggi. Ci troviamo dunque di fronte a tre realtà, più tre<br />
dimensioni, che vanno profondamente saldate <strong>insieme</strong>.<br />
In particolare, la cultura viene intesa «come capacità della Chiesa di<br />
offrire agli uomini e alle donne di oggi un orizzonte di senso, di essere<br />
con la stessa esistenza un punto di riferimento credibile per chi cerca una<br />
risposta alle esigenze complesse e multiformi che segnano la vita».<br />
In questo senso il vissuto, come testimonianza, si configura come<br />
sintesi finale di un processo di discernimento evangelico che si snoda<br />
attraverso le fasi del leggere e interpretare i segni di senso o di speranza,<br />
del decidersi con scelte libere e responsabili per offrire senso e seminare
speranza, dell’impegnarsi in atteggiamenti e comportamenti concreti e,<br />
dunque, in opere di speranza, giungendo sino a una specie di coraggiosa<br />
“organizzazione della speranza” anche sotto il profilo comunitario e<br />
strutturale.<br />
In questa linea la testimonianza, che passa attraverso il discernimento,<br />
presuppone un umile e forte esame di coscienza e diviene il frutto di<br />
una vera e propria conversione: a Cristo e all’uomo!<br />
2. La testimonianza punta come a suo specifico sul vissuto, sul vissuto<br />
esistenziale, quello “concreto” nel senso di una fitta serie di elementi<br />
che “crescono <strong>insieme</strong>” alla e nella persona, alla e nella comunità, quindi<br />
nel senso fondamentale della relazione interpersonale e sociale dentro<br />
le vicende e situazioni storiche e i più diversi ambiti di vita. Anche quelli<br />
messi a tema dal Convegno. Sono ambiti, questi, trasversali, che intrecciandosi<br />
tra loro si situano – in modo unico e irripetibile – nella singola<br />
persona e nel suo tessuto relazionale.<br />
Ora, vissuti nella testimonianza evangelica dei cristiani, questi ambiti<br />
delineano un volto concreto e “popolare” di Chiesa missionaria, un<br />
volto di Chiesa fortemente radicato nel territorio e presente nei passaggi<br />
fondamentali dell’esistenza: quello cioè di una comunità col volto di famiglia,<br />
costruita attorno all’Eucaristia e alla domenica, forte <strong>delle</strong> sue<br />
membra più deboli, in cui le diverse generazioni si frequentano, dove<br />
tutti hanno cittadinanza e contribuiscono ad edificare la civiltà della<br />
verità e dell’amore.<br />
Come si vede, il vissuto fa riferimento all’uomo reale, che nella sua<br />
prima enciclica Giovanni Paolo II qualifica come «ogni uomo, in tutta<br />
la sua irripetibile realtà dell’essere e dell’agire, dell’intelletto e della<br />
volontà, della coscienza e del cuore. L’uomo, nella sua singolare realtà<br />
(perché è “persona”), ha una propria storia della sua vita e, soprattutto,<br />
una propria storia della sua anima… L’uomo, nella piena verità della sua<br />
esistenza, del suo essere personale e sociale – nell’ambito della propria<br />
famiglia, nell’ambito di società e di contesti tanto diversi, nell’ambito<br />
della propria nazione, o popolo (e, forse, ancora solo del clan, o tribù),<br />
nell’ambito di tutta l’umanità – quest’uomo è la prima strada che<br />
la Chiesa deve percorrere nel compimento della sua missione: egli è la<br />
prima e fondamentale via della Chiesa, via tracciata da Cristo stesso,<br />
via che immutabilmente passa attraverso il mistero dell’Incarnazione e<br />
della Redenzione» (Redemptor hominis, n. 14).<br />
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La testimonianza, dunque, fa tutt’uno con la vita quotidiana dell’uomo:<br />
il vissuto umano è lo spazio storico e <strong>insieme</strong> la forma necessaria<br />
della testimonianza.<br />
3. Ma qual è la forma specifica della testimonianza, e più precisamente<br />
della testimonianza cristiana? Ora, se a decidere la risposta generale<br />
è la coerenza – cioè il vissuto in sintonia con i valori ideali e con<br />
le esigenze morali <strong>delle</strong> persone e della comunità –, la risposta propria<br />
della testimonianza cristiana è la coerenza con la grazia e le responsabilità<br />
che ci vengono dall’incontro vivo e personale con Gesù Cristo<br />
morto e risorto, dall’obbedienza alla sua parola, dalla sequela del suo<br />
stile di vita, di missione e di destino. Non ci sono alternative! Solo con il<br />
nostro vissuto quotidiano possiamo confessare la nostra fede in Cristo e<br />
rendergli testimonianza. La prima, necessaria, irrinunciabile, possibile e<br />
doverosa testimonianza al Vangelo è la vita di ogni giorno, una vita nella<br />
quale “seguiamo Cristo”, ci “rivestiamo” di lui, siamo mossi dalla sua<br />
carità, ascoltiamo la sua parola, obbediamo alla sua legge, entriamo in<br />
comunione di vita con lui, diventiamo suoi “amici”, ci lasciamo animare<br />
e guidare dal suo Spirito. In una parola, viviamo nella grazia di Dio e<br />
camminiamo verso la santità.<br />
Potremmo fare sintesi dicendo che testimone è chi vive nella logica<br />
<strong>delle</strong> beatitudini evangeliche. E questo in ogni situazione, anche la più<br />
complessa e difficile e inedita; a qualsiasi costo, anche della rinuncia e<br />
del massimo coraggio, anche di venir incompreso, irriso, emarginato e<br />
rifiutato. Anche a prezzo del martirio, nelle sue più diverse forme. Al riguardo<br />
ci sono, infatti, parole inequivocabili di Cristo che non possiamo<br />
zittire: sono lì sempre scritte nel suo Vangelo, sempre stampate a fuoco<br />
nel nostro cuore dal suo Spirito. Il richiamo ci viene risvegliato in continuità<br />
dal fenomeno sempre in atto dei grandi e piccoli martiri della fede.<br />
Pure il Concilio, facendo eco alla voce di sant’Agostino, ci ammonisce<br />
dicendo che «la Chiesa “prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni<br />
del mondo e le consolazioni di Dio”, annunziando la passione e<br />
la morte del Signore fino a che egli venga (cfr 1Cor 11, 26)» (Lumen<br />
gentium, n. 8).<br />
Senza dimenticare che la beatitudine della persecuzione è da Cristo<br />
segnata da una sua originalissima gioia: non solo futura, ma già<br />
ora operante. «Beati voi – così proclama il Signore Gesù – quando gli<br />
uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno
e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo.<br />
Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra<br />
ricompensa è grande nei cieli» (Lc 6, 22-23).<br />
E perché non rilanciare una rinnovata “spiritualità della gioia cristiana”,<br />
l’unica capace di scuotere un mondo annoiato e distratto?<br />
Non c’è bisogno, a questo punto, di offrire una qualche riflessione sul<br />
rapporto tra la testimonianza e la speranza cristiana. Proprio il testimone<br />
– in specie il martire – costituisce l’incarnazione più radicale e il vertice<br />
supremo della speranza: per amore di Cristo, egli è pronto a donare<br />
nel sangue la propria vita (cfr Esortazione Ecclesia in Europa, n. 13).<br />
E ora l’ultima parola. Non è da me, ma viene da lontano, dall’Oriente,<br />
da un vescovo martire dei primi tempi della Chiesa, da sant’Ignazio di<br />
Antiochia. Desidero che la sua voce risuoni in questa Arena e pronunci<br />
ancora una volta una parola d’estrema semplicità, ma capace di definire<br />
nella forma più intensa e radicale la grazia e la responsabilità che come<br />
Chiesa in Italia chiediamo di ricevere da questo Convegno.<br />
E che, per dono di Dio, il cuore di ciascuno di noi ne sia toccato e profondamente<br />
rinnovato!<br />
Ascoltiamo: «Quelli che fanno professione di appartenere a Cristo si<br />
riconosceranno dalle loro opere. Ora non si tratta di fare una professione<br />
di fede a parole, ma di perseverare nella pratica della fede sino alla fine.<br />
È meglio essere cristiano senza dirlo, che proclamarlo senza esserlo»<br />
(Lettera agli Efesini).<br />
* * *<br />
Intervento conclusivo<br />
del Cardinale Camillo Ruini<br />
20 ottobre 2006<br />
1. Venerati e cari Confratelli nell’episcopato, fratelli e sorelle nel<br />
Signore, giunge ormai a termine questo 4° Convegno nazionale <strong>delle</strong><br />
Chiese che sono in Italia, dopo intense giornate di preghiera, di ascolto e<br />
di dialogo. Siamo dunque, forse, un poco affaticati, ma siamo soprattutto<br />
pieni di quella gioia del cuore che è frutto dello Spirito Santo (cfr Sir<br />
50, 23; Gal 5, 22) e alla quale il Papa Benedetto sempre ci richiama.<br />
14
14<br />
Questi sono stati, infatti, giorni felici, nei quali abbiamo sentito e gustato<br />
la bellezza e la fecondità del trovarci <strong>insieme</strong>, come fratelli, nel<br />
nome del Signore (cfr Mt 18, 20). Il mio primo compito, quindi, è dare<br />
voce alla nostra comune gratitudine. Vogliamo anzitutto rinnovare il nostro<br />
grazie a Dio, Padre, Figlio e Spirito. Da Lui proviene tutto ciò che<br />
di buono e positivo abbiamo vissuto qui a Verona e nel lungo cammino<br />
di preparazione, da Lui imploriamo la forza e la grazia perché i germogli<br />
che sono stati piantati possano giungere a maturazione: in concreto perché<br />
si mantenga e si approfondisca la nostra comunione e aumentino in<br />
noi la consapevolezza e l’audacia di essere, ogni giorno, suoi testimoni.<br />
Un pensiero di speciale gratitudine lo inviamo al Santo Padre: per la<br />
sua presenza tra noi che ci ha permesso di esprimergli anche visibilmente<br />
il bene che gli vogliamo; per il discorso che ci ha rivolto e che costituisce<br />
la piattaforma fondamentale per la vita e la testimonianza <strong>delle</strong><br />
nostre Chiese nei prossimi anni, avendoci indicato con la profondità e<br />
la chiarezza che gli sono proprie “quel che appare davvero importante<br />
per la presenza cristiana in Italia”; per la S. Messa che abbiamo celebrato<br />
con lui e con tutta la Chiesa di Verona, oltre che con tante persone e<br />
gruppi venuti da ogni parte. In questa Messa Benedetto XVI ha sentito<br />
l’abbraccio del nostro popolo, mentre noi, guidati dalla sua parola, siamo<br />
andati alla radice della nostra gioia e della nostra comunione.<br />
Ma vogliamo anche ringraziarci l’un l’altro per quel che <strong>insieme</strong>, tra<br />
noi e con il Signore, abbiamo potuto vivere e costruire: questa reciproca<br />
gratitudine, amicizia e stima è anche la premessa del cammino che dopo<br />
Verona dobbiamo proseguire <strong>insieme</strong>. Speciale riconoscenza esprimiamo<br />
al Cardinale Dionigi Tettamanzi, ai vari relatori e a tutti coloro che<br />
hanno lavorato alla preparazione del Convegno. Nel dire questo avvertiamo<br />
però che il raggio della nostra gratitudine non si restringe ad alcuni<br />
tra noi, ma piuttosto si allarga ben al di là del numero di coloro che sono<br />
qui riuniti. Una nota saliente dell’attuale Convegno è infatti la quantità<br />
e qualità della partecipazione che lo ha preceduto e lo ha fatto lievitare,<br />
specialmente a partire dalla pubblicazione, nel luglio dello scorso anno,<br />
della Traccia di riflessione: straordinario è stato il coinvolgimento<br />
<strong>delle</strong> Chiese locali – non solo di quelle che hanno ospitato e curato gli<br />
eventi legati ai cinque ambiti del Convegno –, intensa la partecipazione<br />
spirituale, serio e condiviso l’approfondimento <strong>delle</strong> problematiche,<br />
particolarmente sentita la ricerca dei segni di speranza presenti oggi nella<br />
società e nella Chiesa, così come la valorizzazione di quelle figure
di cristiani del Novecento che costituiscono per l’Italia di oggi modelli<br />
convincenti di testimonianza evangelica: tutto ciò in un clima di fiducia,<br />
di libertà e di spontanea comunione.<br />
Un vivissimo grazie lo diciamo ai Vescovi venuti a testimoniarci la<br />
fraterna vicinanza di tutta la Chiesa cattolica che vive in Europa ed anche<br />
negli altri continenti. Ringraziamo inoltre di cuore i delegati fraterni<br />
<strong>delle</strong> altre Chiese e Comunità cristiane, e parimenti i rappresentanti della<br />
Comunità ebraica, di quella islamica e di altre religioni.<br />
Uno speciale e ingente debito di gratitudine abbiamo verso Mons.<br />
Flavio Roberto Carraro e tutta la Chiesa di Verona: l’affetto con cui ci<br />
hanno accolto e la premura di cui ci hanno circondato sono stati un contributo<br />
prezioso alla buona riuscita del Convegno e per ciascuno di noi<br />
un incoraggiamento e un motivo di gioia.<br />
Vorrei poi ricordare con voi un nostro fratello, l’Arcivescovo di Monreale<br />
Mons. Cataldo Naro, che abbiamo molto amato ed ammirato e che<br />
ha collaborato con straordinaria partecipazione, intelligenza e apertura<br />
di cuore, in qualità di Vicepresidente del Comitato preparatorio, all’ideazione<br />
e alla progressiva realizzazione del Convegno. Per molti di<br />
noi egli è stato un amico personale, per tutti un esempio e un testimone<br />
di amore alla Chiesa e di una cultura compenetrata dal Vangelo. Lo sentiamo<br />
vivo e presente in mezzo a noi, nel mistero del Dio che si è fatto<br />
nostro fratello, per il quale Mons. Cataldo ha speso la sua vita.<br />
Questo mio intervento è stato indicato, nel programma del Convegno,<br />
come “discorso conclusivo”: un titolo giustificato solo dal fatto che<br />
è l’ultimo della serie, ma non da quello che potrò dire. In realtà le conclusioni<br />
sono state in buona misura già proposte nelle ottime relazioni<br />
che abbiamo appena ascoltato sui lavori dei cinque ambiti e saranno ulteriormente<br />
formulate nel documento che, come è d’uso, l’Assemblea<br />
della CEI dovrebbe approvare qualche mese dopo il Convegno. Soprattutto,<br />
la vera conclusione, o meglio il frutto e lo sviluppo concreto dei<br />
lavori di queste giornate e di tutto il cammino preparatorio, consisterà<br />
in quello che, come Chiesa italiana, sapremo vivere e testimoniare nei<br />
prossimi anni, cercando in primo luogo di essere docili alla guida del Signore.<br />
Il mio intervento si pone dunque semplicemente come un contributo<br />
alla riflessione comune, affinché le grandi indicazioni offerteci dal<br />
Santo Padre e tutto il lavoro svolto prima e durante il Convegno trovino<br />
sbocchi concreti nella vita e nella testimonianza della Chiesa italiana.<br />
Spero di rimediare così, in qualche misura, all’impegno troppo scarso<br />
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1 0<br />
con cui ho partecipato al cammino preparatorio, per il quale si è speso<br />
invece con eccezionale competenza, disponibilità e amore il nostro carissimo<br />
Mons. Giuseppe Betori, che non ha potuto essere fisicamente<br />
con noi in queste giornate ma è ormai pronto a riprendere il suo lavoro<br />
di Segretario della CEI e a contribuire come egli sa fare agli sviluppi che<br />
tutti attendiamo dal Convegno: a lui vanno il nostro affetto e la nostra<br />
gratitudine, nel vincolo di fraternità che ci unisce nel Signore.<br />
2. Cari fratelli e sorelle, questo incontro di Verona deve aiutare le<br />
nostre comunità a testimoniare Gesù risorto entro un contesto sociale e<br />
culturale, nazionale ed internazionale, che cambia molto rapidamente,<br />
mentre si rinnova anche la realtà ecclesiale. Proprio la coscienza di questi<br />
cambiamenti, dei problemi che essi pongono alla pastorale quotidiana<br />
e della necessità di non subirli passivamente, ma piuttosto di saperli<br />
interpretare alla luce del Vangelo, per poter interagire con essi e orientare<br />
in senso positivo il loro corso, è forse il principale motivo per il quale<br />
molte attese si concentrano sul nostro Convegno.<br />
Nei quasi undici anni che ci separano dall’incontro di Palermo abbiamo<br />
ricevuto anzitutto alcuni grandi doni, come l’Anno Santo del 2000,<br />
un’esperienza di fede, di preghiera, di partecipazione ecclesiale i cui<br />
frutti, nell’economia di salvezza, non si sono certo esauriti. Poi abbiamo<br />
vissuto gli ultimi anni del Pontificato di Giovanni Paolo II, la sua<br />
straordinaria testimonianza di abbandono in Dio e di dedizione totale alla<br />
causa del Vangelo, di cui proprio nei giorni della sua morte è divenuta<br />
manifesta al mondo la grandissima efficacia, capace di far riscoprire il<br />
senso cristiano – e autenticamente umano – del vivere, del soffrire e del<br />
morire, e al contempo l’unità profonda della intera famiglia umana. Con<br />
il nuovo Papa Benedetto XVI abbiamo sperimentato come, nell’avvicendarsi<br />
<strong>delle</strong> persone, possa essere piena la continuità nella guida della<br />
Chiesa e nel legame di amore che unisce il popolo di Dio al Successore<br />
di Pietro. Ma godiamo anche della luce di intelligenza e di verità con<br />
cui Papa Benedetto propone il mistero della fede e illumina le realtà e le<br />
sfide che tutti viviamo: ieri di questa luce abbiamo usufruito qui in modo<br />
speciale. Ci fa bene, cari fratelli e sorelle, rammentarci di questi e di altri<br />
grandi doni del Signore, che non rimangono esterni a noi ma fanno parte<br />
della nostra vita, anche per non rinchiuderci nel breve raggio del nostro<br />
lavoro quotidiano e per non cedere a quella miopia spirituale che fa male<br />
alla speranza.
Quando celebravamo il Convegno di Palermo prevaleva ancora, sebbene<br />
già in parte offuscata, quell’atmosfera di sollievo e di fiducia, a<br />
livello di scenari europei e mondiali, che era nata dalla caduta della cortina<br />
di ferro e dalla fine della lunga stagione della “guerra fredda”. Oggi<br />
non è più così, per <strong>delle</strong> cause profonde e di lungo periodo che hanno<br />
nella tragica data dell’11 settembre 2001 un’espressione emblematica<br />
ma assai parziale. La sfida rappresentata dal terrorismo internazionale,<br />
per quanto ardua e minacciosa, è infatti soltanto un aspetto di una problematica<br />
molto più ampia, che si riconduce al risveglio religioso, sociale<br />
e politico dell’Islam e alla volontà di essere di nuovo protagoniste<br />
sulla scena mondiale che accomuna almeno in qualche misura le popolazioni<br />
islamiche, pur con tutte le differenze e le tensioni che esistono tra<br />
di esse. Questo grande processo ci tocca da vicino, a nostra volta, sotto<br />
il profilo religioso e non soltanto sociale, economico e politico, anche<br />
perché, nel quadro generale dei grandi fenomeni migratori, è forte la<br />
presenza islamica in Europa e ormai anche in Italia. Lo stesso risveglio<br />
dell’Islam, d’altronde, si accompagna ad altri importanti sviluppi che<br />
sono in corso e che vedono protagoniste altre grandi nazioni e civiltà,<br />
come la Cina e l’India, configurando ormai uno scenario mondiale assai<br />
diverso da quello che faceva perno unicamente sull’Occidente. Nello<br />
stesso tempo rimangono in tutta la loro drammatica gravità le situazioni<br />
di povertà estrema e mancato sviluppo di numerosi Paesi e aree geografiche,<br />
specialmente ma certo non esclusivamente in Africa. In questo<br />
contesto di grandi trasformazioni sta assumendo dimensioni nuove<br />
e diventa sempre più vitale e irrinunciabile il compito della costruzione<br />
della pace, mentre persistono e si aggravano tante forme di guerra e minacce<br />
di guerra. Tutto ciò, di nuovo, ci interpella anche e specificamente<br />
in quanto credenti in Cristo: la Chiesa italiana, pertanto, non può non<br />
essere attenta e partecipe verso queste tematiche, decisive per gli anni<br />
che ci attendono.<br />
Un’altra novità di grande spessore e implicazioni che ha guadagnato<br />
molto spazio nell’ultimo decennio è quella che viene indicata come<br />
“questione antropologica”: nei lavori del nostro Convegno essa è stata,<br />
giustamente, assai presente. Negli interrogativi intorno all’uomo, infatti,<br />
nelle domande su chi egli realmente sia, sui suoi rapporti con il mondo<br />
e con la natura, ma anche nelle questioni che riguardano l’evolversi dei<br />
suoi comportamenti personali e sociali e le nuove e rapidamente crescenti<br />
possibilità di intervento sulla sua stessa realtà che le scienze e le<br />
1 1
1 2<br />
tecnologie stanno aprendo, la fede cristiana e la conoscenza dell’uomo<br />
che essa ha in Gesù Cristo (cfr Gaudium et spes, n. 22) vengono messe<br />
inevitabilmente a confronto con le prospettive e i punti di vista, talora<br />
assai divergenti, che riguardo all’uomo stesso hanno largo corso e cercano<br />
di imporsi. Questo confronto, che si svolge in tutto l’Occidente ed<br />
anzi si estende sempre più a livello planetario, coinvolge profondamente<br />
anche l’Italia ed appare chiaramente destinato a proseguire e ad intensificarsi<br />
negli anni che ci attendono. Esso si sviluppa, contestualmente,<br />
a molteplici livelli: sul piano culturale e morale, su quello della ricerca<br />
scientifica e <strong>delle</strong> sue applicazioni terapeutiche, su quello del vissuto<br />
<strong>delle</strong> persone e <strong>delle</strong> famiglie come su quello <strong>delle</strong> scelte politiche e legislative.<br />
Dobbiamo dunque continuare a sostenere questo confronto,<br />
che è stato già di grande stimolo per il nostro “progetto culturale”, essendo<br />
anzitutto consapevoli che la luce della fede ci fa comprendere in<br />
profondità non un modello di uomo ideale e utopico, ma l’uomo reale,<br />
concreto e storico, che di per sé la stessa ragione può conoscere, e che,<br />
come ha detto Benedetto XVI il 30 maggio 2005 aggiungendo a braccio<br />
queste parole al suo discorso all’Assemblea della CEI, “non lavoriamo<br />
per l’interesse cattolico ma sempre per l’uomo creatura di Dio”.<br />
Un ulteriore elemento di novità, meno evidente ed appariscente ma<br />
che si riferisce alla vita stessa della Chiesa e dei cattolici in Italia, mi<br />
sembra possa individuarsi in una crescita che ha avuto luogo in questi<br />
anni, sotto vari aspetti, tra loro certamente connessi. Si sono rafforzati<br />
cioè i sentimenti e gli atteggiamenti di comunione tra le diverse componenti<br />
ecclesiali, e in particolare tra le aggregazioni laicali, mentre si è<br />
fatto nettamente sentire, anche nel corso del nostro Convegno, il desiderio<br />
di una comunione ancora più concreta e profonda. A un tale positivo<br />
sviluppo ha certamente contribuito l’approfondirsi e il diffondersi della<br />
consapevolezza circa la necessità e l’urgenza, e al contempo le molte<br />
innegabili difficoltà, di una effettiva opera di rievangelizzazione del nostro<br />
popolo: ciò ha suscitato nuove energie ed ha fatto sentire più forte il<br />
bisogno di lavorare <strong>insieme</strong>, per una missione che è comune a noi tutti<br />
(cfr Apostolicam actuositatem, n. 2). È cresciuto inoltre, in maniera visibile,<br />
il ruolo della Chiesa e dei cattolici in alcuni aspetti qualificanti della<br />
vita dell’Italia: in particolare nel porre all’attenzione di tutti il significato<br />
e le implicazioni della nuova questione antropologica. In questo<br />
contesto si sono formate, o hanno intensificato la loro presenza, realtà<br />
come “Scienza & Vita”, il Forum <strong>delle</strong> Famiglie, “RetInOpera”, con una
forte unità tra i cattolici e una assai significativa convergenza con esponenti<br />
della cultura “laica”. Si è potuto interpretare così, come è apparso<br />
specialmente in occasione del referendum sulla procreazione assistita,<br />
il sentire profondo di gran parte del nostro popolo. Ho ricordato questi<br />
aspetti di crescita non per nascondere le difficoltà che persistono, e sotto<br />
qualche profilo si aggravano, nella presenza cristiana in Italia, ma per<br />
mostrare come i giudizi e gli atteggiamenti improntati alla stanchezza<br />
e al pessimismo, che esistono anche all’interno della Chiesa e possono<br />
essere umanamente assai comprensibili, si rivelino unilaterali già sul<br />
piano dei fatti e dell’esperienza.<br />
3. Proprio alla luce <strong>delle</strong> novità intercorse nell’ultimo decennio appare<br />
assai felice la scelta di concentrare l’attenzione del 4º Convegno<br />
della Chiesa italiana sulla testimonianza di Gesù Risorto, speranza del<br />
mondo. Nell’articolazione di questo titolo è facile ravvisare la duplice<br />
attenzione, ormai tradizionale in questi Convegni, alla missione evangelizzatrice<br />
della Chiesa e al suo determinante influsso positivo sulla vita<br />
della società. Questa duplice attenzione, però, non degenera in una dicotomia,<br />
ma si mantiene all’interno dell’unità dell’esperienza credente:<br />
è la testimonianza stessa di Gesù risorto, infatti, a costituire la speranza<br />
del mondo. Ancor più significativo è il fatto di essere andati, facendo<br />
perno sulla risurrezione di Cristo, al “centro della predicazione e della<br />
testimonianza cristiana, dall’inizio e fino alla fine dei tempi”, come ci<br />
ha detto ieri il Papa, che ha anche fatto risaltare in tutta la sua forza il<br />
motivo di questa centralità. Uno sguardo d’<strong>insieme</strong> all’evoluzione del<br />
mondo in cui viviamo, <strong>delle</strong> sue direttrici e dei suoi comportamenti, fa<br />
vedere infatti come i problemi che emergono tocchino le fondamenta<br />
stesse della nostra fede, e anche di una civiltà che voglia essere umanistica.<br />
Le possibilità di darvi risposta dipendono pertanto, in primo luogo,<br />
dall’autenticità e profondità del nostro rapporto con Dio. Soltanto<br />
così si formano quei testimoni di Cristo che l’allora Cardinale Ratzinger<br />
ha chiesto a Subiaco il 1º aprile 2005, con parole che è bene riascoltare<br />
in questo Convegno: “Ciò di cui abbiamo soprattutto bisogno in questo<br />
momento della storia sono uomini che, attraverso una fede illuminata e<br />
vissuta, rendano Dio credibile in questo mondo. La testimonianza negativa<br />
di cristiani che parlavano di Dio e vivevano contro di Lui ha oscurato<br />
l’immagine di Dio e ha aperto le porte dell’incredulità. Abbiamo<br />
bisogno di uomini che tengano lo sguardo dritto verso Dio, imparando<br />
1 3
1 4<br />
da lì la vera umanità. Abbiamo bisogno di uomini il cui intelletto sia<br />
illuminato dalla luce di Dio e a cui Dio apra il cuore, in modo che il loro<br />
intelletto possa parlare all’intelletto degli altri e il loro cuore possa aprire<br />
il cuore degli altri. Soltanto attraverso uomini toccati da Dio, Dio può<br />
far ritorno presso gli uomini”.<br />
Grande attenzione e cura sono state dedicate pertanto, già nella preparazione<br />
del Convegno, a ciò che nelle nostre comunità può meglio<br />
disporci a quell’evento gratuito per il quale gli uomini e le donne di ogni<br />
età e condizione sono “toccati da Dio”, e questo è anche il primo obiettivo<br />
a cui puntare per il dopo-Convegno. Si tratta “di riproporre a tutti con<br />
convinzione” quella “misura alta della vita cristiana ordinaria” che è la<br />
santità, come ci ha chiesto Giovanni Paolo II al termine del Grande Giubileo<br />
(Novo millennio ineunte, n. 31). Paola Bignardi, nel suo intervento<br />
di martedì, definendo la santità “unica misura secondo cui vale la pena<br />
essere cristiani”, ha rimarcato come a questa richiesta non ci siano per<br />
noi alternative praticabili. Infatti il cammino verso la santità non è altro,<br />
in ultima analisi, che il lasciar crescere in noi quell’incontro con la Persona<br />
di Cristo “che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione<br />
decisiva”, secondo le parole della Deus caritas est riprese ieri dal Papa<br />
nel suo discorso: così, nonostante tutte le nostre miserie e debolezze,<br />
possiamo essere riplasmati e trasformati dallo Spirito che abita in noi.<br />
In concreto, nella preparazione e nello svolgimento del nostro Convegno,<br />
sono ritornate con insistenza le richieste di dare spazio alla gratuità,<br />
alla contemplazione, alla lode e alla gratitudine della risposta credente<br />
al dono che Dio sempre di nuovo fa di se stesso a noi. Nella sostanza è<br />
lo stesso invito che ci ha fatto ieri il Papa, quando ci ha detto che “prima<br />
di ogni nostra attività e di ogni nostro programma … deve esserci l’adorazione,<br />
che ci rende davvero liberi e ci dà i criteri per il nostro agire”.<br />
Abbiamo a che fare qui con quello che è il vero “fondamentale” del nostro<br />
essere di cristiani. Esso, certamente in forme congruenti alle diverse<br />
vocazioni e situazioni di vita, riguarda ugualmente tutti noi, sacerdoti,<br />
religiosi e laici (cfr Lumen gentium, nn. 40-41), che abbiamo “per condizione<br />
la dignità e la libertà dei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo<br />
Spirito Santo” (Lumen gentium, n. 9). Il mistero cristiano, vissuto nella<br />
pienezza <strong>delle</strong> sue dimensioni di amore gratuito e sovrabbondante, di<br />
sequela di Cristo crocifisso e risorto e così di partecipazione alla vita<br />
stessa di Dio, è infatti l’unica realtà che possiamo davvero proporre come<br />
quel grande “sì” a cui si è riferito anche ieri Benedetto XVI, “sì” che
salva e che apre al futuro, anche all’interno della storia. È questo il motivo<br />
di fondo per il quale il Santo Padre insiste sul posto fondamentale<br />
della liturgia nella vita della Chiesa, come anche sull’opportunità di non<br />
pianificare troppo e di non lasciar prevalere gli aspetti organizzativi e<br />
tanto meno burocratici: con tutte queste indicazioni il nostro Convegno<br />
si è mostrato in spontanea e sentita sintonia. Da questa assemblea sale<br />
dunque un’umile preghiera, che implica però anche un sincero proposito,<br />
affinché il primato di Dio sia il più possibile “visibile” e “palpabile”<br />
nell’esistenza concreta e quotidiana <strong>delle</strong> nostre persone e <strong>delle</strong> nostre<br />
comunità.<br />
4. Cari fratelli e sorelle, ciascuno di noi constata ogni giorno quanti<br />
siano gli ostacoli che l’ambiente sociale e culturale in cui viviamo frappone<br />
al cammino verso la santità. Tutto ciò rende ancor più necessaria<br />
e importante l’opera formativa che le nostre comunità sono chiamate<br />
a compiere e che si rivolge, senza dualismi, alla persona concreta dell’uomo<br />
e del cristiano, con l’intero complesso <strong>delle</strong> sue esperienze, situazioni<br />
e rapporti. Queste giornate di lavoro e le relazioni che abbiamo<br />
appena ascoltato hanno già approfondito i molteplici aspetti di un tale<br />
impegno formativo, mentre Benedetto XVI ha sottolineato che l’educazione<br />
della persona è “questione fondamentale e decisiva”, per la quale<br />
è necessario “risvegliare il coraggio <strong>delle</strong> decisioni definitive”. Per parte<br />
mia vorrei solo confermare che il nostro Convegno, con la sua articolazione<br />
in cinque ambiti di esercizio della testimonianza, ognuno dei quali<br />
assai rilevante nell’esperienza umana e tutti <strong>insieme</strong> confluenti nell’unità<br />
della persona e della sua coscienza, ci ha offerto un’impostazione<br />
della vita e della pastorale della Chiesa particolarmente favorevole al<br />
lavoro educativo e formativo. Si tratta di un notevole passo in avanti rispetto<br />
all’impostazione prevalente ancora al Convegno di Palermo, che<br />
a sua volta puntava sull’unità della pastorale ma era meno in grado di<br />
ricondurla all’unità della persona perché si concentrava solo sul legame,<br />
pur giusto e prezioso, tra i tre compiti o uffici della Chiesa: l’annunzio e<br />
l’insegnamento della parola di Dio, la preghiera e la liturgia, la testimonianza<br />
della carità.<br />
Non è necessario aggiungere che l’opera formativa, sebbene oggi<br />
debba essere rivolta a tutti, mantiene un orientamento e una rilevanza<br />
speciale per i bambini e i ragazzi, gli adolescenti e i giovani: sono proprio<br />
le nuove generazioni, del resto, le più esposte a un duplice rischio:<br />
1
1<br />
quello di crescere in un contesto sociale e culturale nel quale la tradizione<br />
cristiana sembra svanire e dissolversi – perfino in rapporto al suo centro<br />
che è Gesù Cristo – rimanendo viva e rilevante soltanto all’interno degli<br />
ambienti ecclesiali, e quello di pagare le conseguenze di un generale<br />
impoverimento dei fattori educativi nella nostra società. Anche di questi<br />
problemi e <strong>delle</strong> possibilità di rispondervi il nostro Convegno si è occupato<br />
approfonditamente. In particolare l’iniziazione cristiana si presenta<br />
oggi alle nostre Chiese come una sfida cruciale e come un grande cantiere<br />
aperto, dove c’è bisogno di dedizione e passione formativa ed evangelizzatrice,<br />
di sicura fedeltà e al contempo del coraggio di affrontare<br />
creativamente le difficoltà odierne. Di un’analoga passione educativa<br />
c’è forte necessità nelle scuole e specificamente nelle scuole cattoliche.<br />
È giusto ricordare qui che la Chiesa italiana nel prossimo triennio realizzerà<br />
un progetto denominato “Agorà dei giovani”, il cui primo e assai<br />
importante appuntamento sarà l’incontro dei giovani italiani a Loreto il<br />
1° e il 2 settembre 2007, al quale abbiamo invitato il Santo Padre.<br />
Un aspetto sul quale occorre insistere è quello dell’orientamento e<br />
della qualificazione missionaria che la formazione dei cristiani deve<br />
avere, ad ogni livello. Non si tratta di aggiungere un elemento dall’esterno,<br />
ma di aiutare a maturare la consapevolezza di ciò che alla nostra<br />
fede è pienamente intrinseco. Come ha detto il Papa al Convegno della<br />
<strong>Diocesi</strong> di Roma il 5 giugno scorso, “Nella misura in cui ci nutriamo di<br />
Cristo e siamo innamorati di Lui, avvertiamo anche lo stimolo a portare<br />
altri verso di Lui: la gioia della fede infatti non possiamo tenerla per noi,<br />
dobbiamo trasmetterla”.<br />
5. Questa tensione missionaria rappresenta anche il principale criterio<br />
intorno al quale configurare e rinnovare progressivamente la vita<br />
<strong>delle</strong> nostre comunità. Dal nostro Convegno emerge chiara l’esigenza di<br />
superare le tentazioni dell’autoreferenzialità e del ripiegamento su di sé,<br />
che pure non mancano, come anche di non puntare su un’organizzazione<br />
sempre più complessa, per imboccare invece con maggiore risolutezza<br />
la strada dell’attenzione alle persone e alle famiglie, dedicando tempo<br />
e spazio all’ascolto e alle relazioni interpersonali, con particolare cura<br />
per la confessione sacramentale e la direzione spirituale. In un contesto<br />
nuovo e diverso, avremo così il ricupero di una dimensione qualificante<br />
della nostra tradizione pastorale.<br />
Per essere pienamente missionaria, questa attenzione alle persone e
alle famiglie deve assumere però un preciso orientamento dinamico: non<br />
basta cioè “attendere” la gente, ma occorre “andare” a loro e soprattutto<br />
“entrare” nella loro vita concreta e quotidiana, comprese le case in cui<br />
abitano, i luoghi in cui lavorano, i linguaggi che adoperano, l’atmosfera<br />
culturale che respirano. È questo il senso e il nocciolo di quella “conversione<br />
pastorale” di cui sentiamo così diffusa l’esigenza: essa riguarda<br />
certamente le parrocchie, ma anche, in modo differenziato, le comunità<br />
di vita consacrata, le aggregazioni laicali, le strutture <strong>delle</strong> nostre <strong>Diocesi</strong>,<br />
la formazione del clero nei seminari e nelle università, la Conferenza<br />
Episcopale e gli altri organismi nazionali e regionali.<br />
Proprio qui si inserisce la proposta, o meglio il bisogno, della “pastorale<br />
integrata”. Dobbiamo precisare i suoi contorni e darle man mano<br />
maggiore concretezza, ma sono già chiari il suo obiettivo e la sua direzione<br />
di marcia: essa trova infatti nella comunione ecclesiale la sua radice<br />
e nella missione, da svolgere nell’attuale società complessa, la sua<br />
finalità e la sua concreta ragion d’essere. Punta quindi a mettere in rete<br />
tutte le molteplici risorse umane, spirituali, pastorali, culturali, professionali<br />
non solo <strong>delle</strong> parrocchie ma di ciascuna realtà ecclesiale e persona<br />
credente, al fine della testimonianza e della comunicazione della<br />
fede in questa Italia che sta cambiando sotto i nostri occhi.<br />
Fin da quando si è incominciato a progettare il presente Convegno<br />
è apparso centrale, proprio nella prospettiva della missione, il tema dei<br />
cristiani laici e molto è maturato in proposito sia in queste giornate sia<br />
nel lavoro preparatorio, nella linea del Concilio Vaticano II e dell’Esortazione<br />
Apostolica Christifideles laici. È chiaro a tutti noi che il presupposto<br />
di una piena e feconda presenza e testimonianza laicale è costituito<br />
dalla comunione ecclesiale e specificamente da quella spiritualità di<br />
comunione che è stata invocata da Giovanni Paolo II con queste parole<br />
appassionate: “Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco<br />
la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia, se vogliamo<br />
essere fedeli al disegno di Dio e rispondere anche alle attese profonde del<br />
mondo” (Novo millennio ineunte, n. 43). In particolare è indispensabile<br />
una comunione forte e sincera tra sacerdoti e laici, con quell’amicizia,<br />
quella stima, quella capacità di collaborazione e di ascolto reciproco attraverso<br />
cui la comunione prende corpo. Anzitutto noi Vescovi e presbiteri,<br />
proprio per la peculiare missione e responsabilità che ci è affidata<br />
nella Chiesa, siamo chiamati a farci carico di questa comunione concreta,<br />
prendendo sul serio la parola di Gesù, ripresa nella Lumen gentium<br />
1
1<br />
(n. 18), che ci dice che siamo a servizio dei nostri fratelli. Ciò non significa<br />
che si debba abdicare al nostro compito specifico e all’esercizio<br />
dell’autorità che ne fa parte. Implica e richiede però che questo compito<br />
e questa autorità siano protesi a far crescere la maturità della fede, la<br />
coscienza missionaria e la partecipazione ecclesiale dei laici, trovando<br />
in ciò una fonte di gioia personale e non certo di preoccupazione o di<br />
rammarico, e promuovendo la realizzazione di quegli spazi e momenti<br />
di corresponsabilità in cui tutto ciò possa concretamente svilupparsi.<br />
Analogo spirito e comportamento è evidentemente richiesto nei cristiani<br />
laici: tutti infatti dobbiamo essere consapevoli che tra sacerdoti e laici<br />
esiste un legame profondo, per cui in un’ottica autenticamente cristiana<br />
possiamo solo crescere <strong>insieme</strong>, o invece decadere <strong>insieme</strong>.<br />
La testimonianza missionaria dei laici, che in Italia ha alle spalle una<br />
storia lunga e grande, le cui forme moderne sono iniziate già ben prima<br />
del Vaticano II, e che poi ha ricevuto dal Concilio nuova fecondità e<br />
nuovo impulso, ha oggi davanti a sé degli spazi aperti che appaiono assai<br />
ampi, promettenti e al tempo stesso esigenti. Questa testimonianza<br />
è chiamata infatti ad esplicarsi sotto due profili, connessi ma distinti.<br />
Uno di essi è quello dell’animazione cristiana <strong>delle</strong> realtà sociali, che<br />
i laici devono compiere con autonoma iniziativa e responsabilità e al<br />
contempo nella fedeltà all’insegnamento della Chiesa, specialmente<br />
per quanto riguarda le fondamentali tematiche etiche ed antropologiche.<br />
L’altro è quello della diretta proposta e testimonianza del Vangelo<br />
di Gesù Cristo, non solo negli ambienti ecclesiali ma anche e non meno<br />
nei molteplici spazi della vita quotidiana: in quello scambio continuo,<br />
cioè, che ha luogo all’interno <strong>delle</strong> famiglie come nelle scuole, nei luoghi<br />
di lavoro, nei locali pubblici e in tante altre occasioni. Sono i laici<br />
pertanto ad avere le più frequenti e per così dire “naturali” opportunità<br />
di svolgere una specie di apostolato o diaconia <strong>delle</strong> coscienze, esplicitando<br />
la propria fede e traducendo in comportamenti effettivi e visibili<br />
la propria coscienza cristianamente formata. Così essi possono aiutare<br />
ogni uomo e ogni donna con cui hanno a che fare a riscoprire lo sguardo<br />
della fede e a mantenere desta a propria volta la coscienza, lasciandosi<br />
interrogare da essa e possibilmente ascoltandola in concreto. Soltanto<br />
per questa via può realizzarsi la saldatura tra la fede e la vita e può assumere<br />
concretezza quella “seconda fase” del progetto culturale che è stata<br />
motivatamente proposta dal Cardinale Tettamanzi. Questa forma di testimonianza<br />
missionaria appare dunque decisiva per il futuro del cristia-
nesimo e in particolare per mantenere viva la caratteristica “popolare”<br />
del cattolicesimo italiano, senza ridurlo a un “cristianesimo minimo”,<br />
come ha giustamente chiesto Don Franco Giulio Brambilla: tale forma<br />
di testimonianza dovrebbe pertanto crescere e moltiplicarsi. Potrà farlo<br />
però soltanto sulla base di una formazione cristiana realmente profonda,<br />
nutrita di preghiera e motivata e attrezzata anche culturalmente. Di<br />
fronte a una tale prospettiva diviene ancora più evidente la necessità di<br />
comunione e di un impegno sempre più sinergico tra i laici cristiani e tra<br />
le loro diverse forme di aggregazione, mentre si rivelano davvero privi<br />
di fondamento gli atteggiamenti concorrenziali e i timori reciproci.<br />
6. Cari fratelli e sorelle, nel nostro comune impegno di evangelizzazione<br />
e testimonianza dobbiamo essere chiaramente consapevoli di una<br />
questione che la Chiesa ha affrontato fin dall’inizio e che specialmente<br />
oggi non è in alcun modo aggirabile: quella della verità del cristianesimo.<br />
Nell’attuale contesto culturale essa implica un confronto con posizioni<br />
che mettono in dubbio non solo la verità cristiana ma la possibilità<br />
stessa che l’uomo raggiunga una qualsiasi verità non puramente soggettiva,<br />
funzionale e provvisoria: tanto meno egli potrebbe raggiungere<br />
la verità in ambito religioso e in ambito etico. Così la fede cristiana è<br />
messa in questione nel suo stesso nucleo sorgivo e contenuto centrale,<br />
nel riconoscimento di Dio e del suo rivelarsi a noi in Gesù Cristo: in particolare<br />
non sarebbe più seriamente proponibile quello che è il cuore del<br />
presente Convegno, la testimonianza di Gesù risorto. Tutto ciò si riferisce<br />
in primo luogo al confronto intellettuale e al dibattito pubblico, ma<br />
ha certamente un’eco e un influsso nella coscienza e nei convincimenti<br />
<strong>delle</strong> persone, in specie dei giovani che si stanno formando. Bisogna aggiungere<br />
però che gli atteggiamenti di chiusura o anche di contestazione<br />
esplicita della plausibilità della fede in Dio, e in particolare del cristianesimo,<br />
coesistono e confliggono con uno sviluppo ben diverso, quello<br />
della crescita dell’importanza della religione, che si sta verificando a<br />
largo raggio e in particolare anche in Italia, dove si qualifica in buona<br />
misura come riaffermazione del valore dell’identità cristiana e cattolica.<br />
Non si tratta comunque e soltanto di un fenomeno che si esprimerebbe<br />
prevalentemente a livello pubblico, come difesa di un’identità che si<br />
sente minacciata da altre presenze. Esso ha a che fare, più profondamente,<br />
con la questione del significato della nostra vita, dei suoi scopi e della<br />
direzione da imprimerle: questione che nel contesto di una forma di ra-<br />
1
1 0<br />
zionalità soltanto sperimentale e calcolatrice non trova spazio legittimo<br />
e tanto meno risposta. Una tale questione è però insopprimibile, perché<br />
tocca l’intimo della persona, quel “cuore” che solo Dio può davvero conoscere<br />
(cfr 1Re 8, 39; At 1, 24; 15,8).<br />
Il risultato di un simile contrasto alla fine non è positivo né per la razionalità<br />
scientifica, che rischia di essere percepita come una minaccia<br />
piuttosto che come un grande progresso e una straordinaria risorsa, né<br />
per il senso religioso che, quando appare tagliato fuori dalla razionalità,<br />
rimane in una condizione precaria e può essere preda di derive fantasiose<br />
o fanatiche.<br />
È dunque davvero provvidenziale l’insistenza con cui Benedetto<br />
XVI stimola e invita ad “allargare gli spazi della nostra razionalità”, come<br />
ha fatto anche ieri al nostro Convegno e più ampiamente nel grande<br />
discorso all’Università di Regensburg, dove ha messo in luce il legame<br />
costitutivo tra la fede cristiana e la ragione autentica. A questa opera<br />
la Chiesa e i cattolici italiani devono dedicarsi con fiducia e creatività:<br />
anch’essa fa parte della “seconda fase” del progetto culturale e ne costituisce<br />
una dimensione caratterizzante. Va compiuta nella linea del sì<br />
all’uomo, alla sua ragione e alla sua libertà, che il Papa ieri ci ha riproposto<br />
con forza, attraverso un confronto libero e a tutto campo. Abbraccia<br />
dunque le molteplici articolazioni del pensiero e dell’arte, il linguaggio<br />
dell’intelligenza e della vita, ogni fase dell’esistenza della persona e il<br />
contesto familiare e sociale in cui essa vive. È affidata alla responsabilità<br />
dei Vescovi e al lavoro dei teologi, ma chiama ugualmente in causa<br />
la nostra pastorale, la catechesi e la predicazione, l’insegnamento della<br />
religione e la scuola cattolica, così come la ricerca filosofica, storica e<br />
scientifica e il corrispondente impegno didattico nelle scuole e nelle università,<br />
e ancora lo spazio tanto ampio e pervasivo della comunicazione<br />
mediatica. Di più, la sollecitudine specifica per la questione della verità<br />
è parte essenziale di quella missionarietà a cui, come ho già sottolineato,<br />
i cristiani laici sono chiamati nei molteplici spazi della vita quotidiana,<br />
familiare e professionale.<br />
La forma e modalità in cui la verità cristiana va proposta ci riconduce<br />
al tema del nostro Convegno: è infatti, necessariamente, la forma della<br />
testimonianza. Ciò non soltanto perché l’uomo del nostro tempo ascolta<br />
più volentieri i testimoni che i maestri (cfr Evangelii nuntiandi, n. 41),<br />
ma per un motivo intrinseco alla verità cristiana stessa. Essa infatti apre<br />
al mistero di Dio che liberamente si dona a noi e mette in gioco, <strong>insieme</strong>
con la nostra ragione, tutta la nostra vita e la nostra salvezza. Non si impone<br />
quindi con evidenza cogente ma passa attraverso l’esercizio della<br />
nostra libertà. La coerenza della vita, pertanto, è richiesta a ciascuno di<br />
noi se vogliamo aiutare davvero i nostri fratelli a compiere quel passo<br />
che porta a fidarsi di Gesù Cristo.<br />
Questo legame tra verità e libertà è oggi quanto mai attuale e importante<br />
anche sul piano pubblico, sia nei confronti di coloro che, in Italia e<br />
in genere in Occidente, vedono nella rivendicazione di verità del cristianesimo<br />
una minaccia per la libertà <strong>delle</strong> coscienze e dei comportamenti,<br />
sia in relazione al dialogo inter-religioso, da condurre nel cordiale rispetto<br />
reciproco e al contempo senza rinunciare a proporre con sincerità<br />
e chiarezza i contenuti della propria fede e le motivazioni che li sostengono.<br />
Il Concilio Vaticano II, ponendo a fondamento della libertà religiosa<br />
non una concezione relativistica della verità ma la dignità stessa<br />
della persona umana, ha messo a punto il quadro entro il quale i timori di<br />
un conflitto tra verità e libertà potrebbero e dovrebbero essere superati<br />
da tutti (cfr Dignitatis humanae, nn. 1-3).<br />
7. La tensione escatologica del cristianesimo, fortemente evidenziata<br />
nel titolo stesso del nostro Convegno dal riferimento alla risurrezione e<br />
alla speranza, coinvolge d’altronde l’indole stessa della verità cristiana,<br />
che è sempre più grande di noi, va accolta e testimoniata nell’umiltà e ci<br />
orienta verso il futuro di Dio. Per la medesima ragione la verità cristiana<br />
ha carattere “inclusivo”, tende ad unire e non a dividere, è fattore di pace<br />
e non di inimicizia e così mostra chiaramente di non essere una ideologia.<br />
Come disse Giovanni Paolo II al Convegno di Loreto (n. 5), nella<br />
sua essenza profonda la verità cristiana è, infatti, manifestazione dell’amore,<br />
e solo nella concreta testimonianza dell’amore può trovare la<br />
sua piena credibilità. Sento il bisogno di ricordare qui due nostri fratelli,<br />
Don Andrea Santoro e Suor Leonella Sgorbati, che di un tale legame tra<br />
verità di Cristo e amore del prossimo hanno dato quest’anno la testimonianza<br />
del sangue.<br />
Proprio riguardo alla concezione dell’amore si è sviluppata negli ultimi<br />
secoli, come ha scritto Benedetto XVI nella Deus caritas est (n. 3),<br />
una critica sempre più radicale al cristianesimo, che il Papa così riassume:<br />
“la Chiesa con i suoi comandamenti e i suoi divieti non ci rende forse<br />
amara la cosa più bella della vita?”. Già Nietzsche riteneva decisivo,<br />
per superare e sconfiggere definitivamente il cristianesimo, attaccarlo<br />
1 1
1 2<br />
non tanto sul piano della sua verità quanto su quello del valore della<br />
morale cristiana, mostrando che essa costituirebbe un crimine capitale<br />
contro la vita, perché avrebbe introdotto nel mondo il sentimento e la<br />
coscienza del peccato, autentica malattia dell’anima.<br />
Un simile attacco sembra davvero in corso, anche se in maniera per<br />
lo più inconsapevole, come appare da quel processo di “alleggerimento”<br />
che tende a rendere fragili e precari sia la solidarietà sociale sia i legami<br />
affettivi. Tra i suoi fattori ci sono certamente l’affermarsi di un erotismo<br />
sempre più pervasivo e diffuso, così come la ricerca del successo individuale<br />
ad ogni costo, sulla base di una concezione della vita dove il valore<br />
prevalente sembra essere la soddisfazione del desiderio, che diventa<br />
anche la misura e il criterio della nostra personale libertà.<br />
Anche sotto questo profilo siamo dunque chiamati a rendere ragione<br />
della nostra speranza (cfr 1Pt 3, 15), con tutta quell’ampiezza di impegno<br />
e di servizio che ci ha illustrato il Papa nel suo discorso. Si tratta infatti<br />
della vita concreta <strong>delle</strong> persone e <strong>delle</strong> famiglie e del sostegno che esse<br />
nella comunità ecclesiale trovano o non trovano. Si tratta in particolare<br />
del modo in cui è concepito, proposto e vissuto il matrimonio, come del<br />
tipo di educazione che offriamo alle nuove generazioni. Al riguardo deve<br />
crescere la nostra fiducia e il nostro coraggio nell’affrontare la grande<br />
questione dell’amore umano, che è decisiva per tutti e specialmente per<br />
gli adolescenti e i giovani: è illusorio dunque pensare di poter formare<br />
cristianamente sia i giovani sia le coppie e le famiglie senza cercare di<br />
aiutarli a comprendere e sperimentare che il messaggio di Gesù Cristo<br />
non soffoca l’amore umano, ma lo risana, lo libera e lo fortifica.<br />
Una testimonianza che si muove su un piano in apparenza molto diverso,<br />
ma in realtà profondamente connesso, è quella della sollecitudine<br />
cristiana verso i più poveri e i sofferenti: attraverso di essa si esprimono<br />
infatti quella generosità e quella capacità di attenzione verso gli altri<br />
che sono il segno dell’amore autentico. Perciò l’esercizio della carità è,<br />
anche per i giovani, un tirocinio prezioso che irrobustisce la persona e<br />
la rende più libera e più idonea a un duraturo dono di sé. Specialmente<br />
quando si tratta del dolore e della sofferenza, da affrontare nella propria<br />
carne o da cercare di alleviare nelle persone del nostro prossimo, ci è data<br />
la possibilità di entrare nella logica della croce e di comprendere più<br />
da vicino la radicalità e la forza dell’amore che Dio ha per noi in Gesù<br />
Cristo, come ci ha detto ieri Benedetto XVI con parole particolarmente<br />
penetranti. Dobbiamo dunque ringraziare il Signore per l’ininterrotta
testimonianza di carità della Chiesa italiana verso i poveri di ogni specie<br />
che sono tra noi, verso gli ammalati, verso le tante popolazioni del<br />
mondo che soffrono la fame e la sete, sono vittime della violenza degli<br />
uomini o di catastrofi naturali e di terribili epidemie. Rinnoviamo qui,<br />
<strong>insieme</strong>, la preghiera e l’impegno perché questa testimonianza continui<br />
e si rafforzi, nella certezza che per questa via il volto della Chiesa può<br />
riflettere la luce di Cristo (cfr Lumen gentium, n. 1).<br />
8. La sollecitudine per il bene dell’Italia ci ha spinto a prendere in<br />
esame, anche in questo Convegno, le problematiche sociali, economiche<br />
e politiche, nel quadro della chiara indicazione che il Santo Padre ha<br />
ribadito anche ieri nel suo discorso, secondo la quale “La Chiesa … non<br />
è e non intende essere un agente politico”, ma nello stesso tempo “ha un<br />
interesse profondo per il bene della comunità politica”.<br />
Negli anni che ci separano dal Convegno di Palermo la novità politicamente<br />
forse più rilevante è stata l’affermarsi del “bipolarismo”, con<br />
l’alternanza tra le maggioranze di governo, mentre sul piano economico<br />
si segnala il passaggio dalla lira all’euro e il grande incremento della<br />
presenza di immigrati influisce a molteplici livelli. Il nostro Paese attraversa<br />
comunque una stagione non facile, che ha visto tendenzialmente<br />
ridursi il suo tasso di sviluppo e il suo peso nell’economia internazionale.<br />
Il dato più grave e preoccupante è chiaramente il declino demografico,<br />
che persiste ormai da troppi anni senza dare finora segnali di una<br />
consistente inversione di tendenza: le sue conseguenze su tutta la vita<br />
dell’Italia saranno purtroppo sempre più pesanti e condizionanti. Come<br />
ci ha detto Savino Pezzotta, la bassa natalità è il segno più evidente del<br />
venir meno di uno slancio vitale e progettuale nei confronti del futuro.<br />
Un altro nodo ancora largamente non risolto è la cosiddetta “questione<br />
meridionale”, che in realtà è questione di tutta l’Italia e merita pertanto<br />
un impegno comune e solidale. Anche su di noi, naturalmente, hanno influito<br />
non poco quei grandi rivolgimenti che ho ricordato all’inizio, come<br />
l’affermarsi di nuovi grandi attori sulla scena mondiale e l’emergere<br />
della questione antropologica. Nel cammino di sviluppo dell’Unione<br />
Europea la nota saliente è stata il suo forte allargamento, specialmente<br />
nei confronti dei Paesi ex-comunisti, che ha posto rimedio a una grande<br />
ingiustizia storica. Per questo e per altri e più radicati motivi l’Unione<br />
Europea sta conoscendo a sua volta non lievi difficoltà e si scontra con<br />
problemi non risolti: ha dunque bisogno di riscoprire le sue più profonde<br />
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1 4<br />
ragioni d’essere, per poter trovare più convinto sostegno nei popoli che<br />
ne fanno parte.<br />
Nel corso di questi anni la Chiesa italiana si è mantenuta costantemente<br />
fedele alle indicazioni emerse, con l’esplicito sostegno di Giovanni<br />
Paolo II, dal Convegno di Palermo: esse si sono rivelate positive<br />
e feconde sia per la vita della Chiesa sia per il suo contributo al bene<br />
dell’Italia e corrispondono certamente all’insegnamento di Benedetto<br />
XVI. Abbiamo dunque tutti i motivi per proseguire su questa via, non<br />
coinvolgendoci in scelte di partito o di schieramento politico e operando<br />
invece perché i fondamentali principi richiamati dalla dottrina sociale<br />
della Chiesa e conformi all’autentica realtà dell’uomo innervino e sostengano<br />
la vita della nostra società.<br />
All’interno di questa linea costante l’ultimo decennio ha visto crescere<br />
<strong>delle</strong> attenzioni specifiche, specialmente in rapporto all’aggravarsi<br />
della situazione internazionale, con l’esplosione del terrorismo di matrice<br />
islamica e di guerre funeste, e soprattutto con l’impatto che sta avendo<br />
anche da noi la questione antropologica. Pertanto, in stretta sintonia<br />
con l’insegnamento dei Pontefici, abbiamo messo l’accento sulla cultura<br />
della pace, fondata sui quattro pilastri della verità, della giustizia,<br />
dell’amore e della libertà, come afferma la Pacem in terris (nn. 18-19;<br />
47-67). Abbiamo inoltre concentrato il nostro impegno sulle tematiche<br />
antropologiche ed etiche, in particolare sulla tutela della vita umana in<br />
tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e sulla difesa e<br />
promozione della famiglia fondata sul matrimonio, contrastando quindi<br />
le tendenze ad introdurre nell’ordinamento pubblico altre forme di unione<br />
che contribuirebbero a destabilizzarla. Con lo stesso spirito abbiamo<br />
incoraggiato l’impegno pubblico nell’educazione e nella scuola e insistito<br />
con pazienza e tenacia, anche se finora con risultati modesti, per la<br />
parità effettiva <strong>delle</strong> scuole libere.<br />
Occorre ora dare seguito anche a queste attenzioni specifiche, probabilmente<br />
destinate a farsi ancora più necessarie nei prossimi anni, mantenendoci<br />
naturalmente sempre aperti a cogliere le problematiche nuove<br />
che avessero a manifestarsi. In questa sede, piuttosto che soffermarmi<br />
ancora una volta sui singoli argomenti, preferisco aggiungere qualche<br />
parola su un interrogativo di fondo della nostra società e sull’animo e<br />
l’atteggiamento con cui la comunità cristiana cerca di svolgere il proprio<br />
compito, muovendosi nella chiara consapevolezza della distinzione e<br />
della differenza tra la missione della Chiesa come tale e le autonome re-
sponsabilità propriamente politiche dei fedeli laici. L’interrogativo a cui<br />
mi riferisco riguarda la tendenza a porre in maniera unilaterale l’accento<br />
sui diritti individuali e sulle libertà del singolo, piuttosto che sul valore<br />
dei rapporti che uniscono le persone tra loro e che hanno un ruolo essenziale<br />
non solo per il bene della società, ma anche per la formazione e la<br />
piena realizzazione <strong>delle</strong> persone stesse. A questa tendenza, fortemente<br />
presente nella cultura pubblica e anche, sebbene in misura minore e in<br />
forme diverse, nel vissuto della gente, e attualmente protesa a cambiare<br />
la legislazione esistente, per parte nostra non intendiamo opporre un rifiuto<br />
altrettanto unilaterale: siamo infatti ben consapevoli che la libertà<br />
della persona è un grandissimo valore, che va riconosciuto nella misura<br />
più ampia possibile anche nella società e nelle sue leggi, limitandola<br />
solo quando e in quanto è necessario, come insegna il Concilio Vaticano<br />
II (Dignitatis humanae, n. 7). Riteniamo importante e urgente però,<br />
non per qualche interesse cattolico ma per il futuro del nostro popolo,<br />
far crescere a tutti i livelli una rinnovata consapevolezza della realtà intrinsecamente<br />
relazionale del nostro essere e quindi del valore decisivo<br />
dei rapporti che ci uniscono gli uni gli altri. Il senso del nostro impegno<br />
di cattolici italiani va dunque, prima che a fermare quei cambiamenti<br />
che appaiono negativi per il Paese, a mantenere viva e possibilmente a<br />
potenziare quella riserva di energie morali di cui l’Italia ha bisogno, se<br />
vuole crescere socialmente, culturalmente ed anche economicamente, e<br />
se intende superare il rischio di quella “scomposizione dell’umano” da<br />
cui ci ha messo in guardia il Prof. Lorenzo Ornaghi.<br />
È questo il contesto concreto nel quale si colloca la chiara affermazione,<br />
da parte di Papa Benedetto, di quella laicità “sana” e “positiva” in<br />
virtù della quale le realtà temporali si reggono secondo norme loro proprie<br />
e lo Stato è certamente indipendente dall’autorità ecclesiastica, ma<br />
non prescinde da quelle istanze etiche che trovano il loro fondamento<br />
nell’essenza stessa dell’uomo e da quel “senso religioso” in cui si esprime<br />
la nostra costitutiva apertura alla trascendenza. Questo concetto di<br />
laicità ci rallegriamo di veder condiviso in maniera crescente anche tra<br />
coloro che non hanno in comune con noi la fede cristiana, o almeno non<br />
la praticano. Accettiamo parimenti con animo sereno le critiche e talvolta<br />
le ostilità che il nostro impegno pubblico porta con sé, sapendo che<br />
fanno parte della libera dialettica di un Paese democratico e che molto<br />
più preoccupante <strong>delle</strong> critiche sarebbe quell’indifferenza che è sinonimo<br />
di irrilevanza e che sarebbe il segno di una nostra mancata presenza.<br />
1
1<br />
9. Cari fratelli e sorelle, tutto l’<strong>insieme</strong> <strong>delle</strong> richieste e dei compiti,<br />
a prima vista assai diversificati, che questo Convegno ha fatto passare<br />
davanti a noi, si riconduce alla missione della Chiesa, che in realtà è<br />
una sola, e deve trovare pertanto il soggetto che se ne fa carico nella<br />
medesima Chiesa, intesa però nella pienezza <strong>delle</strong> sue dimensioni: come<br />
popolo di Dio che vive nella storia, con le sue molteplici articolazioni<br />
e componenti, e come mistero e sacramento, presenza salvifica di Dio<br />
Padre, corpo di Cristo e tempio dello Spirito, con una ordinazione intrinseca<br />
alla salvezza di tutti gli uomini (cfr Lumen gentium, capp. I e II).<br />
Perciò, se saremo veramente Chiesa nella realtà della nostra preghiera e<br />
della nostra vita, non saremo mai soli, come ci ha detto ieri il Papa, e non<br />
porteremo da soli il peso dei nostri compiti.<br />
Per il modo in cui interpretare storicamente il nostro essere Chiesa<br />
negli anni che ci attendono, Benedetto XVI ci ha dato dei grandi ammaestramenti,<br />
specialmente nel discorso alla Curia Romana del 22 dicembre<br />
scorso, invitandoci a proseguire e sviluppare l’attuazione del Concilio<br />
Vaticano II sulla base dell’“ermeneutica della riforma”, cioè del rinnovamento<br />
nella continuità dell’unico soggetto Chiesa e dei principi del<br />
suo insegnamento, continuità che ammette forme di discontinuità in rapporto<br />
al variare <strong>delle</strong> situazioni storiche e ai problemi nuovi che via via<br />
emergono. Il Papa stesso ha aggiunto che il Concilio ha tracciato, sia<br />
pure solo a larghe linee, la direzione essenziale del dialogo attuale tra<br />
fede e ragione e che adesso “questo dialogo è da sviluppare con grande<br />
apertura mentale, ma anche con quella chiarezza nel discernimento degli<br />
spiriti che il mondo con buona ragione aspetta da noi proprio in questo<br />
momento”: a un tale compito affascinante anche il nostro Convegno<br />
confida di aver dato un contributo, per quanto modesto.<br />
La parola “discernimento” ci richiama ad un obiettivo che ci eravamo<br />
dati nel Convegno di Palermo, anche con l’impulso di Giovanni Paolo II,<br />
specialmente in rapporto al discernimento comunitario che consenta ai<br />
fratelli nella fede, collocati in formazioni politiche diverse, di dialogare<br />
e di aiutarsi reciprocamente ad operare in maniera coerente con i comuni<br />
valori a cui aderiscono. È diffusa l’impressione che questo obiettivo sia<br />
stato mancato in larga misura nel decennio scorso, anche se una valutazione<br />
più attenta potrebbe suggerire che esso ha avuto pure <strong>delle</strong> realizzazioni<br />
non piccole, principalmente, ma non esclusivamente, in occasione<br />
della legge sulla procreazione assistita e del successivo referendum.<br />
Per fare meglio in futuro può essere utile tener accuratamente presente
la differenza tra il discernimento rivolto direttamente all’azione politica<br />
o invece all’elaborazione culturale e alla formazione <strong>delle</strong> coscienze: di<br />
quest’ultimo infatti, piuttosto che dell’altro, la comunità cristiana come<br />
tale può essere la sede propria e più conveniente, mentre partecipando<br />
da protagonisti a un tale discernimento culturale e formativo i cristiani<br />
impegnati in politica potranno aiutare le nostre comunità a diventare più<br />
consapevoli della realtà concreta in cui vivono e al contempo ricevere da<br />
esse quel nutrimento di cui hanno bisogno e diritto.<br />
La premessa decisiva per una buona riuscita del discernimento comunitario,<br />
da realizzarsi in ambito pastorale non meno che riguardo ai<br />
problemi sociali e politici, come assai più largamente la premessa per<br />
una più piena testimonianza cristiana a tutti i livelli, è in ogni caso la crescita<br />
e l’approfondimento di quel senso di appartenenza ecclesiale che<br />
purtroppo fatica a penetrare l’intero corpo del popolo di Dio, e talvolta<br />
anche in sue membra qualificate sembra scarso. Benedetto XVI, mettendo<br />
davanti a noi “la vera essenza della Chiesa”, come la incontriamo,<br />
pura e non deformata, nella Vergine Maria, ci ha indicato ieri la strada<br />
giusta per maturare in noi il significato e il motivo autentico della nostra<br />
appartenenza, che non ignora, non nasconde e non giustifica le tante carenze,<br />
miserie e anche sporcizie di noi stessi e <strong>delle</strong> nostre comunità, ma<br />
sa bene perché non deve arrestare soltanto lì il proprio sguardo e perché<br />
esse non devono attenuare la sincerità e profondità della nostra appartenenza.<br />
Cari fratelli e sorelle, su questa nota ecclesiale vorrei terminare il mio<br />
troppo lungo discorso, intimamente convinto che l’amore alla Chiesa fa<br />
alla fine tutt’uno con l’amore a Cristo, pur senza dimenticare mai che tra<br />
la Chiesa e Cristo vige non un’identità ma una “non debole analogia”<br />
come ha insegnato il Concilio (cfr Lumen gentium, n. 8). Questo amore<br />
indiviso, dunque, dobbiamo far rifiorire in noi. Ci affidiamo per questo<br />
all’intercessione di Maria, Madre della Chiesa, del suo sposo Giuseppe,<br />
che della Chiesa è universale patrono, e di San Zeno patrono della Chiesa<br />
di Verona, a cui rinnoviamo il nostro grazie. Il Signore Gesù benedica<br />
la nostra umile fatica di questi giorni e faccia germinare da essa qualche<br />
frutto dello Spirito, così che possiamo essere davvero testimoni della<br />
sua risurrezione, per quella speranza di cui tutti abbiamo bisogno.<br />
* * *<br />
1
1<br />
Messaggio<br />
alle Chiese particolari in Italia<br />
Mentre lasciamo Verona per tornare alle nostre Chiese, vogliamo manifestare<br />
la gioia profonda per aver vissuto <strong>insieme</strong> questo 4º Convegno<br />
Ecclesiale Nazionale. Portavamo con noi il desiderio di ravvivare, per<br />
noi e per tutti, le ragioni della speranza. Nell’incontro con il Signore<br />
risorto, abbiamo rivissuto lo stupore, la trepidazione e la gioia dei primi<br />
discepoli.<br />
Oggi, come loro, possiamo dire: “abbiamo visto il Signore!”.<br />
Lo abbiamo visto nel nostro essere <strong>insieme</strong> e nella comunione che ha<br />
unito tutti noi e che ha preso forma di Chiesa nell’ascolto della Parola e<br />
nell’Eucaristia.<br />
Lo abbiamo incontrato nella persona di Papa Benedetto e ascoltato<br />
nelle sue parole.<br />
Lo abbiamo toccato con mano nella testimonianza dei cristiani che,<br />
nelle nostre terre, hanno vissuto il Vangelo facendo della santità l’anelito<br />
della loro esistenza quotidiana. Abbiamo avviato i nostri lavori lasciandoci<br />
illuminare dai loro volti, che sono apparsi a rischiarare la notte che<br />
scendeva sull’Arena.<br />
Lo abbiamo conosciuto dentro e oltre le parole di quanti hanno raccontato<br />
la fatica di vivere nel nostro tempo e <strong>insieme</strong> hanno mostrato il<br />
coraggio di guardare a fondo la realtà, alla ricerca dei segni dello Spirito,<br />
efficacemente presente anche nella storia di oggi.<br />
Lo abbiamo sperimentato nei dialoghi di queste giornate intense e indimenticabili,<br />
espressione di corresponsabile amore per la Chiesa e della<br />
volontà di comunicare la perla preziosa della fede che ci è stata donata.<br />
Su questa esperienza del Signore risorto si fonda la nostra speranza.<br />
La nostra speranza, infatti, è una Persona: il Signore Gesù, crocifisso<br />
e risorto. In Lui la vita è trasfigurata: per ciascuno di noi, per la storia<br />
umana e per la creazione tutta.<br />
Su di Lui si fonda l’attesa di quel mondo nuovo ed eterno, nel quale<br />
saranno vinti il dolore, la violenza e la morte, e il creato risplenderà nella<br />
sua straordinaria bellezza.<br />
Noi desideriamo vivere già oggi secondo questa promessa e mostrare<br />
il disegno di un’umanità rinnovata, in cui tutto appaia trasformato.<br />
In questa luce, vogliamo vivere gli affetti e la famiglia come segno<br />
dell’amore di Dio; il lavoro e la festa come momenti di un’esistenza
compiuta; la solidarietà che si china sul povero e sull’ammalato come<br />
espressione di fraternità; il rapporto tra le generazioni come dialogo volto<br />
a liberare le energie profonde che ciascuno custodisce dentro di sé,<br />
orientandole alla verità e al bene; la cittadinanza come esercizio di responsabilità,<br />
a servizio della giustizia e dell’amore, per un cammino di<br />
vera pace.<br />
Non ci tiriamo indietro davanti alle grandi sfide di oggi: la promozione<br />
della vita, della dignità di ogni persona e del valore della famiglia<br />
fondata sul matrimonio; l’attenzione al disagio e al senso di smarrimento<br />
che avvertiamo attorno e dentro di noi; il dialogo tra le religioni e le<br />
culture; la ricerca umile e coraggiosa della santità come misura alta della<br />
vita cristiana ordinaria; la comunione e la corresponsabilità nella comunità<br />
cristiana; la necessità per le nostre Chiese di dirigersi decisamente<br />
verso modelli e stili essenziali ed evangelicamente trasparenti.<br />
Papa Benedetto XVI ci ha ricordato che la via maestra della missione<br />
della Chiesa è l’“unità tra verità e amore nelle condizioni proprie del<br />
nostro tempo, per l’evangelizzazione dell’Italia e del mondo di oggi”.<br />
La verità del Vangelo e la fiducia nel Signore illuminino e sostengano<br />
il cammino che riprendiamo da Verona con più forte gioia e gratitudine,<br />
per essere testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo.<br />
1
Ingresso laterale sinistro
Conferenza<br />
Episcopale<br />
Pugliese
Ingresso laterale destro e campanile
Verbale<br />
della riunione ordinaria<br />
30 gennaio - 1 febbraio 2006<br />
Casa “San Paolo”<br />
Martina Franca (TA)<br />
Lunedì 30 GENNAIO 2006 alle ore 10.30 nel Centro Climatico “Casa<br />
San Paolo” di Martina Franca (TA), ha avuto inizio la sessione invernale<br />
di tre giorni della Conferenza Episcopale Pugliese, convocata con<br />
lettera del 20 gennaio 2006 per il seguente Ordine del Giorno:<br />
30 GENNAIO, LUNEDì<br />
ore 10.30 Comunicazioni del Presidente<br />
ore 16.00 Sessione Riservata<br />
ore 18.00 Osservatorio Giuridico Regionale<br />
31 GENNAIO, MARTEDì<br />
ore 9.00 Incontro con il Presidente Nazionale MAC<br />
ore 9.30 Tribunale Ecclesiastico Regionale (Mons. Luca<br />
Murolo)<br />
ore 10.30 Seminario Regionale (Mons. Antonio LADISA)<br />
ore 16.00 Istituto Pastorale Pugliese (Mons. Fragnelli e don<br />
Sandro Ramirez, Direttore)<br />
ore 18.00 Argomenti diversi<br />
• Commissioni Pastorali Regionali<br />
o Verifica <strong>delle</strong> Commissioni per eventuali integrazioni;<br />
o Approvazione di Statuti e/o Regolamenti di alcune Commissioni<br />
Pastorali Regionali (Ufficio Scolastico Regionale,<br />
Pastorale Giovanile)<br />
• Pastorale scolastica e I.R.C.: verifica e status quaestionis<br />
• Bilancio economico della CEP (consuntivo 2005)<br />
1 3
1 4<br />
1 FEBBRAIO, MERCOLEDì<br />
ore 9.00 - 10.00 Osservatorio Giuridico Regionale: costituzione<br />
e discussione su problematiche regionali<br />
(famiglia, ...)<br />
ore 10.00 - 12.00 Facoltà Teologica Pugliese<br />
Incontro collegiale con i Superiori/e Maggiori<br />
Religiosi/e (CISM) Presidenza USMI e<br />
GIS<br />
Varie ed eventuali:<br />
a. Calendario CEP per l’Anno 2006<br />
b. Nuovo Tariffario Regionale<br />
Presiede i lavori l’Arcivescovo Metropolita di Lecce Mons. Cosmo<br />
Francesco Ruppi.<br />
Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons.<br />
Cosmo Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice<br />
presidente; Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Domenico Calandro,<br />
Mons. Domenico D’Ambrosio, Mons. Vito De Grisantis, Mons.<br />
Felice Di Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons. Luigi Martella,<br />
Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico Padovano,<br />
Mons. Benigno Papa, Mons. Rocco Talucci, Mons. Francesco Pio<br />
Tamburrino, Mons. Francesco Zerrillo.<br />
È presente l’Arcivescovo emerito di Brindisi-Ostuni, Mons. Settimio<br />
Todisco.<br />
Sono assenti per motivi di salute: Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />
Giovanni Battista Pichierri.<br />
Dopo la recita dell’Ora media, il Presidente saluta tutti i Confratelli<br />
presenti.<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, relaziona ai Confratelli sul recente<br />
Consiglio Permanente.<br />
• Assemblea plenaria (15-19 maggio). Fissato il tema che servirà ad<br />
approfondire la tematica già trattata ad Assisi in riferimento alla parrocchia:<br />
“Vita e ministero del presbitero in un mondo che cambia”.<br />
Nel prossimo Consiglio Permanente sarà fissata la modalità di coinvolgimento<br />
del Consiglio Presbiterale Nazionale; i Vescovi possono
far riferimento alla pubblicazione “La Parabola del clero italiano” e<br />
riflettere con il presbiterio sulla carità pastorale.<br />
• Edilizia di culto: approvati i nuovi parametri. – Il nuovo responsabile<br />
dell’ufficio, don Giuseppe Russo della diocesi di Taranto, ha evidenziato<br />
la necessità di approntare bene la documentazione, nei tempi<br />
previsti. Sarà inviata ai Vescovi una memoria sui nuovi parametri.<br />
• Martirologio Romano: approvata la traduzione. – Si spera di preparare<br />
la pubblicazione per il Convegno di Verona.<br />
• Giornata per la salvaguardia del creato. Il Consiglio ha approvato la<br />
proposta e l’ha fissata per il 10 settembre.<br />
• Retribuzione del clero. È stato ritoccato il meccanismo di calcolo.<br />
I Vescovi riceveranno personalmente le proposte allo studio, per la<br />
rituale consultazione.<br />
• Visita ad limina. – La Segreteria di Stato ha già provveduto a far<br />
pervenire ad ogni Vescovo il questionario ed ha indicato il calendario<br />
per l’Italia. I Vescovi <strong>delle</strong> diocesi pugliesi andranno ad limina dal<br />
12 al 17 marzo 2007. Si raccomanda la visita collegiale alle Congregazioni<br />
e alle Basiliche romane. Sarà previsto l’incontro personale<br />
con il Pontefice. La relazione sullo stato della <strong>Diocesi</strong> deve essere<br />
pronta entro il mese di ottobre e, tramite la Nunziatura, se ne devono<br />
trasmettere 5 copie, di cui quattro rilegate ed una a fogli sciolti. I dati<br />
devono essere quelli relativi all’ultimo quinquennio.<br />
Per la relazione, la CEI assicurerà la scheda socio religiosa ad ogni<br />
diocesi. Nella discussione emerge il seguente orientamento della<br />
Conferenza: I Vescovi pugliesi si fermeranno a Roma durante tutta<br />
la durata della Visita, in modo da programmare una concelebrazione<br />
nelle Grotte Vaticane, la visita collegiale ad alcune Congregazioni<br />
(Vescovi, Clero, Educazione Cattolica, Dottrina della Fede); un gruppo<br />
al Pont. Cons. per l’Unità dei Cristiani. Si propone un pellegrinaggio<br />
regionale per il mercoledì. Segue un breve scambio di idee e<br />
proposte sulla redazione della Relazione ad limina.<br />
• Regione Puglia. – Politiche sociali e famiglia. Mons. Ruppi presenta<br />
ai Confratelli la situazione legislativa che si sta delineando nella<br />
Regione, con particolare riferimento alla famiglia [allegato 1]. In<br />
breve si tratta di questo: la precedente Giunta Regionale aveva varato<br />
due leggi, la n. 5/2004 sulla famiglia e la n. 17/2003 sui servizi sociali.<br />
Mancando il regolamento applicativo, il nuovo Governo regionale<br />
ha predisposto un disegno di legge (ddl) con il quale si introduce una<br />
1
1<br />
legge globale sui servizi sociali e, in pratica, si aboliscono le precitate<br />
leggi. Mons. Ruppi richiama l’attenzione sull’art. 22, in particolare il<br />
secondo comma, nel quale si parla di famiglie al plurale e a queste si<br />
collegano tutte le altre forme di convivenza stabile, senza precisare e<br />
distinguere la famiglia, fondata sul matrimonio, ed altri tipi di unioni.<br />
Inoltre, Mons. Ruppi informa sugli Oratori e le IPAB. Quanto ai primi,<br />
se ne parla nell’art. 21 riconoscendone la funzione sociale e si<br />
prevede il loro inserimento nei piani di zona. Per le IPAB, al momento,<br />
non esiste alcun disegno chiaro sulla loro privatizzazione.<br />
Prima di aprire la discussione tra i presenti, Mons. Ruppi ricorda che<br />
i Vescovi incontreranno il Prof. MARANO, consulente CEI, per approfondire<br />
l’argomento.<br />
Mons. Papa invita i Vescovi alla chiarezza su un problema così delicato<br />
come la famiglia, tenendo presente che in questi mesi i politici<br />
eviteranno di parlarne per non pregiudicare il rapporto con il mondo<br />
cattolico. L’equivoco di fondo, continua Mons. Papa, sta nel parlare di<br />
famiglia a partire dalla solidarietà. Mons. Padovano e Mons. Cacucci<br />
ricordano che l’attenzione alla famiglia non deve far dimenticare le persone<br />
in difficoltà.<br />
Alle ore 13.00, con la recita dell’Angelus, i lavori sono sospesi per il<br />
pranzo.<br />
Alle ore 16.00 i Vescovi si ritrovano per la recita dei Vespri e la ripresa<br />
dei lavori della Conferenza. Prima di passare al successivo o.d.g.,<br />
Mons. Ruppi chiede di definire la situazione dell’attuale Presidenza della<br />
C.E.P. o con una formale conferma della proroga o passando ad una<br />
nuova elezione. Seguono diversi interventi che si concludono con due<br />
decisioni unanimi: proroga della Presidenza sino alla riunione di giugno,<br />
quando avrà luogo l’elezione della nuova Presidenza.<br />
Il Segretario chiede di fissare il calendario per l’anno in corso, che è<br />
riportato alla fine del presente verbale.<br />
2. Sessione riservata<br />
Si svolge secondo le norme, protraendosi sino alle ore 19.00, quando<br />
termina la prima giornata dei lavori della Conferenza.
31 GENNAIO, MARTEDì<br />
3. Incontro con il Presidente Nazionale MAC [Movimento Apostolico<br />
Ciechi]<br />
I lavori riprendono alle ore 9.00, con la recita dell’Ora Media. Viene<br />
introdotto il Presidente Nazionale del M.A.C. Rino Nazzari che, in<br />
vista <strong>delle</strong> Giornate Nazionali della Condivisione, sta presentando ai<br />
Vescovi il MAC e le sue finalità, per chiedere la nomina di un assistente<br />
regionale. L’azione del MAC si sviluppa in tre direzioni: nella comunità<br />
ecclesiale (per sostenere i percorsi formativi e di iniziazione cristiana<br />
dei non vedenti), nella società civile (con la testimonianza della carità<br />
verso le famiglie bisognose), nei Paesi in via di sviluppo (solidarietà<br />
concreta sostenendo campagne di cura e prevenzione per i non vedenti).<br />
Quest’anno il Convegno Nazionale del MAC si svolgerà a Taranto, dal<br />
24 al 26 marzo p.v., sul tema Costruire segni di speranza. I Vescovi si<br />
complimentano per l’iniziativa e nominano il sac. Alfonso Giorgio (della<br />
diocesi di Bari) Assistente regionale del MAC per il quinquennio in<br />
corso.<br />
3. Facoltà Teologica Pugliese<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, in vista dell’incontro con la CISM,<br />
l’USMI e il GIS, fissato per domani, informa preventivamente i Vescovi<br />
del cammino e <strong>delle</strong> iniziative fatte e da farsi per la Facoltà Teologica<br />
Pugliese.<br />
Quanto alla Fondazione Regina Apuliae, c’è stato un primo incontro<br />
con i soci sostenitori (Fondazione Monte Paschi, Ras Bank e Popolare di<br />
Bari); si attende una risposta da Banca Intesa e dal San Paolo di Torino.<br />
Il prossimo incontro avrà luogo il 7 aprile, quando si potrà meglio definire<br />
la rendita del capitale per il bilancio preventivo.<br />
Per attuare la Norma transitoria, continua Mons. Ruppi, la Facoltà<br />
Teologica dovrà stipulare <strong>delle</strong> Convenzioni con la proprietà dei singoli<br />
istituti che formano la Facoltà. Per facilitare questo passaggio Mons.<br />
Ruppi presenta ai Vescovi uno schema con i criteri di massima che dovrebbe<br />
contenere ogni convenzione [allegato 2]. I termini della convenzione<br />
sono i seguenti:<br />
1
1<br />
Gli Enti proprietari (CEP, <strong>Diocesi</strong> di Bari, CISM-USMI-GIS) si<br />
assumono le spese generali <strong>delle</strong> rispettive sedi (locali, luce, telefono,<br />
pulizia ecc.); alloggio dei rispettivi docenti; segreteria locale; sviluppo e<br />
manutenzione biblioteca.<br />
La Facoltà Teologica Pugliese si assume l’onere <strong>delle</strong> spese della<br />
sede centrale (spese generali, segreteria, amministrazione), lo stipendio<br />
ai docenti in base ad un organico provvisorio da approvare in CdA ed<br />
incamera tutte le tasse scolastiche.<br />
La Convenzione, i cui criteri sono approvati dai Vescovi ad experimentum<br />
per tre anni, sarà presentata all’incontro con CISM, USMI e<br />
GIS, e dovrà essere approvata dalla Commissione d’Alto Patronato per<br />
la Facoltà.<br />
Mons. Cacucci propone che per il primo anno, in fase transitoria, le<br />
tasse siano incamerate dai singoli Istituti, e dal prossimo anno si entra<br />
nel regime di convenzione. La preparazione dell’elenco organico provvisorio<br />
esige anche una particolare disponibilità da parte dei Vescovi sia<br />
per la formazione specialistica dei docenti, sia per inserirli nel sostentamento<br />
clero secondo le norme e le possibilità.<br />
Mons. D’Ambrosio comunica alla Conferenza la proposta avanzata<br />
dalla Commissione Justitia et Pax di fare di San Giovanni Rotondo la<br />
“Città della Riconciliazione”. Esprime qualche perplessità circa l’attuazione<br />
della Lettera di nomina a Delegato Pontificio.<br />
Mons. Ruppi informa i Vescovi che il Prof Nicola Paparella è stato<br />
scelto quale componente del Consiglio di indirizzo della Fondazione<br />
Cassa di Risparmio di Puglia, con decorrenza 1 aprile 2006.<br />
4. Tribunale Ecclesiastico Regionale<br />
Il Presidente accoglie Mons. Luca Murolo, Vicario Giudiziale del<br />
TERP e dopo averlo ringraziato per il prezioso lavoro svolto, lo invita a<br />
relazionare ai Vescovi sull’andamento del T.E.R.P.<br />
Mons. Murolo legge la relazione relativa all’attività svolta nel 2005<br />
[allegato 3] illustrando sia i dati essenziali: nel 2005 sono stati introdotti<br />
251 nuovi libelli; decise 256 cause (ben 47 in più rispetto al 2004);<br />
archiviate 25; al 31 dicembre risultano pendenti 756 cause; sia le moti-
vazioni più frequenti che inducono alla dichiarazione di nullità e rivelano<br />
la fragilità del matrimonio, della famiglia nonché l’urgenza di una<br />
pastorale familiare che tenga ben presenti, al momento opportuno, dei<br />
dati emersi.<br />
Rinviando alla Relazione allegata, consegnata ad ogni Vescovo unitamente<br />
alle informazioni concernenti la singola <strong>Diocesi</strong> e al bilancio<br />
del TERP, il Vicario Giudiziale invita ancora i Pastori <strong>delle</strong> Chiese di<br />
Puglia a preparare sacerdoti e laici che possano mettersi al servizio del<br />
Tribunale Ecclesiastico, in modo da continuare l’impegno profuso per<br />
contenere i tempi dalla presentazione del libello alla sentenza. Oggi c’è<br />
bisogno di due anni, ed è molto.<br />
Interviene Mons. Cacucci, Arcivescovo di Bari, nella qualità di Moderatore<br />
del TERP per richiamare due aspetti. La serietà e la celerità del<br />
TERP è un problema molto serio che deve stare a cuore a tutti i Vescovi,<br />
perchè l’attesa della sentenza è un problema grave e di coscienza;<br />
inoltre, chiede una maggiore severità per gli avvocati che aumentano le<br />
tariffe stabilite dalla C.E.I.<br />
5. Seminario Regionale di Molfetta<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, introduce il Rettore del Seminario Regionale,<br />
Mons. Antonio LADISA ringraziandolo, a nome di tutti i Vescovi<br />
per aver accettato il delicato compito e per l’entusiasmo con cui si è<br />
messo all’opera.<br />
Il Rettore legge ai presenti una relazione analitica sulla vita del seminario<br />
in questi primi mesi di attività [allegato 4], evidenziando la<br />
decisione assunta sin dai primi giorni di conoscere bene tutti gli educatori<br />
(animatori e padri spirituali) per formare una comunità educante e<br />
formulare un programma formativo condiviso da tutti. Nel valutare positivamente<br />
questo periodo di conoscenza, il Rettore formula ai Vescovi<br />
alcune richieste: integrare l’azione e la presenza dei padri spirituali; prevedere<br />
un ulteriore aiuto nell’anno propedeutico.<br />
Dopo il plauso unanime dei Vescovi per la relazione, espresso da<br />
Mons. Ruppi, si apre la discussione.<br />
Mons. D’Ambrosio, nella qualità di Vescovo delegato per il Seminario<br />
Regionale, interviene sui Padri spirituali, chiedendo il ricambio<br />
di almeno due di essi, perchè i seminaristi abbiano una guida sicura e<br />
1
1 0<br />
ben definita, e non si rivolgano ad altri sacerdoti. Quanto al sesto anno,<br />
approva l’impostazione di una permanenza continua in seminario, non<br />
condividendo la proposta dei tre periodi. Per il rientro in <strong>Diocesi</strong> dei seminaristi,<br />
Mons. D’Ambrosio si dice d’accordo ma a precise condizioni,<br />
in particolare, previo accordo del Vescovo.<br />
Mons. Negro interviene su diversi aspetti: gli educatori (siano meglio<br />
preparati per questo tipo di servizio); la traccia formativa (va bene<br />
quella indicata per l’anno, ma sarebbe opportuno rivedere il Progetto “A<br />
immagine del buon Pastore”); la formazione pastorale (da coniugare con<br />
la formazione teologica riunendo i seminaristi per corsi, per esempio il<br />
sabato mattina); l’anno propedeutico (formare una piccola equipe); il sesto<br />
anno (la Commissione Vescovile per il Seminario Regionale formuli<br />
una proposta); il ritorno in <strong>Diocesi</strong> (meglio di no!).<br />
Mons. Di Molfetta richiama la necessità che la vita liturgica sia integrata<br />
da una formazione alla spiritualità liturgica, perché le celebrazioni<br />
comunitarie nel Seminario siano veramente esemplari e, pertanto, formative<br />
in senso pieno.<br />
Mons. Papa ringrazia il Rettore per le iniziative già assunte coinvolgendo<br />
educatori, genitori e seminaristi. Esprime qualche preoccupazione<br />
per l’anno propedeutico che meriterebbe più attenzione, soprattutto<br />
in vista di un aumento numerico. Si dovrebbero stabilire dei criteri comuni<br />
prima di inviare dei giovani al propedeutico. È importante formare<br />
con prospettive pastorali idonee, con attenzione al cammino della Chiesa<br />
italiana (Verona...) ma senza inseguire eventi episodici.<br />
Mons. Padovano propone che i futuri sacerdoti siano sensibilizzati<br />
anche al problema del “sovvenire e dell’otto per mille”.<br />
Mons. Caliandro condivide ed apprezza l’entusiasmo del Rettore riscontrato<br />
anche nei seminaristi; insiste perché i giovani siano più seguiti<br />
e si sentano guidati nel percorso formativo.<br />
Mons. Talucci gode per il clima di serenità e sottolinea la necessità<br />
della vicinanza di educatori che incidano sulla formazione. Sarebbe opportuno<br />
una relazione al termine <strong>delle</strong> vacanze estive, essendo un periodo<br />
lungo trascorso fuori dal seminario. Nei primi anni di seminario si dia<br />
più importanza alla formazione che all’esperienza pastorale. Quanto al<br />
sesto anno si deve approfondire meglio.<br />
Mons. Martella interviene a proposito dei padri spirituali invitando<br />
i confratelli a cominciare a pensare a qualche nome. Per il sesto anno<br />
ritiene che manca ancora una proposta seria. Se c’è una proposta vera e
seria la cosa funziona. Si chiede, infine, cosa si intende quando si chiede<br />
un’équipe per l’anno propedeutico.<br />
Per Mons. Fragnelli alla gratitudine deve corrispondere un concreto<br />
sostegno al lavoro del Rettore per accompagnare una ri-partenza e rifondazione:<br />
ripensare i nodi, stabilizzare l’equipe formativa, sviluppare<br />
l’aggancio con la facoltà teologica. Per il sesto anno si approfondiscano<br />
i raccordi con i vari aspetti della pastorale (familiare, giovanile, scolastica...).<br />
Mons. De Grisantis sottolinea l’importanza del rapporto personale<br />
dei seminaristi con gli educatori in continuità con il cammino già fatto<br />
in diocesi. La formazione dovrebbe privilegiare alcune prospettive come<br />
la missionarietà (sguardo e passione verso la gente), la sobrietà, la<br />
comunione e la vita comune. Quanto al sesto anno, non dovrebbe essere<br />
condizionato dal frequentare la Facoltà teologica. Infine, è fondamentale<br />
la personale conoscenza dei seminaristi da parte del Vescovo.<br />
Mons. Seccia insiste sulla solidità della formazione culturale e teologica,<br />
nonché sulla maturità personale in riferimento all’età e non solo al<br />
conseguimento di determinati esami superati.<br />
Mons. Paciello si complimenta per la relazione del Rettore e sollecita<br />
la formazione di un’equipe idonea per affiancare il superiore. Suggerisce<br />
che ogni anno i giovani abbiano precisi modelli di riferimento nella<br />
formazione. Ritiene il sesto anno decisivo per l’aggancio con la <strong>Diocesi</strong><br />
e i Vescovi possono utilizzare le canoniche per iniziare i giovani prossimi<br />
sacerdoti alla vita comune.<br />
Per Mons. Zerrillo è necessario uno scatto qualitativo, ma i Vescovi<br />
devono offrire i sacerdoti migliori!<br />
Mons. Cacucci insiste perché sia risolto il problema dei Padri Spirituali.<br />
Conclude gli interventi Mons. Ruppi, richiamando l’importanza della<br />
qualità degli educatori e degli incontri personali: l’ammissione all’anno<br />
propedeutico solo per quanti hanno già fatto un cammino in diocesi: il<br />
quadro formativo includa l’educazione allo spirito di sacrificio.<br />
Il Rettore ringrazia ancora i Vescovi per la fiducia e per tutte le osservazioni<br />
fatte, <strong>delle</strong> quali farà tesoro nel portare avanti il non facile<br />
compito affidatogli.<br />
I lavori si interrompono per il pranzo e riprendono alle ore 16.00 con<br />
la recita dei vespri.<br />
1 1
1 2<br />
6. Istituto Pastorale Pugliese (IPP)<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, invita il nuovo Direttore dell’IPP, don<br />
Sandro Ramirez, ad illustrare ai Vescovi l’attività programmata dall’IPP.<br />
Don Sandro legge una relazione consegnata ai presenti [allegato 5],<br />
presenta l’équipe che, a seguito della nomina del nuovo Presidente nella<br />
persona di Mons. Fragnelli, costituisce il gruppo di lavoro dello stesso<br />
IPP. Direttore, don Sandro Ramirez; vice direttore, don Alessandro<br />
Amapani; tesoriere, don Giorgio Copertino; addetto stampa, don Cosimo<br />
Damasi. Oltre a questo nuovo organigramma, nell’IPP lavora già da<br />
cinque anni un’équipe di studio e formazione.<br />
Don Sandro ricorda le finalità istituzionali dell’IPP e ripercorre brevemente<br />
il cammino fatto nel precedente quinquennio, con l’attenzione<br />
rivolta alla formazione dei presbiteri, guide di comunità. In questa prima<br />
fase di lavoro, l’équipe si pone le seguenti finalità: curare alcune pubblicazioni<br />
(Annuario <strong>delle</strong> Chiese di Puglia; Atti del Forum pastorale; Atti<br />
del Seminario su Autobiografia e formazione ecclesiale; Guida pugliese<br />
alla misura alta della vita cristiana nel ’900). Disponibilità di competenze<br />
(per aiutare e seguire le comunità che ne faranno richiesta). Puntare<br />
molto sulla formazione (clero, pastorale giovanile, catechisti). Per<br />
conseguire queste finalità, previo confronto con i Vescovi, sarà anche<br />
necessario che l’IPP abbia almeno un rappresentante che agisca come<br />
raccordo tra l’IPP e la diocesi.<br />
Apre gli interventi Mons. Ruppi, che suggerisce di fare una programmazione<br />
organica circa le attività dell’IPP.<br />
Mons. Papa facendo riferimento alle indicazioni pastorali del presente<br />
decennio, evidenzia che la formazione permanente del clero costituisce<br />
un aspetto nodale di questo cammino: accompagnare il clero nel<br />
riscoprire l’iniziazione cristiana nella vita pastorale, una metodologia<br />
appropriata per la pastorale giovanile.<br />
Mons. Negro concorda con le scelte di fondo ed insiste perché la formazione<br />
si concretizzi in concrete proposte. In particolare: preparare i<br />
sacerdoti ad essere parroci in una parrocchia che annuncia il Vangelo,<br />
scuola estiva biennale per catechisti, percorsi per animatori degli uffici<br />
di pastorale giovanile e apprendimento <strong>delle</strong> tecniche di animazione.<br />
Mons. Di Molfetta ricorda l’origine dell’IPP come momento importante<br />
per l’aggiornamento del clero e la conoscenza dei documenti con-
ciliari. Oggi è urgente individuare percorsi formativi per le parrocchie.<br />
Mons. Padovano aggiunge, anche per gli educatori dei seminari.<br />
Mons. Ruppi ricorda che l’IPP è stato un fermento pastorale per la<br />
formazione del clero. Una funzione necessaria ed importante ancora oggi,<br />
atteso che oltre la metà del clero non ha conoscenza diretta del Vaticano<br />
II. Per questo l’IPP elabori un programma concreto di temi, luoghi<br />
e date. Mentre la Facoltà Teologica elabora ed approfondisce, l’IPP è<br />
una concreta applicazione formativa permanente.<br />
Mons. Paciello sottolinea la responsabilità <strong>delle</strong> Chiese di Puglia<br />
nell’attuale contesto socio-culturale. Mons. De Grisantis richiama la<br />
necessità dell’aggiornamento del clero, mentre mons. Negro sottolinea<br />
che la formazione deve mirare alla trasformazione (conversione) della<br />
sensibilità pastorale. Per Mons. Caliandro i docenti della facoltà devono<br />
dialogare con l’IPP.<br />
Mons. Cacucci ritiene che Facoltà Teologica e IPP siano due aspetti<br />
distinti e complementari. Questo induce ad orientare la Facoltà Teologica<br />
in una direzione più pastorale, senza nulla togliere alla ricerca e<br />
all’approfondimento dell’antropologia culturale. L’IPP ha risposto alle<br />
esigenze del tempo post conciliare. Un grave problema per la pastorale<br />
odierna è l’attenzione alla gioventù.<br />
Mons. Martella chiede una maggiore concretezza nel parlare di formazione<br />
e propone di allargare l’équipe dei collaboratori dell’IPP.<br />
Mons. Fragnelli, nella veste di Presidente dell’IPP, precisa che l’anno<br />
trascorso in ascolto è stato prezioso proprio per individuare i collaboratori<br />
dell’IPP.<br />
Prende la parola don Sandro Ramirez per rispondere agli interventi<br />
dei Vescovi con poche proposte: si tratta di affrontare le sfide culturali<br />
attuali, è necessario allargare l’IPP ai referenti diocesani; di seguire un<br />
binario operativo concreto (Incontro – approfondimento).<br />
Mons. Ruppi, nel concludere, chiede al Direttore dell’IPP di predisporre<br />
per la prossima riunione del 3 aprile, una proposta di piano di<br />
formazione permanente e sollecita la pubblicazione dell’Annuario Regionale,<br />
atteso da troppo tempo. Mons. Papa ribadisce che il luogo teologico<br />
della formazione è la Chiesa locale anche se è importante una<br />
formazione pastorale a livello regionale per rendere le nostre comunità<br />
chiese missionarie.<br />
Alle ore 19.45, con la recita dell’Angelus, terminano i lavori della<br />
giornata.<br />
1 3
1 4<br />
1 FEBBRAIO, MERCOLEDì<br />
Alle ore 9.00, dopo la recita dell’ora media, il Presidente Mons. Ruppi<br />
riapre i lavori della Conferenza con il successivo ordine del giorno,<br />
ricordando ai Vescovi la necessità e l’urgenza di provvedere alla costituzione<br />
di un Osservatorio Giuridico Regionale. Presenta poi, il Prof. Marano,<br />
docente presso l’Università di Foggia ed esperto giuridico presso<br />
la C.E.I.<br />
7. Osservatorio Giuridico Regionale<br />
Costituzione e discussione su problematiche regionali (famiglia).<br />
Prende la parola Mons. Cacucci, che propone la nomina del Dott. Rubino,<br />
della <strong>Diocesi</strong> di Bari, come responsabile unico dell’Osservatorio<br />
Giuridico Regionale, che avrà sede nei locali messi a disposizione della<br />
<strong>Diocesi</strong> per uffici regionali. Il Dott. Rubino è laureato in giurisprudenza<br />
ed è referente del SIR per la Regione ecclesiastica pugliese.<br />
Nel presentare il Prof. Marano, Mons. Ruppi riprende il discorso sul<br />
disegno di legge in discussione alla Regione Puglia, riportando l’attenzione<br />
sull’art. 22 e sull’introduzione generale dove si trova una formulazione<br />
molto equivoca che mette in situazione di parità le famiglie con le<br />
unioni di fatto, pacs e quant’altro.<br />
Il Prof. Marano inizia il suo intervento, porgendo i saluti di Mons. Betori,<br />
segretario della C.E.I. con il quale è in atto una collaborazione per le<br />
diverse questioni giuridiche. Data l’importanza dei temi oggi in discussione<br />
a livello nazionale e locale, è importante stabilire un raccordo tra la<br />
linea nazionale e quella regionale, pur nella legittima e reciproca autonomia<br />
(come si sta già sperimentando con le Conferenze di altre Regioni:<br />
Umbria, Lombardia, Campania, Marche). Pertanto se si ribadisce la necessità<br />
di un Osservatorio Giuridico Regionale, è importante prevedere<br />
una struttura semplice e agile per facilitare il rapporto con il Centro.<br />
Passando alla problematica regionale, il Professore si ferma sul Disegno<br />
di Legge predisposto dall’Assessorato alla Solidarietà, con cui in<br />
fondo è operata una sostanziale revisione della politica della famiglia<br />
con allargamento a pacs e unioni di fatto, ecc. Secondo Marano si devono<br />
tenere presenti alcune osservazioni preliminari: 1) Il legislatore<br />
non può non legiferare sulle coppie di fatto (le cifre sono esigue rispetto
al totale, tra il 2 e il 4%, non esiste un fenomeno sociale come nel Nord<br />
Europa e non si possono mettere <strong>insieme</strong> situazioni diverse, per es. convivenza<br />
tra zia e nipote, nonni...). 2) Siamo rimasti fanalino di coda in<br />
Europa, perché in Italia persiste un atteggiamento di non attenzione, ma<br />
solo la metà dei Paesi Europei si è data una norma (5 Paesi hanno legiferato<br />
sulle coppie omosessuali, ma con profonde differenze). 3) Se il legislatore<br />
non può ignorare il fatto, deve anche badare alla correlazione tra<br />
fatto e diritto. È vero che la legge nasce dai bisogni sociali, ma è anche<br />
vero che la legge indica doveri e limiti sociali.<br />
Sono vent’anni – continua il Relatore – che vengono presentate proposte<br />
di legge mai prese in considerazione (14 proposte di legge sui riconoscimenti<br />
omosessuali e di queste ben 7 presentate da Grillini). Da un<br />
confronto giuridico risulta che le richieste puntano a rivendicare quanto<br />
vale per la famiglia.<br />
In pratica, nel ddl si vuole l’identità sotto il profilo culturale e simbolico,<br />
così che non esisterebbe più la famiglia, ma tante realtà diverse<br />
come famiglie. Punto nodale non sono i diritti da dare o negare, ma la<br />
rilevanza pubblicistica riconosciuta dallo Stato.<br />
Tornando al ddl, c’è subito da osservare che il comma 2 dell’Art. 22<br />
è inaccettabile. Letto <strong>insieme</strong> al 1° comma e alla luce della relazione illustrativa<br />
dello stesso ddl (che spiega la mens del legislatore) si dice che<br />
chi si oppone alla visione proposta introduce anacronistiche distinzioni!<br />
Quando si fa riferimento agli Artt. 2-3 della Costituzione, si dimentica<br />
la chiarezza dell’Art. 29. Infatti, la Corte Costituzionale, anche quando<br />
è intervenuta per riconoscere i diritti individuali, ha affermato che<br />
non si può confondere la famiglia con altre forme di convivenza. Si sta<br />
assistendo ad una lettura ideologica e in malafede del quadro legislativo<br />
costituzionale. Le fughe in avanti che le Regioni stanno operando<br />
vanno ben oltre i limiti propri della Regione. L’attuale formulazione del<br />
2° comma mostra la finalità ideologica del legislatore che, nel definire,<br />
abbina la famiglia ad altre forme diverse di unioni non matrimoniali e<br />
non utilitaristiche.<br />
Infine, le cose giuridiche hanno carattere unitario, in tutti gli articoli<br />
usare lo stesso linguaggio. Mi chiedo – conclude il relatore – se in una<br />
prima parte non dobbiamo chiedere di più per ottenere il minimo.<br />
Mons. Ruppi propone ai Vescovi di approvare un comunicato da diffondere<br />
alla fine dei lavori della Conferenza. Letta una prima bozza, distribuita<br />
in copia ai presenti, [allegato 6] viene approvata con alcune<br />
1
1<br />
modifiche nei primi tre capoversi, mentre il quarto viene eliminato e non<br />
riportato nel verbale.<br />
Nel corso dei lavori, i Vescovi di Puglia hanno preso in considerazione<br />
il tema della famiglia, fondata sul matrimonio e quello<br />
<strong>delle</strong> unioni di fatto, sottolineando la necessità che il ddl regionale,<br />
recante disposizioni nel sistema dei servizi sociali, pur nel doveroso<br />
rispetto di situazioni di disagio sociale, non introduca indebite<br />
equiparazioni tra realtà che sono e devono rimanere distinte.<br />
I Vescovi sono vicini ai bisogni di tutti i soggetti deboli, ma<br />
riaffermano la centralità della famiglia fondata sul matrimonio,<br />
la sola che trova sicuro ancoraggio costituzionale nell’Art. 29 ed<br />
ha pieno riscontro nella tradizione civile e culturale della nostra<br />
popolazione.<br />
I Vescovi di Puglia, pertanto, hanno formulato l’auspicio che<br />
sia da tutti condiviso lo sforzo di una doverosa distinzione tra famiglia<br />
e unioni di fatto, che non è affatto discriminatorio, ma tende<br />
a salvaguardare il vero bene <strong>delle</strong> persone e la coesione del<br />
vissuto sociale.<br />
Il Presidente ringrazia il Prof. Marano e chiede di passare all’ultimo<br />
punto dell’odg facendo entrare i Superiori religiosi già arrivati.<br />
9. Facoltà Teologica Pugliese<br />
Incontro collegiale con i Superiori/e Maggiori Religiosi (CISM), Presidenza<br />
USMI e GIS.<br />
Mons. Ruppi saluta il Pro-Preside, il Segretario e l’Economo della Facoltà<br />
Teologica Pugliese intervenuti <strong>insieme</strong> ai Provinciali della CISM,<br />
all’USMI, al GIS, e precisa che l’annuale incontro con i rappresentanti<br />
della vita consacrata presenti in Puglia prevede una riflessione sulla Facoltà<br />
Teologica, il traguardo già raggiunto e gli adempimenti successivi<br />
ancora necessari.<br />
La Facoltà è nata – prosegue Mons. Ruppi – dopo un lungo e travagliato<br />
itinerario per ricomporre le realtà esistenti di diverso livello,<br />
finalità e paternità. Ma abbiamo anche trovato una sostanziale apertura e<br />
disponibilità nell’Angelicum, nell’Antonianum e alla PFTIM di Napoli.
La difficoltà di formare una sola realtà è stata gradualmente superata.<br />
Certo è presto considerare definitivo il risultato: urge il lavoro di tutti e<br />
un grande impegno per l’unità senza perdere per strada la ricchezza <strong>delle</strong><br />
singole realtà. In tal senso la Santa Sede ha accettato la costituzione<br />
del Comitato di Alto Patronato in cui confluiscono oltre alle tre realtà<br />
istituzionali, anche la Conferenza Episcopale Regionale, la presidenza<br />
dell’USMI ed altre realtà: espressione <strong>delle</strong> Chiese di Puglia che costituiscono<br />
la Facoltà.<br />
Sono già stati presentati i dossier dei docenti, che hanno ottenuto la<br />
provvisoria missio ad docendum. Anche la nomina del Pro-Preside è<br />
della Santa Sede, per due anni perché ci sia il tempo necessario per la<br />
composizione e il funzionamento di tutti gli organi statutari e l’avvio<br />
della normale procedura. L’Alto Patronato si riunirà a breve, in febbraio,<br />
per nominare il Presidente del Consiglio di Amministrazione. Quanto<br />
alla Fondazione, stiamo cercando i soci sostenitori, sperando di averne<br />
4 o 5. Il fondo capitale di 10 mld di vecchie lire è stato unificato in due<br />
tranche di investimento in modo da poter essere in grado, entro il mese<br />
di aprile, di fissare un primo bilancio provvisorio.<br />
Come adempimenti successivi da predisporre in breve tempo: un organico<br />
provvisorio dei docenti e stipula <strong>delle</strong> convenzioni tra la Facoltà<br />
e gli Enti proprietari degli immobili (con la CEP per Molfetta; con la<br />
<strong>Diocesi</strong> di Bari per San Nicola; con la Cism per Santa Fara). I Vescovi<br />
hanno approvato alcuni criteri per la stipula <strong>delle</strong> convenzioni, una<br />
copia viene distribuita ai presenti [allegato 7]. Concludendo, Mons.<br />
Ruppi ringrazia i religiosi, in particolare di San Nicola e Santa Fara e, ricordando<br />
che ora i corsi di Santa Fara potranno essere frequentati anche<br />
da laici e religiose, sollecita le responsabili dell’Usmi perché si incentivi<br />
la formazione teologica ed ecumenica <strong>delle</strong> religiose. Un ultimo cenno<br />
alla rinnovata mappa degli Istituti Superiori di Scienze Religiose con<br />
l’auspicio che non siano di intralcio allo sviluppo della Facoltà.<br />
Interviene il Pro-Preside, Mons. Palese che presenta l’équipe della<br />
Facoltà Teologica formata, al 26 dicembre u.s. da: 20 docenti stabili, 26<br />
incaricati e 20 invitati. C’è urgente bisogno della costituzione del Consiglio<br />
di Facoltà per una crescente armonizzazione degli Istituti all’interno<br />
della Facoltà ed anche del Consiglio di Amministrazione per definire<br />
lo stato patrimoniale, cominciare a progettare e completare la rete degli<br />
II.SS.SS.RR. Al momento gli studenti dei tre Istituti sono 320, mentre<br />
per tutta la rete risultano 877 studenti.<br />
1
1<br />
P. Diego Pedone ofmcapp, nel suo intervento [allegato 7] a nome<br />
della CISM, esprime gratitudine e gioia per il dono della Facoltà Teologica<br />
che consentirà di preparare il clero del III millennio.<br />
La Responsabile regionale del G.I.S., Maria Nobile, ringrazia per<br />
l’incontro e sollecita la Facoltà ad avere anche docenti laici ben preparati.<br />
Sr. Lucia Resta, presidente USMI regionale, ringrazia da parte di tutte<br />
le consacrate della regione per la Facoltà teologica, occasione culturale<br />
e formativa, fonte di molteplici approfondimenti culturali. Attualmente<br />
– nota Sr. Lucia – la formazione permanente della vita consacrata in Puglia<br />
si sta orientando verso il centro Italia, ma ci si augura che la Puglia<br />
non sia privata di questo apporto.<br />
Il Direttore dell’Istituto Teologico Ecumenico (ITE) “San Nicola”,<br />
P. Rosario Scognamiglio, si dice contento per la ripresa del dialogo ecumenico<br />
e anche <strong>delle</strong> iscrizioni all’Istituto di Bari. Comunica che si è<br />
anche riunito un Comitato per la ripresa della Commissione del Dialogo<br />
Cattolico-Ortodosso che dovrebbe affrontare i temi della teologica della<br />
comunione e dell’uniatismo.<br />
Mons. Papa pone un interrogativo molto stimolante: quale specificità<br />
per la FTP, per un volto culturale, preciso e da tutti condiviso. Auspica<br />
che gli sforzi di tutti si orientino perché la FTP si distingua e si riconosca<br />
nel panorama nazionale.<br />
P. Agostino ofm, provinciale del Salento chiede se i dottorati che si<br />
stanno preparando rispondono alle esigenze. E d’altra parte la conoscenza<br />
<strong>delle</strong> esigenze della FTP potrà meglio orientare la scelta formativa dei<br />
giovani che Vescovi e Provinciali inviano a studiare.<br />
Il Pro-Preside Mons. Palese, risponde che si stanno delineando le finalità<br />
e si sta lavorando per il volto della Facoltà. I tre istituti sono già<br />
impegnati ad armonizzare i piani di studio. Gli organismi (docenti e Consiglio<br />
di Facoltà) evidenziano i valori propri di ogni Istituto. Ai docenti è<br />
richiesta severità e competenza didattica, scientifica e culturale. Si tratta<br />
di scoprire tesori già presenti ma che non ancora sono conosciuti da tutti,<br />
ad esempio la ricchezza <strong>delle</strong> tre biblioteche che, in rete tra loro, dovranno<br />
essere realtà vive e aggiornate per lo studio degli studenti e la ricerca<br />
dei docenti. Si sta formando lentamente e con pazienza un <strong>insieme</strong> che<br />
lavori nella fiducia e non deve scadere nella banalizzazione.<br />
Mons. Cacucci ricorda che la definizione dell’organico docenti,<br />
pronto entro la fine dell’anno, chiarirà meglio le esigenze, ma sono indi-
spensabili docenti che facciano ricerca e pubblicazioni, perciò per poter<br />
diventare ordinari e stabili sarà richiesto il tempo pieno.<br />
Mons. Ruppi invita vescovi e provinciali a segnalare qualche sacerdote<br />
che sta conseguendo il dottorato e potrebbe essere disponibile al<br />
tempo pieno per la Facoltà.<br />
Per Mons. Fragnelli, la Regione sta vivendo un momento di grazia<br />
e raccoglie i frutti dei Convegni regionali “Vivere <strong>insieme</strong> in Puglia”<br />
(1994) e la “Vita consacrata in Puglia” (1998).<br />
Mons. Paciello parla di un progetto chiaro sin dall’inizio e con un<br />
unico regolamento per i tre Istituti.<br />
Mons. Todisco si chiede come sarà vista la Facoltà teologica, e risponde<br />
che sarà uno strumento culturale e scientifico per la pastoralità<br />
della Chiesa! Un ulteriore segno di comunione per rinsaldare le relazioni<br />
tra le persone e le realtà.<br />
P. Carucci sostiene che tutta la Facoltà va coinvolta nella ricerca del<br />
volto con la consapevolezza che si è impegnati nella trasmissione della<br />
fede.<br />
Mons. Ruppi evidenzia proprio la dimensione della comunione iniziale,<br />
attuale e prospettica nel coinvolgimento di tutti. Su questa base,<br />
Mons. Ruppi illustra i criteri che ispirano la stipula <strong>delle</strong> convenzioni<br />
alla luce dell’Art. 51 dello Statuto della facoltà. Per quanto concerne la<br />
biblioteca, si tratta di un elemento soggetto a modifica per gli sviluppi<br />
futuri, magari coinvolgendo anche l’Università, titolare di un progetto<br />
europeo per la messa in rete <strong>delle</strong> biblioteche.<br />
Mons. Palese invita a guardare con serenità i criteri suggeriti per le<br />
convenzioni, senza allarmismi.<br />
P. Piemontese, a proposito del punto 3 chiede se si può prevedere<br />
qualcosa per la gestione dei singoli Istituti. Mons. Cacucci risponde che<br />
la centralizzazione <strong>delle</strong> tasse è a favore dei docenti e <strong>delle</strong> eventuali disponibilità.<br />
Mons. Ruppi ricorda che dipenderà dai bilanci e che, in ogni<br />
caso, ciascuno deve fare la propria parte di sacrifici.<br />
I presenti approvano all’unanimità i tre criteri per le convenzioni tra<br />
la Facoltà Teologica e gli Enti proprietari degli immobili.<br />
Secondo P. Diego Pedone (Santa Fara) c’è bisogno di sensibilizzazione<br />
generale e nello stesso tempo, si deve partire dal concreto per arrivare<br />
alla comunione.<br />
Mons. Papa esorta ad utilizzare al meglio l’Art. 1 dello Statuto per mantenere<br />
vivo il valore spirituale, culturale e comunionale dell’iniziativa.<br />
1
1 0<br />
Alle ore 13.00 il Presidente, Mons. Ruppi, ringrazia tutti per l’impegno,<br />
la disponibilità e la fattiva partecipazione all’incontro e, con la<br />
recita dell’Angelus, dichiara conclusa la sessione invernale della Conferenza<br />
Episcopale Pugliese.<br />
10. Varie<br />
Nel corso dei lavori della Conferenza sono state assunte alcune decisioni<br />
e comunicate le date di importanti appuntamenti. Sono riportate alla<br />
fine del Verbale per una più facile consultazione e programmazione.<br />
• Decisioni collegiali della C.E.P.<br />
o Tariffario: i Vescovi, all’unanimità hanno deciso di confermare il<br />
tariffario vigente senza apportare alcuna modifica. Ogni Vescovo<br />
provveda a fare il Decreto per la propria <strong>Diocesi</strong> [allegato 8].<br />
o Commissioni Regionali da integrare: don Vito MAROTTA (Comunicazioni<br />
Sociali); Arch. Pietro D’ONGHIA (beni culturali ecclesiastici).<br />
o Approvato lo Statuto-Regolamento dell’Ufficio Regionale per<br />
l’educazione, la scuola e l’università [allegato 9].<br />
o Approvato il bilancio consuntivo 2005 [allegato 10].<br />
o Don Alfonso GIORGIO (dioc. di Bari-Bitonto) nominato assistente<br />
regionale del M.A.C. (Movimento Apostolico Ciechi).<br />
• Calendario 2006 della C.E.P.<br />
o 3 Aprile a Molfetta<br />
o 12 Giugno a Conversano Santa Maria all’Isola<br />
o 6-10 Novembre a Cassano (Esercizi Spirituali) invitare Mons. Ravasi<br />
o Il 2 marzo p.v. avrà luogo la presentazione ufficiale della Facoltà<br />
Teologica Pugliese, a Bari (teatro Piccinni)<br />
• Comunicazioni<br />
o Il Prof. Nicola Paparella è stato scelto per far parte (dal l° aprile<br />
2006) del Consiglio di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio<br />
di Puglia.<br />
Il Segretario C.E.P.<br />
✠ Michele Seccia
Verbale<br />
della riunione ordinaria<br />
3 aprile 2006<br />
Seminario Regionale - Molfetta<br />
Lunedì 3 aprile 2006 alle ore 9.30, nel Pontificio Seminario Regionale<br />
di Molfetta, ha avuto inizio la riunione ordinaria della Conferenza<br />
Episcopale Pugliese. Presiede l’Arcivescovo Metropolita di Lecce,<br />
Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Presidente della C.E.P.<br />
Questo l’ordine del giorno dei lavori comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi<br />
e Vescovi con lettera di convocazione del 13 marzo 2006 [Prot. n.<br />
21/06]:<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
2. Seminario Regionale:<br />
a. Animatori<br />
b. Padri Spirituali<br />
3. Convenzione CEP - Facoltà Teologica Pugliese<br />
4. Documento C.E.I. sul sostentamento del clero (osservazioni<br />
della C.E.P.)<br />
5. Varie.<br />
Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />
Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice presidente;<br />
Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />
Domenico Caliandro, Mons. Domenico D’Ambrosio, Mons. Vito De<br />
Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons.<br />
Luigi Martella, Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico<br />
Padovano, Mons. Benigno Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri,<br />
Mons. Francesco Pio Tamburrino, Mons. Francesco Zerrillo.<br />
Sono altresì presenti gli Ordinari emeriti: Mons. Vincenzo Franco e<br />
Mons. Martino Scarafile.<br />
È assente Mons. Rocco Talucci, impegnato per la Visita Pastorale.<br />
1 1
1 2<br />
Dopo la recita dell’Ora media, il Presidente saluta i presenti e riferisce<br />
dell’ultimo Consiglio Permanente e di alcuni problemi che riguardano<br />
la Conferenza.<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
a. Fondi dell’Otto per mille e sostentamento clero<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, informa i presenti sulla diminuzione dei<br />
fondi dell’otto per mille, dovuta al minore importo del conguaglio. Anche<br />
se le firme restano stabili, ci si deve impegnare maggiormente nella<br />
sensibilizzazione perché la percentuale dei contribuenti che firmano a<br />
favore della Chiesa cattolica aumenti oltre il 41%. Per il corrente anno<br />
si è deciso di non far pesare sulle diocesi la diminuzione degli importi,<br />
ma di attingere al fondo di riserva e limitare le assegnazioni per altri fini<br />
(edilizia di culto, beni culturali, ...). Mons. Ruppi sollecita i Vescovi ad<br />
attivare la sensibilizzazione nelle <strong>Diocesi</strong>, perché cresca il gettito <strong>delle</strong><br />
offerte deducibili e la percentuale <strong>delle</strong> firme.<br />
Anticipando il 4° punto dell’OdG, il Presidente chiede ai Vescovi di<br />
esprimersi sulla proposta di un nuovo meccanismo per il sostentamento<br />
del clero, tenendo presente il documento riservato di consultazione trasmesso<br />
ad ogni Ordinario [Allegato l].<br />
I Vescovi condividono la prima proposta 1/A, indicata nel documento<br />
trasmesso. Per quanto concerne il punteggio discrezionale calcolato<br />
secondo lo schema regionale, la Conferenza si orienta unanimemente<br />
sull’ipotesi 2/B.<br />
Circa il sistema di previdenza integrativa, infine, i Vescovi concordano<br />
che deve essere esclusa dal computo dell’integrazione, secondo la<br />
proposta 3/A.<br />
Mons. Caliandro interviene a proposito del contributo alla colf, sino<br />
a 18 ore settimanali; tale intervento non dovrebbe essere incluso nel cumulo<br />
per il parroco.<br />
Mons. Padovano informa i presenti sull’incontro di tre giorni svoltosi<br />
a Fasano per i seminaristi: spiegazione del sistema per il sostentamento<br />
clero e problematica dell’otto per mille. Hanno partecipato 130 giovani<br />
(90 dalla Puglia e 40 dalla Calabria). Davanti alla percezione che tutto è<br />
ormai ritenuto scontato e dovuto, per una sorta di automatismo, è urgente<br />
creare sensibilità e fornire <strong>delle</strong> risposte serie.
. Tribunale Ecclesiastico Regionale<br />
Cresce il numero <strong>delle</strong> cause introdotte presso il T.E.R.P. di Bari (251<br />
nel 2005 contro le 234 nel 2004); anche è aumentato di 49 il numero <strong>delle</strong><br />
cause concluse, resta ancora alto il numero <strong>delle</strong> cause pendenti (756).<br />
C’è stato anche un aumento del 6,3% <strong>delle</strong> spese. La CEI è intervenuta<br />
con un contributo di € 632.000 (per il 2005).<br />
Mons. Cacucci, Moderatore del T.E.R.P., ringrazi a i Vescovi che<br />
hanno messo a disposizione due nuovi giudici: Massimo MANCINO<br />
(dioc. Nardò-Gallipoli) e Sario CHIARIELLI (Castellaneta).<br />
c. Regione Puglia<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, informa i Confratelli circa il disegno di<br />
legge regionale sulla famiglia, nel contesto <strong>delle</strong> politiche sociali. In diverse<br />
occasioni e incontri è stato ribadito quanto già concordato nell’incontro<br />
C.E.P. di Martina Franca: pur in un clima di dialogo e di tutela<br />
dei diritti soggettivi, resta ferma la difesa della famiglia, secondo l’Art.<br />
29 della Costituzione, senza possibilità di confusione o di assimilazione<br />
con le unioni di fatto.<br />
Circa la Legge sugli Oratori è in via di approvazione una norma che<br />
prevede l’assegnazione in conto capitale del contributo assegnato (pari<br />
al 42%) per la realizzazione di uno stralcio funzionale del progetto generale<br />
presentato come istanza.<br />
Si prevede una ripresa di attenzione verso i Beni Culturali (Archivi,<br />
Biblioteche e Musei diocesani).<br />
Per quanto concerne le II.PP.AA.BB., si sta delineando un orientamento<br />
di privatizzazione e accorpamento degli Enti attualmente affidati,<br />
in gran parte, a commissari designati dall’Assessorato alle Politiche Sociali.<br />
Hanno iniziato a funzionare l’Osservatorio Giuridico Regionale e il<br />
Forum Regionale della Famiglia.<br />
L’Arcivescovo di Bari, Mons. Cacucci, che ha ospitato nei locali della<br />
Curia questi uffici regionali, invita i Vescovi a insistere sulla formazione<br />
dei laici e a sollecitare quanti si dichiarano cristiani, perché nell’esercizio<br />
<strong>delle</strong> rispettive professioni, testimonino coerentemente i valori etici<br />
fondamentali (vita, giustizia, famiglia, solidarietà…).<br />
1 3
1 4<br />
2. Convenzione CEP – Facoltà Teologica Pugliese<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, legge il testo della Convenzione tra la<br />
Conferenza Episcopale Pugliese e la Facoltà Teologica Pugliese circa la<br />
sede del Seminario Regionale di Molfetta, come concordato nella precedente<br />
riunione della CEP. I Vescovi approvano all’unanimità [Allegato<br />
2].<br />
Mons. Ruppi comunica che sono state trasmesse alla CEI le pratiche<br />
relative agli II.SS.SS.RR. di Bari, Lecce, Brindisi, Taranto, Foggia-San<br />
Severo, Trani.<br />
Sono arrivati i due Decreti per la Facoltà Teologica Pugliese (approvazione<br />
dello Statuto della Facoltà e <strong>delle</strong> tre sedi): i Vescovi prevedano<br />
la pubblicazione sui Bollettini Diocesani.<br />
Per quanto concerne l’aspetto economico della Fondazione che garantisce<br />
la Facoltà teologica, i soci sostenitori hanno assicurato già la<br />
quota prevista; altri contributi sono stati assegnati da tre istituti bancari.<br />
Intanto il Presidente del Consiglio di Amministrazione ha nominato<br />
economo il diacono Pappagallo di Molfetta.<br />
Si è svolto il primo incontro con il delegato del Rettore Magnifico<br />
dell’Università di Bari (Dott. Erriquez) per mettere in rete le biblioteche<br />
<strong>delle</strong> tre sedi a cominciare da Molfetta, San Nicola e Santa Fara.<br />
Mons. Paciello interviene per fare notare che l’inaugurazione della<br />
Facoltà Teologica svoltasi a Bari nel Piccinni, avrebbe dovuto prevedere<br />
un momento di fede, di preghiera. Mons. Cacucci, nella veste di Gran<br />
Cancelliere, ringrazia per l’osservazione, e precisa che l’inaugurazione<br />
dell’Anno Accademico della Facoltà era stato celebrato nella Cattedrale<br />
di Bari, in coincidenza con l’inizio dell’attività accademica.<br />
3. Seminario Regionale: Padri Spirituali e Animatori<br />
Mons. Ruppi fa chiamare il Rettore del Seminario e invita Mons.<br />
D’Ambrosio a relazionare sul Seminario in quanto Presidente della<br />
Commissione Vescovile di vigilanza.<br />
Mons. D’Ambrosio riferisce che ha già incontrato il Rettore e l’equipe<br />
degli educatori. Sono stati evidenziati i seguenti problemi.<br />
Anno propedeutico: è necessario predisporre locali più accoglienti,<br />
considerato il numero crescente dei candidati. Si propone di verificare
la possibilità di intervenire e rendere abitabile la mansarda. Il Rettore<br />
dovrà richiedere qualche preventivo.<br />
Quanto agli animatori si rende ormai necessaria la presenza stabile<br />
di due sacerdoti. Oltre a don Gianni Caliandro si chiede al Vescovo di<br />
Molfetta, Mons. Martella, di rendere disponibile don De Lucia, sinora<br />
impegnato solo parzialmente. Mons. Martella acconsente alla richiesta<br />
e ritiene che anche il sacerdote indicato sarà disponibile. Alla luce dell’esperienza<br />
di questi primi anni, si conferma l’esigenza di un cammino<br />
previo in diocesi, prima che i giovani vengano inviati per l’anno propedeutico.<br />
Sesto Anno. Quanto ai seminaristi che compiono l’iter formativo in<br />
Seminario, si deve meglio definire la struttura e l’organizzazione del sesto<br />
anno, perchè sia un periodo di formazione.<br />
I Vescovi – conclude Mons. D’Ambrosio – dovrebbero proporre qualche<br />
itinerario di formazione ai sacerdoti che in futuro potrebbero offrire<br />
un servizio formativo in Seminario.<br />
Il Rettore, Mons. Ladisa, ricorda ai Vescovi la necessità di provvedere<br />
ad un ricambio parziale dei Padri Spirituali e ad integrare il numero<br />
degli animatori.<br />
Dopo un rapido scambio di opinioni tra i presenti per verificare la disponibilità<br />
di bravi sacerdoti, con una buona esperienza pastorale e maturità<br />
umana e spirituale, si giunge alla seguente conclusione. Don Luigi<br />
Tarantini e don Salvatore Cipressa saranno sostituiti da don Pierino AR-<br />
CIERI (diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie), don Luigi MANSI (dioc. Cerignola-Ascoli<br />
S.) e don Alberto DI VIGGIANO (dioc. Brindisi-Ostuni).<br />
Si conferma la disponibilità di don De Lucia a tempo pieno per l’anno<br />
propedeutico.<br />
Per gli animatori se ne parlerà nella prossima riunione.<br />
4. Istituto Pastorale Pugliese<br />
Mons. Fragnelli presenta le proposte di formazione permanente del<br />
clero, di pastorale giovanile e dei catechisti, preparate dall’Istituto Pastorale<br />
Pugliese (IPP) [Allegato 3].<br />
Mons. Papa chiede che le tematiche siano più attinenti al momento<br />
e permanenti per il clero (comunione, corresponsabilità ed ecclesialità),<br />
avendo come riferimento di fondo la Chiesa, mistero di comunione.<br />
1
1<br />
Mons. Negro insiste perché i sacerdoti siano guidati verso la corresponsabilità,<br />
come diventare servitori della comunità ed esercitare la<br />
guida e la presidenza del Consiglio Pastorale Parrocchiale.<br />
Mons. Calabro ritiene che si dovrebbe ampliare la verifica puntando<br />
su aspetti più urgenti, come ad esempio la Dottrina Sociale della Chiesa,<br />
quasi del tutto assente dalla formazione permanente.<br />
Mons. Ruppi richiama il percorso di preparazione al Convegno Ecclesiale<br />
di Verona, in modo da recuperare il programma decennale e verificare<br />
come si sta procedendo nella comunicazione del Vangelo.<br />
Mons. Martella si chiede se non sia necessario prevedere un momento<br />
unitario a livello regionale in vista di Verona.<br />
5. Varie<br />
a. Richieste<br />
Il Presidente fa presente ai Vescovi di aver ricevuto alcune specifiche<br />
richieste dal Seminario teologico di Scutari per ottenere un altro sacerdote<br />
formatore dei teologi in sostituzione di don Alessandro MAIER, fidei<br />
donum, che ha già terminato il triennio. Sentito il parere del vescovo<br />
interessato (Mons. Fragnelli) si ritiene opportuno prolungare il servizio<br />
di don MAIER per un altro triennio.<br />
Inoltre dalla Migrantes si chiede la disponibilità di un sacerdote per<br />
la Parrocchia della Missione Cattolica di Losanna in Svizzera (con circa<br />
15.000 italiani).<br />
Il Presidente comunica anche che il Delegato regionale dei Gruppi<br />
di preghiera “Padre Pio” ha promosso un paio di incontri con i delegati<br />
coordinatori a livello diocesano. Inoltre il 1 ottobre p.v., si svolgerà il<br />
raduno regionale di tutti i gruppi di preghiera.<br />
Mons. D’Ambrosio, ricorda ai Vescovi che ricorrendo il 5 maggio p.v.<br />
il 50° anniversario dell’inaugurazione di Casa Sollievo, tutti i Vescovi<br />
sono invitati alla concelebrazione che sarà presieduta da Sua Eminenza<br />
il Card. Angelo Sodano, Segretario di Stato di Sua Santità.<br />
Il Presidente ricorda, infine, ai presenti le date dei prossimi appuntamenti:<br />
• Assemblea della C.E.I. dal 15 al 19 maggio<br />
• C.E.P. il 12 giugno a Santa Maria dell’Isola (Conversano)
• Il Convegno nazionale di Verona dal 16 al 20 ottobre p.v.<br />
Alle 13.15 esauriti gli argomenti all’ordine del giorno, con la recita<br />
dell’Angelus e lo scambio degli auguri pasquali, terminano i lavori della<br />
Conferenza.<br />
Il Segretario C.E.P.<br />
✠ Michele Seccia<br />
1
1<br />
Verbale<br />
della riunione ordinaria<br />
12 giugno 2006<br />
Oasi “Sacro Cuore di Gesù” - Molfetta<br />
Lunedì 12 giugno 2006 si è riunita la Conferenza Episcopale Pugliese<br />
presso l’Oasi “Sacro Cuore di Gesù” di Conversano con il seguente<br />
O.d.G.:<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
2. Seminario Regionale: educatori e padri spirituali<br />
3. Visita “ad limina”<br />
4. Presidenza CEP<br />
5. Varie<br />
Presenti: Mons. Ruppi, Presidente; Mons. Cacucci, Vicepresidente;<br />
Mons. Papa; Mons. Todisco; Mons. Scarafile; Mons. Talucci; Mons.<br />
Pichierri; Mons. Padovano; Mons. Calabro; Mons. Caliandro; Mons.<br />
Negro; Mons. Di Molfetta; Mons. Martella; Mons. D’Ambrosio; Mons.<br />
Zerrillo; Mons. Tamburrino; Mons. Fragnelli; Mons. Castoro.<br />
Hanno giustificato la loro assenza: Mons. Seccia, Mons. Paciello,<br />
Mons. De Grisantis.<br />
Il Presidente invita Mons. Castoro a svolgere il compito di Segretario.<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
a) Mons. Ruppi ha riservatamente informato i confratelli sui contatti da<br />
lui avuti al fine di migliorare il Progetto di Legge Regionale sulla<br />
famiglia. L’art. 22 infatti prevedeva un testo non accettabile, atteso<br />
che parlava di “famiglie” al plurale. Il nuovo testo parla di “famiglia”<br />
al singolare, affidando all’articolo successivo i diritti dei singoli individui.<br />
Un’altra proposta migliorativa e attualmente in cantiere. Essa<br />
prevedrebbe l’art. 22 diviso in due parti: a) i diritti della famiglia b)<br />
il sostegno concreto alla famiglia; l’art. 23 prevedrebbe altri tipi di
unione. Mons. Ruppi è dell’avviso che la CEP si limiti a ribadire le<br />
affermazioni del Magistero Pontificio sulla famiglia e la vita; la mediazione<br />
della CEP per migliorare ancora il testo rimarrebbe a livello<br />
indiretto e riservato presso i singoli politici. È compito dei politici<br />
d’ispirazione cristiana intervenire opportunamente nel dibattito politico<br />
su questo tema.<br />
b) Mons. Ruppi informa che si va sbloccando presso la Regione l’aiuto<br />
agli Oratori per l’anno 2004.<br />
c) Il Presidente invita il dott. Antonio Rubino a parlare sull’Osservatorio<br />
giuridico-legislativo della Puglia. La CEP approva lo statuto e il regolamento<br />
dell’Osservatorio Regionale i cui testi ricalcano quelli della<br />
CEI. La CEP approva anche la bozza di un Bollettino Informativo mensile<br />
sulla legislazione regionale, da inviare riservatamente ai Vescovi.<br />
Il Vescovo delegato per questo ambito sarà l’Arcivescovo di Bari.<br />
2. Seminario Regionale<br />
Il Presidente invita il Rettore del Seminario Regionale Mons. Antonio<br />
Ladisa a presentare l’organico della nuova Equipe formativa per il<br />
2006-2007. I due nuovi direttori spirituali saranno don Luigi Mansi (Cerignola-Ascoli<br />
Satriano) per il Primo Corso e don Pierino Arcieri (Trani-<br />
Barletta-Bisceglie) per il Terzo Corso. Essi sostituiranno don Salvatore<br />
Cipressa e don Gino Tarantini che ritornano nelle loro diocesi di origine.<br />
I due nuovi animatori saranno don Lucangelo Decantis (Taranto) e don<br />
Salvatore Tardio (Brindisi-Ostuni), su quest’ultimo si attende la conferma<br />
definitiva. I Vescovi invitano il Presidente ad inviare una lettera di<br />
ringraziamento ai collaboratori che lasciano.<br />
Il Rettore informa inoltre che per il nuovo anno 2006-2007 il Primo<br />
Corso sarà costituito da 45-50 alunni.<br />
Per il Sesto Anno la CEP ha deciso di continuare la prassi attuale: ogni<br />
Vescovo è libero di lasciare in seminario o far rientrare in diocesi i suoi<br />
seminaristi. Quest’anno i seminaristi del Sesto Anno ospiti del Seminario<br />
erano 17.<br />
Per quanto riguarda l’Anno Propedeutico, il Rettore assicura che don<br />
Francesco De Lucia, l’animatore spirituale, sarà a tempo pieno.<br />
1
200<br />
Segue un’ampia discussione:<br />
Mons. Negro fa presente che per i seminaristi del Sesto Anno appartenenti<br />
a <strong>Diocesi</strong> lontane da Molfetta è scomodo tornare ogni settimana<br />
in seminario.<br />
Mons. Papa esprime un vivo apprezzamento per l’impostazione<br />
dell’Anno Propedeutico e per l’opera qualificata del responsabile don<br />
Gianni Caliandro. Tutti gli altri Vescovi si associano a questo giudizio<br />
positivo e invitano il Rettore ad esprimere a don Caliandro il ringraziamento<br />
della CEP.<br />
Mons. Padovano, ritornando al Sesto Anno, propone degli “stages”<br />
tre volte l’anno.<br />
Mons. Caliandro tiene a sottolineare che il Sesto Anno deve servire alla<br />
formazione del giovane e non tanto alle esigenze pastorali della diocesi.<br />
Mons. Negro accenna alle difficoltà che incontrano i giovani preti fin<br />
dai primi anni di ministero e propone di prevedere per loro, una équipe<br />
di sostegno a livello regionale.<br />
Mons. Todisco e Mons. Padovano rilevano che le crisi possono nascere<br />
sia da una debole formazione in seminario, sia da un’esperienza pastorale<br />
negativa in diocesi. È importante perciò la scelta degli educatori in seminario,<br />
come anche curare il rodaggio pastorale dei giovani sacerdoti.<br />
Mons. Papa riferisce che il nuovo testo “Orientamenti e Norme per<br />
i Seminari” sta per essere approvato dalla Santa Sede. In questo documento<br />
c’è un capitolo che tratta proprio di queste problematiche. Dopo<br />
l’approvazione, la CEP potrebbe elaborare una linea regionale di attuazione<br />
per il nostro Seminario Regionale. È importante comunque conoscere<br />
prima dell’ordinazione sacerdotale se un giovane è fisicamente e<br />
psichicamente sano.<br />
Mons. Zerrillo rileva l’importanza dell’intesa dell’équipe educativa,<br />
che dovrà individuare e segnalare i casi sospetti di giovani non idonei.<br />
Per fare questo non si richiedono degli specialisti. Il Seminario lavora<br />
sui tempi lunghi e sul tempo continuato. L’opera educativa, come affermava<br />
don Bosco, è opera del cuore.<br />
Mons. Tamburrino invita il Rettore a vigilare sui casi che destano<br />
perplessità. Anche per i preti giovani bisogna prevedere dei sostegni. A<br />
volte la crisi è di fede e non tanto psicologica.<br />
Mons. Martella auspica che nel nostro Seminario Regionale venga quanto<br />
prima elaborata una “Regola di Vita”. Solo così un giovane può sapere<br />
con precisione cosa si può fare, cosa non si può fare e cosa si deve fare.
Mons. Calabro rileva che dopo gli anni di seminario in cui la vita è<br />
più strutturata, con l’Ordinazione la libertà diventa assoluta, i seminaristi<br />
e i giovani preti che studiano a Roma, sono ancora più esposti.<br />
Mons. Papa rileva con amarezza che nelle diocesi ci sono tanti preti,<br />
ma non esiste un vero presbiterio diocesano; infatti quando un prete<br />
sbaglia, non è raro il caso che i confratelli siano pronti ad accusarlo e a<br />
metterlo alla gogna, anziché adoperarsi per aiutarlo.<br />
Mons. Cacucci chiede che in Seminario gli animatori siano non tanto<br />
degli specialisti, ma preti con personalità armoniche. Anch’egli fa presente<br />
l’opportunità che in regione vengano individuati dei sacerdoti che<br />
siano punto di riferimento.<br />
I Vescovi facciano conoscere questi nomi.<br />
Mons. Ruppi afferma che in questi anni stiamo facendo esperienza<br />
della fragilità dei preti giovani, mentre urgono elementi di sostegno.<br />
Abbiamo già dei sacerdoti che possono essere di riferimento alle varie<br />
diocesi (don Franco Castellana, don Franco D’Apollonio, don Gianni<br />
Caliandro, don Angelo Sabatelli. Padre Colella). S’impone, dopo l’approvazione<br />
di “Orientamenti e Norme”, l’urgenza di formare i formatori,<br />
sia per i seminari maggiori, sia per i seminari diocesani, sia per il<br />
cammino formativo, sia per i primi anni di pastorale.<br />
Mons. Ladisa ricorda da qualche anno nel Seminario Regionale vengono<br />
dati corsi per i formatori, con buona partecipazione. Il Rettore,<br />
inoltre, introduce il discorso della opportunità di costituire altri spazi<br />
nel Seminario Regionale. L’ipotesi di adeguare la mansarda si è rivelata<br />
difficile da attuare. Forse si potrebbe costruire una nuova palazzina nel<br />
terreno del Seminario lì dove attualmente sorge la “Grotta di Lourdes”.<br />
La palazzina avrebbe un piano terra e due piani e potrebbe essere occupata<br />
dagli alunni del Propedeutico. Il rettore presenterà un progetto con<br />
un preventivo di massima.<br />
Mons. Papa invita a riflettere sull’opportunità o meno di costruire<br />
altri locali, quando ci sono in regione molti seminari semivuoti.<br />
Mons. Padovano ipotizza il distaccamento del biennio filosofico da<br />
unire al propedeutico, trasferendoli in un altro seminario. Questo consentirebbe<br />
una cura più attenta dei singoli seminaristi.<br />
I Vescovi decidono di soprassedere a ogni ipotesi di ampliamento, in<br />
attesa che il numero degli alunni sia stabilizzato, pregando il Rettore di<br />
trovare, al momento, le soluzioni possibili.<br />
201
202<br />
3. Visita “ad limina”<br />
Mons. Ruppi ricorda che la visita “ad limina” della CEP è fissata nella<br />
settimana 12-17 marzo 2007. Sei mesi prima della visita, ciascun Vescovo<br />
dovrà presentare la Relazione Quinquennale alla Santa Sede, in<br />
cinque copie di cui una non rilegata. La CEI invierà a ciascun Vescovo<br />
nei prossimi giorni i dati generali della nostra regione, che costituiranno<br />
la parte introduttiva della Relazione. Durante la settimana sono previste<br />
anche <strong>delle</strong> celebrazioni nelle varie Basiliche. I Vescovi concordano nell’organizzare<br />
una sola celebrazione comunitaria nella Basilica di S. Pietro,<br />
presso la tomba dei papi, mercoledì 14 marzo alle ore 07.00. Quanto<br />
alla visita ai Dicasteri, si concorda di chiedere un incontro collegiale con<br />
la Congregazione per i Vescovi, con la Congregazione per la Dottrina<br />
della Fede, con quella per il Clero e con quella per l’Educazione Cattolica.<br />
I Vescovi delegati dei vari settori, si recheranno singolarmente<br />
negli altri corrispettivi Dicasteri. Quanto agli incontri personali con il S.<br />
Padre, si è stabilito il seguente calendario:<br />
Lunedì 12 Tamburrino, D’Ambrosio, Zerrillo, Fragnelli, Pichierri.<br />
Giovedì 15 Papa, Negro, Caliandro, Padovano, Talucci.<br />
Venerdì 16 Calabro, Ruppi, Di Molfetta, Martella…<br />
Sabato 17 Cacucci, Castoro…<br />
Gli assenti Mons. Paciello, Mons. De Grisantis e Mons. Seccia faranno<br />
poi conoscere il giorno da loro preferito.<br />
Mercoledì 14 i Vescovi della CEP parteciperanno all’Udienza generale<br />
del S. Padre possibilmente con qualche rappresentanza <strong>delle</strong> rispettive<br />
diocesi. La residenza sarà per tutti a S. Marta.<br />
4. Presidenza CEP<br />
L’o.d.g. prevedeva l’elezione della nuova Presidenza CEP, essendo<br />
già in regime di “prorogatio”. Ma essendo assenti alcuni Vescovi, si decide<br />
di riparlarne alla prossima Assemblea CEP.<br />
5. Varie ed eventuali<br />
Mons. Ruppi riferisce che S.E. Mons. Angelo Amato Segretario della<br />
Congregazione per la Dottrina della fede, ha inviato una lettera alla CEP<br />
per chiedere un collaboratore per l’Ufficio Disciplinare della C.D.F. che
sia ben preparato in Diritto Canonico e in Teologia. I Vescovi che eventualmente<br />
avessero disponibilità a prestare un sacerdote per tale servizio<br />
potranno segnalarlo direttamente a Mons. Amato.<br />
Mons. Cacucci fa presente che Bari ha bisogno di un proprio delegato<br />
CEI per i Beni Culturali e presenta il nome del diacono permanente<br />
Geom. Bruno Ressa, persona competente e affidabile.<br />
Mons. Ruppi informa che è stato proposto come Assistente Regionale<br />
dell’A.C.R. il sac. Francesco Imperiale (Taranto). I Vescovi approvano.<br />
Mons. Ruppi infine informa che anche l’Associazione “FRATRES”<br />
chiede un assistente ecclesiastico. I Vescovi propongono don Martino<br />
Costantino (Taranto) parroco in Martina Franca.<br />
Mons. Fragnelli presenta ai Vescovi il nuovo Annuario <strong>delle</strong> Chiese<br />
di Puglia che è stato curato dall’Istituto Pastorale Pugliese e che viene<br />
distribuito ai Vescovi. È stato stampato in 4000 copie ed è messo in vendita<br />
a 20 euro. I Vescovi esprimono il ringraziamento e l’apprezzamento<br />
per l’opera compiuta.<br />
Viene introdotto don Sandro Ramirez, Direttore dell’Istituto Pastorale<br />
Pugliese, il quale aggiorna i Vescovi sul percorso previsto per la<br />
formazione permanente dei parroci e distribuisce a tutti il relativo calendario.<br />
Quanto alla proposta della formazione permanente per tutti i<br />
sacerdoti, egli chiede di avere al più presto i nominativi dei sacerdoti che<br />
costituiranno l’équipe preposta in ogni diocesi.<br />
Interviene anche don Alessandro Amapani, Vicedirettore dell’Istituto<br />
Pastorale Pugliese e Collaboratore all’Ufficio CEI per la Pastorale Giovanile.<br />
Egli informa che il Consiglio Permanente della CEI ha approvato<br />
che il prossimo triennio sarà dedicato alla Pastorale Giovanile. Il primo<br />
anno riguarderà l’Ascolto, il secondo l’Annuncio e la Testimonianza, il<br />
terzo anno la Missione. Il primo anno avrà come conclusione un evento<br />
a livello regionale, il secondo un evento a livello nazionale (1-2 settembre<br />
2007 con la partecipazione del Papa). Il terzo anno si concluderà con<br />
la GMG di Sidney presieduta dal S. Padre.<br />
L’assemblea si chiude alle ore 13.20 con la preghiera dell’Angelus,<br />
dopo aver ringraziato Mons. Padovano per la generosa ospitalità.<br />
✠ Michele Castoro<br />
Vescovo di Oria<br />
203
204<br />
Verbale<br />
della riunione ordinaria<br />
11 dicembre 2006<br />
Seminario Regionale - Molfetta<br />
Lunedì 11 dicembre 2006, alle ore 9.30, con la presidenza dell’Arcivescovo<br />
Cosmo Francesco Ruppi, si è riunita la Conferenza Episcopale<br />
Pugliese, presso il Pontificio Seminario Regionale di Molfetta, con il<br />
seguente ordine del Giorno:<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
2. Visita ad Limina<br />
3. Istituto Pastorale Pugliese (relazione di Mons. Fragnelli)<br />
4. Indagine della Caritas Regionale sulle povertà in Puglia<br />
5. Incontro col Forum <strong>delle</strong> Famiglie e con il Forum <strong>delle</strong> Organizzazioni<br />
Sanitarie Cattoliche<br />
6. Varie ed eventuali<br />
Vescovi presenti: Ecc.mi Ruppi, Papa, Tamburrino, Talucci, D’Ambrosio,<br />
Todisco, Franco, Scarafile, Renna, Zerrillo, Di Molfetta, Calabro,<br />
Paciello, Fragnelli, Martella, Padovano, Castoro, De Grisantis, Negro.<br />
Assenti giustificati: Ecc.mi Cacucci, Pichierri, Caliandro.<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
In seguito al trasferimento di Mons. Seccia in altra Regione Ecclesiastica,<br />
il Presidente propone come Segretario della CEP Mons. Michele<br />
Castoro, e come Vescovo Delegato per la scuola Mons. Lucio Renna. I<br />
Vescovi approvano all’unanimità e gli interessati accettano ringraziando<br />
per la fiducia.<br />
Il Presidente dà il benvenuto nella CEP a Mons. Renna, nuovo Vescovo<br />
di San Severo, ed esprime a Mons. Papa le felicitazioni per il XXV di<br />
Episcopato, che sarà solennemente celebrato a Taranto il 27 dicembre e<br />
invita i Vescovi a parteciparvi.
Il Presidente inoltre informa che il nuovo padre spirituale del seminario,<br />
don Pierino Arcieri, è seriamente ammalato. Si sta facendo fronte<br />
all’emergenza indirizzando gli alunni verso gli altri padri spirituali. I<br />
Vescovi assicurano preghiere e formulano auguri di guarigione.<br />
In data 25 novembre 2006 la Congregazione per l’Educazione Cattolica<br />
ha inviato il Decreto di approvazione degli Istituti Superiori di<br />
Scienze Religiose della Puglia. Sono stati approvati gli Istituti di Bari,<br />
Brindisi, Foggia, Taranto, Lecce e Trani. L’Istituto di San Severo è stato<br />
approvato come Istituto di primo livello. La Congregazione ha inviato<br />
altresì osservazioni e suggerimenti che ciascun Istituto deve tener presenti,<br />
per adeguarsi alla normativa in vigore.<br />
Quanto alla Facoltà Teologica Pugliese, di cui si tratterà diffusamente<br />
nella tre giorni CEP di gennaio (29-30-31 gennaio a San Giovanni<br />
Rotondo), il Presidente riferisce che ciascuno dei tre Istituti della Facoltà<br />
dovrà sottoscrivere una Intesa con la medesima facoltà: i Cappuccini,<br />
i Domenicani e il Seminario (Istituto Teologico “Regina Apuliae”). Il<br />
Presidente propone il testo dell’Intesa tra la CEP (per l’Istituto Teologico<br />
“Regina Apuliae”) e la Facoltà Teologica Pugliese. I Vescovi approvano<br />
e danno mandato al Presidente e al Segretario di sottoscriverlo.<br />
Rapporti con la Regione Puglia. Il Presidente riferisce che in data 9<br />
dicembre corrente è stato reso noto l’elenco dei Musei, Archivi e Biblioteche<br />
ammessi al finanziamento regionale, attingendo dai Fondi Europei.<br />
Il Presidente ne dà lettura. Quanto agli Oratori, erano state sospese<br />
le provvidenze regionali del 2004. Pare che la situazione si vada sbloccando<br />
e la delibera possa essere approvata in questi giorni. Subito dopo<br />
si potranno presentare le domande per il 2006. È opportuno che siano le<br />
parrocchie a presentare le domande e non i singoli Oratori.<br />
Mons. Todisco auspica che siano i laici ad occuparsi dei rapporti con i<br />
politici piuttosto che la CEP.<br />
Mons. Ruppi spiega che l’intervento della CEP presso le Istituzioni<br />
politiche e/o amministrative avviene là dove è richiesto un accordo e che<br />
la CEP lo fa in modo sempre riservato. L’ideale sarebbe un intervento<br />
dei laici, ma non sempre questo è possibile ed efficace.<br />
Il Presidente presenta un progetto di pubblicazione degli Interventi<br />
dei Vescovi pugliesi al Concilio Vaticano II. L’iniziativa partirebbe<br />
dalla CEP, con la collaborazione della Facoltà Teologica per la parte<br />
scientifica. Il finanziamento dell’opera dovrebbe essere sostenuto dalla<br />
Fondazione della Cassa di Risparmio.<br />
20
20<br />
Il Presidente propone alcune nomine. Per il Tribunale Ecclesiastico<br />
Regionale, vengono presentati i nomi di tre nuovi giudici: Mons. Angelo<br />
Altavilla, della diocesi di Oria, don Pasquale Morelli, dell’arcidiocesi<br />
di Taranto, Padre Lorenzo Lorusso, O.P. Come Assistente Ecclesiastico<br />
dell’Agesci viene proposto don Giacomo Lombardi, della diocesi di<br />
Oria. Come Segretario Regionale della Consulta del Laicato viene proposto<br />
il Sig. Nicola Di Vietro di Andria e come Assistente Regionale della<br />
medesima Consulta viene proposta la conferma di Don Franco Fanizza.<br />
La CEP approva tutte le nomine proposte e dà mandato al Segretario<br />
di notificarle.<br />
2. Visita ad limina<br />
È confermata la data dal 12 al 17 marzo 2007, con il calendario <strong>delle</strong><br />
visite personali e degli incontri con le Congregazioni Romane. Nei Dicasteri,<br />
in elenco, si concorda il nome del Vescovo che dovrà fare la breve<br />
introduzione: Mons. Ruppi alla Congregazione per i Vescovi, Mons.<br />
Cacucci all’Educazione Cattolica, Mons. Di Molfetta al Culto Divino,<br />
Mons. Papa alla Dottrina della Fede, Mons. Tamburrino alla Vita Consacrata,<br />
Mons. Castoro al Clero. Per gli altri Dicasteri non in elenco si<br />
ravvisa l’opportunità della visita di una rappresentanza dei Vescovi, ancora<br />
da decidere. Il mercoledì 14 marzo la CEP parteciperà all’Udienza<br />
Generale. Ciascun Vescovo è libero di organizzare eventualmente un<br />
pellegrinaggio della propria diocesi per tale giornata.<br />
3. Istituto Pastorale Pugliese<br />
Mons. Fragnelli, con l’ausilio del Direttore dell’IPP, don Sandro Ramirez,<br />
informa circa le iniziative in corso per la formazione del clero: il<br />
Percorso per gli incaricati diocesani e il Percorso per i parroci secondo<br />
il programma già noto. È in fase di allestimento un sito internet dell’IPP<br />
che sarà consultabile da gennaio 2007. Per ricordare il XL anniversario<br />
di fondazione dell’IPP, è previsto un “pomeriggio commemorativo”<br />
a Molfetta. Tra l’altro, in quella circostanza potrebbe essere presentato<br />
il primo quaderno dell’IPP: “Autobiografia e formazione ecclesiale” a<br />
cura di Pio Zuppa e Sandro Ramirez, che viene distribuito ai presenti.
Un’altra iniziativa potrebbe essere l’istituzione di una “Borsa di studio”<br />
per una tesi di licenza sull’IPP, con un approccio storico e teologico-pastorale.<br />
Seguono <strong>delle</strong> osservazioni: alcuni presuli (Todisco, Negro e Ruppi)<br />
auspicano tempi più lunghi per uno studio più approfondito, che non sia<br />
una semplice commemorazione. A gennaio prossimo l’IPP presenterà<br />
proposte concrete.<br />
4. Relazione della Caritas sulle povertà in Puglia<br />
Don Raffaele Sarno, Delegato Regionale Caritas Puglia, relaziona<br />
sull’indagine svolta dalla Caritas sulle povertà in Puglia e pubblicata in<br />
un volumetto distribuito ai presenti: “Le Chiese di Puglia in ascolto del<br />
territorio”. Si tratta non tanto di un’indagine sociologica, ma di uno strumento<br />
pastorale nelle mani dei Vescovi, dei parroci e dei loro collaboratori.<br />
Don Sarno fa presente che nei nostri centri d’ascolto si presentano<br />
per lo più poveri, immigrati (che hanno difficoltà di ottenere il permesso<br />
di soggiorno) e donne (che manifestano di essere il soggetto più debole<br />
della famiglia, ma anche il più rappresentativo).<br />
Mons. Calabro, Vescovo Delegato per la pastorale del lavoro, auspica<br />
una maggiore collaborazione tra la Caritas e l’Ufficio per i problemi<br />
sociali, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione. I Vescovi ringraziano<br />
don Sarno per l’ottimo lavoro svolto.<br />
5. Forum <strong>delle</strong> Famiglie e Forum <strong>delle</strong> Organizzazioni Sanitarie<br />
Cattoliche<br />
Interviene la dott.ssa Ludovica Carli, Presidente del Forum <strong>delle</strong> Famiglie<br />
di Puglia, con l’avv. Basso e il dott. Massari. La dott.ssa Carli<br />
presenta le iniziative del Forum: Lo scorso anno è stato caratterizzato<br />
dall’impegno a difesa della Legge 40/04 sulla fecondazione assistita<br />
culminato nella Campagna per il Referendum del 12-13 giugno 2005.<br />
Dal Forum è nato il Comitato Pugliese “Scienza e Vita” (la Puglia ha<br />
avuto il maggior numero di Comitati locali ed è stata la seconda Regione<br />
per numero di astensioni dal voto). Stretto è stato il rapporto con la Consulta<br />
Regionale di Pastorale Familiare. Dall’autunno 2005 il Forum ha<br />
20
20<br />
iniziato una precisa opera di interlocuzione con la Regione per il Regolamento<br />
sulla Legge Regionale 19/06 che tra l’altro ha equiparato, nell’accesso<br />
alle politiche sociali, le coppie di fatto alle famiglie di diritto.<br />
Il Forum inoltre è intervento sulla riforma dei Consultori familiari, che<br />
ha ignorato la rete dei Consultori non statali. La Presidente elenca altre<br />
iniziative come da foglio, distribuito ai presenti. A conclusione, la Presidente<br />
auspica un maggior impegno da parte di tutti per investire sulla<br />
formazione.<br />
Interviene poi il prof. Filippo Boscia Presidente del Forum <strong>delle</strong> Organizzazioni<br />
Sanitarie Cattoliche con il prof. Simonetti. Il Prof. Boscia<br />
lamenta una pressione sempre più percepibile, perché i volontari cattolici<br />
siano esclusi dal sociale. Tra le emergenze, il prof. Boscia parla del<br />
Codice Deontologico di prossima approvazione, già modificato cinque<br />
volte in tredici anni. Il nuovo testo, di fatto, impedirebbe l’obiezione di<br />
coscienza dei medici di fronte all’aborto. Egli parla anche della “pillola<br />
del giorno dopo” (che si vuol far passare come una “contraccezione<br />
d’emergenza” mentre è un vero e proprio aborto), sull’eutanasia dell’embrione<br />
(basata sul principio che l’embrione ha diritto a nascere sano;<br />
se non è sano non ha più diritto a nascere) e sull’handifobia (la medicina<br />
difensiva che considera la disabilità come una malattia e non come<br />
un limite.) Il prof. Boscia distribuisce poi il “Documento di consenso dei<br />
medici cattolici sui valori etici irrinunciabili”.<br />
Il prof. Simonetti parla <strong>delle</strong> tossicomanie e <strong>delle</strong> droghe, in continuo<br />
aumento in Italia. In Spagna è sorta un’Associazione “Amigos de<br />
Maria” il cui titolo può indurre a inganno, perchè sono gli amici della<br />
Marijuana. Bisogna vigilare, perché facilmente quest’associazione potrà<br />
essere importata anche in Italia. Egli parla del Disegno di Legge sul<br />
Testamento Biologico. È una normativa troppo larga: a) c’è diversità di<br />
situazione sociale (non si può decidere ora per allora, quando saranno<br />
disponibili altre medicine); b) c’è difficoltà di condizione psicologica<br />
(in Olanda il 33,7% di coloro che tentano il suicidio, chiedono di essere<br />
salvati: vuol dire che di fronte alla morte imminente c’è una situazione<br />
psicologica diversa).<br />
Mons. Papa chiede che i due Forum siano sempre più a sostegno dei<br />
nostri Consultori cattolici.<br />
Mons. Ruppi chiede un impegno per sollecitare il riconoscimento dei<br />
Consultori cattolici e invita il prof. Boscia a rianimare in Puglia l’Associazione<br />
dei Medici Cattolici.
Mons. De Grisantis auspica un maggior sostegno alla famiglia come<br />
soggetto primario, forte, prioritario, da ascoltare comunque.<br />
Mons. D’Ambrosio chiede che nella seduta di fine gennaio si possano<br />
studiare più attentamente i problemi accennati, dando più spazio alla riflessione<br />
sui problemi medici.<br />
6. Varie ed eventuali<br />
Mons. Castoro informa che la Facoltà Teologica Pugliese ha avviato<br />
un progetto di ricerca e di formazione sulla condizione dei presbiteri nelle<br />
Chiese di Puglia. Si tratta di un’indagine che mira non a raccogliere<br />
le lamentele dei presbiteri, ma ad esplorare le “cose nuove” che i presbiteri<br />
vanno scoprendo. Il progetto è biennale e prevede la collaborazione<br />
della Commissione Presbiterale Regionale e dei Consigli Presbiterali<br />
Diocesani. Il Preside della Facoltà invierà una lettera ai Vescovi, perché<br />
una seduta del Consiglio Presbiterale Diocesano sia dedicata a questo<br />
scopo.<br />
Mons. Castoro distribuisce ai vescovi un documento del Centro Regionale<br />
Vocazioni “Verso Emmaus” elaborato dai rettori dei seminari<br />
diocesani. Si tratta di una pista per accompagnare i giovani nel discernimento<br />
della vocazione al suo inizio. Dopo averne presa visione i Vescovi<br />
potranno approvarlo, se lo ritengono adeguato, a gennaio prossimo.<br />
Mons. Padovano prende la parola, per informare circa la situazione<br />
del sig. Angelo Maria Chiriatti, sedicente prete, e distribuisce ai presenti<br />
tutti una nota riservata della Nunziatura Apostolica riguardo al caso.<br />
La riunione, che ha avuto inizio con la recita dell’Ora Media, si conclude<br />
alle 13.30 con la recita dell’Angelus.<br />
✠ Michele Castoro, Vescovo di Oria<br />
Segretario della CEP<br />
20
210<br />
Intesa tra la Facoltà Teologica Pugliese<br />
e la Conferenza Episcopale Pugliese<br />
per l’Istituto Teologico Pugliese<br />
“Regina Apuliae” - Molfetta (BA)<br />
Ai sensi dell’art. 1 <strong>delle</strong> Norme transitorie dello Statuto della Facoltà<br />
Teologica Pugliese approvato dalla Congregazione della educazione<br />
cattolica, in data 20 giugno 2005, e allegato al Decreto istitutivo della<br />
stessa Facoltà, gli Arcivescovi e Vescovi della Puglia intendono stipulare<br />
un’apposita intesa con la suddetta Facoltà per quanto riguarda l’Istituto<br />
Teologico Pugliese “Regina Apuliae” di Molfetta.<br />
Precisato che questo Istituto opera nella sede del Pontificio Seminario<br />
Regionale Pugliese “Pio XI” di Molfetta, precisato inoltre che detto<br />
Seminario è proprietà “in solidum” dei Vescovi della Regione Pastorale<br />
Pugliese, le due parti, rappresentate, rispettivamente,<br />
da S. Ecc.za Rev.ma mons. Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo<br />
metropolita di Lecce, nelle funzioni di presidente della Conferenza Episcopale<br />
Pugliese, e da S. Ecc.za Rev.ma mons. Michele Castoro, vescovo<br />
di Oria, nelle funzioni di segretario della stessa Conferenza,<br />
e da S. Ecc.za Rev.ma mons. Francesco Cacucci, arcivescovo metropolita<br />
di Bari-Bitonto, Gran Cancelliere della suddetta Facoltà e dal<br />
prof. Salvatore Palese, pro-Preside della stessa<br />
convengono su quanto segue:<br />
Attualmente il Pontificio Seminario Regionale di Molfetta offre gratuitamente<br />
all’I.T.P., per il funzionamento dello stesso, e continuerà ad<br />
offrire i seguenti servizi:<br />
1. Alloggi per alcuni Docenti e Officiali, e precisamente:<br />
a) n. 6 appartamenti da due stanze al secondo piano;<br />
b) n. 4 appartamenti da due stanze al terzo piano;<br />
c) n. 2 alloggi da una camera al terzo piano;
d) alcune stanze degli appartamenti dei Vescovi che vengono occasionalmente<br />
utilizzate da docenti e/o da Personalità invitate a partecipare<br />
alle iniziative culturali dell’I.T.P.<br />
2. Tutto il primo piano centrale adibito ad aule scolastiche, Direzione,<br />
Segreteria, Amministrazione, sala Docenti, sala incontri, locali<br />
per la Rivista di Scienze Religiose, medicheria e i relativi servizi<br />
igienici.<br />
3. Uso dell’Aula Magna.<br />
4. Vitto per i Docenti alloggiati in Seminario o per quelli che, occasionalmente<br />
per motivi didattici e/o incontri istituzionali sono<br />
chiamati a rimanere anche il pomeriggio.<br />
5. Acqua, luce, riscaldamento, pulizie, manutenzione ordinaria e<br />
straordinaria di tutti i locali utilizzati dall’I.T.P.<br />
6. Contributo di € 2.500,00 alla Rivista di Scienze Religiose.<br />
7. Servizio mensa agli invitati ospiti in occasione di inizio Anno Accademico,<br />
inaugurazione dell’A.A., e di eventuali iniziative di attività<br />
culturali.<br />
8. L’utilizzo, attraverso un comodato gratuito, dei locali e del patrimonio<br />
librario e dei periodici della biblioteca e tutto quanto necessario<br />
per il suo funzionamento.<br />
L’Istituto Teologico Pugliese “Regina Apuliae” si impegna all’incremento<br />
del patrimonio librario e dei periodici.<br />
Inoltre il Seminario si accollerà tutte le spese necessarie per:<br />
a) il mantenimento ordinario e straordinario dei locali suddetti e del<br />
patrimonio librario;<br />
b) l’assunzione e la retribuzione di un addetto alla catalogazione e<br />
sistemazione del patrimonio librario;<br />
c) il compenso al Direttore della biblioteca.<br />
9. I docenti residenti si renderanno disponibili ai servizi educativi,<br />
quando il Rettore del Seminario chiederà la loro collaborazione.<br />
La durata della presente Intesa è ad triennium. Essa va considerata<br />
confermata, se non saranno chieste e apportate modifiche dalle parti.<br />
Copia della presente viene consegnata al Rettore del Seminario<br />
per quanto di sua competenza.<br />
211
212<br />
Le parti consenzienti sottoscrivono.<br />
Molfetta, 11 dicembre 2006<br />
X Cosmo Francesco Ruppi, X Francesco Cacucci,<br />
Arcivescovo Arcivescovo<br />
Presidente della C.E.P. Gran Cancelliere della F.T.P.<br />
X Michele Castoro, Vescovo Oria Salvatore Palese<br />
Segretario della C.E.P. pro-Preside della F.T.P.
Tribunale<br />
Ecclesiastico<br />
Regionale<br />
Pugliese
Altare<br />
L’aula sacra
Relazione per l’anno 2005<br />
agli Eccellentissimi Vescovi<br />
della Regione Puglia<br />
31 gennaio 2006<br />
Eccellenze Reverendissime,<br />
con piacere assolvo al compito di presentare la Relazione dell’attività<br />
che il nostro Tribunale Regionale ha svolto durante l’anno 2005. È un<br />
dovere perché Voi Vescovi avete affidato a noi, operatori del Tribunale,<br />
l’incarico di amministrare, in nome vostro, la giustizia nel campo specifico<br />
della dichiarazione <strong>delle</strong> nullità matrimoniali. Ma anche è una<br />
preziosa occasione per offrire a Voi la possibilità di esaminare i dati<br />
concreti su cui riflettere in ordine alle scelte pastorali riguardanti il matrimonio<br />
e la famiglia nella nostra regione.<br />
1. Le cause (cfr. Allegato n. 2)<br />
A) Nel 2005 sono stati introdotti 251 nuovi libelli (7 in più del<br />
2004);<br />
sono state decise 256 cause (47 in più del 2004);<br />
ne sono state archiviate 25;<br />
al 31 Dicembre 2005 risultano pendenti 756 cause (al 31 Dicembre<br />
2004 risultavano pendenti 786 cause).<br />
Delle cause decise<br />
187 si sono concluse affermativamente, cioè con la dichiarazione<br />
di nullità del matrimonio;<br />
69 si sono concluse negativamente, cioè con il riconoscimento della<br />
validità del matrimonio.<br />
B) Le motivazioni principali:<br />
Matrimoni dichiarati nulli:<br />
79 per esclusione della indissolubilità,<br />
50 per difetto di discrezione di giudizio e per incapacità ad assumere<br />
gli obblighi coniugali (iuxta can. 1095, n. 2 e n. 3,<br />
45 per esclusione della prole,<br />
21
21<br />
44 per simulazione totale del consenso,<br />
14 per timore,<br />
6 per esclusione della fedeltà,<br />
5 per errore di qualità (iuxta can. 1097 § 2),<br />
4 per condizione,<br />
2 per esclusione del bonum coniugum,<br />
2 per esclusione della sacramentalità,<br />
2 per dolo,<br />
1 per impotenza;<br />
1 per errore di persona.<br />
C) Durata della convivenza dopo la celebrazione: dai 251 libelli presentati<br />
nel 2005 risulta che 205 unioni matrimoniali sono durate tra<br />
15 giorni e 6 anni (cfr. Allegato n. 5).<br />
* * *<br />
Il numero <strong>delle</strong> richieste di introduzione di cause per la dichiarazione<br />
<strong>delle</strong> nullità matrimoniali è ancora molto consistente. Questo non è da<br />
considerare come un fattore negativo. Ritengo che sia un segno di fiducia<br />
nella Chiesa da parte dei fedeli che desiderano fare chiarezza e trovare<br />
tranquillità nella loro coscienza quando l’esperienza di un fallimento<br />
matrimoniale ha alla base l’inesistenza del matrimonio stesso. Tanti infatti<br />
confessano di aver maturato il desiderio della chiarezza e della tranquillità<br />
di coscienza partecipando a gruppi di impegno spirituale dove<br />
hanno riscoperto le radici cristiane della loro educazione.<br />
* * *<br />
Ponendo attenzione ai motivi per cui i matrimoni sono stati dichiarati<br />
nulli si rimane ancora impressionati dal fatto che l’esclusione della indissolubilità<br />
(79), l’esclusione della prole (45) e la simulazione totale del<br />
consenso (44) hanno il primato. Evidentemente è molto alto il numero<br />
<strong>delle</strong> persone che accedono al sacramento con una visione soggettiva e<br />
personale del matrimonio escludendo la realtà stessa del matrimonio cristiano<br />
o il vincolo permanente o l’orientamento alla finalità procreativa.<br />
Quest’anno si è evidenziato un aumento di casi di matrimoni dichiarati<br />
nulli per difetto di discrezione di giudizio e per incapacità ad assu-
mere gli obblighi coniugali (50). Anche questo è un dato che induce a<br />
riflettere perché rivela la fragilità e la grave immaturità di tanti giovani.<br />
Sia i casi di difetti volontari del consenso, sia i casi di incapacità interpellano<br />
tutti coloro che sono impegnati nella formazione (sacerdoti e<br />
operatori pastorali) per una maggiore attenzione nei percorsi educativi<br />
specialmente degli adolescenti e dei giovani perché li aiutino a superare<br />
la scissione tra fede e vita e li accompagnino nel loro cammino di maturità<br />
psico-affettiva.<br />
Inoltre resta sempre attuale quanto disse il Papa Giovanni Paolo II<br />
al Tribunale della Rota Romana il 29 Gennaio 2004: “La constatazione<br />
<strong>delle</strong> vere nullità dovrebbe portare piuttosto ad accertare con maggior<br />
serietà, al momento <strong>delle</strong> nozze, i requisiti necessari per sposarsi,<br />
specialmente quelli concernenti il consenso e le reali disposizioni dei<br />
nubendi. I parroci e coloro che collaborano con loro in quest’ambito<br />
hanno il grave dovere di non cedere ad una visione meramente burocratica<br />
<strong>delle</strong> investigazioni prematrimoniali di cui al can. 1067. Il loro<br />
intervento pastorale deve essere guidato dalla consapevolezza che le<br />
persone possono proprio in quel momento scoprire il bene naturale e<br />
soprannaturale del matrimonio, ed impegnarsi di conseguenza a perseguirlo”.<br />
E non andrebbe dimenticato quanto è riportato nelle “Premesse generali”<br />
del Rito del Matrimonio al n. 20: “Nello svolgimento della preparazione,<br />
considerata la mentalità del popolo circa il Matrimonio e<br />
la famiglia, i pastori si impegnino ad annunciare alla luce della fede<br />
il significato evangelico del vicendevole amore dei futuri sposi. Anche<br />
i requisiti giuridici riguardanti la celebrazione valida e lecita del Matrimonio<br />
possono essere utili a promuovere tra i fidanzati una fede viva<br />
e un amore fecondo per costituire una famiglia cristiana”. E al n. 21:<br />
“Se però, risultato vano ogni sforzo, i fidanzati apertamente ed espressamente<br />
affermano di respingere ciò che la Chiesa intende quando si<br />
celebra il Matrimonio dei battezzati, non è lecito al pastore d’anime ammetterli<br />
alla celebrazione. Sebbene a malincuore, deve prendere atto<br />
della realtà e spiegare agli interessati che non la Chiesa, ma loro stessi,<br />
in tali circostanze, rendono impossibile quella celebrazione che peraltro<br />
chiedono” (cfr. F.C. n. 68).<br />
* * *<br />
21
21<br />
I segnali di allarme, che negli anni passati sono partiti dall’Osservatorio<br />
speciale quale è il Tribunale, pare che siano stati colti. Infatti si percepiscono<br />
germogli di speranza che le cose stanno cambiando e pertanto<br />
possono migliorare in un prossimo futuro.<br />
Nei progetti e nelle indicazioni pastorali <strong>delle</strong> nostre diocesi pugliesi<br />
si sta evidenziando che la famiglia nella prassi pastorale non è più un<br />
settore e non è semplice “oggetto” di attenzione pastorale, ma sta entrando<br />
in modo organico e strutturale nella dinamica pastorale.<br />
È vero che sono poche le famiglie che vivono l’ideale del sacramento<br />
del matrimonio, ma si sta prendendo coscienza che queste “poche famiglie”<br />
possono diventare comunità salvate e salvanti. Pertanto nelle<br />
diocesi e nelle parrocchie si comincia a progettare una pastorale a partire<br />
dalla famiglia, che appare sempre più cosciente di partecipare alla missione<br />
della Chiesa in modo proprio e originale.<br />
La testimonianza <strong>delle</strong> famiglie che cercano di onorare la propria vocazione<br />
nelle normali condizioni di vita in cui si svolge la loro storia<br />
gradualmente darà un volto nuovo alla pastorale parrocchiale. E questo<br />
è motivo di fiducia e di speranza.<br />
* * *<br />
Di grande utilità potrebbe risultare una più stretta collaborazione tra<br />
il nostro Tribunale e i Consultori Familiari Diocesani così come con gli<br />
Uffici di Pastorale Familiare Diocesani. Da parte degli Operatori del<br />
Tribunale c’è tutta la disponibilità così come c’è già una intesa e una<br />
collaborazione a livello di Federazione Regionale Consultori Familiari<br />
Cristiani e di Commissione Regionale di Pastorale Familiare.<br />
2. I costi e i tempi<br />
Secondo le aggiornate determinazioni della CEI (del marzo 2004) il<br />
concorso <strong>delle</strong> parti ai costi <strong>delle</strong> cause è il seguente:<br />
la parte attrice, che invoca il ministero del Tribunale, è tenuta a versare<br />
Euro 450,00 al momento della presentazione del libello;<br />
la parte convenuta non è tenuta ad alcuna contribuzione, ove partecipi<br />
all’istruttoria senza patrocinio. Nel caso in cui nomini un patrono
di fiducia o ottenga di usufruire dell’assistenza di un patrono stabile, è<br />
tenuta a versare Euro 225,00.<br />
La durata <strong>delle</strong> cause, stando al numero di esse e alla disponibilità dei<br />
giudici, è non meno di due anni.<br />
3. L’attività dei Giudici (cfr. Allegato n. 1)<br />
Nell’ anno 2005 sono state decise 256 cause, 47 in più di quelle decise<br />
nel 2004.<br />
È stato notevole l’impegno di tutti i giudici e degli uditori.<br />
La presenza operativa di due nuovi giudici a tempo pieno: Mons.<br />
Giacomo Giampetruzzi e dott. Antonio Lia, che hanno iniziato il loro<br />
servizio nel Gennaio 2004, si è notata sensibilmente perché si è avuta la<br />
possibilità di condurre a conclusione molte istruttorie di cause che ora<br />
sono in fase di definizione.<br />
È evidente la sensibilità che Voi Vescovi dimostrate mettendo a disposizione<br />
del Tribunale i sacerdoti competenti e preparati <strong>delle</strong> Vostre <strong>Diocesi</strong>,<br />
ma mi permetto sottoporre alla Vostra attenzione due considerazioni:<br />
1) Il lavoro sarebbe ottimizzato se i sacerdoti impegnati come giudici<br />
potessero essere alleggeriti da qualche servizio diocesano che non li rende<br />
solleciti specialmente nel redigere le sentenze. In diversi casi, dopo la<br />
decisione del Collegio, i fedeli sono costretti ad attendere molti mesi prima<br />
di poter avere la sentenza (e ...giustizia ritardata = giustizia negata).<br />
2) Sarebbe opportuno che si provveda a far sì che i sacerdoti giovani<br />
con doti e sensibilità particolari siano invitati a studiare il diritto canonico<br />
e conseguano i titoli accademici necessari per poter rendere il servizio<br />
presso il nostro Tribunale. È da tener presente che fra qualche anno il<br />
Tribunale potrebbe trovarsi sguarnito di personale per i seguenti motivi:<br />
a) almeno 4 giudici ultrasettantenni avranno difficoltà a continuare il<br />
lavoro con lo stesso ritmo attuale,<br />
b) don Antonio Neri ha ridotto di molto la sua attività di giudice in<br />
Tribunale per dedicarsi all’impegno accademico come docente di Diritto<br />
Canonico presso l’Università di Lugano e l’Istituto S. Fara della<br />
Facoltà Teologica Pugliese,<br />
c) Sorella Federica Dotti, essendo religiosa, già da 5 anni impegnata<br />
come giudice, molto probabilmente nella prossima estate partirà in missione,<br />
lasciando l’ufficio che attualmente svolge a tempo pieno.<br />
21
220<br />
Non si può disattendere quanto il Papa Giovanni Paolo II disse al<br />
Tribunale della Rota Romana il 29 Gennaio 2005: “Nei discorsi annuali<br />
alla Rota Romana ho più volte ricordato l’essenziale rapporto che il<br />
processo ha con la ricerca della verità oggettiva. Di ciò devono farsi<br />
carico innanzitutto i Vescovi, che sono i giudici per diritto divino <strong>delle</strong><br />
loro comunità. È in loro nome che i tribunali amministrano la giustizia.<br />
Essi sono pertanto chiamati ad impegnarsi in prima persona per curare<br />
l’idoneità dei membri dei tribunali, diocesani o interdiocesani, di<br />
cui essi sono i Moderatori, e per accertare la conformità <strong>delle</strong> sentenze<br />
con la retta dottrina. I sacri Pastori non possono pensare che l’operato<br />
dei loro tribunali sia una questione meramente “tecnica” della quale<br />
possono disinteressarsi affidandola interamente ai loro giudici vicari”<br />
(cfr. CIC, cann. 391, 1419, 1423 § 1).<br />
Così pure è da tener presente la “proposizione n. 40” del recente Sinodo<br />
che ha auspicato: “...sia fatto ogni possibile sforzo per assicurare<br />
il carattere pastorale, la presenza e la corretta e sollecita attività dei<br />
tribunali ecclesiastici per le cause di nullità matrimoniale...”.<br />
* * *<br />
* Durante l’anno è stata curata la formazione degli operatori del<br />
Tribunale incentivando la partecipazione a diverse occasioni culturali.<br />
Infatti 5 giudici, 2 uditori, e 2 difensori del vincolo hanno partecipato<br />
al Corso residenziale di Diritto canonico applicato (Cause matrimoniali)<br />
che si è tenuto dal 29 agosto al 3 settembre a Valdragone (Rep. S.<br />
Marino), organizzato dalla Redazione di “Quaderni di Diritto Ecclesiale”;<br />
4 giudici hanno partecipato al Congresso Nazionale di Diritto Canonico<br />
sul tema: “Il diritto di difesa nel processo matrimoniale canonico”,<br />
svoltosi a Pisa dal 5 all’8 Settembre organizzato dall’Associazione<br />
Canonistica Italiana;<br />
3 giudici, 1 difensore del vincolo, 1 addetto alla Cancelleria e 1 addetto<br />
all’Amministrazione hanno partecipato al Convegno Internazionale<br />
su “Universalità dei Diritti Umani fra cultura e diritto <strong>delle</strong> Religioni”,<br />
tenutosi a Lugano dal 18 al 20 settembre organizzato dalla Facoltà di<br />
Teologia di Lugano.
4. Difensori del Vincolo e Promotore di Giustizia (cfr. Allegato n. 1)<br />
Il titolare dell’Ufficio di Difensore del Vincolo è Mons. Felice Posa.<br />
Con lui hanno collaborato come difensori del Vincolo sostituti 5 sacerdoti<br />
e 7 laici. Tutti hanno svolto il loro compito con impegno e competenza.<br />
Nel mese di Gennaio del nuovo anno hanno chiesto di essere esonerati<br />
dall’ufficio la dott.ssa Simone Vitalba della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<br />
<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> e la dott.ssa Mastrototaro Lucrezia della <strong>Diocesi</strong> di<br />
Trani-Barletta-Bisceglie, per essere ammesse nell’albo degli avvocati e<br />
procuratori.<br />
Anche nell’anno 2005 l’Ufficio di Promotore di Giustizia è stato<br />
svolto da Mons. Felice Posa e quando ciò è risultato incompatibile perché<br />
impegnato come “difensore del vincolo” l’incarico di Promotore di<br />
Giustizia è stato svolto dal Sac. Ignazio Pansini.<br />
5. I Patroni Stabili (cfr. Allegato n. 6)<br />
I Patroni stabili del nostro Tribunale sono l’avv. Paolo Stefanì e l’avv.<br />
Franca Maria Lorusso. Essi fanno parte dell’organico del Tribunale così<br />
come è previsto dal can. 1490 e dall’art. 6 <strong>delle</strong> Norme della CEI “circa<br />
il regime amministrativo dei Tribunali Ecclesiastici Regionali Italiani e<br />
l’attività di patrocinio svolta presso gli stessi”.<br />
Secondo tali norme, ai Patroni stabili i fedeli possono rivolgersi per<br />
ottenere la consulenza canonica circa la loro situazione matrimoniale e<br />
per avvalersi del loro patrocinio.<br />
Il servizio di consulenza avviene ordinariamente nella sede del Tribunale<br />
e, una volta al mese, nelle sedi <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> dei capoluoghi di<br />
provincia, in un ufficio <strong>delle</strong> rispettive Curie, così come stabilito dal nostro<br />
Regolamento.<br />
Per potersi avvalere del patrocinio di uno dei patroni stabili, la parte<br />
che ne abbia interesse deve farne richiesta scritta e motivata al Preside<br />
del Collegio giudicante. Questi accoglie la richiesta tenuto conto <strong>delle</strong><br />
ragioni addotte e <strong>delle</strong> effettive disponibilità di servizio.<br />
Il patrono stabile non riceve alcun compenso dai fedeli, né per la consulenza,<br />
né per il patrocinio o la rappresentanza in giudizio perché alla<br />
retribuzione dei patroni stabili provvede il Tribunale, attingendo dalle<br />
risorse messe a disposizione dalla CEI.<br />
221
222<br />
I nostri patroni stabili durante l’anno 2004 hanno introdotto n. 57 libelli<br />
così come è indicato nell’allegato n. 6.<br />
Il numero <strong>delle</strong> consulenze da essi svolte è il seguente:<br />
n. 242 a Bari, n. 61 a Foggia, n. 35 a Brindisi, n. 52 a Taranto, n.<br />
73 a Lecce<br />
Attualmente, i nostri patroni stabili tra le cause introdotte nel 2005<br />
e quelle degli anni precedenti stanno seguendo n. 96 cause l’avv. Paolo<br />
Stefanì e n. 98 cause l’avv. Franca Maria Lorusso.<br />
Intanto mi sembra necessario e doveroso fare una nota di chiarificazione.<br />
La figura ed il servizio del Patrono stabile sono entrati nella comprensione<br />
dei parroci e dei fedeli, ma è bene precisare che:<br />
1) il Patrono stabile non è l’Avvocato d’ufficio, poiché alle situazioni<br />
di indigenza è possibile provvedere con il gratuito patrocinio assicurato<br />
dai liberi professionisti iscritti all’Albo, secondo un turno determinato<br />
dal Vicario Giudiziale,<br />
2) per una diffusa, non retta comprensione della figura del Patrono<br />
stabile, si sta creando la mentalità, di richiedere il Patrono stabile (che è<br />
gratuito) pur avendo la possibilità di rivolgersi ad un patrono di fiducia,<br />
con la pretesa di essere serviti con “celerità” e reagendo male se il patrono<br />
stabile si rifiuta di assumere la difesa quando si rende conto che la<br />
causa potrebbe essere “temeraria”. Questo comporta il rischio di un aggravio<br />
di lavoro e l’impossibilità di seguire serenamente tutte le cause.<br />
6. I patroni di fiducia (cfr Allegati n. 7 e 8)<br />
È utile che sia a tutti noto l’elenco aggiornato degli avvocati residenti<br />
in Puglia, ammessi a patrocinare nel nostro Tribunale perché ai fedeli<br />
che si rivolgono alle Curie Diocesane o ai Consultori Familiari siano<br />
date esatte informazioni.<br />
L’albo è costituito dai professionisti che hanno conseguito il titolo di<br />
Avvocato Rotale, da quelli che sono Laureati in Diritto Canonico, dai<br />
Licenziati “vere periti” in Diritto Canonico e dai giovani Licenziati ammessi<br />
“ad biennium” al fine di concedere la possibilità di conseguire il<br />
dottorato.<br />
L’ultimo aggiornamento del Consiglio Episcopale Permanente della<br />
CEI, che risale al marzo 2004, ha stabilito che l’onorario per i patro-
ni di fiducia è determinato dal Preside del Collegio giudicante (e non<br />
dall’avvocato), tra un minimo di Euro 1.400,00 ed un massimo di Euro<br />
2.700,00 (escluso IVA e ulteriori oneri, sostenuti dal patrono, che non<br />
possono essere compresi in tali onorari).<br />
Nella relazione dello scorso anno dissi: “Eventuali reali e documentate<br />
richieste fuori dei parametri siano con coraggio denunziate all’Ordinario<br />
e quindi al Moderatore”. Durante il 2005 ci sono state <strong>delle</strong><br />
denunzie e nei riguardi degli avvocati interessati sono stati applicati, o<br />
sono in via di applicazione, dei provvedimenti disciplinari d’intesa con<br />
l’Ecc. mo Moderatore.<br />
Una raccomandazione mi permetto rivolgere a Voi Vescovi che presentate<br />
gli avvocati quando questi fanno richiesta di ammissione all’Albo.<br />
Non basta che uno abbia i titoli accademici per esercitare il<br />
patrocinio presso il Tribunale Ecclesiastico, ma è necessario che abbia<br />
le qualità morali necessarie perché possa svolgere un servizio ecclesiale<br />
tanto delicato. Pertanto le Vostre lettere di presentazione dovrebbero<br />
essere una garanzia perché poi il Moderatore accolga la domanda di<br />
ammissione.<br />
7. La Cancelleria e la sede del Tribunale<br />
Quest’anno gli Addetti alla Cancelleria e i notai si sono impegnati in<br />
modo particolare a far fronte all’ordinaria mole di lavoro che comporta<br />
il seguire tutte le pratiche dall’accettazione dei libelli, all’assistenza ai<br />
singoli giudici, alla confezione dei “Summarium”, alla pubblicazione<br />
degli Atti, alla raccolta <strong>delle</strong> Memorie difensive, alla pubblicazione <strong>delle</strong><br />
Sentenze, all’ordinario lavoro di aggiornamento dell’Archivio e alla<br />
spedizione di tutto quanto è necessario alla sede del Tribunale di Appello.<br />
Ho detto “in modo particolare” perché tutto hanno compiuto in segno<br />
di solidarietà verso il Cancelliere titolare don Vito Spinelli che dal mese<br />
di Luglio è assente dal suo ufficio per motivi di salute. Egli è attualmente<br />
in via di guarigione e a lui va la nostra gratitudine ed il nostro augurio.<br />
La sede di Largo S. Sabino 1 nella quale il Tribunale si è trasferito da<br />
Luglio 2004, durante il 2005 è stata ulteriormente arredata e resa funzionale.<br />
Ancora una volta va il ringraziamento all’Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />
Mons. Cacucci, nostro Moderatore e alla Conferenza Episcopale<br />
223
224<br />
Italiana che sono intervenuti molto concretamente con la loro attenzione<br />
e la loro contribuzione alle spese necessarie.<br />
Dal mese di Ottobre 2005 il nostro Tribunale ha il sito internet: www<br />
terpuglia.it visitando il quale si possono apprendere tutte le notizie utili<br />
riguardanti l’indirizzo della sede, l’organico del Personale che opera,<br />
l’elenco degli avvocati, il Regolamento del Tribunale e le Norme della<br />
CEI “circa il regime amministrativo dei Tribunali Ecclesiastici Regionali<br />
Italiani e l’attività di patrocinio svolta presso gli stessi”, le statistiche<br />
annuali, e le relazioni dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.<br />
L’indirizzo di posta elettronica: amministrazione@terpuglia.it<br />
Conclusione<br />
Concludo confermando a nome di tutti gli operatori del Tribunale la<br />
piena e fedele collaborazione in questo impegno che ci avete affidato,<br />
rinnovando la gratitudine per la fiducia riposta in noi.<br />
Sac. Luca Murolo<br />
Vicario Giudiziale
Organico del Tribunale<br />
nell’anno 2006<br />
Allegato n. 1<br />
Moderatore S.E. Mons. Francesco<br />
Cacucci<br />
Arcivescovo di Bari-Bitonto<br />
Vicario Giudiziale Mons. Luca Murolo (Molfetta-Ruvo-<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Vicario Giudiziale Mons. Luigi Stangarone<br />
emerito<br />
(Bari-Bitonto)<br />
Vicario Giudiziale Mons. Antonio Caricato<br />
agg.<br />
(Lecce)<br />
Vicario Giudiziale Sac. Pasquale Larocca<br />
agg.<br />
(Bari-Bitonto)<br />
Giudici Sac. Gianfranco Aquino<br />
Sac. Mario Cota<br />
Sac. Pietro De Punzio<br />
Sac. Nicola Dileo<br />
(Oria)<br />
(San Severo)<br />
(Brindisi-Ostuni)<br />
(<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Sac. Michele Di Nunzio (Foggia-Bovino)<br />
Sac. Agostino Divittorio (Cerignola-Ascoli Satriano)<br />
Sor. Federica Dotti (Comunità Loyola -<br />
Mons. Leonardo<br />
(Conversano-Monopoli)<br />
Erriquenz<br />
Mons. Domenico Fusillo<br />
Mons. Giacomo<br />
Giampetruzzi<br />
(Conversano-Monopoli)<br />
(Bari-Bitonto)<br />
Dott. Antonio Lia<br />
Sac. Antonio<br />
Magnocavallo<br />
(Bari-Bitonto)<br />
(Bari-Bitonto)<br />
Mons. Giuseppe<br />
(Taranto)<br />
Montanaro<br />
Sac. Antonio Neri (Molfetta-Ruvo-<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Mons. Paolo Oliva (Taranto)<br />
Sac. Nunzio Palmiotti (Molfetta-Ruvo-<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
22
22<br />
Sac. Giuseppe Pica<br />
Sac. Filippo Salvo<br />
Sac. Antonio Sozzo<br />
Difensori del Vincolo<br />
Titolare Mons. Felice Posa<br />
(Nardò-Gallipoli)<br />
(Trani-Barletta-Bisceglie)<br />
(Lecce)<br />
(<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Sostituti Sac. Giuseppe Laterza<br />
Sac. Luigi Lazzari<br />
(Conversano-Monopoli)<br />
(<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Sac. Ignazio Pansini (Molfetta-Ruvo-<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
P. Giuseppe Tomiri<br />
Dott.ssa Valentina Bovio<br />
Dott. Damiano De<br />
(Ordine Frati Minori -<br />
(Bari-Bitonto)<br />
(Ugento-Santa Maria di<br />
Nuccio<br />
Leuca)<br />
Dott.ssa Margherita Di<br />
Ponzio<br />
(Taranto)<br />
Dott. Vito Giannelli<br />
Dott. Fabio Alberto<br />
(Bari-Bitonto)<br />
(Bari-Bitonto)<br />
Russo<br />
Promotore di Giustizia<br />
Titolare Mons. Felice Posa (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Aggiunto Sac. Ignazio Pansini (Molfetta-Ruvo-<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Uditori Sac. Giovanni Pinto (Lucera-Troia)<br />
Dott.ssa Maria Colaluce (Molfetta-Ruvo-<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Dott. Giuseppe Nuzzi (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Dott. Vittorio Palumbieri (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />
Patroni stabili Avv. Franca M. Lorusso (Molfetta-Ruvo-<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Avv. Paolo Stefanì (Bari-Bitonto)<br />
Cancelleria<br />
Cancelliere - Notaio Sac. Vito Spinelli (Bari-Bitonto)<br />
Addetti alla<br />
Cancelleria<br />
Rag. Alfonso De Leo (Molfetta-Ruvo-<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Rag. Patrizio Tarantino (Bari-Bitonto)<br />
Amministrazione Prof. Benedetto Morea (Bari-Bitonto)<br />
Dott. Carlo Cassano (Bari-Bitonto)
Attuari - Notai<br />
Sostituti Rag. Leonardo Amato<br />
Rag. M. Antonietta<br />
(Bari-Bitonto)<br />
(Molfetta-Ruvo-<br />
Baronchelli<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Rag. Antonio Iurilli (Molfetta-Ruvo-<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Rag. Angela Sette<br />
Dott. Liborio Tridente<br />
Rag. Rosa Zaffanella<br />
(Bari-Bitonto)<br />
(Trani-Barletta-Bisceglie)<br />
(Bari-Bitonto)<br />
22
22<br />
Relazione anno 2005<br />
Cause introdotte 251<br />
Cause archiviate 25<br />
Cause decise 256<br />
DECISE<br />
Affermative 187<br />
Negative 69<br />
Totale 256<br />
CAPI DI NULLITÀ<br />
Allegato n. 2<br />
Esclusione dell’indissolubilità 79 affermative<br />
55 negative<br />
Esclusione della prole 45 affermative<br />
41 negative<br />
Timore 14 affermative<br />
11 negative<br />
Defectus discretionis iudicii 17 affermative<br />
16 negative<br />
Incapacità ad assumere gli obblighi coniugali 33 affermative<br />
19 negative<br />
Simulazione totale del consenso 44 affermative<br />
26 negative<br />
Errore di persona 1 affermative<br />
3 negative<br />
Errore di qualità 5 affermative<br />
14 negative<br />
Esclusione della fedeltà 6 affermative<br />
12 negative
Dolo 2 affermative<br />
8 negative<br />
Impotenza 1 affermative<br />
0 negative<br />
Condizione 4 affermative<br />
2 negative<br />
Esclusione del bonum coniugum 2 affermative<br />
16 negative<br />
Difetto di forma canonica 0 affermative<br />
0 negative<br />
Esclusione della sacramentalità 2 affermative<br />
2 negative<br />
La somma dei capi ammessi o respinti non corrisponde al numero <strong>delle</strong><br />
sentenze affermative o negative in quanto alcune volte nella stessa sentenza<br />
il Tribunale si è pronunziato su più capi, alcuni dei quali vengono<br />
ammessi e altri respinti.<br />
22
230<br />
<strong>Diocesi</strong> di provenienza<br />
<strong>delle</strong> 251 cause introdotte nell’anno 2005<br />
<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> 13<br />
Andria 8<br />
Bari-Bitonto 46<br />
Brindisi-Ostuni 18<br />
Castellaneta 8<br />
Cerignola-Ascoli Satriano 3<br />
Conversano-Monopoli 20<br />
Foggia-Bovino 15<br />
Lecce 16<br />
Lucera-Troia 2<br />
Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo 8<br />
Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi 8<br />
Nardò-Gallipoli 12<br />
Oria 12<br />
Otranto 8<br />
San Severo 11<br />
Taranto 24<br />
Trani-Barletta-Bisceglie 10<br />
Ugento-Santa Maria di Leuca 9<br />
Totale 251<br />
Allegato n. 3
Professioni<br />
Allegato n. 4<br />
Attori Attrici Convenuti Convenute<br />
Agricoltore 2 1<br />
Artigiano 7 3 1<br />
Casalinga 17 38<br />
Commerciante 9 4 7 2<br />
Disoccupato 4 11 5 12<br />
Impiegato 25 13 15 25<br />
Imprenditore 7 2<br />
Infermiere 2 3 4<br />
Insegnante 5 10 2 12<br />
Libero Profess. 27 19 25 14<br />
Militari 15 9 2<br />
Operaio 32 13 33 18<br />
Pensionato 1 1<br />
Sportivo 2<br />
Studente 1 16 3 11<br />
Non dichiarati 3 3 3 3<br />
Totale 142 109 109 142<br />
Attori 142<br />
Attrici 109<br />
Totale parte attrice 251<br />
Convenuti 109<br />
Convenute 142<br />
Totale parte convenuta 251<br />
231
232<br />
Durata della convivenza matrimoniale<br />
<strong>delle</strong> coppie che hanno introdotto il libello<br />
nell’anno 2005<br />
15 giorni 2<br />
1 mese 2<br />
2 mesi 5<br />
3 mesi 4<br />
4 mesi 3<br />
5 mesi 4<br />
6 mesi 13<br />
7 mesi 4<br />
8 mesi 3<br />
9 mesi 5<br />
10 mesi 5<br />
11 mesi 1<br />
1 anno 25<br />
15 mesi 3<br />
18 mesi 6<br />
19 mesi 2<br />
20 mesi 1<br />
2 anni 33<br />
3 anni 27<br />
4 anni 20<br />
5 anni 22<br />
6 anni 15<br />
7 anni 9<br />
8 anni 4<br />
9 anni 4<br />
10 anni 4<br />
11 anni 4<br />
12 anni 3<br />
13 anni 7<br />
14 anni 1<br />
Allegato n. 5
16 anni 1<br />
17 anni 2<br />
18 anni 1<br />
19 anni 1<br />
22 anni 1<br />
31 anni 1<br />
Coppie non dichiarate 3<br />
Totale 251<br />
233
234<br />
Statistiche sull’attività del Tribunale<br />
in particolare per la diocesi di<br />
<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Anno 2005<br />
Allegato n. 6<br />
totale cause decise<br />
Totale cause decise<br />
nella <strong>Diocesi</strong><br />
aff. neg.<br />
256 10 6 4<br />
Capi di nullità Totale Aff. Neg. Arch.<br />
Esclusione della indissolubilità 7 4 3<br />
Esclusione della prole 5 2 3<br />
Timore 1 0 1<br />
Defectus discretionis iudicii 1 0 1<br />
Incapacità ad assumere<br />
2 2 0<br />
gli obblighi coniugali<br />
Simulazione totale del consenso 0 0 0<br />
Errore di persona 0 0 0<br />
Errore di qualità 1 0 1<br />
Esclusione della fedeltà 1 0 1<br />
Dolo 0 0 0<br />
Impotenza 0 0 0<br />
Condizione 1 0 1<br />
Esclusione del bonum coniugum 2 0 2<br />
Ratto 0 0 0<br />
Esclusione della sacramentalità 0 0 0<br />
La somma dei capi ammessi o respinti non corrisponde al numero <strong>delle</strong><br />
sentenze affermative o negative in quanto alcune volte nella stessa sentenza<br />
il Tribunale si è pronunziato su più capi, alcuni dei quali vengono<br />
ammessi e altri respinti.
Vita<br />
Diocesana
Sede<br />
Ambone
Inaugurazione<br />
del nuovo Ospedale “F. Miulli”<br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
30 settembre 2006<br />
Presentazione<br />
La Solenne Concelebrazione e la pubblica manifestazione, che vedono<br />
la partecipazione di un Cardinale, di Vescovi, Ministri della Repubblica,<br />
Governatori, personalità accademiche, politiche, militari, di tutte<br />
le figure del complesso mondo sanitario, di tecnici, imprenditori, cittadini<br />
di <strong>Acquaviva</strong> e dei numerosi centri murgiani, coinvolgono in un<br />
unico sentimento di esultanza Chiesa, INAIL, Governo Nazionale e Regionale,<br />
progettisti, imprese, operatori e fruitori della Sanità pugliese.<br />
Motivo di questo gioioso convenire e ragione dello straordinario<br />
evento è l’inaugurazione del nuovo complesso ospedaliero sorto in Contrada<br />
Curtomartino di <strong>Acquaviva</strong>, sulla strada provinciale che la collega<br />
con la cittadina di Santeramo in Colle.<br />
Il 30 settembre 2006 è una data che resterà indelebile nella storia dell’Ospedale<br />
“F. Miulli”, non solo perché segna ufficialmente il giorno<br />
inaugurale del servizio di assistenza sanitaria in una nuova struttura, ma<br />
anche perché esalta l’eccellenza dell’impegno sanitario della Regione<br />
Puglia e un <strong>insieme</strong> di virtù e di valori che hanno reso possibile un risultato<br />
insperato e non comune ai nostri giorni.<br />
Una struttura così complessa, sorta in quaranta mesi e già pienamente<br />
funzionante ed efficiente, è possibile realizzarla non solo se ci sono i<br />
fondi necessari, ma soprattutto se si può fare affidamento su una tenace<br />
volontà di attuare un progetto, su un’organizzazione perfetta di progettisti,<br />
tecnici e maestranze, su una piena trasparenza di qualsiasi genere di<br />
operazione, sulla decisa scelta di non desistere davanti a nessuna <strong>delle</strong><br />
molteplici e imprevedibili difficoltà sorte all’improvviso come incredibili<br />
mostri in un film di fantascienza, sulla consapevolezza di dover assicurare<br />
un’assistenza sanitaria eccellente sotto tutti gli aspetti a un’utenza<br />
che va ben più in là dei confini regionali, e di garantire, a quanti operano,<br />
23
23<br />
un posto di lavoro sicuro e in un Ospedale pienamente rispondente ai<br />
requisiti richiesti dalla normativa vigente.<br />
Questa modesta pubblicazione, più che con le parole, vuole parlare<br />
con le immagini del nuovo Ospedale “F. Miulli”, pur sapendo che<br />
molto inadeguatamente riesce a raccontarne l’imponenza dell’opera, la<br />
tecnologia avanzata, la sapiente funzionalità, la cura di tutti i particolari,<br />
la modernità <strong>delle</strong> attrezzature, l’attenzione a tutti i mezzi e i criteri di<br />
asetticità, di sterilizzazione, i sofisticati sistemi di sicurezza, le cifre da<br />
capogiro, non dei costi, ma <strong>delle</strong> centinaia di migliaia di chilometri o di<br />
tonnellate di materiali occorsi per la costruzione.<br />
Uno sforzo immane, quasi titanico, se si considerano l’esiguità dei<br />
costi, i tempi strettissimi della progettazione, l’inimmaginabile complessità<br />
degli impianti, la mole di pratiche burocratiche.<br />
Una scelta da tanti ritenuta folle e utopistica, ma resa necessaria dalla<br />
pubblicazione dei nuovi standards di accreditamento: se l’Ospedale<br />
“Miulli”, che finora ha operato in sette sedi dislocate in quattro Comuni,<br />
fosse rimasto nelle vecchie strutture, avrebbe dovuto ridurre di oltre la<br />
metà la sua attività e il suo personale o chiudere definitivamente i battenti.<br />
Il “Miulli”, infatti, non è un Ospedale pubblico, ma un Ente Ecclesiastico<br />
di riferimento Regionale, il cui Governatore è il Vescovo pro-tempore<br />
della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />
Questa sua connotazione di struttura sanitaria privata equiparata alle<br />
strutture pubbliche, non gli consente, pur garantendo un’assistenza sanitaria<br />
di “eccellenza”, di poter usufruire di tutti i finanziamenti di cui<br />
godono le Aziende Sanitarie.<br />
Il “Miulli” di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, da sempre, ha attirato e meritato<br />
l’attenzione e la stima degli ambienti regionali, universitari e medici per<br />
l’alta competenza <strong>delle</strong> qualificate professionalità che in esso operano;<br />
ora, le grandi prestazioni che le modernissime attrezzature permettono<br />
di offrire, la dignità e lo splendore degli ambienti, che mettono i pazienti<br />
a loro agio, suscitano l’interesse di molte figure apicali di altre realtà<br />
ospedaliere, che chiedono di potersi esprimere professionalmente al meglio<br />
nel nuovo “Miulli”.<br />
La celebrazione odierna è un solenne “grazie” al Signore per quanto<br />
ha operato sin dal tempo del concepimento dell’idea di costruire un nuovo<br />
Ospedale; è un’invocazione del Suo aiuto e della Sua benedizione su<br />
quanti hanno voluto, progettato, collaudato l’Ospedale; su tutti coloro
che si sono impegnati per sciogliere nodi e superare ostacoli; su coloro<br />
che ci hanno illuminati, guidati, sostenuti, incoraggiati; sulle autorità,<br />
sull’INAIL, sui benefattori, i medici, tutti i lavoratori. L’auspicio che<br />
è nel cuore di ognuno è che la nuova struttura sia per tutti coloro che la<br />
fanno vivere invito e monito ad entrare in Ospedale, ogni giorno, con<br />
spirito nuovo.<br />
Eminenza,<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo-Governatore<br />
Saluto del Vescovo-Governatore<br />
a Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Battista Re<br />
e a tutti i presenti<br />
all’inizio della Solenne Concelebrazione<br />
prima di entrare nel vivo della celebrazione dei Divini Misteri, che<br />
Vostra Eminenza è venuto a presiedere, permetta che Le rivolga, con<br />
i sensi della più viva e commossa gratitudine, il benvenuto cordiale e<br />
gioioso, mio personale e di tutta questa assemblea.<br />
Mi faccio interprete e portavoce del grazie di tutti, per averci donato<br />
un giorno del suo tempo prezioso, per inaugurare questo nuovissimo<br />
complesso dell’Ospedale “Miulli”.<br />
Per la Sua alta missione, Vostra Eminenza ha occasione di incontrare<br />
frequentemente il Santo Padre.<br />
Noi siamo certi che Vostra Eminenza racconterà questo giorno al<br />
Santo Padre, e ci auguriamo, per mezzo Suo, di far giungere una buona<br />
notizia al Suo cuore amareggiato.<br />
Con Lei, Eminenza, saluto gli Eccellentissimi fratelli Vescovi, i Sacerdoti<br />
e i Diaconi.<br />
Saluto le Autorità nazionali, regionali, provinciali e locali; le Personalità<br />
civili, accademiche e militari.<br />
Saluto gli Operatori sanitari, i volontari, i dipendenti e i pazienti dell’Ospedale.<br />
23
240<br />
Su tutti, con questa Eucaristia, invochiamo la grazia e la benedizione<br />
del Signore.<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
Eminenza,<br />
Intervento<br />
del Vescovo-Governatore<br />
la Sua autorevole presenza in questo luogo, oggi, mette in evidenza<br />
ed esalta non solo l’importanza di questa giornata inaugurale <strong>delle</strong> nuove<br />
strutture; ma rende visibile l’ispirazione squisitamente cristiana che<br />
anima l’Ente “Miulli” sin dal suo nascere nel XII secolo.<br />
La presenza di un membro del Collegio Cardinalizio, di un rappresentante<br />
dell’organismo più prossimo alla persona e al ministero del<br />
Santo Padre, è per noi incitamento a tenere alto il livello di servizio, di<br />
accoglienza e di assistenza.<br />
Questo giorno, infatti, non inaugura solo la nuova struttura; ma anche<br />
una nuova stagione, un cammino nuovo, una nuova concezione di<br />
ospedale, un modo nuovo di essere e di porsi nei rapporti interpersonali<br />
e verso i pazienti e gli utenti della struttura, una rinnovata disponibilità<br />
a incrementare la collaborazione col mondo accademico e scientifico e<br />
con tutte le Associazioni di Volontariato.<br />
Abbiamo invocato la benedizione del Signore per chiedere al Divino<br />
Samaritano che ci dia i suoi sentimenti di solidarietà, di prontezza e di<br />
gratuità di intervento, la sua sensibilità verso ogni forma di fragilità e di<br />
sofferenza.<br />
A nulla servirebbe una struttura aperta al futuro, se coloro che sono<br />
i gangli vitali e il sistema portante dell’ospedale non cercassero ogni<br />
giorno di mostrare i tratti più belli di un’assistenza responsabile, fine,<br />
premurosa.<br />
Una maggiore serenità nelle discussioni sindacali, una più attenta cura<br />
dei rapporti tra colleghi, una migliore gestione dei problemi personali e
familiari, contribuiscono molto alla promozione di un’assistenza improntata<br />
a compitezza, rispetto, delicatezza e amorevolezza verso i malati.<br />
È vero che lo spirito alto di carità e l’eccellenza professionale del<br />
“Miulli”, sul piano umano e cristiano, sono nelle mani degli uomini e<br />
<strong>delle</strong> donne che operano nel settore sanitario, amministrativo e assistenziale;<br />
ma se è vero che il mondo della sanità oggi ha bisogno di ricuperare<br />
in umanità, è altrettanto vero che ha bisogno <strong>delle</strong> risorse necessarie<br />
per rispondere con mezzi e strutture adeguate alla domanda di salute e<br />
alle legittime spettanze di quanti sono impegnati nel servizio sanitario.<br />
Non credo che sia fuori luogo, in questo contesto, chiedere alle Autorità<br />
nazionali e regionali che le legittime aspettative <strong>delle</strong> amministrazioni<br />
e dei dipendenti degli Ospedali equiparati trovino, negli ambienti<br />
governativi, la dovuta accoglienza. Il “Miulli”, come testimonia la grande<br />
affluenza di pazienti, gode di meritata stima, perché non ha scopo di<br />
lucro, perché si sforza di offrire un’assistenza cristianamente ispirata,<br />
perchè, in quanto struttura equiparata, rispetta tutte le normative nazionali<br />
e regionali. È auspicabile e giusto che gli si riconoscano gli stessi<br />
diritti <strong>delle</strong> Aziende Pubbliche.<br />
Il “Miulli” è in grado di dare redditività non solo per quantità di prestazioni,<br />
ma anche per qualità e totalità di assistenza.<br />
È possibile legare alla celebrazione e al ricordo di questo giorno<br />
l’apertura <strong>delle</strong> Unità Operative mancanti al completamento di tutta l’attività<br />
ospedaliera?<br />
Non ci si dica solo che il “Miulli” è un fiore all’occhiello della sanità<br />
pugliese e meridionale.<br />
Venire a sapere che l’Amministrazione Regionale parla bene di noi,<br />
ci dà gioia e ci ripaga di tutte le sofferenze e le umiliazioni alle quali, per<br />
altri versi, siamo continuamente esposti; ma ci si aiuti anche a far vivere<br />
e a far crescere l’Ospedale.<br />
I grandi e gravi problemi dell’Ospedale, però, non devono farmi perdere<br />
di vista la gioia di questa solenne manifestazione e, soprattutto, il<br />
bisogno di farmi portavoce della gratitudine che è nel cuore di tutti.<br />
A nome mio personale e di tutto l’Ente Ecclesiastico devo esprimere<br />
un doveroso ringraziamento, non legato semplicemente alla partecipazione<br />
a questa celebrazione, ma esteso a tutti i modi e i momenti attraverso<br />
i quali si è giunti alla realizzazione e al completamento di quest’opera.<br />
241
242<br />
Ringrazio il Governo Italiano, qui rappresentato dall’Onorevole<br />
Rosy Bindi, ora Ministro per la Famiglia, ma al tempo della progettazione,<br />
Ministro della Sanità.<br />
Ringrazio il Sottosegretario di Stato, Prof. Antonio Gaglione,<br />
che rappresenta il Ministro della Salute, Onorevole Livia Turco, che ci<br />
onorerà della sua visita lunedì 2 ottobre.<br />
Ringrazio l’INAIL, qui autorevolmente rappresentato dal suo<br />
Presidente, il Prof. Vincenzo Mungari, per averci dato una fiducia che<br />
credo sia stata ampiamente ripagata.<br />
Ringrazio il Presidente della Giunta Regionale, Onorevole Nichy<br />
Vendola, il Presidente del Consiglio Regionale, Prof. Pietro Pepe,<br />
e l’Assessore alla Sanità, Onorevole Alberto Tedesco (che si son dovuti<br />
allontanare per altri impegni) e l’Onorevole Raffaele Fitto, per quanto<br />
rispettivamente stanno facendo e hanno fatto.<br />
Grazie al Direttore Generale della ASL - BA3, Dottoressa Lea<br />
Cosentino, per le autorizzazioni e la fattiva collaborazione in essere.<br />
Ringrazio il Sindaco di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, Dottor Francesco<br />
Pistilli, e l’Ex Commissario, Dottor Alfonso Magnatta, che in forme e in<br />
tempi diversi hanno avuto larga parte nella realizzazione del sogno del<br />
nuovo Ospedale. Un grazie ovvio, ma non meno sincero e dovuto, va alla<br />
Fimco, dei Fratelli Fusillo, per la tenacia, la professionalità, la qualità<br />
del lavoro con le quali ha portato a compimento l’opera.<br />
Ringrazio tutti gli organismi che, a diversi livelli, ci hanno dato<br />
le autorizzazioni amministrative necessarie.<br />
Ringrazio tutti i Corpi <strong>delle</strong> Forze dell’Ordine, tutti gli sponsor, i<br />
benefattori, tutti i volontari e i collaboratori.<br />
Un grazie doveroso e commosso va alle personalità che con alta<br />
competenza professionale e animati da profonda stima e amore per<br />
l’opera, senza alcun interesse, ci hanno aiutati a superare enormi e incredibili<br />
ostacoli, che ci sono stati posti dinanzi, perché questo gioiello non<br />
sorgesse.<br />
Ma, al di sopra di tutti e prima di tutti, un grazie corale è stato<br />
elevato con la Solenne Concelebrazione, e lo rinnovo davanti a tutti voi,<br />
alla SS. Trinità, che più volte si è rimboccata le maniche, per venire in<br />
soccorso, anche con interventi prodigiosi, alla nostra debolezza.<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo
Lapide commemorativa<br />
Il 30 settembre 2006,<br />
con viva gratitudine al signore,<br />
autore di ogni dono perfetto,<br />
s. em.za il cardinale<br />
giovanni battista re,<br />
prefetto della congregazione per i vescovi,<br />
con una solenne concelebrazione,<br />
ha inaugurato e benedetto<br />
questo nuovo<br />
ospedale “f. miulli”,<br />
affidandolo<br />
all’intelligenza e al cuore<br />
di quanti in esso operano,<br />
perché, grazie alla testimonianza<br />
di un’accoglienza cristiana<br />
e di una elevata assistenza,<br />
rifioriscano nei sofferenti<br />
la salute e la speranza<br />
243
244<br />
<strong>Diocesi</strong><br />
di<br />
<strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Relazione quinquennale 2001- 2005 per la Visita ad Limina<br />
Indice<br />
I. ORGANIZZAZIONE PASTORALE E AMMINISTRATIVA<br />
DELLA DIOCESI<br />
II. IDENTIFICAZIONE E SITUAZIONE RELIGIOSA GENE-<br />
RALE DELLA DIOCESI<br />
III. MINISTERO EPISCOPALE<br />
IV. VITA CRISTIANA LITURGICA E SACRAMENTALE. I<br />
SANTI NELLA CHIESA<br />
V. EDUCAZIONE CATTOLICA<br />
VI. CATECHESI<br />
VII. MINISTERO E VITA DEL CLERO<br />
VIII. ISTITUTI DI VITA CONSACRATA E SOCIETA’ DI VITA<br />
APOSTOLICA<br />
IX. COOPERAZIONE MISSIONARIA<br />
X. LAICI<br />
XI. ECUMENISMO<br />
XII. ALTRE RELIGIONI
XIII. PASTORALE DELLA FAMIGLIA<br />
XIV. EVANGELIZZAZIONE DELLA CULTURA<br />
XV. MEZZI DI COMUNICAZIONE SOCIALE<br />
XVI. GIUSTIZIA SOCIALE E DOTTRINA SOCIALE DELLA<br />
CHIESA<br />
XVII. CARITÀ, PROMOZIONE UMANA E CRISTIANA<br />
XVIII. PASTORALE SANITARIA<br />
XIX. PASTORALE DEI MIGRANTI E DEGLI ITINERANTI<br />
XX. BENI ARTISTICI E STORICI DELLA CHIESA<br />
XXI. SITUAZIONE ECONOMICA DELLA DIOCESI<br />
XXII. VALUTAZIONE GENERALE E PROSPETTIVE PER IL FU-<br />
TURO<br />
XXIII. RIASSUNTO<br />
I. ORGANIZZAZIONE PASTORALE E AMMINISTRATIVA<br />
DELLA DIOCESI<br />
Ordinario Diocesano<br />
MARIO PACIELLO<br />
vescovo di altamura-gravina-acquaviva <strong>delle</strong> fonti<br />
nato a Barcellona Pozzo di Gotto, Arcid. di Messina-Lipari-Santa Lucia<br />
del Mela, il 26 ottobre 1937<br />
ordinato Sacerdote il 30 giugno 1963<br />
eletto Vescovo di Cerreto Sannita-Telese- Sant’Agata de’ Goti il 20 luglio<br />
1991<br />
24
24<br />
consacrato il 29 settembre 1991<br />
trasferito ad <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti il 6 agosto 1997<br />
ha fatto l’ingresso in diocesi il 25 ottobre 1997<br />
Vicari generali ed episcopali<br />
Don Vito Colonna - Vicario Generale<br />
Data di nascita:8. 12. 52<br />
Data di Ordinazione sacerdotale:7. 1. 78<br />
Data di nomina:7. 10. 98<br />
Don Giuseppe Lofrese - Vicario Episcopale<br />
Data di nascita:25.10.1931<br />
Data di Ordinazione sacerdotale:17. 7. 1955<br />
Data di nomina: 7.10.1998<br />
Padre Pasquale Cianciarelli - Vicario Episcopale<br />
Data di nascita:7.10.1944<br />
Data di Ordinazione sacerdotale:21. 12.1974<br />
Data di nomina: 7.10.1998<br />
Don Giuseppe Pietroforte - Vicario Episcopale<br />
Data di nascita:9. 4. 1954<br />
Data di Ordinazione sacerdotale:16.4.1979<br />
Data di nomina: 7.10.1998<br />
Don Luigi Dimarno - Vicario Episcopale<br />
Data di nascita:5.12.1934<br />
Data di Ordinazione sacerdotale:21.8.1960<br />
Data di nomina: 7.10.1998<br />
Consiglio Presbiterale<br />
27 novembre 1988 Approvazione dello Statuto<br />
11 febbraio 1989 Consiglio 1989-1994:<br />
Membri di diritto: Mons. Venturo Lorusso, Mons.
Domenico Farella, Mons. Giovanni Tritto, Mons.<br />
Adolfo Palombella, Mons. Giuseppe Cipriani, P.<br />
Antonio Francesconi, Barnabita, Sac. Giovanni<br />
Bruno<br />
Membri eletti: Sac. Domenico Cornacchia, Sac.<br />
Nicola Dileo, Sac. Oronzo Simone, Sac. Vito Colonna,<br />
Sac. Vito Cassese, Sac. Saverio Paternoster,<br />
Sac. Giuseppe Pietroforte, Sac. Vincenzo Confetti,<br />
Sac. Lorenzo Colaninno<br />
Membri nominati: Sac. Angelo Casino, Sac. Giacomo<br />
Fiore, P. Gerolamo Bellini, smm<br />
22 febbraio 1994 Consiglio 1994-1999:<br />
Membri di diritto: Sac. Giuseppe Lofrese, Mons.<br />
Domenico Farella, Sac. Nicola Dileo, Sac. Michele<br />
Colangelo, Sac. Giuseppe Ciccarone, Mons. Adolfo<br />
Palombella, P. Daniele Carraro, smm, Sac. Pasquale<br />
Settembre<br />
Membri eletti: Mons. Venturo Lorusso, Sac. Vito<br />
Incampo, Sac. Giovanni Bruno, Sac. Carlo Caputo,<br />
Sac. Nicola Lorusso, Sac. Saverio Ciaccia, Sac.<br />
Giacomo Fiore, Sac. Giuseppe Pietroforte, Sac.<br />
Vincenzo Confetti<br />
Membri nominati: P. Alessandro Riso, ofmConv.,<br />
Sac. Saverio Paternoster<br />
18 maggio 1998 Decreto di approvazione del nuovo Statuto<br />
1 ottobre 1998 Consiglio 1998-2003:<br />
Membri di diritto: Sac. Vito Colonna, Sac. Giuseppe<br />
Lofrese, Mons. Venturo Lorusso, Sac. Giuseppe<br />
Pietroforte, Sac. Luigi Dimarno, Sac. Pasquale<br />
Settembre<br />
Membri eletti: Sac. Vito Incampo, Sac. Giuseppe<br />
Manfredi, Sac. Carlo Caputo, Sac. Giacomo<br />
Lorusso, Sac. Giacomo Fiore, Sac. Angelantonio<br />
Cianciotta, P. Daniele Carraro, smm, P. Pasquale<br />
Cenciarelli, cmf<br />
Membri nominati: Sac. Francesco Saverio Colonna,<br />
Sac. Domenico Cornacchia, Sac. Nicola Dileo,<br />
Sac. Nicola Lorusso, Sac. Saverio Paternoster, Sac.<br />
24
24<br />
Vito Cassano, Sac. Giuseppe Ciccarone, Mons.<br />
Gaetano Lenoci, Sac. Nicola Laterza, P. Pietro Carluccio,<br />
ofmConv.<br />
1 dicembre 2000 Aggiornamento:<br />
Membri di diritto: Sac. Vito Colonna, Sac. Giuseppe<br />
Lofrese, Mons. Venturo Lorusso, Sac. Giuseppe<br />
Pietroforte, Sac. Luigi Dimarno, Sac. Angelantonio<br />
Cianciotta<br />
Membri eletti: Sac. Carlo Caputo, Sac. Giacomo<br />
Fiore, Sac. Domenico Giannuzzi, Sac. Vito Incampo,<br />
Sac. Giacomo Lorusso, Sac. Giuseppe Manfredi,<br />
P. Pasquale Cenciarelli, cmf, P. Matteo Ornelli,<br />
ofmConv.<br />
Membri nominati: Sac. Vito Cassano, Sac. Francesco<br />
Saverio Colonna, Sac. Domenico Cornacchia,<br />
Sac. Nicola Dileo, Sac. Nicola Laterza, Mons.<br />
Gaetano Lenoci, Sac. Nicola Lorusso, Sac. Saverio<br />
Paternoster, P. Pietro Carluccio, ofmConv., P. Luigi<br />
Colleoni, smm<br />
20 febbraio 2001 Sac. Pasquale Settembre - membro nominato (in<br />
sostituzione del Sac. Vito Cassano)<br />
13 febbraio 2002 P. Giuseppe Rolli, ofmConv. - membro nominato<br />
(in sostituzione di P. Pietro Carluccio, ofmConv.)<br />
1 marzo 2004 Consiglio 2004-2009:<br />
Membri di diritto: Sac. Vito Colonna, Sac. Giuseppe<br />
Lofrese, P. Pasquale Cenciarelli, cmf, Sac.<br />
Giuseppe Pietroforte, Sac. Luigi Dimarno, Sac.<br />
Angelantonio Cianciotta<br />
Membri eletti: Sac. Giuseppe Creanza, Sac. Luigi<br />
Lazzari, Sac. Saverio Ciaccia, Sac. Domenico Natale,<br />
Mons. Felice Posa, Sac. Domenico Giannuzzi,<br />
P. Matteo Ornelli, ofmConv., P. Giacomo Paris,<br />
smm<br />
Membri nominati: Sac. Giovanni Bruno, Sac. F.<br />
Saverio Colonna, Sac. Giuseppe Manfredi, Sac.<br />
Giacomo Lorusso, Sac. Saverio Paternoster, Sac.<br />
Pasquale Settembre, Sac. Vincenzo Confetti, Sac.<br />
Andrea Wisniewski, Sac. Giacomo Fiore, Sac. Ni-
cola Laterza, P. Luigi Colleoni, smm, Sac. Pasquale<br />
Martino, sdb, P. Giuseppe Rolli, ofmConv.<br />
22 febbraio 2006 P. Maurizio Bevilacqua, cmf - membro eletto (in<br />
sostituzione di P. Matteo Ornelli, ofmConv.), Sac.<br />
Ciro Solofra, sdb - membro nominato (in sostituzione<br />
del Sac. Pasquale Martino, sdb)<br />
Collegio dei Consultori<br />
11 febbraio 1989 Collegio 1989-1994:<br />
Sac. Oronzo Simone, Mons. Adolfo Palombella,<br />
Mons. Giuseppe Cipriani, Sac. Angelo Casino,<br />
Mons. Venturo Lorusso, Sac. Vito Colonna, Sac.<br />
Giuseppe Pietroforte<br />
22 febbraio 1994 Collegio 1994-1999:<br />
Sac. Giuseppe Lofrese, Sac. Nicola Dileo, Sac. Michele<br />
Colangelo, Sac. Giuseppe Ciccarone, P. Daniele<br />
Carraro, smm, Sac. Vito Incampo, Sac. Saverio<br />
Paternoster<br />
27 marzo 1999 Collegio 1999-2004:<br />
Sac. Nicola Dileo, Sac. Giuseppe Ciccarone, Sac.<br />
Vito Incampo, Sac. Nicola Laterza, Sac. Nicola<br />
Lorusso, Sac. Giuseppe Manfredi, Sac. Saverio<br />
Paternoster, P. Pasquale Cenciarelli, cmf<br />
1 dicembre 2000 Aggiornamento:<br />
Sac. Vito Colonna, Sac. Nicola Dileo, Sac. Vito Incampo,<br />
Sac. Nicola Laterza, Sac. Giacomo Lorusso,<br />
Sac. Nicola Lorusso, Sac. Giuseppe Manfredi,<br />
Sac. Saverio Paternoster, P. Pasquale Cenciarelli,<br />
cmf<br />
1 aprile 2004 Collegio 2004-2009:<br />
Sac. Vito Colonna, Sac. Giovanni Bruno, Sac. Saverio<br />
Ciaccia, Sac. Giuseppe Creanza, Sac. Domenico<br />
Giannuzzi, Mons. Felice Posa, P. Matteo Ornelli,<br />
ofmConv.<br />
22 febbraio 2006 P. Maurizio Bevilacqua, cmf (in sostituzione di P.<br />
Matteo Ornelli, ofmConv.)<br />
24
2 0<br />
Consiglio Diocesano per gli affari economici<br />
1 settembre 1987 Decreto di costituzione<br />
13 aprile 1999 Consiglio 1999-2004:<br />
Membri: Avv. Nunzio Langiulli, Avv. Vito Lillo,<br />
Notaio Giuseppe Susca, Geom. Domenico Montepeloso,<br />
Rag. Giuseppe Dinicolamaria, Sac. Luigi<br />
Dimarno, Sac. Giuseppe Pietroforte<br />
Segretario: Sac. Domenico Laddaga<br />
1 novembre 2005 Consiglio 2005-1010:<br />
Membri: Avv. Nunzio Langiulli, Avv. Massimo<br />
Marvulli, Dott. Giuseppe Tragni, Rag. Donata Ceglie,<br />
Mons. Felice Posa, Sac. Domenico Laddaga,<br />
Sac. Giuseppe Pietroforte<br />
Segretario: Sac. Vincenzo Panaro<br />
Tribunale Ecclesiastico Diocesano<br />
Vicario Giudiziale Mons. Felice Posa<br />
Promotore di giustizia<br />
e Difensore del vincolo Sac. Domenico Giannuzzi<br />
Notaio Sac. Vincenzo Panaro
Vescovo<br />
S.E. Mons. Mario Paciello<br />
Vicario generale<br />
Sac. Vito Colonna<br />
Segretario<br />
Sac. Vincenzo Panaro<br />
Cancelliere<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
Vicario episcopale<br />
1° settore<br />
vicario episcopale<br />
2° settore<br />
vicario episcopale<br />
3° settore<br />
vicario episcopale<br />
4° settore<br />
vicario giudiziale<br />
Mons. Felice Posa<br />
Organigramma degli Uffici<br />
Segreteria Episcopio<br />
Marisa Piazza<br />
vice cancelliere<br />
Sac. Tommaso Lerario<br />
Sac. Giuseppe Lofrese<br />
Padre Pasquale<br />
Cianciarelli<br />
Sac. Giuseppe Pietroforte<br />
Sac. Luigi Dimarno<br />
notaio di curia<br />
<strong>Gravina</strong><br />
Mons. Giuseppe<br />
Cipriani<br />
Sac. Nicola Scarcella<br />
notaio di curia <strong>Acquaviva</strong><br />
Sac. Vincenzo Ciaurri<br />
1° SETTORE: EVANGELIZZAZIONE E CATECHESI<br />
DIRETTORE VICE DIRETTORE COLLABORATORI<br />
ufficio per la cooperazione<br />
missionaria<br />
tra le chiese<br />
Sac. Nicola Laterza<br />
Nicola Lofrese<br />
Milton Duran<br />
2 1
2 2<br />
ufficio catechistico<br />
Sac. Vito Cassese<br />
ufficio per l’educazione,<br />
la scuola<br />
e l’università<br />
Sac. Giuseppe Lofrese<br />
ufficio per il progetto<br />
culturale<br />
Sac. Vito Incampo<br />
ufficio per le comunicazioni<br />
sociali<br />
Sac. Angelo Casino<br />
centro diocesano<br />
vocazioni<br />
Sac. Antonio Raimondi<br />
Diac. Leonardo Ferrulli Francesco Colacicco<br />
Diac. Leonardo Ferrulli<br />
2° SETTORE: LITURGIA E SANTIFICAZIONE<br />
ufficio liturgico<br />
Sac. Vincenzo Panaro<br />
servizio<br />
al catecumenato<br />
Sac. Vincenzo Panaro<br />
ufficio<br />
per la formazione<br />
permanente del clero<br />
Mons. Venturo Lorusso<br />
ufficio per la vita<br />
consacrata<br />
P. Pasquale Cianciarelli<br />
ufficio per le<br />
confraternite<br />
Sac. Giovanni Monitillo<br />
Sac. Luigi Lazzari<br />
Responsabile<br />
Musica Sacra<br />
Sac. Domenico Cornacchia<br />
Responsabile<br />
Istituti Secolari
ufficio per la pastorale<br />
della famiglia<br />
Sac. Giacomo Fiore<br />
ufficio<br />
caritas diocesana<br />
Diac. Giuseppe Angelillo<br />
ufficio per i migranti<br />
Sac. Giuseppe Chironna<br />
ufficio per i problemi<br />
sociali e il lavoro<br />
Sac. Michele Lorusso<br />
ufficio per la pastorale<br />
della salute<br />
Sac. Giuseppe Pietroforte<br />
servizio per la<br />
pastorale giovanile<br />
Sac. Domenico Giannuzzi<br />
segretariato per<br />
l’ecumenismo<br />
Sac. Vito Incampo<br />
uffici<br />
per la pastorale<br />
del tempo libero,<br />
turismo e sport<br />
Sac. Luigi Dimarno<br />
3° SETTORE: TESTIMONIANZA E CARITÀ<br />
P. Maurizio Bevilacqua<br />
Sac. Alessandro Amapani<br />
Sac. Saverio Colonna<br />
Resp. Giovani a rischio<br />
Diac. Benito Bolognese<br />
4° SETTORE: TECNICO AMMINISTRATIVO<br />
economato<br />
e amministrazione<br />
Sac. Luigi Dimarno<br />
Giuseppe Nuzzi<br />
Enza Paternoster<br />
Pietro Berloco<br />
Rosa Messina<br />
Sac. Domenico Natale<br />
2 3
2 4<br />
ufficio<br />
per i beni culturali<br />
e arte sacra<br />
Arch. Giovanni Fraccascia<br />
osservatorio<br />
giuridico-legislativo<br />
Sac. Saverio Ciaccia<br />
Ing. Domenico Franchini<br />
Ing. Luigi Rinaldi<br />
Arch. Pietro Masciandaro<br />
Prof. Domenico Bruno<br />
Mons. Giovanni Tritto<br />
Sac. Vincenzo Panaro<br />
Sac. Michele Gramegna<br />
La Cattedrale della <strong>Diocesi</strong> è quella di <strong>Altamura</strong>. Il Capitolo cattedrale<br />
cura la liturgia.<br />
Tutti gli organi consultivi, pastorali e amministrativi sono necessari<br />
e sufficienti per il governo della <strong>Diocesi</strong> normalmente. Essi vengono<br />
investiti dei ruoli assegnati dal CJC responsabilizzati e valorizzati ciascuno<br />
secondo il proprio compito.<br />
2001<br />
II. IDENTIFICAZIONE E SITUAZIONE RELIGIOSA<br />
GENERALE DELLA DIOCESI<br />
Superficie Kmq 1.309<br />
Popolazione totale 163.408<br />
Numero dei fedeli cattolici 159.939<br />
Numero dei sacerdoti diocesani 72<br />
Numero dei sacerdoti religiosi 22<br />
Numero dei seminaristi maggiori 11<br />
Numero dei seminaristi minori 31<br />
Numero dei religiosi non sacerdoti 6<br />
Numero <strong>delle</strong> religiose 232<br />
Numero <strong>delle</strong> parrocchie 39<br />
Numero degli istituti cattolici di educazione 15<br />
Numero degli istituti cattolici di beneficenza 1
2005<br />
Superficie Kmq 1.309<br />
Popolazione totale 168.658<br />
Numero dei fedeli cattolici 163.699<br />
Numero dei sacerdoti diocesani 70<br />
Numero dei sacerdoti religiosi 19<br />
Numero dei seminaristi maggiori 12<br />
Numero dei seminaristi minori 17<br />
Numero dei religiosi non sacerdoti 2<br />
Numero <strong>delle</strong> religiose 183<br />
Numero <strong>delle</strong> parrocchie 40<br />
Numero degli istituti cattolici di educazione 15<br />
Numero degli istituti cattolici di beneficenza 1<br />
2. Le caratteristiche principali della diocesi<br />
La diocesi comprende sei agglomerati urbani che vanno da 70.000<br />
abitanti a 1500. Il territorio della murgia è bello e in gran parte coltivata<br />
ma è poco abitata nelle campagne. Questa conformazione del territorio<br />
fa si che l’azione pastorale è concentrata nelle singole città.<br />
La <strong>Diocesi</strong>, dal 1986 risulta dall’unificazione della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Gravina</strong><br />
e <strong>delle</strong> Prelature di <strong>Altamura</strong> e di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />
Le origini della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Gravina</strong> risalgono al nono secolo. Le due<br />
città di <strong>Altamura</strong> e <strong>Acquaviva</strong>, pur avendo origini remote, sono diventate<br />
Prelature rispettivamente nel XIII-XIX secolo. Sotto l’aspetto imprenditoriale<br />
e sociale-economico, <strong>Altamura</strong> è un centro molto attivo<br />
e vivace. Ad <strong>Acquaviva</strong> circa la metà <strong>delle</strong> famiglie vive nell’ospedale<br />
Miulli, Ente Ecclesiastico mentre a Santeramo molte famiglie lavorano<br />
presso i salottifici. <strong>Gravina</strong>, Spinazzola e Poggiorsini hanno un’economia<br />
agricola-artigianale. All’estero sono conosciuti il pane di <strong>Altamura</strong>,<br />
i salotti “Divani e Divani” di Natuzzi e gli abiti da sposa di Spinazzola.<br />
2
2<br />
Normalmente la scuola dell’obbligo è frequentata; la scuola secondaria<br />
superiore è frequentata in ogni ordine di grado. Dovunque, ma particolarmente<br />
a <strong>Gravina</strong> vi sono associazioni e iniziative culturali.<br />
Tra Chiesa e istituzioni c’è collaborazione e comunicazione specialmente<br />
quando si verificano problemi o emergenze.<br />
III. MINISTERO EPISCOPALE<br />
Il Magistero del Vescovo si attua attraverso lettere pastorali, messaggi,<br />
catechesi, lectio divina, predicazione, interventi in convegni. La<br />
visita pastorale si è svolta negli anni 2001-2002. La visita, senza nulla<br />
tralasciare di quanto contemplato dal Diritto Canonico, è stata impostata<br />
come una missione pastorale e personale del Vescovo.<br />
Il Vescovo ha personalmente incontrato tutti gli organismi, le associazioni,<br />
gli operatori pastorali in riunioni distinte; ha visitato le singole<br />
scuole dall’infanzia alle superiori, numerosi luoghi di lavoro, le amministrazioni,<br />
gli ospedali e le comunità religiose. Conclusa la Visita Canonica,<br />
il Vescovo è ripassato nelle parrocchie per un incontro di verifica con<br />
i Consigli Parrocchiali. Il rapporto con i chierici (sacerdoti e seminaristi)<br />
è improntato a rispetto e confidenza. Il Vescovo incontra tutti i sacerdoti<br />
almeno due volte al mese per il Ritiro e l’Aggiornamento e si rende disponibile<br />
ad ogni richiesta di colloquio anche non programmato.<br />
Quasi tutti i sacerdoti partecipano ai momenti assembleari o formativi.<br />
I sacerdoti desiderano una maggiore vicinanza del Vescovo, ma di<br />
solito non tutti la cercano realmente. I sacerdoti giovani e gli studenti di<br />
Teologia formano il “Sem…Pre”: un gruppo di sacerdoti che si incontra<br />
con il Vescovo in alcuni periodi dell’anno, compresa una piccola vacanza.<br />
Altro momento importante di incontro tra il Vescovo e i sacerdoti è<br />
l’esperienza degli esercizi spirituali diocesani. I rapporti con le comunità<br />
– religiose sono e cordiali. Per tessere rapporti più stretti con le associazioni,<br />
i gruppi e i movimenti, e inseribili meglio nel cammino Pastorale<br />
Diocesano è stata costituita la Consulta Delle Aggregazioni Laicali<br />
(CDAL). In diocesi non ci sono cattolici di altri riti. In linea di massima<br />
i rapporti con le autorità civili sono buoni. Lo dimostrano gli scambi di<br />
inviti e presenze nelle celebrazioni e nelle manifestazioni. Sul territorio<br />
diocesano non ci sono autorità ecclesiastiche di altri riti. Grazie alla costante<br />
e delicata cura <strong>delle</strong> relazioni con i pastori e le comunità di altre
Confessioni Cristiane, c’è dialogo di apertura da ambo le parti. Non si<br />
trovano difficoltà a organizzare momenti di ecumenismo spirituale e di<br />
confronto teologico. Il clima che si respira nella Conferenza episcopale<br />
Pugliese è di grande fraternità e di gioia di incontrarsi.<br />
Nei dibattiti c’è molto dialogo e rispetto reciproco. Normalmente il<br />
Vescovo non va mai in vacanza per mancanza di giorni disponibili. Le<br />
assenze sono dovute a impegni extra-diocesani affidatagli dalla CEI e<br />
per un tempo molto ridotto.<br />
IV. VITA CRISTIANA LITURGICA E SACRAMENTALE.<br />
I SANTI NELLA CHIESA<br />
A. NOTA STATISTICA<br />
2001: 1905<br />
2005: 2119<br />
2001: 24<br />
2005:11<br />
2001: 13<br />
2005: 22<br />
2001: 2.166<br />
2005: 2.164<br />
2001: 2.366<br />
2005: 2.383<br />
Battezzati entro 1 anno<br />
Battezzati fino a 7 anni<br />
Battezzati oltre i 7 anni<br />
Prime Comunioni<br />
Cresime<br />
2
2<br />
2001: 907 Matrimoni celebrati<br />
2005: : 740 Matrimoni celebrati<br />
Matrimoni<br />
2001: 0 Matrimoni celebrati in forma straordinaria<br />
2005: 0 Matrimoni celebrati in forma straordinaria<br />
2001: 0 Matrimoni celebrati con dispensa<br />
2005: 0 Matrimoni celebrati con dispensa<br />
2001: 0 Matrimoni celebrati con ministro laico<br />
2005: 0 Matrimoni celebrati con ministro laico<br />
2001: 15 Matrimoni misti<br />
2005: 14 Matrimoni misti<br />
B. PARTE ESPOSITIVA<br />
1. Liturgia in genere<br />
La riforma liturgica è stata accolta con soddisfazione dalla maggioranza<br />
e ha portato i suoi frutti: una maggiore comprensione, una più attiva<br />
e attenta partecipazione dei fedeli alle varie celebrazioni.<br />
Infatti, si può dire senz’altro che la partecipazione dei fedeli alla vita<br />
liturgica della comunità sia in crescita, non tanto forse riguardo al<br />
numero quanto alla consapevolezza e allo sviluppo di una specifica<br />
sensibilità. Complessivamente si avverte in molte parrocchie un nuovo<br />
sforzo nella cura dell’animazione liturgica, sforzo che va comunque incoraggiato<br />
e accompagnato. Resta ancora molto da fare, ad esempio, per<br />
coinvolgere sempre più a fondo le comunità e garantire una più diffusa<br />
comprensione mistagogica della liturgia. Proprio con questo intento<br />
l’Ufficio Liturgico Diocesano ha approntato un progetto orientato a promuovere<br />
la formazione degli operatori e sostenere il lavoro dei gruppi<br />
liturgici parrocchiali.<br />
La partecipazione al culto coinvolge tutta la popolazione, con una<br />
frequenza della messa domenicale oscillante tra il 20 e il 35% circa, che
sale intorno al 50-60% a Natale, Pasqua e in particolari solennità. La<br />
messa feriale vede coinvolto un discreto numero di fedeli, anche se spesso<br />
si tratta per lo più di anziani. In occasioni particolari (primo venerdì<br />
del mese, trigesimi, ecc.) l’affluenza è più consistente.<br />
La frequenza nel ricevere il sacramento della Riconciliazione varia<br />
a seconda <strong>delle</strong> fasce d’età. Molti sono i ragazzi che si confessano nel<br />
periodo della preparazione all’Eucaristia. Il loro numero si abbassa nel<br />
periodo di preparazione alla Confermazione, fino a divenire molto basso<br />
nell’adolescenza e nell’età giovanile. Nel complesso, tuttavia, la pratica<br />
del sacramento della Riconciliazione conserva ancora una sua vivacità,<br />
soprattutto nei tempi forti o in circostanze particolari. La qualità <strong>delle</strong><br />
confessioni è modesta: mancano spesso la coscienza del peccato e la<br />
volontà di una sincera conversione.<br />
I ministri si attengono in modo idoneo alla disciplina liturgica e canonica,<br />
utilizzando i libri liturgici approvati. Non è mai stata usata per la<br />
Riconciliazione la forma dell’assoluzione collettiva.<br />
La formazione dei seminaristi dal punto di vista liturgico e celebrativo<br />
è sufficiente. Una maggiore attenzione alla formazione permanente<br />
del clero in ambito liturgico rientra negli obiettivi del progetto dell’Ufficio<br />
Liturgico.<br />
Per quel che riguarda la dignità del culto si può affermare che c’è una<br />
adeguata attenzione da parte dei responsabili <strong>delle</strong> chiese parrocchiali e<br />
non. La dotazione dei libri liturgici e dei rituali è pressoché completa. La<br />
cura dell’arredo, dell’ambiente e <strong>delle</strong> suppellettili sacre – spesso affidata<br />
a dei laici – è generalmente soddisfacente. La formazione al canto<br />
dell’assemblea è affidata di solito al coro parrocchiale. L’uso del canto<br />
gregoriano è piuttosto raro e per lo più limitato agli inni tradizionali. Il<br />
canto, la musica sono sempre presenti nelle domeniche e nelle solennità,<br />
ma anche nei giorni feriali il popolo partecipa con il canto.<br />
Possiamo dire che l’Anno Liturgico strutturi – in un certo senso –<br />
l’intera impostazione pastorale, col chiaro risultato di celebrare i Misteri<br />
centrali della fede con una grande intensità di vita liturgica e coinvolgimento<br />
ecclesiale. La preparazione ai tempi forti offre spesso nuove<br />
occasioni di catechesi ed evangelizzazione. I tempi di Avvento e Quaresima<br />
vengono valorizzati con particolare impegno sia nelle domeniche<br />
sia con altre iniziative di carattere liturgico -catechetico e di pietà popolare:<br />
novena dell’Immacolata e del Natale, centri di ascolto della Parola<br />
di Dio nelle famiglie, ecc... Il Triduo pasquale, molto frequentato,<br />
2
2 0<br />
è celebrato con solennità e nel rigore <strong>delle</strong> norme liturgiche. La Veglia<br />
pasquale è il momento di fede più significativo dell’anno per la partecipazione<br />
e intensità religiosa.<br />
Le celebrazioni esequiali, spesso molto partecipate, sono animate in<br />
genere dignitosamente. Costituiscono un’occasione di incontro con tante<br />
gente che non frequenta assiduamente la Chiesa.<br />
Ci si sforza di accompagnarle con una predicazione più biblica e con<br />
una attenzione pastorale più spiccata di quanto forse non avvenisse in<br />
passato.<br />
L’uso dei sacramentali è piuttosto diffuso, amministrati usualmente<br />
su richiesta dei fedeli. Anche la richiesta di benedizioni per la casa,<br />
gli esercizi commerciali, i mezzi di trasporto, il pane, è abbastanza frequente.<br />
A questo proposito è interessante constatare come talora la benedizione<br />
<strong>delle</strong> case sia un’occasione di animazione e catechesi per un<br />
intero condominio o quartiere: ciò permette spesso si dare un taglio più<br />
esplicitamente ecclesiale ad un gesto che in passato era forse vissuto in<br />
maniera più formale e individualistica.<br />
La celebrazione della Liturgia <strong>delle</strong> Ore è praticata in molte parrocchie:<br />
piuttosto spesso Lodi e Vespri vengono celebrati prima o durante<br />
le messe feriali; talora si celebrano le Lodi in assenza della messa feriale<br />
del mattino o di quella del lunedì sera; è facile, infine, che – anche laddove<br />
l’uso della Liturgia <strong>delle</strong> Ore non sia abituale – con essa si preghi<br />
all’interno dei gruppi o in circostanze particolari. È bello vedere come<br />
per alcuni laici la recita dell’Ufficio sia divenuta abituale per una propria<br />
personale iniziativa.<br />
La recita quotidiana del rosario è generalizzata (talora anche arricchita<br />
da meditazioni bibliche o catechesi). Lo stesso si può dire per l’Angelus<br />
e per la Via Crucis nei venerdì di Quaresima. Molto diffuse sono<br />
anche l’adorazione Eucaristica il primo giovedì del mese e la devozione<br />
al Sacro Cuore di Gesù.<br />
Quanto alla pietà popolare è evidente come essa rimanga sempre un<br />
tasto molto delicato. In alcuni casi grazie ad un lungo lavoro si è riusciti<br />
a disciplinare meglio le devozioni praticate nelle diverse rettorie e l’attività<br />
<strong>delle</strong> relative confraternite: l’obiettivo è che esse non percorrano<br />
più un cammino indipendente (se non addirittura concorrente) rispetto a<br />
quello <strong>delle</strong> comunità parrocchiali di appartenenza.<br />
Sempre a questo proposito, uno strumento ora a disposizione del presbiterio<br />
è il nuovo statuto dei comitati organizzatori <strong>delle</strong> feste patronali
e parrocchiali, promulgato negli scorsi mesi. Esso stabilisce un legame<br />
più stretto tra i comitati stessi, i parroci e i consigli pastorali parrocchiali:<br />
e così si auspica che le attività promosse acquistino uno spessore pastorale<br />
più consistente.<br />
2. I sacramenti in specie<br />
È normale che alla Messa domenicale converga la vita di tutte le comunità.<br />
Ad essa è rivolta abitualmente una grande attenzione da parte<br />
dei ministri, degli animatori e di tutti i fedeli impegnati a vario titolo<br />
nell’ambito parrocchiale, così da poter garantire almeno con sufficiente<br />
puntualità una partecipazione corale ed una animazione dignitosa. Si<br />
può dire onestamente che la centralità della Messa domenicale parrocchiale<br />
sia per tutti i fedeli un fatto acquisito.<br />
Anche la frequenza alla messa festiva del sabato sera, pur se comunemente<br />
più alta di quella della messa feriale vespertina, ha subito in<br />
alcuni casi una flessione grazie ad una più intensa catechesi. Non vi sono<br />
di solito celebrazioni di gruppi particolari, se non nei casi ammessi dalla<br />
disciplina ecclesiatica.<br />
Ogni sacerdote, per quanto è possibile, prepara bene l’omelia stando<br />
attento alla chiarezza dottrinale e al nutrimento spirituale dei fedeli.<br />
Dato il sufficiente numero di sacerdoti non si è quasi mai avuto il bisogno<br />
di ricorrere a “celebrazioni della Parola” per l’assenza del presbitero.<br />
Sono osservate le norme sulla binazione e sulla trinazione.<br />
I ministri straordinari della Comunione svolgono generalmente il loro<br />
servizio con scrupolo e grande disponibilità. Dopo la preparazione al<br />
ministero, curata a livello diocesano, la loro formazione permanente è<br />
affidata all’iniziativa <strong>delle</strong> parrocchie di appartenenza.<br />
Il viatico è amministrato secondo la corretta prassi liturgico-pastorale.<br />
È ben curata anche la custodia dell’Eucaristia, fatta secondo le norme<br />
vigenti.<br />
Il culto eucaristico ha ricevuto senz’altro un grande incremento con<br />
l’Anno dell’Eucaristia: ciò ha incoraggiato ad aumentare le già numerose<br />
occasioni in cui praticare l’adorazione e a curare l’ambiente per la<br />
preghiera personale dinanzi al tabernacolo.<br />
L’itinerario di iniziazione cristiana non si discosta nelle sue tappe,<br />
nelle sue forme, nei suoi appuntamenti, da quello tradizionale nelle no-<br />
2 1
2 2<br />
stre zone. Anche nella nostra esperienza tuttavia esso mostra di non poter<br />
più garantire “automaticamente” una radicata coscienza battesimale<br />
ed una solida maturità nella fede. Tuttavia, si compie costantemente lo<br />
sforzo di vivere con grande consapevolezza i sacramenti della iniziazione<br />
all’interno dell’intera comunità, coinvolgendo quanto possibile le<br />
famiglie, facendone in qualche modo occasione di evangelizzazione e di<br />
verifica della propria vita cristiana.<br />
Per quel che riguarda l’iniziazione dei fanciulli, non ci sono particolari<br />
rilievi da fare. Il Battesimo è amministrato entro i primi mesi di vita,<br />
spesso dinanzi alla comunità riunita per l’Eucaristia domenicale. Rarissimi<br />
sono i casi di bambini battezzati più tardi. Il sacramento è preceduto<br />
da colloqui con i genitori e da una specifica preparazione al rito. È raro<br />
che la famiglia rifiuti di battezzare i propri bambini perché non credente,<br />
per situazioni matrimoniali anomale o per convinzioni personali. Va crescendo<br />
invece il numero di adulti immigrati che chiedono il battesimo<br />
per sé o per i propri figli già grandi. Per costoro la diocesi ha approntato<br />
un percorso di catecumenato.<br />
Generalmente i fanciulli si accostano per la prima volta al sacramento<br />
della riconciliazione all’età di 8 anni. La prima Comunione la si riceve<br />
per lo più l’anno successivo, intorno ai 9 – 10 anni. La sua celebrazione<br />
è sempre molto curata e coinvolge a fondo la comunità. Purtroppo però<br />
essa non sempre costituisce per i ragazzi l’inizio di una autentica vita sacramentale.<br />
Un certo numero di fanciulli, anzi, dopo la Prima Comunione<br />
abbandona addirittura la catechesi e la frequenza assidua alla messa<br />
domenicale.<br />
La Confermazione è amministrata ordinariamente ai ragazzi tra i 13<br />
e i 15 anni d’età. Sta diminuendo tuttavia il numero dei giovani e degli<br />
adulti che scelgono di riceverla più tardi e al tempo stesso diminuisce la<br />
diffusa la mentalità che vede la Cresima solo come momento di passaggio<br />
per accedere al matrimonio.<br />
Riguardo alla penitenza c’è l’impegno perché possa essere ricevuta<br />
con frutto e costanza nell’arco della vita cristiana. Dinanzi a un chiaro<br />
indebolimento del senso del peccato e a una informazione spesso superficiale<br />
e confusa in merito all’insegnamento morale della Chiesa, si dispiega<br />
uno sforzo catechetico apprezzabile che tuttavia andrebbe ancora<br />
intensificato. Talora c’è una certa difficoltà da parte dei preti a garantire<br />
una disponibilità adeguata ma si riescono comunque ad assicurare generalmente<br />
appuntamenti fissi settimanali e mensili (liturgie penitenziali)
spesso assai partecipati. Ci si serve spesso di un luogo adatto per l’amministrazione<br />
del sacramento, che spesso è ancora il confessionale.<br />
L’osservanza dei giorni penitenziali è discreta, anche se si risente di<br />
un clima generale un po’ rilassato. Le indulgenze vengono lucrate soprattutto<br />
in occasione del 2 agosto, del 2 novembre e durante l’ottavario<br />
dei defunti.<br />
Quando si celebra il sacramento dell’ordine, c’è sempre grande partecipazione<br />
dei fedeli. Le celebrazioni sono preparate con grande cura e<br />
diligenza, curando molto di mettere in evidenza il carattere diocesano ed<br />
ecclesiale.<br />
Nella celebrazione del Matrimonio si vede forse più che in altre occasioni<br />
quanto debole sia in tante persone il senso di appartenenza ecclesiale<br />
e la stessa vita di fede: spesso la richiesta di sposarsi in Chiesa nasce<br />
da una superficiale necessità sociologica piuttosto che dalla scelta di<br />
fondare la propria famiglia in Cristo. Tutto questo ovviamente si riflette<br />
con facilità sullo stile della celebrazione del sacramento. Tuttavia va<br />
anche detto che il percorso di preparazione al matrimonio offre a volte<br />
l’occasione per un incontro nuovo con Cristo e la Chiesa e può costituire<br />
almeno l’avvio di nuove relazioni all’interno della comunità. È ormai<br />
impiegato ovunque il nuovo Rituale.<br />
L’unzione degli infermi è celebrata secondo le modalità previste dai<br />
testi liturgici approvati e secondo le norme stabilite. Purtroppo per mancanza<br />
di formazione adeguata rimane ancora in alcune persone il timore<br />
di richiedere il sacramento in prossimità della morte. È sempre più diffusa<br />
tuttavia la prassi della celebrazione comunitaria, una o anche più<br />
volte durante l’anno.<br />
3. I santi nella Chiesa<br />
La diocesi non ha suoi figli innalzati agli onori degli altari. Ma alcuni<br />
“Servi di Dio” sono in attesa del giudizio della chiesa: don Eustachio<br />
Montemurro, Benedetto XIII, Teresa Orsini. Altre luminose figure di sacerdoti,<br />
di religiose, e di laici hanno lasciato tracce di virtù evangeliche.<br />
La loro testimonianza è stata raccolta, divulgata e tramandata ai posteri.<br />
Non è trascurata la presentazione della vita dei santi, quali modelli di<br />
vita cristiana<br />
2 3
2 4<br />
V. EDUCAZIONE CATTOLICA<br />
A. NOTA STATISTICA<br />
2001<br />
Seminari maggiori<br />
Seminari minori 1<br />
Numero di IDRC:<br />
- scuola elementare<br />
scuola media<br />
Sacerdoti, religiosi e laici insegnanti<br />
di teologia<br />
2005<br />
73<br />
320<br />
25<br />
Seminari maggiori<br />
Seminari minori 1<br />
Numero di IDRC:<br />
- scuola elementare<br />
- scuola media<br />
Sacerdoti, religiosi e laici insegnanti<br />
di teologia<br />
B. PARTE ESPOSITIVA<br />
3<br />
73<br />
298<br />
21<br />
In collaborazione con il Centro Diocesano Vocazionale, le parrocchie<br />
cercano di sensibilizzare le famiglie alla dimensione vocazionale,<br />
curando settimanalmente gruppi di ministranti per un decoroso servizio<br />
dell’altare. Le comunità cercano di sostenere con la preghiera le vocazioni.<br />
Anche la preparazione, la cura e la valorizzazione della settimana<br />
in preparazione alla Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni<br />
4
diventa uno strumento pastorale importante in prospettiva di nuove vocazioni<br />
e di sensibilizzazione alla mancanza “dei buoni operai” nella<br />
Chiesa. Infine il primo giovedì del mese l’adorazione eucaristica non<br />
prescinde mai da un’attenzione alle vocazioni.<br />
In molte Parrocchie, anche grazie alla presenza di persone consacrate,<br />
particolare attenzione è riservata a quei ragazzi che manifestano i segni<br />
di una eventuale vocazione e favorendo la loro partecipazione agli<br />
incontri di discernimento vocazionale organizzati a livello diocesano.<br />
Il Seminario diocesano ha una nuova sede inaugurata il 30 settembre<br />
dal Card. Giovanni Battista Re. Il seminario diocesano è il cuore<br />
della diocesi e riceve tutte le attenzioni necessarie sia nella scelta dei<br />
formatori, dei padri spirituali ed educatori sia nel favorire un ambiente<br />
decoroso per l’ospitalità. Attualmente il seminario diocesano ha 17 ragazzi<br />
provenienti dai vari paesi della diocesi e altri 15 sono in cammino<br />
per un’eventuale ingresso nel prossimo anno. Anche per i giovani universitari<br />
c’è un accompagnamento personale da parte di un sacerdote.<br />
Nel seminario regionale attualmente ci sono 10 seminaristi della diocesi<br />
e altri 3 frequentano l’anno propedeutico.<br />
Non mancano negli itinerari ordinari di formazione per i giovani riferimenti<br />
specifici ad una proposta vocazionale nelle sue varie forme ed<br />
espressioni, sia attraverso testimonianze dirette da parte di quanti hanno<br />
fatto una particolare scelta di vita, sia attraverso la partecipazione degli<br />
stessi giovani alle iniziative diocesane di pastorale giovanile e vocazionale.<br />
Tuttavia, si avverte la necessità di una maggiore attenzione ad<br />
ogni livello.<br />
Al centro della pastorale della parrocchia – intesa come casa di spiritualità<br />
laicale – c’è sempre l’accompagnamento vocazionale, innanzitutto<br />
nel senso proprio della vocazione battesimale. In quest’alveo possono<br />
poi prendere vita itinerari personali diversi e più specifici.<br />
In alcune parrocchie della diocesi, l’accoglienza dei seminaristi di<br />
teologia nel fine settimana dà modo di tenere viva l’attenzione al ministero<br />
ordinato e di coltivare un rapporto significativo con il seminario<br />
regionale.<br />
2
2<br />
VI. CATECHESI<br />
A. NOTA STATISTICA<br />
2001 2005<br />
Catechisti in diocesi 900 Catechisti in diocesi 1300<br />
Associazioni 5 Associazioni 5<br />
B. PARTE ESPOSITIVA<br />
Nel premettere l’opportunità di iniziare la presente parte della relazione<br />
con una lettura dei dati della situazione attuale, colta per massima<br />
parte attraverso gli elementi pervenuti all’ufficio catechistico diocesano<br />
dalla quasi totalità <strong>delle</strong> parrocchie, è chiaro che, per essere più precisi,<br />
si evidenzia quanto di seguito.<br />
Innanzitutto ci si sofferma sulla realtà degli operatori di catechesi e<br />
dei sussidi, poi, sulle forme di Evangelizzazione e di catechesi preferite<br />
nell’azione educativa di base ed, infine, gli ambiti esistenziale e sociali<br />
dove la catechesi viene svolta.<br />
Ad ogni parrocchia è stato inviato un apposito questionario.<br />
1. Operatori e sussidi<br />
Iniziando dal primo punto va precisato che i catechisti vengono dalle<br />
parrocchie visti come soggetti e testimoni della fede con una “missio” a<br />
scopo educativo-catechetico, che, mai dato per scontato, lo testimoniano<br />
e lo rendono presente nella loro azione catechetita, la quale è e resta della<br />
parrocchia stessa: l’unità, infatti, è lo strumento più persuasivo perché<br />
la parola annunciata s’incarni con efficacia in coloro che l’ascoltano.<br />
Il numero di essi per ogni realtà parrocchiale è abbastanza sufficiente<br />
in rapporto ai bisogni e all’estensione territoriale della medesima comunità.<br />
A dire della maggior parte <strong>delle</strong> parrocchie consultate, anche se si<br />
avverte da parte <strong>delle</strong> medesime la necessità di aumentare la disponibilità<br />
degli stessi catechisti per impostare una catechesi sempre più capilla-
e e vicina alle esigenze più peculiari dei tempi, in realtà si è molto grati<br />
alla generosità e al senso di corresponsabilità del laicato coinvolto.<br />
Abbiamo la ferma convinzione che la “grande catechista” sia innanzitutto<br />
la comunità stessa: al suo interno pertanto vengono cercati catechisti<br />
con una robusta coscienza ecclesiale, una buona maturità umana<br />
ed uno specifico carisma personale. I catechisti vengono individuati<br />
tra coloro che mostrano un cammino di fede ed una maturità della fede<br />
sempre più evidente dentro la disponibilità del tempo e soprattutto della<br />
umanità da condividere con coloro ai quali urge un annuncio ed un approfondimento<br />
della conoscenza della fede. È raro , quanto inesistente,<br />
il caso in cui non si disponga di forze per un’azione educativa alla fede.<br />
Di questo discernimento si fa carico il parroco affiancato dall’intero<br />
gruppo degli educatori. I catechisti sono quasi tutti laici, giovanissimi,<br />
giovani e adulti. Negli ultimi anni è cresciuta la presenza di mamme e di<br />
coppie di sposi.<br />
In generale, perciò, emerge una costante e capillare opera missionaria<br />
ed evangelizzatrice <strong>delle</strong> comunità parrocchiali, frutto di un generoso<br />
e qualificato impegno. Esso è molto attento al servizio <strong>delle</strong><br />
differenti fasce e alle stesse condizioni storico, ambientali esistenziali<br />
diverse dei fruitori in conformità con quanto suggerito dall’ Ufficio catechistico<br />
nazionale.<br />
Il numero dei catechisti per parrocchia si aggira mediamente intorno<br />
alle 70 unità; si rileva tuttavia, come già accennato, che non sono ancora<br />
del tutto sufficienti. Tutte le parrocchie utilizzano i catechismi ufficiali<br />
della CEI, con l’ulteriore ausilio di guide didattiche, sussidi audiovisivi<br />
e schede bibliche. Su tutto il materiale utilizzato viene espresso un giudizio<br />
sostanzialmente buono, pur nella coscienza di ulteriori miglioramenti<br />
dal punto di vista psico-pedagogico.<br />
Come supporto ulteriore all’azione dei catechisti, in molte parrocchie<br />
operano associazioni e movimenti, come l’ Azione Cattolica (presente<br />
in quasi tutte le realtà), ANSPI, Gifra, Apostolato della preghiera,<br />
Neocatecumenali, Comunione e Liberazione, Rinnovamento nello Spirito,<br />
Focolarini.<br />
Dall’incontro diretto fra parroco e catechisti, così come attraverso<br />
la direzione spirituale (in continua crescita) e incontri formativi, viene<br />
garantita la vigilanza sulla dottrina e sulla vita morale di coloro che<br />
operano nella catechesi.<br />
2
2<br />
Ci sono, diverse proposte formative, ciascuna con il suo metodo ed<br />
i propri sussidi operativi, che, per la maggior parte, hanno l’intelligenza<br />
di essere in sintonia con il catechismo della Chiesa cattolica, quelli<br />
della C.E.I. e, soprattutto, in comunione con il Vescovo. A tal proposito,<br />
si concilia bene ed è, allo stesso tempo, un aiuto all’intera azione catechetica<br />
di base, il lavoro che il Vescovo fa con le sue catechesi assembleari<br />
di tutta la <strong>Diocesi</strong>, chiamati “Pozzo di Giacobbe, le quali hanno<br />
un scadenza mensile.<br />
Mentre le catechesi di base hanno per lo più una scadenza settimanale<br />
e quindicinale con una attenzione alla dimensione liturgica. Questa<br />
scelta indica opportunamente una finalità ben precisa, unitamente a<br />
quella dell’esistenzialità, dell’azione catechetica, che non prescinde dal<br />
cammino ascetico di coloro che sono i soggetti più implicati nel lavoro<br />
educativo-pedagogico, fino al punto che i ritiri mensili e gli stessi incontri<br />
diocesani di varia natura rendono la stessa catechesi molto più viva<br />
e dinamica. Si avverte, comunque, una necessità sempre più evidente<br />
di una formazione più adeguata alla esigenza culturale della mentalità<br />
contemporanea, per cui vengono proposte sempre con più attenzione occasioni<br />
ed opportunità formative per i formatori. Il parroco, poi, anima,<br />
coordina e sostiene l’azione evangelizzatrice dei catechisti. Si nota, infatti,<br />
che viene sempre meno la sua azione sostitutrice, incrementandosi,<br />
invece, la sua responsabilità educatrice e pastorale.<br />
2. Forme di evangelizzazione e catechesi<br />
I sacerdoti curano la catechesi e l’evangelizzazione innanzitutto con<br />
l’omelia domenicale: essa costituisce per molti fedeli l’unica occasione<br />
di formazione ma vi sono in alcune parrocchie anche ulteriori incontri<br />
infrasettimanali a diversi livelli di età ed esperienze che intendono offrire<br />
occasioni di approfondimento. Tali incontri sono tenuti soprattutto<br />
da adulti nella fede e responsabili, che con i sacerdoti avviano e sostengono<br />
i lavori nei diversi gruppi, li visitano periodicamente e li seguono<br />
nei diversi e rispettivi catechismi. Tengono incontri di formazione, perciò,<br />
nei vari gruppi e settori sia dei genitori che dei fanciulli. In molte<br />
parrocchie la collaborazione dei religiosi e dei consacrati è di forte sostegno<br />
alla stessa catechesi. Ci sono incontri di formazione parrocchiali<br />
quindicinali, ritiri periodici parrocchiali, zonali e diocesani.
Passando, poi, ai diversi livelli di catechesi va sottolineato che per<br />
ciò che concerne la catechesi per la prima confessione è fatta in parrocchia.<br />
Viene offerta la possibilità di seguire, per lo più, due itinerari<br />
suggeriti in diversi strumenti: quello del catechismo della CEI e quello<br />
dell’A.c.r.; ha scadenza settimanale e prepara al Sacramento della Riconciliazione,<br />
che viene amministrata in terza elementare.<br />
La catechesi dei fanciulli della prima comunione ha scadenza settimanale<br />
e prepara i fanciulli e le fanciulle a ricevere il sacramento in<br />
quarta elementare. Anche qui i testi ed i sussidi utilizzati sono quelli<br />
della C.E.I. e dell A.C.R.<br />
Mentre per ciò che concerne la catechesi al sacramento della Confermazione,<br />
pur notando in tutte le parrocchie una difficoltà di aggregazione<br />
degli adolescenti <strong>delle</strong> medie, con opportune e creative forme<br />
affascinanti ed adeguate alla sensibilità dell’età, si riesce a proporre<br />
un’azione catechetica abbastanza efficace, anche se sempre in forte rilancio.<br />
Gli incontri hanno frequenza settimanale e nell’ultimo anno della<br />
media anche 2/3 volte a settimana. Il sacramento viene amministrato<br />
in terza media ed i sussidi adottati sono sempre quelli proposti dalla<br />
C.E.I. e dall’A.C.R.<br />
Circa, poi, gli ambiti della catechesi, quali famiglia, parrocchia, scuola<br />
ed associazioni e movimenti, gli incontri si tengono in parrocchia con<br />
una frequenza settimanale. Come già accennato sopra, le Associazioni,<br />
gruppi e movimenti offrono occasioni e percorsi di formazione specifica<br />
per anziani, adulti, giovani, adolescenti e, a volte, anche fanciulli.<br />
La catechesi ai disabili è in forte incremento anche per l’apporto di un<br />
gruppo di volontariato in collaborazione con la Caritas.<br />
C’è un ripristino in <strong>Diocesi</strong> e nelle stesse parrocchie del Catecumenato<br />
di adulti convertiti facendo riferimento al Direttorio della <strong>Diocesi</strong><br />
stessa. Tale percorso viene affidato ad uno o più responsabili con una<br />
durata due anni e coloro che ne usufruiscono vengono seguiti dagli stessi<br />
responsabili, ove è possibile, anche dopo che questi hanno ricevuto i<br />
sacramenti della iniziazione cristiana. Gli incontri hanno una scadenza<br />
mensile con una proposta di contenuti ben dettagliata.<br />
La preparazione al sacramento del Matrimonio in tutte le sue dimensioni<br />
e periodicità, quale quella remota, prossima, immediata, comunitaria,<br />
personale, viene seguita dal sacerdote con la collaborazione di<br />
laici impegnati ed adeguatamente preparati secondo le diverse ottiche<br />
dell’esperienza matrimoniale. Per cui la preparazione prossima ed im-<br />
2
2 0<br />
mediata è affidata a <strong>delle</strong> coppie, al parroco e a degli esperti individuati<br />
e chiamati dal sacerdote e dal consiglio pastorale parrocchiale. I corsi<br />
di preparazione hanno la durata di cinque mesi con una frequenza settimanale<br />
ed i testi ed i sussidi sono diversi ma tutti facendo riferimento<br />
al catechismo della chiesa cattolica. Fondamentale è stata in questi anni<br />
la Scuola di Formazione Teologica – Pastorale.<br />
SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA E PASTORALE<br />
Finalità<br />
La scuola di Formazione Teologico-Pastorale intende dare un contributo<br />
al rinnovamento della nostra Chiesa Locale, offrendo stimoli per<br />
una migliore comprensione dell’uomo contemporaneo e per una maggiore<br />
radicalità evangelica.<br />
Obiettivi<br />
• Favorire la capacità relazionale con sé, con gli altri e con Dio.<br />
• Approfondire la conoscenza e sviluppare l’elaborazione dei contenuti<br />
teologici.<br />
• Educare a pensare e a “incarnare” il messaggio evangelico.<br />
• Sviluppare competenze comunicative in grado di migliorare il proprio<br />
stile di annuncio e di attività educativa.<br />
• Favorire la formazione di équipes stabili di lavoro a servizio <strong>delle</strong><br />
parrocchie e degli Uffici di Curia.<br />
Destinatari<br />
• Per quanti vogliono conoscere le ragioni della loro fede.<br />
• Per Laici che vogliono servire la comunità degli uomini con il ministero<br />
dell’annuncio, della catechesi, della liturgia, della famiglia,<br />
degli infermi, dei poveri, della cultura, della scuola.<br />
• Per gli Aspiranti ai ministeri istituiti e straordinari.<br />
• Per le Persone consacrate.
• Per i Cooperatori pastorali <strong>delle</strong> parrocchie e associazioni.<br />
• Per i Responsabili degli Uffici Pastorali.<br />
• Per i Responsabili <strong>delle</strong> confraternite.<br />
Metodologia<br />
• Lezioni.<br />
• Itinerari di ricerca e di scoperta per favorire la riflessione e l’elaborazione<br />
dei contenuti.<br />
• Laboratori con metodologia interattiva e narrativa nei seminari.<br />
Livello degli studi<br />
La scuola si pone ad un livello intermedio tra gli Istituti Teologici e la<br />
formazione di base <strong>delle</strong> parrocchie.<br />
L’ambito di riferimento specifico in cui si colloca la scuola è quello<br />
pastorale-ministeriale, e non abilita all’insegnamento della religione<br />
cattolica.<br />
Struttura della scuola<br />
La struttura della scuola è ciclica: Anno A - Sacra Scrittura; Anno B<br />
- Teologia Dommatica; Anno C - Teologia Morale e Pastorale.<br />
Periodo di lezione: Ottobre-Maggio<br />
Tempi e luoghi<br />
− Lunedì partecipazione al Pozzo di Giacobbe (Centro Giovanile – <strong>Gravina</strong>);<br />
− Il Martedì dalle 19.30 alle 21.00 nelle sedi di: <strong>Altamura</strong>, <strong>Gravina</strong>,<br />
<strong>Acquaviva</strong>, Santeramo e Spinazzola.<br />
Seminari di studi a cura di alcuni Uffici della Curia, nelle stesse sedi<br />
e date della Scuola, sul rapporto tra Parola di Dio e vissuto (sofferenza<br />
- liturgia - missione - lavoro, ecc.).<br />
2 1
2 2<br />
VII. MINISTERO E VITA DEL CLERO<br />
A. NOTA STATISTICA<br />
2001<br />
Sacerdoti in solidum 4<br />
Uffici ecclesiastici con parrocchia 2<br />
Sacerdoti in uffici a tempo pieno 5<br />
Parroci con nomina “ad tempus indefinitum” 6<br />
Sacerdoti ordinati 6<br />
Sacerdoti defunti 6<br />
Sacerdoti che hanno abbandonato il ministero 1<br />
Sacerdoti incardinati 2<br />
Sacerdoti incardinati 72<br />
Sacerdoti religiosi 23<br />
Sacerdoti residenti non incardinati 6<br />
Sacerdoti diocesani con incarichi fuori diocesi 3<br />
Sacerdoti diocesani con grado di licenza<br />
o laurea in teologia o diritto canonico<br />
25<br />
Età media dei sacerdoti 56<br />
Età media dei sacerdoti in pensione 82<br />
Numero di fedeli per sacerdote 2.245<br />
Diaconi permanenti uxorati 9<br />
Età media dei diaconi 60<br />
Parrocchie 39<br />
Numero fedeli per parrocchia 3.872<br />
Parrocchie rette da singoli parroci 38<br />
Parrocchie rette dal clero diocesano 35<br />
Parrocchie rette dai religiosi 4<br />
Parrocchie con moderatore 3<br />
Sacerdoti in solidum 6
Uffici ecclesiastici con parrocchia 3<br />
Sacerdoti in uffici a tempo pieno 5<br />
Parroci con nomina “ad tempus indefinitum” 14<br />
Sacerdoti ordinati 6<br />
2005<br />
Sacerdoti incardinati 70<br />
Sacerdoti religiosi 19<br />
Sacerdoti residenti non incardinati 5<br />
Sacerdoti diocesani con incarichi fuori diocesi 2<br />
Sacerdoti diocesani con grado di licenza<br />
o laurea in teologia o diritto canonico<br />
Età media dei sacerdoti 59<br />
Età media dei sacerdoti in pensione 80<br />
Numero di fedeli per sacerdote 2.339<br />
Diaconi permanenti uxorati 9<br />
Età media dei diaconi 66<br />
Parrocchie 40<br />
Numero fedeli per parrocchia 4.073<br />
Parrocchie rette da singoli parroci 38<br />
Parrocchie rette dal clero diocesano 36<br />
Parrocchie rette dai religiosi 4<br />
Parrocchie con moderatore 2<br />
B. PARTE ESPOSITIVA<br />
Il Vescovo nomina i sacerdoti per i diversi uffici dopo aver consultato<br />
il Consiglio Episcopale, e, in alcuni casi, i parroci consultori. Le nomine<br />
dei parroci sono fatte per nove anni. La collaborazione tra sacerdoti e religiosi<br />
è molto buona, non solo per assenza di conflittualità, ma anche per<br />
28<br />
2 3
2 4<br />
condivisione di programmi e di aiuto pastorale. Il rapporto di comunione<br />
tra sacerdoti e laici, specialmente nella condivisione <strong>delle</strong> responsabilità<br />
pastorali, presenta una discreta varietà di situazioni e di esperienze. La<br />
<strong>Diocesi</strong> sta lavorando molto nella formazione alla comunione e alla partecipazione<br />
dei laici alla vita della Chiesa e all’apostolato; non sempre i<br />
parroci sono pienamente disponibili a cambiare mentalità e atteggiamento.<br />
Tutte le parrocchie hanno il Consiglio Pastorale e il Consiglio per gli<br />
affari economici: questi non sempre sono valorizzati. La predicazione in<br />
Chiesa è tenuta solo dai sacerdoti, in via suppletiva dai diaconi.<br />
I parroci nominati a norma del vecchio CJC in genere, non accettano<br />
di lasciare la parrocchia prima del 75° anno di età. Nonostante qualche<br />
difficoltà, i ricambi avvengono sempre in modo corretto e senza disagio<br />
per il popolo. Ai sacerdoti che lasciano la parrocchia per motivi di età si<br />
danno ministeri compatibili con le loro forze e, possibilmente corrispondenti<br />
ai loro desideri.<br />
Sostanzialmente il clero è distribuito in modo equo sul territorio.<br />
In passato, sia perché c’erano tre realtà ecclesiali distinte, sia per<br />
mancanza di case canoniche, i sacerdoti restavano nel paese di origine<br />
e in casa propria. Ora, a seguito dell’unificazione del 1986 e della costruzione<br />
di case canoniche, si sta attuando un più agile trasferimento di<br />
sacerdoti in altri paesi. In tutta la <strong>Diocesi</strong> ci sono solo due piccole parrocchie<br />
rurali, molto prossime alle città di <strong>Altamura</strong> e di <strong>Gravina</strong>; sono<br />
curate dai parroci e frequentate anche da fedeli di altre parrocchie.<br />
Solo in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti vi sono tre parrocchie affidate “in solidum”<br />
a cinque sacerdoti di cui uno è moderatore, allo scopo di costituire<br />
una unità pastorale. Non vi sono parrocchie affidate a norma del can 517.<br />
Sulla condizione dei sacerdoti con particolare riferimento alla vita spirituale<br />
e allo zelo pastorale è impossibile esprime un giudizio globale.<br />
La partecipazione al ritiro spirituale è vicina al 100%. L’obbligo degli<br />
esempi spirituali (organizzati anche dalla <strong>Diocesi</strong>) è soddisfatto da<br />
gran parte del clero. Tutti celebrano quotidianamente molti sono disponibili<br />
per confessione e direzione spirituale. Il comportamento generale<br />
durante le celebrazioni liturgiche è dignitoso.<br />
È impossibile valutare la fedeltà alla liturgia <strong>delle</strong> ore; ma sono numerosi<br />
i sacerdoti che, vivendo <strong>insieme</strong>, pregano anche <strong>insieme</strong>. È diffusa<br />
la celebrazione <strong>delle</strong> lodi o dei vespri col popolo. No ci sono contestazioni<br />
nei confronti del celibato, eccetto nei casi di crisi, in questo<br />
quinquennio, un solo sacerdote ha lasciato il ministero.
Quasi tutti o quasi sempre, i sacerdoti indossano l’abito ecclesiastico.<br />
Chi non usa il colletto porta un segno distintivo. Circa il rapporto con<br />
la politica i sacerdoti sono periodicamente esortati a non prendere posizioni<br />
o ad appoggiare i candidati anche se a volte non manca qualche<br />
lamentela da parte di qualche politico, sulla quale il vescovo cerca di<br />
fare una verifica. Tutti i sacerdoti vivono in case confortevoli, sono variamente<br />
assistiti e provvisti del necessario. Molti vivono in famiglia; alcuni<br />
in parrocchia. Di solito, davanti a richieste di accettazione di nuovi<br />
compiti, c’è disponibilità e obbedienza. Si evita comunque ogni conflittualità,<br />
nei casi più difficili, attraverso un’opera paziente di persuasione.<br />
No ci sono in diocesi sacerdoti “vagi”, né sacerdoti “fidei donum”. Uno<br />
dei due sacerdoti polacchi della <strong>Diocesi</strong> di Lomza è stato regolarmente<br />
incardinato. Il sacerdote che nel quinquennio ha abbandonato il ministero<br />
è stato molto aiutato spiritualmente e materialmente, prima, durante<br />
e dopo la decisione. Ora vive fuori diocesi ma si cerca di mantenersi in<br />
contatto anche perché ha avviato la pratica per la dispensa degli obblighi<br />
sacerdotali. L’offerta di formazione permanente del clero si concretizza<br />
negli esercizi spirituali diocesani, i ritiri mensili, la lectio divina mensile<br />
tenuta dal Vescovo, le grandi celebrazioni della Messa Crismale e del<br />
Corpus Domini Diocesano, le lettere e i messaggi del vescovo, i colloqui<br />
personali. I sacerdoti giovani sono coordinati e seguiti da un sacerdote<br />
responsabile della formazione permanente, e dal Vescovo in alcuni<br />
incontri programmati nell’anno. I sacerdoti anziani, tranne che non vogliano<br />
stare da soli, sono assistiti da familiari o da volontari. L’aggiornamento<br />
ai sacerdoti è offerto attraverso incontri mensili e convegni. Non<br />
ci sono stati casi di prese di posizione dottrinalmente errate. Si permette<br />
ai sacerdoti e ai seminaristi che lo chiedono, di fare esperienze all’estero<br />
e in terra di missione. La costruzione di molte case canoniche ha come<br />
scopo primario, non solo la permanenza del sacerdote in parrocchia, ma<br />
anche la vita comune dei sacerdoti. Non si affida mai un ministero senza<br />
prima affrontare i problemi del vitto e dell’alloggio, della convivenza<br />
con altri confratelli. Non ci sono istituti per chierici con sede centrale in<br />
<strong>Diocesi</strong>.<br />
In <strong>Diocesi</strong> ci sono nove diaconi permanenti. Di essi uno è responsabile<br />
della Caritas Diocesana. Tutti gli altri lavorano nelle parrocchie, in<br />
ospedale e in curia. Il rapporto con i sacerdoti e con i laici è buono; ma è<br />
possibile e necessario mettere meglio in luce l’identità del diaconato. La<br />
formazione specifica, affidata a un sacerdote responsabile, è impostata<br />
2
2<br />
con incontri periodici, giornate di spiritualità con le famiglie, esercizi<br />
spirituali e ritiri mensili con i sacerdoti. I diaconi attingono sostentamento<br />
dalla professione che svolgono.<br />
VIII. ISTITUTI DI VITA CONSACRATA E SOCIETÀ DI VITA<br />
APOSTOLICA<br />
A. NOTA STATISTICA<br />
1. ISTITUTI RELIGIOSI MASCHILI<br />
Frati Minori Conventuali<br />
Fine particolare: Vita di povertà. Attenzione alla riconciliazione.<br />
Predicazione del perdono. Amore del creato.<br />
In diocesi: Ministero parrocchiale.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 2 Comunità: 2<br />
Religiosi: 6 Religiosi: 7<br />
Missionari Clarettiani<br />
Fine particolare: Ministero apostolico della Parola.<br />
Missione ad gentes. Apostolato della stampa.<br />
In diocesi: Predicazione. Ministero della riconciliazione.<br />
Ministero parrocchiale.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Comunità: 1<br />
Religiosi: 5 Religiiosi: 4<br />
Missionari Monfortani<br />
Fine particolare: Evangelizzazione tramite missioni popolari<br />
e ad gentes. Consacrazione alla Madonna.
In diocesi: Noviziato. Predicazione.<br />
Animazione Santuario Mariano.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Comunità: 2<br />
Religiosi 5 Religiosi: 5<br />
Salesiani<br />
Fine particolare: Educazione dei giovani alla fede.<br />
Comunicazione sociale. Evangelizzazione dei ceti<br />
popolari. Cura <strong>delle</strong> vocazioni. Missioni.<br />
In diocesi: Pastorale giovanile<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Comunità: 1<br />
Religiosi: 5 Religiosi: 6<br />
Vocazionisti<br />
Fine particolare: Ricerca e formazione <strong>delle</strong> vocazioni ai ministeri<br />
ordinati e alla Vita Consacrata.<br />
In diocesi: Ministero parrocchiale.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Comunità: 1<br />
Religiosi: 3 Religiosi: 1<br />
2. ISTITUTI RELIGIOSI FEMMINILI<br />
Ancelle del Sacro Cuore della Beata Caterina Volpicelli<br />
Fine particolare: Attraverso la spiritualità del Cuore di Cristo, servire<br />
la Chiesa mediante l’evangelizzazione della società,<br />
soprattutto <strong>delle</strong> famiglie e della gioventù.<br />
In diocesi: Apostolato della scuola.<br />
2
2<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Comunità: 1<br />
Religiose: 7 Religiose: 5<br />
Congregazione Bene Tereziya di Gitega<br />
Fine particolare: Coltivare l’infanzia spirituale sull’esempio di<br />
S. Teresina di Gesù Bambino. Attività <strong>delle</strong> scuole.<br />
Attività missionaria.<br />
In diocesi: Collaborazione parrocchiale.<br />
Animazione della spiritualità eucaristica.<br />
01-01-2000: 31-12-2005<br />
Comunità: 1 Comunità: 1<br />
Religiose: 3 Religiose: 2<br />
Figlie del Divino Zelo<br />
Fine particolare: Promozione vocazionale.<br />
Educazione umana e cristiana <strong>delle</strong> fanciulle,<br />
specialmente povere.<br />
Soccorrere e catechizzare i poveri.<br />
In diocesi: Attività scolastica. Assistenza dei fanciulli poveri.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Comunità: 1<br />
Religiose: 22 Religiose:20<br />
Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli<br />
Fine particolare: Onorare Gesù Cristo come sorgente e modello<br />
di carità, servendolo corporalmente e spiritualmente<br />
nella persona dei poveri: malati, fanciulli,<br />
anziani, carcerati…<br />
In diocesi: Presenza in struttura ospedaliera
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Comunità: 1<br />
Religiose: 4 Religiose: 4<br />
Figlie della Madonna del Divino Amore<br />
Fine particolare: Carisma mariano: conoscere e far conoscere,<br />
amare e far amare la Madonna.<br />
In diocesi: Collaborazione parrocchiale.<br />
Gestione Scuola dell’Infanzia<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Comunità: 1<br />
Religiose: 3 Religiose: 3<br />
Suore Adoratrici del Sangue di Cristo<br />
Fine particolare: Rendere visibile all’umanità l’amore di Cristo che ci<br />
ha redenti con il suo sangue, attraverso il servizio<br />
a seconda dei tempi e dei luoghi.<br />
In diocesi: Gestione Scuola dell’Infanzia.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Comunità: 1<br />
Religiose: 5 Religiose: 5<br />
Suore Ancelle del Santuario<br />
Fine particolare: Vivere l’amore di Dio a imitazione di Maria,<br />
in un umile servizio verso i fratelli, specialmente<br />
verso i poveri e gli abbandonati, attraverso<br />
l’educazione della gioventù e l’assistenza ai malati.<br />
Apertura all’attività missionaria.<br />
In diocesi: Attività ospedaliera.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Soppressa<br />
Religiose: 3<br />
2
2 0<br />
Suore <strong>delle</strong> Divine Vocazioni<br />
Fine particolare: Servizio e apostolato <strong>delle</strong> sacre vocazioni alla fede,<br />
al sacerdozio, alla vita religiosa, alla santità,<br />
attraverso opere vocazionali, parrocchiali<br />
ed educative.<br />
In diocesi: Attività in parrocchia. Gestione Scuola dell’Infanzia.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Comunità: 1<br />
Religiose: 12 Religiose:10<br />
Suore di Carità dell’Immacolata Concezione<br />
Fine particolare: Come Maria divenire comunità che rivela<br />
l’amore gratuito di Dio, mediante un ministero<br />
di carità, soprattutto rivolto ai poveri.<br />
In diocesi: Gestione Casa di Riposo per consorelle dell’Istituto.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 2 Comunità: 1<br />
Religiose: 36 Religiose: 25<br />
Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo<br />
Fine particolare: Servizio ai fratelli più bisognosi dovunque<br />
e in qualunque necessità si trovino. le opere di carità<br />
sono affidate alla Divina Provvidenza.<br />
In diocesi: Servizio ospedaliero.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Soppressa<br />
Religiose: 5<br />
Suore di S. Teresa di Gesù Bambino<br />
Fine particolare: Dedizione ai poveri, ai malati, alle categorie<br />
di persone più emarginate.<br />
In diocesi: Servizio alla Colonia Hanseniana (Gioia del Colle)
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Comunità: 1<br />
Religiose: 3 Religiose: 3<br />
Suore Francescane del Signore<br />
Fine particolare: Attendere alla propria santificazione, assistenza<br />
e istruzione <strong>delle</strong> orfane e dei bisognosi.<br />
In diocesi: Gestione Scuola dell’Infanzia.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Comunità: 1<br />
Religiose: 3 Religiose: 4<br />
Suore Missionarie del Sacro Costato<br />
(Congregazione nata in <strong>Diocesi</strong>)<br />
Fine particolare: Irradiare nel mondo l’amore di Dio contemplato<br />
nel Cristo dal Costato crocifisso mediante il culto<br />
al Sacro Cuore di Gesù. Apostolato nell’ambito<br />
dell’educazione cristiana e della carità.<br />
In diocesi: Gestione Scuole per l’Infanzia. Collaborazione<br />
nel Seminario Diocesano.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 7 Comunità: 6<br />
Religiose: 51 Religiose: 42<br />
Suore Missionarie Francescane di Gesù Crocifisso<br />
Fine particolare: Assistenza agli infermi a domicilio.<br />
Apostolato scolastico e parrocchiale.<br />
In diocesi: Lavoro parrocchiale. Formazione.<br />
Assistenza ai malati.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 2 Comunità: 2<br />
Religiose: 20 Religiose: 19<br />
2 1
2 2<br />
Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù<br />
Fine particolare: Pregare e operare per le vocazioni sacerdotali,<br />
traducendo questo impegno nelle forme<br />
di ministerialità che si rivelano più utili.<br />
In diocesi: Collaborazione con il Vescovo.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Comunità: 1<br />
Religiose: 3 Religiose: 3<br />
3. MONASTERI DI VITA CONTEMPLATIVA<br />
Monastero Clarisse “S. Chiara” (<strong>Altamura</strong>)<br />
Fine particolare: Preghiera e contemplazione. Attività nel campo<br />
del servizio liturgico. ostie, arredi.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Religiose: 27 Religiose: 22<br />
Monastero Carmelitane Scalze “S. Teresa” (<strong>Gravina</strong>)<br />
Fine particolare: Preghiera e contemplazione<br />
secondo la spiritualità carmelitana.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Religiose: 14 Religiose: 8<br />
Monastero Domenicane “Santa Maria” (<strong>Gravina</strong>)<br />
Fine particolare: Vita comunitaria nella preghiera.<br />
Coinvolgimento dei fedeli nella liturgia.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Religiose: 11 Religiose: 8
4. SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA<br />
Missionari del Preziosissimo Sangue<br />
Fine particolare: Devozione e culto al Sangue di Cristo. Predicazione.<br />
Missioni popolari. Missioni ad gentes.<br />
Ministero parrocchiale. Educazione della gioventù.<br />
In diocesi: Ministero parrocchiale.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Soppressa<br />
Membri: 2<br />
ASSOCIAZIONE CLERICALE<br />
Oblati Figli della Madonna del Divino Amore<br />
Fine particolare: Spiritualità mariana sotto il titolo del Divino Amore.<br />
Servizio nella pastorale diocesana.<br />
In diocesi: Animazione Santuario mariano.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Comunità: 1 Soppressa<br />
Membri: 2<br />
5. ISTITUTI SECOLARI<br />
Ancelle Mater Misericordiae<br />
Fine particolare: Vivere una spiritualità adoratrice e riparatrice.<br />
In diocesi: Collaborazione nelle proprie parrocchie.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Membri: 30 Membri: 22<br />
2 3
2 4<br />
Missionarie Secolari Comboniane<br />
Fine particolare: Animazione missionaria.<br />
In diocesi: Sensibilizzazione per le missioni ad gentes.<br />
Formazione di giovani e adolescenti.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Membri: 19 Membri: 18<br />
Maria SS.ma Annunziata<br />
(Famiglia Paolina)<br />
Fine particlare: Imitare Maria e testimoniare il mistero<br />
della sua Annunciazione oggi nella Chiesa.<br />
L’impegno apostolico è caratterizzato dall’annuncio<br />
della Paola attraverso i mass-media.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Membri: 1 Membri:1<br />
Istituto Santa Famiglia<br />
(Famiglia Paolina)<br />
Fine particlare: Santificare la vita coniugale e familiare accogliendo<br />
i doni dei voti di povertà, castità, obbedienza<br />
come coppie e fomentando la testimonianza evangelica<br />
negli ambienti in cui si vive e si opera.<br />
In diocesi: Pastorale della famiglia.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Coppie: 21 Coppie: 15<br />
Istituto Gesù Sacerdote<br />
(Famiglia Paolina)<br />
Fine particolare: Sacerdoti secolari che professano i consigli evangelici<br />
di castità, povertà, obbedienza e vivono<br />
una particolare sintonia con il loro Vescovo.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Membri: 3 Membri: 3
Missionarie degli Infermi Cristo Speranza<br />
Fine particolare: Spiritualità cristocentrica che si esplica in maniera<br />
privilegiata nella missione tra i sofferenti,<br />
bisognosi di speranza.<br />
In diocesi: Assistenza morale e spirituale ai malati.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Membri: 2 Membri: 2<br />
Missionarie dell’Immacolata P. Kolbe<br />
Fine particolare: Carisma mariano e missionario, nello spirito dell’eredità<br />
kolbiano della totale consacrazione all’Immaco-<br />
lata, a servizio dell’evangelizzazione, in uno stile<br />
secolare. Le missionarie si consacrano con i voti.<br />
In diocesi: Visita alle famiglie per incontri di preghiera.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Membri: 2 Membri: 2<br />
Missionarie dell’Immacolata<br />
Fine particolare: Carisma mariano-kolbiano.<br />
In diocesi: Sensibilizzazione alla spiritualità mariana.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Membri: 3 Membri: 3<br />
Missionarie della regalità di N.S. Gesù Cristo<br />
Fine particolare: Secolarità consacrata nella spiritualità francescana<br />
per una missione nel mondo. Fondamento di questa<br />
spiritualità è Cristo, divenuto nel mistero della Pasqua<br />
Re dell’ universo. Le missionarie professano i consigli<br />
evangelici e lo spirito <strong>delle</strong> Beatitudini.<br />
In diocesi: Lavoro pastorale per lo più in parrocchia,<br />
anche con l’adesione a varie associazioni.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Membri: 35 Membri: 32<br />
2
2<br />
Operaie Parrocchiali<br />
Istituto Maddalena Aulina<br />
Fine particolare: Testimoniare Cristo soprattutto nell’ambito della realtà<br />
parrocchiale, andando incontro ad ogni necessità<br />
di carattere sociale e spirituale presenti nel territorio.<br />
In diocesi: Lavoro in parrocchia. Catechesi.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Membri: 2 Membri: 2<br />
Fraternità Marta e Maria<br />
Fine particolare: È una Fraternità nata recentemente in diocesi che si<br />
prefigge la condivisione <strong>delle</strong> responsabilità dei<br />
sacerdoti, sostenendoli nel lavoro apostolico<br />
e nella vita. Pregare per le vocazioni.<br />
In diocesi: Collaborazione con i sacerdoti della propria<br />
parrocchia. Gestione di una Casa del Clero.<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
====== Membri: 14<br />
Associazione Samaritano<br />
Fine particolare: Servizio ai poveri nello spirito di Gesù,<br />
Buon Samaritano.<br />
In diocesi: Centro di accoglienza. Pastorale della strada.<br />
6. ORDO VIRGINUM<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Membri: 3 Membri: 3<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Membri: 3 Membri: 3
7. ORDINI SECOLARI CONGIUNTI CON ISTITUTI DI VITA<br />
CONSACRATA<br />
Ordine Francescano Secolare (Minori) - <strong>Altamura</strong><br />
Ordine Francescano Secolare (Cappuccini) - <strong>Altamura</strong><br />
Ordine Francescano Secolare (Conventuali) - Santeramo in Colle<br />
Ordine Secolare dei Carmelitani Scalzi - <strong>Altamura</strong><br />
Ordine Secolare Carmelitano - <strong>Gravina</strong> in Puglia<br />
Ordine Secolare Domenicano - <strong>Gravina</strong> in Puglia<br />
Ordine Secolare dei Servi di Maria - <strong>Altamura</strong><br />
8. CENTRI DI FORMAZIONE<br />
Noviziato dei Missionari Monfortani<br />
(per l’Italia, il Portogallo, la Croazia)<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Novizi: 0 Novizi: 0<br />
Noviziato <strong>delle</strong> Suore Missionarie Francescane di Gesù Crocifisso<br />
(per l’Italia)<br />
01-01-2000: 31-12-2005:<br />
Novizie: 4 Novizie: 3<br />
B. PARTE ESPOSITIVA<br />
Circa la vitalità del carisma religioso in diocesi e l’influsso nella vita<br />
della comunità cristiana riscontriamo luci e ombre.<br />
Non v’è dubbio che la presenza dei consacrati costituisca per la diocesi<br />
una ricchezza. Il popolo di Dio riconosce ad essi il dono di una testimonianza<br />
peculiare: la spiritualità personale e comunitaria, l’austerità<br />
della vita, il distacco dalla famiglia, la proposta di filoni di spiritualità<br />
2
2<br />
propri di ogni Istituto, una visione ecclesiale che va al di là dell’ambito<br />
della Chiesa particolare.<br />
Ci sono anche dei limiti evidenti: l’esigua presenza di Istituti Religiosi<br />
maschili (appena cinque); l’età media elevata <strong>delle</strong> religiose e <strong>delle</strong><br />
consacrate in genere, fenomeno che pregiudica la vivacità di una presenza;<br />
la concentrazione dei consacrati su pochi ambiti della pastorale (parrocchie<br />
e scuole dell’infanzia); una tendenza dei Consacrati a chiudersi<br />
nel loro mondo e riservare poca attenzione alla Chiesa locale.<br />
Le vocazioni alla Vita Consacrata in diocesi sono poche. Circa la promozione<br />
vocazionale ogni Istituto segue il suo metodo e le sue realizzazioni.<br />
Non ci sono percorsi comuni. Si registra - tra le religiose - una<br />
presenza significativa di vocazioni provenienti dai Paesi di missione.<br />
Non si prospetta in diocesi la nascita di nuovi Istituti di Vita Consacrata.<br />
I mezzi per alimentare la Vita Religiosa vengono sviluppati all’interno<br />
dei singoli Istituti. Pochi i percorsi comuni (ritiri spirituali, incontri di<br />
preghiera) tra le religiose e gli Istituti Secolari.<br />
Quanto alla fedeltà al carisma e alle costituzioni, è difficile entrare<br />
nelle singole situazioni. Per l’apostolato si è già detto della concentrazione<br />
su pochi ministeri (prevalenza dell’attività in parrocchia e nelle<br />
scuole dell’infanzia). Non mancano tuttavia esempi di sintonia con il<br />
carisma proprio, soprattutto nel campo della spiritualità mariana, della<br />
predicazione, della pastorale giovanile, dell’attenzione ai sacerdoti, ai<br />
poveri e ai malati. Alcuni Istituti Secolari e altre forme di Vita Consacrata<br />
si distinguono particolarmente nell’adesione al loro carisma specifico.<br />
Sull’obbedienza al Vescovo e l’osservanza della disciplina canonica,<br />
ci sembra di poter escludere situazioni di inadempienza di un qualche<br />
rilievo.<br />
L’unica forma istituzionalizzata di rapporto con i religiosi è l’Ufficio<br />
Diocesano per la Vita Consacrata. Per il rapporto fra i religiosi c’è il<br />
Consiglio Diocesano USMI e il Segretario Diocesano CISM.<br />
La cooperazione dei religiosi alla cura pastorale diocesana si esprime,<br />
in maniera elettiva, nel lavoro parrocchiale, nella predicazione, nella<br />
pastorale giovanile, nell’educazione scolastica dei fanciulli, nel campo<br />
della carità, nell’ecumenismo, nella sensibilizzazione alla missione<br />
ad gentes.
IX. COOPERAZIONE MISSIONARIA<br />
A. NOTA STATISTICA<br />
2001 2005<br />
Offerta annuale<br />
collette<br />
pro missioni<br />
€ 34.471,30<br />
B. PARTE ESPOSITIVA<br />
Offerta annuale<br />
collette<br />
pro missioni<br />
€ 41.740.,00<br />
A livello missionario, le parrocchie partecipano a tutte le iniziative di<br />
preghiera e di offerta per la Giornata Missionaria Mondiale, per la giornata<br />
della S. Infanzia e altre. Da diversi anni c’è l’adozione a distanza di<br />
bambini bisognosi, e diverse iniziative caritative.<br />
Viene dato particolare risalto, sia nella predicazione che nella proposta<br />
di iniziative specifiche, al mese missionario di ottobre, e in particolare alla<br />
Giornata missionaria mondiale. Durante l’Avvento e la Quaresima, si incoraggia<br />
la forma di evangelizzazione nei gruppi e nei Centri di ascolto.<br />
La <strong>Diocesi</strong> da oltre 20 anni è gemellata con una <strong>Diocesi</strong> dell’Etiopia<br />
(Awasa) specie nel settore sanitario.<br />
Già da qualche anno alcune comunità, hanno stabilito un legame<br />
con l’opera “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, di cui si seguono i progetti.<br />
Ugualmente si pubblicizzano e si sostengono le iniziative promosse in<br />
terra di missione dai missionari originari della diocesi. Molto spesso si<br />
invitano missionari per alcune testimonianze ed incontri con i gruppi<br />
parrocchiali. Molte parrocchie partecipano in vari modi alle opere di formazione<br />
religiosa e sacerdotale nelle missioni cattoliche di vari paesi.<br />
X. LAICI<br />
A. NOTA STATISTICA<br />
Non ci sono associazioni pubbliche di laici se non quelle già menzionate<br />
nella parte catechesi.<br />
2
2 0<br />
B. PARTE ESPOSITIVA<br />
Tutta la vita parrocchiale è orientata alla formazione dei laici: se ne<br />
incoraggia una spiritualità sana ed autentica, una partecipazione attiva<br />
alla vita della Chiesa in tutti i suoi aspetti, un protagonismo politico e sociale,<br />
uno slancio missionario nella vita ordinaria. Va detto che la comunità<br />
da questo punto di vista si mostra in continua crescita. Due punti su<br />
cui occorre verificarsi sempre sono il legame con la Gerarchia e la capacità<br />
di dialogo con l’intera società civile: anche da questo punto di vista<br />
si vedono chiarezza di idee e una buona maturità, almeno nelle componenti<br />
<strong>delle</strong> parrocchie più sensibili e formate. Tutto questo permette un<br />
livello di collaborazione abbastanza alto negli organismi parrocchiali e<br />
una buona coscienza ministeriale.<br />
Estremamente feconda in questa direzione si rivela l’esperienza dell’Azione<br />
Cattolica.<br />
1. Formazione<br />
a. I laici che fanno parte <strong>delle</strong> diverse associazioni e impegnati nella<br />
vita parrocchiale seguono i cammini di formazione proposti dai<br />
gruppi di appartenenza.<br />
b. La maggior parte dei fedeli si forma attraverso omelie o in momenti<br />
occasionali (feste di pietà popolare, quaresima e avvento).<br />
c. Non sempre si nutre la coscienza di appartenenza ecclesiale con la<br />
conseguenza di disimpegno e mancanza di responsabilità.<br />
d. Si riscontra sostanziale fedeltà alla dottrina della Chiesa e si nutre<br />
obbedienza all’autorità ecclesiastica.<br />
2. Presenza<br />
a. A livello di laici impegnati in politica la presenza è carente, altrettanto<br />
per quanto riguarda gli altri aspetti della vita economica e<br />
sociale ecc…<br />
b. Scarsa conoscenza della dottrina sociale della Chiesa.<br />
3. Vitalità<br />
a. L’influsso apostolico è sufficientemente recepito dai laici <strong>delle</strong> diverse<br />
associazioni e il rapporto con la gerarchia è vissuto in modo<br />
ottimale.
4. Disponibilità<br />
a. Ottima partecipazione dei fedeli impegnati nei diversi organismi<br />
diocesani e parrocchiali.<br />
b. Accolitato - Ministri straordinari della Comunione, Catechesi,<br />
CPP, CPAE.<br />
5. Preparazione<br />
a. Esiste l’impegno dei sacerdoti e dei diaconi a prepararsi per accompagnare<br />
i laici nella loro formazione nei gruppi e associazioni, anche se<br />
per la presenza molteplice di tali aggregazioni non sempre si è in grado<br />
di rispondere alle attese.<br />
Ci sono iniziative formative e ricreative sul territorio, così anche fruttuose<br />
collaborazioni con le Scuole elementari e medie. I non cattolici in<br />
diocesi ci sono. I rapporti sono di reciproco rispetto; con i Testimoni di<br />
Geova non c’è apertura, anche se si nota con alcune persone un possibile<br />
dialogo. Con gli altri fratelli separati si vivono momenti unitari nella settimana<br />
di preghiera e riflessione ecumenica a gennaio di ogni anno.<br />
1. In sintonia con il Programma Pastorale diocesano, si insiste molto<br />
sulla formazione cristiana e spirituale dei fedeli laici, mediante<br />
la partecipazione alle varie proposte parrocchiali e diocesane<br />
(Assemblea al Santuario dell’Incoronata di Foggia, Scuola di formazione<br />
teologico-pastorale, “Pozzo di Giacobbe”, Scuola di preghiera<br />
“Emmaus”, incontri vari di formazione). Buona la disponibilità da<br />
parte dei fedeli laici a collaborare alle varie attività apostoliche, nella<br />
fedeltà alla dottrina della Chiesa e nell’ubbidienza all’autorità ecclesiastica;<br />
in questo, le unità pastorali aiutano a sviluppare il concetto<br />
di Chiesa-comunione e di appartenenza ecclesiale.<br />
2. Buono il rapporto tra le aggregazioni laicali e la Gerarchia, nell’osservanza<br />
della disciplina ecclesiastica e nel rispetto degli statuti ufficialmente<br />
approvati.<br />
3. Altrettanto buona la disponibilità dei laici alla collaborazione con<br />
i Pastori negli organismi di partecipazione parrocchiali e diocesani.<br />
Ad alcuni di loro, previa una specifica formazione a livello parrocchiale<br />
e diocesano, vengono affidati ministeri e funzioni stabili,<br />
svolti sempre nell’osservanza <strong>delle</strong> norme ecclesiastiche.<br />
4. I sacerdoti ed i religiosi costituiscono l’insostituibile guida per l’accompagnamento<br />
nella fede <strong>delle</strong> diverse forme associative dei laici.<br />
2 1
2 2<br />
XI. ECUMENISMO<br />
A. NOTA STATISTICA<br />
Non è possibile offrire dati statistici esatti <strong>delle</strong> Comunità Cristiane<br />
non Cattoliche presenti nel territorio della <strong>Diocesi</strong>, perché non siamo<br />
in possesso di Annuari da loro curati e anche perché, amministrando il<br />
battesimo agli adulti, tendono a distinguere nella propria Comunità il<br />
nucleo dei battezzati dai simpatizzanti.<br />
Con alcune Comunità il Segretariato ha rapporti di amicizia e di collaborazione<br />
più o meno costanti, con altre non ha alcun rapporto. Le<br />
prime sono:<br />
• La Chiesa Cristiana Evangelica Battista di <strong>Altamura</strong>.<br />
• La Chiesa Cristiana Evangelica Battista di <strong>Gravina</strong>.<br />
• La Chiesa Cristiana Evangelica Battista di Santeramo.<br />
• La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno di <strong>Altamura</strong>.<br />
Di queste, le più consistenti sembrano essere le prime due, con un<br />
centinaio di membri ciascuna; le altre due sembrano essere molto più<br />
ridotte di numero.<br />
Le Comunità con le quali il Segretariato non ha rapporti ufficiali sono:<br />
– La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno di <strong>Gravina</strong><br />
– La Chiesa Evangelica Pentecostale ATI di <strong>Altamura</strong><br />
– La Chiesa Evangelica Pentecostale Libera di <strong>Altamura</strong><br />
– La Chiesa dei Fratelli di <strong>Gravina</strong>.<br />
Di queste, la più consistente e la più antica sembra essere la prima,<br />
con un centinaio di membri.<br />
B. PARTE ESPOSITIVA<br />
Fra il clero e fra i cristiani laici della <strong>Diocesi</strong> si nutre maggiore rispetto<br />
e stima verso le confessioni cristiane non cattoliche con le quali si<br />
coltivano rapporti di amicizia e di collaborazione ecumenica.<br />
Esiste in diocesi un sacerdote incaricato dal vescovo come delegato<br />
per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Egli è affiancato da una<br />
decina di persone, laiche e religiose, che fungono da Commissione o<br />
Segretariato diocesano per l’ecumenismo e il dialogo.
Le attività ecumeniche annuali, promosse dal Segretariato sono:<br />
– La Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani (18-25 gennaio);<br />
– La Giornata dell’Ebraismo (17 gennaio): non sempre si svolge, a<br />
causa della mancanza di interlocutori; talvolta è celebrata in date<br />
diverse da quella stabilita dalla Conferenza Episcopale Italiana;<br />
– La Veglia di Pentecoste celebrata in forma ecumenica,<br />
– Incontri ecumenici o interreligiosi a carattere teologico, culturale<br />
e formativo, con la partecipazione di rappresentanti <strong>delle</strong> diverse<br />
confessioni religiose o con esperti nel campo dell’ecumenismo o<br />
del dialogo tra le religioni, invitati in <strong>Diocesi</strong> da altre parti dell’Italia<br />
o dell’Europa.<br />
La formazione all’ecumenismo nella nostra Chiesa locale avviene<br />
o attraverso gli incontri teologici e culturali di cui sopra, o con lezioni<br />
appropriate nella Scuola diocesana di formazione teologica. Talvolta si<br />
utilizzano su temi ecumenici anche gli incontri di aggiornamento per il<br />
clero.<br />
La preghiera in comune avviene soprattutto in occasione della Settimana<br />
di Preghiera per l’unità dei Cristiani in gennaio, in occasione della<br />
Veglia di Pentecoste e in altre circostanze. Vengono osservate le norme<br />
della Chiesa circa l’intercomunione e l’ospitalità eucaristica e, in occasione<br />
di matrimoni misti, spesso si collabora tra pastori e sacerdoti in<br />
modo tale che siano celebrati e vissuti in comunione con le rispettive<br />
Chiese.<br />
La collaborazione ecumenica avviene nel campo della preghiera, in<br />
quello del dialogo teologico e in qualche iniziativa a favore di situazioni<br />
di bisogno, come la consegna della Bibbia ai carcerati o la raccolta di<br />
fondi per la diffusione della Bibbia in Paesi poveri del Terzo Mondo.<br />
XII. ALTRE RELIGIONI<br />
A. NOTA STATISTICA<br />
In diocesi esistono gruppi di immigrati, singoli o con le proprie famiglie,<br />
che affermano di appartenere alla religione islamica. Essi provengono<br />
in gran parte dai Paesi del Nord Africa, come il Marocco e la<br />
Tunisia, o dai Balcani, come l’Albania e il Kosovo. Non esistono di essi<br />
2 3
2 4<br />
comunità ufficialmente costituite sul territorio diocesano. Vi sono, inoltre,<br />
gruppi di immigrati che provengono dai Paesi dell’Est Europeo, come<br />
la Romania e l’Ucraina, che appartengono alle Chiese Ortodosse,<br />
senza essere organizzati in Comunità ufficialmente costituite sul territorio.<br />
Esistono anche seguaci della Religione Ba’hai. Di tutti questi gruppi<br />
finora non è stato possibile determinare la consistenza numerica.<br />
B. PARTE ESPOSITIVA<br />
Le relazioni religiose con l’ebraismo sono del tutto sporadiche, non<br />
essendo presenti in diocesi persone che seguono la religione ebraica.<br />
Nozioni di ebraismo sono trasmesse nella Scuola diocesana di formazione<br />
teologica e nell’insegnamento di religione nella scuola pubblica. Non<br />
esistono fenomeni veri e propri di antisemitismo, se non la convinzione<br />
tradizionale di identificare l’ebreo con il non credente o con uno che si<br />
comporta da non credente.<br />
Gli immigrati ortodossi o musulmani vengono rispettati nelle loro<br />
convinzioni religiose; non vi sono contrasti o opposizioni da parte dei<br />
cattolici, che non conoscono bene tali espressioni religiose.<br />
Non esistono attività sistematiche di dialogo interreligioso, salvo alcune<br />
conferenze o incontri organizzati da questo Segretariato in collaborazione<br />
con la Comunità di Sant’Egidio, con le Comunità cristiane<br />
evangeliche e rappresentanti <strong>delle</strong> Chiese ortodosse e <strong>delle</strong> Comunità<br />
islamiche presenti in Italia. Iniziative in vista di una conoscenza reciproca<br />
sono prese talvolta autonomamente dalla scuole, che chiedono al<br />
riguardo la collaborazione del Segretariato o la presenza di esperti.<br />
Le sette o nuovi movimenti religiosi in diocesi sono rappresentati per<br />
lo più dai Testimoni di Geova, raggruppati in Comunità e aventi proprie<br />
sedi, dette “sale del Regno”. Sono gruppi fortemente polemici contro la<br />
Chiesa Cattolica e accentuatamente proselitistici.<br />
I rimedi pastorali per resistere al loro influsso negativo possono essere:<br />
una più intensa catechesi biblica e un più efficace e intenso spirito di<br />
comunione e di carità tra i membri della Chiesa Cattolica e le sue comunità<br />
parrocchiali e associazioni ecclesiali, proiettati in un atteggiamento<br />
di dialogo e di carità anche verso gli altri.
XIII. PASTORALE DELLA FAMIGLIA<br />
A. NOTA STATISTICA<br />
Sicuramente il numero degli aborti è aumentato nel quinquennio ma<br />
non si è in grado di offrire una statistica. Il tasso di natalità è in media di<br />
1300 nuove nascite.<br />
Ci sono organismi e movimenti ecclesiali a favore della vita, i consultori<br />
familiari.<br />
2001<br />
Cause presso il tribunale Ecclesiastico Pugliese 10.<br />
2005<br />
Cause presso il tribunale Ecclesiastico Pugliese 13.<br />
B. PARTE ESPOSITIVA<br />
L’ufficio della Pastorale familiare, l’azione pastorale diocesana e<br />
parrocchiale, in questi ultimi anni, ha impiegato molte energie per “sottolineare<br />
la fondamentale vocazione della famiglia ad essere il primo e<br />
principale luogo di accoglienza della vita”.<br />
Ci si è resi conto del grande bisogno, tanto sotto il profilo culturale<br />
quanto sotto quello politico e legislativo, di sostenere la famiglia. La<br />
famiglia, sotto l’aspetto pastorale, non è stata vista come un peso ma<br />
come una risorsa, come un ottima operatrice pastorale, evangelizzatrice,<br />
collaboratrice a tutti i livelli. È stata posta sempre tra gli obiettivi primari<br />
del programma pastorale diocesano perché venisse formata, favorita<br />
in tutti gli ambienti. In ambito diocesano, relativamente all’azione della<br />
Chiesa o dei cattolici, singoli e associati, per la difesa dei diritti della famiglia<br />
presso l’autorità politica e presso l’opinione pubblica , da un lato<br />
si evidenzia l’impegno <strong>delle</strong> comunità parrocchiali a seguire le indicazioni<br />
CEI e quelle diocesane, dall’altro si assiste alla completa assenza<br />
di codesta azione.<br />
Diverse sono le iniziative volte a favorire la trasmissione dell’insegnamento<br />
della Chiesa sulla morale sessuale, il matrimonio e il rispetto<br />
della vita umana:<br />
2
2<br />
– formazione di “gruppi genitori”<br />
– corsi di preparazione al matrimonio<br />
– cammini per le coppie<br />
– centri di ascolto della Parola di Dio, soprattutto in Quaresima<br />
– cammini formativi per i giovani-adulti<br />
– conferenze di sensibilizzazione ed informazione sul tema del rispetto<br />
per la vita.<br />
Per quanto riguarda la pastorale dei divorziati e dei separati, presenti<br />
nel nostro territorio diocesano, si osserva la disciplina sacramentale voluta<br />
dalla Chiesa, senza far mai mancare la preghiera.<br />
È maturata la consapevolezza che una pastorale efficace è necessario<br />
che passi dalla famiglia. Si cerca dunque di coinvolgere con una certa<br />
regolarità i genitori dei ragazzi che frequentano la catechesi: ciò ha portato<br />
alla formazione di un “gruppo dei genitori” che ha avviato un cammino<br />
davvero molto fruttuoso. A questo itinerario si affiancano quello<br />
di preparazione dei fidanzati e quello per le giovani coppie. Soprattutto<br />
in occasioni particolari è stato sottolineato nel confronto culturale e politico<br />
l’insegnamento della Chiesa in merito alla famiglia e alla vita.<br />
XIV. EVANGELIZZAZIONE DELLA CULTURA<br />
A. NOTA STATISTICA<br />
Non ci sono associazioni predisposte a questo tipo di servizio però attraverso<br />
il Mieac Movimento di Impegno educativo dell’Azione Cattolica,<br />
attraverso l’associazione culturale Teothokos, attraverso gli articoli<br />
numerosi che il vescovo ed alcuni sacerdoti offrono ad alcune riviste e<br />
quotidiani locali si cerca di evangelizzare la cultura.<br />
B. PARTE ESPOSITIVA<br />
Il rapporto tra evangelizzazione e cultura è stato un tema essenziale.<br />
La preoccupazione, da parte della nostra Chiesa, per l’evangelizzazione<br />
della cultura è una costante che ritorna a più riprese. L’estraneità che il<br />
mondo secolarizzato dimostra verso la fede ha sollecitato l’urgenza di<br />
una riflessione capace di cogliere le attese dell’uomo contemporaneo.
Nella nostra diocesi, il problema della secolarizzazione e del relativismo<br />
dei valori morali e dei costumi è decisamente presente ma stimola<br />
le comunità e le associazioni e i movimenti ecclesiali all’ascolto <strong>delle</strong><br />
realtà presenti nel territorio al fine di fare sintesi della pluralità di voci,<br />
di linguaggi e di iniziative per dar vita ad un’opera condivisa.<br />
Se da una parte, si assiste alla tendenza dei fedeli ad una sorta di<br />
complicità o, addirittura, di adesione completa alla mentalità corrente<br />
soprattutto in materia di legalità, famiglia, sessualità, dall’altra parte è<br />
presente una radicata sensibilità religiosa ancora troppo legata alle tradizioni<br />
e, di conseguenza, poco disponibile ad impegnarsi in una lettura<br />
della storia del mondo.<br />
Avendo come obiettivo prioritario l’inserimento della linfa vitale del<br />
Vangelo nelle culture, per rinnovare dall’interno e trasformare alla luce<br />
della Rivelazione le visioni dell’uomo e della società che modellano le<br />
culture, le comunità parrocchiali si sono sforzate ed impegnate a leggere<br />
con occhio critico il paesaggio culturale moderno, non solo attraverso<br />
la catechesi ma anche attraverso lo studio del proprio patrimonio storico-artistico,<br />
il quale rappresenta un’occasione preziosa di elaborazione<br />
culturale e di riflessione sulla vita della Chiesa e del paese.<br />
A causa dello scarso interesse di molti fedeli per i grandi temi del<br />
dibattito culturale contemporaneo, l’annuncio e la testimonianza del<br />
Vangelo in ambito sociale e politico diventano sempre più difficili e, a<br />
volte, inesistenti. A questo proposito, si offrono continuamente, a livello<br />
diocesano e parrocchiale, momenti di studio, preghiera e confronto per<br />
illuminare e purificare la fede dai condizionamenti culturali, per aiutare<br />
i fedeli ad avere una sana e concreta visione dell’uomo e della vita cristiana<br />
ma, soprattutto, per far sì che ciascuno riveda la propria vita alla<br />
luce della Parola di Dio.<br />
XV. MEZZI DI COMUNICAZIONE SOCIALE<br />
A. NOTA STATISTICA<br />
Non ci sono case editoriali ma ci sono tre librerie cattoliche disposte<br />
in vari paesi della <strong>Diocesi</strong>. La <strong>Diocesi</strong> non ha un giornale proprio ma<br />
ci sono giornalini cittadini, parrocchiali, e la pagina diocesana dell’Av-<br />
2
2<br />
venire. Altre riviste diffuse in diocesi sono prevalentemente Famiglia<br />
Cristiana e Jesus.<br />
B. PARTE ESPOSITIVA<br />
In ambito diocesano, l’atteggiamento e l’orientamento ideologico e<br />
morale dei mezzi di comunicazione di massa verso la Chiesa non è ostile<br />
ma il messaggio è debole e legato soprattutto a fatti di cronaca, più<br />
o meno rilevanti. Esiste un rapporto sereno e continuo con le emittenti<br />
televisive e la stampa locali e ci sono persone impegnate direttamente<br />
nei mezzi di comunicazione.<br />
Si avverte che l’uso <strong>delle</strong> tecniche e <strong>delle</strong> tecnologie della comunicazione<br />
contemporanea fanno parte integrante della missione nel terzo<br />
millennio. A partire da questa consapevolezza, la comunità diocesana<br />
ha compiuto passi significativi nell’uso degli strumenti della comunicazione<br />
per l’informazione religiosa, per l’evangelizzazione e la catechesi,<br />
per la formazione degli operatori pastorali.<br />
Un sacerdote e alcuni laici sono impegnato nella cura dell’Ufficio<br />
stampa diocesano, curano le relazioni con i vari organi di informazione,<br />
creano occasioni di confronto e dialogo. Esistono esperienze di giornalini<br />
parrocchiali e/o cittadini ma, nonostante la grande e continua sensibilizzazione<br />
all’informazione e alla formazione attraverso la stampa<br />
cattolica periodica e quotidiana, si assiste ad una piccola risposta in<br />
questo senso.<br />
Nelle parrocchie è diffusa la distribuzione di “Famiglia Cristiana”<br />
e dei suoi supplementi, di “Jesus” e “Il Giornalino”, di “Avvenire” che<br />
ogni quindi giorni in questi anni ha avuto un’intera pagina diocesana.<br />
È imminente l’apertura del Sito Web Diocesano in collegamento con<br />
il Servizio Informatico della CEI; anche in questo ambito la diocesi ha<br />
incaricato un laico e alcuni collaboratori per la realizzazione del Sito<br />
Diocesano, per il continuo aggiornamento e per una comunicazione via<br />
Internet con uffici e parrocchie.<br />
Le parrocchie, inoltre sono abbonate a diverse riviste riguardanti<br />
l’evangelizzazione e la catechesi, la liturgia, la carità, la pastorale.
XIX. GIUSTIZIA SOCIALE E DOTTRINA SOCIALE DELLA<br />
CHIESA<br />
A. NOTA STATISTICA<br />
Attualmente ci sono varie associazioni di ispirazione cristiana che si<br />
dedicano alla giustizia sociale e alla diffusione della Dottrina Sociale<br />
della Chiesa attraverso incontri, dibattiti, seminari e un mensile di informazione.<br />
B. PARTE ESPOSITIVA<br />
Nel nostro territorio diocesano, esistono problemi concreti di giustizia<br />
sociale e di difesa della persona, relativamente al mondo del lavoro,<br />
all’interno del quale le forze sindacali sono deboli e vige un clima di illegalità<br />
diffusa, alla violazione dei diritti umani, ad episodi di intolleranza<br />
nei confronti <strong>delle</strong> minoranze etniche e religiose e al grave problema<br />
ecologico, che sta causando malattia e morte.<br />
Riguardo questi temi, c’è un’esigenza di formazione e informazione,<br />
alla quale si cerca di rispondere attraverso gli itinerari di catechesi degli<br />
adulti ma non c’è una chiara e forte presa di posizione nè un impegno<br />
concreto all’interno <strong>delle</strong> nostre città.<br />
Pertanto, gli interessi di pochi continuano ad avere la meglio sui diritti<br />
di tutti.<br />
Nei fedeli più attenti e consapevoli è certamente molto affinata la<br />
sensibilità civile e la percezione dei bisogni sociali del nostro paese.<br />
XX. CARITÀ, PROMOZIONE UMANA E CRISTIANA<br />
A. PARTE ESPOSITIVA<br />
Al di là degli appuntamenti comuni di formazione è stato avviato anche<br />
un itinerario specifico per gli operatori della Caritas, che tuttavia ha<br />
ancora bisogno di una più precisa strutturazione.<br />
Dalle parrocchie vengono seguite in media circa 50 famiglie: ci si<br />
mette in ascolto dei loro bisogni e si cerca di venire incontro alle loro ne-<br />
2
300<br />
cessità. Si tratta di povertà d’ogni tipo, che abbiamo l’impressione oggi<br />
siano in netta crescita: povertà economica, umana, culturale, spirituale.<br />
È attivo un centro d’ascolto e un punto di distribuzione di viveri. Un<br />
discreto numero di famiglie della parrocchia si è impegnato a rifornire<br />
periodicamente la dispensa.<br />
I responsabili Caritas parrocchiali e i vari volontari sono stati formati<br />
con incontri a livello di unità pastorale.<br />
Fondamentali sono i centri d’ascolto parrocchiale: ascoltare per capire,<br />
osservare per progettare, orientare per risolvere. È stato promosso a<br />
favore dei giovani il credito formativo per i ragazzi frequentanti gli ultimi<br />
anni <strong>delle</strong> scuole superiori, e per sostenere l’Anno di Volontariato Sociale<br />
per ragazzi e ragazze. Per le famiglie, si è cercato di sostenerle con interventi<br />
e gesti concreti salvaguardando la loro dignità e cercando di intervenire<br />
per le cose di cui hanno bisogno, organizzando un servizio di recapito<br />
a casa, avvalendosi della collaborazione dei ministri straordinari.<br />
1. Catechesi: gli operatori Caritas <strong>delle</strong> parrocchie, riuniti in commissione<br />
o gruppo operativo, hanno incontri mensili per programmare<br />
iniziative e formarsi.<br />
Il primo obiettivo è stato la presenza attiva ed operativa degli animatori<br />
Caritas in tutte le realtà parrocchiali.<br />
Il secondo obiettivo la costruzione dell’Osservatorio <strong>delle</strong> povertà e<br />
<strong>delle</strong> disponibilità.<br />
Il terzo obiettivo l’impegno politico-sociale per lavorare in rete con<br />
le istituzioni e le realtà politiche del territorio.<br />
Il quarto obiettivo: la progettualità, con precisi e puntuali progetti da<br />
predisporre e realizzare con gli altri uffici, per fornire radicali e fattivi<br />
aiuti per la risoluzione dei diversi problemi.<br />
Il quinto obiettivo: la collaborazione ed il coordinamento del volontariato.<br />
Sono state seguite direttamente le diverse Caritas Parrocchiali con la<br />
nascita dei laboratori in diocesi, per il collegamento con la regione e il<br />
centro nazionale, e per paesi per il collegamento con le parrocchie. Sono<br />
state stipulate apposite convenzioni per sostenere il cammino dei centri<br />
di ascolto nella risoluzione <strong>delle</strong> problematiche presentate e raccolte nell’ascolto.<br />
Il Coordinamento del lavoro del volontariato a livello centrale<br />
per la formazione dei volontari e la costruzione di una mappa dei servizi,
e la promozione per ogni paese della diocesi a sostenere nel cammino<br />
iniziale dei gesti, sono stati segno di una Carità che si fa accoglienza.<br />
Ci sono stati molti incontri mensili di preghiera e programmazione del<br />
Consiglio Diocesano Caritas. Inoltre ci sono incontri mensili di preghiera,<br />
formazione e di organizzazione del Coordinamento Cittadino.<br />
2. Assistenza: vengono seguite varie famiglie della Parrocchia ed alcune<br />
fuori dal territorio parrocchiale. L’attenzione è posta all’individuazione<br />
di nuove situazioni di povertà, invitando i fedeli a farsi portavoce<br />
di eventuali situazioni di precarietà materiali e non solo. Alle famiglie si<br />
forniscono aiuti alimentari, con prodotti che riceviamo dalla C.E.E. e da<br />
offerte di parrocchiani, con cadenza bimestrale o al bisogno. Vengono<br />
seguiti alcuni extracomunitari, sostenendoli nel mettere su casa, cercando<br />
per loro mobili, suppellettili e abbigliamento. Si interviene anche,<br />
là dove ci viene richiesto, collaborando con il Consultorio familiare e i<br />
Servizi sociali dei Comuni della <strong>Diocesi</strong>, per <strong>delle</strong> particolari situazioni<br />
familiari, dove la povertà non è solo materiale. Sono stati avviati dei<br />
progetti “Un anziano in affidamento”; e “Adozione a Vicinanza” quale<br />
investimento culturale a favore dei minori a rischio. Si sono organizzati,<br />
nei diversi centri della <strong>Diocesi</strong>, giornate o settimana del Volontariato<br />
con dibattiti e manifestazioni utili a far conoscere le diverse realtà ed a<br />
creare coordinamento per poter raggiungere il traguardo della Consulta<br />
Diocesana della Associazioni di Volontariato.<br />
3. Promozione: si sollecitano sempre le Comunità a non perdere di<br />
vista la testimonianza che<br />
come cristiani siamo chiamati a dare. Si programmano iniziative varie,<br />
soprattutto nei momenti forti dell’anno liturgico; se ci sono progetti<br />
diocesani, vengono sostenuti. Inoltre, si sensibilizzano le famiglie verso<br />
le adozioni a distanza.<br />
Alcune comunità hanno aderito a un progetto della Caritas diocesana<br />
per bambini a rischio sociale.<br />
301
302<br />
XXI. PASTORALE SANITARIA<br />
A. NOTA STATISTICA<br />
Gli ospedali in <strong>Diocesi</strong> sono cinque di cui uno è l’ospedale “F. Miulli”<br />
che è un Ente Ecclesiastico. Del “Miulli” fa parte anche il Centro di<br />
riferimento nazionale per la cura del Morbo di Hansen (Lebbra), il più<br />
importante per dimensioni in Italia, che si colloca nell’ambito di un progetto<br />
nazionale e regionale dedicato alla diagnosi e cura <strong>delle</strong> Malattie<br />
rare per le quali il Miulli è individuato come Struttura di Riferimento.<br />
Ci sono sei sacerdoti come cappellani negli ospedali, <strong>delle</strong> religiose e<br />
alcuni laici che hanno il ministero straordinario dell’Eucaristia. Ci sono<br />
associazioni di medici cattolici.<br />
B. PARTE ESPOSITIVA<br />
L’assistenza spirituale agli infermi è una priorità nella vita <strong>delle</strong> nostre<br />
comunità parrocchiali e dei centri sanitari. Gli ammalati ricevono periodicamente<br />
la visita dei parroci, dei ministri straordinari della Comunione<br />
e degli operatori Caritas e dei membri <strong>delle</strong> associazioni che collaborano<br />
con le parrocchie nell’assistenza ai malati. Non si fa mancare, altresì, la<br />
vicinanza alle famiglie colpite da lutti o malattie di particolare gravità.<br />
I cappellani degli ospedali cittadini sono figure importanti ma con le<br />
quali si auspica una più stretta collaborazione al fine di garantire un’adeguata<br />
ed organica assistenza ai malati e favorire iniziative comuni di<br />
formazione per gli operatori di pastorale sanitaria.<br />
Nell’ambito della pastorale sanitaria, grande importanza hanno volontari,<br />
più o meno giovani, che si dedicano all’assistenza e all’accompagnamento<br />
dei disabili.<br />
La sofferenza resta sempre una grande mistero che invoca l’intervento<br />
salvifico e la presenza consolante del Signore ma non sempre risulta<br />
facile che pazienti, familiari e personale sanitario accettino l’annuncio<br />
della Parola di Dio e il confronto con essa, nonostante si affermi il grande<br />
valore spirituale della sofferenza sia nella catechesi parrocchiali sia<br />
nel magistero della Chiesa, sempre molto apprezzato dai fedeli.<br />
Vasto è il campo della pastorale della salute; basta saperlo coniugare<br />
con il nostro essere cristiani, vivendo la malattia con dignità umana.
Spesso la parola di Dio trova difficoltà nell’essere annunziata, in quanto<br />
il paziente, il personale sanitario e soprattutto i lavoratori e i familiari del<br />
malato considerano il Signore come un essere che interviene quando e<br />
come vuole. La cura pastorale degli ammalati e degli anziani spetta in<br />
prevalenza ai sacerdoti che li incontrano ogni primo venerdì del mese per<br />
la confessione e la comunione. Si visitano gli ammalati anche in ospedale.<br />
Ogni settimana, la comunione agli ammalati, come conforto e sostegno<br />
alla sofferenza, viene portata dai ministri straordinari della Comunione.<br />
Gli ammalati sono periodicamente visitati dai ministri straordinari<br />
della comunione e, con cadenza meno frequente, dai parroci. Sono attive<br />
associazioni che, pur autonome rispetto al cammino comunitario, collaborano<br />
con la parrocchia nell’assistenza ai malati.<br />
XIX. PASTORALE DEI MIGRANTI E DEGLI ITINERANTI<br />
A. NOTA STATISTICA<br />
Attualmente non è possibile offrire dei dati precisi sui nomadi, gli<br />
zingari, immigrati ed emigrati. Il Vescovo ha incaricato un sacerdote per<br />
la pastorale migrantes, offre degli aiuti materiali ed economici per le necessità<br />
del campo nomade sito in <strong>Altamura</strong>.<br />
B. PARTE ESPOSITIVA<br />
In ambito diocesano, la pastorale dei migranti è caratterizzata dalla<br />
sensibilizzazione dei giovani e non ad operare come volontari negli ambiti<br />
formativi, ricreativi e sportivi e a partecipare, a loro volta, ad occasioni<br />
proposte dalle associazione e dai movimenti ecclesiali.<br />
Nelle comunità parrocchiali si organizzano campivi estivi, tornei di<br />
calcetto e di ping pong e si offrono ai giovani e alle famiglie momenti di<br />
vita <strong>insieme</strong>.<br />
I pellegrinaggi ai santuari e i viaggi di carattere spirituale e religioso<br />
sono molto diffusi e guidati sempre dai sacerdoti che garantiscono<br />
la Celebrazione Eucaristica giornaliera nei luoghi sacri, principalmente<br />
Lourdes, la Terra Santa, Fatima, Roma.<br />
303
304<br />
XX. BENI ARTISTICI E STORICI DELLA CHIESA<br />
A. PARTE ESPOSITIVA<br />
Lo stato di conservazione e di fruibilità del patrimonio storico-artistico<br />
è ritenuto di grande importanza sia a livello Diocesano che <strong>delle</strong> Comunità<br />
Parrocchiali, a tal fine sono state attivate e realizzate o in corso di<br />
realizzazione numerosi interventi mirati alla tutela e alla fruibilità del patrimonio<br />
storico artistico, molti altri interventi sono in programmazione.<br />
Gli interventi riguardano la valorizzazione di:<br />
– CHIESE Cattedrali, Parrocchiali, Rettorie e non,<br />
– EDIFICI STORICI adibiti ad attività di uffici diocesani, parrocchiali,<br />
case canoniche, musei diocesani e di fondazioni, associazioni<br />
e attività di volontariato.<br />
– Opere d’arte quali quadri, statue e arredi sacri vari.<br />
– Opere librarie con manoscritti di grande importanza storica,<br />
– Patrimonio Musicale con recupero di organi, libri e antifonari.<br />
In questo periodo è in corso da parte di alcuni archivisti e volontari<br />
la realizzazione di una pubblicazione che serva da guida e da indirizzo<br />
per la informatizzazione degli inventari a tutti i livelli Diocesani al fine<br />
di aver una esatta situazione patrimoniale e di stato di conservazione di<br />
ogni singolo bene storico-artistico.<br />
Le stesse Comunità Parrocchiali sono dotate di:<br />
– inventari;<br />
– cataloghi fotografici;<br />
– archivi storici;<br />
– archivi di registri parrocchiali;<br />
– biblioteche;<br />
– videoteche.<br />
Grande attenzione è posta alla dignità ed al decoro dell’edificio sacro,<br />
cercando di coordinare tutti gli interventi e di sottoporli al vaglio<br />
dell’Ufficio Diocesano Beni Culturali, particolare attenzione è posta alla<br />
custodia <strong>delle</strong> stesse opere d’arte per evitarne cattiva conservazione,<br />
furti e alienazioni illecite.<br />
Interventi di particolare importanza svolti sono:<br />
– Restauro conservativo della Cattedrale di <strong>Altamura</strong> (Accordo di<br />
programma con Regione Puglia) ultimato il 1° Stralcio, è in corso<br />
di appalto il 2° Stralcio.
– Restauro e recupero funzionale della Chiesa San Michele al Corso<br />
di <strong>Altamura</strong>( Chiusa da 20 anni).<br />
– Ristrutturazione Casa di accoglienza San Lorenzo di <strong>Altamura</strong>.<br />
– Consolidamento statico e recupero funzionale Chiesa S. Maria<br />
Maggiore e Chiesa San Lorenzo di <strong>Altamura</strong>.<br />
– Consolidamento Statico e Restauro Campanile Chiesa Santa Maria<br />
Maggiore di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />
– Consolidamento Statico e Recupero Funzionale Casa Canonica<br />
Chiesa Santa Maria Maggiore di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />
– Restauro e recupero funzionale Chiesa San Sebastiano Spinazzola.<br />
– Restauro ed adeguamento Chiesa Madre Santeramo in Colle.<br />
– Restauro e recupero funzionale Palazzo Loglisci <strong>Gravina</strong> i Puglia<br />
adibito a Seminario Diocesano e parte ad Asilo-scuola materna.<br />
– Impianti di sicurezza allarme in diverse chiese e parrocchie.<br />
XXI. SITUAZIONE ECONOMICA DELLA DIOCESI<br />
1) Nel quinquennio 2001-2005 a seguito del riassetto dell’ufficio amministrativo<br />
della curia diocesana, a causa della morte dell’economo,<br />
è stato possibile avere una conoscenza globale e una gestione<br />
più ordinata <strong>delle</strong> entrate e <strong>delle</strong> uscite della <strong>Diocesi</strong>.<br />
– Come criterio di amministrazione si portano in modo distinto e<br />
separato, la contabilità della <strong>Diocesi</strong> e quella <strong>delle</strong> somme provenienti<br />
dall’otto per mille per le necessità di culto e pastorale e per<br />
gli interventi caritativi.<br />
– Negli ultimi cinque anni la diocesi di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti ha ricevuto dall’otto per mille:<br />
PER IL CULTO PASTORALE PER LA CARITÀ<br />
2001 Euro 469.523,86 Euro 240.772,08<br />
2002 Euro 521.198,78 Euro 261.898,92<br />
2003 Euro 522.116,93 Euro 261.677,27<br />
2004 Euro 521.596,30 Euro 278.824,69<br />
2005 Euro 560.281,45 Euro 307.959,66<br />
30
30<br />
Dalle fonti ordinarie previste dal C.J.C., nella cassa diocesana sono:<br />
ENTRATE USCITE<br />
2001 Euro 184.548,23 Euro 179.546,67<br />
2002 Euro 198.420,63 Euro 188.352,54<br />
2003 Euro 194.503,00 Euro 190.966,00<br />
2004 Euro 171.597,00 Euro 151.359,00<br />
2005 Euro 242.154,00 Euro 198.498,00<br />
Le suddette somme in entrata e in uscita sono comprensive <strong>delle</strong> partite<br />
di giro dovute a collette obbligatorie per giornate mondiali, nazionali<br />
e diocesane (seminario).<br />
Ogni anno l’economo predispone un bilancio preventivo che assicura<br />
la copertura <strong>delle</strong> entrate e <strong>delle</strong> uscite in parità.<br />
– il bilancio consuntivo in questi ultimi anni è stato sempre chiuso in<br />
attivo.<br />
Le risorse ordinarie sono sufficienti, grazie al sostegno che la curia e<br />
gli uffici pastorali ricevono dai contributi destinati alle necessità di culto<br />
e pastorale.<br />
2) Fonti Finanziarie<br />
Le entrate ordinarie della <strong>Diocesi</strong> provengono dai tributi <strong>delle</strong> parrocchie<br />
e <strong>delle</strong> confraternite, e dalle tariffe stabilite dalla conferenza episcopale<br />
regionale (can. 1262).<br />
– Il vescovo non ha ritenuto opportuno, eccetto che per calamità naturali<br />
verificatesi in altri continenti, imporre tributi straordinari o<br />
indire giornate di raccolta di offerte (can. 1263).<br />
Ogni anno le parrocchie versano alla cassa diocesana Euro 0,10 pro-<br />
capite per ogni abitante della parrocchia:<br />
– le confraternite versano il 5% del bilancio annuale.<br />
– Nonostante i continui richiami, non è sentito da tutti i sacerdoti il<br />
dovere di versare alla curia la quota parte <strong>delle</strong> binazioni e il sovrappiù<br />
<strong>delle</strong> messe plurintenzionali.<br />
La <strong>Diocesi</strong> a seguito dei ritrasferimenti dei beni, attuati in conformità<br />
alla legge 222/85, non possiede un patrimonio che produce reddito: i<br />
suoi immobili sono adibiti a culto, servizio pastorale, residenza del Vescovo.
– Nel 2003 la <strong>Diocesi</strong> ha ricevuto in eredità dal sac. Michele Mastrogiacomo<br />
di <strong>Gravina</strong> una casa da destinare a comunità religiosa<br />
o di vita consacrata che assiste personalmente o pastoralmente i<br />
sacerdoti.<br />
La casa è stata data in comodato alla fraternità Marta e Maria,<br />
un’associazione di fedeli laici consacrati eretta in <strong>Diocesi</strong>.<br />
Inoltre la diocesi ha acquisito dal capitolo cattedrale di <strong>Gravina</strong>,<br />
con una donazione condizionata al versamento di una somma alla<br />
fondazione Benedetto XIII, il palazzo Loglisci, un immobile del<br />
‘700, che, restaurato, è diventato il nuovo seminario diocesano.<br />
3) La <strong>Diocesi</strong> da alcuni anni ha un rapporto di gemellaggio con la <strong>Diocesi</strong><br />
di AWASA in ETIOPIA, alla quale destina ogni anno un contributo<br />
di 5.000/00 euro.<br />
– Molteplici sono le iniziative di comunità parrocchiali e associazioni<br />
per cooperare ai bisogni di missioni particolari.<br />
– Spesso giungono richieste di vescovi asiatici, africani o dell’Est<br />
Europa per la costruzione di seminari, chiese o strutture sanitarie.<br />
– Per la carità del Papa la <strong>Diocesi</strong>, negli ultimi cinque anni ha versato<br />
le seguenti offerte:<br />
anno 2001 Euro 4.286,00<br />
anno 2002 Euro 3.500,00<br />
anno 2003 Euro 4.800,00<br />
anno 2004 Euro 5.255,00<br />
anno 2005 Euro 5.570,00<br />
B) Struttura economico-amministrativa<br />
La <strong>Diocesi</strong>, per l’amministrazione dispone di un Consiglio di Affari<br />
Economici e del Collegio dei Consultori; organismi strutturati e operanti<br />
secondo le norme del Diritto Canonico e le delibere della CEI.<br />
In curia sono presenti figure laicali, tutte volontarie. Si prevede di<br />
assumere entro l’anno un laico come addetto di curia.<br />
L’Istituto diocesano per il sostentamento del clero ha sede in <strong>Gravina</strong>.<br />
Il suo patrimonio è stimato in Euro 446.199,00 in fabbricati e in<br />
41.264,00 in terreni.<br />
30
30<br />
– I criteri di retribuzione del clero sono quelli determinati dalla CEI<br />
e dall’Istituto Centrale per il sostentamento del clero.<br />
– Ai sacerdoti che svolgono uffici e servizi a favore della curia, del<br />
seminario o servizi non retribuiti vengono assegnati punti aggiuntivi<br />
di sostentamento.<br />
– Nessun sacerdote, anche se non abile o malato manca del necessario,<br />
perché gode dei benefici <strong>delle</strong> assicurazioni fatte dall’I.C.S.C.<br />
per i sacerdoti .<br />
– La diocesi non dispone di una massa comune, ma accantona ogni<br />
anno il 10% dei contributi dell’otto per mille, per il culto e la pastorale,<br />
per un fondo di garanzia.<br />
Il fondo di garanzia attualmente è di circa trecentomila euro.<br />
– In <strong>Diocesi</strong> non persiste nessun beneficio.<br />
Per l’assistenza sanitaria ogni sacerdote è iscritto al fondo di previdenza<br />
statale, ed è assistito dal servizio sanitario nazionale.<br />
XXII. VALUTAZIONE GENERALE E PROSPETTIVE PER IL<br />
FUTURO<br />
La <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti è una Chiesa<br />
con radici cristiane remote e profonde che hanno la loro espressione<br />
più evidente nella pietà popolare che, pur essendo molto sentita, non<br />
degenera in forme di folklore o di dubbio significato religioso.<br />
Il modo di vivere la fede da parte di quanti si riconoscono cristiani<br />
risponde alle categorie, alle analisi e alle statistiche di tutto il centro meridione<br />
d’Italia.<br />
Le sfide pastorali prioritarie sono:<br />
– La famiglia che si mostra sempre più fragile;<br />
– I giovani che dal momento in cui si affacciano alla soglia dell’adolescenza,<br />
si allonatanano dalla Chiesa, si aprono a tutte le esperienze<br />
che li seguono per tutta la vita: sesso, droga, indifferentismo,<br />
consumismo.<br />
Il vescovo appena giunto in <strong>Diocesi</strong> (1997) ha messo appunto, con i<br />
collaboratori, i presbiteri, le associazioni e i seminaristi teologi, un progetto<br />
pastorale per fissare la meta a lungo termine verso la quale <strong>camminare</strong>.<br />
Dal progetto pastorale scaturiscono, ogni anno o ogni due tre anni,<br />
i programmi Pastorali Diocesani, facendo attenzione:
– alle indicazioni del Magistero Pontificio<br />
– agli orientamenti della Chiesa che in Italia<br />
– a non perdere di vista il punto di partenza e la meta<br />
– guardando attentamente i bisogni, le sfide, le attese del territorio<br />
Alla luce di quanto premesso i programmi Pastorali Diocesani, in<br />
questi cinque anni, hanno privilegiato la famiglia, i giovani, la comunità,<br />
il “Giorno del Signore”. Per dare risposte concrete si sta lavorando innanzitutto<br />
sulla formazione con l’istituzione di un seminario per Laici:<br />
– Scuola di Formazione Teologico Pastorale.<br />
– Lectio Divina mensile alla <strong>Diocesi</strong> tenuta dal Vescovo.<br />
– Giornata di formazione teologica e metodologica per catechisti.<br />
– Grande settimana diocesana nel Giorno del Signore.<br />
– Esercizi Spirituali.<br />
– Ritiri per le famiglie e le Aggregazioni tenuti dal vescovo.<br />
– Incontri culturali.<br />
– Accompagnamento <strong>delle</strong> coppie.<br />
– Gruppi famiglia.<br />
– Per i giovani si stanno mettendo in atto proposte di incontro attraverso<br />
l’Azione Cattolica, il servizio di Pastorale giovanile, le<br />
Associazioni, l’Agesci.<br />
Da alcuni anni è frequentata la scuola mensile di preghiera. Sono un<br />
appuntamento fisso la Via Crucis Diocesana dei giovani, il pellegrinaggio<br />
penitenziale di quaresima, le GMG mondiali e diocesane, i campi<br />
scuola diocesani.<br />
Questi momenti non sostituiscono ma sostengono e completano<br />
l’esperienza di fede che si fa in parrocchia. Tuttavia il problema dei giovani<br />
resta aperto e grave e richiede una presenza più costante e numerosa<br />
di testimoni in mezzo a loro. Tra le novità in progetto c’è la creazione<br />
di un “punto giovani” nelle scuole superiori. Per la comunità si stanno<br />
facendo tutti gli sforzi possibili attraverso esperienze diocesane con un<br />
lavoro di formazione e di aggiornamento per aprire le menti dei preti e<br />
dei laici alla comunione pastorale tra parrocchie, associazioni e gruppi e<br />
all’avvio di Unità Pastorali.<br />
In prospettiva restano i giovani, la famiglia, la formazione spirituale,<br />
la presa di coscienza del proprio essere Chiesa, e quindi: testimonianza,<br />
comunione e missione. Fondamentale, indispensabile è la decisione<br />
ferma della conversione parrocchiale e dell’accoglienza dell’altro per<br />
andare <strong>insieme</strong> a dare testimonianza del Risorto.<br />
30
310<br />
XXIII. RIASSUNTO<br />
La <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong> - <strong>Gravina</strong> - <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, in provincia<br />
di Bari, dal 6 agosto 1997 è affidata alla cura pastorale di S.E. Mons.<br />
Mario Paciello, già vescovo di Cerreto Sannita - Telese - Sant’Agata dei<br />
Goti, dal 1991.<br />
Gli abitanti della <strong>Diocesi</strong> sono circa centosettantamila; le parrocchie<br />
sono quaranta.<br />
La Curia è organizzata per settori: pastorale e tecnico amministrativi;<br />
ha tutti gli organismi di consiglio e gli uffici necessari. È dotata di un<br />
progetto pastorale che si attua a tappe attraverso i programmi pastorali.<br />
Da nove anni si sta inculcando un criterio di comunione pastorale a livello<br />
di progettazione e di operatività, sia negli uffici di curia che nelle<br />
parrocchie e tra le parrocchie.<br />
Il cammino di evangelizzazione, di santificazione e di testimonianza<br />
tiene presenti le indicazioni del Magistero Pontificio, gli orientamenti<br />
della CEI e i bisogni spirituali e morali del territorio. In questo quinquennio,<br />
poli intorno ai quali si è svolto il lavoro pastorale e formativo<br />
sono stati il Congresso Eucaristico Nazionale e il Convegno Ecclesiale<br />
di Verona.<br />
La domanda dei sacramenti dell’iniziazione cristiana è alta; ma convive<br />
in tanti casi come la mentalità secolaristica e con l’abbandono della<br />
fedeltà alla santificazione del Giorno del Signore.<br />
La Curia e le parrocchie mettono al primo posto la formazione dei<br />
formatori, dei catechisti e di tutti gli operatori pastorali; cresce la coscienza<br />
della responsabilità laicale nella Chiesa, ma c’è sempre molto<br />
cammino da fare.<br />
La formazione dei laici nell’ambito della <strong>Diocesi</strong>, non mira a formare<br />
degli specialisti, ma dei testimoni in grado di dare ragione della loro speranza<br />
e consapevoli della propria responsabilità per l’animazione missionaria<br />
<strong>delle</strong> comunità e degli ambienti. A sostegno di questa formazione<br />
la <strong>Diocesi</strong> ha una scuola di formazione Teologico-Pastorale per laici.<br />
Soddisfacente e fruttuosa è la pastorale vocazionale all’interno del<br />
seminario e <strong>delle</strong> parrocchie. Oltre la comunità seminaristica si coltiva il<br />
“Gruppo Samuel” (frequentatori del seminario dall’esterno), i gruppi di<br />
ministranti e alcuni giovani in ricerca.<br />
Costante è la cura del rapporto parrocchia - seminario - famiglia; agli<br />
educatori del seminario si aggiungono docenti, consacrate, volontari
per sostenere e ampliare la formazione umana, cristiana e artistica dei<br />
ragazzi.<br />
Il clero è numericamente sufficiente. È presente quasi al completo in<br />
tutti i momenti di incontro, di formazione e di vita diocesana. Gli Istituti<br />
religiosi maschili e femminili, al di là <strong>delle</strong> crisi interne dovute al calo<br />
<strong>delle</strong> vocazioni religiose, vivono tutti un rapporto di collaborazione<br />
e di dialogo con le <strong>Diocesi</strong>, con le parrocchie, con i sacerdoti. In questo<br />
quinquennio, per creare maggiore dialogo ecclesiale e pastorale tra<br />
gruppi, associazioni, movimenti e <strong>Diocesi</strong>, è stata Costituita la Consulta<br />
Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali. Si sta cercando di intensificare il<br />
dialogo con i mezzi della comunicazione sociale attraverso comunicati,<br />
interviste, servizi, articoli, e di offrire occasioni di approfondimento culturale<br />
a categorie e persone non vicine alla Chiesa.<br />
Significativo è l’impegno ecumenico, e non solo del segretariato per<br />
l’Ecumenismo, ma anche per l’impegno personale del Vescovo e della<br />
Comunità di Gesù.<br />
Scelte prioritarie del Programma Pastorale Diocesano sono la famiglia,<br />
i giovani, il Giorno del Signore. La Caritas Diocesana ha uno statuto<br />
e segue la struttura e le indicazioni della Caritas Italiana. Tutte le<br />
parrocchie hanno la Caritas.<br />
La pastorale sanitaria è curata in tute le parrocchie e gli ospedali; ma<br />
deve fare molto cammino per rispondere a tutte le fragilità della società<br />
contemporanea. Il Vescovo di <strong>Altamura</strong> – <strong>Gravina</strong> – <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />
Fonti è Governatore di un moderno ospedale, Ente Ecclesiastico. I nomadi,<br />
i Rom, I circensi sono affidati alle cure di un sacerdote anche per<br />
cercare di risolvere problemi di ordine sociale e materiale. In questi anni<br />
si sono affrontati impegni di spesa e lavori per il recupero di molti beni<br />
monumentali abbandonati o inagibili.<br />
Dal punto di vista economico la <strong>Diocesi</strong> non ha ricchezze ma affronta<br />
serenamente le varie necessità con contributi CEI, Regionali, offerte di<br />
privati, accensione di mutui. Al tempo di S. E. Mons. Tarcisio Pisani<br />
(1982 – 1994), il Clero di <strong>Gravina</strong> costituì la Fondazione Benedetto XIII,<br />
costruendo un grande “Centro Giovanile” ma indebitandosi in modo da<br />
non riuscire a chiudere i conti in rosso con le banche. A nulla servono i<br />
sostanziosi contributi annuali della <strong>Diocesi</strong>.<br />
Da alcuni anni, secondo le indicazioni della CEI, si sta costituendo<br />
un fondo Diocesano di garanzia che non viene manomesso per nessuna<br />
necessità ordinaria.<br />
311
312<br />
Le indicazioni illuminanti del Santo Padre e la sua paterna, apostolica<br />
benedizione ci sostengano nel prosieguo del cammino e nell’impegno<br />
perché Cristo regni nel cuore di ogni uomo e donna di buona volontà.<br />
<strong>Altamura</strong>, 10 dicembre 2006<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo
Atti<br />
del Vescovo
Un’acquasantiera<br />
Fonte Battesimale
Prot. n. 11/2006<br />
Norme<br />
per il ministero straordinario<br />
della Santa Comunione<br />
Decreti<br />
«Nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della<br />
Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e pane vivo, che, mediante<br />
la sua carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, dà vita agli<br />
uomini» (Rito della Comunione fuori della Messa e culto eucaristico,<br />
Introduzione generale, 1).<br />
Poiché è dovere dei Pastori prendersi cura degli infermi e degli anziani,<br />
anche se non gravemente malati né in imminente pericolo di vita,<br />
offrendo loro la possibilità di ricevere l’Eucaristia, personalmente o attraverso<br />
l’aiuto dei ministri straordinari della Comunione, ritengo opportuno<br />
offrire norme comuni circa coloro che sono scelti per l’esercizio<br />
di tale ministero nella Comunità.<br />
Pertanto, a norma dei cann. 230 § 3 e 910 § 2 del CJC e <strong>delle</strong> Istruzioni<br />
della Sacra Congregazione per la disciplina dei sacramenti Fidei custos<br />
(30 aprile 1969) e Immensae caritatis (29 gennaio 1973), alla luce<br />
della consuetudine pastorale consolidatasi in questi anni, con il presente<br />
Decreto<br />
approvo<br />
le Norme per il ministero straordinario<br />
della Santa Comunione.<br />
A. Indicazione dei candidati<br />
1. Scelta dei candidati<br />
I candidati sono scelti dal Parroco, sentito il parere del Consiglio<br />
Pastorale Parrocchiale.<br />
2. Numero<br />
Il numero dei ministri straordinari dipende dal numero dei malati o<br />
anziani da curare spiritualmente. Ogni ministro, di norma, assista<br />
non più di cinque malati.<br />
31
31<br />
3. Requisiti<br />
• Vita sacramentale e testimonianza cristiana;<br />
• sensibilità, amore e spirito di servizio verso malati e anziani;<br />
• tempo disponibile, specialmente la domenica;<br />
• almeno 30 anni di età.<br />
B. Avvio al ministero<br />
4. Presentazione<br />
Il Parroco, o il Superiore religioso, presenta per iscritto all’Ordinario<br />
Diocesano ciascun candidato, tramite il Direttore dell’Ufficio<br />
Liturgico diocesano, chiedendo il conferimento del ministero, con<br />
l’assenso scritto dello stesso candidato.<br />
5. Preparazione<br />
a) Formazione catechetica, spirituale e pastorale permanente in<br />
parrocchia;<br />
b) Corso di preparazione al ministero straordinario, a cura dell’Ufficio<br />
Liturgico Diocesano.<br />
6. Conferimento<br />
Si riceve il ministero nella Messa In Coena Domini presieduta dal<br />
Vescovo.<br />
C. Esercizio del ministero<br />
7. Durata<br />
Il ministero è conferito per un anno ed è rinnovabile, ogni 31 dicembre,<br />
per altri quattro anni, su richiesta del Parroco o del Superiore<br />
religioso.<br />
8. Luogo di esercizio<br />
Il ministero deve essere esercitato nel luogo per il quale è stato richiesto<br />
(parrocchia o comunità religiosa). Si può esercitare in altra<br />
comunità, solo su richiesta del Parroco o del legittimo Superiore.
9. Gratuità<br />
L’esercizio del ministero si compie a titolo totalmente gratuito.<br />
Eventuali offerte devono essere devolute alla parrocchia.<br />
10. Interruzione e fine<br />
L’esercizio del ministero può essere sospeso per scelta personale o<br />
per decisione del Parroco o del Superiore competente.<br />
D. rito<br />
11. Per quanto riguarda la distribuzione della Santa Comunione, sia<br />
durante, sia fuori la celebrazione eucaristica, il ministro si attenga<br />
alle apposite norme contenute nel Rito della Comunione fuori della<br />
Messa e culto eucaristico.<br />
12. Abito<br />
Nell’esercizio del ministero, sia nelle case, sia durante la celebrazione<br />
eucaristica, ci sia sempre proprietà e dignità nel vestito e nel<br />
portamento.<br />
Le presenti Norme entrano in vigore a partire dalla data odierna.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 5 marzo 2006, I Domenica di Quaresima<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
31
31<br />
Prot. n. 35/2006<br />
Determinazione<br />
della denominazione della<br />
Parrocchia Madonna <strong>delle</strong> Grazie in <strong>Gravina</strong><br />
§ visto il nostro Decreto in data 28 aprile 1998, Prot. n. 30/98, con il<br />
quale, accogliendo l’istanza del Sac. Angelo Casino, Parroco della<br />
Parrocchia Madonna <strong>delle</strong> Grazie in <strong>Gravina</strong>, Ente Ecclesiastico civilmente<br />
riconosciuto, iscritto nel Registro <strong>delle</strong> Persone Giuridiche<br />
tenuto presso la Prefettura della Provincia di Bari il 20 ottobre 1988<br />
al n. 548, veniva stabilito il cambiamento di denominazione della<br />
suddetta Parrocchia da “Madonna <strong>delle</strong> Grazie” a “Madonna della<br />
Grazia”;<br />
§ considerato che la suddetta istanza è stata presentata al nuovo Vescovo<br />
come atto giuridico conclusivo di un iter precedentemente avviato;<br />
§ visto che, da approfondite ricerche, non risulta che vi siano ragioni<br />
certe che giustifichino la variazione del nome della Parrocchia;<br />
§ considerato che la denominazione riportata nel Decreto di erezione<br />
della Parrocchia, a firma di S.E. Mons. Giovanni Maria Sanna in data<br />
12 aprile 1952; quella determinata con Decreto a firma di S.E. Mons.<br />
Tarcisio Pisani in data 28 giugno 1986 e riconosciuta con Decreto<br />
del Ministero dell’Interno in data 25 ottobre 1986, pubblicato nella<br />
Gazzetta Ufficiale del 10 novembre 1986, è di “Parrocchia Madonna<br />
<strong>delle</strong> Grazie”;<br />
§ al fine di evitare discordanze di denominazione, e ritenendo come<br />
valida e definitiva la denominazione riportata nei succitati Decreti di<br />
erezione della Parrocchia e di successivo riconoscimento civile, con<br />
il presente<br />
decreto
si stabilisce quanto segue:<br />
1. viene annullato il nostro Decreto del 28 aprile 1998, Prot. n. 30/98,<br />
citato in premessa;<br />
2. la denominazione ufficiale ritorna ad essere la seguente: “Parrocchia<br />
Madonna <strong>delle</strong> Grazie”;<br />
3. ai fini della validità civile, i matrimoni celebrati nella Parrocchia<br />
“Madonna della Grazia” sono da intendersi come celebrati nella<br />
Parrocchia “Madonna <strong>delle</strong> Grazie”.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 8 settembre 2006, Festa della Natività della B.V.<br />
Maria<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
31
320<br />
Prot. 53/2006<br />
Disposizioni<br />
circa i legati depositati presso la Cassa Diocesana<br />
§ preso atto che presso la Cassa Diocesana sono attualmente depositati<br />
i capitali relativi ai sottoelencati legati, per conto dei rispettivi<br />
Enti Ecclesiastici:<br />
1. Capitolo Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />
§ Legati vari £ 160.700 € 82,99<br />
2. Parrocchia S. Maria Assunta - Cattedrale in <strong>Altamura</strong><br />
§ Simone £ 100.000 € 51,65<br />
§ Natrella £ 300.000 € 154,94<br />
§ Miglionico £ 240.000 € 123,95<br />
3. Parrocchia S. Maria del Carmine in <strong>Altamura</strong><br />
§ Fiore £ 2.100 € 1,10<br />
§ Ninivaggi £ 20.000 € 10,33<br />
4. Parrocchia S. Nicola dei Greci in <strong>Altamura</strong><br />
§ Calia Berenice £ 60.500 € 31,25<br />
§ Bolognese £ 100.000 € 51.65<br />
§ Legati vari £ 14.200 € 7,33<br />
5. Parrocchia S. Sepolcro in <strong>Altamura</strong><br />
§ Denora Anna £ 100.000 € 51,65<br />
§ Ceglie £ 80.000 € 41,32<br />
§ Genco £ 50.000 € 25,82<br />
6. Parrocchia S. Teresa in <strong>Altamura</strong><br />
§ Mele Maria £ 500.000 € 258,23<br />
§ Ceglie Teresa £ 100.000 € 51,65<br />
§ Tragni Teresa £ 450.000 € 232,41<br />
§ Polignieri Andrea £ 900.000 € 464,81<br />
§ Fiorino Antonia £ 250.000 € 129,11<br />
§ Tragni Battista £ 200.000 € 103,29
§ Clemente Tommaso £ 200.000 € 103,29<br />
§ Pellegrino Teresa £ 30.000 € 15,49<br />
§ Ninivaggi Francesco £ 100.000 € 51,65<br />
§ Passarelli Maria £ 50.000 € 25,82<br />
§ Legati vari £ 31.200 € 16,11<br />
7. Parrocchia SS. Trinità in <strong>Altamura</strong><br />
§ Aiello £ 1.000.000 € 516,46<br />
§ Carone Maria £ 200.000 € 103,29<br />
§ Simone - Berloco £ 40.000 € 20,60<br />
§ Gemmato £ 120.000 € 61,97<br />
§ Calia Berenice £ 181.500 € 93,75<br />
§ Legati vari £ 89.600 € 46,27<br />
8. Parrocchia S. Michele Arcangelo in <strong>Altamura</strong><br />
§ Legati vari £ 50.000 € 25,82<br />
9. Suore Ancelle del Sacro Cuore della Beata Caterina Volpicelli -<br />
<strong>Altamura</strong><br />
§ Legati vari £ 515.000 € 265,98<br />
10. Colonna Pasqua £ 100.000 € 51,65<br />
§ considerato che le rendite <strong>delle</strong> somme depositate sono attualmente<br />
insufficienti alla celebrazione di SS. Messe secondo la tariffa diocesana;<br />
§ al fine di sollevare l’Ufficio Amministrativo Diocesano dall’incombenza<br />
di amministrare i suddetti legati;<br />
§ a norma del can. 1308 § 3 del CJC, con il presente<br />
dispongo che:<br />
decreto<br />
1. venga restituito ai rispettivi Enti Ecclesiastici il capitale originario<br />
corrispondente a ciascun legato;<br />
321
322<br />
2. i legati che non fruttano un interesse netto superiore ad € 10,00 vengano<br />
unificati e si celebrino tante Messe fino all’estinzione del capitale;<br />
3. i legati che fruttano un interesse netto superiore ad € 10,00 vanno<br />
mantenuti sino a che è possibile celebrare la S. Messa secondo la tariffa<br />
diocesana; quando gli interessi maturati saranno inferiori ad €<br />
10,00, si potranno unificare e procedere come al punto 2;<br />
4. il capitale del legato “Colonna Pasqua” venga consegnato al Seminario<br />
Diocesano, affinché siano celebrate tante Messe fino alla sua<br />
estinzione.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 25 ottobre 2006<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo
Prot. n. 55/2006<br />
Nuovo assetto<br />
della Curia diocesana<br />
La Curia diocesana, in quanto unità “degli organismi e <strong>delle</strong> persone che<br />
aiutano il Vescovo nel governo di tutta la diocesi, cioè nel dirigere l’attività<br />
pastorale, nel curare l’amministrazione della diocesi come pure nell’esercitare<br />
la potestà giudiziaria” (can. 469), rappresenta uno strumento essenziale,<br />
indispensabile e prezioso per l’esercizio del ministero episcopale.<br />
Con Decreto in data 8 settembre 1998, avevo già dato alla nostra Curia<br />
diocesana un assetto organico funzionale, secondo le direttive del<br />
Concilio Vaticano II, del Codice di Diritto Canonico e del Direttorio per<br />
il ministero pastorale dei Vescovi.<br />
Ora, alla luce dell’esperienza fatta in questi anni, <strong>delle</strong> indicazioni<br />
e della prassi della Conferenza Episcopale Italiana, ritengo necessario<br />
apportare alcune modifiche alla precedente struttura.<br />
Pertanto, al fine di rendere sempre più efficiente ed efficace il servizio<br />
che la stessa Curia deve offrire, con il presente<br />
decreto<br />
determino la struttura della nostra Curia diocesana, articolata nel<br />
seguente modo:<br />
A. un settore per gli affari generali;<br />
B. tre settori pastorali;<br />
C. un settore tecnico-amministrativo;<br />
D. un settore giudiziario.<br />
A. Il settore per gli affari generali comprende i seguenti<br />
Uffici:<br />
– Ufficio di Cancelleria;<br />
– Ufficio di Segreteria;<br />
– Ufficio stampa;<br />
– Servizio informatico;<br />
– Redazione Bollettino Diocesano “Camminare Insieme”;<br />
– Archivio storico.<br />
323
324<br />
B. settori pastorali<br />
1. Il primo settore pastorale, Evangelizzazione e Catechesi,<br />
comprende i seguenti Uffici:<br />
– Ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese;<br />
– Ufficio Catechistico;<br />
– Servizio per l’insegnamento della religione cattolica;<br />
– Ufficio per l’educazione, la scuola e l’università;<br />
– Servizio per il progetto culturale;<br />
– Ufficio per le comunicazioni sociali;<br />
– Centro Diocesano Vocazioni.<br />
1. Il secondo settore pastorale, Liturgia e Santificazione, comprende<br />
i seguenti Uffici:<br />
– Ufficio Liturgico;<br />
– Servizio al Catecumenato;<br />
– Ufficio per la formazione permanente del clero;<br />
– Ufficio per la vita consacrata;<br />
– Ufficio per le Confraternite.<br />
1. Il terzo settore pastorale, Testimonianza Cristiana e Carità,<br />
comprende i seguenti Uffici:<br />
– Ufficio per la pastorale della famiglia;<br />
– Ufficio Caritas Diocesana;<br />
– Ufficio per i migranti;<br />
– Ufficio per i problemi sociali e il lavoro;<br />
– Ufficio per la pastorale della salute;<br />
– Servizio per la pastorale giovanile;<br />
– Segretariato per l’ecumenismo;<br />
– Ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport.<br />
C. Il settore tecnico-amministrativo comprende i seguenti<br />
Uffici:<br />
– Economato e Amministrazione;<br />
– Ufficio per i beni culturali ecclesiastici;<br />
– Servizio per l’edilizia di culto;<br />
– Osservatorio giuridico-legislativo;
– Servizio per la promozione del sostegno economico alla<br />
Chiesa Cattolica.<br />
D. Il settore giudiziario si configura nel Tribunale Ecclesiastico<br />
Diocesano.<br />
Contestualmente, stabilisco che:<br />
1. il settore per gli affari generali viene coordinato direttamente dal<br />
Vicario Generale e Moderatore di Curia;<br />
2. ognuno dei tre settori pastorali e il settore tecnico-amministrativo<br />
sono coordinati da un Vicario Episcopale, nominato dal Vescovo,<br />
preferibilmente tra i Direttori degli Uffici del settore; il Vicario<br />
Giudiziale, anch’egli nominato dal Vescovo secondo le norme del<br />
diritto, coordina l’attività del settore giudiziario;<br />
3. Il Vicario Generale e i Vicari Episcopali, sotto la presidenza del<br />
Vescovo, formano il Consiglio Episcopale, quale organo consultivo,<br />
anello indispensabile di congiunzione e strumento di comunicazione<br />
periodica e sistematica tra il Vescovo e gli Uffici.<br />
Sono organi consultivi della <strong>Diocesi</strong>:<br />
– il Consiglio Presbiterale;<br />
– il Collegio dei Consultori;<br />
– il Consiglio Diocesano per gli Affari Economici;<br />
– il Consiglio Pastorale Diocesano;<br />
– i Parroci Consultori.<br />
Il presente Decreto ha effetto a partire dalla data odierna.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 1 novembre 2006, Solennità di Tutti i Santi<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
32
32<br />
Ai Presbiteri e Diaconi<br />
diocesani e religiosi<br />
della <strong>Diocesi</strong><br />
Carissimi,<br />
Lettere<br />
il cammino quaresimale che dalle Ceneri ci porta alla celebrazione<br />
del Mistero Pasquale volge al termine.<br />
Lungo la via state accompagnando i fedeli laici perché arrivino a<br />
Pasqua spiritualmente preparati.<br />
Tra la Domenica <strong>delle</strong> Palme e l’inizio del Triduo Pasquale, la<br />
Chiesa chiama noi, partecipi del sacerdozio ministeriale di Cristo servo,<br />
maestro e pastore a vivere <strong>insieme</strong> il memoriale dell’istituzione del Sacramento<br />
dell’Ordine.<br />
La Messa Crismale è appuntamento fondamentale e culminante<br />
dell’identità e della fraternità sacerdotale; è espressione altissima del<br />
rapporto intimo tra il sacerdozio battesimale di tutto il popolo di Dio e<br />
l’ordine sacro che ci assimila a Cristo sommo ed eterno sacerdote della<br />
Nuova Alleanza.<br />
Tutti, certamente, siamo consapevoli di questo grande mistero<br />
che, senza alcun nostro merito, ci avvolge e ci supera. Tutti sentiamo<br />
il bisogno di essere presenti e di esortare i fedeli laici a vivere con noi<br />
la commemorazione dell’istituzione del nostro sacerdozio e a pregare<br />
intensamente per noi mentre rinnoviamo le promesse fatte nell’ordinazione<br />
presbiterale o diaconale.<br />
Vi aspetto presso il Monastero <strong>delle</strong> Domenicane, a <strong>Gravina</strong>,<br />
il 12 aprile alle ore 18.00.<br />
Mentre vi rinnovo l’invito a fermarvi tutti per una frugalissima e<br />
agile agape, dopo la solenne concelebrazione, vi abbraccio fraternamente.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 28 marzo 2006<br />
✠ Mario, Vescovo
Carissimi,<br />
- Ai Rev.di Presbiteri e Diaconi<br />
diocesani e religiosi<br />
- Alle Comunità parrocchiali e religiose<br />
- Alle Associazioni, Gruppi, Movimenti<br />
e Confraternite<br />
- Alle Famiglie cristiane<br />
la terza Domenica di giugno, in tutte le Comunità cattoliche del mondo,<br />
si celebra la Festa del Corpo e del Sangue di Cristo.<br />
Quest’anno dobbiamo celebrare con particolare solennità e con rinnovato<br />
fervore la Festa del Corpus Domini, perché siamo eredi e testimoni<br />
dei messaggi e degli eventi del Congresso Eucaristico Nazionale di Bari<br />
del 2005 e abbiamo ricevuto il dono dell’Enciclica “Deus Caritas Est”.<br />
Nella prima Enciclica, il Papa Benedetto XVI ha messo in evidenza il<br />
rapporto intimo e inscindibile che c’è tra la vita eucaristica e la testimonianza<br />
dell’amore e della comunione: l’unione con Cristo è unione con<br />
gli altri. La comunione eucaristica unisce a Cristo e gli altri. Diventiamo<br />
un solo corpo con Gesù e con gli altri.<br />
Eucaristia e amore cristiano hanno lo stesso nome: sono “Agàpe”,<br />
cioè amore totale, definitivo e gratuito.<br />
Voi sapete che, sin dal 2000, nella nostra <strong>Diocesi</strong> la Solennità del Corpus<br />
Domini si celebra in due momenti: uno diocesano e uno cittadino.<br />
La duplice celebrazione non è un doppione inutile, né una ripetizione<br />
senza necessità.<br />
La Celebrazione Diocesana è una testimonianza pubblica, solenne,<br />
assembleare di fede di tutta la Chiesa locale nella Presenza reale di Cristo<br />
nell’Eucaristia e un’occasione unica nell’anno liturgico-pastorale<br />
per far incontrare tutte le comunità parrocchiali, le aggregazioni ecclesiali,<br />
le famiglie religiose intorno a Cristo Eucaristia, al Vescovo e al<br />
presbiterio, per una gioiosa esperienza di Chiesa.<br />
Quest’anno,<br />
la Celebrazione Diocesana del Corpus Domini<br />
si celebra a Poggiorsini<br />
il 15 giugno 2006<br />
32
32<br />
Vi prego di accogliere questo invito, non come parola del Vescovo,<br />
ma come appello che la Santissima Trinità, fonte e modello di comunione<br />
e di unità, fa a ogni battezzato e a ogni porzione del Suo popolo.<br />
Per il Padre che ci ha resi figli, per il Figlio che ci ha redenti e glorificati,<br />
per lo Spirito che ci santifica e ci guida verso l’unità, non lesiniamo<br />
né tempo, né piccoli sacrifici, né gioia e disponibilità interiore, per essere<br />
presenti e per coinvolgere altri.<br />
Poggiorsini, “la più piccola fra le città di Giuda”, ma dal cuore grande<br />
e ospitale, merita che si riversino su di essa pullman e auto provenienti<br />
da tutta la <strong>Diocesi</strong>, per toccare con mano la sua importanza nella<br />
Chiesa locale.<br />
Maria, donna eucaristica, che nel mese di maggio veneriamo con particolare<br />
fervore, prepari il nostro cuore a rendere la meritata lode e adorazione<br />
al Figlio Suo.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 22 maggio 2006<br />
Carissimi,<br />
* * *<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
Ai Rev.di<br />
Sacerdoti e Religiosi<br />
della <strong>Diocesi</strong><br />
il Santo Padre Benedetto XVI, di fronte all’aggravarsi della situazione<br />
in Medio Oriente, ha indetto, per domenica 23 luglio, una speciale<br />
Giornata di Preghiera e di Penitenza “invitando i Pastori ed i fedeli di<br />
tutte le Chiese Particolari come tutti i credenti del mondo ad implorare<br />
da Dio il dono prezioso della pace”.<br />
Il Papa ci esorta a pregare “perché cessi immediatamente il fuoco tra<br />
le Parti, si instaurino subito corridoi umanitari per poter portare aiuto<br />
alle popolazioni sofferenti e si inizino poi i negoziati ragionevoli e responsabili,<br />
per porre fine ad oggettive situazioni di ingiustizia esistenti<br />
in quella regione”.<br />
Accogliendo l’accorata esortazione del Santo Padre, sento il dovere<br />
di farmi Suo portavoce presso di voi e le vostre comunità, per chiedere<br />
al Signore che sia rispettata l’integrità e la sovranità del Libano, sia ri-
conosciuto lo Stato di Israele, i Palestinesi abbiano una patria libera e<br />
sovrana.<br />
Sarebbe particolarmente significativo esprimere, anche con il segno<br />
della carità, la partecipazione al dolore e alle sofferenze <strong>delle</strong> popolazioni<br />
colpite da questo conflitto.<br />
Lascio alla creatività e alla sensibilità di ognuno di voi la scelta <strong>delle</strong><br />
forme e dei modi per coinvolgere i fedeli in questa risposta di preghiera<br />
e di carità auspicata dal Santo Padre e attesa dalle vittime incolpevoli di<br />
questa assurda guerra.<br />
La “Giornata” chiesta dal Santo Padre sia momento culminante e ufficiale<br />
di una supplica incessante perché si instauri al più presto la pace<br />
in tutto il Medio Oriente.<br />
Vi saluto e vi benedico.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 20 luglio 2006<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
P.S.: Allego l’ultimo comunicato di Caritas Italiana dal quale si possono<br />
attingere notizie e indicazioni per eventuali aiuti.<br />
Carissimi,<br />
* * *<br />
Ai Presbiteri e Diaconi<br />
diocesani e religiosi<br />
un anno molto ricco di eventi ecclesiali e pastorali è alle porte.<br />
Durante i mesi estivi, una piccola equipe di volontari ha lavorato <strong>insieme</strong><br />
con il Vescovo per offrirvi la proposta di una bozza di programma<br />
pastorale per il triennio 2006–2009.<br />
Il 9 settembre 2006 ci attende il grande appuntamento all’Incoronata<br />
di Foggia per la VII Assemblea Pastorale Diocesana: inizio ufficiale<br />
della nuova tappa di cammino della nostra Chiesa Locale.<br />
Il 28 agosto, lunedì, alle 9.30, nella sala “Giovanni Paolo II” dell’episcopio<br />
di <strong>Gravina</strong>, si riunirà il Consiglio Presbiterale per un primo<br />
32
330<br />
approccio alla bozza di programma e la messa in comune di osservazioni,<br />
modifiche, suggerimenti, allo scopo di offrire alla <strong>Diocesi</strong> <strong>delle</strong> linee<br />
meglio definite e ampiamente condivise.<br />
Sarà vostra premura, nei giorni che seguiranno l’Assemblea, riunire<br />
i Consigli Pastorali Parrocchiali e le Associazioni, per raccogliere eventuali<br />
contributi di idee e trasmetterli alla Curia, prima che il programma<br />
sia ufficialmente approvato e pubblicato dal Vescovo.<br />
Considerata l’imminenza del nuovo Anno Pastorale, colgo l’occasione<br />
per comunicarvi alcuni avvicendamenti in atto.<br />
Don Giovanni Bruno in ottobre sarà parroco della Madonna della<br />
Grazia in <strong>Gravina</strong>.<br />
Don Vincenzo Panaro sarà parroco di S. Anna in <strong>Altamura</strong> e Vice<br />
Cancelliere della Curia.<br />
Don Nunzio Falcicchio è il nuovo Rettore del Seminario Diocesano<br />
e Segretario della Curia.<br />
Altri movimenti e incarichi vi saranno resi noti appena saranno meglio<br />
definiti e comunicati ai confratelli interessati; intanto, comunico<br />
a quanti ricoprono uffici diocesani di ritenersi dimissionari, pur continuando<br />
ad esercitare l’ufficio. Al più presto, con un unico decreto, comunicherò<br />
conferme, cambi di ufficio o nuove nomine.<br />
Questo atto, da tempo atteso, intende rilanciare l’impegno pastorale e<br />
l’organizzazione dei singoli settori pastorali.<br />
A tutti, un grazie sincero per il lavoro svolto; a ognuno, la preghiera<br />
di rendersi disponibili a un’eventuale richiesta di operosa e generosa<br />
collaborazione.<br />
In attesa di incontrarvi, vi saluto fraternamente.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 21 agosto 2006<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo
Credeva di essere un dio<br />
Non era un sogno<br />
dalla Giornata della Vita<br />
alla Vita nel Risorto<br />
pista di riflessione quaresimale<br />
25 gennaio 2006<br />
Messaggi<br />
Mi faceva tanta pena vederlo vagare per la città, disorientato, senza<br />
meta, senza punti di riferimento.<br />
Non sapeva da dove veniva, non gli importava dove andare, né chi<br />
erano i suoi genitori. Non ricordava il suo nome, ma non ne era preoccupato.<br />
Non sapeva nemmeno se era uomo o donna, anzi non sembrava<br />
che fosse in grado di capire che significa essere uomo o essere donna.<br />
Diceva frasi senza senso, slogan volgari, e, se qualcuno si avvicinava<br />
per aiutarlo a rientrare in sé e a ritrovare la strada, reagiva rabbiosamente<br />
con pesanti invettive: lo sentiva un nemico e gli intimava di zittire.<br />
Credeva di essere un dio, e, tra una farneticante affermazione e l’altra,<br />
costringeva i passanti a scendere dai marciapiedi e obbligava gli automobilisti<br />
a guidare a sinistra, a passare con il “rosso”, a infilare strade<br />
controsenso, creando un disordine incredibile con conseguenti concerti<br />
di clacson rauchi e dissonanti.<br />
Come se il tutto non lo riguardasse, strappava i bimbi dai passeggini e<br />
li scaraventava per strada, perché ingombravano il traffico. E tutti sarebbero<br />
finiti sotto le ruote <strong>delle</strong> auto se persone coraggiose non avessero<br />
cercato di salvarne il maggior numero.<br />
Non contento del caos generato, costringeva le coppie a cambiare<br />
partner, senza badare a sesso ed età. Con spintoni e strattonate sbatteva<br />
gli anziani contro i muri e le vetrine, facendoli stramazzare irreparabilmente<br />
al suolo.<br />
Unica eccezione, i giovani ai quali, per soggiogarli, dava qualcosa<br />
che somigliava a bustine di zucchero da caffè.<br />
331
332<br />
L’effetto piazza<br />
Improvvisamente, come se una folata di vento avesse fatto girare le<br />
pagine di un album fotografico, ecco una grandissima piazza. Il penoso<br />
scalmanarsi di uno diventa il tumulto di molti: stesso agitarsi, stesso<br />
smarrimento, stesso clamore amplificato fino all’ultimo decibel, per impressionare<br />
il mondo.<br />
Più della stucchevole monotonia dell’unico colore <strong>delle</strong> bandiere, più<br />
degli slogan da esserini addomesticati, mi colpivano i visi “datati” <strong>delle</strong><br />
manifestanti, evidente rigurgito di dissepolto femminismo.<br />
Tra loro alcuni, che dicevano di contare molto, promettevano che giunti<br />
al potere, avrebbero tolto quella massa e tutti gli altri dalla loro condizione<br />
servile, dichiarando “ordine” e “diritto” ciò che è “disordine” e “sbandamento”,<br />
e annullando, sulla scia di Sodoma e Gomorra, le incancellabili e<br />
profonde orme impresse nella natura sin dall’origine del mondo.<br />
Tutti agitavano striscioni su cui si leggevano espressioni che erano il<br />
massimo dell’offesa alla dignità della persona, della negazione dell’ordine<br />
naturale, della coscienza, della verità dell’uomo.<br />
Il piacere dell’insipienza<br />
A sentirli e vederli, molti restavano affascinati dal piacere dell’insipienza<br />
e gridavano: dobbiamo portare la società allo stato brado: niente codici stradali,<br />
penali, civili, deontologici. Nessuna distinzione tra sessi, niente legami<br />
di parentela, impegni a vita; niente responsabilità, doveri, regole e limiti di<br />
comportamento; ma libertà assoluta, abolizione di tutti i reati e le pene.<br />
Dobbiamo trasformare questo vecchio mondo in un deserto che muta<br />
continuamente volto, secondo lo spirare del vento <strong>delle</strong> voglie, <strong>delle</strong><br />
passioni, del pensiero, degli interessi di ognuno; in balia di un egoismo<br />
universale, con un unico principio: dichiarare buono e lecito tutto ciò<br />
che piace e fa comodo, nell’assoluto disinteresse verso persone, società<br />
e istituzioni, e nella negazione aprioristica di ogni legge naturale, positiva,<br />
rivelata, di ogni dovere proprio, di ogni diritto altrui.<br />
Questa è vita, questa è modernità, questo è futuro, fratelli d’Italia!<br />
Ma a dire, anzi, a suonare quest’ultima parola era la radio-sveglia che<br />
mi riportava dal mondo dei sogni a quello della realtà e mi chiamava ad<br />
alzarmi.
“L’amore si muterà in odio”<br />
Dante, nella Divina Commedia, dice che i sogni del mattino sono veri;<br />
e io, mentre rivedevo le scene del sogno, non ho dovuto fare molta<br />
fatica a riconoscere la realtà nascosta dietro le quinte dell’inconscio.<br />
Il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato un passo letto la sera<br />
prima: “negli ultimi giorni aumenteranno i falsi profeti e i corruttori,<br />
le pecore si cambieranno in lupi e l’amore si muterà in odio.<br />
Crescendo l’iniquità, gli uni odieranno gli altri, si perseguiteranno<br />
e si tradiranno. Allora comparirà il seduttore del mondo come figlio di<br />
Dio e farà segni e prodigi.<br />
La terra sarà nelle sue mani e farà cose scellerate che mai avvennero<br />
dal principio del mondo” (Didachè 16, 3-4).<br />
Questo quadro drammatico è stato disegnato da un calamo del primo<br />
secolo dopo Cristo, in Palestina.<br />
È, infatti, l’inizio del sedicesimo ed ultimo capitolo di uno scritto in<br />
lingua greca intitolato “Didachè” o “Dottrina degli Apostoli”. Nessuno,<br />
quindi, pensi di trovarsi davanti ad una affermazione millenaristica di un<br />
profeta di sciagure.<br />
Senza nulla condividere con le aberranti manipolazioni <strong>delle</strong> Sacre<br />
Scritture fatte da “sette” che cercano proseliti e ingenti patrimoni inculcando<br />
paure di imminenti sconvolgimenti cosmici con relative vendette<br />
di un Dio giustiziere contro chi non è entrato a far parte di questa o quella<br />
setta, non dobbiamo dimenticare che Cristo ci ha insegnato a leggere i<br />
segni dei tempi per vivere con saggezza, e dignità il proprio tempo.<br />
“Quando vedete salire una nuvola da ponente, subito dite: viene la<br />
pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: ci sarà caldo,<br />
e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo,<br />
come mai questo tempo non sapete giudicarlo?” (Lc 12, 54).<br />
Come dobbiamo giudicare il nostro tempo?<br />
La grande seduttrice<br />
Con quale appellativo il ventunesimo secolo passerà alla storia? Forse<br />
come il secolo super-tecnologico; forse come il secolo della condanna<br />
a morte del pianeta terra, o del delirio della scienza, o del terrorismo<br />
fondamentalista, o della rivoluzione dell’ignoranza.<br />
333
334<br />
Probabilmente l’impronta più pesante che la società del nuovo millennio<br />
lascerà ai posteri sarà proprio questa: l’ignoranza.<br />
È l’ignoranza, infatti, la grande madre di tutti i mali del nostro tempo.<br />
Non l’ignoranza incolpevole di chi non ha avuto il dono di conoscere,<br />
ma l’ignoranza che è scelta volontaria e programmata di ignorare chi è<br />
Dio e chi è l’uomo. L’ignoranza di chi presume di sapere e si rifiuta di<br />
ricercare la verità; l’ignoranza che vuole tagliare le radici su cui è germogliato<br />
il presente, l’ignoranza di chi preferisce ignorare per non ammettere<br />
di essere fuori strada; l’ignoranza di chi essendo immerso nella<br />
falsità, crede di essere la fonte della verità; l’ignoranza di chi non vuol<br />
conoscere, per non accettare limiti e non dover fare rinunzie; l’ignoranza<br />
di chi confonde rabbie e livori, odi e pregiudizi, condizionamenti psicologici<br />
e ideologie di parte con lo splendore della verità; l’ignoranza di<br />
chi insulta e combatte come nemici persone degne di altissima stima e<br />
venerazione; l’ignoranza di chi non si rende conto di quale basso livello<br />
e grottesca meschinità raggiunge, facendosi strada a colpi di insulti e<br />
offese, presumendo di suscitare simpatizzanti e ottenere consensi.<br />
Chi non ama è bugiardo<br />
Solo una mente ignorante per scelta può pretendere che una minorenne<br />
incinta possa decidere di abortire; che si abbrevi il tempo della<br />
riflessione per interrompere la gravidanza; che aumenti il numero <strong>delle</strong><br />
settimane entro le quali è possibile abortire; che si possa praticare l’eutanasia<br />
anche sui minori; che si possa fare il testamento biologico; che<br />
la poligamia non sia più reato; che sia equiparato al matrimonio la convivenza<br />
omosessuale; che i diritti “propri” della famiglia siano riconosciuti<br />
anche a coppie che rifiutano il riconoscimento civile della loro<br />
unione di fatto.<br />
E non è assurdo denunciare la piaga dei bambini soldato o comunque<br />
violati nella loro dignità infantile, e non porsi il problema di coscienza<br />
<strong>delle</strong> decine e decine di milioni di figli abortiti? Che senso ha battersi per<br />
la lotta contro i tumori e fare campagne a favore della RU486 o della manipolazione<br />
degli embrioni o dell’eutanasia? Se l’uomo è tanto grande,<br />
potente e autonomo da poter decidere, col favore della legge, di privare<br />
un altro essere umano del diritto di vivere, della libertà di esistere, perché<br />
alle vittime questo potere è negato?
Il concepito, il malato terminale, chi è entrato in coma, il disabile non<br />
autosufficiente sono colpevoli solo perché sono i più deboli? Quale reato<br />
hanno commesso per essere gettati dalla rupe Tarpea <strong>delle</strong> assurde ed<br />
egoistiche legislazioni moderne?<br />
Da uomo a uomo: la verità!<br />
E come è possibile che, mentre in diversi paesi la libertà religiosa e i<br />
diritti umani sono violati, il Parlamento Europeo, in dieci anni ha accusato<br />
per ben trenta volte la Chiesa e il Vaticano di violazione dei diritti<br />
umani, perché ricorda alle donne che il grembo materno è il tabernacolo<br />
della vita, e non un contenitore da ripulire o svuotare; perché difende<br />
l’uomo specialmente nelle condizioni di maggiore debolezza; perché<br />
insegna a tutti che l’amore è il cuore di tutte le leggi e il fondamento di<br />
ogni società ben ordinata? È proprio tanto difficile riconoscere che solo<br />
l’amore insegna all’uomo a vivere con dignità e in modo alto la sua vita?<br />
Il mondo, a chi non l’ha saputo amare, è sempre inesorabilmente sfuggito<br />
di mano: la storia insegna!<br />
Il mondo è di chi ama; il mondo vive perché c’è chi lo ama.<br />
Solo chi ama l’uomo gli dice la verità, lo guida verso la piena realizzazione<br />
di sé, gli rivela il senso profondo e misterioso della sua esistenza,<br />
gli apre la soglia della speranza.<br />
Il mondo gronda di amore vero<br />
La storia, la società odierna, la Chiesa, gli agglomerati umani piccoli<br />
e grandi sono ridondanti di questi testimoni conosciuti e nascosti della<br />
vita vissuta con amore, con dignità, con fierezza umile e gioiosa. Se si<br />
facesse un congresso di tutte le “mamme coraggio”, di tutte le mamme<br />
e i padri aperti alla vita e all’amore anche nelle situazioni più critiche e<br />
dolorose, di tutti i volontari dell’amore, non basterebbero tutte le piazze<br />
del mondo per contenerli.<br />
E non è mai esistito poeta o scrittore capace di cantare o descrivere la<br />
felicità di una madre che vede affiorare un accenno di sorriso sul volto<br />
del figlio disabile col quale non può comunicare ma al quale dona tutta<br />
la sua vita.<br />
33
33<br />
I cantautori cantano l’amore facile, occasionale, passionale: con quello<br />
vero, che giunge ad essere sacrificio di tutta la propria vita per chi non<br />
può dare nulla in cambio, non si cimentano. L’amore vero si racconta solo<br />
col silenzio; la sua prima dote è la dignità: rifugge dalle ostentazioni;<br />
si ritiene ripagato dalla gioia della gratuità.<br />
Gli amanti dell’amore vero non fanno chiasso, né manifestazioni<br />
tumultuose; non si spogliano, non si vestono da carnevale, non si imbrattano<br />
il viso; ma l’eco del loro amore concreto all’uomo, alla vita, al<br />
dovere, alla famiglia, a Dio, raggiunge i confini della terra e dà speranza<br />
all’umanità.<br />
Solo nell’amore c’è l’uomo vero<br />
I personaggi del sogno soffrivano tutti di uno stesso male e i loro<br />
comportamenti erano frutto della carenza di un organo indispensabile<br />
per vivere: il cuore. Mi piace concludere queste riflessioni con un’altra<br />
immagine, quella del violinista.<br />
Il suonatore di violino ha cinque corde per suonare: quattro sullo strumento,<br />
una nel cuore.<br />
La quinta corda, è la sua capacità di entrare nello spartito e nell’ispirazione<br />
del compositore, di comunicare con lo strumento fino a diventare<br />
una sola cosa con esso, di far proprio il desiderio degli ascoltatori<br />
di godere una bella esecuzione. Senza la quinta corda, il violino è uno<br />
straziante strumento di tortura.<br />
Solo il violinista con la quinta corda è un’artista, un violinista vero.<br />
Allo stesso modo, ogni persona è vera se ha un cuore che vibra soltanto<br />
se mosso dallo spirito dell’amore; ma solo chi si lascia amare da<br />
Cristo può farsi dono e testimone di amore presso l’altro uomo.<br />
È questo il primo messaggio del Vangelo; è questo il primo insegnamento<br />
ufficiale del Magistero di Benedetto XVI nella Lettera Enciclica<br />
“Deus Caritas est”.<br />
È questa l’energia di cui ha bisogno l’umanità per proseguire nella<br />
speranza il suo cammino verso la risurrezione finale e l’incontro col Risorto.<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo
Mons. Vescovo ha nominato:<br />
Nomine<br />
2 febbraio 2006 il Sac. Miroslaw Korenkiewicz, Vicario parrocchiale<br />
della Parrocchia del SS. Crocifisso in Santeramo<br />
in Colle (Prot. n. 02/2006).<br />
14 febbraio 2006 il Sac. Giuseppe Creanza, Parroco della Parrocchia<br />
del SS. Rosario di Pompei in <strong>Altamura</strong> (Prot.<br />
n. 07/2006).<br />
22 febbraio 2006 il Sac. Domenico Cornacchia, Consulente Ecclesiastico<br />
del “Consorzio per la valorizzazione e la<br />
tutela del pane di <strong>Altamura</strong> a D.O.P.”, con sede in<br />
<strong>Altamura</strong> (Prot. n. 08/2006);<br />
P. Maurizio Bevilacqua, cmf, Membro del Consiglio<br />
Presbiterale e del Collegio dei Consultori<br />
(Prot. n. 09/2006);<br />
Don Ciro Solfora, sdb, Membro del Consiglio<br />
Presbiterale (Prot. n. 10/2006).<br />
6 marzo 2006 Mons. Antonio Fiore, Canonico del Capitolo della<br />
Cattedrale e Rettore della chiesa di S. Francesco<br />
da Paola in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 12/2006).<br />
13 aprile 2006 P. Francesco Calderoni, ofmConv., Confessore<br />
straordinario del Monastero di S. Chiara in <strong>Altamura</strong><br />
(Prot. n. 20/2006).<br />
30 aprile 2006 il Sac. Vincenzo Lopano, Vicario parrocchiale<br />
della Parrocchia del Sacro Cuore in Santeramo in<br />
Colle (Prot. n. 24/2006).<br />
1 luglio 2006 il Sac. Jozef Tomaga, del clero della <strong>Diocesi</strong> di<br />
Spiš (Slovacchia), Vicario parrocchiale della Par-<br />
33
33<br />
rocchia di S. Eustachio in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
(Prot. n. 32/2006).<br />
11 luglio 2006 il Sac. Vincenzo Panaro, Parroco della Parrocchia<br />
di S. Anna in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 33/2006).<br />
10 agosto 2006 il Sac. Nunzio Falcicchio, Rettore del Seminario<br />
Diocesano (Prot. n. 34/2006).<br />
9 settembre 2006 il Sac. Giovanni Bruno, Parroco della Parrocchia<br />
della Madonna <strong>delle</strong> Grazie in <strong>Gravina</strong> (Prot.<br />
n. 36/2006);<br />
il Sac. Angelantonio Cianciotta, Parroco della<br />
Parrocchia di S. Giovanni Bosco in <strong>Altamura</strong><br />
(Prot. n. 37/2006);<br />
il Sac. Vincenzo Lopano, Vicario parrocchiale<br />
della Parrocchia del Sacro Cuore in <strong>Altamura</strong><br />
(Prot. n. 38/2006);<br />
il Sac. Giuseppe Cifarelli, Vicario parrocchiale<br />
della Parrocchia di Santa Teresa in <strong>Altamura</strong><br />
(Prot. n. 39/2006);<br />
il Sac. Nunzio Falcicchio, Assistente Spirituale<br />
del Serra International pro vocazioni sacerdotali<br />
Club n. 857 “<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />
Fonti”, 73° Distretto (Prot. n. 40/2006).<br />
12 settembre 2006 il Sac. Vincenzo Panaro, Assistente Spirituale del<br />
Gruppo Scout A.G.E.S.C.I. “<strong>Altamura</strong> 2” (Prot. n.<br />
41/2006);<br />
il Sac. Michele Lorusso, Canonico del Capitolo<br />
della Cattedrale e Rettore della chiesa della SS.<br />
Trinità in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 42/2006).
1 ottobre 2006 il Sac. Carlo Carducci, Parroco della Parrocchia<br />
di S. Agostino in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 44/2006);<br />
P. Domenico Pedullà, smm, Vice Rettore della<br />
Chiesa-Santuario Madonna del Buoncammino in<br />
<strong>Altamura</strong> (Prot. n. 45/2006);<br />
il Sac. Giovanni Giove, Vicario parrocchiale della<br />
Parrocchia del Sacro Cuore in Santeramo in Colle<br />
(Prot. n. 46/2006).<br />
15 ottobre 2006 il Sac. Giuseppe Lassandro, cpps, Collaboratore<br />
parrocchiale della Parrocchia di S. Erasmo in<br />
Santeramo in Colle (Prot. n. 49/2006);<br />
P. Giuseppe Tondo, ofmConv. e il Sac. Michele<br />
Lombardi, Assistenti Spirituali del Gruppo Scout<br />
A.G.E.S.C.I. “Spinazzola 1”, rispettivamente per la<br />
Comunità Capi e il Clan e per il Reparto (Prot. n.<br />
50/2006).<br />
31 ottobre 2006 il Sac. Michele Lombardi, Assistente Spirituale<br />
dell’Associazione Laicale “Sacro Costato” - Sezione<br />
di Spinazzola (Prot. n. 54/2006).<br />
Con Decreto in data 1 novembre 2006 (Prot. n. 56/2006), a seguito del<br />
nuovo assetto della Curia diocesana, Mons. Vescovo ha nominato:<br />
il Sac. Vito Colonna, Vicario Generale e Moderatore<br />
di Curia;<br />
il Sac. Saverio Ciaccia, Vicario Episcopale per<br />
l’Evangelizzazione e la Catechesi, Vicario foraneo<br />
per <strong>Gravina</strong>-Spinazzola-Poggiorsini e Direttore<br />
dell’Ufficio Catechistico;<br />
il Sac. Giacomo Fiore, Vicario Episcopale per la<br />
Liturgia e la Santificazione, Vicario foraneo per<br />
<strong>Altamura</strong> e Delegato per il Servizio al Catecumenato;<br />
33
340<br />
il Sac. Domenico Giannuzzi, Vicario Episcopale<br />
per la Testimonianza cristiana e la Carità, Vicario<br />
foraneo per <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, Direttore ecclesiastico<br />
dell’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici<br />
e Promotore di giustizia e Difensore del vincolo<br />
del Tribunale Ecclesiastico Diocesano;<br />
il Sac. Vito Nuzzi, Vicario Episcopale per il settore<br />
tecnico-amministrativo e Vicario foraneo per<br />
Santeramo in Colle;<br />
Mons. Diego Carlucci, Cancelliere (Ufficio Matrimoni<br />
e Archivio storico) e Direttore dell’Archivio<br />
storico di <strong>Altamura</strong>;<br />
il Sac. Vincenzo Panaro, Vice Cancelliere (Cancelleria<br />
e Archivio corrente), Direttore dell’Ufficio<br />
per la vita consacrata e Notaio del Tribunale Ecclesiastico<br />
Diocesano;<br />
Mons. Giuseppe Cipriani, Notaio di Curia per la<br />
sede di <strong>Gravina</strong>;<br />
Mons. Felice Posa, Vicario Giudiziale, Notaio di<br />
Curia per la sede di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, Direttore<br />
dell’Archivio storico di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti e<br />
Direttore dell’Osservatorio giuridico-legislativo;<br />
il Sac. Nunzio Falcicchio, Segretario della Curia<br />
diocesana e Direttore dell’Ufficio stampa;<br />
l’Avv. Massimo Marvulli, Direttore del Servizio<br />
informatico;<br />
il Sac. Luigi Dimarno, Direttore Responsabile<br />
del Bollettino Diocesano “Camminare Insieme”,<br />
Direttore dell’Ufficio per la pastorale del tempo<br />
libero, turismo e sport e Direttore dell’Ufficio Economato<br />
e Amministrazione;<br />
il Diac. Nicola Chiarulli, Direttore del Servizio<br />
per il progetto culturale, Direttore dell’Ufficio per<br />
le comunicazioni sociali, Capo Redattore del Bollettino<br />
Diocesano “Camminare Insieme”, Vice Direttore<br />
dell’Ufficio Liturgico e Cerimoniere;<br />
il Sac. Vincenzo Mazzotta, Direttore dell’Archivio<br />
storico di <strong>Gravina</strong>;
P. Maurizio Bevilacqua, cmf, Direttore dell’Ufficio<br />
per la cooperazione missionaria tra le Chiese;<br />
il Diac. Leonardo Ferrulli, Direttore del Servizio<br />
per l’insegnamento della religione cattolica e Vice<br />
Direttore dell’Ufficio per l’educazione, la scuola e<br />
l’università;<br />
il Sac. Angelantonio Cianciotta, Direttore dell’Ufficio<br />
per l’educazione, la scuola e l’università<br />
e Consulente Ecclesiastico del Servizio per l’insegnamento<br />
della religione cattolica;<br />
il Sac. Giuseppe Cifarelli, Direttore del Centro<br />
Diocesano Vocazioni;<br />
il Sac. Alessandro Amapani, Direttore dell’Ufficio<br />
Liturgico;<br />
il Sac. Domenico Cornacchia, Direttore dell’Ufficio<br />
per la formazione permanente del clero;<br />
il Sac. Giovanni Monitillo, Direttore dell’Ufficio<br />
per le Confraternite;<br />
il Sac. Giovanni Bruno, Direttore dell’Ufficio per<br />
la pastorale della famiglia;<br />
il Sac. Vito Cassese, Direttore dell’Ufficio Caritas;<br />
il Sac. Giuseppe Chironna, Direttore dell’Ufficio<br />
per i migranti;<br />
il Sac. Michele Lorusso, Direttore dell’Ufficio per<br />
i problemi sociali e il lavoro;<br />
il Sac. Vito Incampo, Direttore dell’Ufficio per la<br />
pastorale della salute;<br />
il Rag. Luca Cagnazzi, Direttore del Servizio per<br />
la pastorale giovanile;<br />
P. Mario Marino, ofmConv., Assistente del Servizio<br />
per la pastorale giovanile;<br />
il Sac. Rocco Scalera, Delegato del Segretariato<br />
per l’ecumenismo;<br />
l’Ing. Domenico Franchini, Direttore tecnico dell’Ufficio<br />
per i beni culturali ecclesiastici e del Servizio<br />
per l’edilizia di culto;<br />
il Sac. Giuseppe Pietroforte, Direttore ecclesiastico<br />
del Servizio per l’edilizia di culto;<br />
341
342<br />
il Sac. Giuseppe Creanza, Incaricato del Servizio<br />
per la promozione del sostegno economico alla<br />
Chiesa Cattolica.<br />
il Sac. Michele Capodiferro, Vice Direttore dell’Ufficio<br />
Catechistico;<br />
il Prof. Giovanni Cornacchia, Vice Direttore del<br />
Servizio per l’insegnamento della religione cattolica;<br />
il Diac. Angelo Goffredo, Vice Delegato per il<br />
Servizio al Catecumenato;<br />
il Diac. Vincenzo Savino, Vice Direttore dell’Ufficio<br />
per la formazione permanente del clero;<br />
Sr. Marta Landero, ascv, Vice Direttore dell’Ufficio<br />
per la vita consacrata;<br />
il Sig. Salvatore Bisignano, Vice Direttore dell’Ufficio<br />
per le Confraternite;<br />
il Sac. Michele Gramegna, Vice Direttore dell’Ufficio<br />
per la pastorale della famiglia;<br />
il Dott. Michele Laddaga e l’Ins. Orsola Topputo,<br />
Coppia Responsabile dell’Ufficio per la pastorale<br />
della famiglia;<br />
il Sac. F. Saverio Colonna, Vice Direttore dell’Ufficio<br />
Caritas;<br />
la Sig.na Maria Laurieri, Vice Direttore dell’Ufficio<br />
per i migranti;<br />
il Sac. Vincenzo Lopano, Vice Direttore dell’Ufficio<br />
per i problemi sociali e il lavoro;<br />
il Diac. Pietro Dipace, Vice Direttore dell’Ufficio<br />
per la pastorale della salute;<br />
la Prof. M. Filippa Lombardi, Vice Delegata del<br />
Segretariato per l’ecumenismo;<br />
il Diac. Benito Bolognese, Vice Direttore dell’Ufficio<br />
per la pastorale del tempo libero, turismo e<br />
sport;<br />
la Rag. Donata Ceglie, Vice Direttore dell’Ufficio<br />
Economato e Amministrazione;<br />
l’Ins. Marisa Piazza, l’Ins. Anna Garziano, la<br />
Dott.ssa Anna Spatuzzo, Addetti di Segreteria<br />
della Curia diocesana;
il Sig. Vitantonio Carella, Collaboratore dell’Ufficio<br />
per la formazione permanente del clero (per<br />
la formazione dei ministri istituiti);<br />
la Sig.na Annunziata Rifino, Collaboratore dell’Ufficio<br />
per la vita consacrata (per gli Istituti secolari).<br />
10 novembre 2006 Mons. Angelo Casino, Rettore della Chiesa di S.<br />
Felice e Cappellano <strong>delle</strong> Suore Missionarie di<br />
Gesù Crocifisso in <strong>Gravina</strong> (Prot. n. 57/2006);<br />
il Sac. Sante Ferrulli, Vice Assistente Diocesano<br />
del Settore Adulti di A.C. per il triennio 2005-2008<br />
(Prot. n. 58/2006).<br />
1 dicembre 2006 il Sac. Domenico Cornacchia, Direttore Spirituale<br />
<strong>delle</strong> Comunità Religiose <strong>delle</strong> Suore di Gesù<br />
Crocifisso Missionarie Francescane che sono in<br />
<strong>Gravina</strong> (Prot. n. 60/2006).<br />
3 dicembre 2006 il Sac. Miroslaw Korenkiewicz, Cappellano dell’Ospedale<br />
Generale Regionale “F. Miulli” in <strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti (Prot. n. 61/2006).<br />
26 dicembre 2006 il Diac. Nicola Chiarulli, Collaboratore presso la<br />
Parrocchia del SS. Redentore in <strong>Altamura</strong> (Prot. n.<br />
62/2006);<br />
il Diac. Pasquale Caporusso, Collaboratore presso<br />
la Parrocchia di S. Domenico in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />
Fonti (Prot. n. 63/2006).<br />
30 dicembre 2006 il Sac. Giuseppe Loviglio, Vicario parrocchiale<br />
della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in <strong>Gravina</strong><br />
(Prot. n. 64/2006);<br />
il Diac. Francesco Elia, Collaboratore presso la<br />
Parrocchia di S. Pietro Apostolo in Spinazzola<br />
(Prot. n. 65/2006);<br />
343
344<br />
Mons. Vescovo ha confermato:<br />
Mons. Giuseppe Lofrese, Assistente Spirituale<br />
dell’Associazione Laicale “Sacro Costato” - Sezione<br />
di <strong>Gravina</strong> (Prot. n. 66/2006);<br />
P. Daniele Carraro, smm, Esorcista (Prot. n.<br />
67/2006).<br />
Conferme<br />
16 gennaio 2006 Ventricelli Vincenzo, Priore della Confraternita<br />
Maria SS. Immacolata, con sede in <strong>Altamura</strong> (Prot.<br />
n. 01/2006).<br />
11 febbraio 2006 il Tariffario ed il Tassario Regionale, già approvato<br />
con Delibera della Conferenza Episcopale<br />
Pugliese in data 28 marzo 2000 e successiva precisazione<br />
in Euro in data 6 novembre 2001 (Prot. n.<br />
04/2006);<br />
Digirolamo Vito L., Priore della Confraternita<br />
del SS. Crocifisso, con sede in Santeramo in Colle<br />
(Prot. n. 06/2006).<br />
20 marzo 2006 il Comitato Feste in onore di Maria SS. del Buon-<br />
cammino in <strong>Altamura</strong> per l’anno 2006 (Prot.<br />
13/2006).<br />
29 marzo 2006 il Comitato Feste in onore della Madonna della<br />
Croce in <strong>Altamura</strong> per l’anno 2006 (Prot.<br />
15/2006).<br />
10 aprile 2006 Sirressi Francesco, Priore della Confraternita di<br />
S. Lucia, con sede in Santeramo in Colle (Prot. n.<br />
19/2006).<br />
29 aprile 2006 il Comitato Feste in onore di Maria Ausiliatrice<br />
in <strong>Altamura</strong> per l’anno 2006 (Prot. 23/2006).
7 maggio 2006 Silletti Erasmo, Priore della Confraternita di<br />
Maria SS. del Carmine e di S. Erasmo, con sede in<br />
Santeramo in Colle (Prot. n. 25/2006).<br />
31 maggio 2006 il Comitato Feste in onore della Madonna del<br />
Carmine in <strong>Altamura</strong> per l’anno 2006 (Prot.<br />
26/2006).<br />
8 luglio 2006 il Comitato Feste in onore dei Ss. Medici in <strong>Altamura</strong><br />
per l’anno 2006 (Prot. 29/2006).<br />
Mons. Vescovo ha autorizzato:<br />
Musci Michelangelo, Priore della Confraternita<br />
di Maria SS. Annunziata, con sede in Santeramo in<br />
Colle (Prot. n. 30/2006).<br />
Autorizzazioni<br />
24 aprile 2006 il Sac. Giuseppe Pietroforte, Parroco della<br />
Parrocchia di S. Domenico in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />
Fonti, a stipulare con il Sig. Maselli Francesco,<br />
a mezzo atto pubblico o scrittura privata autenticata,<br />
un contratto con il quale la suddetta Parrocchia,<br />
stante la transazione perfezionata in data<br />
19.01.2005, concede definitivamente allo stesso<br />
Sig. Maselli il diritto di servitù di tenere l’edificio<br />
di sua proprietà, sito in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
alla Via Tommaso Francavilla n. 15, costruito<br />
sul confine con il suolo parzialmente edificato di<br />
proprietà della Parrocchia, a distanza inferiore<br />
a quella di legge rispetto al corpo di fabbrica dell’edificio<br />
di proprietà della medesima Parrocchia<br />
(Prot. n. 21/2006).<br />
23 ottobre 2006 il Sac. Domenico Giannuzzi, Parroco della Parrocchia<br />
di S. Eustachio in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fon-<br />
34
34<br />
ti, alla permuta di un immobile di proprietà della<br />
suddetta Parrocchia con un immobile di proprietà<br />
del Sig. Maselli Francesco, sito in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />
Fonti (Prot. n. 51/2006).<br />
1 dicembre 2006 il Sac. Giacomo Fiore, Parroco della Parrocchia<br />
di S. Teresa in <strong>Altamura</strong>, a contrarre un mutuo chirografario<br />
della durata di sette anni a tasso fisso,<br />
presso la Banca Popolare di Bari - Agenzia di <strong>Altamura</strong><br />
(Prot. n. 59/2006).<br />
Mons. Vescovo ha concesso la licenza:<br />
Licenze<br />
11 febbraio 2006 al Sac. Giuseppe Lofrese, Presidente del Capitolo<br />
Cattedrale di <strong>Gravina</strong>, per alienare un immobile<br />
sito in <strong>Gravina</strong> in Puglia, Vico S. Luca n. 8 (Prot. n.<br />
05/2006).<br />
22 marzo 2006 a Suor Aurora Iunco, Legale rappresentante dell’Istituto<br />
<strong>delle</strong> Figlie del Divino Zelo con sede legale<br />
in Roma, per alienare un immobile sito in <strong>Gravina</strong><br />
in Puglia, Via S. Giovanni Evangelista n. 36<br />
(Prot. n. 14/2006).<br />
3 aprile 2006 al Sac. Giuseppe Lofrese, Presidente del Capitolo<br />
Cattedrale di <strong>Gravina</strong>, per alienare il diritto<br />
di livello enfiteutico su un immobile sito in <strong>Gravina</strong><br />
in Puglia, Via D. Cristiani n. 29-31-33 (Prot. n.<br />
17/2006).<br />
10 aprile 2006 al Sac. Vito Cassese, Parroco della Parrocchia dei<br />
Santi Pietro e Paolo in <strong>Gravina</strong>, per alienare al Sig.<br />
Ditaranto Giovanni il terreno adiacente il complesso<br />
parrocchiale, corredato di progetto approvato,<br />
completo di tutte le autorizzazioni necessarie per<br />
la realizzazione di impianto sportivo, in cambio
della piena proprietà di due campetti, da realizzarsi<br />
a spese del promittente acquirente sul piano di copertura<br />
<strong>delle</strong> piscine (Prot. n. 18/2006).<br />
29 aprile 2006 al Sac. Giuseppe Lofrese, Presidente del Capitolo<br />
Cattedrale di <strong>Gravina</strong>, per alienare un suolo ubicato<br />
alla periferia dell’abitato di <strong>Gravina</strong> in Puglia, al<br />
fine di sostenere la Fondazione “Benedetto XIII”,<br />
di cui lo stesso Capitolo è uno dei Soci confondatori<br />
(Prot. n. 16/2006);<br />
al Sac. Giuseppe Nicola Cipriani, Presidente e<br />
Legale rappresentante del “Sacro Monte dei Morti”<br />
in <strong>Gravina</strong>, per alienare un suolo ubicato alla<br />
periferia dell’abitato di <strong>Gravina</strong> in Puglia, al fine<br />
di sostenere la Fondazione “Benedetto XIII”, di cui<br />
lo stesso Ente è uno dei Soci confondatori (Prot. n.<br />
22/2006).<br />
8 luglio 2006 a P. Giuseppe Rolli, ofmConv., Parroco della<br />
Parrocchia Maria SS. Annunziata in Spinazzola,<br />
per cedere il diritto di usufrutto sulle unità immobiliari<br />
site in Spinazzola, Corso Umberto I n. 140-<br />
142 (appartamento al primo piano e locale a piano<br />
terra) (Prot. n. 27/2006);<br />
al Sig. Vincenzo Ventricelli, Priore e Legale rappresentante<br />
della Confraternita Maria SS. Immacolata,<br />
con sede in <strong>Altamura</strong> presso la Parrocchia<br />
di S. Teresa, per alienare un immobile sito in <strong>Altamura</strong>,<br />
Claustro Altieri n. 7 (Prot. n. 28/2006).<br />
26 settembre 2006 al Sac. Giuseppe Manfredi, Parroco della Parrocchia<br />
SS. Trinità in <strong>Altamura</strong>, per alienare un immobile<br />
sito in <strong>Altamura</strong>, Via Trinità n. 40 (Prot. n. 43/2006).<br />
25 ottobre 2006 a Mons. Venturo Lorusso, Legale rappresentante<br />
dell’Arciconfraternita del Purgatorio, con sede in<br />
<strong>Altamura</strong>, per alienare un immobile sito in <strong>Altamura</strong>,<br />
Via Trinità n. 25 (Prot. 52/2006).<br />
34
34<br />
Mons. Vescovo ha approvato:<br />
Riconoscimenti e Approvazioni<br />
6 febbraio 2006 gli elaborati tecnici presentati dall’Ing. Francesco<br />
Rutigliano, relativi agli impianti elettrico, d’allarme<br />
ed antincendio circa il progetto “Memoriae Ecclesiae<br />
Murgiae” (già approvato in data 10 novembre<br />
2005), attribuendo alla S.r.l. Gi.Enne Elettronica<br />
l’esecuzione dei suddetti lavori, alle condizioni<br />
offerte dalla stessa società (Prot. n. 03/2006).<br />
Idoneità all’Insegnamento della Religione Cattolica<br />
30 dicembre 2006 Mons. Vescovo ha rilasciato il Decreto di idoneità<br />
all’insegnamento della Religione Cattolica nelle<br />
Scuole Statali Primarie e dell’Infanzia ai seguenti<br />
Insegnanti (Prot. n. 68-207/2006):<br />
Arteria Caterina, Barbara Anna, Basile Angela,<br />
Basile Chiara, Basile Rosa, Berloco Cecilia, Boffilo<br />
Maria Elisabetta, Bruno Rosa, Cagnazzi Lucia,<br />
Caivano Giuseppina, Calia Angela, Calia Margherita,<br />
Calia Paola, Calò Antonia, Cannito Domenica<br />
Elena, Capolongo Marisa, Capone Pasqua, Caponio<br />
Carmela, Caponio Chiara, Caponio Domenica,<br />
Caponio Irene, Capozzi Francesca, Capurso Paola,<br />
Carbone Anna, Cardascia Maria Pia, Cardinale<br />
Cornelia Maria, Carissimo Maria, Carlucci Teresa,<br />
Carulli Maria Teresa, Cassano Maria Francesca,<br />
Cataldi Giovanna, Cataldi Giuseppina, Cataldi<br />
Maria, Catello Patrizia, Ceglie Angela Francesca,<br />
Ceglie Concetta, Ciccarone Amalia Claudia, Ciccarone<br />
Rosangela, Cipriani Maria, Cirillo Carmela,<br />
Colacicco Filomena, Colamonaco Filomena,<br />
Colonna Filomena, Colonna Isabella, Cornacchia<br />
Maria, Corniola Rosa, Corrado Maria Filippa, Cristofaro<br />
Antonella, D’Ambrosio Antonia, Decandia
Maria Giovanna, Deninno Anna, Dibattista Lucia,<br />
Dibenedetto Anna, Digirolamo Antonia, Digregorio<br />
Maria Rosaria, Dimattia Maria Giuseppa, Dimita<br />
Carmela, Dipalo Grazia, Disabato Elisabetta<br />
Maria, Disanto Vita Rosanna, Facendola Maria<br />
Rosaria, Farella Grazia Maria, Fiorilli Maria, Gatti<br />
Anita, Genuario Maria, Giannico Antonella, Giannuzzi<br />
Loreta, Gramegna Maria Giacinta, Grittani<br />
Marta, Iacovelli Rosalba, Iurino Loredana, Iurlandino<br />
Teresa, Labarile Angela, Labarile Domenica,<br />
Labarile Maria Stefania, Labarile Rosanna, Lavolpe<br />
Grazia, Lella Maria, Leone Adalgisa, Loiudice<br />
Rosa, Lombardi Consiglia, Lorusso Angela, Lorusso<br />
Giacoma, Lorusso Luigia, Loviglio Teresa,<br />
Maggio Isabella, Mammucci Alfonsina, Marculli<br />
Anna, Mariani Maria Addolorata, Mascolo Maria<br />
Giovanna, Masiello Domenica, Mastrogiacomo<br />
Maria Assunta, Messenio Chiara, Messina Angela,<br />
Milano Margherita, Minutiello Francesca, Montrone<br />
Ciriaca, Moramarco Filomena, Morra Carmen,<br />
Morra Rosaria, Natuzzi Antonia, Natuzzi Maria<br />
Cristina, Palasciano Cecilia, Panzarea Annunziata,<br />
Pappalardi Maria, Paradiso Annunziata, Patella<br />
Eufemia, Perniola Lucia Vita, Perniola Maria Luisa,<br />
Pontrandolfo Rosa, Porfido Marcella, Prezzano<br />
Arcangela, Priore Angela, Raguso Lucia, Renzo<br />
Felicia, Ruggero Giuseppina, Sannolla Anna, Santarsia<br />
Anna Teresa, Santoro Annunziata, Scalera<br />
Stella, Schinco Domenica, Sette Antonia, Sette Sabrina,<br />
Sirianni Daniela, Sornatale Maria, Stano Annamaria,<br />
Stolfa Anna, Tarantino Innocenza, Tartaro<br />
Anna, Tedesco Carmela, Tragni Irene, Trotta Adele,<br />
Trotta Eufemia Emma, Tucci Rosa, Turi Rosa,<br />
Ungaro Gabriella, Valenzano Maria Raffaella, Varvara<br />
Maria Teresa, Vitobello Rita, Vitti Annavita.<br />
34
3 0<br />
Onorificenze<br />
Con Biglietti della Segreteria di Stato in data 6 marzo 2006, il Santo Padre<br />
Benedetto XVI ha nominato Cappellani di Sua Santità i Rev.di:<br />
§ Sac. Giuseppe Angelo Casino<br />
§ Sac. Giuseppe Ciccarone<br />
§ Sac. Antonio Lorusso<br />
§ Sac. Giuseppe Lofrese
Omelia<br />
per la Messa Crismale<br />
Concattedrale di <strong>Gravina</strong><br />
12 aprile 2006<br />
Saluto iniziale<br />
Omelie<br />
Is 61, 1-3.6.8-9<br />
Sal 88<br />
Ap 1, 5-8<br />
Lc 4, 16-21<br />
Carissimi Presbiteri e Diaconi,<br />
sono certo che venite tutti con profonda e sempre nuova commozione<br />
a questa solenne concelebrazione, che ci riporta al giorno nostra ordinazione,<br />
ci fa fare un’esperienza gioiosa di incontro fraterno, di unità<br />
presbiterale e di comunione ecclesiale.<br />
Vi saluto cordialmente uno per uno e vi abbraccio nel Signore.<br />
Saluto con paterno affetto i Seminaristi del Seminario Teologico e<br />
Diocesano, i Ministri istituiti, le Religiose e le Consacrate, tutti i fratelli<br />
e le sorelle qui presenti e in voi saluto le parrocchie alle quali appartenete.<br />
Un pensiero particolarmente affettuoso da parte di tutti noi va, in<br />
questa celebrazione, a tutti i sacerdoti infermi fisicamente assenti, e un<br />
ricordo di suffragio a S.E. Mons. Donato Squicciarini e a Don Lorenzo<br />
Colaninno, chiamati a partecipare alla Pasqua eterna.<br />
Col saluto, un grazie sincero a quanti si sono adoperati e messi a disposizione<br />
per la migliore riuscita di questa celebrazione, alle persone<br />
che si prendono cura dei sacerdoti, a tutti coloro che lavorano al loro<br />
fianco nelle parrocchie, e a tutta l’assemblea, per essere venuta a onorare<br />
e sostenere con la preghiera i suoi sacerdoti.<br />
3 1
3 2<br />
Omelia<br />
Il Presbitero, segno vivo della speranza<br />
Carissimi Presbiteri, Diaconi, fratelli e sorelle,<br />
la celebrazione della Messa Crismale alle porte del Triduo Sacro ci<br />
introduce nel cuore del mistero pasquale. È una celebrazione unica, solenne,<br />
plenaria, ed è per tutti i presbiteri come l’esperienza del Tabor<br />
concessa da Gesù a Pietro, Giacomo e Giovanni, per prepararli ad affrontare<br />
e comprendere il dramma della passione.<br />
Questa divina liturgia, infatti, ci chiama a ravvivare il dono che Dio<br />
ci ha fatto per l’imposizione <strong>delle</strong> mani del Vescovo (cfr Tm 1, 6) e ci<br />
consegna gli oli benedetti perché siano, nelle Comunità, segni efficaci di<br />
grazia, di salvezza e di speranza.<br />
Non possiamo vivere questo momento importante e centrale per i<br />
presbiteri di tutte le Chiese Locali, senza inserirlo nel cammino della<br />
Chiesa Italiana, e senza leggerlo alla luce della prima enciclica del Santo<br />
Padre Benedetto XVI.<br />
Speranza e Carità, <strong>insieme</strong> alla Fede, sono una triade di virtù talmente<br />
complementare ed inscindibile, che non è possibile parlare di una senza<br />
sfociare nell’altra.<br />
Contemplando Cristo che lava i piedi ai suoi discepoli, che spezza se<br />
stesso per noi, che apre le braccia sulla croce, che perdona i suoi crocifissori<br />
e promette il Regno Eterno a un compagno di pena, comprendiamo<br />
cosa è la speranza, che cosa è la carità e chi ne è la sorgente.<br />
1. La speranza e il presbitero<br />
La speranza cristiana non è un pio desiderio, né un augurio; non è un<br />
auspicio, né un’illusione in cui rifugiarsi per non guardare la realtà.<br />
La speranza che Cristo ci dona è certezza solida ricevuta nella fede,<br />
fondata sulla serietà di Dio, sul Cristo Suo Figlio, morto e risorto.<br />
La speranza è fiducia assoluta e indiscutibile in Cristo Via, Verità e<br />
Vita, salvezza e risurrezione nostra.<br />
La speranza cristiana è dono e virtù; è grazia e conquista, è sicurezza<br />
incrollabile, anche nell’apparente contraddizione dei segni.
Della speranza, che è Cristo stesso, innanzitutto noi sacerdoti siamo<br />
testimoni.<br />
Scrive Chevrot in “La victoire de Pâques”: “Siamo inevitabilmente<br />
i testimoni del Cristo, fedeli o falsi testimoni. In ogni modo, saremo testimoni;<br />
se Gesù vive in noi come viveva nei suoi Apostoli con la forza<br />
dello Spirito Santo, testimonieremo a suo favore; diversamente testimonieremo<br />
contro di lui”.<br />
Da che cosa si vede che noi abbiamo speranza in Cristo? Che cosa ci<br />
rende testimoni di speranza? Devono risplendere in noi le virtù sacerdotali<br />
di Cristo!<br />
Il Pastore, quanto più si conforma al Cristo, tanto più va incontro al<br />
gregge, e il gregge lo cerca, lo segue, lo ascolta, gli crede.<br />
Il Presbitero non è un solitario chiuso nel suo intimismo, o nel suo<br />
egoismo o davanti al suo computer; non è un funzionario del culto o un<br />
attivista della Chiesa: è il pastore che forma la comunità intorno a Cristo<br />
Parola ed Eucaristia, la fa <strong>camminare</strong> nella speranza e con essa va verso<br />
le “altre pecore che non sono di quest’ovile” (Gv 10, 16).<br />
Nei confronti di Colui che ci ha chiamati e del popolo al quale siamo<br />
mandati, noi:<br />
ÿ siamo come gli uomini mandati da Mosè, che al ritorno dell’esplorazione<br />
della Terra Promessa, ne portano i frutti e raccontano meraviglie;<br />
ÿ siamo come l’angelo Gabriele che annunzia l’aurora del mondo<br />
nuovo e suscita risposte;<br />
ÿ siamo gli apostoli che raccontano ciò che hanno veduto, toccato e<br />
sperimentato del Verbo della vita.<br />
È sempre valida e attuale, nonostante il perdurare di tante crisi vocazionali,<br />
la figura del presbitero come il pastore che dona la vita, perché<br />
il gregge raggiunga i pascoli erbosi e le acque tranquille del cuore di<br />
Cristo, nel quale riposare.<br />
La Traccia del cammino verso Verona domanda di formare cristiani<br />
adulti, non omologati alla mentalità corrente, ma conformati a Cristo,<br />
fondati sull’amore, aperti alla missione, fedeli a Cristo nella testimonianza,<br />
e all’uomo nella condivisione dei suoi drammi e dei suoi bisogni.<br />
Perché la Chiesa riprenda “slancio per annunciare il Vangelo della<br />
speranza” (Traccia); perché il popolo di Dio diventi “la stirpe eletta, il<br />
sacerdozio regale, la nazione santa, perché proclami le opere meravi-<br />
3 3
3 4<br />
gliose di Lui”, occorrono segni forti e credibili di speranza: occorrono<br />
sacerdoti santi.<br />
È lo stile di vita che ci rende segno concreto e credibile di speranza.<br />
In una cultura dall’aria viziata noi siamo il profumo di Cristo.<br />
Noi, davanti al miracolo della vita che deve nascere, davanti al mistero<br />
della morte e all’oscurità della sofferenza, davanti allo stravolgimento<br />
e al predominio dell’eros, all’attaccamento ai beni materiali, siamo<br />
chiamati continuamente a testimoniare e a infondere speranza. Siamo il<br />
faro al quale tutti si riferiscono per navigare verso la salvezza.<br />
Vedere il proprio prete rinnovato nello spirito, più paziente, più accogliente,<br />
più fedele agli impegni, più attento alle situazioni di fragilità,<br />
più vicino ai giovani, più presente sul campo del quotidiano faticoso<br />
<strong>delle</strong> famiglie, più unito ai confratelli sacerdoti, più sensibile verso la<br />
<strong>Diocesi</strong>, più disposto a valorizzare i consigli e ad accettare collaborazione,<br />
più umile nei rapporti, più distaccato dai soldi e più trasparente<br />
nell’amministrazione, più preoccupato della propria formazione e della<br />
propria vita spirituale, significa, per il popolo, essere portato come aquilotto<br />
implume sulle ali della speranza del proprio pastore.<br />
In una parola, solo il presbitero santo è segno di speranza.<br />
2. La carità, segnale forte e chiaro della speranza<br />
Solo chi ama dà speranza al mondo! Cristo morto e risorto è diventato<br />
speranza del mondo, perché lo ha amato fino alla fine.<br />
L’ultima preghiera di Gesù nel cenacolo è stata una forte, fiduciosa e<br />
accorata domanda di unità e di comunione intima con il Padre e il Figlio<br />
e tra di noi.<br />
L’ultima invocazione, prima di emettere lo Spirito sulla croce, è stata<br />
una richiesta di perdono: la vittima implorava perdono per i crocifissori<br />
bestemmiatori e sacrileghi. Egli, che si era caricato di tutto il peccato del<br />
mondo, si è sostituito a noi anche nel domandare perdono al Padre.<br />
Per dare speranza al mondo, bisogna convertirsi all’amore. Noi, invece,<br />
ci auto-perdoniamo troppi peccati contro la carità.<br />
La speranza che dobbiamo infondere nel cuore degli uomini con la<br />
nostra testimonianza è che in Cristo è possibile amare il fratello, il prossimo,<br />
il nemico; è possibile accettare la sofferenza, portare con dignità le<br />
responsabilità della vita.
E perché la nostra testimonianza sia credibile ed efficace, dobbiamo<br />
cercare con tutte le forze di dirci con amore e per amore la verità, di<br />
comprendere i limiti, apprezzare gli sforzi, parlare bene dei confratelli,<br />
essere sempre disposti a collaborare; dobbiamo amare il popolo di Dio<br />
con la pazienza del padre e la tenerezza della madre.<br />
3. Il distacco, segno di speranza<br />
Per essere segno di speranza, dobbiamo essere proiettati verso la beata<br />
speranza, desiderosi come Paolo, come Ignazio di Antiochia, dell’incontro<br />
con Cristo nel suo Regno. Dobbiamo essere protesi, come Cristo,<br />
verso l’ora del compimento.<br />
Dobbiamo essere operosi e di passaggio come le stagioni dell’anno:<br />
ognuna ha un compito importante; ma se non cede il posto a quella che<br />
segue, si arresta il ciclo della vita vegetale: non ci sono frutti! Perché ci<br />
riesce tanto difficile capire che le comunità parrocchiali, pur grate per<br />
l’immenso bene ricevuto da un sacerdote, dopo un eccessivo numero di<br />
anni, cadono in un insopportabile e interminabile autunno in cui tutto<br />
avvizzisce e cade, senza speranza né volontà di rinascita?<br />
Siamo segno di speranza se ci sostiene la consapevolezza di dover<br />
cedere il posto a chi è chiamato a dare continuità al nostro lavoro.<br />
Se nel luogo dove siamo e nel lavoro che facciamo, ci sentiamo padroni,<br />
nel momento in cui siamo invitati a lasciare, proveremo il senso<br />
della frustrazione, della sconfitta, della delusione, del tradimento, dell’ingiustizia,<br />
dell’ingratitudine, del torto.<br />
4. Esaminiamoci sulla speranza<br />
Dobbiamo riconoscere davanti a Dio, e al suo popolo, con umiltà, “in<br />
cinere et cilicio”, che non sempre brilliamo in esemplarità di comportamento,<br />
non sempre edifichiamo. Finché il popolo di Dio non vede che<br />
mettiamo al primo posto la relazione con Dio, che siamo impregnati di<br />
umiltà, di carità fraterna, avrà motivo per non sperare.<br />
Mentre serviamo nel ministero pastorale, quali messaggi trasmettiamo?<br />
Cosa coglie il popolo? Quali impressioni si porta via chi ci avvicina?<br />
3
3<br />
Dobbiamo confessare che siamo, se non divisi, almeno distanti, talvolta<br />
diffidenti, facilmente pronti a giudicare.<br />
Forse, come ci sono giovani “interiormente dissociati”; come ci sono<br />
adolescenti già “rotti dentro”, come ci sono “coppie rotte”, ci sono anche<br />
in qualche presbiterio del mondo “sacerdoti rotti”, che si lamentano<br />
della solitudine, che fanno fatica a comprendere la propria identità e la<br />
loro funzione ecclesiale, semplicemente perché non sono capaci di passare<br />
“dall’amore di sé al dono di sé”.<br />
C’è un deserto di amore intorno a noi che invoca la pioggia ristoratrice<br />
della speranza e di una gioiosa testimonianza di amore.<br />
5. Il mondo smarrito ha bisogno di speranza<br />
Tutte le forme di povertà presenti oggi nel mondo del benessere e in<br />
quello dei poveri hanno bisogno di segnali forti di speranza.<br />
Sono tanti, tantissimi i poveri di cibo, di salute, di casa, di lavoro; non<br />
sono meno i poveri di relazione: anziani, disabili, famiglie sbriciolate,<br />
minori trascurati.<br />
Sono innumerevoli i poveri di senso della vita, che si autodistruggono<br />
con la droga, l’alcool, l’anoressia, la bulimia, l’eccesso di velocità, il<br />
gioco d’azzardo, lo sfruttamento, la pedofilia, la devianza.<br />
Negli ultimi due secoli certe correnti di pensiero illuministe, nichiliste,<br />
materialiste, hanno tentato di negare Dio, di dichiararlo morto o mai<br />
esistito.<br />
La pretesa dell’epoca post-moderna è di negare la vera identità dell’uomo,<br />
della natura umana, <strong>delle</strong> sue leggi: spenta la Luce non si vede<br />
più nulla. Estromesso o negato Dio, come si fa a sapere chi è l’uomo?<br />
Il mondo attuale ha bisogno di un nuovo afflato di speranza che lo<br />
faccia risuscitare; e noi ne siamo i portatori.<br />
Questa consapevolezza deve risvegliare continuamente in noi un fortissimo<br />
anelito di cambiamento interiore e di rinnovamento spirituale.<br />
Più cerchiamo di essere veri e puliti dentro, di esprimere al meglio la<br />
nostra identità di ministri di Cristo, di presentarci al gregge come uomini<br />
ricchi di virtù, spiritualmente eleganti, asceticamente formati, in possesso<br />
di una grande dote di umanità, più suscitiamo speranza, bisogno di<br />
conversione e di impegno nel popolo di Dio.<br />
Nella preghiera, nell’ascolto, nella celebrazione eucaristica, cerchia-
mo ardentemente il Volto del Padre, perché nella predicazione, nel ministero<br />
e nei rapporti umani traspaia la presenza di Cristo e la nostra<br />
intimità con Lui. Dice Chevrot, nell’opera citata: “Non faremo mai conoscere<br />
Gesù Cristo se non lo conosciamo noi stessi dal di dentro, e non<br />
lo conosciamo veramente se non lo amiamo. Chi vive nell’intimità del<br />
Cristo sa pure parlare bene di lui […] Il testimone fedele è colui che fornisce<br />
la prova vivente che Gesù è il suo Salvatore, come dichiarava San<br />
Paolo: «La mia vita è Gesù Cristo». Gesù è colui che dà alla mia vita la<br />
sua ragion d’essere, il suo valore, il suo splendore? Posso affermare che<br />
se lui scomparisse dalla mia vita, dovrei scomparire anch’io? La mia<br />
vita è Gesù Cristo. Pregarlo è il mio riposo, ascoltarlo è la mia liberazione,<br />
riceverlo è la mia massima gioia”.<br />
“Non abbiamo visto mai Dio tanto vicino” dicevano coloro che avvicinavano<br />
il Curato d’Ars.<br />
Chi ci avvicina deve toccare con mano che credere in Gesù cambia la<br />
vita; affidarsi a Cristo mette le ali, porta in un’altra dimensione; abbandonandosi<br />
a Lui, si entra in una nuova realtà.<br />
Lo garantisce l’apostolo Pietro nella prima lettera: “Stringendovi a<br />
Lui, pietra viva… anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione<br />
di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo…” (2, 4-5).<br />
Dobbiamo convincerci, inoltre, dell’importanza essenziale della comunione<br />
e della forza comunionale che hanno la fedeltà agli incontri<br />
istituzionali, la collaborazione con le parrocchie vicine, il cammino verso<br />
le unità pastorali, i momenti di fraternità sacerdotale.<br />
Ci sono segni di buona volontà ed esperienze promettenti di incontro;<br />
ma i passi di pochi devono diventare il cammino di tutti.<br />
6. Conclusione<br />
Mi piace concludere questi pensieri con alcune riflessioni tratte da<br />
una lettera di Madre Margherita Tanlongo, seconda Superiora Generale<br />
<strong>delle</strong> Suore Oblate del Sacro Cuore: “[I sacerdoti] Sono i pastori che si<br />
dedicano completamente alle loro pecorelle, che cercano la pecorella<br />
smarrita, vanno incontro al figliuol prodigo, versano olio e balsamo sulle<br />
anime ferite, piangono ai piedi dell’altare le colpe degli uomini e le<br />
espiano con l’immolazione di tutto il loro essere.<br />
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3<br />
Sono i sacerdoti che con la dignità della loro presenza danno ai fedeli<br />
l’impressione di vedere Gesù stesso […]<br />
La salvezza del mondo?... Sono i sacerdoti santi. Ogni loro parola è<br />
messaggio di pace, il loro esempio ha una forza irresistibile, la loro presenza<br />
vale essa stessa come una predica […]<br />
Vedendoli si pensa a Dio, avvicinandoli ci sentiamo migliori e nessuna<br />
anima può sottrarsi al calore vivificante della loro carità.<br />
Quale cumulo di grandezze, quale abisso di spirituali ricchezze!”.<br />
Con questa consapevolezza e con rinnovate disposizioni interiori,<br />
desiderosi di essere i pastori, le guide, i maestri, i testimoni e i modelli<br />
della Speranza, accingiamoci a riconfermare gli impegni sacerdotali.<br />
* * *<br />
Omelia<br />
per la Celebrazione diocesana<br />
del Corpus Domini<br />
Poggiorsini<br />
15 giugno 2006<br />
Adorate il Signore Cristo nei vostri cuori<br />
Es 24, 3-8<br />
Sal 115<br />
Eb 9, 11-15<br />
Mc 14, 12-16.22-26<br />
Tutta la Comunità Diocesana si è radunata intorno all’altare del Signore,<br />
per rendere solenne omaggio di adorazione alla Sua presenza reale<br />
nella Divina Eucaristia.<br />
Nella liturgia c’è già un giorno solenne dedicato all’Eucaristia: il<br />
Giovedì Santo. Ma quel giorno contempliamo l’istituzione, il sacrificio<br />
pasquale.<br />
Il Papa Urbano IV, nel 1264, istituì la solennità del Corpus Domini<br />
soprattutto per dare spazio alla pubblica adorazione, alla persona di Gesù<br />
realmente presente in Anima, Corpo, Divinità nella SS. Eucaristia.
Siamo qui per celebrare il sacrificio della Nuova Alleanza e per adorare.<br />
Di sacrificio di alleanza ci hanno parlato le letture; di invito ad adorare<br />
ci parla la frase scritta sul fondale dell’altare.<br />
La prima Lettura ci ha portati nel deserto del Sinai, dove si celebrò la<br />
prima grande assemblea liturgica dell’Antico Testamento.<br />
Dio aveva dato la Legge a Mosè e aveva proposto un’alleanza al suo<br />
popolo.<br />
Mosè costruisce un altare con 12 pietre, simbolo <strong>delle</strong> 12 tribù, e fa<br />
celebrare un sacrificio di alleanza.<br />
Tre grandi segni emergono nel rito:<br />
a) la lettura del libro della Legge;<br />
b) l’impegno del popolo: “Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo<br />
e lo eseguiremo”;<br />
c) l’aspersione dell’altare e del popolo col sangue degli animali sacrificati:<br />
“Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha stretto<br />
con voi mediante tutte queste parole”.<br />
Tutti e tre questi segni avevano un forte contenuto simbolico:<br />
a) il libro della Legge è chiamato “Libro dell’Alleanza”, perché i comandamenti<br />
non sono precetti e proibizioni, ma rivelazione della<br />
volontà di Dio di instaurare un rapporto di rispetto e di amore reciproco;<br />
b) il sangue sull’altare e sul popolo era segno che un’unica vita scorreva<br />
tra Dio e il popolo: il popolo apparteneva a Dio;<br />
c) l’impegno del popolo dimostrava che non si celebrava un semplice<br />
rito; l’ascolto non era stato passivo. Il popolo era coinvolto e<br />
accettava la Legge.<br />
La lettera agli Ebrei (II Lettura) ha messo in evidenza l’infinita differenza<br />
tra il sangue che cadeva sul popolo di Israele nel deserto e il<br />
sangue che offriamo noi.<br />
Il sangue che noi offriamo, e dal quale siamo purificati e redenti, non<br />
è sangue di capri e di vitelli; ma è sangue di Cristo.<br />
Se Israele veniva realmente coinvolto, fino ad assumersi <strong>delle</strong> responsabilità<br />
e ad impegnarsi di osservare un’alleanza, quale deve essere<br />
la nostra partecipazione, il nostro coinvolgimento nell’assemblea liturgica?<br />
3
3 0<br />
Nel cenacolo, Gesù riprende le parole di Mosè: “Questo è il mio sangue,<br />
il sangue dell’Alleanza, versato per molti”. Il rito simbolico, diventa<br />
vero, reale.<br />
Il Sacrificio Eucaristico è sacrificio di Alleanza Nuova. In ogni Messa,<br />
Gesù dà il Suo sangue e una Nuova Legge; fa alleanza con noi: “Vi do<br />
un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri. Sì, come io ho amato<br />
voi, così amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno che siete miei<br />
discepoli, se avrete amore gli uni gli altri”.<br />
L’esempio di come si ama, Gesù lo dà lavando i piedi ai discepoli:<br />
ama chi si fa servo e si umilia.<br />
Scrive Benedetto XVI: “L’Eucaristia ci attira nell’atto oblativo di<br />
Gesù. Noi […] veniamo coinvolti nella dinamica della sua donazione<br />
[…] Lo stare di fronte a Dio diventa ora […] partecipazione al suo corpo<br />
e al suo sangue, diventa unione” (Deus caritas est, 13).<br />
“La «mistica» del sacramento ha un carattere sociale […] L’unione<br />
con Cristo è allo stesso tempo unione con tutti gli altri ai quali Egli si<br />
dona […] La Comunione mi tira fuori di me stesso verso di Lui, e così<br />
anche verso l’unità con tutti i cristiani […] Un’Eucaristia che non si traduca<br />
in amore concretamente praticato è in se stessa frammentata” (n.<br />
14).<br />
“Se il contatto con Dio manca del tutto nella mia vita, posso vedere<br />
nell’altro sempre soltanto l’altro” (n. 18).<br />
Adorate<br />
Quando si celebra bene, quando si entra con tutta la mente, il cuore, la<br />
vita nella celebrazione Eucaristica, …tutta la vita diventa una Messa, un<br />
atto di culto, un sacrificio spirituale, un’adorazione continua, una vita a<br />
due con Cristo.<br />
Ecco il senso <strong>delle</strong> parole di Pietro: “Adorate il Signore Cristo nei<br />
vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione<br />
della speranza che è in voi” (1Pt 3, 15).<br />
L’adorazione spetta solo a Dio.<br />
Adorare è riconoscere la trascendenza di Dio, la divinità di Gesù, la<br />
sua signoria, la sua sovranità universale.<br />
L’adorazione si esprime con i gesti di culto, i riti liturgici, la genuflessione,<br />
la prostrazione.
Ma l’adorazione diventa piena, vera, perfetta quando si adora con la<br />
vita: sono segni e frutti di una adorazione vera la cura della vita spirituale,<br />
i sacramenti, lo stato di grazia, l’assenza del peccato, la comunione<br />
di vita con Dio, la pratica <strong>delle</strong> virtù cristiane, soprattutto della carità, la<br />
preghiera nella giornata.<br />
Così si esprime Benedetto XVI nell’omelia dei Primi Vespri nella<br />
vigilia di Pentecoste: nella giornata “dobbiamo soprattutto ritrovare la<br />
fonte della vita […] La vita stessa deve riemergere in tutta la sua bellezza<br />
e sublimità, cercando col cuore Cristo […] La creazione e la storia<br />
[…] aspettano uomini e donne che realmente siano figli di Dio e si comportino<br />
di conseguenza”.<br />
San Paolo, quest’idea aveva del culto. È stato un modello e un maestro<br />
dell’adorare Cristo con la vita: vedeva il suo stesso martirio come<br />
una coppa versata in onore di Cristo.<br />
Egli, ai cristiani di Roma, scrive che tutta la vita cristiana è un culto<br />
spirituale: “Vi esorto, o fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire le<br />
vostre persone quale sacrificio vivo, santo, gradito a Dio; questo è il vostro<br />
culto spirituale”.<br />
L’unico culto del cristiano è l’offerta della vita di carità a Dio.<br />
Ai Filippesi scrive che il proprio martirio è il sangue versato in libagione;<br />
la vita di fede dei Filippesi e il proprio apostolato sono una “Liturgia”,<br />
un “Sacrificio”.<br />
È una “Liturgia” il gesto di carità dei Filippesi, che gli hanno mandato<br />
Epafrodito ad “assisterlo nelle sue necessità”. Chiama “Liturgia” la<br />
colletta fatta dai Corinzi e dai Romani a favore dei cristiani di Gerusalemme.<br />
L’espressione più alta, massima dell’adorazione è donare la vita a<br />
Cristo per i fratelli. Chi dona la vita, è sullo stesso piano cultuale del<br />
sacrificio di Cristo.<br />
Benedetto XVI, sempre nell’omelia dei Primi Vespri nella vigilia di<br />
Pentecoste, così si esprime: “La vita la si trova soltanto donandola […]<br />
Quando della vita ci si vuole soltanto impadronire, essa si rende sempre<br />
più vuota, più povera; facilmente si finisce per rifugiarsi nella droga,<br />
nella grande illusione […] La vita la troviamo nella comunione con Colui<br />
che è la vita in persona”.<br />
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3 2<br />
Concludo con una icona presa dal Vangelo che è stato proclamato:<br />
agli Apostoli che chiedono dove preparare per la Pasqua, Gesù risponde:<br />
“Vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo”.<br />
Cioè: incontrerete un “servo”; uno rivestito di umiltà, di spirito di servizio,<br />
che si rapporta al suo Padrone. Egli vi porterà a celebrare la Pasqua.<br />
Il mondo, oggi, ha bisogno urgente di questi servi, in stretto rapporto<br />
col Signore.<br />
Insieme al libretto per la celebrazione, vi è stata consegnata un’immaginetta<br />
ricordo di questa giornata. Dietro, trovate una preghiera semplice<br />
e breve, che ho scritta perché, imparandola a memoria, possiamo<br />
ripeterla innumerevoli volte lungo il giorno:<br />
− per vivere ogni momento in unione e in dialogo con Gesù;<br />
− per lavorare, stando continuamente alla presenza di Dio e dell’Eucaristia;<br />
− per rendere ogni azione un culto spirituale;<br />
− per adorare continuamente Cristo nel nostro cuore.<br />
Schema Omelia<br />
per l’Ordinazione Diaconale<br />
di Giuseppe Loviglio<br />
Concattedrale di <strong>Gravina</strong><br />
20 maggio 2006<br />
VI Domenica di Pasqua - B<br />
At 10, 25-27.34-35.44-48<br />
Sal 97<br />
1Gv 4, 7-10<br />
Gv 15, 9-17<br />
Nel Vangelo: tutte le risposte agli interrogativi che questa Celebrazione<br />
pone.<br />
Un giovane mette tutta la sua vita, la sua esistenza nelle mani del Signore<br />
e si impegna, consapevolmente e responsabilmente:
ÿ a vivere secondo la santità del Sacramento dell’Ordine,<br />
ÿ a mettere se stesso a servizio degli altri nella Chiesa.<br />
Qual è la chiave di lettura di questo gesto, in un contesto in cui:<br />
ÿ è rivendicata l’assoluta autonomia della sessualità;<br />
ÿ non si crede nel celibato;<br />
ÿ si ha paura di scelte definitive: nulla è certo, tutto è relativo;<br />
ÿ la Chiesa è presentata con i tratti più foschi;<br />
ÿ la figura di Cristo è sacrilegamente oltraggiata per odio contro<br />
il Papa e amore del denaro.<br />
Quando un giovane chiede di donare se stesso, è segno che ha ricevuto<br />
un dono: il dono di comprendere (con la luce dello Spirito e la certezza<br />
della fede) le parole che abbiamo ascoltato nel Vangelo: “Come<br />
il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio<br />
amore” (v. 9).<br />
Si risponde alla vocazione quando si comprende di essere amati da<br />
Gesù, con lo stesso amore col quale Egli è amato dal Padre.<br />
L’amore eterno, immenso, personale, gratuito che il Padre dona al<br />
Figlio, il Figlio lo dà a me.<br />
Come il Padre e il Figlio sono una cosa sola, perché il Padre rimane<br />
nel Figlio e il Figlio nel Padre, così chi scopre di essere amato con questo<br />
amore sente il bisogno di rimanere totalmente e per sempre nel Padre<br />
e nel Figlio.<br />
Scoprire di essere stati creati per entrare in comunione con Dio è la<br />
gioia più grande della vita: “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in<br />
voi e la vostra gioia sia piena” (v. 11).<br />
Dio non ama a parole: Dio ha tanto amato il mondo da dare il proprio<br />
Figlio; e il Figlio, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino<br />
alla fine.<br />
Dio ama donando se stesso: “Nessuno ha un amore più grande di questo:<br />
dare la vita per i propri amici” (v. 13).<br />
Chi prende coscienza di essere amato da Dio, sente il bisogno di donare<br />
la propria vita ai fratelli, perché anch’essi scoprano e facciano esperienza<br />
di essere amati da Dio: “Io […] vi ho costituiti perché andiate e<br />
portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (v. 16).<br />
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3 4<br />
Ecco la chiave che spiega il mistero del sacerdozio e della vita consacrata;<br />
ecco il segreto che spiega la domanda di Giuseppe di scegliere<br />
Colui dal quale è stato scelto, per servire gli altri unicamente per amore.<br />
Giuseppe, nella fedeltà di ogni giorno, non riprenderti mai ciò che<br />
oggi doni al Cristo!<br />
Nell’incontro quotidiano con Cristo, sentiti inviato in missione di<br />
servizio generoso e gratuito. Nel servire i fratelli, offri non cose di tua<br />
produzione, ma frutti che rimangano: Cristo, la sua Parola, il suo amore,<br />
la sua testimonianza.<br />
Ogni persona che avvicini, senta che tu sei “amico di Gesù”, perché<br />
dal tuo cuore e dalla tua bocca esce sempre e soltanto ciò che hai udito<br />
da Lui.<br />
Omelia<br />
per la festa della Virgo Fidelis,<br />
Patrona dell’Arma dei Carabinieri<br />
Cattedrale di Bari<br />
21 novembre 2006<br />
Zc 2,10-13<br />
Ef 1,3-6.11-12<br />
Mc 3.31-35<br />
In tutto il Vangelo, una sola volta Gesù presenta alla gente sua madre.<br />
Poteva dire di lei cose meravigliose: “la mia mamma è immacolata; è<br />
mia madre ma è vergine perché mi ha concepito per opera dello Spirito<br />
santo; è la madre di Dio, perché io sono il figlio di Dio”.<br />
Preferisce, invece, presentarla come modello di quelli che fanno sempre<br />
la volontà di Dio. La presenta come donna fedele alla parola di Dio,<br />
come vergine che mantiene nella fedeltà le promesse fatte al Signore.
l’origine della devozione<br />
I Carabinieri, da 65 anni, prima per lo zelo e la devozione del gesuita<br />
P. Massaruti; poi per opera dell’Ordinario Militare S. E. Mons. Carlo Alberto<br />
Cavallerleone e del Cappellano Capo P. Apolloni, gesuita, onorano<br />
la Vergine come patrona dell’Arma col titolo di “Virgo fidelis”.<br />
Nel 1949 questa devozione è così diffusa e sentita che Pio XII proclama,<br />
con la sua autorità pontificia, la Vergine Santissima, patrona dell’Arma<br />
dei Carabinieri col titolo di “Virgo fidelis”, e fissa la celebrazione<br />
della Festa al 21 novembre, giorno in cui la liturgia celebra la memoria<br />
della presentazione al tempio di Maria.<br />
E l’Arma dei carabinieri, nei 192 anni della sua storia, ha dimostrato<br />
in molti modi e in numerosissime azioni di fare onore alla propria<br />
Patrona.<br />
Il motto coniato nel primo centenario dell’Arma: “Nei secoli fedele”<br />
e gli appellativi di “benemerita” e “fedelissima” attribuitile negli anni<br />
seguenti, sono testimonianze di uno spirito e di un impegno che, nel cuore<br />
dell’Arma, non sono venuti e non vengono mai meno.<br />
le ragioni della festa<br />
La festa della Virgo fidelis, allora, celebra non solo la celeste Patrona,<br />
modello di fedeltà; ma anche lo spirito dell’Arma dei carabinieri, (che è<br />
la fedeltà), e l’identità del carabiniere, ciò che egli è. Celebra la vostra<br />
vita, il vostro carisma.<br />
La festa della Virgo Fidelis vi invita: a volgere lo sguardo alla testimonianza<br />
di Maria; a ricordare il cammino glorioso dell’arma. Un cammino<br />
segnato spesso dal sangue <strong>delle</strong> vittime sacrificate nell’adempimento<br />
del loro dovere.<br />
Oggi vogliamo onorare in modo speciale le vittime di Nassiria, sacrilegamente<br />
offese e oltraggiate da una ciurma di scalmanati, senza alcun<br />
senso civico, senza alcun sentimento di pietà, senza alcuna umanità. Nel<br />
ricordo commosso e riverente del loro sacrificio, oggi rinnovate gli impegni,<br />
che, vestendo la divisa e facendo giuramento, ognuno ha preso<br />
davanti alla propria coscienza, all’Arma e alla Patria: essere fedele!<br />
3
3<br />
Il segreto di Maria<br />
Qual’era il segreto della fedeltà di Maria? Maria aveva la mente, il<br />
cuore, la vita piena di Cristo.<br />
Il cuore di Maria è stata la prima casa abitata in terra dal Figlio di Dio.<br />
Al centro del cuore di Maria c’è Gesù; intorno a Gesù, come la terra intorno<br />
al sole, ha orbitato Maria con una fede indefettibile.<br />
Il cuore di Maria era il Tempio dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo<br />
l’ha resa non solo madre del Figlio di Dio incarnato, ma anche forte,<br />
umile, semplice, vigilante, fedele.<br />
Il segreto di Maria lo rivela e lo riassume San Luca con questa espressione:<br />
“Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel<br />
suo cuore” (Lc 2,19). Cioè, Maria filtrava tutto ciò che accadeva e doveva<br />
fare alla luce della Volontà di Dio e della Sua Parola.<br />
La Virgo Fidelis, modello attuale<br />
Maria era una semplice ragazza di villaggio, sposa di un giovane di<br />
nome Giuseppe. È lontana da noi nel tempo, ma è modello attuale per i<br />
cristiani di ogni tempo. Il nostro tempo sembra caratterizzarsi per il suo<br />
allentamento da Dio.<br />
Oggi si vogliono risolvere i problemi senza di Lui; lo si vuole escludere<br />
dalla vita, dalla cultura, dalla politica, dalla società.<br />
Il Papa, il 19 ottobre scorso, al Convegno Ecclesiale di Verona ha detto<br />
che in Maria “incontriamo pura e non deformata, al vera essenza della<br />
Chiesa”. Maria è il punto di riferimento, il modello del quale abbiamo<br />
bisogno per riuscire ad essere segno concreto e credibile della presenza<br />
di Dio e della Sua azione nel mondo.<br />
Maria insegna che “senza Dio” siamo niente; siamo ruderi di Città<br />
desolate.<br />
Senza Cristo, c’è solo sete di potere; c’è orgoglio, bramosìa di piaceri,<br />
assenza di principi e di valori. Quando nel cuore dell’uomo non c’è<br />
posto per Cristo, non c’è posto nemmeno per il prossimo; per il rispetto<br />
della vita e della dignità della persona.<br />
È così che si arriva a dissacrare giovani vite sacrificate nell’adempimento<br />
del loro dovere a servizio della pace, dell’assistenza ai deboli, del<br />
dialogo tra i popoli e le culture.
Il Papa a Verona ha affermato: “decisivo è il nostro essere uniti a Lui,<br />
e quindi tra noi”; “la nostra vera forza è dunque nutrirci della Sua Parola<br />
e del Suo Corpo”. Applicato a voi questo messaggio significa che il<br />
carabiniere, per essere fedele alla Patria, deve essere fedele a Cristo e al<br />
Corpo al quale, come militare, appartiene.<br />
santi in divisa<br />
Tra le vostre file non mancano uomini che hanno testimoniato con la<br />
vita quanto siano vere le parole del Santo Padre.<br />
È in corso la causa di beatificazione di Salvo D’Acquisto, il comandante<br />
della Stazione di Palidoro che il 23 settembre 1943 si consegnò ai<br />
tedeschi in cambio di 22 ostaggi presi per rappresaglia.<br />
Il Generale francese Gioacchino Ambert, verso la metà del 1800, tracciava<br />
questo profilo commovente, letterariamente poetico, ma vero ed<br />
esaltante, del carabiniere italiano: è un testo che certamente conoscete.<br />
“Io l’ho visto soccorrere i prigionieri con la devozione della suora<br />
di carità; l’ho visto confortare il condannato a morte, come fa il sacerdote<br />
col moribondo; l’ho visto dopo le cruente lotte civili curare i feriti,<br />
come fa il medico; l’ho visto nella famiglia calmare gli odi ed i rancori,<br />
come fa il confessore; l’ho visto presiedere le feste del villaggio, come fa<br />
il vecchio patriarca della tribù; l’ho visto combattere come guerriero;<br />
l’ho visto soffrire in silenzio come il religioso; l’ho visto morire come<br />
martire”.<br />
Questa non è poesia, né enfasi. Questi sono modelli di santità in divisa<br />
alla quale tutti siete chiamati.<br />
Ce lo ha ricordato San Paolo nella seconda lettura.<br />
Dio “ci ha scelti, prima della creazione del mondo, per essere santi e<br />
immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci ad essere suoi<br />
figli adottivi, per opera di Gesù Cristo”.<br />
È una chiamata che scaturisce dal battesimo e alla quale dobbiamo<br />
rispondere con la fedeltà di ogni giorno.<br />
La “Virgo fidelis” vi sia modello e guida.<br />
3
3<br />
Vergine del Rosario,<br />
Madre di Dio<br />
e Madre nostra, Maria,<br />
Tu hai condiviso<br />
le gioie, i dolori e la gloria<br />
del Tuo Figlio Gesù.<br />
Preghiera<br />
alla Madonna del Rosario<br />
Fà, o Madre, che noi,<br />
contemplando nei misteri del Rosario<br />
la tenerezza del Padre<br />
che ci ha donato il Suo Figlio,<br />
l’amore del Cristo,<br />
che ha versato il Suo sangue<br />
per la nostra salvezza,<br />
la potenza dello Spirito<br />
che risuscita, santifica e dà vita,<br />
ci convertiamo al Vangelo<br />
camminiamo nella speranza,<br />
cresciamo nella carità.<br />
La corona che ci offri,<br />
o Madre dolcissima,<br />
sia per noi, pellegrini nel mondo,<br />
pegno del Tuo aiuto<br />
e della Tua materna protezione,<br />
scudo che ci difende<br />
dalle seduzioni del Maligno,<br />
vincolo che ci unisce a Te,<br />
via che ci porta nel cuore<br />
dell’eterna e beata Trinità.<br />
Amen.<br />
Preghiere<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo
Io credo, o mio Gesù,<br />
che tu sei presente<br />
nella Santissima Eucaristia.<br />
Ti adoro nei tabernacoli<br />
di tutto il mondo<br />
e desidero ardentemente<br />
di riceverti nel mio cuore.<br />
Vieni in me,<br />
o mio Gesù,<br />
perché io viva<br />
ogni istante con Te.<br />
Dammi il tuo perdono<br />
e la tua grazia<br />
perché io ami Te<br />
e i miei fratelli<br />
come Tu ami me.<br />
Maria, Donna Eucaristica,<br />
rendimi, nella Chiesa<br />
e per il mondo,<br />
un segno vivo di speranza. Amen.<br />
Preghiera<br />
per la Comunione Spirituale<br />
Poggiorsini, 15 giugno 2006, Celebrazione Diocesana del Corpus Domini<br />
✠ Mario Paciello<br />
3
3 0<br />
a) Verifica<br />
Programma Pastorale Diocesano<br />
2006-2009<br />
Premessa<br />
Ogni nuovo anno pastorale ci fa sentire il bisogno e il dovere di chiederci:<br />
“cosa fare - quale tappa raggiungere - quali scelte privilegiare”.<br />
• Domanda legittima e necessaria per dare risposte che non siano un<br />
inutile agitare di ali senza volo e senza mèta.<br />
• Una risposta programmatica e operativa, per essere seria, deve fondarsi<br />
su una previa verifica del programma dell’anno precedente.<br />
• Se non dobbiamo accontentarci di frasi fatte, di programmi puramente<br />
cartacei, di cammini di Chiesa puramente illusori, dobbiamo avere<br />
l’umiltà e il coraggio di riconoscere il bene fatto e quello che potevamo<br />
promuovere e non abbiamo fatto.<br />
• Nel Programma Pastorale dello scorso anno abbiamo scelto di privilegiare:<br />
ß il Giorno del Signore;<br />
ß la famiglia;<br />
ß i giovani;<br />
ß le unità pastorali.<br />
Cosa ne è stato di questi quattro obiettivi nelle nostre Comunità e<br />
negli Uffici di Curia?<br />
• È impossibile in uno o due anni realizzare e consolidare conquiste pastorali;<br />
e quand’anche ci si riuscisse, non per questo dovrebbe venire<br />
meno l’impegno.<br />
• Se dobbiamo avere il coraggio della verità, dobbiamo riconoscere<br />
che:<br />
ß Dobbiamo fare passi significativi per promuovere la pastorale sanitaria,<br />
familiare, sociale e giovanile.<br />
ß Dobbiamo rendere molto più articolati, efficienti e propositivi gli<br />
Uffici di Curia e gli Operatori Pastorali Parrocchiali.<br />
ß Molti più giovani parteciperebbero alla Scuola di Preghiera se noi<br />
fossimo attenti ad invitarli e accompagnarli.
ß Potremmo fare di più per inculcare nei catechisti e negli operatori<br />
pastorali il dovere e il bisogno di formazione.<br />
ß Tutte le iniziative diocesane riuscirebbero meglio se fossero sempre<br />
e da tutti prese con dovuta attenzione.<br />
ß Gran parte del Programma Pastorale Diocesano non resterebbe<br />
lettera morta se lo si facesse entrare nella programmazione pastorale<br />
parrocchiale.<br />
ß Tante difformità di comportamento pastorale non ci sarebbero, se<br />
fosse più forte il senso di ecclesialità e di comunione presbiterale.<br />
ß Si può avere una maggiore partecipazione dei laici nell’azione pastorale<br />
se ci apriamo a un più rispettoso e attento ascolto e se dedichiamo<br />
più tempo alla formazione interiore e alla cura della vita<br />
spirituale <strong>delle</strong> persone.<br />
ß Si potrebbero dare risposte più adeguate ai bisogni di accoglienza<br />
se si unissero le forze e il volontariato per la carità.<br />
ß La costituzione <strong>delle</strong> unità pastorali non sarebbe così difficile e<br />
problematica, se fossimo un po’ più aperti al nuovo e alla comunione.<br />
ß Parecchie parrocchie non sono abitate e abitabili dai giovani.<br />
- I giovani, anche quelli “vicini”, avvertono l’assenza amichevole<br />
e spirituale, particolarmente dei preti giovani.<br />
ß Si nota il desiderio di un salto di qualità nella vita e nell’azione<br />
pastorale della <strong>Diocesi</strong>: dobbiamo chiederci cosa siamo disposti a<br />
fare per collaborare.<br />
Questa panoramica informale e incompleta non vuole essere né un<br />
libello di accusa né una retorica e trita lamentazione.<br />
Se in tutto ciò che abbiamo osservato c’è della verità, non dobbiamo<br />
fare altro che metterci in atteggiamento di conversione e ripartire col<br />
cuore aperto alla speranza.<br />
b) Indicazioni di metodo<br />
Per una migliore e più efficace azione pastorale, propongo, per la<br />
nuova tappa di cammino, alcune attenzioni metodologiche, che il Consiglio<br />
Presbiterale e i Direttori degli Uffici di Curia valuteranno.<br />
3 1
3 2<br />
1. Dobbiamo condividere più frequentemente con i Presbiteri la vita<br />
della <strong>Diocesi</strong> attraverso gli Organismi di Consiglio, incontri con i<br />
Parroci e riunioni cittadine.<br />
2. Dobbiamo impostare un Programma Pastorale Triennale (2006-<br />
2009) a dimensione interparrocchiale per aiutare gli operatori pastorali<br />
e le comunità a realizzare una pastorale di <strong>insieme</strong>, un’azione<br />
missionaria unitaria e comunitaria.<br />
3. Dobbiamo superare le collaborazioni sporadiche, le iniziative occasionali,<br />
gli aiuti di emergenza, per entrare in una cultura pastorale di<br />
comunione, di condivisione, di sussidiarietà, di partecipazione.<br />
4. Dobbiamo cogliere dall’esperienza che viviamo quale idea di Chiesa<br />
abbiamo, e dai Documenti del Magistero e del Concilio, quale<br />
Chiesa dobbiamo essere, quale battesimo dobbiamo vivere.<br />
5. Dobbiamo rinnovare la Curia con alcuni cambiamenti di persone<br />
o di ufficio e con l’inserimento di laici volontari nei diversi settori<br />
pastorali.<br />
6. Per facilitare i rapporti “Curia - Parrocchie”, si propone ai presbiteri<br />
e diaconi <strong>delle</strong> singole zone [1) <strong>Altamura</strong>; 2) <strong>Gravina</strong>, Spinazzola,<br />
Poggiorsini; 3) <strong>Acquaviva</strong>, 4) Santeramo] di scegliere non coordinatori,<br />
ma vicari foranei che si impegnano ad essere presenti in Curia<br />
una volta la settimana, e negli incontri degli Uffici di Curia.<br />
7. Si avverte la necessità di rendere la Caritas espressione della carità<br />
della <strong>Diocesi</strong>.<br />
Poiché la “carità” è il tema di fondo di tutta l’azione pastorale del<br />
triennio 2006-2009, occorre articolare meglio l’ufficio, dividere le<br />
responsabilità dei servizi e dei progetti, sviluppare l’impegno formativo<br />
dei preti e dei laici.<br />
8. Un’attenzione particolare occorre nella nostra <strong>Diocesi</strong> al mondo e<br />
ai problemi della cultura sui grandi temi ideologici, etici e teologici,<br />
oggi maggiormente dibattuti.<br />
A tal proposito si nota la necessità di invitare maestri autorevoli, di<br />
istituire l’Ufficio di Pastorale Scolastica e di coordinarlo con l’Ufficio<br />
Cultura e l’Ufficio Scuola, per offrire ai docenti, agli universitari,<br />
ai professionisti, occasioni di approfondimento sui punti più<br />
dibattuti nel contesto attuale.<br />
9. Occorre istituire una Scuola di Formazione Socio-Politica per far<br />
conoscere il pensiero della Chiesa in fatto di Dottrina Sociale e Politica.
Facendo tesoro <strong>delle</strong> esperienze in atto in altre <strong>Diocesi</strong> e interagendo<br />
con le Associazioni socio-politico-culturali esistenti (Circolo <strong>delle</strong><br />
Formiche - Circolo Aldo Moro - Progetto “Bollenti spiriti” - Circolo<br />
dei monelli - Pensare Politicamente - Associazioni Culturali) è possibile<br />
suscitare interesse verso il diritto-dovere di cittadinanza da<br />
cristiani nel mondo della politica, dell’economia, della vita sociale.<br />
10. Per la Scuola di Formazione Teologico Pastorale, dopo le diverse<br />
tipologie adottate, si avverte la necessità di una maggiore stabilità<br />
nelle forme e nei contenuti.<br />
Nasce la S.F.T.P. come realtà autonoma, distinta dagli altri Uffici, e<br />
in dialogo con essi, con un proprio Direttore ed un’unica sede.<br />
Le lezioni si svolgeranno in due ore settimanali nell’arco di un triennio.<br />
Il piano di studi sarà articolato sulla base <strong>delle</strong> quattro Costituzioni<br />
Conciliari del Vaticano II.<br />
Luogo della Scuola potrebbe essere la nuova Parrocchia della Trinità<br />
di <strong>Altamura</strong> (Chiesa della Trasfigurazione in Via Santeramo).<br />
11. L’Aggiornamento dei Sacerdoti si potrebbe fare il lunedì sera, anziché<br />
il venerdì, e articolarsi in due momenti: a) Relazione; b) Gruppi<br />
di approfondimento a livello cittadino.<br />
c) Eventi di rilievo dell’anno 2006/2007<br />
• L’Anno Pastorale 2006-2007, dopo la grande Assemblea dell’Incoronata<br />
e le tre grandi feste della Madonna di Costantinopoli, della<br />
Madonna del Buoncammino e di San Michele Arcangelo, si apre<br />
con due eventi straordinari che si celebreranno lo stesso giorno, il 30<br />
settembre 2006: l’inaugurazione del nuovo Ospedale “F. Miulli” e<br />
l’inaugurazione del nuovo Seminario.<br />
Per l’una e l’altra manifestazione, che saranno presiedute da Sua<br />
Eminenza il Cardinale Re, riceverete l’invito col vivo desiderio che<br />
siate presenti, almeno a una <strong>delle</strong> due.<br />
• Un altro evento straordinario sarà la “Visita ad limina” durante la quale<br />
il Santo Padre desidera incontrare le <strong>Diocesi</strong> Pugliesi nell’udienza<br />
generale del 14 marzo 2007. Al Santo Padre non vorrei portare solo<br />
la mia persona e i nostri problemi, ma tutta la Chiesa, tutte le Parrocchie,<br />
tutti i Sacerdoti, i Religiosi e le Aggregazioni.<br />
3 3
3 4<br />
ß Dal 16 al 20 ottobre 2006 con tutte le Chiese che sono in Italia vivremo<br />
il Convegno Ecclesiale di Verona.<br />
ß Dal 13 al 15 ottobre, la Comunità di Gesù promuove a Bari il Kairos,<br />
un grande evento ecumenico di dialogo e di preghiera con rappresentanti<br />
di Chiese dell’Oriente e dell’Occidente.<br />
ß Lungo questo anno pastorale avremo l’ordinazione presbiterale di<br />
Don Giuseppe Loviglio, e diaconale di Francesco Elia e di Nicola<br />
Chiarulli; saranno ordinati diaconi permanenti gli accoliti Pietro Di<br />
Pace di <strong>Altamura</strong> e Pasquale Caporusso di <strong>Acquaviva</strong>.<br />
ß Il 23 settembre ordinerò presbitero nella Cattedrale di <strong>Gravina</strong> il<br />
Diacono Rogazionista don Antonio Paciello.<br />
ß Il Vescovo dal 25 ottobre al 6 novembre 2006 sarà in Argentina e in<br />
Brasile:<br />
– per il primo Incontro Mondiale dei Vescovi che hanno nuove Comunità<br />
(Comunità di Gesù);<br />
– per la XII Conferenza Internazionale della Fraternità Cattolica.<br />
1. Il cammino della Chiesa Italiana<br />
“Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” è il solco tracciato<br />
dai Vescovi Italiani per il decennio 2000 - 2010.<br />
A metà di questo percorso il Convegno di Verona (16-20 ottobre<br />
2006), raccogliendo indicazioni e riflessioni provenienti dalle <strong>Diocesi</strong><br />
italiane, consegnerà alle Chiese Locali la sintesi di un percorso condiviso<br />
e alcune attenzioni pastorali:<br />
• la vita affettiva;<br />
• il lavoro e la festa;<br />
• la fragilità umana;<br />
• la tradizione;<br />
• la cittadinanza.<br />
Le risposte al questionario in preparazione al Convegno di Verona<br />
elaborate dalle unità pastorali della nostra <strong>Diocesi</strong> sono state una prima<br />
tappa di riflessione su tematiche che interpellano tutta la nostra<br />
Chiesa.
2. Rispondere alle attese della nostra gente<br />
a) Vita affettiva<br />
I recenti episodi che hanno colpito due famiglie e le Città della nostra<br />
<strong>Diocesi</strong>, la crescita del numero di matrimoni che naufragano in separazioni,<br />
divorzi, unioni di fatto sono per la nostra Chiesa Locale un invito<br />
a vivere con rinnovato impegno l’annuncio del Vangelo nelle nostre famiglie.<br />
Non possiamo nasconderci le difficoltà che le giovani famiglie trovano<br />
nell’impostare il proprio percorso di vita familiare. Per mettere a<br />
punto un programma che voglia dare risposte concrete, dobbiamo:<br />
a) riflettere sull’efficacia dei corsi di preparazione al matrimonio;<br />
b) cercare “<strong>insieme</strong>” percorsi più seri, qualificati ed esigenti per celebrare<br />
in modo degno il sacramento del matrimonio;<br />
c) prendere atto che moltissime coppie, specialmente nei primi anni di<br />
matrimonio, sono aperte a un cammino spirituale e desiderose di incontro<br />
e di accompagnamento, ma, di solito non lo trovano;<br />
d) verificare quali iniziative e occasioni di formazione all’affettività offriamo<br />
agli adolescenti e ai giovani che frequentano i nostri gruppi;<br />
e) ipotizzare itinerari ed esperienze comuni <strong>delle</strong> parrocchie per formare<br />
gli animatori di coppie o per la preparazione dei fidanzati;<br />
f) aprirci alla collaborazione e alla condivisione di spazi, di idee, di<br />
strutture e di mezzi per iniziative a favore dei ragazzi (vacanze, carnevale,<br />
anno scolastico, periodo estivo, tempi liturgici, avvenimenti,<br />
ecc.).<br />
b) Lavoro e festa<br />
Nell’anno pastorale 2004/2005 ci siamo preparati al Congresso Eucaristico<br />
Nazionale con il Convegno Diocesano sul “Giorno del Signore”.<br />
Diversi suggerimenti, sollecitazioni, prospettive sono state offerte<br />
alle nostre comunità.<br />
Ora, alla luce dell’esperienza che viviamo ogni domenica in parrocchia,<br />
cerchiamo di:<br />
a) ipotizzare iniziative concrete, da far entrare in programma, per fare<br />
un salto di qualità, sia nella celebrazione, sia nella sensibilizzazione<br />
<strong>delle</strong> famiglie a vivere il Giorno del Signore;<br />
3
3<br />
b) chiederci quale presenza c’è e quale può esserci nelle realtà lavorative<br />
dell’ambito parrocchiale;<br />
c) adeguare gli orari <strong>delle</strong> celebrazioni al nuovo contesto socio-culturale,<br />
sia nei giorni feriali che in quelli festivi.<br />
c) Fragilità umana<br />
Non mancano nelle nostre Città situazioni familiari e personali che<br />
chiedono maggiore attenzione: giovani senza lavoro, famiglie in crisi,<br />
ammalati e anziani soli. Sappiamo di non riuscire a dare una risposta a<br />
tutte le richieste che quotidianamente si presentano alla nostra Chiesa,<br />
ma non possiamo smettere di porre domande e cercare risposte.<br />
Per evitare di sfiorare il problema senza risolverlo, è necessario:<br />
a) individuare i bisogni emergenti, le cause di povertà della Parrocchia e<br />
della Città;<br />
b) convincersi che con le sole proprie forze non si possono dare molte<br />
risposte;<br />
c) rendersi disponibili e sensibilizzare le comunità vicine o tutta la città a<br />
elaborare progetti comuni (es. centri di ascolto - mensa - accoglienza).<br />
d) Tradizione<br />
La nostra terra è ricca di tradizioni che alimentano e sostengono la<br />
fede del nostro popolo. Ma la tradizione ecclesiale non è semplicemente<br />
il ripetersi di eventi, manifestazioni o iniziative. Essa necessita di<br />
essere sostenuta continuamente dalla novità della Parola di Dio, dalla<br />
testimonianza dei martiri, dalla radicalità della sequela di Cristo, dalla<br />
formazione dei cristiani. È necessario coniugare le nostre radici con i<br />
nuovi strumenti di comunicazione.<br />
Le nostre tradizioni, come i nuovi mezzi di comunicazione, ci interpellano<br />
e ci invitano a dare risposte.<br />
È opportuno e importante:<br />
a) Verificare se il nuovo Statuto per le feste patronali e parrocchiali,<br />
pubblicato nel 2005, è adottato e rispettato.<br />
– Spesso si invocano norme; ma quando vengono emanate, tutto resta<br />
com’era.
– Nulla si muove, nulla progredisce se non si ha il coraggio dell’innovazione,<br />
anche a costo di sofferenze.<br />
b) Far partire al più presto il sito internet della <strong>Diocesi</strong>, pubblicare l’annuario;<br />
rendere operante quanto prima il “Servizio Informatico Diocesano”,<br />
avviare entro l’anno l’informatizzazione e la messa in rete<br />
degli archivi diocesani. Un grande contributo volontario in questo<br />
settore, può venire offerto alla Curia dalle Parrocchie, poiché molti<br />
giovani e adulti sono esperti in informatica.<br />
e) Cittadinanza<br />
L’impegno di testimonianza nelle nostre Città è quanto mai urgente e<br />
doveroso. Mi piacerebbe offrire ai laici della <strong>Diocesi</strong> percorsi formativi<br />
a sostegno dell’impegno di chi vive in prima persona la propria fede in<br />
ambiti sociali e politici. Anche in questo caso ritengo quanto mai significativo<br />
l’apporto <strong>delle</strong> parrocchie e dei gruppi presenti in <strong>Diocesi</strong>. Le<br />
nostre Città non ci chiedono di sostituirci a persone, istituzioni o organizzazioni<br />
socio politiche, ma innanzitutto di sostenere con una progettualità<br />
capace di dialogo, iniziative, proposte a favore di tutti, in particolare<br />
di chi ha più bisogno. È necessario imparare a decifrare con tutti il<br />
concetto di bene comune attraverso proposte concrete nuove.<br />
Una risposta concreta <strong>delle</strong> Parrocchie all’impegno di cittadinanza<br />
può essere data:<br />
a) Individuando giovani e adulti particolarmente portati verso le problematiche<br />
socio-politiche e convincerli a partecipare alla Scuola di<br />
Formazione sulla Dottrina Sociale della Chiesa.<br />
b) Formando laici cristiani a interessarsi dei problemi della Città, ad<br />
avere una presenza attiva e testimoniante negli ambienti amministrativi,<br />
lavorativi, politici e culturali.<br />
3. Dio è amore<br />
La Chiesa non è un supermercato che soddisfa tutti i desideri e i bisogni,<br />
né una fabbrica di iniziative.<br />
La Chiesa è la testimonianza viva nel mondo dell’Amore di Dio e<br />
della Risurrezione di Cristo.<br />
3
3<br />
L’annuncio fondamentale, permanente, essenziale di cui ogni uomo,<br />
in ogni tempo ha bisogno e che la Chiesa, attraverso l’azione di evangelizzazione,<br />
di santificazione e di servizio, deve dare è che “Dio è Amore”.<br />
Dio è Amore Trinitario, Amore aperto alla comunione con l’uomo,<br />
Amore che si dona, redime, perdona, salva, e rende felice ogni creatura.<br />
È questa la verità posta a fondamento e come obiettivo del Progetto<br />
Pastorale Diocesano nel 1998. È questo il primo annuncio magisteriale<br />
di Benedetto XVI; è questo il cammino che il Santo Padre ha indicato<br />
alla Chiesa Universale e all’umanità del terzo millennio.<br />
La carità è il filo conduttore di ogni iniziativa, di ogni incontro, di<br />
ogni attività.<br />
Desidero in questo anno invitare le comunità parrocchiali, gli uffici<br />
di curia, le associazioni a riproporre la carità come atteggiamento fondamentale,<br />
percorso principale di ogni impegno e iniziativa.<br />
La carità non è semplicemente un’idea ma una Persona, un’esperienza,<br />
una scelta di vita. Consegnando il Programma Pastorale, il Vescovo<br />
ß indica <strong>delle</strong> priorità,<br />
ß presenta alcune iniziative comunitarie,<br />
ß affida degli incarichi,<br />
ma il cammino della nostra Chiesa non si esaurisce nella realizzazione<br />
di alcune iniziative, quanto nella comune sintonia tra le parrocchie,<br />
nell’entusiasmo con cui vengono proposti ed elaborati percorsi di fede,<br />
nella disponibilità a lavorare <strong>insieme</strong> per un progetto comune.<br />
Desidero iniziare a declinare con voi la parola Carità invitando a proseguire<br />
tale impegno nelle comunità parrocchiali, negli uffici di Curia e<br />
nei gruppi presenti in <strong>Diocesi</strong>.<br />
Ricordo ad ognuno le parole di Papa Benedetto XVI: “La carità non<br />
è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale che si potrebbe<br />
anche lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressione<br />
irrinunciabile della sua stessa essenza” (Deus caritas est, 25).<br />
a) Carità, territorio e parrocchia<br />
La nota pastorale della CEI “Il volto missionario della parrocchia in<br />
un mondo che cambia” ci ricorda il profondo legame tra le Parrocchie e<br />
la <strong>Diocesi</strong> (attraverso le parrocchie si manifesta la dimensione locale
della <strong>Diocesi</strong>: n. 3) e <strong>delle</strong> parrocchie tra di loro. Più che di “parrocchia”<br />
dovremmo parlare di “parrocchie”: la parrocchia infatti non è mai una<br />
realtà a sé, ed è impossibile pensarla se non nella comunione della Chiesa<br />
particolare (ivi).<br />
Ci siamo incamminati verso l’esperienza <strong>delle</strong> unità pastorali. Queste<br />
non sono semplicemente una risposta alla diminuzione del clero, ma<br />
una esigenza missionaria della nostra Chiesa Locale: solo attraverso una<br />
vera collaborazione tra i parroci, i consigli pastorali, le comunità parrocchiali<br />
possiamo dare risposte alle tante domande della nostra gente.<br />
La comunione è una <strong>delle</strong> risposte che la carità offre ai tanti isolamenti e<br />
soggettivismi.<br />
Incoraggio, e apprezzo i diversi tentavi che nelle parrocchie della<br />
<strong>Diocesi</strong> si stanno realizzando.<br />
Ricordo ad ognuno che a fondamento di tutto è necessaria una carità<br />
che sappia perdonare, ricominciare, guardare a chi è nel bisogno, condividere<br />
e accogliere.<br />
Attraverso i Consigli Pastorali Diocesani, gli incontri con il Presbiterio,<br />
la Consulta <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali desidero con voi costruire<br />
questo percorso di carità da offrire alla <strong>Diocesi</strong>. Per sostenere l’impegno<br />
di comunione e collaborazione tra le parrocchie <strong>delle</strong> città e la <strong>Diocesi</strong><br />
sarà affidato ai vicari di zona il compito di coordinare le parrocchie e<br />
collaborare con la Curia.<br />
ß Il cammino verso le unità pastorali ci permetterà di vivere l’ascolto<br />
reciproco nelle parrocchie e tra le comunità dello stesso territorio.<br />
Questo atteggiamento sarà una tappa indispensabile per il discernimento<br />
comunitario che ci porterà a individuare, secondo criteri di<br />
evangelizzazione e di comunione, quali parrocchie sono chiamate a<br />
collaborare e a formare “unità”.<br />
In questi anni abbiamo offerto alla <strong>Diocesi</strong> l’appuntamento mensile<br />
de “Il Pozzo di Giacobbe”. Esso ha raccolto attorno al Vescovo, ogni<br />
mese, più di quattrocento persone provenienti dalla <strong>Diocesi</strong>.<br />
Questa esperienza ritengo che ora debba essere patrimonio condiviso<br />
da tutte le parrocchie e offerto a tutti i laici. Mi piacerebbe che ogni Città<br />
offrisse mensilmente un’occasione di preghiera alla luce della Parola<br />
di Dio. Nei prossimi mesi sarà pubblicata la raccolta di tutti gli incontri<br />
del “Pozzo di Giacobbe”: potrà essere una guida per avviare questa<br />
esperienza nelle unità pastorali. Il Vescovo sarà felice di poter visitare e<br />
sostenere queste iniziative.<br />
3
3 0<br />
L’Azione Cattolica ha dato la disponibilità a collaborare con i sacerdoti<br />
che guideranno la Lectio Divina.<br />
Aggiornamento clero<br />
ß Appuntamenti<br />
Il tema “carità e unità pastorale” sarà l’oggetto dei percorsi di formazione<br />
per i presbiteri della <strong>Diocesi</strong>.<br />
L’incontro di Aggiornamento del Clero si terrà il terzo lunedì del mese:<br />
30 ottobre 2006;<br />
20 novembre 2006;<br />
15 gennaio 2007;<br />
19 febbraio 2007.<br />
Il Pozzo di Giacobbe<br />
Ogni secondo lunedì del mese nelle Città della <strong>Diocesi</strong>.<br />
Il Vescovo sarà presente:<br />
<strong>Altamura</strong>: Parrocchia S. Sepolcro 13 novembre 2006<br />
<strong>Gravina</strong>: Parrocchia San Domenico 11 dicembre 2006<br />
<strong>Acquaviva</strong>: Cattedrale 8 gennaio 2007<br />
Santeramo: Parrocchia S. Erasmo 12 febbraio 2007<br />
Spinazzola: Chiesa Purgatorio 5 marzo 2007<br />
Poggiorsini: Parrocchia Maria SS. Addolorata 14 maggio 2007<br />
b) Carità, giovani e famiglia<br />
Il mondo giovanile oggi vive in una solitudine che non permette di<br />
far esplodere le enormi ricchezze che questa fase della vita contiene. Ai<br />
giovani è necessario avvicinarsi con la carità. Sappiamo bene che la carità<br />
non si confonde con il permissivismo o con inutili sconti sulla fede.<br />
Anzi. L’apostolo ci ricorda che la carità è esigente. Ai giovani siamo<br />
invitati a proporre percorsi di carità esigente che interpelli le coscienze<br />
verso il dono di sé.<br />
Non mancano in <strong>Diocesi</strong> occasioni di preghiera e di riflessione da<br />
offrire ai giovani. Sarebbe bello che a queste seguissero proposte di vita<br />
coinvolgenti, nuove e radicali. I giovani ci interpellano, ci chiedono di
innovare le nostre parrocchie e la nostra pastorale. Ad essi dobbiamo<br />
guardare <strong>insieme</strong>.<br />
A tale proposito ritengo necessaria una collaborazione tra la pastorale<br />
giovanile, il centro diocesano vocazioni, la pastorale familiare, la caritas.<br />
I Vescovi hanno indicato l’attenzione ai giovani come una <strong>delle</strong><br />
priorità pastorali del decennio.<br />
Il Consiglio Permanente della C.E.I. ha approvato la proposta di un<br />
percorso nazionale articolato in tre anni 2006-2009.<br />
Il primo anno (2006-2007) è dedicato all’ascolto del mondo giovanile.<br />
– Occorre instaurare nuove relazioni con i giovani con iniziative locali<br />
negli ambienti della loro vita quotidiana.<br />
– A livello nazionale, ci sarà un incontro europeo dal 28 agosto al 2 settembre<br />
2007 a cui parteciperà il Santo Padre.<br />
Il secondo anno (2007-2008) è dedicato alla dimensione interpersonale<br />
dell’evangelizzazione: presenza quotidiana negli ambienti<br />
di vita; iniziative straordinarie di missione; preparazione alla GMG di<br />
Sidney (luglio 2008).<br />
Il terzo anno (2008-2009) è dedicato alla dimensione culturale e<br />
sociale dell’evangelizzazione: attenzione alla cultura, alle grandi questioni<br />
culturali e sociali, alla comunicazione, al servizio, alla pace.<br />
Per il 2006-2007 il Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile, per<br />
vivere l’“Ascolto” del mondo giovanile, propone:<br />
– Una Consulta Diocesana di P.G. allargata a tutti i Responsabili <strong>delle</strong><br />
Associazioni e Movimenti;<br />
– Incontri di formazione per Educatori, Catechisti, Animatori, Sacerdoti,<br />
distinti per Ragazzi e Giovani (14 gennaio - 22 aprile);<br />
– Creazione di un punto giovani in una scuola media superiore per<br />
paese: sacerdoti e laici a disposizione per alcune ore;<br />
– Creazione di un punto giovani cittadino;<br />
– Iniziative sportive;<br />
– Tutte le iniziative di preghiera già consolidate;<br />
– Scuola di Preghiera (da ottobre 2006 a aprile 2007).<br />
– Via Crucis Diocesana (24 febbraio 2007).<br />
– GMG Diocesana (31 marzo 2007).<br />
Per un’efficace servizio di Pastorale Giovanile sono necessarie l’intesa<br />
e la collaborazione con altri Uffici di Curia e Associazioni e Movimenti.<br />
3 1
3 2<br />
Ma la carità dell’ascolto è chiesta a tutta la Comunità Diocesana. In<br />
particolare invito i sacerdoti, i religiosi e le religiose, gli adulti presenti<br />
nelle nostre parrocchie e gli stessi giovani dei gruppi parrocchiali a mettersi<br />
in ascolto del mondo giovani, creando relazioni nuove con coloro<br />
che non frequentano le nostre parrocchie, i nostri gruppi e le nostre iniziative.<br />
Nella famiglia la carità si manifesta nei diversi linguaggi dell’amore<br />
coniugale, dell’amore filiale e dell’amicizia. Dalle sintesi della preparazione<br />
del Convegno di Verona è emersa la necessità di una “conversione<br />
pastorale” <strong>delle</strong> nostre parrocchie alla famiglia. Ciò è possibile attraverso<br />
un nuovo protagonismo dei laici nella vita <strong>delle</strong> parrocchie. Le famiglie<br />
mature sono chiamate ad affiancare i sacerdoti in un nuovo impegno<br />
in particolare verso:<br />
– famiglie che chiedono il battesimo per i propri figli;<br />
– famiglie nei primi anni di matrimonio;<br />
– famiglie che vivono situazioni di povertà.<br />
Per favorire e valorizzare l’uso del Nuovo Rito del Matrimonio, entrato<br />
in vigore nel 2005, la CEI ha pubblicato il testo Celebrare il “mistero<br />
grande” dell’amore. In questo anno in cui desideriamo porre l’amore<br />
al centro del nostro cammino siamo invitati a riflettere sui percorsi di<br />
accompagnamento e formazione offerti dalla nostre parrocchie ai fidanzati.<br />
ß A tutte le famiglie è necessario prestare un ascolto continuo e costante.<br />
Nel territorio della nostra <strong>Diocesi</strong> abbiamo diverse realtà che ci permettono<br />
di essere vicini a chi vive nel dolore e nella malattia: il Carcere<br />
in <strong>Altamura</strong>, l’ospedale “F. Miulli” in <strong>Acquaviva</strong>… in questi luoghi incontriamo<br />
famiglie e giovani che nella fragilità possono fare esperienza<br />
del volto misericordioso di Dio. Le parrocchie e gli uffici diocesani hanno<br />
la responsabilità di guardare a queste realtà e di proporre esperienze<br />
di evangelizzazione.<br />
c) Carità e Presbiterio<br />
La carità pastorale si manifesta attraverso la comunione sacramentale<br />
tra il Vescovo e il suo Presbiterio. In questo anno i ritiri del clero e<br />
le occasioni di formazione offerti a tutti saranno guidati dal tema della
carità. Ad essa desidero che si faccia riferimento non solo attraverso<br />
una riflessione razionale ma innanzitutto attraverso uno stile di vita che<br />
rinnovi le relazioni, renda nuovo il nostro incontro, crei rapporti di profonda<br />
stima, collaborazione e aiuto reciproco.<br />
Durante i ritiri spirituali saremo guidati da meditazioni sulla carità<br />
(in particolare sulla carità pastorale). Il tema della carità ci guiderà<br />
anche negli aggiornamenti dove approfondiremo alcuni aspetti della<br />
nostra vita e del nostro ministero: la fraternità sacerdotale, la carità e<br />
gli affetti, la carità nel ministero: le unità pastorali. Mi auguro che gli<br />
aggiornamenti non siano solo occasioni di formazione o di scambio di<br />
opinioni ma, anche, occasione per pensare <strong>insieme</strong> al nostro ministero.<br />
Testi di riferimento per le meditazioni e la formazione saranno:<br />
– Il sussidio “Radicati e fondati nella carità” a cura della Caritas Italiana.<br />
– L. Monari, La vita e il ministro del prete, in Il Regno, 11 (2006).<br />
ß Attraverso l’incontro con i Parroci, del Consiglio Presbiterale, della<br />
Curia e <strong>delle</strong> diverse occasioni offerte dalla <strong>Diocesi</strong> anche il Vescovo<br />
stesso ascolterà il suo Presbiterio. A questi incontri mi piacerebbe che<br />
seguissero occasioni di incontro e dialogo personale con tutti e tra<br />
tutti. L’ascolto della Parola e l’ascolto reciproco potrà aiutarci a vivere<br />
con più consapevolezza e gratitudine il ministero dell’ascolto a cui<br />
siamo chiamati nella liturgia, nei sacramenti, nel servizio pastorale.<br />
Il 30 settembre sarà inaugurata la nuova sede del Seminario<br />
Diocesano.<br />
La nuova sede non sarà semplicemente l’occasione per dare al seminario<br />
altri ambienti per la formazione dei ragazzi, ma una opportunità<br />
per la <strong>Diocesi</strong> per valorizzare, promuovere e sostenere il cammino dei<br />
ragazzi e dei loro formatori.<br />
Il Seminario Diocesano, attraverso l’equipe degli animatori, potrà essere<br />
non solo un riferimento per i ragazzi ma anche per tutti i Sacerdoti<br />
della <strong>Diocesi</strong>.<br />
3 3
3 4<br />
Ritiri spirituali mensili<br />
ß Appuntamenti<br />
Ogni secondo venerdì del mese.<br />
Tema: “La carità nella vita e nel ministero dei presbiteri”.<br />
Guida: don Angelo Panzetta.<br />
13 Ottobre 2006: presso il Monastero di Noci;<br />
10 Novembre 2006: presso il Centro Giovanile Benedetto XIII;<br />
15 Dicembre 2006: presso il Centro Giovanile Benedetto XIII;<br />
12 Gennaio 2007: presso il Seminario Diocesano;<br />
9 Febbraio 2007: presso il Centro Giovanile Benedetto XIII;<br />
9 Marzo 2007: presso il Centro Giovanile Benedetto XIII;<br />
11 Maggio 2007: presso Santuario Madonna del Buoncammino.<br />
d) Carità e formazione<br />
La carità si esprime attraverso i linguaggi della cultura. Non si può<br />
amare se non si conosce.<br />
È necessaria innanzitutto una profonda svolta nella proposta formativa<br />
che la <strong>Diocesi</strong> offre ai laici, in particolare, a coloro che svolgeranno<br />
alcuni servizi nella <strong>Diocesi</strong>.<br />
Desidero riconsegnare la Scuola di Formazione Teologico Pastorale<br />
quale offerta formativa che raccolga in un unico progetto la formazione<br />
dei laici della <strong>Diocesi</strong>.<br />
La responsabilità della Scuola sarà affidata ad un’equipe coordinata<br />
da un direttore. La sede sarà unica per tutta la <strong>Diocesi</strong>.<br />
La Scuola di Formazione Teologico Pastorale sarà per la nostra <strong>Diocesi</strong><br />
non solo l’occasione per celebrare il quarantennio del Concilio<br />
Vaticano II ma uno strumento per recepire, così come ci ha invitati Papa<br />
Benedetto XVI nel suo encomiabile discorso alla Curia romana (27 dicembre<br />
2005), il suo spirito: “occorrerebbe seguire non i testi del Concilio,<br />
ma il suo spirito […] Possiamo oggi con gratitudine volgere il nostro<br />
sguardo al Concilio Vaticano II: se lo leggiamo e recepiamo guidati da<br />
una giusta ermeneutica, esso può essere e diventare sempre di più una<br />
grande forza per il sempre necessario rinnovamento della Chiesa”.
e) La Caritas: un impegno di tutti per ognuno<br />
Nel fare della carità l’impegno principale di questo anno pastorale<br />
non possiamo che fare riferimento alla caritas.<br />
Impegno primario di questo anno sarà la formazione degli animatori<br />
<strong>delle</strong> Caritas parrocchiali.<br />
La riflessione e l’organizzazione <strong>delle</strong> caritas parrocchiali potrebbe<br />
essere avviata nelle unità pastorali: testo di riferimento sarà “Partire dai<br />
poveri per costruire la comunità. Parrocchie in un mondo che cambia, il<br />
ruolo della Caritas” pubblicato da Caritas - EDB.<br />
Con la Caritas Diocesana e gli Uffici di Curia individueremo un progetto<br />
su cui puntare l’attenzione e la cura della <strong>Diocesi</strong>.<br />
La funzione di animazione della carità propria della Caritas non<br />
esclude gli altri nella responsabilità di operare e crescere nelle carità.<br />
Piuttosto ci invita a percorrere strade di collaborazione.<br />
Appendici<br />
a) Come formulare il Programma Pastorale in Parrocchia<br />
Il Programma Pastorale Diocesano:<br />
ß traccia linee guida per le comunità parrocchiali;<br />
ß offre occasioni di formazione;<br />
ß propone iniziative a sostegno dei singoli, dei gruppi, <strong>delle</strong> parrocchie.<br />
Ma il Programma Diocesano non è tutto il cammino della <strong>Diocesi</strong>, né si<br />
sostituisce alla necessità che ogni parrocchia abbia una traccia per il cammino<br />
annuale e attività attraverso le quali proporre un cammino di fede.<br />
Per questo motivo offriamo alle parrocchie una scheda che possa servire<br />
da guida per elaborare un percorso parrocchiale.<br />
I soggetti<br />
L’elaborazione del Programma Pastorale Parrocchiale (PPP) non è<br />
solo compito del parroco. Ad esso si affianca innanzitutto il Consiglio<br />
Pastorale Parrocchiale e coloro che in parrocchia hanno responsabilità<br />
e servizi.<br />
3
3<br />
Gli atteggiamenti<br />
Prima di preoccuparsi di organizzare una serie di iniziative è bene<br />
interrogarsi sugli atteggiamenti che ci accompagnano nel percorso di<br />
programmazione. Ne suggeriamo alcuni:<br />
Accoglienza e ascolto<br />
Negli incontri di programmazione ci incontriamo non tanto per far<br />
emergere le nostre opinioni, i nostri desideri, i nostri bisogni quanto<br />
piuttosto per accogliere l’altro, le sue idee, i suoi bisogni come un dono<br />
per la comunità.<br />
Passione per il Regno di Dio<br />
Il PPP è una <strong>delle</strong> strade attraverso le quali rendiamo concreta e visibile<br />
la nostra passione per il Regno di Dio. Ci incontriamo per condividere<br />
l’esperienza di Cristo a muovere le nostre intelligenze, i nostri<br />
affetti e le nostre volontà verso l’annunzio del Regno.<br />
Condivisione e corresponsabilità<br />
Il PPP è una tappa di un percorso tracciato per la nostra <strong>Diocesi</strong>, le<br />
nostre parrocchie, i nostri gruppi.<br />
Esso è affidato a tutti ed è arricchito dal contributo di tutti.<br />
Essere corresponsabili vuol dire sentirsi protagonisti del cammino,<br />
non fuggire dinanzi alle difficoltà, dividere con gli altri i nostri dubbi, le<br />
nostre paure, le nostre ricchezze.<br />
Obiettivi<br />
Obiettivo ultimo<br />
Nel paragrafo 3 del programma pastorale diocesano sono proposti gli<br />
obiettivi fondamentali del cammino annuale.<br />
In particolare è affidato alla comunità diocesana il compito di vivere la<br />
carità e coniugare attraverso i linguaggi nuovi il comando del Signore.<br />
Obiettivi intermedi<br />
Come possiamo vivere la carità nelle nostre parrocchie?<br />
È questa una domanda che chiede risposte concrete, obiettivi realizzabili,<br />
percorsi condivisi.
Gli obiettivi intermedi possono essere individuati in base ai soggetti<br />
e ai tempi:<br />
– soggetti<br />
quali proposte per i giovani? Per le famiglie? Per i bisognosi? Per gli<br />
animatori? Per gli ammalati? Per i gruppi? Per la comunità intera? Per le<br />
parrocchie in Unità Pastorali?<br />
– tempi<br />
Il cammino <strong>delle</strong> parrocchie si dispiega nell’anno liturgico. Ci chiediamo:<br />
quali mete per il tempo di Avvento - Natale?<br />
Quali mete per il tempo di Quaresima - Pasqua?<br />
Come inserire in questo percorso le nostre feste religiose?<br />
È bene per ogni iniziativa individuare i tempi per la programmazione,<br />
per la realizzazione e per la verifica.<br />
Mezzi<br />
Quali mezzi abbiamo a disposizione per accogliere suggerimenti, per<br />
realizzare iniziative?<br />
Desidero suggerire innanzitutto alcuni testi:<br />
– Caritas Italiana, Partire dai poveri per costruire comunità. Parrocchie<br />
in un mondo che cambia, il ruolo della caritas, EDB, 2006.<br />
– Caritas Italiana, Caritas parrocchiale e azioni, Grafica Luigi Monti,<br />
2006.<br />
– Caritas Italiana, Radicati e fondati nella carità. Itinerario di formazione<br />
alla carità per sacerdoti, seminaristi e diaconi della Chiesa italiana,<br />
EDB, 2006.<br />
In questi testi non solo troverete riflessioni sulla carità, ma anche percorsi,<br />
esperienze e iniziative che possono aiutarci a realizzare servizi ed<br />
esperienze nuove.<br />
I mezzi che potremmo utilizzare sono legati agli obiettivi che ci proponiamo.<br />
Forse nelle singole parrocchie non troveremo persone e strumenti<br />
per ogni iniziativa. A tal proposito ritengo utile il cammino <strong>delle</strong><br />
unità pastorali.<br />
Anche la <strong>Diocesi</strong> mette a disposizione alcuni mezzi:<br />
per la formazione: la Scuola di Formazione Teologico Pastorale;<br />
per la spiritualità: il Pozzo di Giacobbe;<br />
3
3<br />
per le iniziative legate ai diversi soggetti: le proposte che i singoli<br />
Uffici di Curia promuovono a favore di tutti.<br />
È bene tenerne conto nella programmazione <strong>delle</strong> attività parrocchiali<br />
per non proporre iniziative già pensate o sovrapporre date e impegni.<br />
b) Come formulare il Programma Pastorale negli Uffici di Curia<br />
La necessità di un coordinamento<br />
La Curia è a servizio del Vescovo per offrire strumenti per la realizzazione<br />
del cammino pastorale diocesano.<br />
È bene che gli Uffici non si vivano come settori indipendenti gli uni<br />
dagli altri.<br />
Il Vescovo dopo aver ascoltato il Consiglio Pastorale Diocesano, il<br />
Consiglio Presbiterale, i Sacerdoti e Laici collaboratori, Associazioni e<br />
Gruppi, offre alla <strong>Diocesi</strong>, attraverso il Programma Pastorale Diocesano,<br />
obiettivi e mete per il cammino della <strong>Diocesi</strong>.<br />
Il ruolo degli uffici è fondamentale nel cammino di realizzazione degli<br />
obiettivi indicati.<br />
Gli obiettivi<br />
Gli obiettivi degli Uffici Diocesani sono gli stessi del Programma Pastorale.<br />
Ad ogni ufficio spetta il compito di chiedersi:<br />
– come coniugare il tema della carità con il settore di cui ognuno è responsabile;<br />
– quali obiettivi, mezzi e strumenti si hanno in comune con gli altri Uffici;<br />
– quali iniziative possono essere realizzate <strong>insieme</strong>.<br />
Mezzi e tempi<br />
La CEI, attraverso gli Uffici Nazionali, offre a tutti strumenti e iniziative<br />
da poter accogliere e promuovere.
È bene di ogni iniziativa conoscere i tempi di realizzazione e coordinare<br />
tutto con il percorso diocesano.<br />
c) Programma della Scuola di Formazione Teologico Pastorale per<br />
laici<br />
Obiettivi<br />
a. La scuola si propone di comunicare lo spirito del Concilio piuttosto<br />
che una conoscenza analitica dei testi.<br />
b. Offrire criteri per leggere le Scritture, le verità fondamentali della<br />
teologia e le conseguenze pastorali (è il caso della ecclesiologia e<br />
della sacramentaria).<br />
c. La scuola rilegge il Concilio nella prospettiva dell’evangelizzazione.<br />
Destinatari<br />
La scuola è destinata agli animatori dei gruppi, ai responsabili, ai<br />
catechisti.<br />
Programma triennale<br />
– Convocati dalla Parola (I anno)<br />
Durante l’anno i destinatari della Scuola sono invitati a riconoscere<br />
nella storia di Israele l’intervento di Dio che fa di un gruppo di nomadi<br />
un nuovo popolo (Esodo). Anche nel Nuovo Testamento, Gesù, mediatore<br />
e pienezza della Rivelazione, fonda un nuovo popolo chiamato alla<br />
santità. La Chiesa, continua ancora oggi ad essere nella storia, segno e<br />
sacramento del progetto di Dio. Quest’opera avviene attraverso la testimonianza<br />
della fede dei laici (famiglia, lavoro..), attraverso la presenza<br />
della Chiesa nella Città (parrocchia), attraverso la carità. L’Eucaristia,<br />
vincolo di carità, è per la Chiesa dono e sostegno in questo percorso.<br />
3
3 0<br />
– A servizio della Parola (II anno)<br />
La Parola ci viene consegnata per essere annunciata. Nell’Antico<br />
Testamento, come nel Nuovo Testamento, lo Spirito di Dio guida i cristiani<br />
all’ascolto e all’annuncio della Parola.<br />
La Parola invita alla conversione: questo percorso si realizza attraverso<br />
gli itinerari di iniziazione cristiana, attraverso percorsi di formazione<br />
alla fede e di testimonianza.<br />
– Testimoni della Parola (III anno)<br />
L’itinerario di formazione si conclude con l’iniziazione ai temi fondamentali<br />
della Dottrina Sociale della Chiesa. Della Parola, siamo chiamati<br />
ad essere non solo annunciatori ma anche testimoni nella storia.<br />
“Alla scuola del Concilio”<br />
Convocati dalla Parola<br />
primo anno<br />
data lezione docente<br />
23 ottobre Assemblea “Lo spirito del Concilio”<br />
20 novembre<br />
4 dicembre<br />
18 dicembre<br />
15 gennaio<br />
29 gennaio<br />
Rivelazione e storia<br />
Il concetto di Rivelazione (DV)<br />
La Bibbia è Parola di Dio<br />
Ispirazione - autori - canone<br />
Come leggere e interpretare la Bibbia<br />
Esegesi - magistero - lectio<br />
La Parola e il popolo di Dio: il libro<br />
dell’Esodo (esegesi di un brano)<br />
La Parola pregata: i Salmi<br />
(esegesi di un salmo)<br />
es<br />
es<br />
es<br />
past<br />
es<br />
es
5 febbraio<br />
12 febbraio<br />
5 marzo<br />
26 marzo<br />
16 aprile<br />
La Parola annunciata: i Profeti<br />
(esegesi di un profeta)<br />
Gesù Cristo mediatore e pienezza della<br />
Rivelazione (DV 2)<br />
Nuova alleanza e nuovo popolo<br />
(LG capitolo II - il popolo di Dio)<br />
Universale vocazione alla santità:<br />
i laici (LG capitoli IV-V)<br />
La Parrocchia in un tempo che cambia<br />
Le unità pastorali<br />
es<br />
cr<br />
ecc<br />
ecc<br />
ecc<br />
past<br />
23 aprile La Chiesa celebra la comunione lit<br />
7 maggio Eucaristia: vincolo di carità sac<br />
21 maggio<br />
Chiamati alla comunione: il Sacramento<br />
del Matrimonio - La Verginità Consacrata<br />
sac<br />
28 maggio La caritas: animatori della carità past<br />
3 1
3 2<br />
“Alla scuola del Concilio”<br />
A servizio della Parola<br />
secondo anno<br />
data lezione docente<br />
1 Assemblea “Il dialogo: un dono del Concilio”<br />
2<br />
La Bibbia nella vita della Chiesa<br />
significato ed esperienze<br />
3 Antico e Nuovo Testamento es<br />
4 La Parola di Dio nei Vangeli<br />
5<br />
Paolo ministro della Parola<br />
Ispirazione - autori<br />
6 Lo Spirito Santo e la Parola di Dio<br />
es<br />
es<br />
past<br />
7 La Chiesa e l’annuncio della Parola ecc<br />
8 Bibbia e annuncio<br />
es<br />
es<br />
past<br />
9 L’iniziazione cristiana: gli adulti sac<br />
10 L’iniziazione cristiana: i bambini sac<br />
11<br />
Il Progetto Catechistico<br />
della Chiesa Italiana<br />
past<br />
12 “Carismi e ministeri nella Chiesa” ecc<br />
13<br />
14<br />
15<br />
La Chiesa celebra la Parola:<br />
Liturgia della Parola<br />
Il Ministero del Lettore e<br />
dell’Accolito<br />
Ministri della Comunione e<br />
Pastorale Sanitaria<br />
lit<br />
lit<br />
past<br />
sac<br />
past
“Alla scuola del Concilio”<br />
Testimoni della Parola<br />
terzo anno<br />
data lezione docente<br />
1 Assemblea “le gioie e le speranze”<br />
2<br />
La Pasqua nell’Antico e Nuovo<br />
Testamento<br />
3 I racconti della resurrezione es<br />
4<br />
L’apocalisse:<br />
il Risorto e la sua Chiesa<br />
5 Cristo, uomo nuovo cr<br />
6<br />
La famiglia<br />
fidanzati e giovani coppie<br />
es<br />
es<br />
sac<br />
7 La vita: un dono da accogliere mor<br />
8 La vita e la scienza mor<br />
9<br />
Fondamenti<br />
della dottrina sociale cristiana<br />
mor<br />
10 Il lavoro mor<br />
11 La vita economica mor<br />
12 La comunità politica mor<br />
13 La comunità internazionale mor<br />
14 L’ambiente mor<br />
15 La pace mor<br />
3 3
Crocifisso
Atti<br />
della Curia
Tetto in legno lamellare<br />
Rosone centrale del pavimento
Carissimi,<br />
VICARIO GENERALE<br />
- Ai Rev.di Sacerdoti e Diaconi<br />
Diocesani e Religiosi<br />
- Alle Comunità parrocchiali e religiose<br />
- Ai Responsabili degli Ordini Secolari,<br />
<strong>delle</strong> Confraternite, Associazioni, Gruppi<br />
e Movimenti ecclesiali<br />
l’appuntamento annuale della Celebrazione diocesana della Solennità<br />
del Corpus Domini, interrotto lo scorso anno per la concomitanza con<br />
il Congresso Eucaristico Nazionale celebrato a Bari, riprenderà giovedì<br />
15 giugno p.v. a Poggiorsini, alle ore 19.00 (ore 18.30: arrivi ed accoglienza).<br />
È l’ultimo paese della <strong>Diocesi</strong> che ospita tale celebrazione,<br />
che costituisce sempre un momento importante per la vita della <strong>Diocesi</strong>,<br />
riunita <strong>insieme</strong> al suo Pastore, il Vescovo Mario, intorno al Sacramento<br />
dell’Eucaristia.<br />
Con la presente, Vi comunico alcune notizie utili:<br />
– La Celebrazione Eucaristica si svolgerà in Piazza Borgo Vecchio (in<br />
prossimità dell’antica chiesa di S. Maria dei Sette Dolori). Seguirà la<br />
Processione, che, percorrendo Corso Vittorio Veneto, si concluderà<br />
con la Benedizione Eucaristica in Piazza Aldo Moro (piazzale antistante<br />
la chiesa parrocchiale). Alla Processione prenderanno parte,<br />
<strong>insieme</strong> al Vescovo, ai Sacerdoti, ai Diaconi, ai Ministri istituiti, ai<br />
Seminaristi ed ai Ministranti, anche tutti i fedeli convenuti. Faranno<br />
corona al SS.mo Sacramento le Autorità presenti e i membri <strong>delle</strong><br />
Confraternite del SS.mo Sacramento presenti in <strong>Diocesi</strong>.<br />
– Per raggiungere il luogo della celebrazione: da Piazza Aldo Moro,<br />
percorrere tutto Corso Vittorio Veneto.<br />
3
3<br />
– Il parcheggio per i pullman sarà su Corso Vittorio Veneto.<br />
– Ai Sacerdoti ricordo di:<br />
1. portare solo il camice per la celebrazione; la Curia provvederà alle<br />
stole e alle casule. I paramenti sacri saranno indossati nella parrocchia<br />
di Maria SS. Addolorata, in Piazza Aldo Moro;<br />
2. affiggere per tempo nelle parrocchie i manifesti per la celebrazione.<br />
I libretti saranno distribuiti al momento dell’arrivo;<br />
3. invitare i fedeli a confessarsi, per ricevere convenientemente l’Eucarestia.<br />
– Alla celebrazione potranno partecipare tutti i membri <strong>delle</strong> Confraternite,<br />
<strong>delle</strong> Associazioni, dei Gruppi e dei Movimenti ecclesiali,<br />
portando stendardi e labari propri.<br />
– Per l’UNITALSI, gli ammalati e gli anziani sono riservati posti a<br />
sedere.<br />
– L’animazione liturgica della Celebrazione Eucaristica e della Processione<br />
sarà affidata al Coro parrocchiale di Poggiorsini. A partire dalle<br />
ore 18.00, ci saranno le prove dei canti già riportati nel libretto.<br />
Eventuali altre notizie e/o disposizioni saranno date immediatamente<br />
prima della celebrazione.<br />
In attesa di incontrarVi, fraternamente Vi saluto nel Signore.<br />
<strong>Altamura</strong>, 25 maggio 2006<br />
Sac. Vito Colonna<br />
Vicario Generale
Carissimi,<br />
Ai Rev.di Sacerdoti<br />
Religiosi e Diaconi<br />
della <strong>Diocesi</strong><br />
Vi comunico che dalle ore 12.00 di lunedì 26 al pranzo di venerdì<br />
30 giugno p.v., presso l’Oasi “S. Maria dell’Isola” in Conversano,<br />
si terranno gli Esercizi Spirituali per i Sacerdoti, i Religiosi e i Diaconi<br />
della <strong>Diocesi</strong>.<br />
Detterà le meditazioni Mons. Giuseppe Zanon, Delegato Vescovile<br />
per il Clero della <strong>Diocesi</strong> di Padova.<br />
Avendo dato ascolto alle Vostre richieste, che auspicavano il Corso<br />
di Esercizi Spirituali ogni due anni, chiedo a tutti di essere attenti a questa<br />
proposta di comunione sacerdotale diocesana e, compatibilmente<br />
con gli impegni pastorali, una nutrita partecipazione.<br />
Vogliate comunicare la Vostra adesione entro mercoledì 31 maggio<br />
p.v., consegnando in Curia il talloncino sottostante debitamente compilato.<br />
La quota di partecipazione è di €. 155,00 (da consegnare a Don<br />
Luigi Dimarno durante gli Esercizi).<br />
Un saluto cordiale.<br />
<strong>Altamura</strong>, 17 marzo 2006 Sac. Vito Colonna<br />
Vicario Generale<br />
Esercizi Spirituali diocesani 2006<br />
Scheda di adesione<br />
Il sottoscritto _____________________________________________<br />
parteciperà agli Esercizi Spirituali diocesani dal 26 al 30 giugno 2006.<br />
Firma<br />
_____________________________<br />
3
400<br />
Carissimi,<br />
Ai Rev.mi Sacerdoti<br />
Diocesani e Religiosi<br />
e p.c. A S.E. Mons. Mario Paciello<br />
come ogni anno, è stato pubblicato da parte della CEI il Calendario<br />
<strong>delle</strong> Giornate mondiali e nazionali per l’anno 2006 (cfr. Notiziario<br />
della Conferenza Episcopale Italiana n. 7/2005, pp. 322-323).<br />
Con la presente, Vi ricordo le date di quelle Giornate per le quali è<br />
stabilita la “Colletta obbligatoria”, da versare alla Curia Diocesana nei<br />
giorni che seguono immediatamente la stessa celebrazione:<br />
ß Giornata per le migrazioni (15 gennaio);<br />
ß Giornata per le opere della Terra Santa (14 aprile - Venerdì santo);<br />
ß Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore (30 aprile);<br />
ß Giornata per la carità del Papa (25 giugno);<br />
ß Giornata missionaria (22 ottobre);<br />
ß Giornata del Seminario (8 dicembre).<br />
Rimangono ad libitum le seguenti Giornate:<br />
ß Giornata dell’infanzia missionaria (6 gennaio);<br />
ß Giornata dei malati di lebbra (29 gennaio).<br />
RingraziandoVi anticipatamente per la partecipazione che le Vostre<br />
Comunità vorranno esprimere per i bisogni di tutta la Chiesa, Vi saluto<br />
fraternamente.<br />
<strong>Altamura</strong>, 16 febbraio 2006<br />
Sac. Vito Colonna<br />
Vicario Generale
Carissimi,<br />
Ai Rev.mi Parroci<br />
e Collaboratori<br />
Loro Sedi<br />
come già annunciato durante l’ultimo incontro di aggiornamento (27<br />
gennaio u.s.), dal 12 al 17 marzo 2007 i Vescovi della Puglia compiranno<br />
la Visita ad limina, prevista dal Codice di Diritto Canonico ogni<br />
cinque anni.<br />
In vista di questo appuntamento, per dare al Vescovo la possibilità<br />
di stilare con serenità ed obiettività la prescritta Relazione sullo stato<br />
della <strong>Diocesi</strong>, da inviare almeno sei mesi prima della stessa Visita<br />
alla Congregazione per i Vescovi, Vi invio in allegato un estratto dello<br />
schema approntato dalla medesima Congregazione, per quelle parti che<br />
riguardano le parrocchie.<br />
Vogliate rispondere al questionario a livello interparrocchiale (per<br />
Zone Pastorali), consegnando quanto prima la relazione al Coordinatore<br />
cittadino, il quale provvederà a trasmetterla in Curia entro e non oltre il<br />
23 aprile 2006 (possibilmente su supporto informatico), al fine di permettere<br />
al Vescovo la stesura definitiva.<br />
Certo della Vostra fattiva collaborazione, Vi saluto fraternamente.<br />
<strong>Altamura</strong>, 16 febbraio 2006<br />
Sac. Vito Colonna<br />
Vicario Generale<br />
401
402<br />
Santuario Madonna Incoronata di Foggia<br />
9 Settembre 2006<br />
Ecc.za Rev.ma,<br />
SALUTO augurale al VESCOVO<br />
salute e pace a Lei, a tutti i fratelli e le sorelle giunti in questo Santuario<br />
della Madonna Incoronata di Foggia e a quelli che, pur desiderandolo,<br />
per vari motivi non hanno potuto partecipare alla nostra assemblea<br />
diocesana e ci hanno accompagnati spiritualmente con la preghiera.<br />
Abbiamo risposto con entusiasmo, Confratelli nel sacerdozio, Religiosi<br />
e Religiose, Diaconi permanenti, Ministri, Famiglie e Laici provenienti<br />
dalle città che formano la nostra <strong>Diocesi</strong>, accogliendo il Suo<br />
paterno invito a dare solenne inizio al nuovo anno pastorale diocesano,<br />
come è ormai consuetudine da sette anni.<br />
Con affetto filiale e fraterno, Le rivolgo queste parole di saluto per<br />
offrire, a me e a tutti i presenti, ancora qualche spunto di riflessione e di<br />
proponimento da portare a casa, a conclusione di una giornata festosa<br />
scandita dai ritmi dell’ascolto, della preghiera e della condivisione.<br />
Ascolto innanzitutto della Parola di Dio che ci illumina e ci guida e<br />
dalla parola del Vescovo che, in modo chiaro e coinvolgente, ci ha presentato<br />
la bozza del programma pastorale diocesano.<br />
Preghiera incessante e accorata a Dio, ispiratore di ogni progetto, e alla<br />
Vergine Madre di Dio, sotto la cui protezione mettiamo le nostre persone, le<br />
famiglie, le comunità parrocchiali, le città della <strong>Diocesi</strong>, la Chiesa tutta.<br />
Condivisione di esperienze, di amicizie ma soprattutto del progetto<br />
pastorale unitario per il triennio 2006-2009 la cui piena realizzazione,<br />
come i recenti avvenimenti della cronaca sportiva calcistica italiana ci<br />
suggeriscono, richiede due atteggiamenti fondamentali:<br />
a) una adesione personale e comunitaria, consapevole e convinta, anche<br />
con sofferenza ma nella fedeltà al percorso tracciato da chi è stato<br />
chiamato a ricoprire responsabilità di Chiesa;<br />
b) una partecipazione attiva, forte e motivata alle varie tappe del programma<br />
pastorale sempre perfettibile e oggetto di costante verifica.
Carissimo Padre,<br />
noi siamo della squadra di Cristo, contemporaneamente, tifosi e giocatori<br />
ciascuno nel proprio ruolo e con le proprie capacità; Le chiediamo<br />
perciò come nostro Commissario tecnico di allenarci, con tenacia e sacrificio,<br />
in modo efficace alle sfide da affrontare nella Chiesa e nel mondo<br />
per vincere non solo il campionato annuale ma la Coppa della Vita eterna.<br />
Il Convegno ecclesiale nazionale di Verona ormai alle porte e gli<br />
eventi futuri della Chiesa universale costituiranno per noi preziose indicazioni<br />
per proseguire sulla strada della santità e della comunione<br />
fraterna. Infatti il nostro cammino di Chiesa particolare sarà tanto più<br />
spedito quanto più si fonderà sulla fede in Dio, la carità vicendevole e<br />
l’obbedienza a Lei, amato Pastore che conosce le sue pecore una ad una<br />
e non vorrebbe alcuna smarrita. E ciò non accadrà se queste la seguiranno<br />
docili e fiduciose, pronte a rinunciare a se stesse e ai propri vantaggi<br />
individuali per il bene del gregge intero.<br />
Carissimo Don Mario,<br />
l’occasione odierna è quanto mai propizia per rinnovarLe a nome mio<br />
personale, del Clero diocesano e dei Fedeli qui convenuti, gli auguri più<br />
gioiosi per i prossimi anniversari che la riguardano: il 15° anniversario della<br />
Consacrazione Episcopale (29-09-1991), il 9° anniversario dell’ingresso<br />
nella nostra <strong>Diocesi</strong> (25-10-1997), e il 69° compleanno (26-10-1937).<br />
Possa il Signore Gesù, per l’intercessione di Maria Incoronata a cui<br />
umilmente anche noi ci uniamo nella preghiera di lode e di ringraziamento,<br />
benedirLa con abbondanza e con la potenza del Suo Santo Spirito<br />
sostenerLa nella missione affidatale.<br />
Auguri vivissimi e buon lavoro a tutti.<br />
Foggia 09 settembre 2006 Sac. Vito Colonna<br />
Vicario Generale<br />
403
404<br />
Carissimi,<br />
Ai Rev.mi Sacerdoti<br />
Diocesani e Religiosi<br />
e p.c. A S.E. Mons. Mario Paciello<br />
come ogni anno, è stato pubblicato da parte della CEI il Calendario<br />
<strong>delle</strong> Giornate mondiali e nazionali per l’anno 2006 (cfr. Notiziario<br />
della Conferenza Episcopale Italiana n. 7/2005, pp. 322-323).<br />
Con la presente, Vi ricordo le date di quelle Giornate per le quali è<br />
stabilita la “Colletta obbligatoria”, da versare alla Curia Diocesana nei<br />
giorni che seguono immediatamente la stessa celebrazione:<br />
ß Giornata per le migrazioni (15 gennaio);<br />
ß Giornata per le opere della Terra Santa (14 aprile - Venerdì santo);<br />
ß Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore (30 aprile);<br />
ß Giornata per la carità del Papa (25 giugno);<br />
ß Giornata missionaria (22 ottobre);<br />
ß Giornata del Seminario (8 dicembre).<br />
Rimangono ad libitum le seguenti Giornate:<br />
ß Giornata dell’infanzia missionaria (6 gennaio);<br />
ß Giornata dei malati di lebbra (29 gennaio).<br />
RingraziandoVi anticipatamente per la partecipazione che le Vostre<br />
Comunità vorranno esprimere per i bisogni di tutta la Chiesa, Vi saluto<br />
fraternamente.<br />
<strong>Altamura</strong>, 16 febbraio 2006<br />
* * *<br />
Sac. Vito Colonna<br />
Vicario Generale
Carissimi,<br />
Ai Rev.mi Parroci<br />
e Collaboratori<br />
Loro Sedi<br />
come già annunciato durante l’ultimo incontro di aggiornamento (27<br />
gennaio u.s.), dal 12 al 17 marzo 2007 i Vescovi della Puglia compiranno<br />
la Visita ad limina, prevista dal Codice di Diritto Canonico ogni<br />
cinque anni.<br />
In vista di questo appuntamento, per dare al Vescovo la possibilità<br />
di stilare con serenità ed obiettività la prescritta Relazione sullo stato<br />
della <strong>Diocesi</strong>, da inviare almeno sei mesi prima della stessa Visita<br />
alla Congregazione per i Vescovi, Vi invio in allegato un estratto dello<br />
schema approntato dalla medesima Congregazione, per quelle parti che<br />
riguardano le parrocchie.<br />
Vogliate rispondere al questionario a livello interparrocchiale (per<br />
Zone Pastorali), consegnando quanto prima la relazione al Coordinatore<br />
cittadino, il quale provvederà a trasmetterla in Curia entro e non oltre il<br />
23 aprile 2006 (possibilmente su supporto informatico), al fine di permettere<br />
al Vescovo la stesura definitiva.<br />
Certo della Vostra fattiva collaborazione, Vi saluto fraternamente.<br />
<strong>Altamura</strong>, 16 febbraio 2006<br />
* * *<br />
Sac. Vito Colonna<br />
Vicario Generale<br />
40
40<br />
Carissimi,<br />
Ai Rev.di Sacerdoti<br />
Religiosi e Diaconi<br />
della <strong>Diocesi</strong><br />
Vi comunico che dalle ore 12.00 di lunedì 26 al pranzo di venerdì<br />
30 giugno p.v., presso l’Oasi “S. Maria dell’Isola” in Conversano,<br />
si terranno gli Esercizi Spirituali per i Sacerdoti, i Religiosi e i Diaconi<br />
della <strong>Diocesi</strong>.<br />
Detterà le meditazioni Mons. Giuseppe Zanon, Delegato Vescovile<br />
per il Clero della <strong>Diocesi</strong> di Padova.<br />
Avendo dato ascolto alle Vostre richieste, che auspicavano il Corso<br />
di Esercizi Spirituali ogni due anni, chiedo a tutti di essere attenti a questa<br />
proposta di comunione sacerdotale diocesana e, compatibilmente<br />
con gli impegni pastorali, una nutrita partecipazione.<br />
Vogliate comunicare la Vostra adesione entro mercoledì 31 maggio<br />
p.v., consegnando in Curia il talloncino sottostante debitamente compilato.<br />
La quota di partecipazione è di €. 155,00 (da consegnare a Don<br />
Luigi Dimarno durante gli Esercizi).<br />
Un saluto cordiale.<br />
<strong>Altamura</strong>, 17 marzo 2006<br />
* * *<br />
Sac. Vito Colonna<br />
Vicario Generale
Carissimi,<br />
– Ai Rev.di Sacerdoti e Diaconi<br />
Diocesani e Religiosi<br />
– Alle Comunità parrocchiali e religiose<br />
– Ai Responsabili degli Ordini Secolari,<br />
<strong>delle</strong> Confraternite, Associazioni, Gruppi<br />
e Movimenti ecclesiali<br />
l’appuntamento annuale della Celebrazione diocesana della Solennità<br />
del Corpus Domini, interrotto lo scorso anno per la concomitanza con<br />
il Congresso Eucaristico Nazionale celebrato a Bari, riprenderà giovedì<br />
15 giugno p.v. a Poggiorsini, alle ore 19.00 (ore 18.30: arrivi ed accoglienza).<br />
È l’ultimo paese della <strong>Diocesi</strong> che ospita tale celebrazione,<br />
che costituisce sempre un momento importante per la vita della <strong>Diocesi</strong>,<br />
riunita <strong>insieme</strong> al suo Pastore, il Vescovo Mario, intorno al Sacramento<br />
dell’Eucaristia.<br />
Con la presente, Vi comunico alcune notizie utili:<br />
– La Celebrazione Eucaristica si svolgerà in Piazza Borgo Vecchio (in<br />
prossimità dell’antica chiesa di S. Maria dei Sette Dolori). Seguirà la<br />
Processione, che, percorrendo Corso Vittorio Veneto, si concluderà<br />
con la Benedizione Eucaristica in Piazza Aldo Moro (piazzale antistante<br />
la chiesa parrocchiale). Alla Processione prenderanno parte,<br />
<strong>insieme</strong> al Vescovo, ai Sacerdoti, ai Diaconi, ai Ministri istituiti, ai<br />
Seminaristi ed ai Ministranti, anche tutti i fedeli convenuti. Faranno<br />
corona al SS.mo Sacramento le Autorità presenti e i membri <strong>delle</strong><br />
Confraternite del SS.mo Sacramento presenti in <strong>Diocesi</strong>.<br />
– Per raggiungere il luogo della celebrazione: da Piazza Aldo Moro,<br />
percorrere tutto Corso Vittorio Veneto.<br />
– Il parcheggio per i pullman sarà su Corso Vittorio Veneto.<br />
– Ai Sacerdoti ricordo di:<br />
1. portare solo il camice per la celebrazione; la Curia provvederà alle<br />
stole e alle casule. I paramenti sacri saranno indossati nella parrocchia<br />
di Maria SS. Addolorata, in Piazza Aldo Moro;<br />
2. affiggere per tempo nelle parrocchie i manifesti per la celebrazione.<br />
I libretti saranno distribuiti al momento dell’arrivo;<br />
40
40<br />
3. invitare i fedeli a confessarsi, per ricevere convenientemente l’Eucarestia.<br />
– Alla celebrazione potranno partecipare tutti i membri <strong>delle</strong> Confraternite,<br />
<strong>delle</strong> Associazioni, dei Gruppi e dei Movimenti ecclesiali,<br />
portando stendardi e labari propri.<br />
– Per l’UNITALSI, gli ammalati e gli anziani sono riservati posti a<br />
sedere.<br />
– L’animazione liturgica della Celebrazione Eucaristica e della Processione<br />
sarà affidata al Coro parrocchiale di Poggiorsini. A partire dalle<br />
ore 18.00, ci saranno le prove dei canti già riportati nel libretto.<br />
Eventuali altre notizie e/o disposizioni saranno date immediatamente<br />
prima della celebrazione.<br />
In attesa di incontrarVi, fraternamente Vi saluto nel Signore.<br />
<strong>Altamura</strong>, 25 maggio 2006<br />
Sac. Vito Colonna<br />
Vicario Generale
SEGRETERIA<br />
Verbali <strong>delle</strong> Riunioni degli Uffici di Curia<br />
Verbale n. 24<br />
La seduta ha avuto inizio alle ore 16.10 con un breve momento di<br />
preghiera presieduto dal Vescovo Mario. Il vescovo ha innanzitutto ringraziato<br />
i presenti per aver risposto all’invito.<br />
Sono presenti: Don Vito Colonna, Padre Pasquale Cenciarelli, Don<br />
Giuseppe Pietroforte, Don Luigi Dimarno, Mons. Felice Posa, Don Nicola<br />
Laterza, Don Vito Cassese, Don Domenico Giannuzzi,Don Angelo<br />
Cianciotta, Don Vincenzo Panaro, Don Saverio Ciaccia, Don Giovanni<br />
Monitillo, Don Giacomo Fiore, Diac. Giuseppe Angelillo, Don Michele<br />
Lorusso, Rag. Luca Cagnazzi, Don Vito Incampo, Diac. Leonardo Ferrulli,<br />
Sig. Nuzzi.<br />
Assenti giustificati: don Giuseppe Chironna, Mons. Diego Carlucci.<br />
Assenti ingiustificati: Mons. Giuseppe Lofrese, Don Vincenzo Confetti,<br />
Don Tommaso Lerario.<br />
I P.o.g. sono stati:<br />
1. Verifica degli uffici<br />
2. Criteri per l’individuazione dei nuovi direttori degli uffici<br />
3. Invito ad una verifica personale<br />
4. Proposte per la reimpostazione della curia<br />
1. Verifica degli uffici<br />
Il Vescovo, riferendosi alla lettera inviata a tutti i sacerdoti lo scorso<br />
21 agosto, dove chiedeva la disponibilità ad esercitare l’ufficio nonostante<br />
le dimissioni, ha ringraziato tutti i direttori, vice direttori, segretari<br />
e collaboratori degli uffici per il servizio svolto finora.<br />
Ha invitato a guardare all’esperienza fatta in questi anni per poter verificare<br />
quale immagine di curia è stata data alla diocesi. Ha ricordato ai<br />
presenti il privilegio nel fare tale verifica favorito dal duplice ruolo: interno<br />
(cioè come officiali di curia) ed esterno (a servizio <strong>delle</strong> parrocchie).<br />
40
410<br />
Diac. Leonardo Ferrulli (ufficio scuola) ha subito rilevato che proprio<br />
questo duplice impegno (ufficio e parrocchia) non sempre ha favorito<br />
l’impegno in curia, pertanto ha rilevato a volte l’inefficienza del servizio.<br />
Don Giuseppe Pietroforte (vicario 3 settore) ha sottolineato che nonostante<br />
tutto, pur non avendo in curia sacerdoti a tempo pieno si è lavorato<br />
tanto; ha aggiunto che molto dipende non dal tempo ma dalla convinzione<br />
che uno ha. Ha fatto notare che alcuni direttori sono stati spesso<br />
assenti.<br />
Don Giacomo Fiore: nota uno sforzo maggiore di comunicazione e di<br />
offerta di incontri.<br />
Don Vito Incampo: il vicario e il segretario sono stati più presenti in Curia<br />
offrendo un ottimo servizio a tutti. Il carico degli impegni per i parroci<br />
è forte pertanto c’è una disponibilità più limitata. Alcuni uffici sono<br />
stati più presenti altri meno. Non è ancora chiaro il coordinamento degli<br />
ambiti della curia. A volte alla curia è passato il compito che altri organismi<br />
(Consiglio Presbiterale e Consiglio Pastorale Diocesano) avrebbero<br />
dovuto avere. Come uffici a volte ci si è sentiti isolati e non sempre si è<br />
riusciti ad inserirsi nella realizzazione dei Programmi Pastorali.<br />
Don Vito Cassese: questo compito non è un ruolo ma un servizio; è<br />
necessaria una comunione in azione, una pre-stima tra di noi. Pensare all’altro<br />
come migliore di me, una promozione dell’altro. Cerchiamo una<br />
intesa di comunione.<br />
Padre Pasquale Cenciarelli: La curia è stato un luogo accogliente, con<br />
un bel clima. Se spesse volte ci si è rivolti al Vescovo per risolvere o proporre<br />
alcune cose questo non deve far sentire i responsabili degli uffici<br />
come messi da parte. C’è bisogno di più interazione tra vescovo e vicari<br />
episcopali ed un CPD più partecipe. Importante avere in curia una presenza<br />
laicale.<br />
2. Criteri per l’individuazione dei nuovi direttori degli uffici<br />
Don Michele Lorusso: Invita a cambiare la mentalità; è necessaria la<br />
continuità come primo criterio. L’ufficio deve preparare le persone.<br />
Continuità, esperienza e formazione tre criteri fondamentali.<br />
Sig. Nuzzi: per la pastorale familiare è necessaria una rotazione <strong>delle</strong><br />
coppie dei vari paesi. Corresponsabilità tra sacerdote e coppia responsabile.
Don Domenico Giannuzzi: è necessaria più sensibilità che competenza.<br />
Compito della curia deve essere quello di favorire e far crescere una<br />
sensibilità. Oltre a scegliere dei direttori è opportuno pensare a vice direttori<br />
e segretari cosicché l’ufficio non nasce con una sola persona.<br />
Mons. Felice Posa: richiamando il can. 478 parla di sacerdoti esperti,<br />
degni di fiducia e rettitudine criteri indispensabili per la scelta dei nuovi<br />
direttori.<br />
Don Luigi Dimarno: disponibilità della persona con la volontà di un<br />
cammino pieno di intenti e una maggior frequenza in curia e piena collaborazione.<br />
Diac. Leonardo Ferrulli: è importante che sia il direttore a suggerire il<br />
vice direttore e segretario ed eventuali collaboratori. Inoltre è necessario<br />
un senso di gratitudine verso i laici in varie forme (Sussidi, libri, convegni<br />
di formazione).<br />
Don Angelo Cianciotta: è importante che coloro che partecipano ai<br />
convegni offrano poi le proprie potenzialità al servizio della diocesi.<br />
Dopo aver ascoltato tutti il Vescovo ha ripercorso i vari interventi,<br />
ha prospettato un maggior inserimento dei laici, una collaborazione più<br />
proficua con i vari organismi e supportato dall’ assenso di Don Luigi Dimarno<br />
in qualità di economo ha ricordato che in più occasioni la diocesi<br />
ha favorito la partecipazione a convegni di formazione.<br />
3. Invito ad una verifica personale<br />
Il Vescovo ha invitato tutti alla verifica personale. Chi è che non desidera<br />
una curia più attenta, funzionante, una curia di cui tutti siano contenti?<br />
Questo desiderio che tutti abbiamo ci deve portare a chiederci:<br />
come abbiamo servito al nostra diocesi? Come abbiamo collaborato all’interno<br />
e con gli altri uffici?<br />
4. Proposte per la reimpostazione della curia<br />
Il Vescovo premettendo ai presenti la provvisorietà di tali proposte e<br />
chiedendo a tutti un impegno al riserbo ha elencato per ogni ufficio <strong>delle</strong><br />
proposte di eventuali nuovi direttori, vice direttori e collaboratori. Da<br />
411
412<br />
segnalare il nuovo ufficio della Pastorale Scolastica alquanto urgente e<br />
necessaria. Inoltre, anche l’ufficio Caritas avrà una caratterizzazione diversa:<br />
un direttore e dei responsabili per la formazione, Progetti in corso,<br />
banco alimentare, fondo Antiusura, Caritas parrocchiali, servizio civile,<br />
emergenze e bisogni. Il Vescovo ha poi annunciato anche l’inserimento<br />
in alcuni uffici a seconda della sensibilità, dei seminaristi di Teologia<br />
che pur non potendo dare un contributo alquanto fattivo potranno però<br />
così iniziare a conoscere più da vicino il lavoro e le iniziative della <strong>Diocesi</strong>.<br />
Sarà importante che i direttori interessati li tengano informati.<br />
Il Vicario Generale ha annunciato la data del prossimo incontro: 3 ottobre<br />
2006. Ha anche ricordato a tutti i presenti i due grandi avvenimenti<br />
dell’Inaugurazione dell’Ospedale e del Seminario Diocesano invitando<br />
tutti a pregare e partecipare.<br />
L’incontro si è concluso alle ore 18.05 con la Benedizione del Vescovo.<br />
<strong>Altamura</strong>, 21 settembre 2006<br />
Sac. Nunzio Falcicchio<br />
Segretario
Verbale n. 25<br />
La seduta ha avuto inizio alle ore 17.00 con un breve momento di<br />
preghiera presieduto dal Vescovo Mario. Il vescovo ha innanzitutto ringraziato<br />
i presenti per aver risposto all’invito.<br />
Sono presenti: Don Vito Colonna, Don Angelo Cianciotta, Don Rocco<br />
Scalera, P. Maurizio Bevilacqua, Don Giovanni Bruno, Don Domenico<br />
Cornacchia, Don Luigi Dimarno, Don Michele Lo russo, Don Luigi<br />
Dimarno, Mons. Felice Posa, Don Vito Cassese, Don Domenico Giannuzzi,<br />
Don Vincenzo Panaro, Don Saverio Colonna, Don Saverio Ciaccia,<br />
Don Giacomo Fiore, Don Vincenzo Lopano, alcuni diaconi e laici<br />
invitati dal vescovo<br />
Assenti giustificati: don Vito Incampo, don Giuseppe Pietroforte, don<br />
Alessandro Amapani<br />
I P. o. g. sono stati:<br />
1. Lettura verbale precedente seduta<br />
2. Comunicazioni del vescovo<br />
1. Lettura verbale precedente seduta<br />
Il segretario ha dato lettura del verbale dell’incontro tenutosi il 21<br />
settembre, fornendone copia ai presenti. Dopo ha preso la parola il Vescovo.<br />
2. Comunicazioni del vescovo<br />
Il Vescovo, riferendosi all’incontro precedentemente avuto con gli<br />
uffici ed hai colloqui personali con alcuni direttori, ha precisato che l’invito<br />
a cambiare i direttori degli uffici non è per un risentimento verso<br />
qualcuno o automaticamente un giudizio negativo verso chi ha lavorato<br />
in curia in questi anni, ma il bisogno, da più parti avvertito ed evidenziato,<br />
di rigenerare, di dare un nuovo slancio al lavoro degli stessi uffici.<br />
413
414<br />
Il Vescovo ha ribadito che si lavora alla luce di una scuola che Cristo<br />
ci ha fatto: “siamo servi inutili”. Lui deve crescere ed io diminuire.<br />
Quando si lavora per noi stessi non va bene, ha continuato il vescovo. Ha<br />
comunicato di aver ricevuto da parte di sacerdoti, diaconi e laici apprezzamenti<br />
per queste decisioni ma anche meraviglia e lamentele.<br />
Il Vescovo poi, ha ricordato che l’invito rivolto ai presenti dal Vicario<br />
generale, è la testimonianza della fiducia che ha riposto e ripone nei sacerdoti,<br />
diaconi e laici che collaborano negli uffici di curia. Il Vescovo<br />
ringraziando ancora una volta coloro che hanno svolto il proprio ufficio,<br />
comunica che una <strong>delle</strong> esigenze emerse è di cui si compiace è la voglia<br />
di lavorare in modo coordinato (con presenze laiche e religiose) con gli<br />
altri uffici che hanno relazione nello stesso settore. Al più presto nominerà<br />
i vicari Episcopali di ogni settore.<br />
Il vescovo infine, ha chiesto a tutti di “tenere gli occhi aperti” cioè di<br />
studiare, informarsi, leggere e ascoltare i bisogni del territorio e della<br />
Chiesa e suggerire <strong>delle</strong> risposte. L’ufficio non deve essere visto come<br />
un fatto puramente burocratico. Importante è avere collaboratori e rispettare<br />
i tempi specie per arrivare a giugno con il programma pastorale.<br />
Don Vito Colonna ha informato i presenti che i sacerdoti daranno <strong>delle</strong><br />
indicazioni per i vicari foranei. Ha chiesto di prendere visione della nuova<br />
griglia con le proposte dei nuovi direttori e collaboratori.<br />
Diac. Giuseppe Angellillo sottolinea che per l’ufficio Caritas il nuovo<br />
Direttore deve fare un corso e chiede di definire gli uffici.<br />
Vescovo: interviene dicendo che non farà subito un decreto, che l’incontro<br />
riveste l’informalità di una consultazione e che resta in attesa dei<br />
suggerimenti per completare con le eventuali precise correzioni la griglia<br />
degli uffici. Inoltre il campo della Caritas data la sua articolazione e<br />
complessità sarà bene esaminarlo in altra sede. L’ufficio scuola sarà poi<br />
affiancato dal nuovo ufficio per la pastorale scolastica.<br />
Don Mimmo Giannuzzi: chiede di inserire la parola Evangelizzazione<br />
all’inizio di ogni settore in sintonia con la Chiesa italiana così diviene<br />
uno stare <strong>insieme</strong>, un pensare l’evangelizzazione.
Don Saverio Ciaccia: ritiene che è bene intestare i tre settori secondo i<br />
tre munus profetico - sacerdotale - regale.<br />
Vescovo: viene data lettura della griglia di proposta dei nuovi direttori,<br />
vice direttori e collaboratori. Al termine della lettura chiede ai vecchi direttori<br />
di aiutare nell’inserimento dell’ufficio coloro che rivestiranno il<br />
nuovo incarico. I vari suggerimenti e le precisazioni saranno coordinate<br />
dal Vicario e dal Segretario.<br />
L’incontro si è concluso alle ore 18.30 con la Benedizione del Vescovo.<br />
<strong>Altamura</strong>, 21 settembre 2006<br />
Sac. Nunzio Falcicchio<br />
Segretario<br />
41
41<br />
Verbale n. 26<br />
La seduta ha avuto inizio alle ore 10.00 con un breve momento di<br />
preghiera presieduto dal Vescovo Mario, presso la parrocchia di S. Anna<br />
in <strong>Altamura</strong>. Il vescovo ha innanzitutto ringraziato i presenti per aver<br />
risposto all’invito.<br />
Sono presenti: Don Vito Colonna, Don Giacomo Fiore, Don Saverio<br />
Ciaccia, Don Domenico Giannuzzi, Don Vito Nuzzi, Mons. Felice Posa,<br />
Don Luigi Dimarno, Don Angelo Cianciotta, Don Rocco Scalera, P. Maurizio<br />
Bevilacqua, Don Giovanni Bruno, Don Domenico Cornacchia, Don<br />
Vito Cassese, Don Vincenzo Panaro, Don Saverio Colonna, , Don Vincenzo<br />
Lopano, Don Peppino Chironna, Don Giovanni Monitillo, don Vito<br />
Incampo, don Giuseppe Pietroforte, don Alessandro Amapani, don Nicola<br />
Chiarulli, don Michele Lorusso, don Giuseppe Cifarelli, P. Mario Marino,<br />
Ing. Franchini, Diac. Leonardo Ferrulli, Avv. Massimo Marvulli.<br />
I P. o. g. sono stati:<br />
1. Lettura verbale precedente seduta<br />
2. Giuramento dei Vicari episcopali<br />
3. Varie<br />
1. Lettura verbale precedente seduta<br />
Il segretario ha dato lettura del verbale dell’incontro tenutosi il 3 ottobrebre,<br />
fornendone copia ai presenti. Dopo ha preso la parola il Vescovo<br />
che ha salutato i presenti, ringraziato il parroco don Vincenzo Panaro e<br />
spiegato ai presenti il cambio della sede per l’incontro, dovuto all’impossibilità<br />
del parcheggio in p.zza Duomo. Il Vescovo ha ricordato che è<br />
la prima volta che in modo ufficiale e completo incontra i nuovi direttori<br />
degli uffici di curia.<br />
2. Giuramento dei Vicari episcopali<br />
Il Vescovo, ha invitato i quattro Vicari episcopali (don Giacomo Fiore,<br />
don Domenico Giannuzzi, Don Saverio Ciaccia, don Vito Nuzzi) a<br />
fare il giuramento in vista di assumere un tale incarico.
3. Varie<br />
Dopo il giuramento ha preso la parola il Vescovo sottolineando l’importanza<br />
dell’incontro prima di Natale per avere la possibilità di scambiarsi<br />
<strong>delle</strong> proposte e riflessioni per rendere operativi gli uffici.<br />
Il Vescovo ha proposto a tutti i presenti di mettere a fondamento e<br />
convincimento di tutti, il sentirsi chiamati ad essere costruttori di unità<br />
attraverso il servizio che ognuno di noi è chiamato a svolgere. Ha chiesto<br />
di non proporre tante iniziative, incontri o riunioni che potrebbero<br />
disorientare.<br />
È opportuno, ha continuato il Vescovo, completare in questo primo<br />
tempo l’organico degli uffici, cercare collaboratori nelle parrocchie per<br />
non fare sempre e solo esclusivamente riferimento ai parroci. È importante<br />
mettere <strong>insieme</strong> le varie programmazioni per coordinare il lavoro<br />
perché diventi un unico progetto.<br />
Dopo il Vescovo, ha preso la parola il Vicario Generale che ha ricordato<br />
che i nuovi Vicari Episcopali sono anche Vicari Foranei e primi<br />
collaboratori del Vescovo. Ha sottolineato la necessità di fornire presso<br />
la segreteria della curia la scheda tecnica completa di ogni ufficio con i<br />
nomi dei collaboratori e gli indirizzi.<br />
Poi, il segretario, è stato invitato a dare <strong>delle</strong> indicazioni logistiche<br />
per l’uso dei computer, telefoni, fotocopiatori.<br />
Alcuni dei presenti hanno chiesto informazioni circa il pellegrinaggio<br />
diocesano a Roma in vista della Visita ad limina del 14 Marzo 2007.<br />
Don Alessandro ha proposto di stampare un libretto per la Liturgia, ricordandoci<br />
che avremo la Celebrazione nella Basilica di S. Pietro alle<br />
ore 12.30 presieduta dal nostro Vescovo. Per quanto riguarda l’utilizzo<br />
dei pullman don Luigi Dimarno dopo alcune consultazioni comunicherà<br />
ai parroci la cifra per i pellegrini, cosicché, tutta la <strong>Diocesi</strong> utilizzi la<br />
stessa quota di iscrizione. Inoltre ogni pellegrino avrà un segno distintivo<br />
(cappellino) e il pass per accedere alla Udienza.<br />
L’incontro si è concluso alle ore 12.30 con la Benedizione del Vescovo.<br />
<strong>Altamura</strong>, 21 settembre 2006<br />
Sac. Nunzio Falcicchio<br />
Segretario<br />
41
41<br />
Rendiconto<br />
relativo alla erogazione<br />
<strong>delle</strong> somme derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF<br />
per l’esercizio 2005<br />
I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE<br />
A. Esercizio del culto:<br />
1. Nuovi complessi parrocchiali 77.853,00<br />
2. Sussidi liturgici 7.276,40<br />
3. Centro Giovanile 32.000,00<br />
B. Esercizio e cura <strong>delle</strong> anime:<br />
117.129,40<br />
1. Attività pastorali straordinarie 1.136,00<br />
2. Curia diocesana e centri pastorali diocesani<br />
30.000,00<br />
3. Mezzi di comunicazione sociale a finalità<br />
pastorale<br />
24.493,55<br />
4. Istituto di scienze religiose<br />
5. Manutenzione straordinaria di case cano-<br />
13.500,00<br />
niche e/o locali di ministero pastorale 17.290,50<br />
6. Parrocchie in condizioni di straordinaria<br />
necessità<br />
8.000,00<br />
7. Enti ecclesiastici per il sostentamento dei<br />
sacerdoti addetti<br />
4.250,00<br />
8. Clero anziano e malato 300,00<br />
9. Istituti di vita consacrata in straordinaria<br />
necessità<br />
3.000,00<br />
10. Rimborso collaboratori 5.200,00<br />
107.170,05
C. Formazione del clero:<br />
1. Seminario diocesano, interdiocesano, re-<br />
56.468,80<br />
gionale<br />
2. Rette di seminaristi e sacerdoti studenti a<br />
Roma o presso altre facoltà ecclesiastiche 3.396,00<br />
3. Formazione permanente del clero 6.380,00<br />
4. Restauro Seminario Diocesano 237.111,58<br />
303.356,38<br />
D. Scopi missionari:<br />
1. Centro missionario diocesano e animazione<br />
missionaria<br />
2. Cura pastorale degli immigrati presenti in<br />
diocesi<br />
E. Catechesi ed educazione cristiana:<br />
1.000,00<br />
5.000,00<br />
1. Iniziative di cultura religiosa nell’ambito<br />
della diocesi<br />
1.900,00<br />
2. Istituti Regionali 2.155,00<br />
F. Contributo al servizio diocesano per la promozione<br />
del sostegno economico alla Chiesa:<br />
G. Altre erogazioni:<br />
6.000,00<br />
4.055,00<br />
1.200,00<br />
1. Casa S. Lorenzo 2.000,00<br />
2. Fondo Facoltà Teologica 50.385,18<br />
3. Fitto Parrocchia Spirito Santo 12.292,19<br />
4. Tasse e manutenzione Casa<br />
Mastrogiacomo<br />
9.500,47<br />
a) totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate nel 2005<br />
74.177,84<br />
613.088,67<br />
41
420<br />
Riepilogo<br />
- totale <strong>delle</strong> somme da erogare per<br />
l’anno 2005<br />
- a dedurre totale <strong>delle</strong> erogazioni ef-<br />
1.195.142,98<br />
fettuate nell’anno 2005 (fino al 31 marzo<br />
2006)<br />
613.088,67<br />
- differenza<br />
L’importo “differenza” è così suddiviso:<br />
582.054,31<br />
* Fondo diocesano di garanzia<br />
(fino al 10% del contributo dell’anno 2005)<br />
56.000,00<br />
* Fondo diocesano di garanzia relativo agli esercizi<br />
precedenti<br />
Totale fondo diocesano di garanzia (da riporta-<br />
242.248,30<br />
re nel rendiconto assegnazioni 2006)<br />
* Altre somme assegnate nell’esercizio 2005 e<br />
non erogate al 31/03/2006 (da riportare nel ren-<br />
298.248,30<br />
diconto assegnazioni 2006) 271.563,53<br />
- interessi netti del 30/06/05;<br />
30/09/05 e 31/12/05<br />
3.198,23<br />
- assegni emessi o bonifici effettuati ma<br />
non ancora contabilizzati nell’e/c<br />
9.044,25<br />
saldo conto corrente e/o deposito titoli<br />
al 31 marzo 2006<br />
594.296,79
II. PER INTERVENTI CARITATIVI<br />
A. Distribuzione a persone bisognose:<br />
1. Da parte della diocesi 36.890,00<br />
2. Da parte <strong>delle</strong> parrocchie 60.800,00<br />
3. Da parte di altri enti ecclesiastici 30.000,00<br />
B. Opere caritative diocesane:<br />
1. In favore di extracomunitari 11.100,00<br />
2. In favore di tossicodipendenti 17.000,00<br />
3. In favore di anziani 11.000,00<br />
4. In favore di portatori di handicap 10.500,00<br />
5. In favore di altri bisognosi 850,00<br />
6. Fondo antiusura (diocesano o regionale) 20.000,00<br />
C. Opere caritative parrocchiali:<br />
1. In favore di extracomunitari 10.000,00<br />
2. In favore di altri bisognosi 21.350,00<br />
3. Caritas 4.000,00<br />
D. Opere caritative di altri enti ecclesiastici:<br />
1. Fondazione Benedetto XIII 30.000,00<br />
2. Opere Caritative Religiose 42.500,00<br />
3. Casa Accoglienza Loglisci 140.254,08<br />
E. Altre erogazioni:<br />
1. Opere Caritative Missionarie 1.500,00<br />
127.690,00<br />
70.450,00<br />
35.350,00<br />
212.754,08<br />
1.500,00<br />
b) totale <strong>delle</strong> erogazioni 447.744,08<br />
421
422<br />
Riepilogo<br />
- totale <strong>delle</strong> somme da erogare per l’anno 2005 623.130,48<br />
- a dedurre totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate<br />
nell’anno 2005 (fino al 31 marzo 2006) 447.774,08<br />
- differenza 175.386,40<br />
L’importo “differenza” è così suddiviso:<br />
* Altre somme assegnate nell’esercizio 2005<br />
e non erogate al 31/03/2006 (da riportare nel<br />
rendiconto assegnazioni 2006) 168.195,33<br />
- interessi netti del 30/09/05; 31/12/05 e 31/03/06 3.191,07<br />
- assegni emessi o bonifici effettuati<br />
ma non ancora contabilizzati nell’e/c 4.000,00<br />
saldo conto corrente e/o deposito titoli al 31<br />
182.577,47<br />
marzo 2006<br />
Si allegano:<br />
1. relazione esplicativa del rendiconto relativo alle somme erogate;<br />
2. fotocopia <strong>delle</strong> pagine di tutti gli estratti conto bancari dal 01.04.2005<br />
al 31.03.2006;<br />
3. documentazione dei depositi amministrati o della gestione patrimoniale<br />
nel caso in cui le disponibilità siano state temporaneamente investite.<br />
Si attesta che:<br />
• il presente “Rendiconto” è stato sottoposto alla verifica del Consiglio<br />
Diocesano per gli affari economici;<br />
• il “Rendiconto” è pubblicato nel bollettino ufficiale della diocesi n. 1,<br />
anno 2006.<br />
l’economo diocesano<br />
Sac. Luigi Dimarno<br />
il vescovo diocesano<br />
X Mario Paciello
Rendiconto relativo alla assegnazione<br />
<strong>delle</strong> somme attribuite alla <strong>Diocesi</strong><br />
dalla Conferenza Episcopale Italiana<br />
ex art. 47 della legge 222/1985<br />
per l’anno 2006<br />
I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE<br />
- contributo ricevuto dalla c.e.i. nel 2006 570.711,94<br />
- interessi netti maturati sui depositi bancari<br />
e sugli investimenti:<br />
al 30.09.2005 1.111,53<br />
al 31.12.2005 1.293,97<br />
al 31.03.2006 1.125,26<br />
al 30.06.2006 1.338,46<br />
4.869,22<br />
- fondo diocesano di garanzia relativo agli eser-<br />
298.248,30<br />
cizi precedenti<br />
- somme impegnate per iniziative pluriennali esercizi<br />
precedenti<br />
- somme assegnate nell’esercizio 2005 e non ero-<br />
273.128,00<br />
gate al 31.03.2006<br />
a) totale <strong>delle</strong> somme da assegnare<br />
per l’anno 2006 1.146.957,46<br />
A. Esercizio del culto:<br />
1. Nuovi complessi parrocchiali 58.000,00<br />
2. Sussidi liturgici 20.000,00<br />
3. Centro Giovanile 50.000,00<br />
128.000,00<br />
423
424<br />
B. Esercizio e cura <strong>delle</strong> anime:<br />
1. Attività pastorali straordinarie 25.828,00<br />
2. Curia diocesana e centri pastorali diocesani 65.000,00<br />
3. Mezzi di comunicazione sociale a finalità<br />
53.473,40<br />
pastorale<br />
4. Istituto di scienze religiose 12.000,00<br />
5. Archivi e biblioteche di enti ecclesiastici 10.000,00<br />
6. Manutenzione straordinaria di case canoniche<br />
e/o locali di ministero pastorale<br />
59.660,00<br />
7. Consultorio familiare diocesano 10.000,00<br />
8. Parrocchie in condizioni di straordinaria necessità<br />
20.000,00<br />
9. Enti ecclesiastici per il sostentamento dei<br />
sacerdoti addetti<br />
2.000,00<br />
10. Clero anziano e malato 5.160,00<br />
11. Istituti di vita consacrata in straordinaria<br />
necessità<br />
13.000,00<br />
12. Rimborsi collaboratori 25.220,00<br />
C. Formazione del clero:<br />
301.341,40<br />
1. Seminario diocesano, interdiocesano, re-<br />
104.550,00<br />
gionale<br />
2. Rette di seminaristi e sacerdoti studenti a<br />
Roma o presso altre facoltà ecclesiastiche 3.800,00<br />
3. Formazione permanente del clero 8.900,00<br />
4. Restauro Seminario 176.969,22<br />
294.219,22<br />
D. Scopi missionari:<br />
1. Centro missionario diocesano e animazione<br />
missionaria<br />
3. Cura pastorale degli immigrati presenti in<br />
diocesi<br />
2.000,00<br />
10.000,00<br />
12.000,00
E. Catechesi ed educazione cristiana:<br />
1. Oratori e patronati per ragazzi e giovani 11.500,00<br />
2. Associazioni ecclesiali (per la formazione<br />
dei membri)<br />
8.000,00<br />
3. Iniziative di cultura religiosa nell’ambito<br />
della diocesi<br />
4.600,00<br />
4. Istituzioni Regionali 4.000,00<br />
F. Contributo al servizio diocesano per la<br />
promozione del sostegno economico alla<br />
Chiesa<br />
G. Altre assegnazioni:<br />
1.200,00<br />
1. Casa San Lorenzo 6.000,00<br />
2. Fitto Parrocchia Spirito Santo 14.292,19<br />
3. Manutenzione Casa Mastrogiacomo 10.880,00<br />
H. Somme impegnate per iniziative pluriennali:<br />
1. Fondo diocesano di garanzia (fino al 10%<br />
del contributo dell’anno 2006)<br />
350.924,00<br />
28.100,00<br />
1.200,00<br />
31.172,19<br />
350.924,65<br />
b) totale <strong>delle</strong> assegnazioni 1.146.957,46<br />
II. PER INTERVENTI CARITATIVI<br />
- contributo ricevuto dalla c.e.i. nel 2006 313.697,07<br />
- interessi netti maturati sui depositi bancari<br />
e sugli investimenti:<br />
42
42<br />
al 30.09.2005 1.125,51<br />
al 31.12.2005 1.282,97<br />
al 31.03.2006 782,59<br />
al 30.06.2006 599,04<br />
- somme impegnate per iniziative pluriennali esercizi<br />
precedenti<br />
- somme assegnate nell’esercizio 2005 e non erogate<br />
al 31.03.2006<br />
a) totale <strong>delle</strong> somme da assegnare<br />
per l’anno 2006<br />
A. Distribuzione a persone bisognose:<br />
3.790,11<br />
166.902,35<br />
484.389,53<br />
1. Da parte della diocesi 63.170,00<br />
2. Da parte <strong>delle</strong> parrocchie 53.200,00<br />
3. Da parte di altri enti ecclesiastici 20.000,00<br />
136.370,00<br />
B. Opere caritative diocesane:<br />
1. In favore di extracomunitari 15.000,00<br />
2. In favore di tossicodipendenti 20.000,00<br />
3. In favore di anziani 20.000,00<br />
4. In favore di portatori di handicap 20.000,00<br />
5. In favore di altri bisognosi 49.793,00<br />
6. Fondo antiusura (diocesano o regionale) 25.000,00<br />
149.793,00<br />
C. Opere caritative parrocchiali:<br />
1. In favore di altri bisognosi 34.000,00<br />
34.000,00
D. Opere caritative di altri enti ecclesiastici:<br />
1. Fondazione Benedetto XIII 27.000,00<br />
2. Opere Caritative Religiose 20.000,00<br />
3. Casa di Accoglienza Loglisci 80.226,53<br />
127.226,53<br />
E. Altre assegnazioni:<br />
1. Gemellaggio Awasa 15.000,00<br />
2. Opere caritative missionarie 22.000,00<br />
37.000,00<br />
b) totale <strong>delle</strong> assegnazioni 484.389,53<br />
1. Il parere del Consiglio diocesano per gli affari economici è stato<br />
espresso nella riunione tenutasi in data 8 novembre 2006<br />
2. Il parere del Collegio dei consultori è stato espresso nella riunione<br />
tenutasi in data 8 novembre 2006<br />
3. L’incaricato diocesano per la promozione del sostegno economico<br />
alla Chiesa è stato sentito dal Vescovo in data 8 novembre 2006<br />
4. Il Direttore della Caritas Diocesana è stato sentito dal Vescovo in merito<br />
agli interventi caritativi in data 8 novembre 2006<br />
<strong>Altamura</strong>, 27 novembre 2006<br />
il vescovo diocesano<br />
X Mario Paciello<br />
42
42<br />
RENDICONTO DELLE COLLETTE<br />
PER LE GIORNATE OBBLIGATORIE 2006<br />
Giornata<br />
missionaria Seminario<br />
Carità<br />
del Papa<br />
Università<br />
Cattolica<br />
Luoghi<br />
Santi<br />
Migranti Lebbrosi<br />
Infanzia<br />
missionaria<br />
ALTAMURA<br />
Cattedrale 500,00 100,00 – 250,00 200,00 200,00 500,00 700,00<br />
Sacro Cuore 400,00 100,00 150,00 200,00 200,00 100,00 600,00 700,00<br />
S. Agostino 50,00 – – 100,00 150,00 – 305,00 250,00<br />
S. Anna 120,00 100,00 – 85,00 50,00 125,00 920,00 250,00<br />
S. Giovanni Bosco 800,00 – – – – – 700,00 1.400,00<br />
S. Maria Carmine 150,00 200,00 – 125,00 60,00 170,00 750,00 510,00<br />
S. M. Consolazione 300,00 150,00 – 100,00 150,00 135,00 2.100,00 200,00<br />
S. Michele A. 160,00 150,00 – 180,00 150,00 125,00 450,00 380,00<br />
S. Nicola 420,00 110,00 – 110,00 110,00 130,00 660,00 420,00<br />
SS. Redentore – 50,00 – – – – 50,00 200,00<br />
SS. Rosario 300,00 80,00 – 125,00 50,00 100,00 500,00 600,00<br />
S. Sabino 90,00 70,00 – 180,00 90,00 70,00 50,00 –<br />
S. Sepolcro 150,00 100,00 50,00 150,00 50,00 150,00 250,00 250,00<br />
S. Teresa 650,00 200,00 180,00 150,00 80,00 130,00 910,00 590,00<br />
SS. Trinità 50,00 50,00 – 180,00 270,00 50,00 200,00 350,00
Ancelle “Volpicelli” – – – – – – – –<br />
Buoncammino – 215,00 – 50,00 215,00 100,00 610,00 350,00<br />
Cimitero 80,00 20,00 – – – – 70,00 500,00<br />
Madonna della Croce 90,00 30,00 20,00 – 20,00 40,00 90,00 50,00<br />
Ospedale 50,00 100,00 – 100,00 50,00 65,00 100,00 115,00<br />
S. Antonio 47,00 – – 60,00 21,00 25,00 50,00 45,00<br />
S. Chiara – – – – – – – –<br />
S. Domenico 223,00 – – 104,00 – 85,00 123,00 –<br />
S. Francesco di P. – – – – – 40,00 – 50,00<br />
S. Lorenzo – – – – – – – –<br />
S. Lucia 250,00 50,00 190,00 135,00 50,00 135,00 600,00 260,00<br />
Annunziata – – – – – – – –<br />
Caritas S. Sepolcro – – – – – – 200,00 –<br />
4.880,00 1.875,00 640,00 2.384,00 1.966,00 1.975,00 10.788,00 8.170,00<br />
GRAVINA<br />
Buon Pastore 100,00 100,00 – 100,00 100,00 100,00 700,00 600,00<br />
Madonna d. Grazie – 30,00 – – – 157,00 666,00 742,00<br />
Mater Ecclesiae – – – – – – 650,00 700,00<br />
S. Domenico 1.000,00 100,00 – 300,00 50,00 400,00 2.240,00 1.650,00<br />
S. Francesco 150,00 250,00 320,00 110,00 110,00 200,00 500,00 400,00<br />
42
430<br />
S. Giovanni Battista – – – 75,00 227,00 118,00 550,00 565,00<br />
S. Giovanni Evang. – 35,00 – 35,00 35,00 45,00 670,00 210,00<br />
SS. Nicola e Cecilia – – – – – – 400,00 190,00<br />
SS. Pietro e Paolo – 100,00 – 100,00 100,00 100,00 100,00 500,00<br />
Spirito Santo – – – – – 145,00 950,00 1.000,00<br />
SS. Crocifisso – – – 500,00 50,00 200,00 1.550,00 1.100,00<br />
SS. Nome di Gesù – – – – – – 50,00 70,00<br />
Cattedrale – – – – – – – –<br />
Ospedale – – – – – – – –<br />
S.Emidio – – – – – – – –<br />
S. Felice – – – – – – – –<br />
S. Giuseppe – – – – – – – –<br />
S. Maria – – – – – – – –<br />
S. Sofia – – – – – – – –<br />
S. Teresa – – – – – – – –<br />
Suore S. Cecilia – – – – – – – –<br />
Suore Sacro Costato – – – – – – – 150,00<br />
Confr. S. Antonio – – – – – – – 100,00<br />
Suore Carmelitane – – – – – – 155,00 –<br />
1.250,00 615,00 320,00 1.220,00 672,00 1.465,00 9.026,00 7.677,00
ACQUAVIVA<br />
S. Eustachio 200,00 – – 300,00 130,00 200,00 1.200,00 395,00<br />
S. Agostino 20,00 – – 20,00 20,00 20,00 165,00 30,00<br />
Sacro Cuore – 152,00 – 100,00 300,00 130,00 1.350,00 400,00<br />
S. Domenico 600,00 70,00 – 150,00 50,00 200,00 1.000,00 1.000,00<br />
S. Francesco – – – 50,00 50,00 50,00 150,00 200,00<br />
S. Lucia – 50,00 – 51,00 55,00 70,00 130,00 150,00<br />
S. Maria Maggiore 300,00 150,00 – 100,00 200,00 200,00 350,00 1.000,00<br />
Addolorata – – – – – – – –<br />
Immacolata – – – – – – – –<br />
Ospedale “Collone” – – – – – – – –<br />
Ospedale “Miulli” – – – – – – – –<br />
S. Anna – – – – – – – –<br />
S. Benedetto – – – – – – – –<br />
S. Chiara – – – – – – – –<br />
Suore “Cirielli” 300,00 – – – – – 410,00 –<br />
1.420,00 422,00 – 771,00 805,00 870,00 4.755,00 3.175,00<br />
SANTERAMO<br />
S. Erasmo 309,00 250,00 – 250,00 – 300,00 868,00 1.177,00<br />
Sacro Cuore 200,00 200,00 – 185,00 250,00 145,00 500,00 800,00<br />
SS. Crocifisso 1.080,00 430,00 480,00 360,00 550,00 500,00 1.400,00 850,00<br />
431
432<br />
Annunziata 50,00 – – – – – 101,00 94,00<br />
Carmine 60,00 – – – – – 108,00 96,00<br />
Monfortani – – – – – – 170,00 150,00<br />
Ospedale – – – – – – – –<br />
Pietà – – 75,00 – – – 50,00 –<br />
S. Giuseppe 61,00 – – – – – 56,00 97,00<br />
S. Lucia 30,00 – – – – – 50,00 –<br />
Salesiani – – – – – – 310,00 –<br />
Asilo Mons. Rago 20,00 – – – – – – –<br />
Confr. SS. C rocif. – – – – – – 50,00 –<br />
Confr. SS. Sacram. – – – – – – 50,00 –<br />
Confr. S. Giuseppe – – – – – – 50,00 –<br />
1.780,00 880,00 555,00 795,00 800,00 945,00 3.763,00 3.264,00<br />
SPINAZZOLA<br />
S. Pietro Apostolo 170,00 150,00 – 300,00 30,00 150,00 450,00 340,00<br />
SS. Annunziata 100,00 100,00 – 225,00 100,00 375,00 835,00 250,00<br />
270,00 250,00 – 525,00 130,00 525,00 1.285,00 590,00<br />
POGGIORSINI<br />
M. SS. Addolorata – – – – – – 200,00 300,00<br />
– – – – – – 200,00 300,00<br />
TOTALE 9.600,00 4.042,00 1.515,00 5.695,00 4.373,00 5.780,00 29.817,00 23.176,00<br />
Aggiornato al 26.10.2007
In pace Domini<br />
Si è spento il 5 marzo 2006 a Roma, all’età di 79 anni, S.E. Mons.<br />
Donato Squicciarini, Arcivescovo titolare di Tiburnia e Nunzio<br />
Apostolico.<br />
Nato ad <strong>Altamura</strong> il 24 aprile 1927, dopo aver frequentato il Ginnasio<br />
nel Pontificio Seminario Regionale di Potenza, completò gli studi<br />
liceali nel Pontificio Seminario Romano Minore e quelli teologici nel<br />
Pontificio Seminario Romano Maggiore. Ordinato Sacerdote da Mons.<br />
Salvatore Rotolo nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong> il 12 aprile 1952, nel 1956<br />
fece l’ingresso nella Pontificia Accademia Ecclesiastica e nel 1958 fu<br />
destinato come Addetto della Nunziatura Apostolica in Panama. Trasferito<br />
nel 1960 presso la Nunziatura Apostolica in Colombia, e nel 1961<br />
presso quella in Germania, nel 1965 fu nominato Uditore della Nunziatura<br />
Apostolica in Turchia e, nel 1967, presso la Segreteria di Stato<br />
(Consiglio degli Affari pubblici della Chiesa). Nel 1975 fu destinato come<br />
Consigliere della Nunziatura Apostolica in Austria, Delegato Permanente<br />
della Santa Sede presso l’Agenzia Internazionale dell’Energia<br />
Atomica e Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione<br />
<strong>delle</strong> Nazioni Unite per lo sviluppo industriale a Vienna.<br />
Eletto Arcivescovo titolare di Tiburnia e Nunzio Apostolico in Burundi<br />
il 31 agosto 1978, ricevette l’Ordinazione Episcopale il 26 novembre<br />
1978 nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong> da Sua Eminenza il Card. Franz<br />
König, Arcivescovo di Vienna, essendo Conconsacranti S.E. Mons.<br />
Giuseppe Caprio, Sostituto della Segreteria di Stato, e S.E. Mons. Salvatore<br />
Isgrò, Vescovo di <strong>Gravina</strong> e Prelato di <strong>Altamura</strong> e di <strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti.<br />
Pro-Nunzio Apostolico in Camerun e Gabon e Delegato Apostolico<br />
(successivamente Pro-Nunzio) per la Guinea Equatoriale dal 1981<br />
al 1989, il 1 luglio 1989 fu nominato Nunzio Apostolico in Austria e<br />
il 9 gennaio 1990 Rappresentante Permanente della Santa Sede presso<br />
l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica e Osservatore Permanente<br />
della Santa Sede presso l’Organizzazione <strong>delle</strong> Nazioni Unite per<br />
lo sviluppo Industriale e presso l’Ufficio <strong>delle</strong> Nazioni Unite a Vienna.<br />
Ha rinunziato agli incarichi diplomatici, per raggiunti limiti d’età, l’8<br />
ottobre 2002, ritirandosi nella sua residenza romana a pochi passi dalla<br />
Basilica di S. Pietro.<br />
433
434<br />
Di lui così si è espresso il Card. Angelo Sodano durante l’omelia della<br />
Messa esequiale nella Basilica di S. Pietro in Vaticano: “La carità di<br />
Cristo ha sostenuto e animato tutta l’azione apostolica del nostro Fratello<br />
defunto e lo ha reso capace di favorire il dialogo e la comprensione in<br />
tante situazioni diverse. Dovunque, egli ha aiutato a superare conflitti,<br />
ad aprire vie di incontro, ad avvicinare persone e comunità alla Chiesa,<br />
in particolare alla comunione con il Papa”.<br />
È questa la sintesi di una vita interamente spesa a servizio della Chiesa,<br />
come sacerdote e vescovo, ad immagine di Cristo Buon Pastore.<br />
* * *<br />
Si è spento il 1 aprile 2006, all’età di 86 anni, Mons. Lorenzo<br />
Colaninno, Cappellano di Sua Santità e Canonico del Capitolo<br />
Concattedrale di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />
Nato ad <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti il 22 novembre 1920, dopo aver frequentato<br />
il Ginnasio nel Seminario di Bisceglie, completò gli studi liceali<br />
e teologici nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta. Ordinato Sacerdote<br />
da Mons. Giuseppe Della Cioppa nella Cattedrale di <strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti il 14 luglio 1946, fu nominato Vice Parroco di S. Eustachio<br />
in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti. Successivamente, ha svolto gli incarichi di<br />
Mansionario e poi Canonico del Capitolo Cattedrale di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />
Fonti, Padre Spirituale dell’Arciconfraternita di Maria SS. Immacolata,<br />
Assistente della G.I.A.C. e <strong>delle</strong> A.C.L.I., Delegato Vescovile presso il<br />
Comitato Feste Patronali, Facente funzioni di Governatore dell’Ospedale<br />
“F. Miulli”, Assistente Diocesano di Azione Cattolica (1984-1986),<br />
Membro del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici, Delegato<br />
diocesano per l’attività missionaria (1987-1998), Membro del Consiglio<br />
Presbiterale (1989-1994). Il 1 gennaio 1990 fu nominato Parroco in solidum<br />
di S. Eustachio e S. Agostino in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti (rinuncerà il<br />
27 dicembre 2001); nel contempo, dal 1994 al 1998, è stato anche Parroco<br />
in solidum di S. Lucia in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />
Insegnante di Religione nella Scuola Media Statale dal 1952 al 1991,<br />
dal 1999 fino alla morte è stato Collaboratore parrocchiale di S. Domenico<br />
in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti. Il 31 gennaio 2001 è stato nominato Cappellano<br />
di Sua Santità.<br />
* * *
Si è spento il 16 luglio 2006, all’età di 79 anni, Mons. Antonio<br />
Lorusso, Cappellano di Sua Santità, Parroco emerito di S. Sepolcro e<br />
Canonico del Capitolo Cattedrale di <strong>Altamura</strong>.<br />
Nato ad <strong>Altamura</strong> il 29 luglio 1927, dopo aver frequentato il Ginnasio<br />
ad <strong>Altamura</strong>, proseguì gli studi liceali e teologici presso il Pontificio Seminario<br />
Regionale di Molfetta. Ordinato Sacerdote da Mons. Salvatore<br />
Rotolo nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong> il 16 luglio 1950, fu nominato Vice<br />
Parroco di S. Nicola in <strong>Altamura</strong> (1950-1963), svolgendo, contemporaneamente,<br />
gli incarichi di Assistente diocesano Uomini di Azione Cattolica<br />
(1960-1970), Vice Cappellano di S. Chiara (1961-1963), Insegnante<br />
di Religione nelle Scuole Superiori Statali (1956-1983).<br />
Nominato Parroco di S. Sepolcro il 14 aprile 1963, ha svolto tale incarico<br />
fino al febbraio 1994, continuando a rimanere nella medesima<br />
Parrocchia, come Collaboratore, fino alla morte.<br />
Canonico del Capitolo Cattedrale di <strong>Altamura</strong> dal 19 marzo 1995, il<br />
31 gennaio 2001 era stato nominato Cappellano di Sua Santità.<br />
* * *<br />
Si è spento il 2 ottobre 2006, all’età di 90 anni, Mons. Francesco<br />
Simone, Cappellano di Sua Santità e Canonico del Capitolo Cattedrale<br />
di <strong>Altamura</strong>.<br />
Nato ad <strong>Altamura</strong> l’8 agosto 1916, dopo aver frequentato il Ginnasio<br />
ad <strong>Altamura</strong>, proseguì gli studi liceali presso il Pontificio Seminario<br />
Regionale di Molfetta e quelli teologici presso il Pontificio Seminario<br />
Campano di Napoli - Posillipo. Ordinato Sacerdote da Mons. Domenico<br />
Dell’Aquila nella Chiesa di S. Chiara in <strong>Altamura</strong> il 23 giugno 1940, fu<br />
destinato per qualche mese come Vice Parroco di S. Nicola e, dal 1 luglio<br />
1941, come Vice Parroco della SS. Trinità in <strong>Altamura</strong>, della quale<br />
diventerà Parroco il 13 dicembre 1954, esercitando tale ministero fino<br />
al 1 settembre 1995. Ha svolto anche i seguenti incarichi: Cappellano<br />
del Ricovero di Mendicità e del Carcere mandamentale (1940-1946),<br />
Vice Assistente <strong>delle</strong> Donne di Azione Cattolica e dell’Associazione<br />
Fanciulli Cattolici (1944-1954), Fondatore ed Assistente del Circolo<br />
ACLI (1944-1955), Fondatore e Cappellano del Segretariato ONAR-<br />
MO (1950-1956), Cappellano del Distaccamento di Polizia in <strong>Altamura</strong><br />
(1950-1953), Assistente dell’ASCI (1950-1952), Fondatore ed Assistente<br />
dell’ACAI (1952-1959), Consigliere Ecclesiastico dei Coltivatori<br />
43
43<br />
Diretti (1953-1960); successivamente, è stato anche Membro del Consiglio<br />
Amministrativo Diocesano (1981-1984).<br />
Già Cameriere segreto di Sua Santità dal 1962, e successivamente<br />
Cappellano di Sua Santità dal 1964, il 18 ottobre 1995, a seguito della<br />
rinuncia all’incarico di Parroco, è stato nominato Canonico del Capitolo<br />
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>, all’interno del quale ha ricoperto anche l’ufficio<br />
di Revisore dei conti (1999-2004). Dal 1950 al 1981 è stato Insegnante<br />
di Religione nella Scuola Media Statale.
Diario<br />
del Vescovo
Campanile (scala di accesso)<br />
Campanile
GENNAIO 2006<br />
1 Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
6 Inaugurazione organo - Mater Ecclesiae - <strong>Gravina</strong><br />
8-14 Predicazione Esercizi Spirituali ai Sacerdoti - Santa Maria degli<br />
Angeli - Assisi<br />
16 Lectio divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
18 Udienze<br />
20 Ritiro del Clero<br />
Celebrazione Eucaristica per la Festa di San Sebastiano - Spinazzola<br />
21 Udienze<br />
22 Ritiro USMI - Istituto “Volpicelli” - <strong>Altamura</strong><br />
23-24 Convegno Internazionale in Vaticano sulla Enciclica “Deus<br />
Caritas est”<br />
25 Incontro per il progetto della nuova parrocchia del SS. Redentore<br />
Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Chiusura della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani<br />
- San Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />
26 Udienze<br />
Giuramento dei membri del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto<br />
Diocesano Sostentamento Clero - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
Catechesi per Radio Maria<br />
27 Udienze<br />
43
440<br />
Aggiornamento del Clero - Aula “Giovanni Paolo II” - Episcopio<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
28 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Partecipazione all’inaugurazione del nuovo Oratorio - Cerreto<br />
Sannita<br />
29 Cresime adolescenti - S. Erasmo - Santeramo<br />
30-1/02 C.E.P. - Martina Franca<br />
Udienze<br />
FEBBRAIO 2006<br />
2 Giornata della Vita Consacrata:<br />
Celebrazione dei Vespri - Monastero Domenicane - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
4 Udienze<br />
5 Cresime adolescenti - S. Erasmo - Santeramo;<br />
6-8 Presidenza Caritas Italiana - Roma<br />
7-8 Consiglio Nazionale Caritas Italiana - Roma<br />
9 Udienze<br />
10 Udienze<br />
11 Incontro con i medici cattolici - Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
Udienze<br />
12 Cresime adolescenti - S. Erasmo - Santeramo
13 Lectio divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
14 Visita al Monastero <strong>delle</strong> Carmelitane - <strong>Gravina</strong><br />
15 Curia - <strong>Altamura</strong><br />
16 Udienze<br />
17 Ritiro del Clero<br />
Udienze<br />
18 Udienze<br />
Partecipazione al Convegno sull’immigrazione - <strong>Gravina</strong><br />
19 Celebrazione Eucaristica per l’ingresso di don Miroslaw Korenkiewicz<br />
come Vicario parrocchiale - SS. Crocifisso - Santeramo<br />
Visita in una famiglia<br />
Visita a una defunta<br />
20 Udienze<br />
21 Udienze<br />
22 Visita ai cantieri del Seminario e della Trasfigurazione<br />
Incontro con il Presidente della Provincia presso il “Miulli”<br />
24 Aggiornamento del Clero - Aula “Giovanni Paolo II” - Episcopio<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
Partecipazione all’incontro sul 40° della Unitatis redintegratio<br />
S. Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />
25 Incontro con le coppie - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
27 Udienze<br />
Incontro degli Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />
28 Celebrazione Eucaristica - Suore Marcelline - Foggia<br />
441
442<br />
MARZO 2006<br />
1 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica de “Le Ceneri” - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
2 Inaugurazione Anno Accademico - Bari<br />
3 Incontro con gli Insegnanti di Religione sulle catechesi di Colonia<br />
- Aula “Giovanni Paolo II” - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
4 Via Crucis Diocesana con Liturgia Penitenziale - <strong>Acquaviva</strong><br />
5 Ritiro per le Famiglie e i Laici - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
6 Celebrazione Eucaristica per l’insediamento del nuovo parroco<br />
don Giuseppe Creanza - SS. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />
7 Celebrazione Eucaristica per la Festa della Madonna di Costantinopoli<br />
- Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
8 Visita al cantiere del nuovo Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per le Esequie di S.E. Mons. Donato<br />
Squicciarini - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
9 Catechesi per Radio Maria<br />
10 Incontro con i Sacerdoti di <strong>Gravina</strong> - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
11 Udienze<br />
Concelebrazione Eucaristica per l’Ordinazione Episcopale di<br />
S.E. Mons. Nicola Girasoli - Cattedrale - Ruvo<br />
12 Concerto - San Domenico - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - San Domenico - <strong>Altamura</strong><br />
13 Lectio divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile -<br />
<strong>Gravina</strong>
14 Incontro per il Bollettino Diocesano - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per il “Club Femminile dell’Amicizia”<br />
nel 30° di istituzione - Chiesa Madre - Santeramo<br />
15 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per i Carabinieri e la Guardia di Finanza<br />
- Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
Visita al cantiere della nuova parrocchia della SS. Trinità<br />
Udienze<br />
16 Udienze<br />
Incontro per la consegna di alcuni libri antichi da parte dei Carabinieri<br />
alla Biblioteca “Finia” - Aula “Giovanni Paolo II” -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
17 Ritiro del Clero<br />
18 Udienze<br />
Concelebrazione Eucaristica per la Beatificazione di Sr. Elia di<br />
San Clemente - Bari<br />
19 Celebrazione Eucaristica nella Festa di San Giuseppe - Cattedrale<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
20-21 Commissione C.E.I. per la Pastorale della Salute - Roma<br />
22 Udienze<br />
Incontro con i Sacerdoti di <strong>Gravina</strong><br />
23 Udienze<br />
Partecipazione al Convegno <strong>delle</strong> Suore Marcelline – Foggia<br />
24 Aggiornamento del Clero<br />
Udienze<br />
Incontro con i cresimandi adulti della parrocchia della Consolazione<br />
di <strong>Altamura</strong> - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
443
444<br />
25 Udienze<br />
Via Crucis con gli studenti del Liceo - Chiesa Madre - Spinazzola<br />
Celebrazione Eucaristica con Prima Comunione e Cresime per<br />
alcuni membri della Comunità “Fratello Sole” - Colonia Hanseniana<br />
- Gioia del Colle<br />
27 Visita alle Clarisse - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro per il Palazzo Loglisci - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Consiglio Presbiterale e Collegio dei Consultori - <strong>Altamura</strong><br />
Presentazione dell’Enciclica “Deus Caritas est” - Parrocchia<br />
San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />
Partecipazione ad una rappresentazione - Teatro Sidion - <strong>Gravina</strong><br />
28 Incontro col Consiglio Pastorale - Parrocchia SS. Redentore<br />
<strong>Altamura</strong><br />
29 Udienze<br />
30 Udienze<br />
Incontro di catechesi su “Giovanni Paolo II, Pastore della Chiesa<br />
Universale” - San Marco in Lamis (FG)<br />
31 Udienze<br />
APRILE 2006<br />
1 Udienze<br />
Giornata della Gioventù - <strong>Altamura</strong><br />
Cresime Adolescenti - San Giovanni Bosco – <strong>Altamura</strong><br />
2 Cresime Adolescenti - SS. Crocifisso - Santeramo<br />
Celebrazione Eucaristica - S. Francesco di Paola - Bari<br />
Benedizione atrio San Francesco - <strong>Gravina</strong><br />
3 C.E.P. - Molfetta
Celebrazione Eucaristica per le Esequie di don Lorenzo Colaninno<br />
- Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
Celebrazione Eucaristica e Benedizione della Chiesa di San<br />
Sebastiano - Spinazzola<br />
4 Udienze<br />
Catechesi sulla Settimana Santa - SS. Trinità - <strong>Altamura</strong><br />
5 Convegno sull’uso dei fondi raccolti dalla C.E.I. per la riduzione<br />
del debito estero<br />
Celebrazione Eucaristica nel trigesimo della morte di S.E.<br />
Mons. Donato Squicciarini<br />
6-9 Viaggio in Romania con incontri con Sua Beatitudine Teoctist,<br />
Vescovi e monasteri ortodossi<br />
10 Incontro presso le Domenicane - <strong>Gravina</strong><br />
12 S. Messa del Crisma - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
13 Messa In Coena Domini - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
Catechesi per Radio Maria<br />
14 Azione Liturgica nella Passione del Signore - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
Processione del Legno Santo - <strong>Gravina</strong><br />
15 Veglia Pasquale - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
16 Pasqua - Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
18 Celebrazione Eucaristica - Santuario Madonna del Bosco - Spinazzola<br />
Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per l’Ammissione tra i Candidati agli<br />
Ordini Sacri di Giuseppe Logruosso - San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />
44
44<br />
19 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica con Battesimi - SS. Crocifisso - Santeramo<br />
20 Udienze<br />
Saluto ai partecipanti alla Corsa Campestre <strong>delle</strong> Scuole della<br />
provincia di Bari - Agriturismo Dibenedetto – <strong>Altamura</strong><br />
21 Commemorazione di Antonio Lepore -Palazzo Dogana - Foggia<br />
22 Udienze<br />
Cresime Adolescenti della Parrocchia dello Spirito Santo - Cattedrale<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
23 Cresime Adolescenti - SS. Crocifisso - Santeramo<br />
Celebrazione Eucaristica per l’Associazione “Figli in cielo” -<br />
Fornello - <strong>Altamura</strong><br />
24 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per l’Ordinazione Presbiterale di don<br />
Vincenzo Lopano - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
25 Udienze<br />
26 Udienze<br />
27-28 Presidenza Caritas Italiana - Roma<br />
29 Udienze<br />
Visita in Ospedale ad un Sacerdote<br />
Cresime Adolescenti - San Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />
30 Cresime Adolescenti - Maria SS. Annunziata - Spinazzola
MAGGIO 2006<br />
2 Delegazione Caritas Regionale - Molfetta<br />
Incontro con don Stefano Caprio e famiglie Scout d’Europa -<br />
Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
3 Udienze<br />
Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
Consegna del Decreto di idoneità agli Insegnanti di Religione<br />
di ruolo - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica con i ministri Ordinati e Istituiti -<br />
Cappellina Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
5 Inaugurazione Congresso di Urologia - Nuovo Ospedale “Miulli”<br />
- <strong>Acquaviva</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per la Festa di S. Irene - Cattedrale<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
6 Partecipazione al Convegno dei Medici - Aula “Giovanni Paolo<br />
II” - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
Cresime Adolescenti - Buon Pastore - <strong>Gravina</strong><br />
Partecipazione al Convegno su Benedetto XIII - Cattedrale -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
7 Celebrazione <strong>delle</strong> Lodi con gli Animatori dei Giovani e Giovanissimi<br />
di A.C. - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
Cresime Adolescenti - SS. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />
Cresime Adolescenti - SS. Crocifisso - <strong>Gravina</strong><br />
8 Lectio divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
9 Udienze<br />
10 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro Diocesano con l’A.d.P.: riflessione e Celebrazione<br />
Eucaristica - Spinazzola<br />
44
44<br />
11 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica - Poggiorsini<br />
12 Ritiro del Clero - Santuario del Buoncammino - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
13 Incontro con il Serra Club<br />
Udienze<br />
Benedizione Via Crucis e Celebrazione Eucaristica - Selva di<br />
Fasano<br />
14 Udienze<br />
Cresime Adolescenti - Sant’Anna - <strong>Altamura</strong><br />
Cresime Adolescenti - S. Maria del Carmine - <strong>Altamura</strong><br />
15-19 Assemblea Generale C.E.I. - Aula del Sinodo - Vaticano<br />
16 Commissione C.E.I. per la Pastorale della Salute e incontro con<br />
i Vescovi delegati - Vaticano<br />
20 Ordinazione Diaconale del Seminarista Giuseppe Loviglio -<br />
Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
21 Ritiro alle Samaritane - Monastero Suore Domenicane - <strong>Gravina</strong><br />
Cresime Adolescenti - S. Nicola - <strong>Gravina</strong><br />
Cresime Adolescenti - Maria SS. Addolorata - Poggiorsini<br />
22 Celebrazione Eucaristica - S. Agostino - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro con la Milizia dell’Immacolata - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
23 Visione con alcuni Sacerdoti del film “Codice da Vinci” - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro con il funzionario della Soprintendenza e i tecnici per<br />
il restauro della Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />
Incontro col Consiglio Pastorale della Trinità e con le maestranze<br />
sullo stato dei lavori della nuova chiesa
25 Visita al Palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />
Benedizione del nuovo Ufficio Postale - <strong>Gravina</strong><br />
Incontro per adempimenti amministrativi dell’Ospedale “Miulli”<br />
- Bari<br />
26 Celebrazione Eucaristica - Madonna <strong>delle</strong> Grazie - <strong>Gravina</strong><br />
27 Visita ad alcuni Sacerdoti anziani di <strong>Acquaviva</strong><br />
Cresime Adolescenti - S. Michele Arcangelo - <strong>Altamura</strong><br />
28 Celebrazione Eucaristica - SS. Crocifisso - <strong>Gravina</strong><br />
Cresime Adolescenti - S. Francesco - <strong>Gravina</strong><br />
29-30 Presidenza Caritas Italiana - Roma<br />
30-31 Consiglio Nazionale Caritas Italiana - Roma<br />
GIUGNO 2006<br />
1 Incontro con la “Comunità di Gesù” e le nuove Comunità -<br />
Mondo Migliore - Roma<br />
Celebrazione Eucaristica con le famiglie dei Seminaristi e del<br />
“Gruppo Samuel” - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
2 Celebrazione Eucaristica e Processione per la Festa Patronale<br />
di S. Erasmo - Chiesa Madre - Santeramo<br />
Cresime Adolescenti - San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />
3 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Veglia Ecumenica di Pentecoste - <strong>Altamura</strong><br />
4 Visita al Santuario della Madonna del Bosco per lavori -<br />
Spinazzola<br />
Cresime Adolescenti - S. Pietro Apostolo - Spinazzola<br />
Benedizione nuova sede AGESCI - Spinazzola<br />
Cresime Adolescenti - Santa Teresa - <strong>Altamura</strong><br />
44
4 0<br />
5 Incontro degli Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica nel primo anniversario della consacrazione<br />
della nuova chiesa di San Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />
6 Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
Visita al Palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze con i tecnici della Murgetta e della Parrocchia dello<br />
Spirito Santo - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
7 Udienze<br />
8 Udienze<br />
Catechesi per Radio Maria<br />
9 Incontro con i Sindacati dell’Ospedale “Miulli”<br />
Udienze<br />
10 Marcia <strong>delle</strong> Scuole per i due fratellini scomparsi - <strong>Gravina</strong><br />
Cresime Adolescenti - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />
11 Cresime Adolescenti - Sant’Agostino - <strong>Altamura</strong><br />
Saluto all’A.C. Adulti<br />
Celebrazione Eucaristica per la rinnovazione dei voti di una<br />
consacrata del Sacro Costato - SS. Trinità - <strong>Altamura</strong><br />
Benedizione della nuova campana - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
12 C.E.P. - Oasi “S. Maria dell’Isola” - Conversano<br />
Giornata Diocesana dei Ministranti - Madonna della Scala -<br />
Noci - Udienze<br />
13 Celebrazione Eucaristica per la Festa titolare - Chiesa di Sant’Antonio<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
15 Celebrazione Eucaristica Diocesana per la Solennità del Corpus<br />
Domini - Poggiorsini<br />
17 Udienze<br />
Cresime Adolescenti - Sant’Agostino - <strong>Altamura</strong>
18 Cresime Adolescenti - SS. Redentore - <strong>Altamura</strong><br />
19 Incontro con i Preti giovani sulla Pastorale Giovanile - Fornello<br />
<strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica e Benedizione ambulanza - S. Francesco<br />
- <strong>Acquaviva</strong><br />
20 Udienze<br />
21 Convegno di chirurgia vascolare<br />
Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
22 Visita al Palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - Santa Teresa - <strong>Altamura</strong><br />
23 Celebrazione Eucaristica - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica - Sacro Cuore - Santeramo<br />
24 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Consiglio Pastorale Diocesano e CDAL - Centro Giovanile -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
25 Cresime Adolescenti - San Francesco - <strong>Acquaviva</strong><br />
Benedizione Cappella Cimitero - <strong>Gravina</strong><br />
Cresime Adolescenti - SS. Pietro e Paolo - <strong>Gravina</strong><br />
26 Celebrazione Eucaristica per i due fratellini scomparsi Francesco<br />
e Salvatore Pappalardi - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
27-30 Esercizi Spirituali diocesani - Oasi “S. Maria dell’Isola” -<br />
Conversano<br />
30 Battesimo - San Michele - Foggia<br />
4 1
4 2<br />
LUGLIO 2006<br />
1 Udienze<br />
Incontro con i Comitati Festa “Madonna del Buoncammino” e<br />
“S. Maria Assunta” - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro con tutti i Docenti di Religione - Aula “Giovanni Paolo<br />
II” - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
2 Incontro con un gruppo di coppie - Foggia<br />
3 Udienze<br />
Incontro col falegname per lavori chiese Ospedale “Miulli” -<br />
Ponte (BN)<br />
4 Intervista sui fratellini scomparsi su “Italia in diretta”<br />
5 Udienze<br />
7 Incontro con i Seminaristi di Teologia<br />
8 Udienze<br />
Incontro con l’Ufficio Scuola - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
9 Visita a un Sacerdote malato<br />
Udienze<br />
10 Udienze<br />
11 Visita a un Sacerdote malato<br />
Incontro per il Programma Pastorale Diocesano - Curia -<br />
<strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
12 Udienze<br />
Visita a un Sacerdote malato<br />
13 Udienze
Incontro col Rettore del Seminario di Molfetta - Episcopio -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
14 Udienze<br />
Incontro col Padre Generale dei Piccoli Fratelli del SS. Sacramento<br />
Incontro col Giudice Marzano per i fratellini scomparsi<br />
15 Riunione in Curia - <strong>Altamura</strong><br />
16 Celebrazione Eucaristica - Monastero <strong>delle</strong> Carmelitane - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - S. Maria del Carmine - <strong>Altamura</strong><br />
17 Udienze<br />
18 Incontro per il Programma Pastorale Diocesano - Episcopio -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
Visita al Palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />
19 Riunione per l’inaugurazione del nuovo Ospedale “Miulli”<br />
20 Visita al Palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />
Visita al cantiere della SS. Trinità<br />
21 Visita al Palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
22 Curia<br />
24 Incontro per il Programma Pastorale Diocesano - Episcopio -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
25-30 Predicazione Esercizi Spirituali alla Fraternità “Marta e Maria”<br />
Oasi “Sacro Cuore” - Conversano<br />
31 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
4 3
4 4<br />
AGOSTO 2006<br />
1 Incontro per il Programma Pastorale Diocesano<br />
Celebrazione Eucaristica per l’inaugurazione della chiesa -<br />
Santa Chiara - <strong>Altamura</strong><br />
2 Udienze<br />
4 Udienze<br />
5 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica - Santa Maria Maggiore - <strong>Acquaviva</strong><br />
8 Celebrazione Eucaristica - San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />
9 Udienze<br />
11 Celebrazione Eucaristica per la Festa Patronale - Maria SS. Addolorata<br />
- Poggiorsini<br />
Incontro con l’Ambasciatore della Repubblica di Cina presso<br />
la Santa Sede - Hotel San Nicola - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - Santa Chiara - <strong>Altamura</strong><br />
13 Celebrazione Eucaristica per la Festa Patronale della Madonna<br />
del Bosco - Spinazzola<br />
15 Celebrazione Eucaristica per la Festa Patronale di Maria SS.<br />
Assunta - <strong>Altamura</strong><br />
Processione – <strong>Altamura</strong><br />
16 Udienze<br />
19 Udienze<br />
Incontro per il Seminario<br />
20 Esequie della sorella di Don Carlo Caputo - San Domenico -<br />
<strong>Gravina</strong>
23 Incontro di preparazione per l’inaugurazione del nuovo Ospedale<br />
“Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
Stesura del Programma Pastorale Diocesano<br />
24 Stesura del Programma Pastorale Diocesano<br />
25 Stesura del Programma Pastorale Diocesano<br />
26 Curia - <strong>Altamura</strong><br />
27 Celebrazione Eucaristica per il Triduo in onore di Sant’Agostino<br />
- Sant’Agostino - Irsina<br />
28 Consiglio Presbiterale - Curia<br />
29 Udienze<br />
30 Udienze<br />
Incontro con gli Insegnanti di Religione - Aula “Giovanni Paolo<br />
II” - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
31 Incontro degli Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Presentazione del libro “Madonna di Costantinopoli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
Professione Perpetua di Sr. Maria Caterina Berloco, Figlia del<br />
Divino Zelo - San Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />
SETTEMBRE 2006<br />
1 Incontro degli Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />
2 Celebrazione Eucaristica per la Professione Perpetua si una<br />
Suora Oblata - Cappella Suore Oblate - Roma<br />
4 Presidenza Caritas Italiana - Roma<br />
5 Celebrazione Eucaristica per la Festa Patronale Maria SS. di<br />
4
4<br />
Costantinopoli - <strong>Acquaviva</strong><br />
Processione<br />
6 Visita al cantiere Santuario Madonna del Bosco - Spinazzola<br />
Incontro al “Miulli” di preparazione per l’inaugurazione del<br />
nuovo Ospedale - <strong>Acquaviva</strong><br />
7 Consiglio Affari Economi Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
8 Celebrazione Eucaristica - Madonna <strong>delle</strong> Grazie - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per i Seminaristi - Seminario Diocesano<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
9 VII Assemblea Pastorale Diocesana - Santuario dell’Incoronata<br />
- Foggia<br />
10 Celebrazione Eucaristica per la Festa della Madonna del Buoncammino<br />
- Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
Processione<br />
11 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro di preparazione per l’inaugurazione del nuovo Ospedale<br />
“Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
12 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per l’ingresso del nuovo parroco don<br />
Vincenzo Panaro - S. Anna - <strong>Altamura</strong><br />
13 Udienze<br />
Incontro con i Seminaristi di Teologia<br />
Visita alla Parrocchia della Trasfigurazione - <strong>Altamura</strong><br />
14 Partecipazione al Congresso di Cardiologia - Bari<br />
Incontro di preparazione per l’inaugurazione del nuovo Ospedale<br />
“Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - SS. Crocifisso - Santeramo<br />
15 Udienze
Incontro con i tecnici per il restauro della Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />
Visita al Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
16 Udienze - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
Concelebrazione per il 50° di Ordinazione Sacerdotale di don<br />
Saverio Del Vecchio - Cerignola<br />
17 Celebrazione Eucaristica e benedizione del quadro di Gesù Misericordioso<br />
- San Giovanni Bosco - <strong>Altamura</strong><br />
18 Commissione C.E.I. per la Pastorale della Salute - Roma<br />
Incontro col Card. Re presso i Legionari di Cristo - Roma<br />
19 Udienze<br />
20 Udienze<br />
21 Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro degli Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />
22 Udienze<br />
23 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per l’Ordinazione Sacerdotale di P.<br />
Antonio Paciello, Rogazionista - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
25 Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
26 Celebrazione Eucaristica per la Festa dei S.S. Medici - S. Maria<br />
della Consolazione - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
27 Udienze<br />
Presentazione del Libro “Teresa Orsini” - SS. Pietro e Paolo<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
4
4<br />
28 Celebrazione dei Primi Vespri nella Festa di San Michele - Cattedrale<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
29 Celebrazione Eucaristica - S. Michele Arcangelo - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per la Festa Patronale di S. Michele<br />
- Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Consiglio Nazionale Aris - Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
Processione in onore di S. Michele - <strong>Gravina</strong><br />
30 Inaugurazione del nuovo Ospedale “Miulli”: Celebrazione Eucaristica<br />
presieduta dal Card. Giovanni Battista Re - <strong>Acquaviva</strong><br />
Inaugurazione del nuovo Seminario Diocesano presieduta dal<br />
Card. Giovanni Battista Re - <strong>Gravina</strong><br />
OTTOBRE 2006<br />
1 Celebrazione Eucaristica per il 50° di Sacerdozio di don Guerino<br />
Perrucci - San Michele Arcangelo - <strong>Altamura</strong><br />
2 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica - Maria SS. Annunziata - Spinazzola<br />
Incontro con gli Scout di Spinazzola<br />
3 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per le Esequie di don Francesco Simone<br />
- Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro degli Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - San Nicola - <strong>Altamura</strong><br />
4 Celebrazione Eucaristica - San Francesco - <strong>Acquaviva</strong><br />
Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica - San Francesco - <strong>Gravina</strong><br />
Intervista sul nuovo Seminario per “<strong>Gravina</strong> on line”<br />
5 Udienze<br />
Incontro con il Consiglio <strong>delle</strong> Clarisse - Monastero S. Chiara<br />
<strong>Altamura</strong>
Celebrazione Eucaristica per 50° della morte di Mons. Sanna<br />
- San Felice - <strong>Gravina</strong><br />
6 Visita al cantiere del Santuario Madonna del Bosco - Spinazzola<br />
Udienze<br />
7 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica - SS. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per l’ingresso del nuovo parroco don<br />
Angelo Cianciotta - San Giovanni Bosco - <strong>Altamura</strong><br />
8 Celebrazione Eucaristica per l’ingresso del nuovo parroco don<br />
Giovanni Bruno - Madonna <strong>delle</strong> Grazie - <strong>Gravina</strong><br />
9 Presidenza Caritas Italiana - Roma<br />
10-11 Consiglio Nazionale Caritas Italiana - Roma<br />
12 Udienze<br />
13 Ritiro del Clero - Abbazia “Madonna della Scala” - Noci<br />
Partecipazione al Kairos - Bari<br />
14 Udienze<br />
15 Cresime Adolescenti - San Nicola - <strong>Gravina</strong><br />
16-20 Partecipazione al Convegno Ecclesiale di Verona<br />
21 Partecipazione alla presentazione del Libro “Un nodo da sciogliere”<br />
- SS. Pietro e Paolo - <strong>Gravina</strong><br />
22 Cresime Adolescenti di S. Maria Maggiore e Sacro Cuore -<br />
<strong>Acquaviva</strong><br />
Cresime Adolescenti - Sacro Cuore - Santeramo<br />
23 Incontro per la Caritas Diocesana - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
4
4 0<br />
Inaugurazione Scuola di Formazione Teologica Pastorale -<br />
<strong>Altamura</strong><br />
Aggiornamento del Clero - Sant’Anna - <strong>Altamura</strong><br />
24 Cresime Adolescenti - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
25 Partenza per Buenos Aires<br />
26 Buenos Aires - Visita al Santuario di N. S. de Lujan<br />
27 Buenos Aires - Incontro col Card. Bergoglio - Incontro Ecumenico<br />
28 Buenos Aires - Giornata dell’Alleanza<br />
29 Partenza per San Paolo del Brasile<br />
30 Lavrinas (San Paolo) - Ritiro Mondiale dei Vescovi<br />
31 Lavrinas (San Paolo) - Ritiro Mondiale dei Vescovi<br />
NOVEMBRE 2006<br />
1 Lavrinas (San Paolo) - Ritiro Mondiale dei Vescovi<br />
2-3 Cachoeira (San Paolo) - Conferenza Internazionale della Fraternità<br />
Cattolica<br />
4 Celebrazione Eucaristica del Cuore Immacolato di Maria - Cachoeira<br />
(San Paolo) - Conferenza Internazionale della Fraternità<br />
Cattolica<br />
5 Partenza per l’Italia<br />
6 Viaggio di ritorno
7 Benedizione della Casa della Fraternità “Marta e Maria” -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
8 Collegio dei Consultori e Consiglio Diocesano Affari Economici<br />
- Curia - <strong>Altamura</strong><br />
9 Visita ad una bambina ammalata - <strong>Altamura</strong><br />
10 Ritiro del Clero<br />
Celebrazione Eucaristica per l’inizio del ministero di parroco<br />
di don Carlo Carducci - S. Agostino - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
11 Udienze<br />
Benedizione Casa di Riposo “La Fenice” - <strong>Altamura</strong><br />
12 Celebrazione Eucaristica per l’ingresso nella Fraternità “Marta<br />
e Maria” di una coppia - Poggiorsini<br />
13 Udienze<br />
Lectio divina “Al Pozzo di Giacobbe” - San Sepolcro -<br />
<strong>Altamura</strong><br />
14 Udienze<br />
15 Udienze<br />
17 Incontro con i giovani della Parrocchia San Nicola - <strong>Gravina</strong><br />
18 Udienze<br />
Visita alla mamma di un Sacerdote<br />
20 Udienze<br />
Incontro con i ragazzi del catechismo della parrocchia del SS.<br />
Crocifisso di <strong>Gravina</strong> - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
21 Celebrazione Eucaristica per i Carabinieri nella Festa della Virgo<br />
Fidelis - Cattedrale - Bari<br />
4 1
4 2<br />
Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
22 Udienze<br />
Partecipazione al Convegno “Cultura e Legalità” - Comando<br />
Polizia Municipale - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - Santa Chiara - <strong>Altamura</strong><br />
23 Intervista per Rai 3 sul nuovo Ospedale “Miulli”<br />
Celebrazione Eucaristica nel I anniversario della morte di un<br />
Agente di Polizia - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
24 Incontro di preghiera con i giovani<br />
25 Udienze<br />
26 Cresime Adolescenti di S. Eustachio e Sant’Agostino - Cattedrale<br />
- <strong>Acquaviva</strong><br />
27 Caritas Italiana - Relazione al Forum “Deus Caritas est” -<br />
Roma<br />
28 Caritas Italiana - Forum “Deus Caritas est” - Roma<br />
29 Incontro con la Caritas Diocesana - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
DICEMBRE 2006<br />
1 Udienze - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per due giovani morti in un incidente<br />
- San Francesco - <strong>Gravina</strong><br />
2 Udienze<br />
Celebrazione dei Primi Vespri di Avvento al Concorso MMS<br />
per giovani e giovanissimi - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
Cresime Adolescenti - Madonna <strong>delle</strong> Grazie - <strong>Gravina</strong>
3 Celebrazione Eucaristica - San Nicola - <strong>Gravina</strong><br />
4-5 Presidenza Caritas Italiana - Roma<br />
6 Consiglio Affari Economici Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - San Nicola - <strong>Altamura</strong><br />
7 Udienze<br />
Cresime Adolescenti - SS. Trinità - <strong>Altamura</strong><br />
8 Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
9 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica presso l’Azienda Quartet - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica con consacrazione dell’altare per la<br />
riapertura al culto - Santuario Madonna del Bosco - Spinazzola<br />
10 Ritiro Spirituale alle famiglie e A.C. adulti, con tesseramento<br />
di A.C. - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica nella Festa della Madonna di Loreto<br />
- Santa Teresa - <strong>Altamura</strong><br />
11 C.E.P. - Molfetta<br />
Lectio divina “Al Pozzo di Giacobbe” - San Domenico -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
12 Visita e Celebrazione Eucaristica - Colonia Hanseniana - Gioia<br />
del Colle<br />
Visita al Carcere - Spinazzola<br />
Incontro con gli Scout - Spinazzola<br />
13 Incontro con l’Associazione “Teresa Orsini” - Aula “Giovanni<br />
Paolo II” - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - Cappella Ospedale “Miulli” -<br />
<strong>Acquaviva</strong><br />
Celebrazione Eucaristica nella Festa di Santa Lucia - S. Giovanni<br />
Evangelista - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
4 3
4 4<br />
14 Udienze<br />
Inaugurazione Anno Accademico Università della Terza Età -<br />
Sala Consiliare - <strong>Altamura</strong><br />
15 Ritiro del Clero - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
16 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per gli studenti della Scuola “T. Fiore”<br />
- Trasfigurazione - <strong>Altamura</strong><br />
17 Cresime Adolescenti - San Domenico - <strong>Acquaviva</strong><br />
Celebrazione per l’Alleanza - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Saluto agli Scout per l’arrivo della Luce di Betlemme - Cattedrale<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
18 Visita al Campo Nomadi - <strong>Altamura</strong><br />
Inaugurazione Sede ACI - <strong>Gravina</strong><br />
19 Visita alla Cattedrale di <strong>Gravina</strong> del Funzionario della Soprintendenza<br />
e tecnici per intervento di urgenza<br />
20 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
21 Benedizione del Presepe - Scuola Primaria “S. Domenico Savio”<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
Scambio di auguri con i dipendenti dell’Ospedale “Miulli” -<br />
<strong>Acquaviva</strong><br />
22 Udienze<br />
Incontro degli Uffici di Curia - Sant’Anna - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
23 Udienze di Natale<br />
24 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica - Cappella nuovo Ospedale “Miulli”<br />
<strong>Acquaviva</strong>
25 Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
26 Incontro con i Diaconi e la Fraternità “Marta e Maria” - Episcopio<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
Ordinazione Diaconale del Seminarista Nicola Chiarulli, del<br />
Dott. Pietro Dipace e del Prof. Pasquale Caporusso - Cattedrale<br />
<strong>Acquaviva</strong><br />
27 Udienze<br />
Incontro del SEM.PRE. - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
Concelebrazione Eucaristica per il XXV di Ordinazione Episcopale<br />
di Mons. Benigno Papa - Concattedrale - Taranto<br />
30 Celebrazione Eucaristica per l’Ordinazione Sacerdotale di don<br />
Giuseppe Loviglio e per l’Ordinazione Diaconale del Seminarista<br />
Francesco Elia - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
31 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per la Festa della Famiglia - Cattedrale<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
4
Ingresso uffici parrocchiali
Temi di predicazione<br />
OMELIE<br />
Periodico mensile - Anno LII<br />
7 numeri dedicati a:<br />
❏ Prima parte: SUSSIDI PER LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA<br />
Per ognuna <strong>delle</strong> Domeniche o Solennità dell’anno liturgico:<br />
1. Formulario per l’Eucaristia - 2. Per l’animazione della celebrazione<br />
- 3. Esegesi - 4. Per l’Omelia - 5. Pagina patristica - 6. Per i giovani<br />
7. Per i ragazzi.<br />
❏ Seconda parte: SUSSIDI VARI<br />
1. Primi venerdì - 2. Ritiri per presbiteri e religiosi - 3. Giornate e<br />
ricorrenze - 4. Santorale - 5. Mesi, Novene, Tridui - 6. Bookmarks<br />
- 7. Genitivo, plurale - 8. Bibbia e liturgia: «Tra le belle parole» - 9.<br />
Esempi, spunti, testimonianze - 10. Segnalazioni bibliografiche.<br />
2 numeri dedicati a:<br />
❏ Monografie<br />
DESTINATARI: Ministri ordinati - Lettori - Accoliti - Religiosi - Seminaristi<br />
- Missionari - Laici - Catechisti - Animatori ecclesiali.<br />
ABBONAMENTI<br />
Italia<br />
Cartaceo € 57,00<br />
PDF * € 42,00<br />
Cartaceo + PDF € 87,00<br />
Modalità di pagamento degli abbonamenti *<br />
4
4<br />
Per l’Italia<br />
• Con Bollettino di Conto Corrente Postale premarcato fornito da noi<br />
n. 2479802<br />
Per Italia ed Estero<br />
• Versamento/bonifico intestato a:<br />
EDITRICE DOMENICA ITALIANA<br />
Poste Italiane:<br />
Paese: IT Check - Digit: 70 - CIN: O - ABI: 07601 - CAB: 03400<br />
N° Conto: 24794802 - BIC: BPPIITRRXXX<br />
Banca Sella:<br />
Paese: IT Check - Digit: 13 - CIN: F - ABI: 03268 - CAB: 03400<br />
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a dicembre e possono essere sottoscritti in qualsiasi momento dell’anno.<br />
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Indice<br />
Benedetto XVI....................................................................... 3<br />
Santa Sede ............................................................................... 17<br />
Conferenza Episcopale Italiana ...................................... 27<br />
Conferenza Episcopale Pugliese .................................... 171<br />
Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese ............. 213<br />
Vita Diocesana ....................................................................... 235<br />
Atti del Vescovo ................................................................... 313<br />
Atti della Curia .................................................................. 395<br />
Diario del Vescovo ............................................................... 439
Piccolo anfiteatro<br />
Casa canonica
Locali pastorali<br />
Ingresso sala comunità
Finito di stampare<br />
nel mese di gennaio 2008<br />
dalle Grafiche Grill Srl